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capitolo ix il layout di un impianto industriale

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Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Napoli “Federico II”<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Ingegneria dei Materiali e della Produzione – Sezione Impianti<br />

Rev. 1.2<br />

CAPITOLO IX<br />

IL LAYOUT DI UN IMPIANTO INDUSTRIALE<br />

9.1 Premessa<br />

Nel XV secolo, i responsab<strong>il</strong>i della produzione all’arsenale <strong>di</strong> Venezia si erano già resi<br />

conto dell’importanza del <strong>layout</strong>.<br />

Entrando dal cancello si incontra <strong>un</strong> braccio <strong>di</strong> mare delimitato da entrambi ì lati da <strong>un</strong>’ampia<br />

strada. Da entrambe le parti si aprono le finestre degli e<strong>di</strong>fici dell’arsenale. Quando <strong>un</strong>a galea esce<br />

trainata da <strong>un</strong> battello, dalle finestre vengono calati <strong>il</strong> sartiame, <strong>il</strong> pane, gli uomini, i proiett<strong>il</strong>i ed i<br />

mortai, insomma tutto ciò che serve. Una volta raggi<strong>un</strong>ta la fine della strada, l’intero equipaggio si<br />

trova a bordo insieme ai remi e la nave è equipaggiata da cima a fondo. In questo modo tra le ore<br />

sei e le ore nove poterono uscire <strong>di</strong>eci galee perfettamente armate. Non so descrivere quello che vi<strong>di</strong><br />

sul posto, sia dal p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> vista della costruzione sia da quello della gestione dei lavoratori, e non<br />

credo che ci sia niente <strong>di</strong> più sofisticato al mondo.<br />

Il brano precedente è <strong>un</strong>a testimonianza <strong>di</strong> come l’arsenale <strong>di</strong> Venezia avesse <strong>un</strong> <strong>layout</strong><br />

per linea dì prodotto. In questa sezione esamineremo i <strong>layout</strong> <strong>di</strong> base e le loro<br />

caratteristiche.<br />

9.2 Definizione <strong>di</strong> <strong>layout</strong><br />

È doveroso innanzitutto definire cosa si intende per “<strong>layout</strong>”, termine anglosassone, che come<br />

molti altri in materia <strong>di</strong> organizzazione aziendale, si ritrova ormai non tradotto anche nella<br />

nostra letteratura.<br />

Il B.I.T. (Bureau Internazional du Trava<strong>il</strong>) afferma che: “per <strong>layout</strong> <strong>di</strong> <strong>un</strong>a fabbrica, <strong>di</strong> <strong>un</strong>o<br />

stab<strong>il</strong>imento, <strong>di</strong> <strong>un</strong>’area <strong>di</strong> lavoro, si intende la <strong>di</strong>slocazione dei reparti o delle officine,<br />

nell’ambito della fabbrica e delle macchine, dei posti <strong>di</strong> lavoro o dei depositi, nelle aree<br />

lavorative, inclusi, ove sia <strong>il</strong> caso gli uffici ed i servizi aziendali relativi”.<br />

Lo stu<strong>di</strong>o del <strong>layout</strong> <strong>di</strong> <strong>un</strong>’<strong>un</strong>ità operativa consiste pertanto nell’armonizzare attraverso<br />

l’analisi <strong>di</strong> <strong>un</strong> certo insieme <strong>di</strong> dati, la <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> superfici, attrezzature, materiali,<br />

uomini, servizi, in modo da realizzare la massima produttività.<br />

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Prof. Ing. G. Scapicchio<br />

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In questo or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> idee <strong>il</strong> termine “<strong>layout</strong>” può essere considerato sinonimo <strong>di</strong><br />

“organizzazione della superficie”, “<strong>di</strong>sposizione planimetrica” o meglio ancora <strong>di</strong><br />

“<strong>di</strong>sposizione planovolumetrica” <strong>di</strong> <strong>un</strong>a <strong>un</strong>ità produttiva.<br />

Lo stu<strong>di</strong>o del <strong>layout</strong> può quin<strong>di</strong> essere inteso come la ricerca della pianificazione ed<br />

integrazione dei vari componenti che intervengono nella produzione. Si cerca, cioè, <strong>di</strong><br />

fissare le relazioni più f<strong>un</strong>zionali ed economiche fra gli uomini, le apparecchiature, le varie<br />

installazioni e soprattutto <strong>di</strong> definire, nel modo migliore, i vari flussi dei materiali e le attività<br />

dei mezzi produttivi dal ricevimento delle materie prime, attraverso le varie fasi della<br />

lavorazione, fino all’immagazzinamento dei prodotti finiti.<br />

9.3 Modalità <strong>di</strong> produzione<br />

Ciasc<strong>un</strong> tipo <strong>di</strong> <strong>layout</strong> presenta caratteristiche che sono strettamente connesse alla modalità<br />

<strong>di</strong> produzione dell’<strong>impianto</strong> e alla tipologia <strong>di</strong> prodotto realizzato. La figura 9.1 evidenzia<br />

tre modalità fondamentali <strong>di</strong> produzione: i fattori determinanti sono le <strong>di</strong>mensioni dei<br />

prodotti ed <strong>il</strong> volume <strong>di</strong> produzione.<br />

Dimensione<br />

del prodotto<br />

Progetto<br />

Continua<br />

o<br />

Ripetitiva<br />

Ibrido<br />

Job<br />

Volume produttivo<br />

Fig. 9.1: Tipologie produttive al variare del volume <strong>di</strong> produzione e della <strong>di</strong>mensione del prodotto<br />

I progetti, sono opere <strong>un</strong>iche e <strong>di</strong> ampio respiro. Un gruppo impiega <strong>di</strong> solito mesi o anni<br />

per completare <strong>un</strong> singolo progetto che, se molto complesso, si può <strong>di</strong>videre in<br />

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sottoprogetti. L’output <strong>di</strong> <strong>un</strong> progetto è definito <strong>un</strong>ità. Ogni progetto sim<strong>il</strong>e che può<br />

eventualmente seguire, è <strong>un</strong> progetto a sé stante 1 .<br />

Per job (produzione <strong>un</strong>itaria) si intende <strong>un</strong>’attività svolta su piccola scala con output<br />

contenuto (imbiancatura <strong>di</strong> <strong>un</strong>a stanza o esecuzione <strong>di</strong> <strong>un</strong>’operazione chirurgica). La<br />

produzione <strong>di</strong> tipo job può avere output <strong>un</strong>ico, come <strong>il</strong> progetto, sebbene spesso produca <strong>un</strong><br />

volume ridotto <strong>di</strong> <strong>un</strong>ità sim<strong>il</strong>i 2 .<br />

Quando <strong>il</strong> volume produttivo è molto elevato, come nel caso della maggior parte dei beni<br />

<strong>di</strong> largo consumo, si ricorre alla produzione continua o ripetitiva. Le produzioni continue e<br />

ripetitive sono entrambe caratterizzate da <strong>un</strong>a varietà limitata <strong>di</strong> articoli sebbene sussistano<br />

fra loro <strong>di</strong>fferenze significative. L’output della produzione ripetitiva è costituito da <strong>un</strong>ità<br />

<strong>di</strong>screte (interruttori automatici, <strong>di</strong>schetti per computer, elaborazione <strong>di</strong> moduli <strong>di</strong> den<strong>un</strong>cia<br />

alle assicurazioni): in questo tipo <strong>di</strong> sistema i prodotti possono essere smontati e rimontati,<br />

perché i componenti non perdono la loro in<strong>di</strong>vidualità e, d<strong>un</strong>que, sono sempre riconoscib<strong>il</strong>i<br />

all’interno del prodotto; l’output <strong>di</strong> <strong>un</strong>a produzione continua, invece, non può essere<br />

considerato <strong>un</strong>’<strong>un</strong>ità <strong>di</strong>screta, ma qualcosa che scorre o, ad<strong>di</strong>rittura, che fluisce (come nel<br />

caso dei prodotti petroliferi <strong>di</strong> <strong>un</strong>a raffineria o dell’energia elettrica prodotta da <strong>un</strong>a<br />

centrale), quin<strong>di</strong> <strong>il</strong> prodotto non può essere scomposto a ritroso, poiché i componenti<br />

originari non sono più <strong>di</strong>stinguib<strong>il</strong>i o hanno cambiato natura chimico-fisica .<br />

Le due aree <strong>di</strong> intersezione nella Fig. 9.1 in<strong>di</strong>cano produzioni ibride. L’area più in alto<br />

rappresenta <strong>il</strong> caso speciale <strong>di</strong> <strong>un</strong> progetto <strong>di</strong> ampio respiro costituito da più <strong>un</strong>ità<br />

praticamente identiche, probab<strong>il</strong>mente prodotte nello stesso posto (<strong>un</strong> or<strong>di</strong>ne dell’esercito<br />

per 12 cacciatorpe<strong>di</strong>niere <strong>di</strong> riserva). La regione inferiore <strong>di</strong> sovrapposizione rappresenta <strong>il</strong><br />

caso <strong>di</strong> job or<strong>di</strong>nati in quantità elevate (<strong>un</strong> centro <strong>di</strong> saldatura che debba evadere <strong>un</strong> or<strong>di</strong>ne<br />

<strong>di</strong> 500 saldature identiche).<br />

Nel settore manifatturiero si incontra così frequentemente la produzione <strong>di</strong> articoli <strong>di</strong>versi,<br />

ogn<strong>un</strong>o in quantità anche elevata, che si è resa necessaria <strong>un</strong>a ulteriore modalità produttiva,<br />

quella della produzione <strong>di</strong>scontinua (produzione a batch).<br />

Ogni modalità <strong>di</strong> produzione ha obiettivi <strong>di</strong>versi.<br />

1 Ad esempio, <strong>un</strong>a serie <strong>di</strong> stazioni per <strong>il</strong> controllo dei veicoli aerei sparse nel mondo richiede probab<strong>il</strong>mente strutture<br />

quasi identiche (antenne, sistemi <strong>di</strong> com<strong>un</strong>icazione, ecc…), ma ogni luogo è <strong>di</strong>verso: clima, terreno, politiche nazionali,<br />

norme ed<strong>il</strong>izie ed altre variab<strong>il</strong>i rendono la costruzione <strong>di</strong> ogni stazione <strong>un</strong>ica.<br />

2 Ad esempio, si può parlare <strong>di</strong> job quando si installano due reti per le porte <strong>di</strong> <strong>un</strong> campo da calcio o si verniciano otto<br />

se<strong>di</strong>e <strong>di</strong> salotto identiche.<br />

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9.4 Obiettivi<br />

È possib<strong>il</strong>e <strong>di</strong>fferenziare le modalità <strong>di</strong> produzione per tre aspetti: tipologia del processo,<br />

volume produttivo e varietà/flessib<strong>il</strong>ità. La Tab. 9.1 mostra come le <strong>di</strong>verse combinazioni<br />

dei tre aspetti <strong>di</strong>ano vita a cinque aree caratteristiche, <strong>di</strong>verse per concezione ed obiettivi.<br />

Tipologia <strong>di</strong> processo F<strong>un</strong>zionale F<strong>un</strong>zionale Mista Per prodotto Per prodotto<br />

Volume produttivo Singolo art. Basso Me<strong>di</strong>o Alto Altissimo<br />

Varietà/flessib<strong>il</strong>ità Massima Elevata Me<strong>di</strong>a Bassa Minima<br />

1. Progetto<br />

Costruzioni,<br />

Cantieristica<br />

Costruzione<br />

stampi,<br />

2. Job<br />

Servizi <strong>di</strong><br />

assistenza e<br />

riparazione<br />

3. Batch<br />

Servizi <strong>di</strong><br />

tipografia,<br />

Cementifici<br />

4. Produzione<br />

ripetitiva<br />

5. Produzione in<br />

continuo<br />

Assemblaggio<br />

automob<strong>il</strong>i,<br />

Iscrizioni<br />

scolastiche<br />

Tab. 9.1: Modalità <strong>di</strong> produzione ed obiettivi caratteristici<br />

Acciaierie,<br />

Lavanderie<br />

24 su 24<br />

Più in dettaglio abbiamo:<br />

1. Progetto. Le costruzioni ed<strong>il</strong>i, la cantieristica, l’installazione <strong>di</strong> reti informatiche e le<br />

attività <strong>di</strong> ricerca e sv<strong>il</strong>uppo (R&S) sono lavori con output <strong>di</strong> tipo <strong>un</strong>ico, chiamati<br />

com<strong>un</strong>emente “progetti”. In questo caso, la gestione della produzione rischia <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>sperdersi tra le numerose attività che procedono contemporaneamente. La<br />

supervisione dei processi mira alle f<strong>un</strong>zioni (progettazione, pianificazione degli<br />

spazi, previsioni economiche, ecc.) piuttosto che al prodotto finale. Soltanto<br />

<strong>un</strong>’attenta pianificazione ed <strong>un</strong> attento controllo della sequenza e dei tempi <strong>di</strong><br />

esecuzione del progetto sono in grado <strong>di</strong> mantenere tutte le f<strong>un</strong>zioni e le relative<br />

attività nella giusta <strong>di</strong>rezione e tempistica. Solitamente le risorse (personale ed<br />

attrezzature) sono piuttosto flessib<strong>il</strong>i, poiché devono potersi adattare alle<br />

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caratteristiche particolari <strong>di</strong> <strong>un</strong> dato progetto ed adeguarsi in modo sempre <strong>di</strong>verso<br />

mano a mano che <strong>il</strong> progetto evolve.<br />

2. Job. Interessa tutto <strong>il</strong> settore dei servizi e buona parte della produzione <strong>di</strong> beni<br />

strumentali e componenti. I volumi sono molto limitati: pochi clienti seduti ad <strong>un</strong><br />

<strong>un</strong>ico tavolo in <strong>un</strong> ristorante, <strong>un</strong> agente assicurativo al lavoro su <strong>un</strong> solo incidente<br />

stradale, <strong>un</strong> solo apparecchio televisivo in riparazione, <strong>un</strong>a serie <strong>di</strong> stampi prodotti<br />

in <strong>un</strong>a fabbrica <strong>di</strong> attrezzature e stampi. Benché i volumi <strong>di</strong> ogni singola attività<br />

siano limitati, ci sono più prodotti che raggi<strong>un</strong>gono contemporaneamente <strong>di</strong>versi<br />

sta<strong>di</strong> <strong>di</strong> completamento. I responsab<strong>il</strong>i che supervisionano <strong>il</strong> processo si<br />

preoccupano più delle f<strong>un</strong>zioni (o dei reparti) e dei loro problemi che dei prodotti<br />

veri e propri. La grande varietà <strong>di</strong> lavorazioni presenti nella maggior parte dei centri<br />

<strong>di</strong> servizio o delle fabbriche richiede <strong>un</strong> elevato grado <strong>di</strong> flessib<strong>il</strong>ità in termini sia <strong>di</strong><br />

personale, sia <strong>di</strong> strutture. Con <strong>un</strong>a tale varietà <strong>di</strong> lavorazioni, la gestione della<br />

produzione può <strong>di</strong>ventare caotica. In questo caso è necessario ridurre la complessità<br />

della produzione pur mantenendo viva la caratteristica <strong>di</strong> servizio “<strong>un</strong>ico” che i<br />

clienti si aspettano o che la lavorazione richiede.<br />

3. Batch (a lotti). Nell’uso com<strong>un</strong>e <strong>un</strong> lotto può essere costituito da <strong>un</strong> qualsiasi tipo <strong>di</strong><br />

bene: <strong>un</strong>a teglia <strong>di</strong> dolci, <strong>un</strong> camion <strong>di</strong> cemento o colate <strong>di</strong> metallo in <strong>un</strong>a fabbrica.<br />

In questo contesto la parola batch viene invece adoperata con <strong>un</strong> significato più<br />

limitato. La cottura domestica del pane è considerata infatti <strong>un</strong>a lavorazione <strong>di</strong> tipo<br />

job mentre la produzione <strong>di</strong> contenitori voluminosi <strong>un</strong>a fase <strong>di</strong> <strong>un</strong> processo<br />

continuo. La lavorazione batch si trova in <strong>un</strong>a posizione interme<strong>di</strong>a e ha carattere<br />

<strong>di</strong>scontinuo (come nel caso della modalità job), ma con <strong>un</strong> output <strong>di</strong> articoli<br />

standard. In <strong>un</strong>a panetteria all’ingrosso, ad esempio, i panettieri e le loro attrezzature<br />

sono sufficientemente flessib<strong>il</strong>i da produrre numerose varietà <strong>di</strong> pane e dolci,<br />

probab<strong>il</strong>mente <strong>un</strong> lotto per ciasc<strong>un</strong> tipo ogni giorno; non è però possib<strong>il</strong>e produrre<br />

altri tipi <strong>di</strong> prodotti. Sebbene la lavorazione a lotti con<strong>di</strong>vida alc<strong>un</strong>e delle <strong>di</strong>fficoltà<br />

caratteristiche della produzione intermittente, la fam<strong>il</strong>iarità con <strong>il</strong> tipo <strong>di</strong> output evita<br />

molte delle sorprese a cui si trovano <strong>di</strong> fronte i <strong>di</strong>pendenti coinvolti nelle produzioni<br />

<strong>di</strong> tipo “job”.<br />

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4. Ripetitiva. Nella produzione ripetitiva la varietà è limitata, la formazione della forza<br />

lavoro e la progettazione dell’attrezzatura sono mirate ad <strong>un</strong> settore applicativo<br />

ristretto e <strong>il</strong> volume <strong>di</strong> output è elevato. L’<strong>un</strong>iformità e la continuità delle attività<br />

favoriscono la visione della produzione ripetitiva come flusso globale del prodotto<br />

piuttosto che come raggruppamento <strong>di</strong> processi o f<strong>un</strong>zioni separate. La<br />

pianificazione, la programmazione, <strong>il</strong> conteggio ed <strong>il</strong> controllo si basano sulle <strong>un</strong>ità<br />

o sui pezzi singoli. Nel settore manifatturiero le industrie <strong>di</strong> assemblaggio, dalle<br />

automob<strong>il</strong>i all’elettronica <strong>di</strong> consumo, offrono numerosi esempi <strong>di</strong> produzione<br />

ripetitiva.<br />

5. Continua. Nel caso <strong>di</strong> processi continui si parla spesso <strong>di</strong> industria <strong>di</strong> processo,<br />

abbreviazione <strong>di</strong> processo a flusso continuo. La produzione <strong>di</strong> flui<strong>di</strong>, polveri, fiocchi<br />

<strong>di</strong> cereali e pastiglie, l’estrazione <strong>di</strong> minerali rientra in questa categoria. La<br />

pianificazione, la programmazione e <strong>il</strong> controllo si basano sul volume più che<br />

sull’<strong>un</strong>ità o sul pezzo, volume che si rivela particolarmente elevato a scapito della<br />

varietà molto contenuta. Come per la modalità ripetitiva, i responsab<strong>il</strong>i considerano<br />

la lavorazione continua in termini <strong>di</strong> prodotti più che <strong>di</strong> processi e f<strong>un</strong>zioni<br />

separab<strong>il</strong>i. La manodopera e le attrezzature sono specializzate e l’industria è ad alta<br />

intensità <strong>di</strong> capitale investito.<br />

Sia la produzione ripetitiva sia quella in continuo richiedono <strong>un</strong>a pianificazione elaborata e<br />

anticipata, ma presentano vantaggi intrinseci nelle fasi <strong>di</strong> produzione e controllo. Regole<br />

semplici e inflessib<strong>il</strong>i cosi come protocolli rigi<strong>di</strong> guidano la produzione. A volte è possib<strong>il</strong>e<br />

passare a questa modalità da altri tipi <strong>di</strong> produzione, guadagnando in semplicità e controllo.<br />

9.5 Motivi e limiti dello stu<strong>di</strong>o del <strong>layout</strong><br />

Dalla <strong>di</strong>sposizione delle macchine in <strong>un</strong>o stab<strong>il</strong>imento <strong>di</strong>pendono <strong>di</strong>rettamente le spese<br />

per i trasporti interni. Di per sé questo basterebbe ad attribuirgli <strong>un</strong>’importanza essenziale,<br />

ma <strong>un</strong>a corretta soluzione del problema porta numerosi altri vantaggi in<strong>di</strong>retti quali <strong>il</strong><br />

migliore sfruttamento dello spazio a <strong>di</strong>sposizione, la semplificazione del lavoro <strong>di</strong><br />

programmazione e controllo produzione, <strong>il</strong> miglioramento delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> lavoro<br />

dei <strong>di</strong>pendenti, riduzione del pericolo <strong>di</strong> infort<strong>un</strong>i ecc. Molto spesso questi vantaggi<br />

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non sono valutab<strong>il</strong>i in maniera semplice, ma deve essere chiaro che i criteri <strong>di</strong><br />

f<strong>un</strong>zionalità e <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne, che stanno alla base dello stu<strong>di</strong>o del <strong>layout</strong>, hanno<br />

<strong>un</strong>’influenza notevole su tutta la vita dello stab<strong>il</strong>imento.<br />

Il <strong>layout</strong> deve essere stu<strong>di</strong>ato in modo che <strong>il</strong> lavoro fluisca attraverso le varie parti<br />

dell’<strong>impianto</strong> nel modo più semplice possib<strong>il</strong>e.<br />

Quando la produzione è concentrata su <strong>un</strong> <strong>un</strong>ico prodotto-tipo, <strong>di</strong>venta fac<strong>il</strong>e<br />

sistemare le attrezzature in modo che le operazioni si susseguano regolarmente ed <strong>il</strong><br />

prodotto passi da <strong>un</strong>a all’altra senza arresti o ritorni sullo stesso percorso. La soluzione<br />

ideale è quella in cui <strong>il</strong> materiale grezzo entra da <strong>un</strong>’estremità dello stab<strong>il</strong>imento,<br />

l’attraversa in linea retta (mentre viene sottoposto alle varie lavorazioni) ed esce dalla<br />

parte opposta trasformato in prodotto finito, pronto per la spe<strong>di</strong>zione. Le soluzioni ideali<br />

sono però spesso <strong>un</strong>’utopia ed in pratica non è detto che neppure nel caso <strong>di</strong> <strong>un</strong> solo<br />

prodotto <strong>il</strong> tipo <strong>di</strong> <strong>layout</strong> descritto sia fattib<strong>il</strong>e e conveniente. Nel caso più com<strong>un</strong>e, poi, in<br />

cui i prodotti siano parecchi, oltre che composti <strong>di</strong> molti elementi <strong>di</strong>versi, realizzare <strong>un</strong> buon<br />

<strong>layout</strong> <strong>di</strong>venta alquanto <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e e sarà necessario raggi<strong>un</strong>gere <strong>un</strong> compromesso economico e<br />

f<strong>un</strong>zionale.<br />

Si tenga presente, inoltre, che <strong>il</strong> sistema produzione evolve nel tempo: sia per effetto <strong>di</strong><br />

cambiamenti dei volumi e delle tipologie <strong>di</strong> produzione, che dei criteri organizzativi e<br />

tecnologici. L’impostazione dello stu<strong>di</strong>o del <strong>layout</strong> deve quin<strong>di</strong> fortemente riflettere tale<br />

<strong>di</strong>namicità. Nella ricerca del compromesso fra tanti criteri <strong>di</strong> ottimizzazione va quin<strong>di</strong><br />

sempre considerata l’effettiva necessità che <strong>il</strong> <strong>layout</strong> sia concepito per poter assorbire<br />

variazioni anche significative delle ipotesi <strong>di</strong> base.<br />

In generale, si può <strong>di</strong>re che i motivi che possono creare problemi <strong>di</strong> <strong>layout</strong> sono<br />

essenzialmente i seguenti:<br />

• Riprogettazione del prodotto;<br />

• Lancio <strong>di</strong> <strong>un</strong> nuovo prodotto;<br />

• Variazioni nel volume della domanda;<br />

• Obsolescenza delle attrezzature;<br />

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• Eccessiva frequenza <strong>di</strong> infort<strong>un</strong>i;<br />

• Atmosfera <strong>di</strong> lavoro insod<strong>di</strong>sfacente;<br />

• Necessità <strong>di</strong> ridurre i costi.<br />

a) Riprogettazione del prodotto<br />

Le gran<strong>di</strong> industrie hanno reparti specializzati che si de<strong>di</strong>cano esclusivamente ai problemi<br />

<strong>di</strong> <strong>layout</strong>, mentre quelle che producono beni non soggetti a rapide variazioni ne possono<br />

fare a meno anche se sono soggette, ad ogni cambiamento parziale o totale dei loro<br />

prodotti, ad affrontare problemi <strong>di</strong> riprogettazione e ri<strong>di</strong>sposizione dei servizi interni e delle<br />

attrezzature 3 .<br />

b) Lancio <strong>di</strong> <strong>un</strong> nuovo prodotto<br />

Sia <strong>il</strong> lancio <strong>di</strong> <strong>un</strong> prodotto nuovo, sia l’abbandono <strong>di</strong> <strong>un</strong>a linea <strong>di</strong> produzione preesistente,<br />

rappresentano <strong>un</strong> particolare momento della vita dell’impresa, in cui <strong>il</strong> problema del <strong>layout</strong><br />

deve essere tenuto in debita considerazione. Le imprese più attive sono continuamente alla<br />

ricerca <strong>di</strong> nuovi prodotti e quin<strong>di</strong>, i reparti <strong>di</strong> ricerca e sv<strong>il</strong>uppo, approntano progetti e<br />

prototipi, <strong>il</strong> cui inserimento nelle linee <strong>di</strong> produzione richiede stu<strong>di</strong> accurati non soltanto in<br />

materia <strong>di</strong> processi produttivi ma anche in materia <strong>di</strong> <strong>layout</strong>.<br />

c) Variazioni nel volume della domanda<br />

L’aumento della domanda crea, per conseguenza, la necessità <strong>di</strong> <strong>un</strong>a revisione del <strong>layout</strong><br />

fino a rappresentare, a volte, l’occasione per la costruzione <strong>di</strong> <strong>un</strong> nuovo stab<strong>il</strong>imento.<br />

Analogamente può influire sul <strong>layout</strong> anche la <strong>di</strong>minuzione della domanda.<br />

d) Obsolescenza delle attrezzature<br />

L’obsolescenza del macchinario, delle attrezzature e degli e<strong>di</strong>fici crea, spesso, problemi. La<br />

sostituzione del macchinario, che è oggi oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> specializzati, comporta <strong>di</strong> solito<br />

variazioni molto limitate nel <strong>layout</strong>. D’altro canto, quando l’obsolescenza riguarda <strong>un</strong><br />

intero processo produttivo, possono essere necessarie innovazioni ra<strong>di</strong>cali anche nella<br />

<strong>di</strong>sposizione delle attrezzature e del personale. Quando, a causa dell’espansione<br />

3 Ad esempio, l’industria automob<strong>il</strong>istica lancia, in genere, <strong>un</strong> nuovo modello ogni anno. Innovazioni ra<strong>di</strong>cali si<br />

verificano ogni tre o quattro anni e richiedono cambiamenti sostanziali nel <strong>layout</strong> degli stab<strong>il</strong>imenti.<br />

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dell’impresa o per altri motivi, gli e<strong>di</strong>fici <strong>di</strong>ventano insufficienti, si può ricorrere alla<br />

costruzione <strong>di</strong> <strong>un</strong>a nuova ala o all’aggi<strong>un</strong>ta <strong>di</strong> <strong>un</strong> piano, ecc...<br />

e) Eccessiva frequenza <strong>di</strong> infort<strong>un</strong>i<br />

Particolare attenzione deve essere prestata ai problemi della sicurezza sul lavoro. Per<br />

esempio, la frequenza <strong>di</strong> infort<strong>un</strong>i dovuti all’esposizione a composti chimici pericolosi può<br />

condurre all’installazione o ri<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> docce o impianti igienici per <strong>il</strong> personale.<br />

Quando <strong>un</strong> processo comprende <strong>un</strong>a fase in cui viene impiegata la saldatura ad arco, <strong>il</strong><br />

locale in cui hanno luogo le operazioni <strong>di</strong> saldatura deve essere separato dagli altri da<br />

opport<strong>un</strong>i schermi che evitino danni o al personale vicino. Passaggi o corridoi devono<br />

essere <strong>di</strong>segnati in modo da non esporre <strong>il</strong> personale al pericolo <strong>di</strong> infort<strong>un</strong>i dovuti<br />

all’azione dei mezzi <strong>di</strong> sollevamento e <strong>di</strong> trasporto dei materiali.<br />

f) Atmosfera <strong>di</strong> lavoro insod<strong>di</strong>sfacente<br />

Con particolari mo<strong>di</strong>fiche del <strong>layout</strong>, è possib<strong>il</strong>e sod<strong>di</strong>sfare eventuali lamentele degli<br />

operai dovute ad <strong>un</strong> cattivo ambiente <strong>di</strong> lavoro, come, per esempio, <strong>il</strong> rumore eccessivo o i<br />

frequenti cambiamenti <strong>di</strong> temperatura. Una buona <strong>di</strong>sposizione interna deve assicurare <strong>il</strong><br />

fac<strong>il</strong>e accesso da parte del personale ai materiali, agli attrezzi ed al macchinario, la<br />

considerazione <strong>di</strong> fattori <strong>di</strong> questo genere contribuisce notevolmente alla reputazione<br />

dell’impresa all’interno ed all’esterno.<br />

g) Necessità <strong>di</strong> ridurre i costi<br />

Questo problema è stato <strong>un</strong>o dei più ass<strong>il</strong>lanti in ogni settore dell’attività <strong>industriale</strong> fin dal<br />

suo primo apparire e, se si vuole che l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> produttività continui a salire, deve essere<br />

sempre considerato con priorità assoluta. Vi sono moltissimi mo<strong>di</strong> per ridurre i costi. Nuovi<br />

materiali vengono continuamente offerti all’industria per sostituire i materiali che si<br />

rivelano più costosi, lo sv<strong>il</strong>uppo <strong>di</strong> processi più rapi<strong>di</strong> può ridurre gli immob<strong>il</strong>izzi <strong>di</strong><br />

capitale nei magazzini <strong>di</strong> produzione. Un <strong>layout</strong> migliore è quasi sempre sinonimo <strong>di</strong> <strong>un</strong><br />

migliore metodo <strong>di</strong> produzione e <strong>di</strong> <strong>un</strong> ut<strong>il</strong>izzo più razionale delle risorse.<br />

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9.6 I <strong>di</strong>versi problemi <strong>di</strong> <strong>layout</strong><br />

Lo stu<strong>di</strong>o del <strong>layout</strong> viene effettuato affrontando quattro <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> problemi, che, in<br />

or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà crescente, sono:<br />

1. Mo<strong>di</strong>fiche parziali al <strong>layout</strong> esistente: piccoli cambiamenti nella <strong>di</strong>sposizione degli<br />

impianti e delle attrezzature sono estremamente frequenti. Vi sono numerosissime<br />

ragioni che possono dar luogo a sim<strong>il</strong>i cambiamenti, quali: nuovi meto<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

lavorazione, acquisto <strong>di</strong> nuovo macchinario, ecc…<br />

2. Trasformazione generale del <strong>layout</strong> esistente: riguarda soprattutto le industrie<br />

impegnate in produzioni rapidamente obsolescenti impieganti processi in rapida<br />

evoluzione. Il <strong>layout</strong> può essere progettato in modo del tutto autonomo rispetto a<br />

quello precedente con l’<strong>un</strong>ica limitazione dello spazio <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>e che, <strong>di</strong> solito, non<br />

può essere aumentato;<br />

3. Trasferimento degli impianti <strong>di</strong> <strong>un</strong>o stab<strong>il</strong>imento esistente in <strong>un</strong> nuovo e<strong>di</strong>ficio: offre<br />

l’opport<strong>un</strong>ità <strong>di</strong> riesaminare i meto<strong>di</strong> ed i processi produttivi in atto per aggiornarli con<br />

tecniche più evolutive;<br />

4. Costruzione <strong>di</strong> <strong>un</strong> nuovo stab<strong>il</strong>imento: la progettazione <strong>di</strong> <strong>un</strong> nuovo stab<strong>il</strong>imento,<br />

rappresenta la categoria che include la maggior parte dei problemi <strong>di</strong> <strong>layout</strong>. Il<br />

responsab<strong>il</strong>e del <strong>layout</strong> deve anzitutto <strong>di</strong>sporre le <strong>un</strong>ità relative al processo produttivo<br />

vero e proprio. Va poi analizzata la <strong>di</strong>sposizione dei servizi aus<strong>il</strong>iari in<strong>di</strong>spensab<strong>il</strong>i alla<br />

vita dello stab<strong>il</strong>imento e definito l’e<strong>di</strong>ficio destinato a contenere gli impianti produttivi<br />

in modo da rendere più agevole possib<strong>il</strong>e la collocazione delle <strong>un</strong>ità produttive 4 .<br />

Teoricamente, non è possib<strong>il</strong>e stab<strong>il</strong>ire o in<strong>di</strong>viduare dei legami tra le cause, già elencate,<br />

da cui nascono i problemi <strong>di</strong> <strong>layout</strong> e le categorie <strong>di</strong> problemi come qui descritte. In<br />

pratica, tuttavia, si evince che esistono dei rapporti <strong>di</strong> causa ed effetto (Fig. 9.2).<br />

Se si deve effettuare la stesura del <strong>layout</strong> <strong>di</strong> <strong>un</strong>o stab<strong>il</strong>imento, si devono considerare anche<br />

vari vincoli <strong>di</strong> progettazione dove per vincolo si intende ciò che impone <strong>un</strong>a <strong>di</strong>rettiva non<br />

mo<strong>di</strong>ficab<strong>il</strong>e 5 . I vincoli più com<strong>un</strong>i sono legati a:<br />

4 Il problema della <strong>di</strong>slocazione dei reparti è decisamente più ass<strong>il</strong>lante quando l’e<strong>di</strong>ficio è già esistente e gli impianti<br />

devono essere inseriti e <strong>di</strong>slocati entro vincoli volumetrici e planimetrici prestab<strong>il</strong>iti.<br />

5 I vincoli qui <strong>di</strong>scussi sono pertanto da considerarsi come possib<strong>il</strong>i e non sempre esistenti.<br />

215<br />

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Rev. 1.2<br />

a) Piano Regolatore. I vincoli normalmente riguardano:<br />

1. <strong>di</strong>stanze del fabbricato da confini, strade ed altri fabbricati;<br />

2. occupazione parziale del terreno a <strong>di</strong>sposizione con fabbricati e destinazione della<br />

parte restante alla viab<strong>il</strong>ità interna, all’area verde, al parcheggio;<br />

3. cubatura massima ammissib<strong>il</strong>e del fabbricato in rapporto alla superficie occupata;<br />

4. altezza massima ammissib<strong>il</strong>e del fabbricato.<br />

b) Terreno. Generati dalla:<br />

1. morfologia dell’area da occupare;<br />

2. natura geologica del fondo;<br />

3. natura geometrica del fondo;<br />

4. presenza naturale o artificiale <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>menti inamovib<strong>il</strong>i. [1]<br />

Cause e soluzioni che si presentano molto frequentemente<br />

Cause e soluzioni che si presentano meno frequentemente<br />

Cause e soluzioni che si presentano occasionalmente<br />

Cause e soluzioni che si presentano molto raramente (Ness<strong>un</strong>a linea)<br />

Mod. <strong>di</strong><br />

progetto<br />

Nuovi<br />

prodotti<br />

Variazione<br />

della<br />

domanda<br />

Attrezzat.<br />

Obsolesc.<br />

Mancanza<br />

<strong>di</strong> manod.<br />

Ri<strong>di</strong>m.<br />

del<br />

mercato<br />

Riduz.<br />

dei costi<br />

Costruzione <strong>di</strong> <strong>un</strong><br />

nuovo<br />

stab<strong>il</strong>imento<br />

Spostamento<br />

dell’<strong>impianto</strong><br />

esistente<br />

Riorganizzazione<br />

del <strong>layout</strong><br />

Mo<strong>di</strong>fiche minori<br />

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Fig. 9.2: Schema grafico <strong>di</strong> inter<strong>di</strong>pendenza fra le categorie <strong>di</strong> soluzioni possib<strong>il</strong>i in<br />

problemi <strong>di</strong> <strong>layout</strong> e le situazioni che li provocano<br />

c) Con<strong>di</strong>zioni ambientali. Possono influenzare le strutture del fabbricato in f<strong>un</strong>zione:<br />

1. della forza dei venti e della loro <strong>di</strong>rezione predominante;<br />

2. della intensità delle precipitazioni (acqua, neve);<br />

3. della temperatura massima e minima;<br />

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4. del grado <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà;<br />

5. della intensità della luce solare e dell’esposizione del fabbricato ad essa;<br />

6. della possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> contaminazione dell’atmosfera da parte <strong>di</strong> agenti artificiali (smog,<br />

fumi, gas) o <strong>di</strong> agenti naturali (sabbia, polvere, insetti). [1]<br />

In genere i vincoli <strong>di</strong> struttura e quelli <strong>di</strong> natura economica sono strettamente collegati in<br />

quanto i secon<strong>di</strong> generano i primi ed è estremamente importante conoscerli in quanto i<br />

vincoli <strong>di</strong> struttura possono con<strong>di</strong>zionare l’altezza del fabbricato, la larghezza della maglia,<br />

la resistenza della copertura.<br />

Particolari vincoli alla struttura del fabbricato possono essere conseguenti a norme<br />

particolari fatte rispettare da Enti preposti, in particolare dai VV.FF. (fabbricati antisismici,<br />

fabbricati antincen<strong>di</strong>o).<br />

Anche per quanto concerne l’organizzazione della superficie si ritiene <strong>di</strong> dover parlare <strong>di</strong><br />

vincoli. Organizzare la superficie secondo criteri <strong>di</strong> flessib<strong>il</strong>ità significa che al variare delle<br />

<strong>di</strong>verse con<strong>di</strong>zioni produttive, <strong>il</strong> <strong>layout</strong> può adattarsi fac<strong>il</strong>mente alle nuove esigenze che si<br />

vengono a creare, senza eccessivi costi <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fica. Quando prevalgono le esigenze <strong>di</strong><br />

flessib<strong>il</strong>ità i criteri organizzativi non devono trascurare:<br />

1. la preferenza a mezzi <strong>di</strong> trasporto che non impegnino stab<strong>il</strong>mente <strong>il</strong> suolo o la<br />

copertura;<br />

2. l’eliminazione, al limite del possib<strong>il</strong>e, <strong>di</strong> fondazioni profonde per singoli macchinari;<br />

3. lo svincolo della <strong>di</strong>sposizione dei macchinari alla luce naturale;<br />

4. la fac<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> collegamento e scollegamento dei macchinari agli impianti;<br />

5. la <strong>di</strong>sposizione in aree meno toccate dalle esigenze <strong>di</strong> flessib<strong>il</strong>ità dei reparti costituiti<br />

da macchinari o impianti molto ingombranti o <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>i da spostare;<br />

6. la preferenza per fabbricati a grande maglia.<br />

Lo stu<strong>di</strong>o del <strong>layout</strong> dovrà prevedere, inoltre, i lati del fabbricato dai quali dovrà avere<br />

origine <strong>un</strong> eventuale ampliamento oltre che tenere conto della <strong>di</strong>sposizione degli uffici,<br />

servizi, magazzini e reparti produttivi in modo che l’ampliamento non porti a fratture o<br />

ristrutturazione del <strong>layout</strong>.<br />

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Il flusso del materiale, d’altra parte, con<strong>di</strong>ziona <strong>il</strong> <strong>layout</strong> in quanto obbliga a tener conto dei<br />

collegamenti:<br />

1. fra reparti produttivi e magazzini;<br />

2. fra reparti produttivi e servizi;<br />

3. fra officina ed uffici;<br />

ed impone scelte fondamentali quali:<br />

1. <strong>layout</strong> per processo;<br />

2. <strong>layout</strong> per prodotto.<br />

Analogamente, eventuali vincoli <strong>di</strong> forma nascono dalla conoscenza:<br />

1. dei tipi <strong>di</strong> macchinario da inserire nell’ufficio;<br />

2. del ciclo tecnologico che i prodotti devono subire nel corso della loro trasformazione;<br />

3. della predominanza <strong>di</strong> lavorazioni per processo o <strong>di</strong> lavorazioni per prodotto.<br />

Anche le esigenze del personale possono indurre a mo<strong>di</strong>ficare sostanzialmente la struttura e<br />

l’organizzazione interna del fabbricato:<br />

1. scelta <strong>di</strong> <strong>un</strong>a atmosfera naturale o artificiale;<br />

2. scelta della luce naturale od artificiale;<br />

3. <strong>di</strong>sposizione dei reparti rumorosi o polverosi;<br />

4. <strong>di</strong>sposizione delle vie <strong>di</strong> uscita e <strong>di</strong> entrata;<br />

5. <strong>di</strong>slocazione dei servizi e degli uffici. [1]<br />

9.7 Forma, struttura ed organizzazione del fabbricato<br />

L’elenco dei vincoli <strong>di</strong> progettazione e <strong>di</strong> organizzazione permettono <strong>di</strong> avere ut<strong>il</strong>i<br />

informazioni per alc<strong>un</strong>e <strong>di</strong>mensioni fondamentali del fabbricato (altezza, larghezza, pianta<br />

orizzontale, prof<strong>il</strong>o verticale, ecc…) ed obbligano nel contempo ad effettuare le prime scelte<br />

fondamentali nella organizzazione dello stab<strong>il</strong>imento (<strong>di</strong>sposizione dei magazzini, degli<br />

uffici e dei servizi del personale, <strong>di</strong>rezioni <strong>di</strong> ampliamento).<br />

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Per quel che concerne la forma è da preferirsi quella parallelepipeda in quanto permette <strong>di</strong><br />

avere maggiori possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> saturazione del volume a meno <strong>di</strong> ulteriori esigenze particolari.<br />

È da preferirsi <strong>un</strong>a pianta rettangolare o quadrata per la possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> <strong>un</strong>a buona saturazione<br />

della superficie essendo la maggior parte degli elementi che costituiscono <strong>il</strong> contenuto <strong>di</strong> <strong>un</strong><br />

fabbricato solitamente a pianta rettangolare, mentre la struttura può essere in ferro o in<br />

cemento armato. La prima è caratterizzata da <strong>un</strong>a maggior leggerezza del fabbricato, <strong>un</strong>a<br />

maggiore velocità <strong>di</strong> montaggio e migliori capacità <strong>di</strong> assorbimento delle deformazioni. La<br />

seconda presenta migliore resistenza al fuoco e minore costo <strong>di</strong> manutenzione.<br />

La scelta della <strong>di</strong>sposizione dei magazzini è legata al flusso del materiale. Il magazzino<br />

materie prime, o sem<strong>il</strong>avorati esterni, deve solitamente precedere i reparti produttivi, mentre<br />

<strong>il</strong> magazzino prodotti finiti deve seguire i suddetti reparti. Il flusso può avere tre varianti<br />

fondamentali:<br />

1. flusso lineare;<br />

2. flusso ad angolo retto;<br />

3. flusso circolare.<br />

I<br />

P<br />

F<br />

I<br />

P<br />

F<br />

P<br />

I<br />

F<br />

P<br />

I<br />

P<br />

I<br />

F<br />

P<br />

F<br />

I = Magazzini materiali in arrivo<br />

P = Reparti produttivi<br />

F = Magazzini prodotti finiti<br />

= Direzione ampliamento<br />

Fig. 9.3: Disposizione magazzini e aree produttive in previsione <strong>di</strong> <strong>un</strong> possib<strong>il</strong>e ampliamento<br />

Qualora <strong>il</strong> fabbricato dovesse prevedere <strong>un</strong>’area da destinare agli uffici, si possono<br />

prevedere tre varianti: uffici staccati dal fabbricato dell’officina, uffici addossati al<br />

fabbricato dell’officina, uffici incorporati al fabbricato dell’officina. Per quel che concerne i<br />

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servizi per <strong>il</strong> personale si in<strong>di</strong>viduano aree destinate a spogliatoio, aree destinate a mensa e<br />

aree destinate a servizi igienici: in particolare sarebbe opport<strong>un</strong>o prevedere <strong>un</strong>a mensa<br />

staccata dall’officina, spogliatoi addossati all’officina e servizi igienici incorporati<br />

all’officina.<br />

Le <strong>di</strong>rezioni <strong>di</strong> ampliamento possono essere con<strong>di</strong>zionate da vincoli esterni e vincoli<br />

interni. Fra i vincoli esterni oltre a quelli derivati dalla morfologia del terreno, dalla<br />

presenza <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>menti naturali od artificiali e dai limiti <strong>di</strong> proprietà, sono da considerare<br />

anche quelli derivanti dalla <strong>di</strong>sposizione degli uffici e dei servizi per <strong>il</strong> personale mentre<br />

vincoli interni sono generalmente originati dalla <strong>di</strong>sposizione del magazzino o da particolari<br />

impe<strong>di</strong>menti dovuti ad impianti <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni considerevoli.<br />

9.8 Obiettivi dello stu<strong>di</strong>o del <strong>layout</strong><br />

Se si considera <strong>un</strong>a definizione molto generica, si può sostenere che <strong>il</strong> <strong>layout</strong> ottimale è<br />

quello che consente <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare nel miglior modo possib<strong>il</strong>e le esigenze <strong>di</strong> tutti gli<br />

interessati, cioè la <strong>di</strong>rezione dell’azienda, i suoi <strong>di</strong>pendenti ed i suoi azionisti. Gli obiettivi<br />

principali <strong>di</strong> <strong>un</strong> buon <strong>layout</strong> possono essere così elencati:<br />

1. Fac<strong>il</strong>itazione del processo produttivo attraverso <strong>il</strong> coor<strong>di</strong>namento della successione<br />

delle operazioni.<br />

È, forse, <strong>il</strong> principale obiettivo <strong>di</strong> <strong>un</strong> buon <strong>layout</strong>. In particolare, la fac<strong>il</strong>itazione <strong>di</strong>pende<br />

essenzialmente dai seguenti fattori:<br />

• la <strong>di</strong>sposizione degli impianti deve assicurare <strong>il</strong> massimo grado <strong>di</strong> ut<strong>il</strong>izzazione.<br />

Gli impianti ed <strong>il</strong> macchinario più costosi devono essere <strong>di</strong>sposti in maniera tale<br />

da permettere l’ut<strong>il</strong>izzazione in più turni. I sistemi <strong>di</strong> trasporto dei materiali<br />

devono essere <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>i per poter servire varie linee <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione;<br />

• la riduzione al minimo i ritar<strong>di</strong> dei produzione e degli eccessi <strong>di</strong> scorte con <strong>un</strong><br />

opport<strong>un</strong>o b<strong>il</strong>anciamento delle linee <strong>di</strong> produzione. Lo spazio <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>e nei<br />

reparti <strong>di</strong> lavorazione deve tener conto della opport<strong>un</strong>ità <strong>di</strong> non creare congestioni<br />

<strong>di</strong> materiale;<br />

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• la considerazione <strong>di</strong> esigenze <strong>di</strong> manutenzione del macchinario che deve essere<br />

<strong>di</strong>sposto in modo da rendere le operazioni <strong>di</strong> manutenzione or<strong>di</strong>naria quanto più<br />

spe<strong>di</strong>te e semplici;<br />

• favorire l’incremento <strong>di</strong> produttività. Ottenere <strong>un</strong> maggior volume <strong>di</strong> produzione<br />

in pari o minor tempo <strong>di</strong> lavorazione per <strong>un</strong>ità <strong>di</strong> prodotto, sono termini che si<br />

traducono in manifesti vantaggi economici per l’impresa.<br />

2. Minimizzazione del costo dei trasporti, sempre attraverso <strong>un</strong> attento esame dei flussi<br />

dei materiali e <strong>un</strong>a scelta accurata dei mezzi destinati a tale scopo.<br />

La maggior parte degli stab<strong>il</strong>imenti sono organizzati in modo che i pezzi in lavorazione<br />

passino <strong>di</strong>rettamente da <strong>un</strong>a macchina alla successiva. In questo modo i trasporti <strong>di</strong><br />

materiale sono stati ridotti al minimo. Con l’impiego delle macchine transfer, primo<br />

sta<strong>di</strong>o <strong>di</strong> automazione, è stata eliminata la necessità <strong>di</strong> effettuare spostamenti manuali nel<br />

corso delle varie operazioni che la macchina può effettuare. Vi sono molte situazioni<br />

tuttavia, in cui i trasporti manuali sono ancora i più economici e quin<strong>di</strong> convenienti.<br />

Anche in questi casi <strong>il</strong> <strong>layout</strong> va curato adeguatamente poiché la riduzione della <strong>di</strong>stanza<br />

<strong>di</strong> trasporto ha <strong>un</strong> effettivo economico significato.<br />

3. Mantenimento <strong>di</strong> <strong>un</strong>a giusta flessib<strong>il</strong>ità delle installazioni tenendo conto sia<br />

della necessità <strong>di</strong> futuri ampliamenti sia <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fiche nel ciclo <strong>di</strong> produzione.<br />

4. Riduzione degli investimenti attraverso <strong>un</strong> attento impiego delle varie<br />

apparecchiature.<br />

Gli investimenti <strong>di</strong> capitale in macchinario e impianti possono essere anche contenuti<br />

grazie a <strong>un</strong> buon <strong>layout</strong>. La <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> <strong>un</strong> tornio, per esempio, può permettere <strong>un</strong><br />

ut<strong>il</strong>izzo conveniente in due o più <strong>di</strong>versi processi produttivi, in tal modo si può evitare<br />

l’acquisto <strong>di</strong> <strong>un</strong> altro tornio. Nella stesura <strong>di</strong> <strong>un</strong> nuovo processo <strong>di</strong> produzione si deve<br />

tener conto dei tempi morti riscontrati nelle lavorazioni già in atto. Problemi <strong>di</strong> tal<br />

genere riguardano, soprattutto, la stesura dei cicli <strong>di</strong> lavorazione, ma la loro<br />

realizzazione può essere fac<strong>il</strong>itata in sede <strong>di</strong> <strong>layout</strong>.<br />

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5. Impiego economico dell’area a <strong>di</strong>sposizione.<br />

Per ut<strong>il</strong>izzare correttamente lo spazio è necessario considerare le esigenze non soltanto<br />

delle aree <strong>di</strong> produzione e <strong>di</strong> immagazzinamento ma anche <strong>di</strong> quelle destinate ai servizi ed<br />

ai reparti aus<strong>il</strong>iari. La <strong>di</strong>sorganizzazione dei magazzini, l’eccessiva ristrettezza delle aree <strong>di</strong><br />

produzione o la presenza <strong>di</strong> zone morte, sono tutti gravi sintomi <strong>di</strong> insod<strong>di</strong>sfacente<br />

ut<strong>il</strong>izzazione dello spazio. Il costo dello spazio, in questo senso, varia sensib<strong>il</strong>mente da<br />

stab<strong>il</strong>imento a stab<strong>il</strong>imento e può essere calcolato accuratamente (€/m 2 ).<br />

6. Razionale organizzazione dell’ut<strong>il</strong>izzo della manodopera riducendo le operazioni<br />

eccessivamente faticose, per motivi sociali e per <strong>un</strong> maggior sv<strong>il</strong>uppo della<br />

produzione.<br />

Un buon <strong>layout</strong>, naturalmente, non garantisce l’ut<strong>il</strong>izzazione efficace della manodopera,<br />

ma ne è con<strong>di</strong>zione e stimolo. A questo proposito dovrebbero essere tenute presenti le<br />

seguenti considerazioni:<br />

• Ut<strong>il</strong>izzazione <strong>di</strong>retta: <strong>un</strong> <strong>layout</strong> inadeguato può causare gravi sperperi nel processo <strong>di</strong><br />

produzione. Molte ore <strong>di</strong> lavoro possono andare perdute a causa <strong>di</strong> eccessive <strong>di</strong>stanze<br />

tra <strong>il</strong> luogo <strong>di</strong> lavoro e i p<strong>un</strong>ti <strong>di</strong> rifornimento <strong>di</strong> attrezzi e materiali. Ovviamente, lo<br />

stu<strong>di</strong>o dei meto<strong>di</strong> ed <strong>un</strong> opport<strong>un</strong>o b<strong>il</strong>anciamento delle linee <strong>di</strong> produzione può<br />

contribuire all’abbattimento dei tempi improduttivi;<br />

• Ut<strong>il</strong>izzazione in<strong>di</strong>retta: <strong>un</strong>’opport<strong>un</strong>a progettazione dello stab<strong>il</strong>imento può<br />

sensib<strong>il</strong>mente ridurre i costi <strong>di</strong> manutenzione. Molte operazioni possono essere rese<br />

più fac<strong>il</strong>i e spe<strong>di</strong>te grazie a <strong>un</strong> buon <strong>layout</strong>. Così, la pulizia delle macchine e dei<br />

pavimenti può essere fac<strong>il</strong>itata usando attrezzature opport<strong>un</strong>e;<br />

7. Potenziamento, ov<strong>un</strong>que sia possib<strong>il</strong>e, dell’impiego <strong>di</strong> apparecchiature ad alto<br />

livello <strong>di</strong> automazione ut<strong>il</strong>izzando l’uomo come supervisore.<br />

8. Miglioramento delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> sicurezza e <strong>di</strong> comfort con <strong>il</strong> miglior<br />

isolamento da fattori nocivi (rumori, vibrazioni, esalazioni).<br />

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Numerosi fattori devono essere considerati a tal proposito in sede <strong>di</strong> progettazione del<br />

<strong>layout</strong> come: la comoda <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>ità degli utens<strong>il</strong>i ed <strong>il</strong> fac<strong>il</strong>e accesso ai materiali,<br />

l’eliminazione dei rumori fasti<strong>di</strong>osi tramite opport<strong>un</strong>i isolamenti acustici, <strong>il</strong><br />

riscaldamento, la vent<strong>il</strong>azione, l’<strong>il</strong>luminazione, l’eliminazione dell’umi<strong>di</strong>tà e della<br />

polvere. Una attenta considerazione deve essere prestata, particolarmente, ai criteri <strong>di</strong><br />

sicurezza sul lavoro. I criteri antinfort<strong>un</strong>istici devono essere sempre osservati e<br />

rigorosamente applicati in ogni buon <strong>layout</strong>.<br />

Sono tanti i fattori da tenere in considerazione oltre a quelli su menzionati ( stu<strong>di</strong>o del flusso<br />

<strong>di</strong> materiale pianificato, percorsi e <strong>di</strong>sposizioni sufficientemente lineari, e<strong>di</strong>fici costruiti<br />

rispettando <strong>un</strong> piano organico preor<strong>di</strong>nato, tempo <strong>di</strong> produzione stab<strong>il</strong>e e fac<strong>il</strong>mente<br />

determinab<strong>il</strong>e, ridotte quantità <strong>di</strong> materiale nel ciclo <strong>di</strong> lavorazione, ecc…) <strong>il</strong> che testimonia la<br />

complessità dell’argomento trattato, tenendo conto anche del fatto che i criteri per la<br />

definizione <strong>di</strong> <strong>un</strong> corretto <strong>layout</strong> investono anche tutti gli aspetti dell’organizzazione della<br />

produzione.<br />

9.9 I principali tipi <strong>di</strong> <strong>layout</strong><br />

In generale si possono classificare i <strong>layout</strong> in sei categorie:<br />

1. <strong>layout</strong> a p<strong>un</strong>to fisso;<br />

2. <strong>layout</strong> per processo (<strong>di</strong>sposizione f<strong>un</strong>zionale);<br />

3. <strong>layout</strong> per prodotti (<strong>di</strong>sposizione in linea);<br />

4. <strong>layout</strong> per celle;<br />

5. <strong>layout</strong> ad U;<br />

6. <strong>layout</strong> ibri<strong>di</strong>;<br />

e sono applicati sia ai cicli <strong>di</strong> fabbricazione sia <strong>di</strong> montaggio.<br />

a) Layout a p<strong>un</strong>to fisso<br />

Nel <strong>layout</strong> a p<strong>un</strong>to fisso i materiali, o <strong>il</strong> componente principale del prodotto, rimangono in <strong>un</strong>a<br />

posizione prefissata dello stab<strong>il</strong>imento e gli attrezzi, i macchinari ed <strong>il</strong> personale<br />

confluiscono verso tale posizione. Il lavoro artigianale precedente alla rivoluzione<br />

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<strong>industriale</strong> era quasi sempre fondato su questo tipo <strong>di</strong> <strong>layout</strong>: l’artigiano lavorava sul<br />

suo banco e tutti i materiali e gli attrezzi venivano portati, man mano che se ne<br />

presentava la necessità, sul banco stesso. Il prodotto veniva completato senza che<br />

l’ossatura principale venisse mai spostata dalla sua posizione iniziale. Da allora<br />

macchine ed impianti si sono ingigantiti e <strong>di</strong>fferenziati; oggi è molto più fac<strong>il</strong>e<br />

spostare i materiali, anche se <strong>di</strong> mole r<strong>il</strong>evante verso i vari centri <strong>di</strong> lavorazione che<br />

non viceversa.<br />

Montaggio<br />

Foratura<br />

Saldatura<br />

Verniciatura<br />

Molatura<br />

Controllo<br />

Fig. 9.4: Layout a p<strong>un</strong>to fisso<br />

Il campo delle costruzioni costituisce <strong>un</strong> buon esempio <strong>di</strong> <strong>layout</strong> <strong>di</strong> questo tipo, cosi come<br />

quello della fabbricazione <strong>di</strong> articoli <strong>di</strong> non fac<strong>il</strong>e movimentazione, quali aerei e<br />

locomotive.<br />

Il <strong>layout</strong> a p<strong>un</strong>to fisso può com<strong>un</strong>que trovare applicazioni attuali per attività <strong>di</strong><br />

montaggio, anche nell’intento <strong>di</strong> attribuire a ogni postazione <strong>di</strong> montaggio <strong>un</strong> numero <strong>di</strong><br />

operazioni sufficientemente elevata per assicurare da <strong>un</strong>a parte <strong>un</strong> certo “ampliamento<br />

della mansione” dell’operatore e dall’altra consentire che <strong>il</strong> prodotto che viene<br />

montato nella postazione raggi<strong>un</strong>ga <strong>un</strong> sufficiente grado <strong>di</strong> compiutezza.<br />

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Rev. 1.2<br />

b) Layout per processo (job shop <strong>layout</strong> f<strong>un</strong>zionale, o produzione per<br />

reparti).<br />

Il <strong>layout</strong> per processo ri<strong>un</strong>isce in <strong>un</strong> <strong>un</strong>ico reparto tutte le lavorazioni dello stesso<br />

tipo, in modo da avere, ad esempio, tutti i torni ri<strong>un</strong>iti in <strong>un</strong> reparto, tutte le frese in <strong>un</strong><br />

altro e così via. Prodotti anche molto <strong>di</strong>versi si trovano perciò momentaneamente<br />

negli stessi reparti per essere sottoposti a lavorazioni analoghe.<br />

In questo tipo <strong>di</strong> sistema <strong>di</strong> produzione, ogni <strong>un</strong>ità <strong>di</strong> lavoro, o or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> lavorazione,<br />

costituito da <strong>un</strong> <strong>un</strong>ico pezzo o da <strong>un</strong> lotto, richiede l’esecuzione <strong>di</strong> <strong>un</strong>a serie <strong>di</strong> operazioni<br />

da parte <strong>di</strong> <strong>un</strong> gruppo <strong>di</strong> centri <strong>di</strong> lavoro seguendo <strong>un</strong>a sequenza preassegnata (ciclo<br />

tecnologico) che può anche ammettere alternative. In queste organizzazioni produttive la<br />

varietà dei cicli da realizzare è tale che l’<strong>un</strong>ica forma <strong>di</strong> orientamento possib<strong>il</strong>e è quella <strong>di</strong><br />

aggregare i macchinari in reparti omogenei per tipo <strong>di</strong> lavorazione realizzab<strong>il</strong>e.<br />

TORNI<br />

FRESE<br />

A<br />

MAGAZZINO GREZZO<br />

B<br />

ACCETTAZIONE<br />

TRAPANI<br />

CONTROLLO<br />

SPIANATRICI<br />

SPEDIZIONE<br />

RETTIFICHE<br />

MAGAZZINO<br />

FINITO<br />

MONTAGGIO FINALE<br />

Fig. 9.5: Disposizione f<strong>un</strong>zionale<br />

I flussi produttivi tendono ad essere più intrecciati passando da job shop impiegati per<br />

produzioni ripetitive (cicli con qualche interferenza) all’impiego in produzioni su<br />

commesse singole dove possono essere presenti cicli con sensib<strong>il</strong>i interferenze. La<br />

creazione <strong>di</strong> reparti dotati <strong>di</strong> omogeneità tecnologica, oltre a fac<strong>il</strong>itare lo scambio <strong>di</strong><br />

competenze fra operatori ed <strong>un</strong>a fac<strong>il</strong>itazione nell’operazione <strong>di</strong> supervisione, mette a<br />

<strong>di</strong>sposizione <strong>un</strong>a potenzialità produttiva a tutto vantaggio <strong>di</strong> <strong>un</strong>a maggiore flessib<strong>il</strong>ità<br />

operativa. Inoltre, <strong>il</strong> raggruppamento delle persone che ricoprono f<strong>un</strong>zioni sim<strong>il</strong>i può<br />

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creare <strong>un</strong> clima <strong>di</strong> supporto e <strong>di</strong> solidarietà reciproca. I <strong>layout</strong> f<strong>un</strong>zionali generalmente<br />

sono associati al metodo <strong>di</strong> produzione intermittente (job). Tuttavia tali <strong>layout</strong> presentano<br />

<strong>un</strong> inconveniente sostanziale: allontanano fornitore e cliente.<br />

Fig. 9.6: Altri esempi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sposizione f<strong>un</strong>zionale<br />

c) Layout per linea <strong>di</strong> prodotto<br />

Questo tipo <strong>di</strong> Layout, caratteristico delle produzioni in gran<strong>di</strong> serie (industrie<br />

automob<strong>il</strong>istiche) è ben noto: in esso ogni area dello stab<strong>il</strong>imento è destinata alla<br />

produzione <strong>di</strong> <strong>un</strong> solo prodotto. Il prodotto è standar<strong>di</strong>zzato e, per giustificare questo tipo<br />

<strong>di</strong> <strong>layout</strong>, deve essere costruito in gran<strong>di</strong> quantità.<br />

Nel <strong>layout</strong> per prodotto (o flow shop, <strong>layout</strong> in linea), <strong>il</strong> macchinario è <strong>di</strong>sposto nell’or<strong>di</strong>ne<br />

in cui viene ut<strong>il</strong>izzato nel ciclo <strong>di</strong> lavorazione; le materie prime arrivano ad <strong>un</strong> estremo<br />

dell’area <strong>di</strong> fabbricazione e passano da <strong>un</strong>’operazione all’altra (tenendo presente la<br />

minimizzazione dei tempi <strong>di</strong> trasporto) fino all’altro estremo, da cui esce <strong>il</strong> prodotto finito.<br />

Spesso <strong>il</strong> <strong>layout</strong> per linea <strong>di</strong> prodotto richiede investimenti consistenti per mettere in linea<br />

l’attrezzatura ed organizzare le infrastrutture l<strong>un</strong>go <strong>il</strong> flusso, con <strong>il</strong> pericolo <strong>di</strong> <strong>un</strong>a per<strong>di</strong>ta<br />

notevole se <strong>il</strong> volume del prodotto cala. L’inconveniente principale del <strong>layout</strong> per linea <strong>di</strong><br />

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prodotto risiede, tuttavia, nella sua gestione: se i <strong>di</strong>pendenti l<strong>un</strong>go <strong>un</strong>a linea <strong>di</strong> flusso possono<br />

svolgere solo piccoli lavori saltuari, non si sentiranno coinvolti nella realizzazione del prodotto<br />

e non saranno sod<strong>di</strong>sfatti. Con la preparazione interf<strong>un</strong>zionale e la rotazione delle mansioni<br />

nelle celle a flusso flessib<strong>il</strong>e <strong>di</strong> prodotto questi problemi spariscono.<br />

ACCETTAZIONE<br />

MAGAZZINO GREZZO<br />

A<br />

B<br />

TORNIO<br />

SPIANATRICE<br />

FRESA<br />

TRAPANO<br />

TRAPANO<br />

FRESA<br />

TRAPANO<br />

RETTIFICA<br />

CONTROLLO<br />

TORNIO<br />

FRESA<br />

CONTROLLO<br />

MAGAZZINO<br />

FINITO<br />

SPEDIZIONE<br />

MONTAGGIO FINALE<br />

Fig. 9.7: Layout per prodotto (<strong>di</strong>sposizione in linea – flowshop)<br />

d) Layout a celle e Group Technology<br />

Nel <strong>layout</strong> a celle l’idea è quella <strong>di</strong> organizzare la forza-lavoro, le stazioni <strong>di</strong> lavoro e le<br />

attrezzature in celle <strong>di</strong> lavorazione che si occupino <strong>di</strong> famiglie <strong>di</strong> beni o servizi con percorsi<br />

sim<strong>il</strong>i. Le celle rendono <strong>di</strong> più se si opera tenendo presente alc<strong>un</strong>i concetti complementari: la<br />

progettazione <strong>di</strong> prodotti con <strong>il</strong> maggior numero possib<strong>il</strong>e <strong>di</strong> caratteristiche com<strong>un</strong>i, <strong>il</strong><br />

posizionamento all’interno della cella dei dati e degli accessori <strong>di</strong> uso frequente e la<br />

formazione interf<strong>un</strong>zionale degli operatori. Un <strong>layout</strong> a celle è sim<strong>il</strong>e ad <strong>un</strong> <strong>layout</strong> per linea<br />

<strong>di</strong> prodotto, anche se in genere in quest’ultimo caso si gestisce solo <strong>un</strong>o o al più qualche<br />

prodotto invece <strong>di</strong> <strong>un</strong>’intera famiglia.<br />

Le celle costituiscono spesso <strong>un</strong> obiettivo ed <strong>un</strong> risultato per le imprese che decidono <strong>di</strong><br />

superare <strong>il</strong> <strong>layout</strong> f<strong>un</strong>zionale. Ad esempio, <strong>un</strong>’impresa può raggruppare progettazione,<br />

preventivazione ed acquisti in celle riposizionando acquisitori e contab<strong>il</strong>i vicino ai progettisti.<br />

Secondo <strong>un</strong>a recente statistica più del 50% <strong>di</strong> tutti gli articoli e particolari, fabbricati<br />

dall’industria meccanica europea, vengono prodotti in quantità inferiori ai 10 esemplari,<br />

poiché contemporaneamente si assiste ad <strong>un</strong> ampliamento del m<strong>ix</strong> produttivo per esigenze<br />

<strong>di</strong> mercato. Per non cadere nel caso tra<strong>di</strong>zionale <strong>di</strong> compresenza <strong>di</strong> linee a bassa<br />

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potenzialità e elevato numero <strong>di</strong> reparti produttivi, si può oggi ricorrere all’automazione<br />

<strong>industriale</strong> per realizzare linee flessib<strong>il</strong>i <strong>di</strong> fabbricazione, dette FMS (Flexible<br />

Manufacturing System), o <strong>di</strong> assemblaggio, dette FAS (Flexible Assembling System),<br />

ciasc<strong>un</strong>a de<strong>di</strong>cata non a <strong>un</strong> singolo modello ma a <strong>un</strong>a famiglia <strong>di</strong> più modelli sim<strong>il</strong>i, in<br />

modo da ottenere <strong>un</strong>a sufficiente numerosità <strong>di</strong> pezzi e quin<strong>di</strong> <strong>un</strong>a potenzialità della linea<br />

adeguata ed economicamente conveniente.<br />

Per aumentare la potenzialità della linea è necessario, d<strong>un</strong>que, ricorrere alla<br />

standar<strong>di</strong>zzazione, sia del progetto che delle lavorazioni, e al raggruppamento dei pezzi<br />

sim<strong>il</strong>i in famiglie, dal p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> vista morfologico e tecnologico, per le quali si possano<br />

adottare meto<strong>di</strong> e/o mezzi <strong>di</strong> fabbricazione più efficienti e tipici della produzione in lotti o<br />

della fabbricazione in serie.<br />

Questa metodologia, denominata Group Technology (Tecnologia <strong>di</strong> Gruppo) può essere<br />

definita come: “approccio alla standar<strong>di</strong>zzazione <strong>di</strong> prodotto e processo orientato alla<br />

riorganizzazione dei mezzi tecnico-produttivi per prodotto anziché per processo e d<strong>un</strong>que<br />

all’ottenimento <strong>di</strong> maggiore efficienza produttiva, pur senza rin<strong>un</strong>ciare in modo<br />

sostanziale alla grande flessib<strong>il</strong>ità tipica dei sistemi Job-Shop”.<br />

Essa si articola nella seguente serie d’attività:<br />

• razionalizzazione del progetto; si effettua con <strong>un</strong>a classificazione sistematica dei<br />

pezzi (con <strong>un</strong> co<strong>di</strong>ce che esprime le caratteristiche morfologiche e tecnologiche dei<br />

pezzi), e con <strong>un</strong>a razionalizzazione e standar<strong>di</strong>zzazione dei progetti e dei <strong>di</strong>segni<br />

costruttivi. Tende alla riduzione del numero dei particolari e alla <strong>un</strong>ificazione<br />

nell’ambito dei rimanenti;<br />

• razionalizzazione del ciclo tecnologico; la razionalizzazione e standar<strong>di</strong>zzazione dei<br />

cicli tecnologici tende ad elaborare <strong>un</strong>a volta per tutte <strong>un</strong> ciclo standard per ogni<br />

famiglia <strong>di</strong> pezzi, così, a parità <strong>di</strong> sequenza operativa e <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> produzione,<br />

variano solo i dati numerici del ciclo (per esempio quelli che in<strong>di</strong>viduano le<br />

<strong>di</strong>mensioni dei pezzi). Inoltre si raggruppano i pezzi sim<strong>il</strong>i in famiglie destinate ad<br />

<strong>un</strong> ciclo <strong>di</strong> fabbricazione non solo identico, ma da effettuarsi in com<strong>un</strong>e;<br />

• razionalizzazione del processo <strong>di</strong> fabbricazione e del <strong>layout</strong> dei mezzi <strong>di</strong><br />

produzione; si può ottenere con la fabbricazione per famiglie senza mo<strong>di</strong>fica del<br />

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consueto <strong>layout</strong> f<strong>un</strong>zionale (o per reparti) dell’officina; ciò comporta l’adozione <strong>di</strong><br />

macchine <strong>un</strong>iversali <strong>di</strong> gruppo per cicli <strong>di</strong> lavorazione che spesso si completano su<br />

<strong>un</strong>a sola macchina; in alternativa, con la fabbricazione per famiglie e la<br />

riorganizzazione del <strong>layout</strong> dell’officina, si raggruppano i mezzi produttivi in celle<br />

<strong>di</strong> lavorazione (Fig. 9.8) autosufficienti alla lavorazione <strong>di</strong> determinate famiglie o,<br />

ancora, con la realizzazione, per ogni famiglia <strong>di</strong> pezzi, <strong>di</strong> <strong>un</strong>a vera e propria linea <strong>di</strong><br />

produzione costituita <strong>di</strong> più macchine e/o celle <strong>di</strong> fabbricazione flessib<strong>il</strong>i <strong>di</strong>sposte<br />

nella sequenza della loro ut<strong>il</strong>izzazione e collegate da <strong>un</strong> sistema <strong>di</strong> trasporto<br />

automatico. Si perviene in questo ultimo caso a sistemi FMS e FAS e ad <strong>un</strong> <strong>layout</strong><br />

per famiglia <strong>di</strong> prodotti sim<strong>il</strong>i analogo al <strong>layout</strong> per prodotto.<br />

MP<br />

A<br />

B<br />

Celle G.T.<br />

C<br />

D<br />

E<br />

F<br />

G H PF<br />

Fig. 9.8: Layout Group Technology<br />

I processi <strong>di</strong> riprogettazione <strong>di</strong> prodotto e <strong>di</strong> processo orientati all’approccio Group<br />

Technology richiedono la co<strong>di</strong>fica e l’elaborazione <strong>di</strong> <strong>un</strong>a grande mole <strong>di</strong> informazioni<br />

relative alle parti in oggetto. Tali informazioni possono essere catalogate nelle seguenti<br />

quattro classi:<br />

• Anagrafica parti. È costituita dalla lista delle parti considerate. Per ciasc<strong>un</strong>a <strong>di</strong> esse<br />

vengono descritte e co<strong>di</strong>ficate le caratteristiche morfologiche r<strong>il</strong>evanti.<br />

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• Anagrafica risorse <strong>di</strong> produzione. È costituita dalla lista <strong>di</strong> tutti i mezzi <strong>di</strong><br />

produzione, elencati per categoria. Per ciasc<strong>un</strong>a categoria <strong>di</strong> risorse vengono in<strong>di</strong>cati<br />

i tipi esistenti (ad es. categoria macchine, tipi: frese, torni, trapani).<br />

• Cicli <strong>di</strong> produzione. Per ciasc<strong>un</strong>a parte considerata viene dettagliata la lista delle<br />

operazioni necessarie alla realizzazione, nella sequenza <strong>di</strong> esecuzione. Per ciasc<strong>un</strong>a<br />

operazione vengono descritte tutte le risorse produttive richieste ed i tempi tecnici <strong>di</strong><br />

set-up e produzione <strong>di</strong> <strong>un</strong>’<strong>un</strong>ità.<br />

• Volumi <strong>di</strong> produzione. Per ciasc<strong>un</strong>a parte vengono dettagliati i volumi produttivi<br />

me<strong>di</strong> su <strong>un</strong> periodo temporale sufficientemente l<strong>un</strong>go per risultare significativo. A<br />

tale scopo si possono ut<strong>il</strong>izzare informazioni cons<strong>un</strong>tive (dall’archivio or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong><br />

produzione) o revisionali (dall’esplosione del piano annuale a budget).<br />

Le macchine raggruppate in <strong>un</strong>a stessa cella <strong>di</strong> lavorazione devono essere in grado <strong>di</strong><br />

fabbricare <strong>il</strong> componente virtuale caratteristico <strong>di</strong> ciasc<strong>un</strong>a famiglia <strong>di</strong> parti.<br />

Il componente virtuale si ottiene associando ad <strong>un</strong> solo componente ipotetico tutti gli<br />

attributi relativi alle singole parti che appartengono ad <strong>un</strong>a famiglia.<br />

Nella Fig. 9.9 è <strong>il</strong>lustrato <strong>il</strong> componente virtuale ottenuto dalla “composizione” dei due<br />

prodotti sim<strong>il</strong>i A e B facenti parte della famiglia “F” <strong>di</strong> parti. Ogni elemento della famiglia<br />

“F” può essere fabbricato sottraendo <strong>un</strong>a o più operazioni al ciclo <strong>di</strong> lavorazione del<br />

componente virtuale “V”. In tal senso le macchine ri<strong>un</strong>ite nella cella <strong>di</strong> lavorazione della<br />

famiglia “F” <strong>di</strong> parti devono essere in grado <strong>di</strong> eseguire tutte le operazioni previste nel<br />

ciclo <strong>di</strong> lavoro <strong>di</strong> V. D<strong>un</strong>que, se a partire da <strong>un</strong> <strong>di</strong>sco pieno si vuole ottenere <strong>il</strong> prodotto A,<br />

si deve programmare <strong>il</strong> ciclo <strong>di</strong> lavorazione sulla macchina foratrice in modo tale che essa<br />

esegua solo <strong>un</strong>a parte del ciclo virtuale, cioè la foratura al centro e non quelle laterali. In<br />

modo analogo si può ottenere la realizzazione del prodotto B eliminando la fase <strong>di</strong> foratura<br />

centrale e lasciando inalterate quelle <strong>di</strong> foratura laterale.<br />

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Prodotto A Prodotto<br />

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B Componente Virtuale V<br />

Fig. 9.9: Dal prodotto reale a quello virtuale<br />

Sebbene i vantaggi d’impiego della Group Technology appaiano senza dubbio numerosi,<br />

l’impiego <strong>di</strong> tale tecnologia non ha ancora trovato piena affermazione. Le ragioni sono<br />

molteplici. Innanzitutto si devono ricordare le <strong>di</strong>fficoltà che si incontrano nel mo<strong>di</strong>ficare<br />

<strong>layout</strong> convenzionali in <strong>layout</strong> congruenti con l’organizzazione del lavoro considerata, in<br />

secondo luogo esiste <strong>il</strong> problema <strong>di</strong> identificare gli elementi da includere in ciasc<strong>un</strong>a<br />

famiglia. Tale raggruppamento risulta in genere <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e e <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>oso. Infine,<br />

l’introduzione <strong>di</strong> nuove procedure <strong>di</strong> lavoro trova <strong>un</strong>’inevitab<strong>il</strong>e resistenza da parte degli<br />

addetti, abituati a svolgere per anni la loro attività in maniera <strong>di</strong>versa.<br />

Dei vantaggi <strong>di</strong> cui si è detto, ricor<strong>di</strong>amo quelli nell’area <strong>di</strong> <strong>di</strong>segno e progettazione dei<br />

prodotti 6 , movimentazione interna dei materiali, programmazione e controllo della<br />

produzione, ut<strong>il</strong>izzazione dei macchinari e delle attrezzature, gratificazione della<br />

manodopera. L’impiego delle Tecnologie <strong>di</strong> Gruppo risulta vantaggioso anche in sede <strong>di</strong><br />

valutazione preventiva dei costi <strong>di</strong> fabbricazione <strong>di</strong> <strong>un</strong> prodotto. Esso riduce, infine,<br />

almeno del 20-30% <strong>il</strong> numero <strong>di</strong> <strong>di</strong>segni presenti negli archivi tecnici aziendali,<br />

contribuendo a contenere <strong>il</strong> problema della gestione della documentazione tecnica<br />

aziendale. Va anche segnalato che l’organizzazione della produzione secondo tale<br />

approccio riduce sensib<strong>il</strong>mente (oltre <strong>il</strong> 60%) i tempi <strong>di</strong> attrezzaggio delle macchine 7 . I<br />

trasferimenti <strong>di</strong> parti risultano ridotti: queste non devono essere trasportate in aree fra loro<br />

lontane per subire alc<strong>un</strong>e fasi del processo <strong>di</strong> lavorazione, così come accade in<br />

<strong>un</strong>’organizzazione del lavoro <strong>di</strong> tipo convenzionale. La programmazione operativa della<br />

produzione è anch’essa semplificata, infatti <strong>il</strong> raggruppamento delle parti in famiglie <strong>di</strong><br />

6 Nell’area della progettazione del prodotto e dello sv<strong>il</strong>uppo degli elaborati grafici, <strong>il</strong> ricorso ad <strong>un</strong> criterio <strong>di</strong> co<strong>di</strong>fica e<br />

<strong>di</strong> classificazione delle parti agevola l’impiego <strong>di</strong> componenti standard, riduce i tempi <strong>di</strong> progettazione e <strong>di</strong> <strong>di</strong>segno,<br />

favorisce <strong>un</strong>a gestione della produzione assistita e/o integrata dal calcolatore (CAM e/o CIM).<br />

7 Infatti, operando in base a tale organizzazione, le macchine producono sempre parti sim<strong>il</strong>i cosicché le mo<strong>di</strong>fiche o le<br />

sostituzioni <strong>di</strong> utens<strong>il</strong>i e <strong>di</strong> attrezzi risultano abbastanza contenute.<br />

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componenti riduce <strong>il</strong> numero <strong>di</strong> job la cui lavorazione deve essere schedulata e, parimenti,<br />

<strong>il</strong> raggruppamento delle macchine in celle <strong>di</strong> lavorazione riduce <strong>il</strong> numero <strong>di</strong> stazioni <strong>di</strong><br />

lavorazione che devono essere prese in considerazione. La riduzione del flusso <strong>di</strong> parti<br />

movimentate insieme alla riduzione dei tempi <strong>di</strong> attrezzaggio delle macchine, fa sì che<br />

<strong>di</strong>minuiscano sensib<strong>il</strong>mente le giacenze <strong>di</strong> componenti in corso <strong>di</strong> lavorazione.<br />

La Tecnologia <strong>di</strong> Gruppo, inoltre, consente spesso <strong>di</strong> affidare tutte le operazioni che<br />

conducono dalla materia prima al prodotto finito ad <strong>un</strong> ristretto numero <strong>di</strong> operai. In siffatte<br />

con<strong>di</strong>zioni ciasc<strong>un</strong> addetto ha <strong>un</strong>a chiara e completa visione del suo personale contributo<br />

alla produzione risultandone arricchito <strong>il</strong> livello <strong>di</strong> qualità del prodotto.<br />

e) Layout ad U<br />

La caratteristica principale delle linee produttive e delle celle <strong>di</strong> lavoro è la vicinanza tra<br />

le stazioni <strong>di</strong> lavoro e l’accelerazione del flusso con limitazione della coda massima nel<br />

corso delle lavorazioni. Di solito, per avere risultati ancora migliori, le stazioni vengono<br />

<strong>di</strong>sposte secondo <strong>un</strong> percorso ad U.<br />

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Fig. 9.10: Layout ad U<br />

Un <strong>layout</strong> ad U assicura almeno sei vantaggi alle celle o alle linee:<br />

• Personale flessib<strong>il</strong>e e b<strong>il</strong>anciato. La forma ad U permette ad <strong>un</strong> solo <strong>di</strong>pendente <strong>di</strong><br />

occuparsi <strong>di</strong> più stazioni <strong>di</strong> lavoro a<strong>di</strong>acenti o poste sui due rami opposti della U.<br />

Esistono inoltre più possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> b<strong>il</strong>anciare <strong>il</strong> lavoro del personale: al crescere della<br />

domanda si può incrementare la forza-lavoro fino ad avere <strong>un</strong> <strong>di</strong>pendente per ogni<br />

stazione della cella 8 .<br />

• Lavoro <strong>di</strong> gruppo. Aggregando tutti gli operatori si favoriscono <strong>il</strong> lavoro <strong>di</strong> gruppo e<br />

la risoluzione dei problemi in collaborazione. I rallentamenti e le interruzioni si<br />

trasmettono velocemente per tutta la cella ed i membri della cella stessa formano <strong>un</strong><br />

gruppo naturale a cui compete la risoluzione collettiva dei problemi e la rimessa in<br />

moto del processo.<br />

• R<strong>il</strong>avorazione. Quando si verifica <strong>un</strong> errore, la prassi com<strong>un</strong>e è quella <strong>di</strong> inviare <strong>il</strong><br />

cliente presso <strong>il</strong> <strong>di</strong>partimento reclami o l’articolo presso <strong>un</strong> gruppo apposito <strong>di</strong><br />

r<strong>il</strong>avorazione. Tuttavia, <strong>un</strong> p<strong>un</strong>to fermo della gestione della qualità totale riguarda la<br />

qualità alla fonte e quin<strong>di</strong> la correzione degli errori nel p<strong>un</strong>to esatto in cui vengono<br />

commessi. Il <strong>layout</strong> proposto fac<strong>il</strong>ita tale approccio.<br />

• Tragitti. Una linea <strong>di</strong> produzione dritta e l<strong>un</strong>ga complica gli spostamenti <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>pendenti, clienti, veicoli e forniture.<br />

• Distribuzione del lavoro e delle attrezzature. Poiché tutte le stazioni <strong>di</strong> <strong>un</strong>a U<br />

sono imme<strong>di</strong>atamente accessib<strong>il</strong>i a partire dal centro, la <strong>di</strong>stribuzione dei materiali,<br />

delle parti, delle schede <strong>di</strong> istruzione e così via risulta fac<strong>il</strong>itata. Nelle celle senza<br />

personale <strong>un</strong> robot centrale <strong>di</strong>stribuisce <strong>il</strong> lavoro, gli utens<strong>il</strong>i ed esegue le operazioni<br />

<strong>di</strong> assemblaggio.<br />

• Collegamento con altri <strong>layout</strong> ad U. La forma ad U offre molte opport<strong>un</strong>ità <strong>di</strong><br />

collegamento fra le celle dei produttori e dei clienti. La Fig. 9.11 mostra <strong>un</strong> sistema a<br />

celle collegate, tutte a forma <strong>di</strong> U, a<strong>di</strong>bite alla fabbricazione, subassemblaggio e<br />

assemblaggio finale. In <strong>un</strong> sistema ben b<strong>il</strong>anciato le celle <strong>di</strong> fabbricazione dovrebbero<br />

8 Nel caso proposto, la linea può essere mantenuta in f<strong>un</strong>zione da <strong>un</strong> minimo <strong>di</strong> <strong>un</strong>a persona ad <strong>un</strong> massimo <strong>di</strong> otto<br />

persone. Si noti, inoltre, che i cartellini kanban collegano ogni stazione alla rispettiva stazione “cliente”.<br />

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avere lo stesso grado <strong>di</strong> flessib<strong>il</strong>ità in termini <strong>di</strong> variab<strong>il</strong>ità del m<strong>ix</strong> <strong>di</strong> produzione e<br />

dei volumi <strong>di</strong> produzione delle celle <strong>di</strong> subassemblaggio e <strong>di</strong> assemblaggio. È<br />

interessante osservare che non ci sono <strong>di</strong>partimenti f<strong>un</strong>zionali nello schema<br />

organizzativo parziale posto al <strong>di</strong> sopra del <strong>di</strong>agramma <strong>di</strong> <strong>layout</strong>. La gerarchia<br />

gestionale è <strong>di</strong> tipo cellulare per meglio sovrapporsi alle strutture del <strong>layout</strong>.<br />

Ci sono casi in cui i vantaggi della <strong>di</strong>sposizione ad U non possono essere pienamente<br />

sfruttati. Ad esempio, nel caso in cui vi sia <strong>un</strong> elevato grado <strong>di</strong> automatizzazione e solo<br />

poche parti o pochi attrezzi vengano trattati manualmente, i benefici del lavoro <strong>di</strong> gruppo<br />

sono assenti. Per <strong>un</strong>a linea <strong>di</strong> lavorazione <strong>di</strong> lastre <strong>di</strong> acciaio, alluminio, vetro, ecc., <strong>il</strong><br />

tracciato ideale è quello completamente dritto perché l’assenza <strong>di</strong> cambi <strong>di</strong> <strong>di</strong>rezione<br />

semplifica <strong>il</strong> trasferimento del materiale in lavorazione da <strong>un</strong>a macchina a quella successiva.<br />

f) Layout ibri<strong>di</strong><br />

Fig. 9.11: Collegamento fra più <strong>layout</strong> ad U<br />

I <strong>layout</strong> ibri<strong>di</strong> sono molto com<strong>un</strong>i, se non ad<strong>di</strong>rittura la norma. Un ristorante che offre <strong>un</strong><br />

pranzo a buffet alla domenica ne è <strong>un</strong> esempio (Fig. 9.12). Il cliente può scegliere <strong>di</strong> servirsi<br />

al buffet o <strong>di</strong> restare seduto ed or<strong>di</strong>nare alla carta. Un cliente che entra in <strong>un</strong> ristorante può<br />

essere visto come materia prima, mentre <strong>un</strong> cliente che esce costituisce <strong>un</strong> prodotto finito. La<br />

produzione consiste nella trasformazione <strong>di</strong> <strong>un</strong> cliente affamato in <strong>un</strong>o sazio. Il ristorante<br />

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assiste due tipi <strong>di</strong> clienti con due tipi <strong>di</strong> <strong>layout</strong> della struttura. Il cliente al buffet ut<strong>il</strong>izza <strong>un</strong><br />

<strong>layout</strong> per linea <strong>di</strong> prodotti o a celle: si tratta <strong>di</strong> <strong>un</strong>a linea <strong>di</strong> flusso. Il cliente alla carta riceve<br />

<strong>il</strong> servizio con <strong>un</strong> <strong>layout</strong> a postazioni fisse.<br />

Una struttura con <strong>layout</strong> ibri<strong>di</strong> comporta, rispetto ad <strong>un</strong>a struttura con <strong>un</strong> <strong>un</strong>ico <strong>layout</strong>,<br />

maggiori <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> progettazione, costi <strong>di</strong> allestimento più elevati e maggiori problemi<br />

<strong>di</strong> manutenzione. In compenso è quasi sempre impegnata grazie ad <strong>un</strong>a maggior varietà<br />

<strong>di</strong> prodotti o servizi che si adattano ad <strong>un</strong>a classe più estesa <strong>di</strong> potenziali clienti.<br />

Fig. 9.12: Layout misto<br />

9.10 Caratteristiche dei tipi <strong>di</strong> <strong>layout</strong><br />

Di seguito sono elencati otto fattori <strong>di</strong>stintivi relativi alle risorse operative per ciasc<strong>un</strong> tipo<br />

<strong>di</strong> <strong>layout</strong>.<br />

1. Organizzazione delle strutture: è in<strong>di</strong>cativo delle principali <strong>di</strong>fferenze tra i tipi <strong>di</strong><br />

<strong>layout</strong>, peraltro già analizzate.<br />

2. Tipo <strong>di</strong> produzione: <strong>il</strong> <strong>layout</strong> f<strong>un</strong>zionale domina nella produzione intermittente e a<br />

lotti, <strong>il</strong> <strong>layout</strong> per linea <strong>di</strong> prodotto è tipico della produzione ripetitiva e continua. Il<br />

<strong>layout</strong> a celle è adatto per piccoli lotti composti anche da <strong>un</strong> solo articolo per volta <strong>di</strong><br />

<strong>un</strong>a data famiglia, <strong>il</strong> <strong>layout</strong> a postazioni fisse è <strong>di</strong>ffuso nel campo delle costruzioni,<br />

dei progetti industriali e della produzione <strong>di</strong> articoli <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni. Il <strong>layout</strong><br />

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a postazioni fisse si presta anche a casi <strong>di</strong> servizi particolari come nella chirurgia,<br />

nella pubblicità, nell’alimentazione.<br />

3. Costo del <strong>layout</strong> o del re-<strong>layout</strong>: nel <strong>layout</strong> f<strong>un</strong>zionale le macchine, le scrivanie e sim<strong>il</strong>i<br />

non sono strettamente legati, per cui <strong>il</strong> <strong>layout</strong> f<strong>un</strong>zionale <strong>di</strong> solito non è costoso. Nel<br />

<strong>layout</strong> per linea <strong>di</strong> prodotto o a celle <strong>il</strong> costo è elevato se i vari impianti sono strettamente<br />

connessi, come in <strong>un</strong>a linea automatizzata; <strong>il</strong> costo può essere moderato se la produzione<br />

è svolta prevalentemente con lavoro manuale. Il <strong>layout</strong> a postazioni fisse <strong>di</strong> <strong>un</strong> cantiere<br />

ed<strong>il</strong>e richiede lo stazionamento temporaneo ed aree per lo stoccaggio delle risorse<br />

operative che usualmente non sono costose. Per <strong>un</strong> <strong>layout</strong> a postazioni fisse a<strong>di</strong>bito alla<br />

produzione <strong>di</strong> beni o a servizi speciali non basta la <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> spazio; possono<br />

essere necessarie strutture opport<strong>un</strong>amente attrezzate per l’assemblaggio <strong>di</strong> <strong>un</strong><br />

miss<strong>il</strong>e o l’allineamento <strong>di</strong> ruote <strong>di</strong> veicoli o <strong>un</strong>a sala operatoria completa. Il costo del<br />

<strong>layout</strong> è basso se le strutture consistono in attrezzi manuali <strong>di</strong> impiego generale, ma<br />

può salire se occorrono <strong>un</strong>’<strong>il</strong>luminazione speciale, particolari strutture murarie <strong>di</strong><br />

supporto, spazio <strong>di</strong> lavoro sotterraneo e così via.<br />

4. Ut<strong>il</strong>izzo delle strutture: nei <strong>layout</strong> f<strong>un</strong>zionali <strong>di</strong> solito le strutture sono poco sfruttate.<br />

Questo non è <strong>un</strong> fatto positivo, ma è quasi inevitab<strong>il</strong>e perché <strong>il</strong> tipo <strong>di</strong> attività cambia<br />

continuamente. Un ut<strong>il</strong>izzo elevato delle strutture è invece l’obiettivo che <strong>un</strong> <strong>layout</strong><br />

per linea <strong>di</strong> prodotto si prefigge. I <strong>layout</strong> a postazioni fisse normalmente sono<br />

caratterizzati da <strong>un</strong> ut<strong>il</strong>izzo <strong>di</strong>screto delle strutture, poiché i prodotti non sono molto<br />

<strong>di</strong>versi tra loro.<br />

5. Tipo delle strutture <strong>di</strong> produzione: nei <strong>layout</strong> f<strong>un</strong>zionali solitamente sono presenti<br />

attrezzature, strumenti e mezzi <strong>di</strong> movimentazione standard e <strong>di</strong> uso generale. Vale<br />

la pena <strong>di</strong> investire pesantemente in strutture specializzate solo quando si lavorano<br />

volumi notevoli, come nel caso dei <strong>layout</strong> per linea <strong>di</strong> prodotto. Per quanto<br />

riguarda i <strong>layout</strong> a postazioni fisse, ci sono prodotti speciali che richiedono strutture<br />

specializzate, ma la maggior parte delle strutture ha carattere generale.<br />

6. Mezzi per i trasporti: nei <strong>layout</strong> f<strong>un</strong>zionali mezzi a percorso variab<strong>il</strong>e (trasporto a<br />

mano o su ruote) assicurano la necessaria flessib<strong>il</strong>ità. Nei <strong>layout</strong> per linea <strong>di</strong> prodotto<br />

<strong>un</strong> sistema a percorso fisso (nastri trasportatori, ascensori) contribuisce a ridurre i<br />

tempi <strong>di</strong> trasporto. Nei <strong>layout</strong> a postazioni fisse si hanno mezzi <strong>di</strong> trasporto a percorso<br />

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variab<strong>il</strong>e visto che le più <strong>di</strong>verse risorse, con varie provenienze, devono arrivare nel<br />

medesimo luogo.<br />

7. Distanze <strong>di</strong> trasporto: i <strong>layout</strong> f<strong>un</strong>zionali interessano aree estese, mentre nel caso <strong>di</strong><br />

<strong>layout</strong> per linea <strong>di</strong> prodotto e a celle la situazione è opposta: <strong>un</strong>o degli obiettivi è<br />

proprio quello <strong>di</strong> ridurre le <strong>di</strong>stanze ed i tempi <strong>di</strong> trasporto raggruppando le<br />

strutture. I <strong>layout</strong> a postazioni fisse si trovano in <strong>un</strong>a posizione interme<strong>di</strong>a: <strong>il</strong> prodotto<br />

è fisso, ma le risorse invece <strong>di</strong> seguire percorsi fissi si spostano da <strong>di</strong>versi luoghi <strong>di</strong><br />

provenienza posti a <strong>di</strong>stanza normalmente non eccessiva.<br />

8. Livello <strong>di</strong> competenza dei <strong>di</strong>pendenti: nei <strong>layout</strong> f<strong>un</strong>zionali i <strong>di</strong>pendenti devono essere<br />

esperti. I <strong>di</strong>pendenti destinati ai <strong>layout</strong> per linea <strong>di</strong> prodotto vengono spesso ass<strong>un</strong>ti<br />

senza particolare esperienza ed anche dopo essere <strong>di</strong>ventati esperti vengono ancora<br />

classificati come non specializzati, perché possono essere fac<strong>il</strong>mente sostituiti da<br />

forza- lavoro inesperta. Nei <strong>layout</strong> a postazioni fisse i <strong>di</strong>pendenti specializzati, quali<br />

falegnami e saldatori, lavorano spesso fianco a fianco con gli operai non specializzati.<br />

Questi otto fattori sono sufficienti a evidenziare la particolarità <strong>di</strong> ogni tipo <strong>di</strong> <strong>layout</strong>, anche<br />

se si potrebbero trattare molti altri fattori relativi alle risorse operative.<br />

9.11 Stu<strong>di</strong>o del <strong>layout</strong><br />

Nuove strutture richiedono nuovi <strong>layout</strong> e quando le strutture esistenti dovessero <strong>di</strong>mostrarsi<br />

datate è necessario ripianificarlo. Poiché <strong>il</strong> tipo <strong>di</strong> ambiente operativo influenza <strong>il</strong> <strong>layout</strong><br />

delle strutture, ne prenderemo in considerazione quattro principali: le linee <strong>di</strong> produzione<br />

meccanizzate, le linee <strong>di</strong> produzione basate sulla forza-lavoro, la produzione<br />

intermittente, o a lotti, e i servizi basati sulla manodopera.<br />

Nelle linee <strong>di</strong> produzione meccanizzate è in<strong>di</strong>spensab<strong>il</strong>e che <strong>il</strong> <strong>layout</strong> iniziale sia <strong>di</strong><br />

buona qualità, visto che <strong>il</strong> riposizionamento <strong>di</strong> macchinari ingombranti e delle strutture <strong>di</strong><br />

servizio relative sarebbe costoso al p<strong>un</strong>to che la chiusura dell’<strong>impianto</strong> si potrebbe rivelare<br />

più conveniente (impianti petrolchimici, acciaierie). I produttori <strong>di</strong> motori nell’industria<br />

automob<strong>il</strong>istica rinnovano le linee transfer automatizzate ogni pochi anni, ma non <strong>il</strong><br />

<strong>layout</strong> dei macchinari. La scelta del <strong>layout</strong> iniziale vincola la possib<strong>il</strong>ità dell’impresa <strong>di</strong><br />

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rispondere adeguatamente a nuove esigenze della linea <strong>di</strong> produzione o della tecnologia<br />

negli anni a seguire.<br />

Le linee <strong>di</strong> assemblaggio (manuali, non robotizzate) non sono fisse come le linee<br />

meccanizzate, poiché gli assemblatori e i loro strumenti sono mob<strong>il</strong>i. Quin<strong>di</strong> la progettazione<br />

del <strong>layout</strong> iniziale non è così critica e l’attenzione è volta alla mo<strong>di</strong>fica del <strong>layout</strong> che<br />

comporta costi <strong>di</strong> pianificazione, <strong>di</strong> b<strong>il</strong>anciamento della linea, <strong>di</strong> formazione e <strong>di</strong><br />

riorganizzazione dei banchi <strong>di</strong> lavoro, delle strutture <strong>di</strong> magazzino, dei mezzi per <strong>il</strong> trasporto<br />

dei materiali e dei macchinari voluminosi.<br />

La produzione intermittente o a lotti richiede spesso macchinari ingombranti e supporti per<br />

l’immagazzinamento e la movimentazione. La mo<strong>di</strong>fica del <strong>layout</strong> è possib<strong>il</strong>e perché<br />

l’attrezzatura in uso ha carattere generale, può essere sud<strong>di</strong>visa ed è movib<strong>il</strong>e.<br />

I servizi basati sulla manodopera sono soggetti a frequenti mo<strong>di</strong>fiche del <strong>layout</strong>. Gli ostacoli<br />

fisici sono pochi; la maggior parte degli uffici può traslocare nel corso <strong>di</strong> <strong>un</strong>a notte se gli<br />

allacciamenti telefonici possono essere rapidamente eseguiti. Approfittando del numero<br />

ridotto <strong>di</strong> ostacoli fisici la mo<strong>di</strong>fica degli uffici si focalizza soprattutto sulle persone e<br />

sull’ambiente <strong>di</strong> lavoro.<br />

9.11.1 Strumenti per la mo<strong>di</strong>fica del <strong>layout</strong><br />

Esistono programmi <strong>di</strong> calcolo implementati su calcolatore elettronico che, partendo da <strong>un</strong>a<br />

configurazione iniziale o dal <strong>di</strong>agramma dei rapporti fra gli spazi, aiutano <strong>il</strong> progettista<br />

nella generazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse configurazioni e nella selezione del <strong>layout</strong> ottimale. Gli<br />

algoritmi esistenti possono essere sud<strong>di</strong>visi in due categorie:<br />

• algoritmi costruttivi che partendo dal nulla selezionano e posizionano le attività o i<br />

reparti fino al raggi<strong>un</strong>gimento <strong>di</strong> <strong>un</strong> <strong>layout</strong> compatib<strong>il</strong>e con i vincoli;<br />

• algoritmi migliorativi che partendo da <strong>un</strong> <strong>layout</strong> iniziale scambiano ripetutamente<br />

fra loro le attività (o reparti) in modo da migliorare <strong>il</strong> progetto del <strong>layout</strong>.<br />

Sono algoritmi costruttivi CORELAP (COmputerized REelationship LAy-out Planning) e<br />

ALDEP (Automated Lay-out DEsign Program) che forniscono la costruzione del <strong>layout</strong><br />

sulla base dei giu<strong>di</strong>zi <strong>di</strong> relazione o <strong>di</strong> vicinanza tratti dalla tabella dei rapporti fra le<br />

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attività; sono quin<strong>di</strong> particolarmente in<strong>di</strong>cati quando hanno maggiore importanza le attività<br />

collaterali e <strong>il</strong> cambiamento continuo delle con<strong>di</strong>zioni impe<strong>di</strong>sce la raccolta <strong>di</strong> dati<br />

numerici precisi. Il CRAFT (Computerized Relative Allocation of Fac<strong>il</strong>ities Technique),<br />

invece, si basa sulla minimizzazione <strong>di</strong> <strong>un</strong>a f<strong>un</strong>zione <strong>di</strong> flusso fra i reparti, avendo come<br />

obiettivo la minimizzazione del costo del trasporto dei materiali all’interno dello<br />

stab<strong>il</strong>imento 9 . Talvolta si possono eseguire più valutazioni in parallelo con meto<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi<br />

al fine <strong>di</strong> confrontare i risultati.<br />

9.11.2 CRAFT<br />

Il CRAFT è <strong>un</strong> algoritmo migliorativo che ha come obiettivo la minimizzazione del costo<br />

<strong>di</strong> trasporto interno dei materiali. Si ipotizza che tale voce <strong>di</strong> costo sia <strong>un</strong>a f<strong>un</strong>zione lineare<br />

della <strong>di</strong>stanza (misurata l<strong>un</strong>go coor<strong>di</strong>nate rettangolari) tra i baricentri dei reparti presenti.<br />

La soluzione al problema è ricercata attraverso mo<strong>di</strong>fiche sequenziali <strong>di</strong> posizione dei<br />

reparti; lo scambio <strong>di</strong> ubicazione, però, è effettuato solo per reparti della stessa area o con<br />

bor<strong>di</strong> in com<strong>un</strong>e 10 .<br />

I dati d’ingresso necessari per l’implementazione del CRAFT sono:<br />

• <strong>layout</strong> iniziale;<br />

• foglio origine-destinazione;<br />

• costi <strong>un</strong>itari <strong>di</strong> trasporto;<br />

• numero ed ubicazione dei reparti a posizione fissa.<br />

Note queste informazioni, si passa alla determinazione della tabella dei costi totali (che<br />

sono f<strong>un</strong>zione delle <strong>di</strong>stanze, del <strong>layout</strong> iniziale e dei viaggi tra <strong>un</strong> reparto e l’altro); poi si<br />

procede agli scambi, che possono essere:<br />

• a due vie (coppie <strong>di</strong> reparti);<br />

• a tre vie (tre reparti);<br />

9 Un input richiesto è <strong>il</strong> foglio Origine-Destinazione; <strong>il</strong> CRAFT si presta quin<strong>di</strong> ad essere ut<strong>il</strong>izzato quando è<br />

prevalente <strong>il</strong> flusso dei materiali.<br />

10 Il numero massimo <strong>di</strong> reparti, che può essere gestito da questo programma, è 40 (con <strong>un</strong>a superficie massima pari a<br />

75 <strong>un</strong>ità <strong>di</strong> area).<br />

239<br />

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• sequenze <strong>di</strong> scambi a due e/o tre vie.<br />

Tra tutti i possib<strong>il</strong>i scambi, ovviamente, saranno selezionati solo quelli che determinano la<br />

miglior riduzione dei costi <strong>di</strong> trasporto.<br />

Se si vuole conoscere <strong>il</strong> costo <strong>di</strong> trasporto tra i reparti in <strong>un</strong> determinato orizzonte<br />

temporale (<strong>un</strong> giorno, <strong>un</strong>a settimana, <strong>un</strong> mese, <strong>un</strong> semestre, <strong>un</strong> anno, ecc..), occorre<br />

dapprima definire le seguenti variab<strong>il</strong>i (si supponga <strong>di</strong> ut<strong>il</strong>izzare come <strong>un</strong>ità <strong>di</strong> misura del<br />

tempo la “settimana”):<br />

• Z k = [n° viaggi/settimana]<br />

• c k = [€/m]<br />

• W k = c k·Z k = [€/(m·settimana)]<br />

• d k = <strong>di</strong>stanza tra i reparti [m]<br />

• C k = W k·d k = c k·Z k·d k = [€/settimana]<br />

Con <strong>il</strong> pe<strong>di</strong>ce “k” si è in<strong>di</strong>cata la k-sima coppia <strong>di</strong> reparti tra i quali si sta analizzando lo<br />

spostamento dei materiali.<br />

Quin<strong>di</strong>, se si vuole pervenire alla determinazione del costo totale del trasporto (C tot ) tra tutti<br />

i reparti tra cui vi è <strong>un</strong> flusso <strong>di</strong> materiale, si deve compiere la seguente operazione:<br />

∑ C<br />

k<br />

= ∑ c<br />

k<br />

⋅ Zk<br />

⋅<br />

C =<br />

d con k = 1,….,n<br />

tot<br />

k k k<br />

Un caso applicativo del programma CRAFT<br />

Si valuti se è possib<strong>il</strong>e ridurre i costi <strong>di</strong> trasporto all’interno <strong>di</strong> <strong>un</strong>’azienda <strong>di</strong> produzione costituita<br />

da quattro reparti <strong>di</strong> lavorazione, <strong>di</strong>sposti come in Fig. 9.12.<br />

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50 m 30 m<br />

20 m<br />

A<br />

B<br />

20 m<br />

C<br />

D<br />

40 m 40 m<br />

Fig. 9.12: Layout iniziale<br />

Distanze tra i reparti (m)<br />

Da<br />

a<br />

A B C D<br />

A - 40 25 55<br />

B 40 - 65 25<br />

C 25 65 - 40<br />

D 55 25 40 -<br />

Flussi materiali (MAG)<br />

Da<br />

a<br />

A B C D<br />

A - 2 4 4<br />

B 1 - 1 3<br />

C 2 1 - 2<br />

D 4 1 0 -<br />

Tab. 9.2: Fogli origine-destinazione<br />

Si assuma, inoltre, che i costi <strong>di</strong> trasporto <strong>un</strong>itari siano invarianti per tutte le coppie <strong>di</strong><br />

reparti, e che ammontino ad 1 € al metro. Per esempio, riferendosi al percorso dal reparto<br />

“A” al reparto “B”, i dati vanno così interpretati:<br />

• c k = 1 €;<br />

• Z k = 2 viaggi/giorno, perché si devono movimentare 2 MAG al giorno, ed ogni<br />

MAG necessita <strong>di</strong> <strong>un</strong> viaggio (come si desume dalla definizione <strong>di</strong> MAG);<br />

• W k = c k·Z k = 2 €/(m·giorno);<br />

• d k = 40 m;<br />

• C k = W k·d k = 2·40 = 80 €/giorno.<br />

A questo p<strong>un</strong>to, applicando lo stesso ragionamento alle altre coppie <strong>di</strong> reparti, si può<br />

procedere al calcolo della matrice dei costi totali:<br />

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a<br />

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€/giorno A B C D totale<br />

da<br />

A - 80 100 220 400<br />

B 40 - 65 75 180<br />

C 50 65 - 80 195<br />

D 220 25 0 - 245<br />

Totale 310 170 165 375 1020<br />

Tab. 9.3: Matrice costi totali<br />

Chiusa questa fase <strong>di</strong> acquisizione dei dati ed elaborazione dei costi totali, si procede, agli<br />

scambi. Si ipotizzi <strong>di</strong> scambiare <strong>il</strong> reparto “A” con quello “B”, dato che hanno <strong>un</strong> bordo in<br />

com<strong>un</strong>e. Il nuovo <strong>layout</strong> è riportato in Fig. 9.13. Il foglio Origine-Destinazione del flusso dei<br />

materiali resta ovviamente inalterato, poiché è cambiata la <strong>di</strong>sposizione fisica dei reparti ma non la<br />

natura del processo produttivo invece. Il foglio Origine-Destinazione per le <strong>di</strong>stanze tra i reparti è,<br />

invece, riportato nella Tab. 9.4. La matrice <strong>di</strong> costi totali aggiornata è in Tab. 9.5.<br />

30 m<br />

50 m<br />

20 m<br />

B<br />

A<br />

20 m<br />

C<br />

D<br />

40 m 40 m<br />

Fig. 9.13: Layout dopo la prima mo<strong>di</strong>fica<br />

da<br />

a<br />

m A B C D<br />

A - 40 65 25<br />

B 40 - 25 55<br />

C 65 25 - 40<br />

D 25 55 40 -<br />

Tab. 9.4: Foglio origine-destinazione per le <strong>di</strong>stanze fra i reparti aggiornato<br />

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a<br />

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€/giorno A B C D totale<br />

da<br />

A - 80 260 100 440<br />

B 40 - 25 165 230<br />

C 130 25 - 80 235<br />

D 100 55 0 - 155<br />

totale 270 160 285 345 1060<br />

Tab. 9.5: Matrice costi totali aggiornata<br />

Dai risultati ottenuti si evince che lo scambio tra i reparti “A” e “B” non ha sortito gli<br />

effetti desiderati, poiché vi è stato <strong>un</strong> aggravio dei costi <strong>di</strong> trasporto che sono passati da<br />

1020 € a 1060 €. Per questo motivo si deve procedere con altri scambi, finché non si<br />

perviene ad <strong>un</strong>a soluzione migliore della <strong>di</strong>sposizione iniziale. Per brevità, si riportano solo<br />

i risultati relativi agli scambi effettuati.<br />

• A con B → 1060 €;<br />

• A con C → 955 €;<br />

• A con D → 1095 €;<br />

• B con C → non fattib<strong>il</strong>e;<br />

• B con D → 945 €;<br />

• C con D → 1040 €.<br />

La soluzione migliore è evidentemente lo scambio <strong>di</strong> B con D, perché ad essa corrisponde<br />

<strong>il</strong> costo più basso. Si noti, però, che la soluzione trovata non è la migliore in assoluto, cioè<br />

quella ottima, ma la migliore tra tutti gli scambi che la metodologia consente. Infatti, vi<br />

sono degli scambi che non possono essere presi in considerazione cui, probab<strong>il</strong>mente,<br />

corrisponderebbe <strong>un</strong>a maggior riduzione <strong>di</strong> costo. Tale con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong>pende dal fatto che <strong>il</strong><br />

CRAFT è stato realizzato soprattutto per migliorare <strong>il</strong> <strong>layout</strong> preesistente: esso non<br />

stravolge <strong>il</strong> <strong>layout</strong> originale, ma cerca solo <strong>di</strong> migliorarne l’efficienze con mo<strong>di</strong>fiche<br />

contenute sia dal p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> vista strutturale che economico.<br />

9.11.3 2 OPT<br />

L’algoritmo 2-OPT è <strong>un</strong> metodo migliorativo, che lavora su coppie <strong>di</strong> elementi, nel nostro<br />

caso reparti, ed ottimizza la f<strong>un</strong>zione obiettivo in<strong>di</strong>viduata.<br />

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Il metodo 2-OPT permette <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare la migliore <strong>di</strong>sposizione dei reparti o aree <strong>di</strong> <strong>un</strong><br />

<strong>layout</strong> partendo da <strong>un</strong>a <strong>di</strong>sposizione iniziale assegnata che viene successivamente migliorata<br />

attraverso <strong>un</strong> proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fica delle posizioni relative dei reparti. Gli scambi<br />

generano variazioni della f<strong>un</strong>zione obiettivo e soltanto quelli che danno <strong>un</strong>a riduzione<br />

vengono presi in considerazione per essere adottati 11 . L’algoritmo richiede i seguenti dati <strong>di</strong><br />

ingresso:<br />

• <strong>il</strong> <strong>layout</strong> iniziale;<br />

• <strong>il</strong> numero <strong>di</strong> reparti;<br />

• la f<strong>un</strong>zione obiettivo e la tabella origine-destinazione in cui vengono in<strong>di</strong>cati le<br />

<strong>di</strong>stanze e i costi che si sostengono fra <strong>un</strong>a generica coppia <strong>di</strong> reparti.<br />

In<strong>di</strong>chiamo i passi da seguire per la ricerca del <strong>layout</strong> :<br />

• Passo 1: Data la soluzione iniziale S fornita dall’utente e la f<strong>un</strong>zione obiettivo z, siano m<br />

ed n rispettivamente le righe e le colonne della matrice delle <strong>di</strong>stanze determinata con la<br />

tabella origine-destinazione, si imposta:<br />

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S* = S ; z* = z ; i = 1 ; j = i + 1 =2.<br />

• Passo 2: Considera lo scambio <strong>di</strong> posizione tra due reparti i e j nella soluzione S. Se <strong>il</strong><br />

cambiamento produce <strong>un</strong>a soluzione S’ tale che la f<strong>un</strong>zione obiettivo z’< z*, allora imposta<br />

z* = z’ ed S* = S’. Se j < m·n (dove m·n in<strong>di</strong>ca <strong>il</strong> numero <strong>di</strong> reparti), allora j = j + 1;<br />

altrimenti i = i + 1 e j = i + 1. Se i < m·n ripete <strong>il</strong> passo 2, altrimenti salta al passo 3.<br />

• Passo 3: Se S’ = S*, imposta S = S*, z = z*, i = 1, j = i + 1 = 2 e salta al passo 2; in caso<br />

contrario restituisce S* come miglior soluzione e si ferma.<br />

L’algoritmo procede scambiando tra loro due reparti e valutando tutte le possib<strong>il</strong>i<br />

configurazioni ottenib<strong>il</strong>i, se lo scambio è vantaggioso viene accettato, altrimenti viene<br />

rigettata. Sono possib<strong>il</strong>i ( ⋅ n)<br />

in termini <strong>di</strong> risorse <strong>di</strong> calcolo.<br />

m ⋅ n −1<br />

m ⋅ scambi e questo può comportare <strong>un</strong> forte <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>o<br />

2<br />

11 Il 2-OPT è <strong>di</strong> notevole efficacia perché semplifica notevolmente la procedura <strong>di</strong> calcolo, basta considerare che per<br />

<strong>un</strong>o stab<strong>il</strong>imento avente cinque reparti abbiamo esattamente 5! = 120 combinazioni <strong>di</strong> reparti, contro le 5(5-1)/2 =10<br />

che 2OPT analizza. Molto probab<strong>il</strong>mente tra le <strong>di</strong>eci determinate non otterremo la <strong>di</strong>sposizione perfetta, ma sicuramente<br />

dopo solo <strong>di</strong>eci passi arriviamo ad <strong>un</strong>a <strong>di</strong>sposizione molto valida che ha ottimizzato ampiamente la nostra f<strong>un</strong>zione<br />

obiettivo.<br />

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Rev. 1.2<br />

Per capirne la logica <strong>di</strong> f<strong>un</strong>zionamento, si supponga <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> <strong>un</strong> <strong>layout</strong> iniziale con<br />

quattro reparti ipotizzando <strong>di</strong> conoscere la tabella origine-destinazione.<br />

S = 1 2 3 4 scambio tra<br />

S = 1 2 3 4 scambio tra<br />

i = 1 , j = 2 → 2 1 3 4 (non ottimizza la f<strong>un</strong>zione obiettivo)<br />

i = 1 , j = 3 → 3 2 1 4 (ottimizza la f<strong>un</strong>zione obiettivo)<br />

L’algoritmo continua assumendo S = 3 2 1 4<br />

S = 3 2 1 4 scambio tra i = 1 , j = 4 → 4 2 1 3 (non ottimizza la f<strong>un</strong>zione obiettivo)<br />

S = 3 2 1 4 scambio tra i = 2 , j = 3 → 3 1 2 4 (non ottimizza la f<strong>un</strong>zione obiettivo)<br />

S = 3 2 1 4 scambio tra<br />

S = 3 2 1 4 scambio tra<br />

i = 2 , j = 4 → 3 4 1 2 (non ottimizza la f<strong>un</strong>zione obiettivo)<br />

i = 3 , j = 4 → 3 2 4 1 (non ottimizza la f<strong>un</strong>zione obiettivo)<br />

L’algoritmo termina accettando <strong>un</strong>a sola soluzione sulle sei totali, perché le soluzioni<br />

generate dopo <strong>il</strong> 2°step non migliorano la soluzione iniziale.<br />

Prof. Ing. R. De Carlini<br />

Prof. Ing. G. Scapicchio<br />

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Rev. 1.2<br />

Una versione leggermente <strong>di</strong>fferente <strong>di</strong> 2-Opt prevede <strong>di</strong> accettare la soluzione al p<strong>un</strong>to 2 se<br />

questa è migliore senza ricalcolare tutte le soluzioni. Ottiene risultati peggiori ma in maniera<br />

più rapida.<br />

Un caso applicativo del 2-opt<br />

In <strong>un</strong> azienda si producono 3 tipologie <strong>di</strong> prodotti secondo lo schema tecnologico <strong>di</strong> seguito<br />

riportato, ogni prodotto ha varianti proprie che richiedono <strong>un</strong>a mo<strong>di</strong>fica rispetto alla<br />

sequenza <strong>di</strong> lavorazioni originale:<br />

• Prodotto P/N 1.0<br />

Unità Vendute Anno 12000<br />

Ciclo Lavorazione: R01, R02, R04, R03, V01<br />

Varianti: P/N 1.1 - 40% - Richiede <strong>un</strong> doppio passaggio sulla R02 dopo la R04<br />

• Prodotto P/N 2.0<br />

Unità Vendute Anno 18000<br />

Ciclo Lavorazione: R01, R02, R03, R04, R02<br />

Varianti: ness<strong>un</strong>a<br />

• Prodotto P/N 3.0<br />

Unità Vendute Anno 30000<br />

Ciclo Lavorazione: R01, R03,V01, R02, R01<br />

Varianti: P/N 3.1- 20% - Esegue <strong>un</strong>a ulteriore lavorazione sulla R02 dopo la R03<br />

P/N 3.2 - 15% - Sim<strong>il</strong>e al P/N 3.1 eccetto per la presenza <strong>di</strong> <strong>un</strong>a seconda<br />

verniciatura (V01) dopo l’ultimo passaggio sulla R01<br />

L’azienda deve trasferirsi in <strong>un</strong>o stab<strong>il</strong>e a piano singolo e contemporaneamente ristrutturare<br />

<strong>il</strong> suo <strong>layout</strong> al fine <strong>di</strong> migliorare la sua struttura costi. Lo stab<strong>il</strong>e dove avverrà <strong>il</strong><br />

trasferimento ha <strong>un</strong>a <strong>di</strong>mensione rettangolare <strong>di</strong> 10 x 50 m con maglia quadrata <strong>di</strong> 5 m.<br />

Tramite <strong>un</strong> algoritmo costruttivo si è gi<strong>un</strong>to alla soluzione riportata in Fig. 9.14. Si applichi,<br />

<strong>il</strong> criterio <strong>di</strong> miglioramento 2-Opt al fine <strong>di</strong> identificare <strong>un</strong>’alternativa più performante<br />

ut<strong>il</strong>izzando come f<strong>un</strong>zione obiettivo la minimizzazione dell’intensità <strong>di</strong> traffico espressa<br />

come somma del prodotto delle movimentazioni per la <strong>di</strong>stanza da percorrere. A tal<br />

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proposito si assuma, come criterio per <strong>il</strong> calcolo delle <strong>di</strong>stanze, la <strong>di</strong>stanza rett<strong>il</strong>inea tra i<br />

baricentri delle aree dei reparti.<br />

Dati <strong>di</strong> partenza:<br />

• Movimentazione manuale a mezzo transpallet, <strong>di</strong>mensione dell’<strong>un</strong>ità produttiva 25/pz<br />

vassoio, 8 vassoi/pallet.<br />

• Superficie reparti R01, R02, R03, R04 e V01 100 m 2 ciasc<strong>un</strong>o, le superfici includono<br />

anche le aree libere per le movimentazioni.<br />

L’algoritmo ha come input:<br />

Fig. 9.14: Layout iniziale<br />

• <strong>il</strong> valore dell’intensità <strong>di</strong> traffico da minimizzare (f<strong>un</strong>zione obiettivo) determinato come<br />

somma del prodotto delle movimentazioni per la <strong>di</strong>stanza da percorrere;<br />

• come soluzione iniziale <strong>il</strong> <strong>layout</strong> <strong>di</strong> Fig. 9.14.<br />

Matrice Distanze Rett<strong>il</strong>inea<br />

R01 R02 R03 R04 V01<br />

R01 0 17,5 17,5 37,5 37,5<br />

R02 0 5 25 20<br />

R03 0 20 25<br />

R04 0 5<br />

V01 0<br />

Intensità <strong>di</strong> Traffico<br />

R01 R02 R03 R04 V01<br />

R01 0 5250 2625 0 843,75<br />

R02 0 832,5 4350 4050<br />

R03 0 2520 3937,5<br />

R04 0 0<br />

V01 0<br />

Intensità <strong>di</strong> traffico complessiva = ∑ I<br />

ij<br />

=24408.75<br />

Tab. 9.6: Tabelle <strong>di</strong> riferimento<br />

Riassumiamo l’algoritmo evidenziando <strong>il</strong> valore “z” dell’intensità <strong>di</strong> traffico e le soluzioni<br />

<strong>di</strong> <strong>layout</strong> S che otteniamo ad ogni iterazione.<br />

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1. S* = S = 1 2 3 4 5 ; z* = Z = 24408,75 ; i = 1 ; j = i + 1 =2<br />

scambio tra i = 1 , j = 2 → S’ = 2 1 3 4 5 Z < z = 29940<br />

2. S* = S = 1 2 3 4 5 ; z* = Z = 24408,75 ; i = 1 ; j = j + 1 =3<br />

scambio tra i = 1 , j = 3 → S’ = 3 2 1 4 5 Z < z = 26632.5<br />

3. S* = S = 1 2 3 4 5 ; z* = Z = 24408,75 ; i = 1 ; j = j + 1 =4<br />

scambio tra i = 1 , j = 4 → S’ = 4 2 3 1 5 Z < z = 24682.5<br />

4. S* = S = 1 2 3 4 5 ; z* = Z = 24408,75 ; i = 1 ; j = j + 1 =5<br />

scambio tra i = 1 , j = 5 → S’ = 5 2 3 4 1 Z < z = 24596.25<br />

5. S* = S = 1 2 3 4 5 ; z* = Z = 24408,75 ; i = 2 ; j = i + 1 =3<br />

scambio tra i = 2, j = 3 → S’ = 1 3 2 4 5 Z > z = 24393.75<br />

6. S* = S’ = 1 3 2 4 5; z* = z = 24393,75 ; i = 2 ; j = j + 1 =4<br />

scambio tra i = 2 , j = 4 → S” = 1 4 2 3 5 z < z’ = 27153.75<br />

7. S* = S’ = 1 3 2 4 5; z* = z = 24393,75 ; i = 2 ; j = j + 1 =5<br />

scambio tra i = 2 , j = 5 → S” = 1 5 2 4 3 z < z’ = 27468.75<br />

8. S* = S’ = 1 3 2 4 5; z* = z = 24393,75 ; i = 3 ; j = i + 1 =4<br />

scambio tra i = 3 , j = 4 → S” = 1 3 4 2 5 z < z’ =24918.75<br />

9. S* = S’ = 1 3 2 4 5; z* = z = 24393,75 ; i = 3 ; j = j + 1 =5<br />

scambio tra i = 3 , j = 5 → S” = 1 3 5 4 2 z > z’ = 23703.75<br />

10. S* = S” = 1 3 5 4 2; z* = z’ = 23703,75 ; i = 4 ; j = i + 1 =5<br />

scambio tra i = 4 , j = 5 → S”’ = 1 3 5 2 4 z’< z”= 24108.75<br />

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Fig. 9.15: Disposizioni dei reparti ad ogni iterazione del 2-Opt<br />

Dalla sequenza possiamo notare che esistono due soluzioni <strong>di</strong> <strong>layout</strong> più performanti della<br />

soluzione iniziale ed <strong>il</strong> <strong>layout</strong> finale è quello in<strong>di</strong>cato in Fig. 9.16 .<br />

Fig. 9.16: Layout finale<br />

9.12 Fasi <strong>di</strong> progettazione dei <strong>layout</strong><br />

Un corretto stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> <strong>layout</strong> si caratterizza delle fasi riportate in Fig. 9.17.<br />

Nel caso <strong>di</strong> <strong>un</strong> <strong>layout</strong> complesso possono coesistere in ogni momento centinaia o ad<strong>di</strong>rittura<br />

migliaia <strong>di</strong> attività in corso <strong>di</strong> svolgimento. Si tratta <strong>di</strong> lavori ripetitivi, <strong>di</strong> lavorazioni e <strong>di</strong><br />

progetti, con prodotti e risorse che si <strong>di</strong>rigono verso le stazioni <strong>di</strong> lavoro seguendo i più<br />

svariati percorsi.<br />

Quando i percorsi sono molto <strong>di</strong>versi, <strong>il</strong> criterio <strong>di</strong> <strong>di</strong>sposizione delle aree <strong>di</strong> lavoro<br />

all’interno dell’e<strong>di</strong>ficio è assai critico. I percorsi principali che portano dal “produttore” al<br />

“cliente” si snodano in <strong>un</strong>’apparente confusione <strong>di</strong> tracciati e possono essere più fac<strong>il</strong>mente<br />

in<strong>di</strong>viduati solo con l’aiuto <strong>di</strong> <strong>un</strong>’analisi del <strong>layout</strong>.<br />

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Flusso<br />

dei materiali<br />

Analisi<br />

P - Q<br />

Inter<strong>di</strong>pendenza<br />

delle attività<br />

Diagramma <strong>di</strong> flusso e/o<br />

<strong>di</strong> inter<strong>di</strong>pendenza<br />

delle attività<br />

Superfici Superfici<br />

necessarie<br />

<strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>i<br />

Schema a blocchi<br />

delle aree<br />

Elementi<br />

mo<strong>di</strong>ficab<strong>il</strong>i<br />

Sistema <strong>di</strong> trasporto<br />

Attrezzature <strong>di</strong> magaz. e uff.<br />

Sito e località<br />

Esigenze del personale<br />

Caratteristiche dell'e<strong>di</strong>ficio<br />

Impianti e servizi aus<strong>il</strong>iari<br />

Procedure e controlli<br />

Integrare<br />

e<br />

adattare<br />

Limitazioni<br />

pratiche<br />

Soluzione X<br />

Soluzione Z<br />

Soluzione Y<br />

Valutazione alternativa<br />

Layout scelto<br />

Fine della fase: LAYOUT GENERALE<br />

Dettagliare<br />

l'area A<br />

B<br />

C<br />

D<br />

Fig. 9.17: Fasi <strong>di</strong> progettazione <strong>di</strong> <strong>un</strong> <strong>layout</strong><br />

Uno dei principi della progettazione del <strong>layout</strong> è la sistemazione delle aree <strong>di</strong> lavoro<br />

secondo <strong>il</strong> flusso “dominante” e <strong>un</strong> obiettivo importante è quello <strong>di</strong> minimizzare <strong>il</strong><br />

tempo <strong>di</strong> arrivo, <strong>di</strong> transito e <strong>di</strong> uscita delle risorse dai vari centri <strong>di</strong> lavoro a costi<br />

ragionevoli. Più <strong>il</strong> flusso è veloce, minori sono le probab<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> accumulare costi or<strong>di</strong>nari<br />

e straor<strong>di</strong>nari <strong>di</strong> lavorazione e più rapi<strong>di</strong> sono i tempi <strong>di</strong> servizio per i <strong>di</strong>versi “clienti” l<strong>un</strong>go<br />

<strong>il</strong> processo sino a quelli finali.<br />

Ci possono essere altri importanti fattori oltre al flusso. Se così è, tali fattori possono essere<br />

combinati con i dati del flusso. La combinazione dei dati fornirà informazioni sulla necessità<br />

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<strong>di</strong> sistemare le aree <strong>di</strong> lavoro più o meno vicine, permettendo <strong>di</strong> sv<strong>il</strong>uppare <strong>un</strong> primo<br />

<strong>layout</strong> <strong>di</strong> tentativo. Il passo successivo, che consiste nella determinazione delle<br />

richieste <strong>di</strong> spazio <strong>di</strong> questa prima versione <strong>di</strong> <strong>layout</strong>, apre la via alla fase finale <strong>di</strong><br />

progettazione che consiste nel suo adattamento allo spazio <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>e, cioè all’e<strong>di</strong>ficio<br />

proposto o esistente.<br />

Nel seguito saranno esposti i p<strong>un</strong>ti critici da approfon<strong>di</strong>re nella progettazione <strong>di</strong> <strong>un</strong> “buon”<br />

<strong>layout</strong>.<br />

9.12.1 Analisi del processo produttivo<br />

Questa analisi può essere scissa in:<br />

• Analisi dei prodotti o materiali (P): la finalità è quella <strong>di</strong> determinare i vari articoli o i<br />

materiali che sono prodotti nell’azienda o nel reparto oggetto dello stu<strong>di</strong>o. L’analisi<br />

deve essere estesa alle materie prime, ai sem<strong>il</strong>avorati ed ai sottoinsiemi per gi<strong>un</strong>gere<br />

fino ai prodotti finiti.<br />

• Analisi delle quantità o dei volumi prodotti (Q): si tratta <strong>di</strong> determinare le quantità <strong>di</strong><br />

materiali o articoli prodotti o ut<strong>il</strong>izzati.<br />

• Analisi fatturato progressivo – Varietà prodotti. La curva <strong>di</strong> Lorentz presenta in<br />

or<strong>di</strong>nata le percentuali progressive del fatturato relative ad <strong>un</strong> determinato numero <strong>di</strong><br />

prodotti.<br />

Per determinare <strong>il</strong> flusso dei materiali bisogna conoscere <strong>il</strong> ciclo produttivo la cui analisi<br />

può consentire ingenti miglioramenti dei processi, me<strong>di</strong>ante le operazioni <strong>di</strong> eliminazione,<br />

combinazione o cambio <strong>di</strong> sequenza <strong>di</strong> fasi o parti <strong>di</strong> fasi non più necessarie, cambio del<br />

posto <strong>di</strong> lavoro, cambio dell’operatore, miglioramento dei dettagli.<br />

Appare, ad ogni modo, evidente la necessità <strong>di</strong> ut<strong>il</strong>izzare <strong>di</strong>fferenti meto<strong>di</strong> d’analisi del<br />

flusso in f<strong>un</strong>zione del particolare processo produttivo. Per questo motivo è molto ut<strong>il</strong>e<br />

servirsi del <strong>di</strong>agramma P-Q (Fig. 9.18).<br />

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Q<br />

A<br />

B<br />

C<br />

D<br />

zona I zona III zona II<br />

P<br />

Fig. 9.18: Diagramma P-Q<br />

Per ciasc<strong>un</strong>a delle quattro situazioni evidenziate (A, B, C, D) si possono ut<strong>il</strong>izzare meto<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>fferenti:<br />

A. per <strong>un</strong> solo prodotto è conveniente usare <strong>il</strong> foglio del processo operativo <strong>di</strong><br />

montaggio o <strong>di</strong> lavorazione (assembly process chart or operation process chart);<br />

B. per pochi prodotti o modelli (fino a 5 - 6) è conveniente usare <strong>il</strong> foglio del processo<br />

per più <strong>di</strong> <strong>un</strong> prodotto (multi-product process chart);<br />

C. per molti prodotti è opport<strong>un</strong>o procedere, a seconda delle possib<strong>il</strong>ità, a:<br />

1. raggruppamenti <strong>di</strong> modelli in base alle caratteristiche fisiche;<br />

2. raggruppamenti <strong>di</strong> modelli che hanno processi produttivi sim<strong>il</strong>i;<br />

3. selezione <strong>di</strong> modelli campione rappresentativi;<br />

4. selezione dei modelli che presentano le peggiori con<strong>di</strong>zioni ai fini del <strong>layout</strong>;<br />

si può quin<strong>di</strong> applicare <strong>il</strong> metodo A o B a seconda del numero <strong>di</strong> gruppi o <strong>di</strong> modelli<br />

rappresentativi determinati o selezionati.<br />

D. per moltissimi prodotti <strong>di</strong>versificati è bene usare <strong>il</strong> foglio origine-destinazione<br />

(from-to chart).<br />

L’analisi del <strong>di</strong>agramma P-Q è <strong>di</strong> r<strong>il</strong>evante importanza, perchè è quella che serve ad<br />

in<strong>di</strong>viduare le quantità (Q) <strong>di</strong> ogni prodotto (P). Classificando i prodotti per quantità e<br />

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prevedendo per essi <strong>di</strong>fferenti <strong>di</strong> <strong>layout</strong>, possiamo ottenere <strong>un</strong>a maggiore efficienza produttiva<br />

che non adottando <strong>un</strong> <strong>un</strong>ico tipo <strong>di</strong> <strong>layout</strong> per tutto lo stab<strong>il</strong>imento.<br />

Prodotto A<br />

P<br />

Prodotto B<br />

Prodotto C<br />

Q<br />

Fig. 9.19: Istogramma derivante da <strong>un</strong>’analisi P-Q<br />

9.12.2 Raccolta ed organizzazione dei dati<br />

È inut<strong>il</strong>e credere <strong>di</strong> poter costruire <strong>un</strong> <strong>layout</strong> efficiente senza aver, anzitutto, raccolto,<br />

stu<strong>di</strong>ato e organizzato <strong>un</strong>a notevole quantità <strong>di</strong> dati riguardanti i <strong>di</strong>versi fattori che<br />

influiscono, o possono influire, sul <strong>layout</strong>.<br />

Il volume <strong>di</strong> produzione da realizzare rappresenta, in ogni caso, <strong>il</strong> dato <strong>di</strong> maggiore<br />

importanza per <strong>il</strong> progettista.<br />

I dati sui materiali e sui processi <strong>di</strong> fabbricazione sono essenziali. Nel caso <strong>di</strong> <strong>un</strong> nuovo<br />

prodotto, tali informazioni sono sempre necessarie, ma devono essere preparate, <strong>il</strong> più delle<br />

volte, dallo stesso ufficio incaricato del <strong>layout</strong>. Vi sono molti strumenti in base ai quali i dati<br />

possono essere ricavati in forma concisa e fac<strong>il</strong>mente intelligib<strong>il</strong>e:<br />

1. <strong>di</strong>stinta dei componenti;<br />

2. cicli <strong>di</strong> lavorazione;<br />

3. <strong>di</strong>agrammi operativi.<br />

Nei manuali <strong>di</strong> produzione sono elencati spesso dati <strong>di</strong> produzione bas<strong>il</strong>ari per poter iniziare<br />

la stesura del <strong>layout</strong>:<br />

1. <strong>di</strong>segni costruttivi <strong>di</strong> tutti i pezzi che devono essere fabbricati;<br />

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2. <strong>di</strong>stinte dei componenti, relative ai prodotti da fabbricare e comprendenti tutti i pezzi che<br />

dovranno essere acquistati;<br />

3. cicli <strong>di</strong> lavorazione o elenco delle lavorazioni per i pezzi che devono essere fabbricati.<br />

Dopo <strong>un</strong> accurato stu<strong>di</strong>o dei <strong>di</strong>segni si deve procedere a:<br />

1. definire le operazioni con le quali le materie prime saranno trasformate in prodotti finiti;<br />

2. decidere la sequenza più opport<strong>un</strong>a delle operazioni;<br />

3. determinare le macchine e gli attrezzi necessari per l’esecuzione <strong>di</strong> ogni operazione;<br />

4. precisare la necessità <strong>di</strong> eventuali impianti aus<strong>il</strong>iari;<br />

5. assegnare i tempi standard ad ogni pezzo;<br />

6. raccogliere tutti i dati sotto forma <strong>di</strong> cicli <strong>di</strong> lavorazione.<br />

La <strong>di</strong>stinta dei componenti consiste semplicemente nell’elenco <strong>di</strong> tutti i vari pezzi che<br />

andranno a formare <strong>un</strong> determinato prodotto finito.<br />

Di solito, <strong>un</strong>a <strong>di</strong>stinta <strong>di</strong> componenti contiene le informazioni elencate in Fig. 9.20, anche se<br />

vi sono delle imprese che usano <strong>di</strong>stinte molto più esaurienti, contenenti, per esempio,<br />

informazioni sui fornitori, sui costi dei materiali ed eventuali altri valori <strong>di</strong> riferimento.<br />

Distinta dei componenti<br />

per 128 Martinetto meccanico <strong>di</strong>segno n° 354<br />

n° pezzo<br />

N° or<strong>di</strong>ne Componente M ateriale<br />

Unità per<br />

pezzo<br />

1 Testa <strong>di</strong> vite Ghisa 1<br />

Note<br />

Fig. 9.20: Un esempio <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinta dei componenti<br />

I cicli <strong>di</strong> lavorazione sono <strong>un</strong>a sintesi delle operazioni necessarie per trasformare <strong>un</strong> pezzo<br />

da materia prima a prodotto finito ed <strong>un</strong> esempio <strong>di</strong> ciclo <strong>di</strong> lavorazione è in Fig. 9.21 dove<br />

sono riportati:<br />

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1. nome del pezzo e relativo numero;<br />

2. numero del <strong>di</strong>segno costruttivo;<br />

3. nome e numero <strong>di</strong> ogni operazione;<br />

4. in<strong>di</strong>cazione della macchina utens<strong>il</strong>e;<br />

5. in<strong>di</strong>cazione degli attrezzi;<br />

6. in<strong>di</strong>cazione del tempo assegnato.<br />

In base alla stesura dei cicli <strong>di</strong> lavorazione viene determinata la sequenza delle lavorazioni<br />

su ogni pezzo e, nel <strong>layout</strong> per prodotto, la sequenza determina in modo praticamente<br />

<strong>un</strong>ivoco <strong>il</strong> <strong>layout</strong> più opport<strong>un</strong>o.<br />

Dalla lettura delle in<strong>di</strong>cazione dei tempi assegnati si determina <strong>il</strong> numero delle macchine, o<br />

dei posti <strong>di</strong> lavoro, che devono essere pre<strong>di</strong>sposti per sod<strong>di</strong>sfare <strong>un</strong> determinato volume <strong>di</strong><br />

produzione.<br />

CICLO DI LAVORAZIONE<br />

Sezione <strong>un</strong>ità da parete<br />

R. Manzi Data 06-ago-04<br />

28-lug-04 Progetto n° 1321<br />

Unità ricevitore per montaggio a parete<br />

Gancio per commutatore Tipo 17 B Disegno 25465 A<br />

Peso Produzione mens<strong>il</strong>e 14.000 Produzione annua 168.000<br />

2 turni x 40 ore/turno/sett.x 4 sett./mese=320 ore/mese. Tempi <strong>di</strong> montaggio compresi<br />

nei "tempi consentiti".<br />

Disegno<br />

Quantità<br />

per pezzo<br />

Operazioni<br />

Macchina<br />

Macchina<br />

n°<br />

Ubicazione<br />

Tempo<br />

consentito<br />

Carico<br />

mens<strong>il</strong>e<br />

Disponib.<br />

321-52 AG 1 Squadrare Pressa 1235 Rep. G 0,015 192 320<br />

Fig. 9.21: Un esempio <strong>di</strong> ciclo <strong>di</strong> lavorazione<br />

La determinazione del macchinario occorrente è <strong>un</strong>o dei p<strong>un</strong>ti fondamentali nella<br />

progettazione del <strong>layout</strong>. Per effettuarla, sono necessari dati ragionevolmente fondati sulle<br />

previsioni <strong>di</strong>:<br />

• volume della produzione;<br />

• scarti;<br />

• tempi standard per ogni lavorazione.<br />

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Esempio<br />

Un azienda produttrice <strong>di</strong> sollevatori meccanici stima ven<strong>di</strong>te per 80.000 pz/anno. Il numero<br />

<strong>di</strong> ore lavorative è dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> 2.000 h/anno (50 settimane lavorative <strong>di</strong> 40 h ciasc<strong>un</strong>a).<br />

Il tasso della domanda, cioè <strong>il</strong> numero <strong>di</strong> pezzi <strong>di</strong> qualità sod<strong>di</strong>sfacente venduti per ora <strong>di</strong><br />

lavoro, è:<br />

Tasso <strong>di</strong> domanda = 80.000/2.000 = 40 pz/h.<br />

Se si suppone che gli scarti siano del 5%, per ottenere 40 pezzi/h <strong>di</strong> lavoro, <strong>il</strong> tasso<br />

produttivo iniziale deve essere <strong>di</strong>:<br />

Tasso <strong>di</strong> produzione =<br />

40 = 42,1 pezzi/ora.<br />

95%<br />

Per poter procedere alla determinazione del macchinario occorrente è necessario conoscere i<br />

tempi assegnati per tutte le lavorazioni. Per definire questo dato, si suppone che <strong>il</strong> tempo<br />

assegnato sia <strong>il</strong> valor me<strong>di</strong>o della <strong>di</strong>stribuzione dei tempi r<strong>il</strong>evati, ivi inclusi alc<strong>un</strong>i<br />

inevitab<strong>il</strong>i ritar<strong>di</strong> (Fig. 9.22).<br />

M ACCHINARIO OCCORRENTE - LAYOUT PER PRODOTTO<br />

Pezzo Corpo <strong>di</strong> martinetto N° 561-1<br />

Richiesta annua 80.000<br />

Richiesta oraria 40 Pezzi all'ora Tasso scarto 5%<br />

P roduzione oraria preventiva 42,1 Pezzi all'ora<br />

Seq. Lavorazione M acchina<br />

Tempo std.<br />

(ore/pezzo)<br />

C apacità<br />

(pezzi/<br />

/m acch./<br />

/ore)<br />

M anodopera<br />

N° <strong>di</strong><br />

m acchin<br />

e<br />

(( 1 )) (( 2 )) (( 3 )) (( 4 )) (( 5 )) (( 6 )) (( 7 ))<br />

1<br />

Trapanare al<br />

centro,<br />

faccia<br />

superiore<br />

Tornio a<br />

torretta<br />

0,019 52,6 0,8 1<br />

2<br />

Cianfrinare e<br />

arrotondare<br />

costole,<br />

faccia<br />

inferiore<br />

Tornio<br />

Logan<br />

0,064 15,6 2,7 3<br />

3<br />

Trapanare e<br />

maschiare<br />

Tornio<br />

Gisholt<br />

0,042 23,9 1,7 2<br />

Fig. 9.22: Tabella riep<strong>il</strong>ogativa tempi/capacità<br />

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La capacità produttiva per ogni lavorazione, è per definizione, l’inverso del tempo<br />

assegnato. Così per l’operazione 3 <strong>il</strong> tempo assegnato è <strong>di</strong> 0,042 h/pz e la relativa capacità<br />

produttiva è:<br />

Capacità produttiva = 1/0,042 = 23,9 pezzi/macchina-ora.<br />

Le <strong>un</strong>ità <strong>di</strong> manodopera si ottengono come segue:<br />

Unità <strong>di</strong> manodopera = 42,1/23,9 = 1,7<br />

La lavorazione 3, che richiede 1,7 <strong>un</strong>ità <strong>di</strong> manodopera, potrà essere compiuta da <strong>un</strong> operaio<br />

impegnato per tutto <strong>il</strong> tempo lavorativo e da <strong>un</strong> altro impegnato per <strong>il</strong> 70% del tempo. Si<br />

suppone pertanto che <strong>il</strong> secondo operaio possa essere destinato ad <strong>un</strong> altro lavoro per <strong>il</strong><br />

rimanente 30% del tempo. Il totale della colonna 6 rappresenta quin<strong>di</strong> <strong>il</strong> numero minimo<br />

teorico <strong>di</strong> <strong>un</strong>ità <strong>di</strong> manodopera necessarie per far fronte alle lavorazioni secondo lo schedule<br />

prestab<strong>il</strong>ito.<br />

Se questa lavorazione deve essere realizzata con <strong>un</strong> <strong>layout</strong> per prodotto, dovranno essere<br />

<strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>i due macchine, <strong>un</strong>a delle quali resterà inoperosa per <strong>il</strong> 30% del tempo.<br />

Il responsab<strong>il</strong>e del <strong>layout</strong> per poter valutare correttamente l’atten<strong>di</strong>b<strong>il</strong>ità dei dati deve<br />

possedere sufficiente fam<strong>il</strong>iarità con i meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> misurazione del lavoro.<br />

Quattro sono i meto<strong>di</strong> principali:<br />

1. misurazione a cronometro;<br />

2. metodo dei tempi predeterminati;<br />

3. metodo dei dati standard;<br />

4. campionatura del lavoro.<br />

Ogn<strong>un</strong>o ha la sua ut<strong>il</strong>ità agli effetti della progettazione del <strong>layout</strong>, ma al tempo stesso, tutti<br />

presentano i propri limiti. Nel caso in cui non sia ancora stato implementato <strong>un</strong> metodo <strong>di</strong><br />

lavorazione, l’<strong>un</strong>ico sistema <strong>di</strong> misurazione del lavoro che possa essere applicato è quello<br />

dei tempi predeterminati. Gli altri sono applicab<strong>il</strong>i solo a lavorazioni già in corso.<br />

Prof. Ing. R. De Carlini<br />

Prof. Ing. G. Scapicchio<br />

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