di Patrizia Caridi - Confindustria
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L'export non tra<strong>di</strong>sce<br />
IL MADE IN ITALY<br />
Intervista a Paolo Zegna, Vice Presidente <strong>Confindustria</strong> per l’Internazionalizzazione<br />
<strong>di</strong> <strong>Patrizia</strong> Cari<strong>di</strong><br />
Pur in una situazione economica<br />
mon<strong>di</strong>ale che resta incerta,<br />
i dati Istat <strong>di</strong>cono che le nostre<br />
esportazioni hanno ripreso a volare.<br />
Segno evidente che l’internazionalizzazione<br />
è elemento chiave <strong>di</strong> competitività.<br />
Di questo e altro abbiamo <strong>di</strong>scusso<br />
con Paolo Zegna, vice presidente<br />
<strong>di</strong> <strong>Confindustria</strong>.<br />
L'export non tra<strong>di</strong>sce il made in Italy:<br />
è d'accordo con questo principio<br />
Sì, con<strong>di</strong>vido questa affermazione:<br />
l’Italia si conferma anche nel 2009 il<br />
settimo paese esportatore al mondo,<br />
mantenendo la propria quota <strong>di</strong> mercato<br />
mon<strong>di</strong>ale pressoché invariata (3,3%<br />
nel 2008 e 3,2% nel 2009). Anche i<br />
dati Istat ci <strong>di</strong>cono che le nostre esportazioni<br />
hanno ripreso a volare: nel maggio<br />
del 2010 sono aumentate del 17%<br />
rispetto allo stesso mese del 2009. Le<br />
piccole e me<strong>di</strong>e imprese sentono sempre<br />
più la necessità <strong>di</strong> rivolgersi ai mercati<br />
extra Ue e <strong>di</strong> aumentare le proprie<br />
esportazioni, poiché in Italia e in Europa<br />
i consumi sono saturi e vi è una<br />
stagnazione della domanda.<br />
Nello scenario attuale, internazionalizzarsi<br />
è la strada per la competitività<br />
L’internazionalizzazione è uno degli<br />
elementi che portano ad aumentare la<br />
competitività del sistema industriale<br />
italiano, insieme a ricerca e innovazione,<br />
altri aspetti fondamentali per accrescere<br />
il livello qualitativo delle nostre<br />
imprese. Internazionalizzarsi significa<br />
accrescere il proprio mercato<br />
potenziale e conquistare ulteriori quote<br />
<strong>di</strong> mercato, specie in quei paesi esteri<br />
che stanno crescendo sempre più e<br />
hanno la necessità, e oggi anche la possibilità,<br />
<strong>di</strong> acquisire nuovi prodotti e<br />
tecnologie. I processi <strong>di</strong> industrializzazione,<br />
infatti, richiedono investimenti<br />
soprattutto in impianti e macchinari<br />
e in questo settore l’Italia ha<br />
sviluppato competenze eccellenti.<br />
Quale suggerimento darebbe a un’impresa<br />
che vuole entrare in un nuovo<br />
mercato<br />
Innanzitutto occorre fare delle riflessioni<br />
rispetto al prodotto/mercato e<br />
valutare attentamente il paese in cui si<br />
intende operare, che deve rispondere<br />
ad alcuni requisiti: potenziale <strong>di</strong> domanda,<br />
barriere all’ingresso (tariffarie<br />
e non tariffarie), costi <strong>di</strong> accesso, etc.<br />
Inoltre, un aspetto che considero prioritario<br />
quando si vuole andare in un<br />
nuovo mercato, è l’approccio: serve<br />
Paolo Zegna<br />
una strategia <strong>di</strong> me<strong>di</strong>o periodo ed evitare<br />
il cosiddetto “mor<strong>di</strong> e fuggi”, che<br />
penalizza qualsiasi sforzo e investimento<br />
che l’impresa intende avviare.<br />
Sono molte, ad esempio, le aziende che<br />
partecipano a una fiera estera, ma che<br />
poi non danno seguito ai contatti presi<br />
durante la manifestazione. È necessario<br />
invece avviare delle azioni <strong>di</strong> follow-up<br />
per garantire una presenza continuativa<br />
<strong>di</strong> presi<strong>di</strong>o del mercato.<br />
L’impren<strong>di</strong>tore agosto-settembre 2010 9