Capucci - La Venaria Reale
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<strong>La</strong> <strong>Venaria</strong> <strong>Reale</strong> nel 2013<br />
UN VIAGGIO IN ITALIA<br />
TUTTO IN UNA REGGIA<br />
Roberto <strong>Capucci</strong>.<br />
<strong>La</strong> ricerca della regalità<br />
Sale delle Arti, II piano<br />
Dal 23 marzo all’ 8 settembre<br />
<strong>La</strong> <strong>Venaria</strong> <strong>Reale</strong> – Comunicazione e Stampa<br />
Piazza della Repubblica 4 – 10078 <strong>Venaria</strong> <strong>Reale</strong> (TO) – +39 011 4992300 – comunicazione@lavenariareale.it<br />
www.lavenaria.it
"Torino mi ha già accolto due volte con la sua signorilità e stile<br />
inconfondibili; in questa terza occasione, mi apre le porte di una delle<br />
residenze di corte più prestigiose e suggestive del mondo; ne sono<br />
felicissimo ed onorato e spero che le mie creazioni, in questa splendida<br />
mostra sulla Ricerca della Regalità, possano suscitare profonde<br />
emozioni creando una ideale sintonia con l'imponente e maestosa<br />
Reggia, uno dei simboli eccellenti del barocco europeo".<br />
Roberto <strong>Capucci</strong><br />
<strong>La</strong> <strong>Venaria</strong> <strong>Reale</strong> – Comunicazione e Stampa<br />
Piazza della Repubblica 4 – 10078 <strong>Venaria</strong> <strong>Reale</strong> (TO) – +39 011 4992300 – comunicazione@lavenariareale.it<br />
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Un’occasione unica per meravigliarsi con 50 abiti creati dal grande stilista Roberto<br />
<strong>Capucci</strong> appositamente per regine, star e dame del “gran mondo” dagli anni<br />
Cinquanta a oggi.<br />
Nessuno come <strong>Capucci</strong> ha ricercato la rappresentazione della “regalità” modellando<br />
capi che risultano autentiche “sculture in stoffa”, presentati in mostra insieme a<br />
bozzetti, foto, filmati e racconti sui loro momenti storici e le celebrità che li hanno<br />
indossati.<br />
Per apparire al massimo dello splendore e della loro ieraticità, a lui si rivolsero, tra le<br />
altre, le principesse Borghese, Odescalchi e Colonna, le attrici Valentina Cortese e<br />
Silvana Mangano, la cantante lirica Raina Kabajvanska, le star internazionali come<br />
Marilyn Monroe, Esther Williams e il premio Nobel per la medicina Rita Levi<br />
Montalcini: i loro abiti rappresentano un percorso di grande fascino che attraversa la<br />
seconda metà del Novecento sul tema della moda e del lusso, ricostruendo l’itinerario<br />
creativo di uno dei maestri della Moda mondiale.<br />
In collaborazione con Fondazione <strong>Capucci</strong>. A cura di Massimiliano Capella.<br />
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<strong>La</strong> <strong>Venaria</strong> <strong>Reale</strong> – Comunicazione e Stampa<br />
Piazza della Repubblica 4 – 10078 <strong>Venaria</strong> <strong>Reale</strong> (TO) – +39 011 4992300 – comunicazione@lavenariareale.it<br />
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Roberto <strong>Capucci</strong>.<br />
<strong>La</strong> ricerca della regalità<br />
di Massimiliano Capella*<br />
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<strong>La</strong> Reggia di <strong>Venaria</strong> inaugura un’inedita mostra che celebra il genio creativo di<br />
Roberto <strong>Capucci</strong> (Roma, 1930) con un’attenzione speciale ad uno dei temi più cari<br />
al maestro della moda: la ricerca della regalità.<br />
Regalità intesa come resa solenne dell’abito, comune a tutta la produzione del<br />
maestro della moda <strong>Capucci</strong> dagli anni cinquanta ad oggi, dagli abiti da giorno e da<br />
gran sera, dalle creazioni per il palcoscenico a quelle per le cerimonie istituzionali e<br />
religiose, fino ai grandiosi abiti scultura appositamente ideati per le esposizioni<br />
museali.<br />
Roberto <strong>Capucci</strong>. <strong>La</strong> Ricerca della Regalità, allestita nelle Sale delle Arti della<br />
Reggia dal 23 marzo all’8 settembre 2013, ripercorre in 50 creazioni, 32 illustrazioni<br />
e bozzetti, video e testimonianze la predisposizione di Roberto <strong>Capucci</strong> all’ideazione<br />
di abiti dal sapore regale, riscontrabile sin dal suo debutto ufficiale in un contesto<br />
ricco di cultura e aristocrazia, la nascita a Firenze nel 1951 dell’alta moda italiana.<br />
Oriana Fallaci, in occasione delle sfilate fiorentine nel luglio del 1952, sottolinea<br />
come “il fior dei sorrisi e degli applausi è toccato alla rivelazione di questa “Fashion<br />
Show”...che ha presentato una sorprendente collezione: Roberto<br />
<strong>Capucci</strong>...Robertino ha portato alla mostra una collezione fresca e scanzonata di<br />
tailleurs...abiti di seta fabbricata a telaio, stretti e corti, con una incredibile coda di<br />
stoffa...fastosi mantelli double face, pieghettati, regali”. In mostra, della collezione<br />
tanto acclamata dalla Fallaci, è esposto l’abito da sera in taffetas color prugna con<br />
ampia e arricciata coda, immortalato nel suggestivo servizio fotografico di Milton H.<br />
Greene e acquistato dalla principessa Elvina Pallavicini che, a partire dal 1952, apre<br />
la strada a donne, primedonne e clienti dell’aristocrazia, definite da Irene Brin le<br />
“capuccine”, capaci di assecondare più di tutte la visione di un’eleganza oltre la<br />
moda di <strong>Capucci</strong>, da lui stesso definite “donne di carattere che non seguono la<br />
moda, trovano l’abito o il colore che sta loro bene, hanno il coraggio di non cambiare<br />
più”.<br />
<strong>La</strong> <strong>Venaria</strong> <strong>Reale</strong> – Comunicazione e Stampa<br />
Piazza della Repubblica 4 – 10078 <strong>Venaria</strong> <strong>Reale</strong> (TO) – +39 011 4992300 – comunicazione@lavenariareale.it<br />
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<strong>La</strong> mostra ripercorre in quattro sezioni tematiche il rapporto tra <strong>Capucci</strong> e la regale<br />
eleganza femminile con creazioni che illustrano una visione artistica della moda.<br />
Spose regine presenta la regalità esibita dal maestro nelle creazioni per spose<br />
leggendarie, dove l’invenzione di volumi, linee, fogge e l’abbinamento di colori e<br />
tessuti raggiunge vertici inarrivabili. Tra le creazioni più celebri e spettacolari in<br />
questo ambito si devono ricordare quelle per Daniela e Patrizia Memmo, le sorelle<br />
Valentina e Clara Nasi, la marchesa Polissena di Bagno, la marchesa Costanza di<br />
Canossa, la principessa Maria Pace Odescalchi e, andando oltre la committenza,<br />
due esempi assoluti: l’Abito da sposa Tiepolo del 1992, ispirato al celebre affresco<br />
di Giambattista Tiepolo <strong>La</strong> continenza di Scipione del 1743-44, nella villa Cordellina<br />
Lombardi di Montecchio Maggiore a Vicenza, e l’Abito da sposa Rosso, in due toni<br />
di rosso di mikado di seta, presentato nel 2009 a Venezia a Palazzo Fortuny.<br />
Arte e Natura nella ricerca della regalità presenta abiti scultura nati in momenti<br />
centrali nella carriera di <strong>Capucci</strong>, frutto dell’attenta osservazione e dello studio<br />
dell’architettura e degli elementi della natura. L’arte e la natura si affiancano, in<br />
modo particolare dal 1968 in seguito al suo rientro a Roma da Parigi, nella ricerca di<br />
una moda oltre la moda e, in mostra, sono presentati alcuni esempi emblematici:<br />
dall’Abito dorico, in raso beige modellato come una colonna con cinta di foglie, a<br />
Capitello corinzio, in charmeuse plissé beige con corpino ricoperto di foglie verdeoro<br />
stile capitello corinzio; fino all’Abito a foglie d’oro del 1992, modellato sui raffinati<br />
esempi di scultura a bassorilievo e sui mosaici dell'arte bizantina. Altri esempi di<br />
creazioni artistiche di moda non destinate ad essere indossate e rivolte a contesti<br />
espositivi e museali, svincolate pertanto dall’annosa questione della loro portabilità,<br />
sono le 12 Architetture in Tessuto del 1995 ispirate alla natura create per<br />
l’Esposizione Internazionale di Arti Visive. <strong>La</strong> Biennale di Venezia e l’Abito scultura<br />
Vittoria Alata, omaggio che <strong>Capucci</strong> riserva nel 2011 alla Vittoria Alata.<br />
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Inedita, rispetto ad altre proposte espositive dedicate al lavoro di <strong>Capucci</strong> è infine la<br />
sezione Donne, primedonne e nobildonne che presenta storie dal sapore<br />
leggendario, dal rapporto a distanza di <strong>Capucci</strong> con Marilyn, a quelli diretti e amicali<br />
con Silvana Mangano, Valentina Cortese, Raina Kabaivanska e Rita Levi<br />
Montalcini. Con cinque capolavori realizzati tra il 1952 e il 1992 si ammirano le<br />
presenze maestose per la Kabaivanska e la Cortese e quelle lineari e semplici per<br />
Silvana Mangano e per la professoressa Rita Levi Montalcini, quest’ultima ricordata<br />
con l’abito creato per la consegna del premio Nobel per la medicina a Stoccolma il<br />
10 dicembre 1986. Non si tratta di un abito creato per una principessa, per una<br />
regina del palcoscenico o per omaggiare un’opera d’arte, bensì di un abito ideato<br />
per una scienziata. Roberto <strong>Capucci</strong> ricorda che l’abito, con pannelli in velluto verde<br />
smeraldo, blu zaffiro e rosso rubino, è stato pensato per la figura esile, magrissima<br />
della professoressa Levi Montalcini e che in quell’occasione non avrebbe dovuto<br />
vestire una principessa ma un grandissimo personaggio. “Realizzai un abito lungo<br />
con un pochino di strascico dicendole: Professoressa, lei sarà l’unica donna che<br />
riceve il Nobel in mezzo a tanti uomini in frac. Quando lei si alza deve essere la<br />
regina della sera. Lei era molto titubante, perchè non aveva mai messo un abito<br />
lungo e non era andata mai in una sartoria. Guardò la coda e disse: Se lei me l’ha<br />
fatta io la porterò”.<br />
Massimiliano Capella (storico dell’arte e della moda) è curatore della mostra.<br />
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<strong>La</strong> mostra<br />
INTRO<br />
“<strong>La</strong> moda non è ornamento, è architettura. Non basta che un vestito sia bello, dev’essere<br />
costruito come un palazzo poiché come un palazzo esso è la materializzazione di un’idea”<br />
Roberto <strong>Capucci</strong><br />
• Angelo d'Oro<br />
Presentato nel 1987 al Museo di Palazzo Venezia di Roma<br />
Abito-scultura in plissé lamé oro dai vari toni, con l’applicazione sul dorso di un<br />
elemento ad ala.<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong><br />
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SEZIONE PRIMA – Spose regine<br />
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L’abito da sposa rappresenta per il Maestro uno dei momenti di massima espressione della<br />
propria creatività, dall’invenzione delle fogge e dei volumi alla scelta dei colori alla e dei<br />
tessuti.<br />
Forma, colore ed elementi simbolici si fondono in abiti spettacolari.<br />
Tra le creazioni più celebri, dai primi anni Cinquanta ad oggi, restano impresse nella<br />
memoria quelle per Daniela e Patrizia Memmo e le figlie Anna e Fabiana Marenghi Vaselli,<br />
le sorelle Valentina e Clara Nasi, la marchesa Polissena di Bagno, la marchesa Costanza di<br />
Canossa, la principessa Maria Pace Odescalchi, le contesse Benedetta e Marzia Brachetti<br />
Peretti e la marchesa Leontina Ruffo di Calabria.<br />
Andando oltre la committenza, il Maestro crea due esempi assoluti di spose regali, l’Abito<br />
da sposa Tiepolo del 1992, sublime e maestoso, ispirato al celebre affresco del 1743-44 di<br />
Giambattista Tiepolo <strong>La</strong> continenza di Scipione, nella villa Cordellina Lombardi di<br />
Montecchio Maggiore a Vicenza, e l’Abito da sposa Rosso, in due toni di rosso di mikado di<br />
seta, presentato nel 2009 a Venezia a Palazzo Fortuny.<br />
• Abito da sposa per Alessandra Gribaudo<br />
1989<br />
Abito da sposa in mikado con grande volant in taffetas plissé che orla la lunga coda e<br />
si racchiude in un elemento a volute sul dorso.<br />
Collezione privata<br />
• Abito da sposa per Cristina Lotito Mezzaroma<br />
1990<br />
Abito da sposa in mikado bianco e rosa cipria interamente ricamato, con lunga coda<br />
smerlata ed elementi a panier in vita.<br />
Collezione privata<br />
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• Sposa rossa<br />
Presentato nel 2009 a Palazzo Fortuny, Venezia<br />
Abito-scultura da sposa in mikado in due toni di rosso fuoco con lunga coda e corpino<br />
ricamato in canutiglie di cristallo con velo a rete dorato.<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong><br />
• Abito da sposa per la marchesa Polissena di Bagno<br />
1983<br />
Abito-scultura da sposa in taffetas in due toni di bianco con ampie maniche a petali e<br />
lunga coda.<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong> (Donazione Marchesa Polissena di Bagno)<br />
• Abito da sposa per la marchesa Valentina Marini Clarelli-Nasi<br />
1982<br />
Abito-scultura da sposa in organza tripla bianca, con grande fiocco e inserti ricamati<br />
su organza tripla gialla nella coda. Le grandi maniche hanno una foggia a coppa.<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong> (Donazione Marchesa Valentina Marini Clarelli-Nasi)<br />
• Abito da sposa per Maria Luisa Sparaco<br />
1969<br />
Abito da sposa ispirato ai quadri del Pisanello realizzato con 120 metri di georgette<br />
bianca ricamata con mughetti bianchi. Presenta tre code che partono dalle spalle e<br />
dalla vita.<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong> (Donazione Maria Luisa Sparaco)<br />
• Sposa Tiepolo<br />
Presentato nel 1992 al Teatro Schauspielhaus, Berlino<br />
Abito-scultura da sposa ispirato al celebre affresco del 1743-44 di Giambattista Tiepolo<br />
<strong>La</strong> continenza di Scipione, nella villa Cordellina Lombardi di Montecchio Maggiore a<br />
Vicenza, in taffetas cangiante giallo-oro con grandi ali sulle maniche e lunga coda in<br />
rosa scuro e verde oliva.<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong><br />
SEZIONE SECONDA – Il disegno del maestro<br />
Il corpus dell’opera grafica del Maestro è composto da oltre 22.000 pezzi suddivisi tra i libri<br />
di Schizzi con le idee preparatorie, i Disegni veri di studio, in alcuni casi accompagnati anche<br />
dai campioni di tessuto per gli abiti da realizzare, e i Disegni illustrativi. Quest’ultimi sono<br />
eseguiti solitamente con matite colorate e grafite su carta Fabriano, 50 x 70 cm, e documentano<br />
opere realizzate anche da tempo. Contraddistinti da una linea tratteggiata sempre<br />
molto precisa, il disegno si fa più marcato quando <strong>Capucci</strong> deve rendere la materia più consistente<br />
di taffetas, crêpe, sauvage o mikado, mentre si alleggerisce in uno sfumato per materiali<br />
più aerei quali georgette e organza.<br />
A questi lavori si aggiungono negli ultimi anni gli inediti Disegni caricaturali che illustrano lo<br />
sguardo del Maestro sull’assenza di eleganza contemporanea. Immagini tratte dalla sua<br />
acuta osservazione della moda di strada, che da schizzo preparatorio viene trasformato in<br />
disegno ironico.<br />
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SEZIONE TERZA – Donne, primedonne e nobildonne<br />
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<strong>La</strong> sezione presenta cinque capolavori realizzati dal Maestro tra il 1952 e il 1992, destinati<br />
ad altrettante donne e primedonne dell’aristocrazia, del cinema, del teatro, dell’opera lirica e<br />
della scienza. Si può così ammirare la regalità di creazioni per Rita Levi Montalcini, per<br />
Raina Kabaivanska, Silvana Mangano, Esther Williams, Valentina Cortese e per la<br />
principessa Elvina Pallavicini, “donne di carattere che non seguono la moda, trovano l’abito<br />
o il colore che sta loro bene, e hanno il coraggio di non cambiare più”.<br />
• Abito da sera<br />
Presentato nel 1952 al Grand Hotel di Firenze<br />
Abito-scultura corto sul davanti in taffetas cangiante prugna con coda bouillonée.<br />
L’abito sarà acquistato dalla principessa Elvina Pallavicini Medici del Vascello<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong><br />
• Nove Gonne<br />
Presentato nel 1956 alla Sala Bianca di Palazzo Pitti, Firenze, per la terza edizione di<br />
Italian High Fashion Show.<br />
L’abito-scultura in taffetas di seta rosso "bello" con nove elementi sovrapposti sulla<br />
gonna sarà acquistato nel 1957 dall’attrice di Hollywood Esther Williams e nello stesso<br />
anno sarà immortalato in una striscia a fumetti dedicata a Marilyn Monroe, in cui la<br />
diva in versione fumetto indossa questa creazione di Roberto <strong>Capucci</strong>.<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong><br />
• Abito da gala per Rita Levi Montalcini<br />
1986 Stoccolma<br />
Abito creato per la cerimonia di conferimento del Premio Nobel per la Medicina il 10<br />
dicembre 1986 alla Concert Hall di Stoccolma da parte del re Carlo XVI Gustavo di<br />
Svezia. L’abito è realizzato con pannelli in velluto verde smeraldo, blu zaffiro e rosso<br />
rubino, con breve coda.<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong> (Donazione Rita Levi Montalcini)<br />
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• Abito scultura per Valentina Cortese per il Festival di Salisburgo<br />
1987<br />
Abito-scultura in faille rosa ortensia sfumato dallo scuro al chiaro con elemento a farfalla<br />
sul dorso e doppio effetto a vortice sui lati della gonna.<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong> (Donazione Valentina Cortese De Angeli)<br />
• Abito per Raina Kabaivanska in “<strong>La</strong> Vedova Allegra”<br />
1991, Trieste, Piazza Unità d’Italia<br />
Costume teatrale per il personaggio di Anna Glavari ne “<strong>La</strong> Vedova Allegra" in taffetas<br />
plissé nero ricamato con paillettes e canutiglie di cristallo. Un grande volant circonda<br />
l'abito e la lunga coda di taffetas plissé.<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong> (Donazione Vittoria Cappelli)<br />
• Tunica per Silvana Mangano<br />
Presentato nel 1971 a Roma nell’Atelier Roberto <strong>Capucci</strong> di via Gregoriana.<br />
Abito materico in georgette beige con applicazioni di corda sullo scollo e sulle maniche.<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong><br />
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SEZIONE QUARTA – Arte e Natura nella ricerca della regalità<br />
Architettura<br />
11<br />
“Ho scelto le colonne perché sono l’emblema di questa città [Roma] e la rappresentano da<br />
secoli”. Lo studio dell’arte e dell’architettura suggerisce al Maestro, fin dagli anni Cinquanta,<br />
creazioni solenni, in alcuni casi ispirate agli ordini architettonici. Tra di esse, l’Abito dorico,<br />
in raso beige modellato come una colonna con cinta di foglie, della collezione autunno/<br />
inverno 1978-1979; Capitello corinzio, in charmeuse plissé beige con corpino ricoperto di<br />
foglie verde-oro stile capitello corinzio, Capitello a paniere, in mikado bianco con corpino a<br />
ventaglio in lamé ad intarsi oro e argento, memore delle ornamentazioni a mosaico e dei<br />
capitelli bizantini, e l’elegantissimo Ricciolo barocco, dalla linea a scatola in lamé oro e<br />
argento, con volute sui fianchi, ispirate all’ordine ionico, tutti presentati a Roma nel 1989.<br />
• Colonna Dorica<br />
Presentato nel 1978 a Roma, Palazzo Barberini<br />
Abito-scultura in raso beige modellato come una colonna dorica, con cinta di foglie.<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong><br />
• Capitello Corinzio<br />
Presentato nel 1989 a Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna<br />
Abito-scultura in charmeuse plissé beige con corpino ricoperto di foglie verde-dorato,<br />
secondo l’ordine corinzio.<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong><br />
• Capitello a paniere<br />
Presentato nel 1989 a Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna<br />
Abito-scultura in mikado bianco con corpino a ventaglio in lamé ad intarsi oro e argento,<br />
memore delle ornamentazioni a mosaico e delle linee dei capitelli bizantini.<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong><br />
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• Ricciolo barocco<br />
Presentato nel 1989 a Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna<br />
Abito-scultura dalla linea a scatola in lamé oro e argento, con riccioli barocchi sui fianchi,<br />
ispirati alle volute del capitello ionico.<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong><br />
• Abito scultura<br />
Presentato nel 1987 a Roma, Museo di Palazzo Venezia<br />
Abito-scultura in taffetas cangiante plissé multicolore con bolero dalla linea a scatola.<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong><br />
• Abito scultura<br />
Presentato nel 1989 a Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna<br />
Abito-scultura in raso grigio di "linea a scatola" con elementi e intarsi di raso in due<br />
toni di blu.<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong><br />
• Abito scultura<br />
Presentato nel 1989 a Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna<br />
Abito-scultura dalla "linea a scatola" in mikado in due toni di porpora con elementi e<br />
intarsi di raso in due toni di grigio.<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong><br />
• Architecture<br />
Presentato nel 2006 a Strasburgo, Palais du Rhin<br />
Abito-scultura in lamé argento, con applicazioni di farfalle sul bolero e sulle maniche<br />
in plastica che presentano la tradizionale linea a scatola creata da <strong>Capucci</strong> nel 1958.<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong><br />
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SEZIONE QUARTA – Arte e Natura nella ricerca della regalità<br />
I minerali per la Biennale di Venezia del 1995<br />
13<br />
Dal 1980 il Maestro si presenta unicamente come creatore di abiti-sculture all’interno di<br />
musei e spazi artistici di grande prestigio, ogni volta in una città diversa, “quella”, secondo<br />
lo stesso <strong>Capucci</strong> “che sarà pronta ad accogliermi”.<br />
Nel 1995 il direttore del settore Arti Visive della Biennale di Venezia gli chiede di presentare<br />
in occasione dell’edizione del centenario della manifestazione creazioni emblematiche del<br />
suo percorso creativo, con un unica raccomandazione “...non si dimentichi mai il lavoro che<br />
fa”.<br />
Il Maestro presenta dodici Architetture in tessuto, esposte su manichino senza testa,<br />
massima espressione della sua riflessione e osservazione sulla natura, sul mondo<br />
minerale, sul colore e sull’arte: Sagenite, Fluorite, <strong>La</strong>pislazzuli, Violano, Emanite,<br />
Ossidiana, Diaspro, Cinabro, Antimonite, Pirite, Allanite e Siderite. Nella presentazione delle<br />
opere a Venezia, Giulio Macchi afferma che “la patente di artista può essere data a<br />
chiunque porti nuovi valori siano essi espressi con stoffe, con penne d’oca o con marmi”.<br />
Da questo momento Roberto <strong>Capucci</strong> è per tutti il Maestro della Moda.<br />
• Allanite<br />
Presentato nel 1995 alla Biennale di Venezia nel Centenario dell’Esposizione Internazionale<br />
delle Arti Visive<br />
Architettura in Tessuto in taffetas grigio scuro nella tradizionale "linea a scatola" creata<br />
da <strong>Capucci</strong> nel 1958, arricchita da elementi geometrici.<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong><br />
• Antinomite<br />
Presentato nel 1995 alla Biennale di Venezia nel Centenario dell’Esposizione Internazionale<br />
delle Arti Visive<br />
Architettura in Tessuto in taffetas sauvage argento con elementi a cerchio dall'effetto<br />
a spirale.<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong><br />
<strong>La</strong> <strong>Venaria</strong> <strong>Reale</strong> – Comunicazione e Stampa<br />
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• Cinabro<br />
Presentato nel 1995 alla Biennale di Venezia nel Centenario dell’Esposizione Internazionale<br />
delle Arti Visive<br />
Architettura in Tessuto in taffetas bordeaux e taffetas plissé con sfumature di rosso<br />
dall'effetto a conchiglia.<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong><br />
• Diaspro<br />
Presentato nel 1995 alla Biennale di Venezia nel Centenario dell’Esposizione Internazionale<br />
delle Arti Visive<br />
Architettura in Tessuto in taffetas viola cangiante con bordi plissé nei vari toni del verde<br />
e del viola che richiamano le foglie e corpino di velluto viola.<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong><br />
• Ematite<br />
Presentato nel 1995 alla Biennale di Venezia nel Centenario dell’Esposizione Internazionale<br />
delle Arti Visive<br />
Architettura in Tessuto in taffetas plissé nelle sfumature del grigio e del verde con effetto<br />
a nido d'ape e corpino in taffetas bianco a piccole pieghe.<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong><br />
• Fluorite<br />
Presentato nel 1995 alla Biennale di Venezia nel Centenario dell’Esposizione Internazionale<br />
delle Arti Visive<br />
Architettura in Tessuto in velluto viola con elementi a fogli aperti in taffetas viola.<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong><br />
• <strong>La</strong>pislazzuli<br />
Presentato nel 1995 alla Biennale di Venezia nel Centenario dell’Esposizione Internazionale<br />
delle Arti Visive<br />
Architettura in Tessuto dalla "linea a scatola" con quattro archi in taffetas nei toni del<br />
blu con pieghe multicolore.<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong><br />
14<br />
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• Ossidiana<br />
Presentato nel 1995 alla Biennale di Venezia nel Centenario dell’Esposizione<br />
Internazionale delle Arti Visive<br />
Architettura in Tessuto in velluto nero con pieghe in taffetas nelle diverse sfumature di<br />
grigio.<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong><br />
• Pirite<br />
Presentato nel 1995 alla Biennale di Venezia nel Centenario dell’Esposizione<br />
Internazionale delle Arti Visive<br />
Architettura in Tessuto in taffetas blu con elementi in taffetas plissè bronzo che<br />
simulano movimento.<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong><br />
• Sagenite<br />
Presentato nel 1995 alla Biennale di Venezia nel Centenario dell’Esposizione<br />
Internazionale delle Arti Visive<br />
Architettura in Tessuto di "linea a scatola" in taffetas shantung di color oro con<br />
elementi ad arco giallo e oro sulla vita e corpino a cordoni.<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong><br />
• Siderite<br />
Presentato nel 1995 alla Biennale di Venezia nel Centenario dell’Esposizione<br />
Internazionale delle Arti Visive<br />
Architettura in Tessuto in taffetas plissé dalle sfumature del bronzo e dell'arancione<br />
con volute ruotanti sulle spalle e sui fianchi.<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong><br />
• Violano<br />
Presentato nel 1995 alla Biennale di Venezia nel Centenario dell’Esposizione<br />
Internazionale delle Arti Visive<br />
Architettura in Tessuto in taffetas viola e verde cangiante con ventagli sovrapposti<br />
sulla gonna.<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong><br />
15<br />
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SEZIONE QUARTA – Arte e Natura nella ricerca della regalità<br />
Fiori e foglie<br />
16<br />
“I miei vestiti prendono a prestito dalla natura foglie, corolle, farfalle...”.<br />
Dall’osservazione della natura e dallo studio dei motivi decorativi fitomorfi dei mosaici<br />
nascono creazioni che sembrano uscire da giardini fioriti, come Bouganville e Primavera e<br />
gli altri abiti scultura degli anni ottanta e novanta come Orchidea Nera del 1987 in taffetas<br />
plissé nero con bordi bianchi e volute nella parte anteriore che simulano il fiore tropicale, e il<br />
capolavoro di cesello rappresentato dall’Abito a foglie d’oro del 1992, modellato sui raffinati<br />
esempi di scultura a bassorilievo e sui mosaici dell'arte bizantina.<br />
• Orchidea<br />
Presentato nel 1987 nel Museo di Palazzo Venezia, Roma<br />
Abito-scultura in taffetas plissé nero con bordi bianchi e volute nella parte anteriore.<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong><br />
• Foglie d’oro<br />
Presentato nel 1992 al Teatro Schauspielhaus di Berlino<br />
Abito-scultura corto sul davanti con strascico in lamé oro ricoperto di foglie dai vari<br />
toni del giallo e dell’oro, modellato sui raffinati esempi di scultura a bassorilievo<br />
dell'arte bizantina.<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong><br />
• Bouganville<br />
Presentato nel 1989 alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma<br />
Abito-scultura in taffetas plissé verde con elementi a cerchio in taffetas plissé foderati<br />
nei colori ciclamino, fucsia, viola a simulare dei petali.<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong><br />
• Primavera<br />
Presentato nel 1989 alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma<br />
Abito-scultura in organza satinata avorio ricamato con fiori multicolori. <strong>La</strong> giacchina ha<br />
i bordi plissé e un grande fiocco.<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong><br />
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SEZIONE QUARTA – Arte e Natura nella ricerca della regalità<br />
Ali, farfalle e farfalloni<br />
17<br />
Nell’ottobre del 1982, a Palazzo Visconti di Milano, la donna di <strong>Capucci</strong> prende il volo con<br />
l’apparizione dell’Abito da sera Angelo, in velluto prugna con foglie in taffetas liscio e<br />
taffetas shantung in vari toni, e degli altri abiti scultura in velluto con elementi ad ala in raso,<br />
primi di una serie di abiti sculture alate, proiezioni vestimentarie del celebre marmo greco<br />
raffigurante la Nike di Samotracia.<br />
Donne eteree e irraggiungibili sono quelle che indossano le ali di farfalla dell’Abito da sera<br />
Farfallone, in taffetas plissé in un arcobaleno di colori, presentato a New York nel 1985, e<br />
degli altri abiti farfalla.<br />
Nel contesto dell’omaggio alle creature alate si inserisce nel 2011 l’inedito omaggio che il<br />
Maestro riserva alla Vittoria Alata, il celeberrimo bronzo classico con echi ellenistici, simbolo<br />
di bellezza e trionfo, risalente probabilmente al I secolo d.C. Nella statua, la pura ed<br />
estatica dea Afrodite, intenta a rimirarsi nello specchio, si trasforma in irraggiungibile Vittoria<br />
Alata dalla veste drappeggiata, sottilissima e probabilmente bagnata. Il Maestro la<br />
interpreta con una ricchissima creazione dai 25 metri di georgette di seta e 17 metri di<br />
mikado in tre diverse tonalità di verde, una di mauve e una di bronzo.<br />
• Abito alato<br />
Presentato nel 1981 a Palazzo Barberini, Roma<br />
Abito-scultura in velluto prugna con elementi a vela sui fianchi in raso viola.<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong><br />
• Angelo Viola<br />
Presentato nel 1982 a Palazzo Visconti, Milano<br />
Abito-scultura in velluto prugna con foglie in taffetas liscio e taffetas shantung in vari<br />
toni.<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong><br />
• Farfallone<br />
Presentato nel 1985 all’Army National Guard Armory, New York<br />
Abito-scultura in taffetas plissé di vari colori con ampie maniche a farfalla.<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong><br />
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• Abito farfalla<br />
Presentato nel 1985 all’Army National Guard Armory, New York<br />
Abito-scultura in crêpe bianco con corpino ed elemento a farfalla sul dorso ricamato in<br />
cristalli argento e oro.<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong><br />
• Abito farfalla<br />
Presentato nel 1992 al Teatro Schauspielhaus di Berlino<br />
Abito-scultura in taffetas ciclamino con volute ad effetto ala in taffetas verde scuro e<br />
turchese con intarsi multicolore. Una fibbia completa il percorso delle volute.<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong><br />
• Abito-scultura Vittoria Alata<br />
Presentato nel 2011 al Museo di Santa Giulia di Brescia<br />
Abito-scultura ispirato al bronzo romano Vittoria Alata, realizzato con 25 metri di<br />
georgette di seta e 17 metri di mikado in tre diverse tonalità di verde, una di mauve e<br />
una di bronzo. <strong>La</strong> gonna-manto, le maniche e l’ampia scollatura, unica citazione fedele<br />
del chitóne della Vittoria Alata, sono in georgette di seta, mentre la sottogonna rigida,<br />
l’alta cinta e le ali sono in mikado mauve. Le ali sono doppiate e riccamente drappeggiate<br />
nei colori del mauve e del bronzo e si inseriscono nella scollatura posteriore<br />
sottolineandone il profondo taglio a V. L’abito presenta un accentuato taglio piramidale<br />
conferito dalle due code in georgette che partendo dalle maniche si sviluppano fino<br />
a terra.<br />
Collezione Privata<br />
18<br />
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SEZIONE QUARTA – Arte e Natura nella ricerca della regalità<br />
Fuoco rosso<br />
19<br />
Il Maestro crea nel corso della sua carriera diversi abiti scultura ispirati agli elementi<br />
naturali: l’acqua, l’aria, il fuoco e la terra. Tra i risultati più ragguardevoli vi è certamente<br />
Fuoco, presentato a New York nel 1985. Composto da ventagli di plissé simili a fiammelle in<br />
quattordici toni di rosso è esposto in questa sala con una selezione di altre opere ispirate al<br />
colore del fuoco e alle sue declinazioni. Tra di esse l’Abito da sera in taffetas plissé del<br />
1989 in due toni di rosso e arancio, con un grande fiore che si apre sul petto e, sul dorso,<br />
un movimento del tessuto a forma di grande ventaglio, e l’Abito da sera Ventagli del<br />
1980/81, straordinario esempio di eleganza e invenzione architettonica.<br />
• Fuoco<br />
Presentato nel 1985 all’Army National Guard Armory, New York<br />
Abito-scultura in taffetas sauvage composto da ventagli di plissé simili a fiammelle in<br />
quattordici toni di rosso con corpetto.<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong><br />
• Ventagli<br />
Presentato nel 1980 a Palazzo Barberini, Roma<br />
Abito-scultura in taffetas sauvage rosso con elementi a ventaglio inseriti nei fianchi<br />
della gonna che si aprono e si richiudono con effetto sorpresa.<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong><br />
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• Abito scultura<br />
Presentato nel 1987 al Museo di Palazzo Venezia, Roma<br />
Abito-scultura in velluto rosso scuro con bolero a ventagli in taffetas cangiante plissé<br />
nei toni del rosso, dell'azzurro e del viola.<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong><br />
• Abito scultura<br />
Presentato nel 1989 alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma<br />
Abito-scultura in taffetas plissé in due toni di rosso e arancio, con un grande fiore che<br />
si apre sul petto e, sul dorso, un movimento del tessuto a forma di grande ventaglio.<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong><br />
• Marsina<br />
Presentato nel 1992 al Teatro Schauspielhaus di Berlino<br />
Giacca in stile marsina in taffetas ermesino plissé nelle varie sfumature dell'arancione<br />
e del rosso, con pantalone viola e blusa rosa.<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong><br />
20<br />
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Omaggio a Maria Callas– Vestire le Vestali<br />
21<br />
Nel 1986, nello scenario dell’Arena di Verona, va in scena lo spettacolo Questa è l’Arena,<br />
qui è nata Maria Callas, omaggio al leggendario soprano. <strong>La</strong> serata evento segna il debutto<br />
sulla scena operistica del Maestro che, con 500 metri di taffetas bianco, argento e ghiaccio,<br />
realizza i costumi delle dodici vestali che sfilano solennemente sulle note di Casta Diva.<br />
Roberto <strong>Capucci</strong>, il grande inventore dell’abito quale sintesi delle arti visive, per il suo<br />
ingresso nel teatro operistico sceglie il palcoscenico più spettacolare, l’Arena di Verona. I<br />
costumi dei ballerini solisti, Carla Fracci e Gheorghe Iancu, e quelli delle vestali si fondono<br />
perfettamente con lo scenario solenne dell’Arena e con la magica voce della Callas. Gli<br />
abbaglianti costumi teatrali in taffetas hanno una coda formata dalla parte centrale dell’abito<br />
e dalle maniche, impreziositi da un ricamo di paillettes d’argento e da una serie di cordoni<br />
d’argento di diverse dimensioni sul corpino.<br />
• Abito-scultura Vestale<br />
Presentato nel 1986 all’Arena di Verona<br />
Abito di scena creato per le vestali della Norma di Vincenzo Bellini nello spettacolo di<br />
Pier Luigi Pizzi Questa è l’Arena, qui è nata Maria Callas, andato in scena nel settembre<br />
1986 all’Arena di Verona. L’abito-scultura è in taffetas di seta con coda formata<br />
dalla parte centrale posteriore del tessuto e dalle maniche-ali, impreziosito da un ricamo<br />
di paillettes d’argento e da una serie di cordoni d’argento di diverse dimensioni<br />
cuciti sul corpino.<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong><br />
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Roberto <strong>Capucci</strong>. <strong>La</strong> biografia<br />
22<br />
Roberto <strong>Capucci</strong> nasce a Roma il 2 dicembre 1930. Frequenta il Liceo Artistico e<br />
l'Accademia di Belle Arti dove studia con i maestri Mazzacurati, Avenali e de Libero.<br />
Nel 1950 apre in via Sistina il suo primo atelier e nel 1951 presenta per la prima<br />
volta le sue creazioni presso la residenza di Giovanni Battista Giorgini a Firenze,<br />
inventore della moda italiana. A soli 26 anni è giudicato il miglior designer della<br />
moda italiana, particolarmente apprezzato da Christian Dior, e nel 1958 crea la<br />
Linea a scatola, autentica rivoluzione dal punto di vista tecnico e stilistico. Per<br />
questa proposta innovativa il 17 settembre 1958 riceve a Boston l’Oscar della Moda<br />
(Filene’s Young Talent Design Award) quale migliore creatore di moda insieme a<br />
Pierre Cardin e James Galanos, e nel 1961 viene accolto in modo entusiastico della<br />
critica francese per le sfilate parigine nel calendario della Chambre Syndacale de la<br />
Mode che lo portano ad aprire nel 1962 un suo atelier al n. 4 di Rue Cambon a<br />
Parigi.<br />
Nel 1968 rientra in Italia nell’atelier in via Gregoriana a Roma dove presenta le sue<br />
collezioni nel calendario della moda organizzato dalla Camera Nazionale dell'Alta<br />
Moda e, nello stesso anno, disegna i costumi per Silvana Mangano e Terence<br />
Stamp per il film Teorema di Pier Paolo Pasolini. Nel luglio del 1970 presenta, per la<br />
prima volta, il suo lavoro in un museo, a Roma nel ninfeo del Museo di Arte Etrusca<br />
di Villa Giulia, con una collezione che rivoluziona la tradizione delle sfilate, con<br />
modelle che indossano stivali con tacco basso, senza trucco e con i capelli al<br />
naturale. Incomincia la grande sperimentazione con l’inserimento nelle sue<br />
collezioni di elementi decorativi rigidi e strutturali, materia ricca e povera, tessuti<br />
pregiati, sassi e paglia.<br />
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Nel 1980 <strong>Capucci</strong> si dimette dalla Camera Nazionale della Moda e decide di<br />
presentare le sue collezioni come personali d’artista, realizzandole quando si sente<br />
pronto, senza seguire né scadenze né calendari.<br />
Con la mostra Roberto <strong>Capucci</strong> l'Arte Nella Moda - Volume, Colore e Metodo del<br />
1990 in Palazzo Strozzi a Firenze inizia la sua stagione espositiva e viene<br />
accolto con grandi elogi sia dalla critica, sia dal pubblico nei musei più importanti del<br />
il mondo, tra cui il Kunsthistorihsches Museum (Vienna), il Nordiska Museet<br />
(Stoccolma), il Museo Puskin (Mosca) e il Museum of Art di Philadelphia.<br />
Nel 1995 viene invitato a presentare le sue creazioni all’Esposizione Internazionale<br />
di Arti Visive. <strong>La</strong> Biennale di Venezia, nell’edizione del centenario 1895-1995.<br />
Nel 2005, con l'Associazione Civita, crea la Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong> con lo<br />
scopo di preservare il suo archivio che consta di circa 450 abiti storici, 300<br />
illustrazioni firmate, 22.000 disegni originali, una rassegna stampa completa e una<br />
vasta fototeca e mediateca.<br />
Nel 2007 apre a Firenze nella Villa Bardini il Museo della Fondazione Roberto<br />
<strong>Capucci</strong> all’interno del quale vengono organizzate mostre e un’intensa attività<br />
didattica.<br />
Roberto <strong>Capucci</strong> è considerato uno dei più grandi designer del XX secolo.<br />
23<br />
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24<br />
BIGLIETTI<br />
<strong>La</strong> mostra è compresa nel biglietto:<br />
LA VENARIA REALE “TUTTO IN UNA REGGIA” (“tutto compreso”)<br />
Questo ingresso offre:<br />
- Reggia con percorso Teatro di Storia e Magnificenza, eventi espositivi, Musica a Corte<br />
- tutte le Mostre in corso<br />
- Giardini (Parco alto e Parco basso) con Potager Royal, installazioni di arte contemporanea,<br />
Fantacasino, Domeniche da Re<br />
- Teatro d’Acqua della Fontana del Cervo<br />
20 euro<br />
39 euro (“PACCHETTO FAMIGLIA”: 2 adulti + massimo 3 minori dai 6 ai 18 anni)<br />
Gratuito per i minori di 6 anni<br />
Con questo biglietto si ha anche diritto al 10% di sconto ai punti ristoro, bottega e bookshop;<br />
e al Ridotto per il servizio di Audiopen nella Reggia, il Trenino, Carrozza e Gondole<br />
nei Giardini.<br />
ROBERTO CAPUCCI. LA RICERCA DELLA REGALITÀ<br />
Intero<br />
10 euro<br />
Ridotto<br />
gruppi di min. 12 persone, dai 6 ai 18 anni e maggiori di 65 anni, quanti previsti da conv.<br />
per Ridotti)<br />
8 euro<br />
Scuole<br />
(classi minimo di 12 studenti, ingresso gratuito per 2 accompagnatori ogni 25 studenti)<br />
4 euro<br />
Minori di 6 anni e quanti previsti da conv. per Gratuiti<br />
Gratuito<br />
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ORARI<br />
25<br />
Lunedì: chiusura (tranne eventuali giorni Festivi -escluso Natale- che hanno gli stessi orari<br />
della domenica)<br />
Da martedì a venerdì: dalle ore 9 alle 17 (ultimo ingresso ore 15.30)<br />
Sabato e domenica: dalle ore 9 alle 20 (ultimo ingresso ore 18.30)<br />
<strong>La</strong> Reggia è aperta (con gli stessi orari della domenica) nei giorni Festivi:<br />
Capodanno (1° gennaio, ma dalle ore 11), Epifania (6 gennaio), Pasqua e Pasquetta, Festa<br />
della Liberazione (25 aprile), Festa del <strong>La</strong>voro (1° maggio), Festa della Repubblica (2<br />
giugno), Ferragosto (15 agosto), Ognissanti (1° novembre), Festa dell'Immacolata (8<br />
dicembre) e Santo Stefano (26 dicembre). Resta aperta secondo l'orario settimanale anche<br />
il giorno di Sant'Eusebio, Patrono di <strong>Venaria</strong> <strong>Reale</strong> (14 agosto).<br />
INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI<br />
tel. + 39 011 4992333 - www.lavenaria.it<br />
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Realizzazione<br />
Organizzazione<br />
26<br />
Consorzio <strong>La</strong> <strong>Venaria</strong> <strong>Reale</strong><br />
In collaborazione con<br />
Fondazione Roberto <strong>Capucci</strong><br />
Ideazione e cura<br />
Massimiliano Capella<br />
Comitato scientifico<br />
Carlo Bertelli<br />
Massimiliano Capella<br />
Roberto <strong>Capucci</strong><br />
Enrico Minio <strong>Capucci</strong><br />
Raffaella Sgubin<br />
Sylvia Ferino Pagden<br />
Giovanni Carlo Federico Villa<br />
Partner scientifico<br />
Centro Arti Visive dell’Università<br />
degli Studi di Bergamo<br />
per la Fondazione <strong>Capucci</strong><br />
Enrico Minio <strong>Capucci</strong><br />
Serena Angelini Parravicini<br />
per il Consorzio <strong>La</strong> <strong>Venaria</strong> <strong>Reale</strong><br />
Presidente<br />
Fabrizio Del Noce<br />
Consiglio d’Amministrazione<br />
Luigi Quaranta<br />
Michele Coppola<br />
Enrico Filippi<br />
Claudia De Benedetti<br />
Revisori dei conti<br />
Giuseppe Mesiano<br />
Mario Montalcini<br />
Lionello Savasta Fiore<br />
Direttore<br />
Alberto Vanelli<br />
Organizzazione<br />
Gianbeppe Colombano<br />
Ufficio Attività espositiva<br />
Tomaso Ricardi di Netro<br />
Giulia Zanasi (registrar) con Patrizia<br />
Raineri<br />
in collaborazione con Clara Goria<br />
Comunicazione e Stampa<br />
Andrea Scaringella<br />
Matteo Fagiano, Cristina Negus,<br />
Carla Testore con Elena Alliaudi,<br />
M.Clementina Falletti, Alessandra<br />
Zago<br />
Immagine della mostra<br />
Domenico De Gaetano<br />
Chiara Tappero, Anna Giuliano<br />
C o n c e t to e r ie l ab o r azi o n e<br />
dell’immagine di copertina<br />
Stefano Canulli<br />
Promozione ed evento inaugurale<br />
Sonia Amarena<br />
Silvia Penna, Luca Naccarato,<br />
Sabrina Repetto<br />
in collaborazione con Agenzia Uno<br />
Allestimento<br />
Set-Up<br />
Manichini<br />
Sponsorizzazione tecnica di<br />
Bonaveri srlup<br />
Grafica in mostra<br />
Bellissimo & the Beast<br />
Progetto di allestimento e direzione<br />
lavori<br />
Giovanni Tironi<br />
Amministrazione<br />
Francesca Cassano<br />
Stefania Mina<br />
Ufficio allestimenti<br />
Francesco Bosso<br />
Paolo Armand, Fabio Soffredini<br />
Ufficio Conservazione<br />
Silvia Ghisotti, Donatella Zanardo<br />
Trasporti<br />
Crown Fine Art<br />
Fotografie abiti<br />
Claudia Primangeli, Roma<br />
Gianluca Baronchelli, Gorizia<br />
per gentile concessione dei musei<br />
provinciali di Gorizia<br />
Assicurazioni<br />
Studio Pastore Insurance Broker<br />
Traduzione degli apparati didattici<br />
<strong>La</strong>nguage Point<br />
Servizi educativi<br />
Silvia Varetto<br />
Supervisione architettonica e<br />
impiantistica<br />
Francesco Pernice con Giorgio<br />
Ruffino, Vincenzo Scarano, Alberto<br />
Miele<br />
Sicurezza<br />
Gianfranco Lo Cigno, Carlo Riontino<br />
Servizio di gestione<br />
ATI <strong>La</strong> Corte <strong>Reale</strong>, Telecontrol,<br />
Diamante<br />
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29
Crediti fotografici<br />
30<br />
• pag. 2 - Roberto <strong>Capucci</strong>, abito " Nove gonne", foto Renata Riederer (1956), concetto e<br />
rielaborazione immagine Stefano Canulli (2013);<br />
• pag. 3 - a sinistra, Roberto <strong>Capucci</strong> con Franca Rame nell'atelier di Roma; a destra, Roberto<br />
<strong>Capucci</strong> con Maria Pia di Savoia;<br />
• pag.4 - foto Claudia Primangeli, Roma;<br />
• pag. 5 - Roberto <strong>Capucci</strong> tra 3 modelle nel suo atelier a Roma;<br />
• pag. 6 - foto Claudia Primangeli, Roma;<br />
• pag. 7 - foto Claudia Primangeli, Roma;<br />
• pag. 9 - <strong>La</strong> Professoressa Rita Levi Montalcini mentre ritira il Premio Nobel per la Medicina,<br />
Stoccolma, 1986;<br />
• pag. 10 - foto Claudia Primangeli, Roma;<br />
• pag. 11 - foto Claudia Primangeli, Roma;<br />
• pag. 12 - foto Claudia Primangeli, Roma;<br />
• pag. 13 - foto Gianluca Baronchelli, Gorizia, per gentile concessione dei Musei Provinciali di<br />
Gorizia;<br />
• pag. 14 - foto Gianluca Baronchelli, Gorizia, per gentile concessione dei Musei Provinciali di<br />
Gorizia;<br />
• pag. 16 - foto Claudia Primangeli, Roma;<br />
• pag. 17 - foto Claudia Primangeli, Roma;<br />
• pag. 18 - foto Claudia Primangeli, Roma;<br />
• pag. 19 - foto Claudia Primangeli, Roma;<br />
• pag. 20 - foto Claudia Primangeli, Roma;<br />
• pag. 21 - foto Guido Bazzotti, Mantova;<br />
• pag. 22 - ritratto Fiorenzo Niccoli, Roma;<br />
• pag. 23 - concessione Villeroy & Boch.<br />
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31<br />
LA VENARIA REALE<br />
COMUNICAZIONE E STAMPA<br />
Andrea Scaringella (Resp.)<br />
Matteo Fagiano<br />
Cristina Negus<br />
Carla Testore<br />
con<br />
Elena Alliaudi<br />
Domenico De Gaetano<br />
M. Clementina Falletti<br />
Anna Giuliano<br />
Costantino Sergi<br />
Chiara Tappero<br />
Alessandra Zago<br />
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