Le responsabilità del dirigente sportivo - Provincia di Torino
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CONVEGNO 18 giugno 2013.<br />
SICUREZZA SUL LAVORO: la situazione <strong>del</strong>le ATTIVITÀ SPORTIVE a 5<br />
anni dall’entrata in vigore <strong>del</strong> D.Lgs. 81/08.<br />
La violazione <strong>del</strong>la normativa <strong>di</strong> sicurezza. <strong>Le</strong> responsabilità civili e penali <strong>del</strong><br />
<strong><strong>di</strong>rigente</strong> <strong>sportivo</strong>. (avv. Stefano Comellini)<br />
******* <br />
Gli enti sportivi.<br />
<strong>Le</strong> società e le associazioni sportive, sia che svolgano l’attività in ambito professionistico che in quello<br />
<strong>di</strong>lettantistico, sono soggetti <strong>del</strong>l’or<strong>di</strong>namento <strong>sportivo</strong>, base <strong>del</strong>la struttura e <strong>del</strong>l’organizzazione<br />
piramidale che fa capo al Comitato Olimpico Nazionale Italiano (C.O.N.I.).<br />
Come tali, essi enti sono tenuti “ad esercitare con lealtà sportiva le loro attività, osservando i principi, le<br />
norme e le consuetu<strong>di</strong>ni sportive”, nonché a salvaguardare “la funzione popolare, educativa, sociale e<br />
culturale <strong>del</strong>lo sport” 1 . In questi obblighi si ricomprende certamente l’obbligo <strong>di</strong> prestare attenzione alle<br />
cautele antinfortunistiche per gli atleti, tecnici, <strong>di</strong>rigenti, nonché per i terzi.<br />
<strong>Le</strong> attività sportive si <strong>di</strong>stinguono in “professionistiche” e “<strong>di</strong>lettantistiche”.<br />
Attività sportive professionistiche.<br />
I criteri per qualificare l’attività sportiva in termini <strong>di</strong> “professionismo” sono rinvenibili nelle<br />
<strong>di</strong>sposizioni contenute nella legge 23 marzo 1981 n. 91 (“Norme in materia <strong>di</strong> rapporti tra società e<br />
sportivi professionisti”).<br />
In particolare, per l’art. 2 <strong>del</strong>la citata legge, sono da considerarsi “professionistiche” quelle attività<br />
sportive svolte da atleti, allenatori, <strong>di</strong>rettori tecnico-sportivi e preparatori atletici “a titolo oneroso con<br />
carattere <strong>di</strong> continuità nell’ambito <strong>del</strong>le <strong>di</strong>scipline regolamentate dal CONI e che conseguono la<br />
qualificazione dalle Federazioni sportive nazionali”.<br />
Nel nostro Or<strong>di</strong>namento, l’attività professionistica deve essere esercitata, esclusivamente, nell’ambito <strong>di</strong><br />
società per azioni o <strong>di</strong> società a responsabilità limitata (art.10, comma 1, l. 23 marzo 1981 n. 91).<br />
La <strong>di</strong>sciplina <strong>di</strong> tali enti è quasi integralmente riconducibile a quella <strong>del</strong>le società <strong>di</strong> capitali regolate nel<br />
libro quinto <strong>del</strong> Co<strong>di</strong>ce Civile, salva la necessità <strong>di</strong>:<br />
- ottenere, nel proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> costituzione, l’affiliazione presso la Federazione sportiva nazionale<br />
riconosciuta dal CONI;<br />
- prevedere nell’atto costitutivo che la società svolga solo attività sportiva ed attività connesse e<br />
strumentali;<br />
- stabilire che una quota <strong>di</strong> utili, non inferiore al 10%, sia destinata a scuole giovanili <strong>di</strong><br />
addestramento e formazione tecnico-sportiva.<br />
Inoltre, in deroga all’art. 2477 c.c., è sempre obbligatoria, in<strong>di</strong>pendentemente dallo schema sociale<br />
scelto, la nomina <strong>del</strong> collegio sindacale per il controllo legale dei conti.<br />
Attività sportive <strong>di</strong>lettantistiche.<br />
Il <strong>Le</strong>gislatore non ha definito in positivo l’attività <strong>di</strong>lettantistica (o comunque non professionistica);<br />
deve dunque essere considerata tale quell’attività sportiva che non rientra nell’ambito <strong>di</strong> applicazione<br />
<strong>del</strong>la legge n. 91/1981.<br />
In ogni caso, in via generale, per attività sportiva <strong>di</strong>lettantistica si intende quell’attività consistente nello<br />
svolgimento <strong>di</strong> pratiche sportive animate da finalità non lucrative, ma ideali.<br />
1 Art. 29, comma 4, <strong>del</strong>lo Statuto <strong>del</strong> CONI.<br />
<br />
1
La materia sportiva <strong>di</strong>lettantistica è stata <strong>di</strong>sciplinata sotto il profilo giuri<strong>di</strong>co per la prima volta dall’art.<br />
90, commi 17 e 18, <strong>del</strong>la legge 27 <strong>di</strong>cembre 2002 n. 289, così come mo<strong>di</strong>ficato dall’art. 4, comma 6-bis,<br />
<strong>del</strong> D.L. 72/2004 (convertito dalla legge 128/2004).<br />
In particolare, l'esercizio, in forma collettiva, <strong>di</strong> tale tipo <strong>di</strong> attività, come in<strong>di</strong>cato al comma 17 <strong>del</strong>la<br />
citata <strong>di</strong>sposizione, può essere svolto<br />
- in forma <strong>di</strong> associazione sportiva non riconosciuta, regolata dagli artt. 36 e seguenti <strong>del</strong> co<strong>di</strong>ce<br />
civile;<br />
- in forma <strong>di</strong> associazione sportiva riconosciuta ai sensi <strong>del</strong> regolamento <strong>di</strong> cui al D.P.R. 10.2.2000, n.<br />
361 e degli artt. 14 e seguenti <strong>del</strong> co<strong>di</strong>ce civile;<br />
- in forma <strong>di</strong> società sportiva <strong>di</strong> capitali (società per azioni o a responsabilità limitata) o società<br />
cooperativa senza scopo <strong>di</strong> lucro (inteso in senso soggettivo).<br />
Associazioni sportive <strong>di</strong>lettantistiche riconosciute e non riconosciute.<br />
<strong>Le</strong> associazioni sportive <strong>di</strong>lettantistiche, così come previsto nel nostro sistema civilistico, possono<br />
essere associazioni “riconosciute” o associazioni “non riconosciute”.<br />
La <strong>di</strong>fferenza si basa sul fatto che le prime hanno chiesto e ottenuto il riconoscimento <strong>del</strong>la personalità<br />
giuri<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto privato in base alle regole contenute nel D.P.R. 10.2.2000 n. 361, mentre le seconde<br />
sono quelle che non lo hanno chiesto o che, pur avendolo chiesto, non lo hanno (ancora) ottenuto.<br />
A seguito <strong>del</strong> riconoscimento, l’associazione consegue un’autonomia patrimoniale perfetta, vale a <strong>di</strong>re<br />
una netta separazione tra il patrimonio <strong>del</strong>l’ente e quello degli associati, così che per le obbligazioni<br />
assunte risponde solo l’associazione stessa con il proprio patrimonio.<br />
I cre<strong>di</strong>tori <strong>di</strong> un’associazione non riconosciuta, invece, potranno pretendere il cre<strong>di</strong>to agendo nei<br />
confronti <strong>del</strong> fondo (qualora vi sia) <strong>del</strong>l’associazione o da chi ha contratto l’obbligazione in nome e per<br />
conto <strong>del</strong>l’associazione.<br />
In particolare, l'art. 38 <strong>del</strong> co<strong>di</strong>ce civile prevede che “per le obbligazioni assunte dalle persone che<br />
rappresentano l'associazione, i terzi possono far valere i loro <strong>di</strong>ritti sul fondo comune. Delle<br />
obbligazioni stesse rispondono anche personalmente e solidalmente le persone che hanno agito in<br />
nome e per conto <strong>del</strong>l'associazione”.<br />
In primis, chi agisce in nome e per conto <strong>del</strong>l’associazione, è il consiglio <strong>di</strong>rettivo (presidente e<br />
consiglieri) che provvede al funzionamento tecnico, amministrativo ed organizzativo <strong>del</strong>l’associazione.<br />
Lo statuto attribuisce, <strong>di</strong> consueto, al consiglio i più ampi poteri <strong>di</strong> or<strong>di</strong>naria e straor<strong>di</strong>naria<br />
amministrazione con facoltà <strong>di</strong> compiere tutti gli atti che ritenga opportuni per il buon funzionamento<br />
<strong>del</strong> sodalizio, esclusi quelli che la legge o lo statuto attribuiscono all’assemblea dei soci.<br />
Tuttavia, la responsabilità personale e solidale <strong>di</strong> chi agisce in nome e per conto <strong>del</strong>l'associazione non<br />
riconosciuta non é collegata, necessariamente, alla mera titolarità <strong>del</strong>la rappresentanza <strong>del</strong>l'associazione,<br />
bensì all'attività negoziale concretamente svolta per conto <strong>di</strong> essa e risoltasi nella creazione <strong>di</strong> rapporti<br />
obbligatori fra questa e i terzi.<br />
Il dare atto <strong>del</strong> proprio <strong>di</strong>ssenso formale, nel verbale <strong>del</strong> consiglio <strong>di</strong>rettivo che include la <strong>del</strong>ibera con<br />
la quale la società ha assunto la specifica obbligazione, è sufficiente a esimere il componente dalla<br />
conseguente responsabilità patrimoniale, sempre che non abbia poi egli, in qualche modo, partecipato,<br />
<strong>di</strong> fatto, all'assunzione <strong>del</strong>l’obbligazione.<br />
Nel settore <strong>del</strong>lo sport <strong>di</strong>lettantistico, le associazioni non riconosciute costituiscono, soprattutto per gli<br />
oneri e la complessità <strong>del</strong>l’iter <strong>di</strong> riconoscimento e le più semplici procedure <strong>di</strong> gestione amministrativa,<br />
contabile e patrimoniale, la figura giuri<strong>di</strong>camente più rilevante.<br />
A <strong>di</strong>fferenza <strong>del</strong>le associazioni riconosciute poi, oltre ad essere garantito l’anonimato per gli iscritti, non<br />
sono richiesti obblighi <strong>di</strong> pubblicità, né sono previsti controlli da parte <strong>del</strong>l’autorità amministrativa.<br />
Società sportive <strong>di</strong>lettantistiche.<br />
Al fine <strong>di</strong> incentivare lo sviluppo e la promozione <strong>del</strong>l’attività sportiva <strong>di</strong>lettantistica, il legislatore ha<br />
ampliato la serie <strong>di</strong> soggetti destinatari <strong>del</strong> particolare regime <strong>di</strong> favore previsto per gli enti sportivi dalla<br />
L. 16 <strong>di</strong>cembre 1991 n. 398.<br />
<br />
2
Il comma 17 <strong>del</strong>l’art. 90 <strong>del</strong>la legge 289/2002 (Finanziaria 2003), dopo le mo<strong>di</strong>fiche apportate dalla<br />
<strong>Le</strong>gge n. 128/2004, prevede infatti che le associazioni sportive <strong>di</strong>lettantistiche possono assumere, oltre<br />
alla forma <strong>di</strong> associazione sportiva, riconosciuta o meno, anche quella alternativa <strong>di</strong> società sportiva<br />
<strong>di</strong>lettantistica <strong>di</strong> capitali o cooperativa “secondo le <strong>di</strong>sposizioni vigenti, ad eccezione <strong>di</strong> quelle che<br />
prevedono la finalità <strong>di</strong> lucro”; è, invece, preclusa per gli enti che intendano ottenere la qualifica <strong>di</strong><br />
società sportiva <strong>di</strong>lettantistica la possibilità <strong>di</strong> adottare la forma <strong>del</strong>la società <strong>di</strong> persone.<br />
<strong>Le</strong> società <strong>di</strong>lettantistiche sportive sono società <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto speciale; l’art. 90 <strong>del</strong>la l. 289/2002, che le ha<br />
istituite, è infatti una <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> carattere eccezionale rispetto alla fattispecie tipica che non<br />
ammette la costituzione <strong>di</strong> società <strong>di</strong> capitali <strong>di</strong>chiaratamente senza scopo <strong>di</strong> lucro al <strong>di</strong> fuori <strong>di</strong> casi<br />
previsti per legge.<br />
La struttura <strong>di</strong> società <strong>di</strong> capitali consente l’autonomia patrimoniale perfetta degli amministratori<br />
rispetto alle obbligazioni assunte dall’ente.<br />
Responsabilità degli amministratori verso l’ente.<br />
Ai sensi <strong>del</strong>l’art. 18 cod. civ., “gli amministratori sono responsabili verso l’ente secondo le norme<br />
proprie <strong>del</strong> mandato”. Non si tratta <strong>di</strong> un rinvio generale all’intera <strong>di</strong>sciplina sul mandato, ma <strong>di</strong> un<br />
rinvio limitato all’art. 1710 cod. civ., che impone al mandatario <strong>di</strong> eseguire il mandato con la <strong>di</strong>ligenza<br />
propria <strong>del</strong> “buon padre <strong>di</strong> famiglia”.<br />
In merito a tale criterio <strong>di</strong> responsabilità è opportuno osservare che:<br />
• la <strong>di</strong>ligenza <strong>del</strong> “buon padre <strong>di</strong> famiglia” coincide con il grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>ligenza richiesto in linea<br />
generale dall’art. 1176 c.c. a qualsiasi debitore nell’adempimento <strong>del</strong>le proprie obbligazioni;<br />
• “il buon padre <strong>di</strong> famiglia” è una nozione <strong>di</strong> derivazione romanistica, che non ha più nulla a che<br />
vedere con l’attuale nucleo familiare.<br />
Di conseguenza, il concetto <strong>del</strong> “buon padre <strong>di</strong> famiglia” riferito agli amministratori significa che per<br />
commisurare la <strong>di</strong>ligenza loro richiesta deve aversi riguardo ad un mo<strong>del</strong>lo tipico ed astratto <strong>di</strong> “buon<br />
amministratore”.<br />
Occorre, in altri termini, far riferimento a un soggetto che gestisce l’associazione al fine <strong>di</strong> realizzare<br />
l’interesse <strong>di</strong> gruppo e <strong>di</strong> garantire un red<strong>di</strong>to sod<strong>di</strong>sfacente all’ente stesso.<br />
In pratica, gli amministratori <strong>di</strong> associazioni o <strong>di</strong> società sportive <strong>di</strong>lettantistiche devono adempiere<br />
l’incarico assegnato secondo la <strong>di</strong>ligenza me<strong>di</strong>a richiesta dalla natura <strong>del</strong>l’attività svolta (art. 1176 co. 2<br />
c.c.) “e quin<strong>di</strong> anche con l’appropriata perizia”.<br />
La responsabilità degli amministratori verso l’ente configura un’ipotesi <strong>di</strong> responsabilità <strong>di</strong> natura:<br />
• contrattuale;<br />
• solidale.<br />
Responsabilità contrattuale.<br />
La responsabilità degli amministratori <strong>di</strong> associazioni sportive <strong>di</strong>lettantistiche è riconducibile allo<br />
schema <strong>del</strong>l’art. 2392 c.c., in base al quale gli stessi sono responsabili dei danni derivanti<br />
dall’inosservanza dolosa o colposa degli obblighi previsti da <strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong> legge o <strong>di</strong> statuto.<br />
In base all’art. 1710 co. 1 c.c., la responsabilità per fatto colposo è valutata con minor rigore se l’incarico<br />
ad amministrare è svolto gratuitamente.<br />
Responsabilità solidale.<br />
L’ente può richiedere il risarcimento per l’intero ammontare dei danni subiti ad uno qualsiasi degli<br />
amministratori inadempienti. Quest’ultimo, dopo aver pagato, potrà poi esercitare il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> regresso<br />
nei confronti degli altri corresponsabili per ottenere il pagamento <strong>del</strong>le parti <strong>di</strong> loro competenza, che si<br />
presumono uguali ex art. 1298 co. 2 c.c..<br />
Esonero da responsabilità.<br />
Nell’ambito <strong>di</strong> un consiglio <strong>di</strong>rettivo o consiglio <strong>di</strong> amministrazione, è esente da responsabilità<br />
l’amministratore che, non essendo informato <strong>del</strong>l’atto che gli altri componenti stavano per adottare,<br />
non ha partecipato all’assunzione <strong>del</strong> predetto atto dannoso. Se l’amministratore era a conoscenza<br />
<br />
3
<strong>del</strong>l’atto che gli altri componenti intendevano porre in essere, la sua mancata partecipazione<br />
all’assunzione <strong>del</strong>l’atto in esame non è <strong>di</strong> per sé sufficiente ad esimere l’amministratore da<br />
responsabilità. Costui sarà, infatti, tenuto a far risultare il proprio <strong>di</strong>ssenso (art. 18 c.c.).<br />
Azione <strong>di</strong> responsabilità.<br />
Ai sensi <strong>del</strong>l’art. 22 c.c., l’azione <strong>di</strong> responsabilità contro gli amministratori è <strong>del</strong>iberata dall’assemblea<br />
ed esercitata dai nuovi amministratori o dai liquidatori.<br />
È stata <strong>di</strong>chiarata ammissibile anche l’azione in<strong>di</strong>viduale <strong>di</strong> responsabilità promossa dal singolo<br />
associato per fatti commessi dagli amministratori.<br />
Responsabilità degli amministratori verso i cre<strong>di</strong>tori.<br />
Parte <strong>del</strong>la dottrina ritiene, inoltre, responsabili gli amministratori dei danni causati ai cre<strong>di</strong>tori sociali<br />
per l’inosservanza degli obblighi inerenti alla conservazione <strong>del</strong>l’integrità <strong>del</strong> patrimonio sociale. Si<br />
tratta, dunque, <strong>di</strong> un’ipotesi <strong>di</strong> responsabilità analoga a quella prevista dall’art. 2394 c.c. (in tema <strong>di</strong><br />
responsabilità verso i cre<strong>di</strong>tori sociali <strong>di</strong> amministratori <strong>di</strong> spa) che, tuttavia, in <strong>di</strong>fetto <strong>di</strong> un riferimento<br />
normativo espresso, la dottrina ritiene più corretto fondare sull’art. 2043 c.c..<br />
La responsabilità amministrativa degli enti.<br />
Il D.Lgs. 8.6.2001 n. 231, recante “Disciplina <strong>del</strong>la responsabilità amministrativa <strong>del</strong>le persone<br />
giuri<strong>di</strong>che, <strong>del</strong>le società e <strong>del</strong>le associazioni anche prive <strong>di</strong> personalità giuri<strong>di</strong>ca”, ha importanti riflessi<br />
non solo sugli enti commerciali – per i quali ha già avuto molteplici applicazioni pratiche – ma<br />
anche sulla gestione <strong>di</strong> un’associazione sportiva.<br />
Il provve<strong>di</strong>mento contempla, sia pure con alcuni limiti <strong>di</strong> cui si <strong>di</strong>rà, la responsabilità “amministrativa”<br />
<strong>del</strong>l’associazione, con o senza personalità giuri<strong>di</strong>ca, per il reato commesso dal suo <strong>di</strong>pendente o da chi<br />
rivesta in essa una posizione <strong>di</strong> vertice (“apicale”).<br />
La natura <strong>del</strong>la responsabilità.<br />
Il legislatore ha adottato la nozione formale <strong>di</strong> sanzione amministrativa pur avendo pre<strong>di</strong>sposto, in<br />
realtà, strumenti repressivi che, sia per il contenuto, sia per le modalità <strong>di</strong> applicazione, hanno<br />
caratteristica <strong>di</strong> vere e proprie sanzioni penali.<br />
Peraltro, una responsabilità <strong>di</strong> tal fatta in capo alla persona giuri<strong>di</strong>ca sarebbe inammissibile, posto che è<br />
tra<strong>di</strong>zionale e fondamentale principio <strong>del</strong> nostro Or<strong>di</strong>namento penale quello secondo il quale societas<br />
<strong>del</strong>inquere non potest, tradotto in una norma costituzionale, l’art. 27 co. 1, secondo cui “la<br />
responsabilità penale è personale”.<br />
Di qui un tentativo legislativo <strong>di</strong> compromesso tra manifeste esigenze repressive e il suddetto<br />
inderogabile canone costituzionale.<br />
Rileva, comunque, il novus <strong>di</strong> una responsabilità <strong>del</strong>l’ente, sia pure nei limiti in<strong>di</strong>cati, per il reato<br />
commesso da un soggetto ad esso ente variamente legato.<br />
Si è trattato <strong>di</strong> una scelta legislativa forte che, pur consapevole <strong>del</strong>le ricadute che tali sanzioni<br />
comportano sul piano economico, privilegia una più accentuata tutela <strong>del</strong> regolare contesto d’impresa o<br />
più semplicemente associativo.<br />
La ratio giustificativa si ritrova, a tutta evidenza, in una considerazione <strong>di</strong> giustizia sostanziale: la<br />
commissione dei reati contemplati arricchisce la sfera giuri<strong>di</strong>ca degli enti nel cui interesse o nel cui<br />
vantaggio siano stati commessi, sicché risponde ad un’esigenza, proprio <strong>di</strong> equità, l’operazione <strong>di</strong><br />
ripristino realizzabile con l’applicazione <strong>di</strong> una parallela responsabilità amministrativa.<br />
Nell’ambito dei reati colposi in tema <strong>di</strong> infortunistica sul lavoro, la giurisprudenza ha in<strong>di</strong>viduato<br />
l’interesse e il vantaggio <strong>del</strong>l’ente nel risparmio patrimoniale che deriva dalla carenza <strong>del</strong>le necessarie<br />
spese <strong>di</strong> investimento, adeguamento, mantenimento <strong>del</strong>la sicurezza.<br />
Inoltre, non vi è dubbio che, sotto il profilo procedurale, l’affidamento al giu<strong>di</strong>ce penale – che decide<br />
<strong>del</strong> reato presupposto – anche <strong>del</strong>la competenza in or<strong>di</strong>ne alla responsabilità <strong>del</strong>l’ente, costituisca<br />
utile semplificazione <strong>del</strong> giu<strong>di</strong>zio.<br />
<br />
4
Da ultimo, l’applicazione <strong>del</strong>le norme <strong>del</strong> co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> procedura penale, in quanto compatibili, consente<br />
un apparato <strong>di</strong> garanzie che passano anche dalla necessità <strong>di</strong> assicurare l’effettiva partecipazione e <strong>di</strong>fesa<br />
degli enti coinvolti, nel rispetto <strong>del</strong> pieno <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa.<br />
I reati presupposto.<br />
Con una serie <strong>di</strong> successive <strong>di</strong>sposizioni, il quadro <strong>del</strong>le fattispecie <strong>di</strong> reato dalle quali può conseguire la<br />
responsabilità amministrativa <strong>del</strong>l’ente è stato ampliato fino a ricomprendere, con l’art. 25-septies, quali<br />
reati presupposto l’omici<strong>di</strong>o colposo e le lesioni gravi o gravissime commesse con violazione <strong>del</strong>le<br />
norme sulla tutela <strong>del</strong>la salute e sicurezza sul lavoro.<br />
Non vi è dubbio che all’interno <strong>di</strong> una società od associazione sportiva possano integrarsi, ad opera <strong>di</strong> uno<br />
o più dei suoi rappresentanti, condotte illecite riconducibili ad uno degli illeciti oggi contemplati nella lunga<br />
sequenza dei “reati presupposto”.<br />
In particolare, la violazione <strong>del</strong>le norme in tema <strong>di</strong> sicurezza ed igiene sul lavoro possono comportare la<br />
morte o eventi lesivi (artt. 589, 590 c.p.) all’interno <strong>del</strong> sodalizio <strong>sportivo</strong> con le ricadute cautelari e<br />
sanzionatorie <strong>del</strong> DLgs. 231/2001.<br />
Esclusione <strong>del</strong>la responsabilità.<br />
Per escludere la sua specifica responsabilità, l’ente dovrà pre<strong>di</strong>sporre regole interne <strong>di</strong> comportamento,<br />
vale a <strong>di</strong>re “mo<strong>del</strong>li organizzativi” che, più o meno complessi a seconda <strong>del</strong>le <strong>di</strong>mensioni <strong>del</strong>l’ente,<br />
siano idonei ad evitare la commissione degli illeciti <strong>di</strong> cui sopra e sulla cui adozione ed efficace<br />
attuazione potrà vigilare lo stesso consiglio <strong>di</strong>rettivo <strong>del</strong>l’ente.<br />
Si tratta <strong>di</strong> protocolli interni, che dovranno prescrivere un’adeguata organizzazione interna dotata <strong>di</strong><br />
efficacia preventiva rispetto alla commissione <strong>di</strong> specifici reati.<br />
I mo<strong>del</strong>li organizzativi non sono obbligatori ma già si sono affacciati nel mondo <strong>sportivo</strong>.<br />
Il Collegio Arbitrale <strong>del</strong> CONI che ebbe a definire i proce<strong>di</strong>menti relativi alle principali società <strong>di</strong> calcio<br />
professionistiche coinvolte nella vicenda cd. “Calciopoli” fece risaltare, nel testo dei “lo<strong>di</strong>” definitivi,<br />
che la mancanza <strong>di</strong> un mo<strong>del</strong>lo organizzativo costituisce terreno fertile per la commissione <strong>del</strong>le<br />
fattispecie che determinarono i proce<strong>di</strong>menti sportivi (Milan, Fiorentina, Lazio), mentre l’intervenuta<br />
mo<strong>di</strong>fica societaria sul punto doveva comportare una riduzione <strong>del</strong>la sanzione (Juventus).<br />
Pertanto, pur con le debite proporzioni, è consigliabile che anche le associazioni sportive<br />
<strong>di</strong>lettantistiche adottino specifici mo<strong>del</strong>li organizzativi e <strong>di</strong> gestione.<br />
Si tratterà <strong>di</strong> documenti semplici, in nessun modo comparabili con quelli assai articolati pre<strong>di</strong>sposti<br />
dalle società commerciali.<br />
Tuttavia essi possono consentire <strong>di</strong> escludere la responsabilità <strong>del</strong>l’ente a fronte <strong>di</strong> quei reati in cui<br />
come si è visto può incorrere anche l’ente <strong>sportivo</strong> <strong>di</strong> contenute <strong>di</strong>mensioni.<br />
Sul punto rilevante è l’art. 30 <strong>del</strong> D.Lgs. 81/2008 (testo unico <strong>del</strong>la sicurezza) con il quale sono stati<br />
introdotti specifici e complessi mo<strong>del</strong>li, idonei ad evitare i reati <strong>di</strong> omici<strong>di</strong>o colposo e lesioni colpose<br />
gravi e gravissime per violazione <strong>del</strong>la normativa in tema <strong>di</strong> sicurezza e igiene <strong>del</strong> lavoro.<br />
<strong>Le</strong> sanzioni pecuniarie ed inter<strong>di</strong>ttive<br />
All’ente <strong>di</strong> cui si accerti la responsabilità deriva:<br />
• una sanzione pecuniaria, compresa tra un minimo <strong>di</strong> 25.800 euro e un massimo <strong>di</strong> 1.549.000<br />
euro. Essa viene applicata per quote, il cui importo va da un minimo <strong>di</strong> euro 258 ad un massimo<br />
<strong>di</strong> euro 1.549, in un numero non inferiore a cento né superiore a mille.<br />
Sono contemplati (art. 12) casi <strong>di</strong> riduzione <strong>del</strong>la sanzione pecuniaria in considerazione <strong>del</strong><br />
vantaggio nullo o minimo per l’ente, <strong>del</strong>la tenuità <strong>del</strong> fatto, <strong>del</strong> risarcimento <strong>del</strong> danno, <strong>del</strong>la<br />
pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> mo<strong>del</strong>li per reati analoghi a quello intervenuto nel caso <strong>di</strong> specie;<br />
• sanzioni inter<strong>di</strong>ttive, che si aggiungono alla sanzione pecuniaria nei casi più gravi ed in<br />
relazione ai soli reati per le quali sono espressamente previste 2 . Hanno durata non inferiore a tre<br />
2<br />
<br />
Si tratta (art. 9 co. 2 <strong>del</strong> D.Lgs. 231/2001) <strong>del</strong>l’inter<strong>di</strong>zione, temporanea o definitiva, dall’esercizio <strong>del</strong>l’attività; <strong>del</strong>la sospensione o revoca <strong>del</strong>le<br />
autorizzazioni, licenze o concessioni funzionali alla commissione <strong>del</strong>l’illecito; <strong>del</strong> <strong>di</strong>vieto, anche limitato a determinati tipi <strong>di</strong> atto, <strong>di</strong> contrattare<br />
5
mesi e non superiore a due anni, si riferiscono alla specifica attività sulla quale si riflette la<br />
violazione <strong>del</strong>l’ente e conseguono alla percezione <strong>di</strong> un profitto <strong>di</strong> rilevante entità, o ad una grave<br />
colpa organizzativa, ovvero ancora ad una sorta <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va, vale a <strong>di</strong>re l’avere l’ente ripetuto nel<br />
tempo l’illecito.<br />
La responsabilità penale.<br />
Dalla violazione <strong>del</strong>la normativa <strong>di</strong> sicurezza sul lavoro possono derivare eventi lesivi che costituiscono<br />
causa <strong>di</strong> responsabilità (anche) penale per i reati previsti dagli artt. 589 (omici<strong>di</strong>o colposo) e 590 (lesioni<br />
colpose) ovvero dal D.Lgs 81/2008.<br />
Per principio costituzionale, <strong>di</strong> cui già si è fatto cenno, “la responsabilità penale è personale” (art. 27<br />
Cost.).<br />
I reati si classificano in <strong>del</strong>itti (ad es., omici<strong>di</strong>o e lesioni colpose) puniti con pene più severe (ergastolo,<br />
reclusione, multa), e in contravvenzioni (ad es., art. 55 D.Lgs. 81/2008) puniti più lievi (arresto e<br />
ammenda).<br />
Si parla <strong>di</strong> reato doloso o secondo l’intenzione (art. 43, comma 1, c.p.) quando l’evento dannoso o<br />
pericoloso, che è il risultato <strong>del</strong>l’azione od omissione e da cui la legge fa <strong>di</strong>pendere l’esistenza <strong>del</strong><br />
<strong>del</strong>itto, è preveduto dall’agente e da questi consapevolmente voluto come conseguenza <strong>del</strong>la propria<br />
azione od omissione.<br />
Nel caso <strong>di</strong> specie, rileva il reato colposo o contro l’intenzione (art. 43, comma 3, c.p.) che si ha quando<br />
l’agente non vuole cagionare l’evento lesivo, e tuttavia questo si verifica come risultato <strong>del</strong>la propria<br />
condotta, per negligenza, imprudenza o imperizia (“colpa generica”), o per inosservanza <strong>di</strong> leggi,<br />
regolamenti, or<strong>di</strong>ni e <strong>di</strong>scipline (“colpa specifica”).<br />
A seconda <strong>del</strong> comportamento <strong>del</strong> soggetto agente, si possono <strong>di</strong>stinguere i reati commissivi (l’evento<br />
si verifica per un comportamento attivo e volontario <strong>del</strong> soggetto agente che provoca una lesione a un<br />
bene tutelato giuri<strong>di</strong>camente) e i reati omissivi (il danno si concretizza a seguito <strong>di</strong> una condotta<br />
omissiva <strong>del</strong> soggetto). Per quest’ultima ipotesi, va detto che l’Or<strong>di</strong>namento, tra le sue regole generali,<br />
impone a chi si trova in determinate situazioni, <strong>di</strong> agire secondo determinate prescrizioni. Ai sensi <strong>di</strong><br />
quanto <strong>di</strong>spone il secondo comma <strong>del</strong>l’art. 40 c.p. “non impe<strong>di</strong>re un evento, che si aveva l’obbligo<br />
giuri<strong>di</strong>co <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>re, equivale a cagionarlo”.<br />
Il soggetto attivo <strong>del</strong> reato, quin<strong>di</strong>, commette reato per omissione quando si trova in una specifica<br />
situazione (stabilita espressamente dall’Or<strong>di</strong>namento) e, con il suo comportamento, contravviene a tali<br />
<strong>di</strong>sposizioni e, dalla sua condotta, deriva la lesione <strong>di</strong> un bene giuri<strong>di</strong>camente tutelato. La sua omissione<br />
integra quin<strong>di</strong> reato e determina l’applicazione <strong>di</strong> una sanzione penale.<br />
I reati <strong>di</strong> omissione, a loro volta, si <strong>di</strong>stinguono in propri (o <strong>di</strong> pura condotta e consistono nel mancato<br />
compimento <strong>del</strong>l’azione comandata, per la cui sussistenza non occorre il verificarsi <strong>di</strong> alcun evento<br />
materiale) e impropri (o commissivo me<strong>di</strong>ante omissione e consistono nel mancato impe<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> un<br />
evento materiale che si aveva l’obbligo <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>re.<br />
Non vi è dubbio che in capo ai componenti <strong>del</strong> consiglio <strong>di</strong>rettivo <strong>del</strong>l’associazione sportiva e <strong>del</strong><br />
consiglio <strong>di</strong> amministrazione <strong>del</strong>la società <strong>di</strong> capitali sportiva gravino, ricorrendone le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />
fatto e <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto, gli obblighi normativi <strong>di</strong> sicurezza la cui violazione può essere causalmente connessa<br />
all’evento infortunistico.<br />
In particolare, i <strong>di</strong>rigenti che abbiano posto in essere le condotte illecite commissive e/o omissive da<br />
cui sono derivate le fattispecie <strong>di</strong> reato saranno penalmente responsabili.<br />
Saranno esentati i componenti <strong>del</strong> consiglio che abbiano espresso formalmente il proprio <strong>di</strong>ssenso sulle<br />
opzioni causalmente legate all’infortunio.<br />
In primis è utile rammentare che in relazione a quanto previsto ex art. 589 c.p., è richiesta l’osservanza<br />
<strong>di</strong> tutte le norme dalla cui violazione può derivare un evento lesivo.<br />
Inoltre, in tema <strong>di</strong> omici<strong>di</strong>o colposo ricorre l'aggravante <strong>del</strong>la violazione <strong>di</strong> norme antinfortunistiche<br />
anche quando la vittima è persona estranea all'impresa, in quanto l'impren<strong>di</strong>tore assume una posizione<br />
<br />
con la pubblica amministrazione, fatta salva la prestazione <strong>di</strong> un pubblico servizio; <strong>del</strong>l’esclusione, anche temporanea, da agevolazioni,<br />
finanziamenti, contributi o sussi<strong>di</strong>, ed eventuale revoca <strong>di</strong> quelli già concessi; <strong>del</strong> <strong>di</strong>vieto, anche temporaneo, <strong>di</strong> pubblicizzare beni o servizi.<br />
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<strong>di</strong> garanzia in or<strong>di</strong>ne alla sicurezza degli impianti non solo nei confronti dei lavoratori subor<strong>di</strong>nati o dei<br />
soggetti a questi equiparati, ma altresì nei riguar<strong>di</strong> <strong>di</strong> tutti coloro che possono comunque venire a<br />
contatto o trovarsi ad operare nell’aerea <strong>di</strong> competenza <strong>del</strong>l’associazione o società sportiva.<br />
E ancora, se più sono i titolari <strong>del</strong>la posizione <strong>di</strong> garanzia (più componenti <strong>del</strong> consiglio <strong>di</strong>rettivo<br />
ovvero <strong>del</strong>l'obbligo <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>re l'evento, ciascuno è per intero destinatario <strong>del</strong>l'obbligo <strong>di</strong> tutela<br />
imposto dalla legge fino a quando si esaurisce il rapporto che ha legittimato la costituzione <strong>del</strong>la<br />
suddetta posizione <strong>di</strong> garanzia.<br />
La <strong>del</strong>ega <strong>di</strong> funzioni.<br />
La <strong>del</strong>ega <strong>di</strong> funzioni è una ripartizione organizzativa ampiamente utilizzata all’interno <strong>di</strong> strutture<br />
complesse e consiste nell’incarico che un soggetto qualificato conferisce ad altri per lo svolgimento <strong>di</strong><br />
determinate attività, così integrandosi un trasferimento degli obblighi <strong>di</strong> garanzia dal precedente titolare<br />
ad un nuovo soggetto a tal fine incaricato.<br />
L’istituto trae origine dalle consuetu<strong>di</strong>ni proprie <strong>del</strong>le strutture impren<strong>di</strong>toriali contrad<strong>di</strong>stinte da<br />
spiccata gerarchia, nelle quali il soggetto posto in posizione apicale, destinatario <strong>del</strong> precetto penale in<br />
virtù <strong>del</strong>la posizione ricoperta, raramente è in grado <strong>di</strong> provvedere all’eliminazione <strong>di</strong> tutte le situazioni<br />
pregiu<strong>di</strong>zievoli proprio per il suo <strong>di</strong>stacco dalla fonte <strong>di</strong> rischio, ovvero perché privo <strong>del</strong>le competenze<br />
tecniche necessarie alla pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> idonei mezzi <strong>di</strong> cautela.<br />
La <strong>del</strong>ega, quin<strong>di</strong>, lungi dal costituire uno strumento <strong>di</strong> esonero <strong>di</strong> responsabilità per il <strong>del</strong>egante,<br />
consente un migliore rispetto <strong>del</strong> dovere <strong>di</strong> sicurezza per l’adempimento <strong>del</strong>l’obbligo <strong>di</strong> buona<br />
organizzazione che fa capo all’impren<strong>di</strong>tore.<br />
Il conferimento <strong>di</strong> poteri e <strong>di</strong> funzioni <strong>di</strong> cui qui si tratta non va confuso con la cd. <strong>del</strong>ega “in<br />
esecuzione”, caratterizzata dall’affidamento a terzi <strong>di</strong> soli compiti esecutivi, tale da non far venir meno<br />
la posizione <strong>di</strong> garanzia <strong>del</strong> <strong>del</strong>egante e non determinare nuovi obblighi giuri<strong>di</strong>ci in capo agli incaricati.<br />
Nell’ambito <strong>del</strong>l’associazione o società sportiva la <strong>del</strong>ega <strong>del</strong>la sicurezza potrà essere conferita, secondo<br />
i requisiti <strong>di</strong> cui appena oltre si <strong>di</strong>rà, ad un consigliere o a un <strong>di</strong>pendente (es. <strong>di</strong>rettore).<br />
I presupposti <strong>del</strong>la <strong>del</strong>ega <strong>di</strong> funzioni.<br />
La <strong>del</strong>ega presuppone:<br />
- la trasferibilità <strong>del</strong>le funzioni che, pertanto, non devono avere natura strettamente personale;<br />
- la volontà traslativa <strong>del</strong> responsabile <strong>del</strong>egante, il quale deve intervenire <strong>di</strong>rettamente nell’atto <strong>di</strong><br />
<strong>del</strong>ega;<br />
- l’accettazione <strong>del</strong> soggetto scelto quale <strong>del</strong>egato;<br />
- l’effettivo trasferimento allo stesso dei relativi poteri-doveri <strong>di</strong> cautela.<br />
Copertura assicurativa.<br />
Il decreto 3 novembre 2010 <strong>di</strong>sciplina l’assicurazione obbligatoria con il tesseramento per gli sportivi<br />
<strong>di</strong>lettanti.<br />
Per gli sportivi <strong>di</strong>lettanti tesserati (atleti, tecnici, <strong>di</strong>rigenti) le Federazioni sportive nazionali, le <strong>di</strong>scipline<br />
sportive associate e gli Enti <strong>di</strong> promozione sportiva, enti riconosciuti dal CONI, devono stipulare<br />
l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e versare i relativi premi.<br />
L’assicurazione obbligatoria riguarda le conseguenze degli infortuni accaduti ai soggetti assicurati<br />
durante e a causa <strong>del</strong>lo svolgimento <strong>del</strong>le attività sportive, degli allenamenti e durante le in<strong>di</strong>spensabili<br />
azioni preliminari e finali <strong>di</strong> ogni gara o allenamento ufficiale, ovvero in occasione <strong>del</strong>l’espletamento<br />
<strong>del</strong>le attività proprie <strong>del</strong>la qualifica <strong>di</strong> tecnico o <strong><strong>di</strong>rigente</strong> rivestita nell’ambito <strong>del</strong>l’organizzazione<br />
sportiva dei soggetti obbligati.<br />
La normativa statale non ha, dunque, previsto, in capo ai gestori <strong>di</strong> impianti sportivi o <strong>di</strong>rigenti sportivi,<br />
un obbligo <strong>di</strong> copertura per responsabilità civile verso i terzi non tesserati che, peraltro, resta altamente<br />
consigliabile.<br />
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