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5. Adolescenti - Medio Friuli

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AZIENDA PER I SERVIZI SANITARI N.4 “MEDIO FRIULI” S.O.S.<br />

Formazione e Aggiornamento<br />

Adolescenza: approccio di comunità, metodologia di rete,<br />

criteri di vulnerabilità e risposta integrata al disagio, al<br />

rischio, alla crisi.<br />

Strutture intermedie e<br />

lavoro di rete con<br />

l’adolescente<br />

Stefano Costa<br />

UO Psichiatria e Psicoterapia età<br />

evolutiva – DSM - AUSL di Bologna


1) definizione struttura<br />

intermedia (1/2)<br />

Secondo una definzione de “L’Information<br />

Psychiatrique” del 1979, le “strutture intermedie<br />

potrebbero collocarsi: a valle dell’ospedale , ma<br />

anche in opposizione dialettica indispensabile<br />

con esso, senza costituire ancora modi di<br />

habitat e di vita completamente indipendenti e<br />

realizzando così dei tempi transitori (…); a<br />

monte dell’ospedale, queste strutture<br />

intermedie devono svilupparsi anche per<br />

essere il luogo di accoglimento di stati di crisi,<br />

permettendo così di risparmiare delle<br />

ospedalizzazioni”.


definizione struttura intermedia (2/2)<br />

In questa ottica parlare di “strutture intermedie”<br />

in psichiatria, per noi significa, parlare non solo<br />

di servizi come un Day Hospital o un Centro<br />

Diurno terapeutico, in quanto collocati fra<br />

ospedale e territorio, ma di “comunità<br />

terapeutiche”, o, per usare l’espressione<br />

utilizzata dai colleghi francesi, di psichiatria e<br />

psicoterapia istituzionale, perché organizzati<br />

secondo i criteri di dette comunità, che<br />

vedremo fra poco.


2) storia della comunità<br />

terapeutica ed fattori<br />

curativi<br />

Le Comunità Terapeutiche (CT) si<br />

inseriscono nel filone storico di critica<br />

alle istituzioni psichiatriche e di questa<br />

sono state anzi una significativa<br />

espressione.


Dalla fine del XVIII secolo: Pinel<br />

Moreno, Kurt Lewin , H.S. Sullivan, H. Simon.<br />

François Tosquelles e Bruno Bettelheim,<br />

(Ospedale di Saint-Alban e Orthogenic School<br />

di Chicago).<br />

La nascita delle comunità terapeutiche viene<br />

unanimemente ricondotta a Bion e Rickman,<br />

nel corso della seconda guerra mondiale,<br />

lavorando con i soldati ricoverati.<br />

A Tom Main, che subentrò nella direzione della<br />

sezione psichiatrica di Northfield, si deve il<br />

termine stesso di Comunità Terapeutica<br />

nonché la prima formulazione teorica dei suoi<br />

principi fondanti.


Maxwell Jones ( Mill Hill Public School)<br />

sviluppò la prospettiva “socioterapica” delle<br />

Comunità Terapeutiche che caratterizzò il<br />

suo lavoro nel dopoguerra, presso<br />

l’Henderson Hospital.<br />

Negli anni successivi alla guerra, in Francia vi<br />

fu un grande sviluppo di esperienze<br />

comunitarie, punto di riferimento anche per le<br />

successive esperienze italiane.<br />

Viene privilegiata la dimensione della terapia<br />

e della teoria della tecnica, ragione per cui<br />

trattano il tema delle Comunità Terapeutiche<br />

utilizzando l’espressione “psichiatria e<br />

psicoterapia istituzionale”.


Elementi che<br />

caratterizzano la Comunità<br />

terapeutica 1/2<br />

L’integrazione fra competenze, gruppi ,ottiche<br />

diverse risorsa terapeutica globale che<br />

cura con il suo funzionamento integrato;<br />

l’impostazione di tipo democratico, basata sulla<br />

partecipazione e la collaborazione di tutti i<br />

membri e sul carattere funzionale delle riunioni<br />

dei diversi gruppi.<br />

dimensione spaziale e temporale definita, offre<br />

cioè un “luogo” di incontro e confronto che<br />

predispone condizioni affettive favorevoli


Elementi che<br />

caratterizzano la<br />

Comunità terapeutica 2/2<br />

L’esperienza gruppale è il metodo di lavoro<br />

principale adottato dai curanti<br />

Il lavoro comunitario attiene fondamentalmente<br />

alla condivisione della vita quotidiana e ai modi<br />

nei quali questa viene organizzata.<br />

Il progetto terapeutico è personalizzato,<br />

Alla base sta l’ipotesi di un possibile percorso<br />

evolutivo.<br />

Una formazione continua degli operatori,<br />

regolari gruppi di supervisione.


Comunità terapeutiche in Italia<br />

Legge del 1977: chiusura delle scuole speciali,<br />

Legge 180 del 1978: superamento delle strutture<br />

manicomiali.<br />

riconoscere l’esistenza della sofferenza<br />

psichica e la conseguente necessità di curarla e non<br />

di reprimerla.<br />

A fronte di questi aspetti positivi, nel nostro Paese si è<br />

creato un vuoto di studi e di esperienza che si riflette<br />

in una debolezza culturale specifica i cui effetti<br />

negativi si evidenziano con una visione frammentata<br />

sulla base del criterio della sintomatologia, fortemente<br />

tecnicizzata all’apparenza, ma in realtà improntata<br />

esclusivamente alla risposta al sintomo, lontana dal<br />

modello originario delle Comunità Terapeutiche.


3) le strutture diurne tipo<br />

Day Hospital<br />

la prima struttura intermedia di tipo psichiatrico<br />

è stata un Day Hospital realizzato nel 1933 da<br />

Dzagarov a Mosca.<br />

Germania, 2001, studio sui trattamenti diurni<br />

Germania, 2001, studio sui trattamenti diurni<br />

in psichiatria infantile e dell’adolescenza:<br />

il trattamento diurno sta assumendo un<br />

ruolo sempre maggiore nell’ambito dei<br />

trattamenti psichiatrici in età evolutiva, ma<br />

nonostante ciò negli ultimi 15 anni vi sono<br />

pochi dati empirici disponibili.


Analizzati 45 centri di trattamento diurno: maggiore<br />

è l’investimento terapeutico, minore risulta la<br />

durata del trattamento, mentre variabili come il<br />

quadro diagnostico, l’età e il genere influenzano la<br />

durata ed i costi del trattamento in modo<br />

marginale.<br />

Nel 2004 rilevavamo con ricerca su MEDLINE<br />

(“Day Hospital” e “psichiatria infantile”) solamente<br />

33 articoli, di cui 12 risalenti agli anni 70;<br />

Un analogo studio del 2006 sui programmi di<br />

trattamento diurno con banca dati PsycINFO dal<br />

1974 al 2004: non sono stati rinvenuti studi<br />

randomizzati e sono state rilevate poche ricerche<br />

disponibili sull’efficacia dei trattamenti diurni.


4) nuovi orientamenti<br />

Rivista European Psychiatry, (ott.2005) serie di<br />

articoli sulla salute mentale nelle diverse capitali<br />

europee:<br />

Parigi: viene auspicata la creazione di servizi a<br />

bassa soglia per gli adolescenti in difficoltà<br />

Madrid: esistono specifici programmi per bambini<br />

ed adolescenti e negli ultimi due anni si è assistito<br />

ad un aumento del 50% dei posti di Day Hospital<br />

per bambini ed adolescenti e sono stati attivati 62<br />

nuovi letti in unità residenziali.<br />

Londra: viene seguito l’obiettivo di passare da<br />

trattamenti ospedalieri a quelli comunitari con il<br />

conseguente sviluppo di questi ultimi.


Rispetto all’Italia risulta tutt’oggi rilevante il<br />

Progetto obiettivo “Tutela salute mentale 1998-<br />

2000”, dove, nell’ area organizzativa dei servizi di<br />

salute mentale e di riabilitazione dell’età evolutiva<br />

si afferma: “l’area per la salute mentale e<br />

riabilitazione in età evolutiva dovrebbe<br />

comprendere una rete integrata di servizi,<br />

articolata nel modo seguente:<br />

……<br />

polo day-hospital e polo ospedaliero di<br />

neuropsichiatria Infantile;<br />

comunità diurne e residenziali per adolescenti,<br />

il cui contesto psicologico ed educativo<br />

garantisca trattamenti prolungati.


PARTE SECONDA:<br />

descrizione del funzionamento<br />

delle strutture intermedie della<br />

città di Bologna:<br />

1. Day Hospital,<br />

2. Semiresidenza<br />

3. Comunità Residenziali che<br />

ospitano minori


AREA DIPARTIMENTALE NPIA<br />

DIREZIONE<br />

DSM -DP<br />

AREA<br />

DIPARTIMENTALE<br />

NPIA<br />

UOC NPIA<br />

Attività<br />

Territoriale<br />

UOC NPIA<br />

Servizi<br />

specialistici<br />

UOS NPIA<br />

Pianura Est<br />

UOS NPIA<br />

Pianura Ovest<br />

UOS NPIA<br />

Casalecchio<br />

Porretta<br />

UOS NPIA<br />

BO Est<br />

UOS NPIA<br />

BO Ovest<br />

UOS NPIA<br />

S. Lazzaro<br />

UOS<br />

PPEE<br />

UOS<br />

Centri specialistici<br />

Prima infanzia<br />

UOS<br />

Centro Regionale<br />

Disturbi Cognitivi e<br />

Linguistici<br />

Il Servizio è articolato in due sottoinsiemi:<br />

•il Servizio Territoriale, suddiviso in diverse aree geografiche<br />

•l’area dei servizi specialistici


MODIFICAZIONI<br />

DELL’IMPOSTAZIONE<br />

DEL SERVIZIO<br />

+ PAZIENTI URGENTI =<br />

+ SOSTEGNO ALLE<br />

FAMIGLIE<br />

+ LAVORO DI EQUIPE<br />

+ INTERVENTO EDUCATIVO


DATI ATTIVITÀ DH 2008 – 1/2<br />

Consulenze al PS:<br />

136 (2,5 a settimana, per 252 gg di apertura<br />

all’anno del DH = 1 ogni 2 gg.)<br />

213 ricoveri di cui 110 nuovi ingressi 2008<br />

(52%) = a 2 nuovi pazienti ogni settimana<br />

Ingressi nuovi 2008:<br />

31 urgenze cliniche - 28%,<br />

29 arrivati dal PS dei 2 ospedali non dal<br />

territorio - 26% -> Tot. URGENZE = 54%<br />

28 dal Serv. Territoriale - 25%


DATI ATTIVITÀ DH 2008 – 2/2<br />

Popolazione minorenni residenti: 116.736<br />

Utenti in carico NPIA: 8.898<br />

ADOLESCENTI: pop 14-18 : 23739 utenti (0-17) 1332<br />

Totale 213 ricoveri + 10 paz. seguiti presso<br />

Totale 213 ricoveri + 10 paz. seguiti presso<br />

Istituto Penale Minorile<br />

(0,18% pop.gen. 0,9 adol. – 2,4% utenti NPIA, 1<strong>5.</strong>9% adol)<br />

Presenza giornaliera media al DH: 11 ragazzi –<br />

presenza diurna prolungata media: 3,<strong>5.</strong><br />

Intervento intensivo diurno (colloqui individuali +<br />

colloqui familiari + intervento educativo): 27<br />

(12,5%).


Modello teorico di<br />

riferimento - 1<br />

le crisi sono tappe della storia di ogni<br />

individuo; si definiscono per uno stato di<br />

squilibrio transitorio, vincolato a fattori<br />

interni o esterni, di fronte al quale<br />

bisogna trovare un nuovo equilibrio.<br />

Nel migliore dei casi – e la maggior<br />

parte delle volte- questo mette in gioco<br />

le potenzialità dell’individuo e permette<br />

una nuova espansione.


Modello teorico di<br />

riferimento - 2<br />

Obiettivo del trattamento è quello di<br />

superare il sentimento di vicolo cieco di<br />

impotenza che il soggetto sta vivendo,<br />

contenere la sofferenza, stabilire una<br />

relazione che diventi significativa, in<br />

ultimo, fare un progetto di lavoro<br />

focalizzando degli obiettivi con la<br />

riappropriazione del presente in connessione<br />

col passato.


Modello teorico di<br />

riferimento - 3<br />

Il primo passo indispensabile in tutte le<br />

situazioni di crisi è la capacità di ascolto<br />

del paziente e del suo ambiente e<br />

parallelamente la capacità di trasmettere<br />

comprensione ed accettazione.<br />

atteggiamento di accettazione rispettosa delle<br />

diverse posizioni portate dai ragazzi e dai loro<br />

familiari ha un effetto contenitivo ed evita il<br />

riacutizzarsi di agiti aggressivi


Modello teorico di<br />

riferimento - 4<br />

viene ricostruita una dettagliata storia dello<br />

sviluppo e della situazione attuale sia con i<br />

ragazzi, sia con i genitori. Al termine della<br />

valutazione tutte le informazioni raccolte<br />

vengono utilizzate per elaborare una lettura<br />

plurifocale del caso riguardante cioè sia il<br />

singolo che il suo contesto, che evidenzi le<br />

aree su cui è necessario e possibile<br />

intervenire e le risorse su cui è<br />

possibile puntare.


Valore terapeutico<br />

dell’intervento<br />

educativo<br />

AGGANCIO<br />

OSSERVAZIONE


“spazio educativo”: luogo accogliente,<br />

informale, non giudicante, di sostegno e<br />

non prescrittivo = positivo per i ragazzi<br />

più problematici.<br />

L’ adolescente condotto spesso a forza al Pronto<br />

Soccorso fatica ad accettare l’intervento di un medico<br />

psichiatra e rifugge il classico intervento di tipo<br />

ambulatoriale: per i ragazzi di sostare in un ambiente<br />

più informale, meno connotato dal punto di vista<br />

sanitario, spesso assieme ad altri ragazzi che –<br />

seppure in modo diverso – hanno condiviso con loro<br />

momenti simili di disagio, è risultata determinante per<br />

favorire l’adesione al trattamento.


capacità osservativa: possibilità infatti di<br />

osservare all’interno del gruppo dei pari o<br />

negli spazi esterni o rispetto all’esecuzione di<br />

lavori di tipo espressivo, come pure in attività<br />

quotidiane come il mangiare assieme o il fare<br />

la spesa: elementi estremamente utili e non<br />

raggiungibili altrimenti.<br />

Sullivan: se si vogliono comprendere bene i<br />

problemi del paziente occorre comprenderlo<br />

nelle caratteristiche principali del suo modo di<br />

trattare il prossimo (1967).


CASO CLINICO<br />

Diversi dati sono stati modificati così da non rendere riconoscibile il paziente<br />

CARLOTTA, 16 anni<br />

Nucleo familiare composto da due genitori e 4 fratelli<br />

minori; si sono trasferiti da pochi mesi a Bologna da<br />

Torino anche a causa di un tracollo finanziario del<br />

padre; dopo un insuccesso scolastico ora<br />

frequentava istituto privato per il recupero<br />

scolastico.<br />

Il 19 novembre si reca al PS dell’Ospedale S.Orsola<br />

per episodio sincopale con trauma cranico; visto<br />

l’evidente stato di confusione viene chiesta una<br />

consulenza psichiatrica (Servizio Psichiatria Adulti);<br />

il consulente contatta il ns. servizio e fissiamo per la<br />

mattina successiva la prima visita.


Il 20 novembre si presentano padre madre e la<br />

ragazza.<br />

Vengono inizialmente ricevuti assieme, quindi<br />

svolti colloqui separati fra genitori e ragazza; nei<br />

colloqui con la ragazza si alternano una figura<br />

maschile e una femminile, entrambi medici NPI.<br />

Carlotta si presenta col volto inespressivo,<br />

distante, ha lo sguardo fisso, perso nel vuoto,<br />

mantiene una postura rigida.<br />

Rispondendo alle domande poste afferma che ha<br />

iniziato a star male da circa 10 giorni pur non<br />

capendo bene cosa le stava capitando; le cose<br />

sono diventate chiare la scorsa notte quando ha<br />

parlato con Dio. Riferisce allucinazioni uditive;<br />

afferma di sapere che andrà all’inferno come<br />

punizione per le sue colpe (ha mentito a Dio).


La notte scorsa avrebbe parlato sia con Dio che<br />

con Satana e per questo non ha dormito tutta la<br />

notte. Dio la vuole metabolizzare e, quindi<br />

ricostruire. E’ in grado anche se per breve tempo di<br />

prendere le distanze e criticare le convinzioni<br />

deliranti.<br />

Il padre della ragazza appare teso, confuso,<br />

traspare una certa aggressività sia verso i clinici<br />

che verso la figlia. Fa insistenti riferimenti a due<br />

aspetti: 1) la moglie di un suo amico è stata trattata<br />

con successo con un antidepressivo e questo<br />

dovrebbe essere fatto anche per la figlia, 2) alla<br />

sera il quadro di Carlotta peggiora.<br />

La madre, invece, sembra rendersi conto solo<br />

superficialmente della gravità del quadro clinico e<br />

rimane sempre in secondo piano.


Nonostante la prescrizione della terapia<br />

farmacologica, Carlotta arriva in uno stato<br />

catatonico, fisicamente contratta, piegata su sé<br />

stessa, tiene costantemente la bocca spalancata,<br />

fa movimenti con la lingua protendendola, esprime<br />

un forte senso di sofferenza.<br />

La ragazza non è in grado di parlare, emette solo<br />

dei suoni e riusciamo a comunicare solo attraverso<br />

la scrittura, afferma che tiene la bocca aperta<br />

perché teme che le taglino la lingua – controsenso<br />

rispetto al fatto che di continuo la protrude -<br />

emergono elementi ambivalenti rispetto ai genitori<br />

che da un lato vuole vicini e dall’altro ha paura che<br />

le facciano del male.<br />

Nella notte precedente - nella quale non ha mai<br />

dormito – i genitori per farle chiudere la bocca le<br />

hanno dato un ciuccio.


Intervento eseguito:<br />

Ricovero in casa di cura privata<br />

convenzionata per adulti<br />

Inserimento terapia con neurolettici<br />

Colloqui plurisettimanali inidivduali e familiari<br />

Dopo poco tempo passaggio al DH con<br />

intervento educativo, brevi colloqui quotidiani<br />

individuali sul “qui e ora”, confronto<br />

settimanale con i familiari, mantenimento<br />

terapia farmacologica


CRITICITA’ :<br />

DISTURBI DELLA<br />

CONDOTTA E<br />

RICOVERO


La misura del ricovero:<br />

considerazioni da una casistica clinica<br />

Utenti DH Anno 2007: 200 casi (2 medici NPI) -<br />

casistica di 1 medico: 80 casi<br />

9 casi su richiesta dell’Istituto Penale Minorile<br />

40 casi<br />

urgenti<br />

20<br />

seguiti<br />

dal<br />

9<br />

Servizi<br />

o<br />

Sociale<br />

4 casi (44%) ricovero<br />

GIUDICATO A<br />

POSTERIORI non<br />

appropriato:<br />

2 disturbo della condotta e<br />

2 disturbo misto della<br />

condotta e delle emozioni<br />

ricoveri


ASPETTO CLINICO<br />

Il disturbo della condotta non rappresenta<br />

solitamente una condizione clinica che richiede<br />

per la tutela della salute di chi ne soffre la<br />

misura terapeutica del ricovero e non rientra<br />

nei quadri clinici da considerare come urgenze<br />

psichiatriche vere; i casi che sono stati<br />

ricoverati hanno tutti in comune una situazione<br />

di crisi acuta del sistema di accoglienza degli<br />

adulti; tale incapacità, in mancanza di<br />

alternative, porta al ricovero. Sono quindi casi<br />

da rubricare come emergenze psicosociali.


LA GESTIONE DELLA CRISI<br />

La gestione delle situazioni di crisi è sempre<br />

una realtà clinica ed umana particolarmente<br />

drammatica e complessa; ciò è ancor più vero<br />

in psichiatria dell'età evolutiva, quando la crisi<br />

rappresenta un momento di rottura di un<br />

equilibrio che, se correttamente gestita, può<br />

anche evolvere positivamente in senso<br />

maturativo, mentre se affrontata in maniera<br />

inadeguata si riduce ad evento traumatizzante<br />

che tende a ripetersi sino a strutturare relazioni<br />

e comportamenti radicatamente patologici e<br />

difficilmente risolvibili.


LAVORO DI RETE<br />

MULTIPROFESSIONALE<br />

SPECIFICITA’, APPROPRIATEZZA<br />

importanza di un modello di lavoro integrato e<br />

multiprofessionale<br />

necessità di rafforzare il lavoro di rete ed il<br />

confronto con i diversi Servizi, Enti ed attori<br />

implicati nella tutela dei minori, mantenendo<br />

come neuropsichiatri infantili ferma la<br />

specificità della competenza di intervento<br />

tecnico a tutela della salute del minore e<br />

giudicando quindi appropriati (e cioè attuabili)<br />

solamente gli interventi sanitari relativi alle<br />

situazioni di urgenza clinica ed al contrario non<br />

appropriati quelli in risposta alle situazioni di<br />

emergenza psicosociale.


2) Centro Semiresidenziale (1/4)<br />

nasce dal riscontro dell’oggettiva difficoltà<br />

della gestione di casi complessi da parte dei<br />

servizi territoriali: queste patologie richiedono<br />

spesso, infatti, un intervento terapeutico<br />

intensivo, tecnicamente qualificato e<br />

prolungato negli anni con un assorbimento di<br />

energie che difficilmente è affrontabile a<br />

livello ambulatoriale.<br />

struttura ad “alta densità terapeutica” capace<br />

di offrirsi come un punto di aggregazione<br />

clinica ed organizzativa che opera in rete, al<br />

servizio delle strutture territoriali.


Centro Semiresidenziale (2/4)<br />

Il trattamento è volto a ottenere, in tempi<br />

definiti, cambiamenti stabili nella struttura di<br />

personalità dell’utente e quindi un suo<br />

concreto miglioramento nella qualità di vita e<br />

nelle relazioni con se stesso e con<br />

l’ambiente.<br />

Per poter ottenere un obiettivo così<br />

ambizioso, oltretutto in un limite di tempo<br />

circoscritto e definito, è necessario orientarsi<br />

verso una terapia focale ed un forte<br />

investimento di figure professionali che<br />

operino su diversi ambiti in maniera integrata.


Centro Semiresidenziale (3/4)<br />

Il lavoro terapeutico istituzionale prevede<br />

l’interazione di diversi aspetti:<br />

1. Intervento educativo finalizzato a migliorare<br />

l’autonomia, ad aumentare le capacità<br />

relazionali, la tolleranza alla frustrazione e il<br />

controllo delle proprie reazioni rispetto ad essa.<br />

2. Colloqui individuali ad indirizzo psicodinamico.<br />

3. A metà strada fra l’intervento educativo e quello<br />

psicoterapico: psicomotricità, musicoterapia ed<br />

arteterapia.<br />

4. Un intervento di sostegno è offerto a tutte le<br />

famiglie; talvolta questo si struttura come una<br />

vera e propria psicoterapia.


Centro Semiresidenziale (4/5)<br />

L’integrazione di queste diverse parti è affidata<br />

ad una serie di regolari incontri di équipe,<br />

mentre l’analisi e l’elaborazione dei rapporti e<br />

delle dinamiche istituzionali è invece affidata<br />

alla supervisione mensile, effettuata da<br />

parte di psicoanalisti esterni alla struttura, che<br />

viene offerta sia agli educatori, sia ai clinici,<br />

sia all’intero gruppo di lavoro


Nr Utenti in carico<br />

Nuovi<br />

Ingressi<br />

Utenti<br />

Dimessi<br />

1 Dist. Depressivo, dist. Condotta X<br />

2 Dist. Condotta ed emozioni X<br />

3 Dist. Grave personalità esplosivo<br />

4 Dist. Personalità border<br />

5 Dist. Condotta ed emozioni X<br />

6 Dist. Di personalità schizotipico X<br />

7 Dist. Personalità evitante X<br />

8 Dist. Personalità evitante<br />

9 Dist. Personalità border<br />

10 Dist. Personalità evitante<br />

11 Dist. Di personalità schizotipico<br />

12 Dist. Depressivo, dist. Condotta<br />

13 Scompenso psicotico X<br />

14 Dist. Depressivo, dist. Condotta X<br />

15 Dist. Di personalità schizotipico X<br />

16 Dist. Di personalità schizotipico X<br />

17 Dist. Personalità evitante X<br />

17 5 6


Efficacia terapeutica della<br />

Semiresidenza<br />

Variazioni significative dei punteggi CGAS e BPRS<br />

totale:<br />

conferma l’osservazione di un miglioramento clinico<br />

durante il periodo di trattamento.<br />

Maggiore significatività di CGAS (p=0,0001), rispetto a<br />

BPRS totale (p=0,003):<br />

BPRS non specifica per età evolutiva;<br />

CGAS potrebbe sovrastimare il miglioramento clinico.<br />

Variazioni significative di tutti i cluster della BPRS<br />

tranne<br />

Ansia e Depressione:<br />

conforme ad obiettivi del trattamento volto<br />

all'acquisizione di capacità di insight.

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