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Suolo e Sottosuolo - Provincia di Lecco

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68<br />

Terre e rocce da scavo<br />

una risorsa per il recupero ambientale<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

Relazione sullo Stato dell’Ambiente<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong>, pubblicazione sul recupero ambientale


4.2<br />

<strong>Suolo</strong><br />

e <strong>Sottosuolo</strong><br />

69<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

Relazione sullo Stato dell’Ambiente


4.2 <strong>Suolo</strong> e sottosuolo<br />

4.2 <strong>Suolo</strong> e <strong>Sottosuolo</strong><br />

<strong>Suolo</strong> e sottosuolo costituiscono una risorsa non rinnovabile caratterizzata da lunghi tempi<br />

<strong>di</strong> rigenerazione naturale e soggetta a fenomeni <strong>di</strong> degrado chimico, fisico e biologico,<br />

correlabili al loro uso che compromettono, <strong>di</strong> conseguenza, la loro funzione naturale.<br />

Un’attenta gestione della risorsa suolo/sottosuolo è in<strong>di</strong>spensabile per il mantenimento<br />

della produttività agricola, per l’equilibrio degli ecosistemi e per la protezione delle risorse<br />

idriche.<br />

Il valore protettivo del suolo/sottosuolo nei confronti delle falde <strong>di</strong>pende sia dalle sue<br />

proprietà fisico-meccaniche, che determinano un’azione <strong>di</strong> filtro e <strong>di</strong> barriera al movimento<br />

degli inquinanti, sia dalle sue proprietà fisico-chimiche e dall’attività microbiologica,<br />

che ne determinano la capacità <strong>di</strong> autodepurazione.<br />

Le attività estrattive che insistono su un territorio sono sicuramente tra quelle che più<br />

incidono sulla risorsa suolo e sottosuolo, in quanto lo sfruttamento <strong>di</strong> giacimenti comporta<br />

per definizione un consumo <strong>di</strong> tale risorsa senza possibilità <strong>di</strong> rinnovo. Per questo motivo<br />

in questo capitolo è stata analizzata attentamente l’incidenza che cave e miniere hanno<br />

avuto e hanno tuttora sul territorio lecchese; ciò anche in considerazione del fatto che<br />

rappresentano un’importante attività economica che deve sempre confrontarsi<br />

con le necessità <strong>di</strong> tutela dell’ambiente e del paesaggio e con i problemi legati<br />

ad un’urbanizzazione spesso a ridosso delle attività minerarie stesse.<br />

Ai fini della presente RSA i temi trattati riguardano:<br />

• Uso del <strong>Suolo</strong><br />

• Rischio Idrogeologico<br />

• Qualità del <strong>Sottosuolo</strong>.<br />

Così come per gli altri macrotemi, per ogni tema sono stati elaborati gli in<strong>di</strong>catori<br />

classificati secondo il modello PSR e riportati in Tabella 4.2a.<br />

70<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

Relazione sullo Stato dell’Ambiente<br />

Tabella 4.2a<br />

Temi e in<strong>di</strong>catori<br />

Tema<br />

Uso del <strong>Suolo</strong><br />

Rischio Idrogeologico<br />

Qualità del <strong>Sottosuolo</strong><br />

In<strong>di</strong>catore<br />

Pressione<br />

- Superficie Urbanizzata<br />

- Aree <strong>di</strong> Attività Estrattiva<br />

- Volumi Materiali Estratti da Cave<br />

- Volumi Materiali Estratti da Miniere<br />

Stato<br />

- Distribuzione delle Aree Secondo le Categorie d’Uso dei<br />

P.R.G. rispetto alla Superficie Totale <strong>Provincia</strong>le<br />

Risposta<br />

- Verde Pubblico Complessivo per Abitante (m 2 /ab) per<br />

Comune<br />

- Superficie Cave Cessate/Superficie Comunale<br />

Superficie Cave Recuperate/Superficie Cave Cessate<br />

- Ambiti Estrattivi Finalizzati al Recupero<br />

Stato<br />

- Comuni Interessati da Frane<br />

- Comuni Interessati da Esondazione<br />

- Rischio Totale<br />

Risposta<br />

- Comuni dotati <strong>di</strong> Relazione Geologica a supporto del P.R.G.<br />

- Richieste per Interventi <strong>di</strong> Ripristino per l’Alluvione 2002<br />

Pressione<br />

- Siti con Inquinamento Accertato<br />

Risposta<br />

- Fasi <strong>di</strong> Avanzamento dei Progetti <strong>di</strong> Bonifica


4.2.1 Competenze della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

In Tabella 4.2.1a si riporta un quadro sintetico delle competenze provinciali , in riferimento<br />

al macrotema esaminato nel presente paragrafo.<br />

Competenze della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong> e Principali Riferimenti Legislativi<br />

Attività Ruolo/competenze Riferimenti Settore<br />

legislativi<br />

Redazione del PTCP • Programmazione, L.R. 1/2000 Territorio<br />

• attuazione e gestione<br />

• Verifica sulla compatibilità dei piani<br />

regolatori generali comunali e relative<br />

varianti, nonché dei piani attuativi <strong>di</strong><br />

interesse sovracomunale con il PTCP<br />

Sistema Informativo • Raccolta, elaborazione, gestione L.R. 1/2000 Territorio<br />

Territoriale • e <strong>di</strong>ffusione dei dati territoriali<br />

Assistenza tecnicoamministrativa<br />

agli<br />

enti locali su<br />

pianificazione<br />

paesistica, tutela<br />

dell’ambiente,<br />

gestione territoriale<br />

ed attuazione degli<br />

obiettivi <strong>di</strong> sviluppo<br />

del territorio<br />

• Coor<strong>di</strong>namento tra la gestione D.lgs. 267/2000 Territorio<br />

urbanistica locale e gli in<strong>di</strong>rizzi L.R. 23/1997 Affari<br />

programmatici regionali L.R. 18/1997 Generali<br />

• Attività <strong>di</strong> supporto agli Enti Locali<br />

in materia urbanistica<br />

• Pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> fattibilità<br />

per i gran<strong>di</strong> interventi<br />

infrastrutturali sul territorio<br />

• Sviluppo <strong>di</strong> attività in accordo con i<br />

Comuni ed Enti interessati, per la<br />

formazione <strong>di</strong> piani d’area<br />

Valutazione <strong>di</strong> • Gestione delle procedure V.I.A. affidate L.R. 20/1999 Territorio<br />

Impatto Ambientale • alla <strong>Provincia</strong> dalla normativa Ambiente<br />

regionale<br />

Ecologia<br />

Attività<br />

Economiche<br />

Viabilità<br />

e Trasporti<br />

Attività estrattive • Redazione del Piano Cave <strong>Provincia</strong>le L.R. 14/1998 Ambiente<br />

• Autorizzazioni, varianti e proroghe R.D. 1443/1927<br />

Ecolologia<br />

alle attività <strong>di</strong> coltivazione<br />

e recupero ambientale<br />

• Assistenza tecnica ai comuni<br />

Vincolo idrogeologico • Rilascio autorizzazione allo svincolo L.R. 14/1998 Ambiente<br />

• idrogeologico e al mutamento R.D.L. 3267/1923 Ecologia<br />

<strong>di</strong> destinazione d’uso <strong>di</strong> suolo boscato L.R. 8/1976 Agricoltura<br />

• Consulenze tecniche in aree L.R. 80/1989 Ambiente<br />

sottoposte a <strong>di</strong>ssesto L. 183/1989 Ecologia<br />

• Pre<strong>di</strong>sposizione e collaborazione alla D.L. 180/1998<br />

redazione <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> inerenti il rischio L. 267/1998<br />

idrogeologico e la <strong>di</strong>fesa del suolo<br />

Norme <strong>di</strong> polizia • Funzioni <strong>di</strong> vigilanza e amministrative L.R. 14/1998 Ambiente<br />

mineraria D.lgs.626/1994 Ecologia<br />

D.lgs.624/1996<br />

D.P.R. 547/1955<br />

D.P.R. 128/1959<br />

Direttive CEE<br />

Bonifiche siti inquinati • Espressione <strong>di</strong> parere tecnico nella D.lgs. 22/1997 Ambiente<br />

valutazione <strong>di</strong> progetti <strong>di</strong> bonifica<br />

Ecologia<br />

• Certificazione <strong>di</strong> avvenuta bonifica D.M. 471/1999<br />

Tabella 4.2.1a<br />

71<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

Relazione sullo Stato dell’Ambiente<br />

4.2 <strong>Suolo</strong> e sottosuolo


4.2 <strong>Suolo</strong> e sottosuolo<br />

4.2.2 Uso del <strong>Suolo</strong><br />

Il suolo è una risorsa naturale limitata e il suo uso razionale rappresenta un aspetto<br />

<strong>di</strong> fondamentale importanza nell’ottica dello sviluppo sostenibile.<br />

L’elevato numero dei fattori <strong>di</strong> pressione antropica (attività economico-sociali) tende<br />

a mettere in crisi la capacità <strong>di</strong> resilienza <strong>di</strong> tale risorsa, compromettendo sia le popolazioni<br />

che gli ecosistemi locali.<br />

Nell’ambito <strong>di</strong> tale tematica vengono trattati gli aspetti relativi all’uso del suolo della<br />

provincia lecchese facendo particolare riferimento alle attività estrattive e alle aree ver<strong>di</strong>;<br />

in particolare sono stati elaborati i seguenti in<strong>di</strong>catori sud<strong>di</strong>visi secondo il modello PSR:<br />

In<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> Pressione<br />

• Superficie Urbanizzata<br />

• Aree <strong>di</strong> Attività Estrattiva<br />

• Volumi Materiali Estratti da Cave<br />

• Volumi Materiali Estratti da Miniere<br />

In<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> Stato<br />

• Distribuzione delle Aree Secondo le Categorie d’Uso dei P.R.G. rispetto alla Superficie<br />

Totale <strong>Provincia</strong>le<br />

In<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> Risposta<br />

• Verde Pubblico Complessivo per Abitante (m 2 /ab) per Comune<br />

• Superficie Cave Cessate/Superficie Comunale<br />

Superficie Cave Recuperate/Superficie Cave Cessate<br />

72<br />

• Ambiti Estrattivi Finalizzati al Recupero<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

Relazione sullo Stato dell’Ambiente<br />

4.2.2.1 In<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> Pressione<br />

Superficie Urbanizzata<br />

In<strong>di</strong>catore<br />

Superficie Urbanizzata<br />

Macrotema<br />

SUOLO E SOTTOSUOLO<br />

Tema<br />

Uso del <strong>Suolo</strong><br />

Tipologia<br />

Pressione<br />

Obiettivo<br />

L’obiettivo è in<strong>di</strong>viduare il consumo <strong>di</strong> suolo della provincia<br />

includendo tutte le superfici antropizzate<br />

Dati necessari<br />

Piano Faunistico <strong>Provincia</strong>le<br />

Fonte<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

Ambito Spaziale <strong>Provincia</strong><br />

Periodo 2003<br />

In Tabella 4.2.2.1a viene riportato il dato relativo alle superfici urbanizzate, determinate<br />

in sede <strong>di</strong> elaborazione del Piano Faunistico <strong>Provincia</strong>le, sud<strong>di</strong>vise per circondari.<br />

Vengono inoltre in<strong>di</strong>cate le percentuali <strong>di</strong> dette superfici rispetto a quelle dei circondari.


Il dato provinciale, pari a 14,49%, risulta nettamente superiore alla me<strong>di</strong>a Regionale, pari a 9,06%.<br />

Superficie Urbanizzata<br />

Circondario Superficie (Km 2 ) Superficie % Superfice<br />

urbanizzata (Km 2 )<br />

urbanizzata<br />

<strong>Lecco</strong> 191,3704 26,74 13,97%<br />

Merate 82,39127 24,62 29,88%<br />

Oggiono 59,4541 15,09 25,38%<br />

Casatenovo 57,6789 20,52 35,58%<br />

Valsassina 214,7589 9,49 4,42%<br />

Lario Orientale 155,2045 11,29 7,27%<br />

Valle S. Martino 55,31197 10,53 19,04%<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong> 816,17 118,28 14,49%<br />

Dalla cartografia <strong>di</strong> Figura 4.2.2.1a, dove è in<strong>di</strong>cata la <strong>di</strong>stribuzione areale delle aree<br />

urbanizzate, risulta chiaramente come la maggior parte del territorio antropizzato<br />

in provincia <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong> sia nella parte meri<strong>di</strong>onale della provincia, mentre le zone a più alta<br />

naturalità risultano essere quelle montuose nella parte settentrionale del territorio<br />

provinciale (Circondari della Valsassina e del Lario Orientale ).<br />

Aree Urbanizzate<br />

Tabella 4.2.2.1a<br />

Figura 4.2.2.1a<br />

73<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

Relazione sullo Stato dell’Ambiente<br />

4.2 <strong>Suolo</strong> e sottosuolo


4.2 <strong>Suolo</strong> e sottosuolo<br />

74<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

Relazione sullo Stato dell’Ambiente<br />

Aree <strong>di</strong> Attività Estrattiva<br />

In<strong>di</strong>catore<br />

Aree <strong>di</strong> Attività Estrattiva<br />

Macrotema<br />

SUOLO E SOTTOSUOLO<br />

Tema<br />

Uso del <strong>Suolo</strong><br />

Tipologia<br />

Pressione<br />

Obiettivo<br />

L’obiettivo è in<strong>di</strong>viduare le Aree <strong>di</strong> attività estrattiva previste<br />

nel Piano Cave della provincia nonché valutare la percentuale<br />

della loro superficie rispetto alla superficie comunale<br />

Dati necessari<br />

Piano Cave <strong>Provincia</strong>le – stato <strong>di</strong> attuazione<br />

Fonte<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

Ambito Spaziale <strong>Provincia</strong><br />

Periodo 2003<br />

Le attività estrattive si configurano notoriamente come attività ad alta incidenza<br />

sul territorio, in quanto producono, nella maggioranza dei casi, impatti ambientali<br />

che possono essere sia temporanei, quin<strong>di</strong> reversibili, sia permanenti, quin<strong>di</strong> irreversibili.<br />

Gli impatti temporanei sono per lo più imputabili agli effetti indotti dalle attività estrattive<br />

quali polveri, rumori, traffico, a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quelli permanenti per lo più legati<br />

al consumo della risorsa, in particolare non rinnovabile, e alle mo<strong>di</strong>fiche <strong>di</strong> carattere<br />

morfologico che si riflettono sull’assetto idrogeologico del territorio interessato e sul<br />

paesaggio; quest’ultimo è l’impatto che viene maggiormente percepito dalle popolazioni<br />

locali. Dall’altra parte, l’attività estrattiva ha un ruolo economico rilevante nel fornire<br />

materiali naturali a <strong>di</strong>versi settori produttivi.<br />

Tali attività sono <strong>di</strong>sciplinate dal Piano Cave della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong>, adottato ai sensi<br />

dell’art. 8 della L.R. n.14 del 08/08/1998 e approvato dalla Regione Lombar<strong>di</strong>a nel giugno<br />

2001, in cui vengono previste forme <strong>di</strong> recupero, mitigazione e compensazione ambientale<br />

dell’area estrattiva, attraverso opere <strong>di</strong> ingegneria naturalistica, aventi come obiettivo la<br />

sistemazione finale dell’ambito estrattivo una volta terminata l’attività <strong>di</strong> escavazione.<br />

Il Piano garantisce un fabbisogno <strong>di</strong> materiale necessario alle aziende del settore e nel<br />

contempo detta le norme per un corretto recupero ambientale dei siti estrattivi.<br />

In tale Piano sono in<strong>di</strong>viduati gli ambiti estrattivi <strong>di</strong>slocati nel territorio comprendenti,<br />

ai sensi degli artt. 5 e 6 della L.R. n°14 del 08/08/1998, le aree <strong>di</strong> sfruttamento, le aree<br />

per impianti <strong>di</strong> lavorazione e <strong>di</strong> servizio nonché quelle connesse con l’attività estrattiva,<br />

la fascia <strong>di</strong> mitigazione degli impatti e le aree <strong>di</strong> recupero ambientale e <strong>di</strong> compensazione.<br />

La <strong>Provincia</strong> si è dotata <strong>di</strong> propri criteri per <strong>di</strong>sciplinare l’iter <strong>di</strong> approvazione dei progetti<br />

degli Ambiti Estrattivi, garantendo una piena partecipazione <strong>di</strong> tutti gli Enti locali, Comuni,<br />

Comunità Montane e Parchi, delle associazioni operanti sul territorio in rappresentanza<br />

del settore estrattivo e della tutela dell’ambiente. Tale compartecipazione si concretiezza<br />

nell’ambito della Consulta Cave e me<strong>di</strong>ante le Conferenze <strong>di</strong> Servizi.<br />

Ai fini della presente Relazione sullo Stato dell’Ambiente, l’obiettivo è quello <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare<br />

le aree interessate da attività <strong>di</strong> escavazione nella <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong> e valutare, fra queste,<br />

quali incidono maggiormente sullo stato e sulla qualità dell’ambiente.<br />

Di seguito, in Tabella 4.2.2.1b, si riporta l’elenco degli ambiti estrattivi della <strong>Provincia</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>Lecco</strong>, in<strong>di</strong>viduati nel Piano Cave provinciale, sud<strong>di</strong>viso in cave attive e cave cessate.<br />

Per ognuna <strong>di</strong> esse viene in<strong>di</strong>cata la tipologia d’ambito come da piano, la denominazione<br />

della cava , la località, il Comune <strong>di</strong> appartenenza e relativa superficie, la superficie<br />

interessata dall’ Ambito Estrattivo o <strong>di</strong> Recupero , la superficie dell’Area <strong>di</strong> Sfruttamento<br />

e la percentuale <strong>di</strong> quest’ultima rispetto a quella comunale.<br />

Le cave attive rappresentano un fattore <strong>di</strong> pressione rilevante, a causa dei cambiamenti<br />

spesso irreversibili che provocano, negli ambiti interessati, il consumo e il deterioramento<br />

delle risorse ambientali e territoriali esistenti.<br />

Le cave cessate, invece, possono condurre a degli impatti significativi e irreversibili qualora<br />

non venissero realizzate le forme <strong>di</strong> recupero e/o ripristino ambientale previste.


Ambiti Estrattivi<br />

Tip. Denominazione Località Comune Superficie Superficie Superficie Sup. AS/<br />

Ambito Comune AE, AR AS (m 2 ) Superficie<br />

(m 2 )* (m 2 ) Comune<br />

Cave Attive<br />

AE 4.1 Cava Cornello Belledo <strong>Lecco</strong> 45.929.552 63.855 32.379 0,07%<br />

AE 4.2 Cava Vaiolo Bassa Vaiolo <strong>Lecco</strong> 45.929.552 90.419 40.270 0,09%<br />

AE 4.3 Cava Vaiolo Alta Vaiolo <strong>Lecco</strong> 45.929.552 491.690 230.358 0,50%<br />

AR 6.1 Cava Valle Oscura Sala al Barro Galbiate 16.140.908 306.801 64.416 0,07%<br />

Cave Abbandonate-Cessate<br />

AR 3.1 Cava Finim Formenti Moregallo Mandello 17.087.852 347.892 43.114 0,50%<br />

del Lario<br />

AR 3.1 Cava Pensa Moregallo Mandello 17.087.852 – 39.634 0,40%<br />

del Lario<br />

AR 3.1 ex Cava Merlo Moregallo Mandello 17.087.852 179.922 112.982 0,23%<br />

del Lario<br />

AR 3.1 Cava Spandri- Moregallo Mandello 17.087.852 – 48.097 0,81%<br />

ex Bregaglio<br />

del Lario<br />

AR 5.1 ex Cava Mossini Galbiate Galbiate 18.230.964 80.000 37.102 0,07%<br />

e Pescate<br />

AR 9.1 Cava Sesana Brivio Brivio 7.919.554 115.417 63.876 0,25%<br />

(*) Fonte ISTAT<br />

AE- Ambito Estrattivo;<br />

AR- Ambito Estrattivo finalizzato al Recupero;<br />

AS- Area <strong>di</strong> sfruttamento.<br />

Dall’analisi della Tabella 4.2.2.1b risulta evidente che gran parte delle cave insistono<br />

nel Comune <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong> e nel Comune <strong>di</strong> Mandello del Lario. Sono presenti quattro cave attive<br />

<strong>di</strong> cui tre nel capoluogo <strong>di</strong> provincia e una nel Comune <strong>di</strong> Galbiate. Fra queste, quella<br />

con la maggiore percentuale <strong>di</strong> superficie interessata rispetto alla superficie comunale<br />

è la Cava Vaiolo Alta (0,50%) ubicata nel Comune <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong> che risulta essere anche la cava<br />

con la maggior superficie <strong>di</strong> area <strong>di</strong> sfruttamento.<br />

In Figura 4.2.2.1b, è riportata l’ubicazione sul territorio provinciale degli ambiti estrattivi e degli<br />

ambiti estrattivi finalizzati al recupero in<strong>di</strong>viduati nel Piano Cave, <strong>di</strong>stinti tra attivi e cessati.<br />

Tabella 4.2.2.1b<br />

75<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

Relazione sullo Stato dell’Ambiente<br />

4.2 <strong>Suolo</strong> e sottosuolo


4.2 <strong>Suolo</strong> e sottosuolo<br />

Figura 4.2.2.1b<br />

Ambiti Estratti e Ambiti Estrattivi Finalizzati al Recupero<br />

– Ambiti Estrattivi (AE)<br />

– Ambiti Estrattivi finalizzati<br />

al recupero (AR)<br />

Attivi<br />

76<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

Relazione sullo Stato dell’Ambiente<br />

Cessati<br />

Volume Materiali Estratti da Cave<br />

In<strong>di</strong>catore<br />

Volume Materiali Estratti da Cave<br />

Macrotema<br />

SUOLO E SOTTOSUOLO<br />

Tema<br />

Uso del <strong>Suolo</strong><br />

Tipologia<br />

Pressione<br />

Obiettivo<br />

L’obiettivo è valutare, per ogni tipologia,<br />

il quantitativo dei volumi <strong>di</strong> materiale estratto dalle cave<br />

Dati necessari<br />

Volumi estratti dalle cave nel corso degli anni,<br />

statistica annuale<br />

Fonte<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

Ambito Spaziale <strong>Provincia</strong><br />

Periodo 1982-2002


Scopo <strong>di</strong> questo in<strong>di</strong>catore è quello <strong>di</strong> riportare la tipologia e i volumi <strong>di</strong> materiale estratti<br />

dalle cave nella <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong>; i dati sono quelli della statistica annuale trasmessi<br />

dalle <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>tte alla <strong>Provincia</strong> relativamente al periodo 1982-2002, i cui totali sono<br />

riportati in Figura 4.2.2.1c .<br />

Rispetto ai materiali estratti dalle miniere, dalle cave si estraggono i minerali meno nobili,<br />

<strong>di</strong> seconda categoria, descritti nel R.D. n. 1443 del 1927. In <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong> vengono<br />

estratti attualmente i seguenti tipi <strong>di</strong> materiali: Dolomia per macinazione, Calcare anche<br />

dolomitico per pietrisco, Calcare anche dolomitico per calce e cemento.<br />

Volumi <strong>di</strong> Materiali Estratti (1982-2002)<br />

Figura 4.2.2.1c<br />

4.2 <strong>Suolo</strong> e sottosuolo<br />

Dolomia per<br />

macinazione<br />

456.748<br />

Calcare anche dolom.<br />

per pietrisco<br />

3.786.687<br />

Calcare anche dolom.<br />

per calce e cemento<br />

18.568.463<br />

Sulla base dei dati della statistica annuale, oltre alle tipologie <strong>di</strong> materiale presenti<br />

in Figura 4.2.2.1c, risultano estratti, relativamente all’anno 1982, 14.400t <strong>di</strong> argilla.<br />

Non si sono avute cave attive per tale tipologia <strong>di</strong> materiale negli anni successivi.<br />

Si riportano, inoltre,in Tabella 4.2.2.1c per gli ambiti estrattivi menzionati nel Piano Cave,<br />

la tipologia <strong>di</strong> materiale e il relativo volume complessivo <strong>di</strong> materiale <strong>di</strong>sponibile.<br />

Volume Disponibile Ambiti Estrattivi<br />

0 4.000.000 8.000.000 12.000.000 16.000.000 20.000.000<br />

Quantità (t)<br />

Tip. Denominazione Località Comune Materiale Volume <strong>di</strong>sponibile<br />

Ambito (m 2 )<br />

Cave Attive<br />

AE 4.1 Cava Cornello Belledo <strong>Lecco</strong> Dolomia per l’industria >700.000<br />

AE 4.2 Cava Vaiolo Bassa Vaiolo <strong>Lecco</strong> Calcare per Calce 1.750.000<br />

AE 4.3 Cava Vaiolo Alta Vaiolo <strong>Lecco</strong> Calcare per Calce 11.600.000<br />

e cemento<br />

AR 6.1 Cava Valle Oscura Sala al Barro Galbiate Calcare per Calce 1.000.000<br />

e cemento<br />

Cave Abbandonate-Cessate<br />

AR 3.1 Cava Finim Moregallo Mandello Detrito <strong>di</strong> versante, 384.000<br />

Formenti del Lario roccia frantumata<br />

AR 3.1 Cava Pensa Moregallo Mandello Detrito <strong>di</strong> versante, 87.000<br />

del Lario roccia frantumata<br />

AR 3.1 ex Cava Merlo Moregallo Mandello Detrito <strong>di</strong> versante, 375.000<br />

del Lario roccia frantumata<br />

AR 3.1 Cava Spandri Moregallo Mandello Detrito <strong>di</strong> versante, 250.000<br />

ex Bregaglio del Lario roccia frantumata<br />

AR 5.1 ex Cava Mossini Galbiate Galbiate Ghiaia e Sabbia 300.000<br />

e Pescate<br />

AR 9.1 Cava Sesana Brivio Brivio Argilla per laterizi 100.000<br />

Tabella 4.2.2.1c<br />

77<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

Relazione sullo Stato dell’Ambiente


4.2 <strong>Suolo</strong> e sottosuolo<br />

78<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

Relazione sullo Stato dell’Ambiente<br />

I materiali estratti da tali siti vengono utilizzati principalmente nel campo dell’e<strong>di</strong>lizia<br />

(calcare da cemento, calcare per calce e pietrisco) e nel campo dell’industria siderurgica.<br />

Si ricorda, in particolare, che la calce viene utilizzata principalmente in siderurgia e in<br />

minor misura come legante nel campo dell’e<strong>di</strong>lizia e come ad<strong>di</strong>tivo in bonifiche ambientali;<br />

il cemento, il pietrisco e la sabbia vengono utilizzati per il conglomerato cementizio<br />

(calcestruzzo) e l’argilla per la realizzazione dei laterizi.<br />

Volume Materiali Estratti da Miniere<br />

In<strong>di</strong>catore<br />

Volume Materiali Estratti da Miniere<br />

Macrotema<br />

SUOLO E SOTTOSUOLO<br />

Tema<br />

Uso del <strong>Suolo</strong><br />

Tipologia<br />

Pressione<br />

Obiettivo<br />

L’obiettivo è valutare il quantitativo dei volumi <strong>di</strong> materiale<br />

estratto dalle miniere<br />

Dati necessari<br />

Volume dei materiali coltivati nelle miniere<br />

Fonte<br />

Regione Lombar<strong>di</strong>a<br />

Ambito Spaziale <strong>Provincia</strong><br />

Periodo 2002<br />

Nella legislazione nazionale le miniere si <strong>di</strong>stinguono dalle cave per la tipologia del<br />

materiale estratto.<br />

Dalle miniere si estraggono i minerali <strong>di</strong> prima categoria descritti nell’art. 2 del R.D. n. 1443<br />

del 1927 “Norme <strong>di</strong> carattere legislativo per <strong>di</strong>sciplinare la ricerca e la coltivazione delle<br />

miniere nel Regno “che comprendono fra gli altri i giacimenti metalliferi, <strong>di</strong> feldspati,<br />

e <strong>di</strong> marna da cemento presenti in <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong>.<br />

Oltre a <strong>di</strong>versificarsi per la tipologia <strong>di</strong> materiali estratti, cave e miniere si <strong>di</strong>fferenziano<br />

anche per il <strong>di</strong>verso regime giuri<strong>di</strong>co al quale sono assoggettate; mentre il giacimento <strong>di</strong><br />

una cava è lasciato in <strong>di</strong>sponibilità al proprietario del suolo, le miniere sono <strong>di</strong> proprietà<br />

dello Stato e sono date in concessione a privati.<br />

In merito alle competenze amministrative, le concessioni minerarie sono in capo alla<br />

Regione a <strong>di</strong>fferenza delle cave che sono autorizzate dalla <strong>Provincia</strong>.<br />

In <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong> sono presenti 7 concessioni minerarie così sud<strong>di</strong>vise: due <strong>di</strong> barite, due<br />

<strong>di</strong> feldspato e tre <strong>di</strong> marna da cemento.<br />

L’ubicazione dei siti minerari è riportata in Figura 4.2.2.1d mentre, in Tabella 4.2.2.1d,<br />

si riporta la denominazione delle miniere, la località, la superficie interessata, la tipologia<br />

<strong>di</strong> minerale estratto, la scadenza della concessione e la produzione complessiva relativa<br />

all’anno 2002.


Ubicazione Miniere<br />

Figura 4.2.2.1d<br />

4.2 <strong>Suolo</strong> e sottosuolo<br />

79<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

Relazione sullo Stato dell’Ambiente<br />

Produzione Minerali – Anno 2002<br />

Denominaz. Località Sup. Minerali Scadenza Produzione<br />

Miniera (ha) (t)<br />

Piantelli Primaluna 28 barite 17/06/2013<br />

Ruola Faedo, 6.293<br />

Faidallo, Sassi Rossi Primaluna 69 barite concess.<br />

perpetua<br />

Lentrée Nord Ovest Tremenico, 87 feldspato 24/04/2019<br />

Pernighera Vendrogno<br />

Surlosasso Tremenico 49 feldspato 30/07/2019<br />

51.726<br />

Bogia<br />

Rio Gambaione 2 Cassago Brianza, 141 marna da in fase<br />

Bulciago, Cremella cemento <strong>di</strong> rinnovo<br />

Alpetto Cesana Brianza, 113 marna da<br />

Suello cemento 23/04/2011<br />

1.110.672<br />

Baggero e Brenno Costa Masnaga 43 marna da 09/10/2016<br />

cemento<br />

Tabella 4.2.2.1d


4.2 <strong>Suolo</strong> e sottosuolo<br />

Figura 4.2.2.1e<br />

Produzione 2002 per Tipologia <strong>di</strong> Minerale<br />

(t)<br />

1000000<br />

800000<br />

600000<br />

400000<br />

1.110.672<br />

200000<br />

0<br />

6.293<br />

Barite<br />

51.726<br />

Feldspato<br />

Marna <strong>di</strong> Cemento<br />

Come risulta dal grafico della Figura 4.2.2.1e, la tipologia <strong>di</strong> materiale che viene estratta<br />

maggiormente è la Marna Cementizia corrispondente a circa il 95% del materiale minerario<br />

estratto nella provincia mentre le altre due tipologie <strong>di</strong> materiale (Barite e Feldspato)<br />

rappresentano rispettivamente lo 0,5% e il 4,5% del totale.<br />

80<br />

4.2.2.2 In<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> Stato<br />

Distribuzione delle Aree Secondo le Categorie d’Uso dei PRG<br />

rispetto alla Superficie Totale <strong>Provincia</strong>le<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

Relazione sullo Stato dell’Ambiente<br />

In<strong>di</strong>catore<br />

Distribuzione delle Aree Secondo le Categorie d’Uso dei PRG<br />

rispetto alla Superficie Totale <strong>Provincia</strong>le<br />

Macrotema<br />

SUOLO E SOTTOSUOLO<br />

Tema<br />

Uso del <strong>Suolo</strong><br />

Tipologia<br />

Stato<br />

Obiettivo<br />

L’obiettivo è valutare, per ogni categoria d’uso, la superficie<br />

interessata rispetto la superficie totale provinciale<br />

Dati necessari<br />

Superficie per ogni categoria d’uso<br />

Fonte<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

Ambito Spaziale <strong>Provincia</strong><br />

Periodo Aggiornamento 1998<br />

Sulla base dei dati rilevati dai PRG dei Comuni della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong> sono stati ricavati<br />

i valori relativi alle superfici per ogni destinazione d’uso. La classificazione comprende<br />

14 categorie d’uso a loro volta classificabili in specifiche destinazioni d’uso. È importante<br />

sottolineare che tali categorie d’uso si riferiscono sia alla situazione esistente che alle<br />

previsioni degli strumenti urbanistici.<br />

Oltre alle superfici, per ogni categoria d’uso si riportano, in Tabella 4.2.2.2 a, le percentuali<br />

<strong>di</strong> quest’ultime rispetto alla superficie dell’intero territorio provinciale al netto dei bacini<br />

lacustri e rappresentate graficamente in Figura 4.2.2.2a.


Distribuzione Percentuale delle Categorie d’Uso secondo PRG<br />

Categoria d’uso Superficie (m 2 )<br />

Agricolo 362.791.660<br />

Boschi 203.581.004<br />

Residenza 52.438.540<br />

Tutela in<strong>di</strong>fferenziata 34.363.945<br />

Servizi comunali 23.696.650<br />

Produttivo 17.735.573<br />

Verde privato 13.076.856<br />

Senza specifica destinazione 6.175.747<br />

Infrastrutture 5.838.000<br />

Turistico/Ricettivo 4.726.987<br />

Servizi sovracomunali 4.387.791<br />

Polifunzionale 1.513.883<br />

Attività estrattive 993.687<br />

Comm./Direz. 926.482<br />

Totale 732.246.805<br />

Tabella 4.2.2.2a<br />

4.2 <strong>Suolo</strong> e sottosuolo<br />

Distribuzione Percentuale delle Categorie d’Uso secondo PRG<br />

Figura 4.2.2.2a<br />

Comm./Direz. 0,13%<br />

Attività estrattive 0,14%<br />

Polifunzionale 0,21%<br />

Servizi sovracomunali 0,60%<br />

Turistico/Ricettivo 0,65%<br />

Infrastrutture 0,80%<br />

Senza specifica destinaz. 0,84%<br />

Verde privato 1,79%<br />

Produttivo 2,42%<br />

Servizi comunali 3,24%<br />

Tutela in<strong>di</strong>fferenziata 4,69%<br />

Residenza 7,16%<br />

Boschi 27,80%<br />

Agricolo 49,54%<br />

81<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

Relazione sullo Stato dell’Ambiente<br />

Come si evince facilmente dalla Figura 4.2.2.2a , circa metà del territorio è occupato<br />

da suolo agricolo (49,54%) e il 27,80% da boschi; poco più del 7% è a<strong>di</strong>bito a residenza<br />

mentre esigue risultano le superfici destinate alle attività estrattive (0,14%),<br />

e al polifunzionale (0,21%).


4.2 <strong>Suolo</strong> e sottosuolo<br />

82<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

Relazione sullo Stato dell’Ambiente<br />

Tabella 4.2.2.3a<br />

4.2.2.3 In<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> Risposta<br />

Verde Pubblico Complessivo per Abitante (m 2 /ab) per Comune<br />

In<strong>di</strong>catore<br />

Verde Pubblico Complessivo per Abitante (m 2 /ab) per Comune<br />

Macrotema<br />

SUOLO E SOTTOSUOLO<br />

Tema<br />

Uso del <strong>Suolo</strong><br />

Tipologia<br />

Risposta<br />

Obiettivo<br />

L’obiettivo è valutare la percentuale <strong>di</strong> superficie <strong>di</strong> verde<br />

pubblico rispetto alla superficie provinciale<br />

Dati necessari<br />

Superficie verde pubblico.<br />

Fonte<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

Ambito Spaziale <strong>Provincia</strong><br />

Periodo 1996-1998<br />

L’espansione degli inse<strong>di</strong>amenti e delle infrastrutture, specialmente legata alle attività<br />

industriali, all’estrazione <strong>di</strong> minerali e materiali inerti, ai trasporti, all’agricoltura intensiva<br />

ed allo smaltimento dei rifiuti, genera una forte pressione sulla risorsa suolo, sottraendo<br />

aree sempre più estese ad altri usi, quali l’agricoltura tra<strong>di</strong>zionale, il pascolo e la selvicoltura.<br />

Il verde pubblico rappresenta una risposta agli interventi antropici che portano alla<br />

sottrazione delle aree naturali e a tal fine può interpretarsi come un’azione <strong>di</strong><br />

mitigazione/compensazione nei confronti dell’urbanizzazione.<br />

Dall’estrapolazione effettuata dal mosaico provinciale per la determinazione delle superfici<br />

secondo le categorie d’uso dei Piani Regolatori Generali comunali, si è ricavata anche la<br />

superficie <strong>di</strong> verde pubblico.<br />

Di seguito, in Tabella 4.2.2.3a si riporta tale valutazione per i primi 10 Comuni in termini<br />

<strong>di</strong> popolazione residente al 2001:<br />

Verde Pubblico Procapite dei 10 Comuni più Popolati<br />

Comune Popolazione Verde Pubblico Verde Pro-capite<br />

(m 2 ) (m 2 /ab)<br />

<strong>Lecco</strong> 45.507 1.352.383 29,72<br />

Merate 14.074 823.384 58,50<br />

Calolziocorte 13.776 177.214 12,86<br />

Casatenovo 11.874 256.020 21,56<br />

Valmadrera 10.872 10.872 21,50<br />

Mandello del Lario 9.854 443.154 44,97<br />

Galbiate 8.637 235.738 27,29<br />

Oggiono 7.956 232.139 29,18<br />

Missaglia 7.185 161.860 22,53<br />

Olginate 6.689 161.048 24,08<br />

Per poter valutare il livello <strong>di</strong> dotazione <strong>di</strong> standard a verde si richiamano i principali<br />

riferimenti normativi in vigore in Regione Lombar<strong>di</strong>a.<br />

L’art. 22 della L.R. n. 51 del 15/04/1975 (Disciplina urbanistica del territorio regionale<br />

e misure <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a per la tutela del patrimonio naturale e paesistico) stabiliva che<br />

la dotazione per attrezzature pubbliche e <strong>di</strong> interesse pubblico o generale non può essere<br />

inferiore a 26,5 m 2 /ab, <strong>di</strong> cui almeno il cinquanta per cento a verde o attrezzature per il<br />

gioco e lo sport. Tale articolo è stato sostituito da <strong>di</strong>sposizioni normative derivanti dalla<br />

L.R. 1/2000, che introduce il Piano dei Servizi, cui spetta l’in<strong>di</strong>viduazione delle aree da<br />

vincolare a verde. La legge regionale sopra citata lascia apparentemente immutato<br />

il parametro minimo <strong>di</strong> 26,5 m 2 /ab, precedentemente in vigore, tuttavia, essa concede<br />

la facoltà <strong>di</strong> riduzione a 18 m 2 /ab a tutti i Comuni montani e a quelli con meno <strong>di</strong> 3.000<br />

abitanti e inoltre consente ai Comuni <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare (in aumento o in <strong>di</strong>minuzione)<br />

tale parametro con riferimento a particolari con<strong>di</strong>zioni inse<strong>di</strong>ative esistenti o previste.<br />

Dalla Tabella 4.2.2.3a emerge che vi sono 5 Comuni che superano il limite<br />

<strong>di</strong> 26,5 m 2 /abitanti in particolare: Mandello del Lario (44,97 m 2 /ab), Merate (58,50 m 2 /ab),<br />

Galbiate (27,29 m 2 /ab), <strong>Lecco</strong> (29,72m 2 /ab).


Superficie Cave Cessate/Superficie Comunale<br />

e Superficie Cave Recuperate/Superficie Cave Cessate<br />

In<strong>di</strong>catore<br />

Superficie Cave cessate/Superficie Comunale<br />

e Superficie Cave Recuperate/Superficie Cave cessate<br />

Macrotema<br />

SUOLO E SOTTOSUOLO<br />

Tema<br />

Uso del <strong>Suolo</strong><br />

Tipologia<br />

Risposta<br />

Obiettivo<br />

L’obiettivo è valutare la percentuale <strong>di</strong> superficie occupata<br />

da cave cessate e recuperate rispetto alla superficie<br />

dei comuni in cui sono ubicate<br />

Dati necessari<br />

Superficie delle cave cessate e recuperate del territorio<br />

provinciale e superficie dei comuni sulle quali insistono<br />

Fonte<br />

Inventario cave cessate<br />

Ambito Spaziale <strong>Provincia</strong><br />

Periodo 2002<br />

Con la D.G.R. del 4 /5/2001 n° VII/4492 sono stati approvati, dalla Regione Lombar<strong>di</strong>a,<br />

i criteri per la realizzazione dell’inventario delle cave cessate secondo l’art. 27 della<br />

L.R. 14/1998. Secondo quest’ultima, per cava cessata s’intende un sito oggetto in passato<br />

ad attività estrattiva terminata entro la data <strong>di</strong> redazione dell’inventario provinciale.<br />

Le cave cessate a loro volta vengono classificate in cave <strong>di</strong>smesse, ovvero cave cessate<br />

a seguito dell’esaurimento del giacimento, e cave abbandonate, ovvero cave cessate<br />

per motivi vari e in presenza <strong>di</strong> un giacimento residuo; l’inventario ha in<strong>di</strong>viduato 42 cave<br />

cessate che ricoprono lo 0,11% circa del territorio provinciale.<br />

Le percentuali maggiori in termini <strong>di</strong> superficie occupata da cave cessate rispetto alla<br />

superficie del comune <strong>di</strong> appartenenza sono quelle relative alla cava Lorenzina a Malgrate<br />

(2,53%), alla cava Bagaggera a Rovagnate (1,61%) e alla cava Sesana a Brivio (1,36%).<br />

83<br />

4.2 <strong>Suolo</strong> e sottosuolo<br />

Distribuzione delle Cave Cessate nei Comuni<br />

Comune N. cave Superficie cave Superficie Superficie cave cessate /<br />

cessate cessate (m 2 ) comune (m 2 ) Superficie comunale (m 2 )<br />

Airuno 2 14.271 4.269.515 0,33%<br />

Annone Brianza 1 9.060 5.718.140 0,16%<br />

Barzago 2 7.714 3.623.830 0,21%<br />

Barzio 1 2.333 21.327.487 0,01%<br />

Brivio 1 107.543 7.896.814 1,36%<br />

Calco 1 1.492 4.553.050 0,03%<br />

Civate 1 15.151 9.159.112 0,17%<br />

Cremeno 1 10.224 13.224.346 0,08%<br />

Ello 1 1.281 2.362.473 0,05%<br />

Galbiate 2 60.360 16.010.311 0,38%<br />

Introbio 3 11.817 25.910.760 0,05%<br />

<strong>Lecco</strong> 6 107.697 45.421.279 0,24%<br />

Lierna 1 2.476 11.542.882 0,02%<br />

Malgrate 1 49.077 1.937.382 2,53%<br />

Mandello del Lario 4 177.376 43.372.174 0,41%<br />

Missaglia 1 5.860 11.573.600 0,05%<br />

Nibionno 1 14.050 3.506.936,95 0,40%<br />

Oggiono 1 2.345 8.030.750,16 0,03%<br />

Oliveto Lario 1 3.429 15.991.822 0,02%<br />

Perledo 2 6.998 12.989.651 0,05%<br />

Robbiate 1 7.330 4.652.385 0,16%<br />

Rovagnate 1 73.740 4.588.694 1,61%<br />

Sirone 1 2.021 3.239.696 0,06%<br />

Valmadrera 4 148.402 12.096.450 1,23%<br />

Vigano 1 2.399 1.602.953 0,15%<br />

Totale 42 844.446 294.602.493 0,29%<br />

Tabella 4.2.2.3b<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

Relazione sullo Stato dell’Ambiente


4.2 <strong>Suolo</strong> e sottosuolo<br />

Figura 4.2.2.3a<br />

In totale la superficie delle cave cessate risulta essere intorno allo 0,29% della superficie<br />

totale dei comuni interessati (Tabella 4.2.2.3b).<br />

In Figura 4.2.2.3a si riporta la <strong>di</strong>stribuzione spaziale delle cave cessate nella <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Lecco</strong> <strong>di</strong>stinte per settori merceologici.<br />

Cave Cessate<br />

Argilla<br />

Calcare per calce e cemento<br />

Pietra ornamentale<br />

Pietrisco<br />

Sabbia e ghiaia<br />

84<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

Relazione sullo Stato dell’Ambiente<br />

Fra queste ve ne sono 18 recuperate (pari al 43%) <strong>di</strong> cui 13 del tutto (pari al 31%)<br />

e 5 in parte (pari al 12%); in Tabella 4.2.2.3c si riportano le superfici delle cave recuperate<br />

e la percentuale <strong>di</strong> queste rispetto alla superficie complessiva della cava stessa.<br />

Per cava recuperata si intende una cava sottoposta ad interventi <strong>di</strong> carattere ambientale<br />

al fine <strong>di</strong> mitigare/compensare gli impatti che ne derivano.


Cave Recuperate<br />

Comune Co<strong>di</strong>ce Nome Cava Area Area % Area<br />

Cava Cava Recuperata recuperata/<br />

(m 2 ) (m 2 ) Area Cava<br />

Malgrate CLC3 Cava Lorenzina 49.077 49.077 100,0%<br />

Valmadrera CLC6 Cava Castagna 87.070 20.750 23,8%<br />

Valmadrera CLC7 Cava Rosè 9.067 9.067 100,0%<br />

Valmadrera CLC9 Cava Carsana 35.631 7.750 21,8%<br />

Annone Brianza CLC10 Cava Ronchetti 9.060 250 2,8%<br />

Airuno CLC12 Cava Schenatti 2.949 2.949 100,0%<br />

Calco CLC13 Cava Bonsaglia 1.492 1.492 100,0%<br />

Brivio CLC14 Cava Sesana 107.543 57.250 53,2%<br />

Oggiono CLC16 Cava Canali 2.345 2.345 100,0%<br />

Sirone CLC18 Cava Don Minzoni 2.021 2.021 100,0%<br />

Nibionno CLC21 Cava Nibionno 14.050 14.050 100,0%<br />

Rovagnate CLC23 Cava Bagaggera 73.740 58.740 79,7%<br />

Lierna CLC33 Cava Scanagatta 2.476 2.476 100,0%<br />

<strong>Lecco</strong> CLC34 Cava Rovelli 13.135 13.135 100,0%<br />

<strong>Lecco</strong> CLC35 Cava Italstrade 19.452 19.452 100,0%<br />

<strong>Lecco</strong> CLC36 Cava Corso Bergamo 6.522 6.522 100,0%<br />

<strong>Lecco</strong> CLC39 Cava Combi 5.671 5.671 100,0%<br />

Introbio CLC41 Cava Casa delle Guide 2.187 2.187 100,0%<br />

TOTALE 443.488 275.184 62,0%<br />

In totale, la superficie recuperata risulta essere intorno al 62% della superficie totale<br />

occupata da cave.<br />

Tabella 4.2.2.3c<br />

85<br />

4.2 <strong>Suolo</strong> e sottosuolo<br />

Ambiti Estrattivi Finalizzati al Recupero<br />

In<strong>di</strong>catore<br />

Ambiti Estrattivi Finalizzati al Recupero<br />

Macrotema<br />

SUOLO E SOTTOSUOLO<br />

Tema<br />

Uso del <strong>Suolo</strong><br />

Tipologia<br />

Risposta<br />

Obiettivo<br />

L’obiettivo è in<strong>di</strong>viduare gli ambiti estrattivi della provincia<br />

finalizzati al recupero inseriti nel Piano Cave.<br />

Dati necessari<br />

Ambiti estrattivi e relativa localizzazione<br />

Fonte<br />

Piano Cave provinciale<br />

Ambito Spaziale <strong>Provincia</strong><br />

Periodo 2001<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

Relazione sullo Stato dell’Ambiente<br />

Il Piano Cave della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong> <strong>di</strong>stingue gli ambiti estrattivi in due gruppi che<br />

comprendono:<br />

• Ambiti Estrattivi che comprendono cave singole che abbiano riserve (volumi <strong>di</strong>sponibili)<br />

coltivabili superiore ai <strong>di</strong>eci anni <strong>di</strong> previsione dal Piano e caratteristiche merceologiche<br />

e quantitativi tali da costituire “Risorse Regionali “( art. 6 dell’Allegato A del Nuovo Piano<br />

delle attività estrattive della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong>);<br />

• Ambiti Estrattivi finalizzati al recupero che comprendono le cave o gruppi <strong>di</strong> cave<br />

che abbiano riserve inferiori ai <strong>di</strong>eci anni <strong>di</strong> previsione del Piano ed il cui sfruttamento<br />

è finalizzato al recupero ambientale dell’intero ambito (art. 7 dell’Allegato A<br />

del Nuovo Piano delle attività estrattive della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong>);<br />

Gli Ambiti Estrattivi finalizzati al recupero sono estrapolati dalla Tabella 4.2.2.1b e riportati<br />

nella Tabella 4.2.2.3d.


4.2 <strong>Suolo</strong> e sottosuolo<br />

Tabella 4.2.2.3d<br />

Ambiti Estrattivi Finalizzati al Recupero<br />

Tipologia Denominazione Località Comune<br />

Ambito<br />

AR 6.1 Cava Valle Oscura Sala al Barro Galbiate<br />

AR 3.1 Cava Finim Formenti Moregallo Mandello del Lario<br />

AR 3.1 Cava Pensa Moregallo Mandello del Lario<br />

AR 3.1 ex Cava Merlo Moregallo Mandello del Lario<br />

AR 3.1 Cava Spandri-ex Bregaglio Moregallo Mandello del Lario<br />

AR 5.1 ex Cava Mossini Galbiate Galbiate e Pescate<br />

AR 9.1 Cava Sesana Brivio Brivio<br />

Esempi <strong>di</strong> recupero, secondo la tipologia <strong>di</strong> cava, sono: rimodellamento delle scarpate, riporto<br />

<strong>di</strong> terreno vegetale, rinver<strong>di</strong>mento, barriere visive (es. siepe arboreo-arbustiva), opere<br />

<strong>di</strong> mascheramento (per le piste <strong>di</strong> servizio, per le attrezzature o per i macchinari),<br />

rinaturazione, etc. Sono attualmente in corso da parte degli enti locali e delle imprese<br />

del settore le procedure per il recupero morfologico e ambientale <strong>di</strong> 3 ambiti estrattivi<br />

compresi nel Piano Cave, che avverrà contestualmente all’attività estrattiva. Questi sono la<br />

cava <strong>di</strong> calcare <strong>di</strong> Valle Oscura, le cave <strong>di</strong> pietrisco del Moregallo e la ex Cava Mossini <strong>di</strong><br />

sabbia e ghiaia.<br />

86<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

Relazione sullo Stato dell’Ambiente<br />

Tabella 4.2.2.3e<br />

Azioni in atto: il recupero delle cave cessate con terra da scavo<br />

La <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong>, per rispondere all’esigenza <strong>di</strong> recuperare quelle cave degradate<br />

e <strong>di</strong>smesse che - in relazione alle caratteristiche morfologiche, ambientali, urbanistiche<br />

e viabilistiche - sono strategicamente utilizzabili al fine <strong>di</strong> un loro riempimento e, nel<br />

contempo, sod<strong>di</strong>sfare il fabbisogno delle imprese <strong>di</strong> conferire le terre e rocce da scavo<br />

provenienti dai cantieri provinciali, ha in<strong>di</strong>viduato nell’ambito <strong>di</strong> apposito stu<strong>di</strong>o,<br />

10 ex siti estrattivi idonei a tale scopo.<br />

Fra <strong>di</strong> essi, 5 aree, due delle quali comprese nel Piano Cave provinciale, hanno <strong>di</strong>mensioni<br />

tali da consentire, attraverso un recupero morfologico che miri a ricostruire le forme<br />

naturali del paesaggio, il conferimento <strong>di</strong> notevoli volumi <strong>di</strong> terre e rocce da scavo.<br />

Le cave in<strong>di</strong>viduate sono quelle riportate nella seguente tabella, che specifica anche<br />

la potenzialità in termini volumetrici dei vuoti da riempire.<br />

Cave Cessate Idonee ad un Recupero Ambientale con Terre e Rocce da Scavo<br />

Nome Cava Comune Tipologia Volume (m 3 )<br />

Cava Borima Civate Ex cava <strong>di</strong> calcare 100.000<br />

Cava Merlo 2 Cremeno Ex cava <strong>di</strong> sabbia e ghiaia 150.000-200.000<br />

Cava Mossini Galbiate-Pescate Ex cava <strong>di</strong> sabbia e ghiaia 700.000<br />

Cava Bagaggera Rovagnate Ex cava <strong>di</strong> argilla 200.000<br />

Cava Merlo Mandello del Lario Ex cava <strong>di</strong> sabbia, ghiaia e pietrisco 150.000<br />

Come si può notare, le 5 aree risultano omogeneamente <strong>di</strong>stribuite sul territorio<br />

provinciale: dalla Brianza (Cava Bagaggera), al Lecchese (Cave Borima, Merlo e Mossini),<br />

alla Valsassina (Cava Merlo 2). Resta escluso l’alto lago dove la scarsità <strong>di</strong> siti estrattivi<br />

non ha consentito l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> aree idonee allo scopo. La presenza <strong>di</strong> più siti <strong>di</strong><br />

conferimento ben <strong>di</strong>stribuiti sul territorio e che operino contemporaneamente è, infatti,<br />

una con<strong>di</strong>zione auspicabile per i prossimi anni. Ciò consentirebbe non solo una significativa<br />

riduzione del costo <strong>di</strong> smaltimento per l’impresa, ma anche, e soprattutto, un minor impatto<br />

sul territorio, dovuto al transito su brevi tragitti degli automezzi a<strong>di</strong>biti al trasporto.<br />

Lo stu<strong>di</strong>o compiuto dalla <strong>Provincia</strong> ha lo scopo <strong>di</strong> fornire agli enti locali interessati<br />

ed agli operatori del settore elementi <strong>di</strong> conoscenza utili al recupero <strong>di</strong> aree che possono<br />

essere riutilizzate in assoluta sicurezza per l’ambiente e per i citta<strong>di</strong>ni.<br />

Il tema del recupero <strong>di</strong> aree degradate è stato trattato dalla <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong>, nel 2003,<br />

in una pubblicazione dal titolo Terre e rocce da scavo: una risorsa per il recupero ambientale,<br />

che illustra gli aspetti tecnici e normativi relativi alla questione.


4.2.3 Rischio Idrogeologico<br />

Il rischio naturale legato alle catastrofi idrogeologiche è in Italia tra i problemi più rilevanti,<br />

sia per i danni prodotti sia per il numero <strong>di</strong> vittime. I fenomeni <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssesto idrogeologico<br />

del territorio, vanno per lo più attribuiti ai mutati scenari territoriali che hanno privilegiato<br />

l’occupazione e lo sfruttamento <strong>di</strong> aree naturali e, marginalmente, a variazioni <strong>di</strong> tipo<br />

meteo-climatico.<br />

Gran parte dei danni derivati dal <strong>di</strong>ssesto idrogeologico non sempre sono legati ad un<br />

incremento della pericolosità naturale del territorio ma la maggior parte delle volte sono<br />

prevalentemente determinati dai comportamenti umani.<br />

Gli effetti indotti dall’attività antropica possono risentirsi imme<strong>di</strong>atamente o nel tempo<br />

e possono interessare, oltre al punto in cui si è intervenuti, aree limitrofe in funzione<br />

del tipo, delle modalità, dell’importanza dell’intervento operato e delle caratteristiche<br />

geologiche, idrologiche e geomorfologiche dell’area <strong>di</strong> intervento: <strong>di</strong> conseguenza,<br />

la reazione del territorio, inteso come sistema <strong>di</strong>namico <strong>di</strong> agenti morfogenetici,<br />

può risultare da trascurabile a catastrofica.<br />

Con la Legge 183/1989 “Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della <strong>di</strong>fesa del suolo”<br />

integrata con la Legge 253/1990 e con il D.L. 398/1993 convertito con la Legge 493/1993,<br />

si è affermato un nuovo approccio per la <strong>di</strong>fesa del suolo: un’azione pianificata basata<br />

sul principio della prevenzione e riduzione del rischio e sulla integrazione con le altre politiche<br />

territoriali, in particolare quelle <strong>di</strong> localizzazione degli inse<strong>di</strong>amenti e delle infrastrutture.<br />

Qualora si programmino espansioni della superficie urbanizzata, mo<strong>di</strong>ficazioni<br />

infrastrutturali e nella destinazione d’uso dei suoli, occorre prevedere ed effettuare<br />

una valutazione dei rischi insistenti in<strong>di</strong>viduando aree critiche, per la presenza <strong>di</strong> fattori<br />

<strong>di</strong> rischio; tali aree possono essere:<br />

– aree a rischio geologico, idrogeologico e idraulico;<br />

– aree allagabili, alluvionabili e inondabili;<br />

– aree soggette a fenomeni <strong>di</strong> <strong>di</strong>lavamento o <strong>di</strong> erosione superficiale;<br />

– aree ad elevata instabilità con fenomeni franosi attivi;<br />

– zone <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssesto potenziale;<br />

– aree soggette a fenomeni <strong>di</strong> erosione da parte delle acque incanalate;<br />

– aree soggette a fenomeni valanghivi;<br />

– aree ad elevata vulnerabilità per le risorse idriche sotterranee.<br />

Il PTCP della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong>, recentemente adottato, fornisce delle linee guida per la<br />

loro in<strong>di</strong>viduazione.<br />

Per la sottotematica inerente il Rischio Idrogeologico dei Comuni della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong>,<br />

gli in<strong>di</strong>catori elaborati e riportati nella presente Relazione dello Stato dell’Ambiente sono:<br />

In<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> Stato<br />

• Comuni Interessati da Frane<br />

• Comuni Interessati da Esondazione<br />

• Rischio Totale<br />

In<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> Risposta<br />

• Comuni dotati <strong>di</strong> Relazione Geologica a supporto del P.R.G.<br />

• Richieste per Interventi <strong>di</strong> Ripristino per l’Alluvione 2002<br />

87<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

Relazione sullo Stato dell’Ambiente<br />

4.2 <strong>Suolo</strong> e sottosuolo<br />

4.2.3.1 In<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> Stato<br />

Comuni Interessati da Frane<br />

In<strong>di</strong>catore<br />

Comuni Interessati da Frane<br />

Macrotema<br />

SUOLO E SOTTOSUOLO<br />

Tema<br />

Rischio Idrogeologico<br />

Tipologia<br />

Stato<br />

Obiettivo<br />

L’obiettivo è in<strong>di</strong>viduare i comuni interessati da frane<br />

Dati necessari<br />

Numero <strong>di</strong> frane per ogni comune della <strong>Provincia</strong><br />

Fonte<br />

Regione Lombar<strong>di</strong>a, CNR, <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

Ambito Spaziale <strong>Provincia</strong><br />

Periodo 1999-2000


4.2 <strong>Suolo</strong> e sottosuolo<br />

88<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

Relazione sullo Stato dell’Ambiente<br />

In seguito agli eventi alluvionali del 1987, sono state svolte, da parte del Servizio Geologico<br />

Regionale e del Consiglio Nazionale delle Ricerche campagne <strong>di</strong> ricerca e raccolta dati che<br />

hanno portato alla redazione della “Carta inventario delle frane e dei <strong>di</strong>ssesti Regionale” che<br />

fornisce un quadro delle situazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssesto e rappresenta un utile strumento <strong>di</strong> supporto<br />

ai fini della pianificazione e della realizzazione degli interventi.<br />

Nella “Carta inventario delle frane e dei <strong>di</strong>ssesti della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong>” vengono riportati,<br />

per ogni comune interessato da forme <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssesto, ovvero 59 dei 90 dei comuni della<br />

provincia, il numero <strong>di</strong> tutte le tipologie <strong>di</strong> frana in<strong>di</strong>viduate; tali dati sono sintetizzati in<br />

Tabella 4.2.3.1a.<br />

Le tipologie <strong>di</strong> frane, riportate in tale Tabella, sono:<br />

• Crolli - consistono nel <strong>di</strong>stacco improvviso <strong>di</strong> masse <strong>di</strong> roccia da pareti molto ripide o<br />

strapiombanti; sono caratterizzati da una prevalenza della componente verticale nelle fasi<br />

iniziali del movimento. In questa categoria sono inclusi anche i ribaltamenti, che si<br />

<strong>di</strong>fferenziano per il prevalere <strong>di</strong> una componente rotazionale attorno ad un punto nella<br />

fase iniziale del movimento.<br />

• Scivolamenti - avvengono lungo una superficie <strong>di</strong> rottura che può essere curva<br />

(scivolamenti rotazionali) o piana (scivolamenti planari), quando viene superata la<br />

resistenza al taglio dei materiali stessi lungo la superficie <strong>di</strong> <strong>di</strong>scontinuità; i primi si<br />

realizzano prevalentemente in materiali pseudocoerenti, mentre i secon<strong>di</strong><br />

prevalentemente in rocce stratificate a franapoggio con interstrati argillosi.<br />

• Colate - si manifestano sotto forma <strong>di</strong> movimenti in massa <strong>di</strong> fango argilloso commisto<br />

a detrito più grossolano che, con comportamento fluido-viscoso <strong>di</strong>scendono, spesso con<br />

elevata velocità, lungo pen<strong>di</strong>i o alvei torrentizi, invadendo talora anche i fondovalle; gran<br />

parte delle colate cartografate sono legate all’instaurarsi <strong>di</strong> fenomeni <strong>di</strong> trasporto in<br />

massa in corrispondenza <strong>di</strong> alvei torrentizi (debris flow), causati dall’imbibizione ad opera<br />

delle acque. Nella categoria delle colate sono stati inclusi i soil slips, frane superficiali ed<br />

in genere <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni che si innescano in materiali poco permeabili (in genere<br />

limi più o meno argillosi), a causa della sovrassaturazione indotta da precipitazioni <strong>di</strong> una<br />

certa durata; tali materiali richiedono parecchio tempo per saturarsi, e drenano molto<br />

lentamente ed a velocità minore delle aree circostanti, ad esempio più sabbiose, e questo<br />

provoca un aumento della pressione neutra ed una conseguente <strong>di</strong>minuzione della<br />

resistenza al taglio dei materiali imbibiti che, se concorrono altri fattori favorevoli<br />

all’instabilità, possono smottare.<br />

• Sprofondamenti - gli sprofondamenti sono fenomeni <strong>di</strong> collasso <strong>di</strong> cavità sotterranee o <strong>di</strong><br />

subsidenza. Questi fenomeni interessano limitatamente la provincia <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong> e sono<br />

prevalentemente legati a fenomeni carsici o indotti dall’uomo.<br />

• Frane complesse - rientrano in questa categoria le frane manifestatesi,<br />

contemporaneamente o in tempi successivi, con due o più delle tipologie <strong>di</strong> movimento<br />

sopra elencate. Nella maggior parte dei casi, una tipologia è predominante sulle altre, può<br />

essere questo il caso <strong>di</strong> molte creste che sono interrotte da <strong>di</strong>scontinuità lungo le quali si<br />

manifestano frequenti crolli e i cui detriti risultanti vengono rimobilizzati da fenomeni <strong>di</strong><br />

colamento in coincidenza con precipitazioni intense.<br />

Quando l’osservazione delle foto aeree non ha permesso <strong>di</strong> in<strong>di</strong>care la tipologia della frana<br />

ed in mancanza <strong>di</strong> dati relativi ad osservazioni <strong>di</strong>rette effettuate sul terreno, questa è stata<br />

in<strong>di</strong>cata come frana Non Classificata.<br />

Le frane sono dei fenomeni <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssesto che si manifestano laddove sono presenti situazioni<br />

<strong>di</strong> instabilità dei versanti e possono essere il risultato sia <strong>di</strong> fenomeni naturali che <strong>di</strong><br />

attività antropiche che spesso accelerano questa forma <strong>di</strong> degradazione.


Comuni Interessati da Frane<br />

Comune Crollo Scivolamento Colata Sprofondam. Complessa Non<br />

Classif.<br />

Abba<strong>di</strong>a Lariana 62 1 21 0 19 0<br />

Airuno 0 5 1 0 1 0<br />

Ballabio 13 11 10 0 35 1<br />

Barzio 28 3 64 0 60 0<br />

Bellano 2 6 19 0 0 1<br />

Calolziocorte 0 1 5 0 4 0<br />

Carenno 3 0 4 0 0 0<br />

Casargo 8 11 12 0 5 4<br />

Casatenovo 0 6 1 0 0 0<br />

Cassina Valsassina 2 8 21 0 4 1<br />

Cernusco Lombardone 0 2 0 0 0 0<br />

Cesana Brianza 1 1 1 0 0 0<br />

Civate 3 5 8 0 5 0<br />

Colico 5 3 17 0 23 2<br />

Colle Brianza 0 1 1 0 1 0<br />

Cortenova 12 7 9 0 22 1<br />

Crandola Valsassina 6 2 6 0 7 0<br />

Cremeno 4 3 10 0 9 0<br />

Dervio 9 3 16 0 5 4<br />

Dorio 5 3 1 0 11 2<br />

Erve 2 0 0 0 2 0<br />

Esino Lario 8 23 89 0 67 3<br />

Galbiate 0 13 10 0 3 0<br />

Garlate 0 2 1 0 0 0<br />

Introbio 9 11 65 0 65 4<br />

Introzzo 1 2 4 0 0 1<br />

<strong>Lecco</strong> 71 20 110 0 70 0<br />

Lierna 13 0 15 0 13 0<br />

Mandello del Lario 48 5 124 0 200 1<br />

Margno 1 1 5 0 0 0<br />

Moggio 6 7 16 0 18 0<br />

Monte Marenzo 0 0 0 0 1 0<br />

Montevecchia 0 0 0 1 0 0<br />

Morterone 14 6 41 0 14 0<br />

Olgiate Molgora 0 0 1 0 0 0<br />

Olginate 1 1 1 0 2 0<br />

Oliveto Lario 5 2 2 0 17 0<br />

Paderno d’Adda 0 0 3 0 0 0<br />

Pagnona 17 3 28 0 18 3<br />

Parlasco 4 2 13 0 4 2<br />

Pasturo 18 5 65 0 75 1<br />

Perego 0 1 0 0 0 0<br />

Perledo 7 35 61 1 53 0<br />

Premana 41 15 117 0 51 3<br />

Primaluna 7 9 56 0 64 0<br />

Santa Maria Hoè 1 2 0 0 1 0<br />

Sueglio 3 0 0 0 5 1<br />

Suello 0 1 0 0 6 0<br />

Taceno 0 1 1 0 0 0<br />

Torre De’ Busi 6 4 16 0 6 0<br />

Tremenico 21 5 22 0 9 1<br />

Valgreghentino 0 1 6 0 9 0<br />

Valmadrera 11 0 19 0 15 0<br />

Varenna 21 3 9 1 19 0<br />

Vendrogno 9 8 11 0 7 1<br />

Vercurago 0 2 0 0 1 0<br />

Vestreno 3 1 2 0 0 0<br />

Totale frane 511 273 1140 3 1026 37<br />

Percentuale 17,1% 9,1% 38,1% 0,1% 34,3% 1,2%<br />

Tabella 4.2.3.1a<br />

89<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

Relazione sullo Stato dell’Ambiente<br />

4.2 <strong>Suolo</strong> e sottosuolo


4.2 <strong>Suolo</strong> e sottosuolo<br />

Figura 4.2.3.1a<br />

Percentualmente, la tipologia <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssesto che insiste maggiormente sul territorio lecchese,<br />

risulta essere la colata (38,1 %) e la frana complessa (34,3%); al contrario, lo<br />

sprofondamento risulta essere la tipologia <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssesto idrogeologico più rara con un valore<br />

percentuale pari allo 0,1% su un totale <strong>di</strong> 2.990 eventi (compresi i non classificati).<br />

La Figura 4.2.3.1a dà una visione grafica <strong>di</strong> tali percentuali.<br />

Distribuzione Percentuale delle Tipologie <strong>di</strong> Frane nella <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

Non classificata 1,2%<br />

Complessa 34,3%<br />

Sprofondamento 0,1%<br />

Colata 38,1%<br />

Scivolamento 9,1%<br />

Crollo 17,1%<br />

90<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

Relazione sullo Stato dell’Ambiente<br />

Il Progetto “Stu<strong>di</strong>o dei Centri Abitati Instabili” (SCAI) realizzato dal Servizio geologico della<br />

Regione Lombar<strong>di</strong>a e dal Gruppo Nazionale per la Difesa dalle Catastrofi Idrogeologiche<br />

(GNDCI) del CNR, illustra quelle situazioni <strong>di</strong> pericolosità che la Legge 267/1998,<br />

conseguente ai tragici eventi <strong>di</strong> Sarno (Campania), richiede <strong>di</strong> perimetrare<br />

e classificare da parte delle Regioni, Autorità <strong>di</strong> Bacino e degli altri enti competenti.<br />

Nell’ambito del territorio lecchese sono in corso altri progetti per la determinazione della<br />

pericolosità e del rischio e la relativa mitigazione finalizzati alla pianificazione territoriale,<br />

alla definizione <strong>di</strong> norme <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a ed alla programmazione <strong>di</strong> interventi.<br />

Qui <strong>di</strong> seguito si vuole delineare il quadro generale <strong>di</strong> tali attività illustrando le finalità<br />

dei <strong>di</strong>fferenti prodotti e le relazioni esistenti fra loro.<br />

Le attività or<strong>di</strong>narie ed i progetti in corso presso il Servizio Geologico della Regione<br />

Lombar<strong>di</strong>a nell’ambito dei quali vengono approfon<strong>di</strong>ti i temi della prevenzione del <strong>di</strong>ssesto<br />

idrogeologico nel territorio lecchese si riferiscono a:<br />

– le istruttorie previste dalla L. R. 41/1997 “Prevenzione del rischio geologico,<br />

idrogeologico e sismico me<strong>di</strong>ante strumenti urbanistici generali e loro varianti”<br />

– il Progetto Strategico n.5.3.1 “Definizione delle zone a rischio idrogeologico a scala<br />

<strong>di</strong> sottobacino idrografico” (attività <strong>di</strong> progetto programmata dalla Giunta nel Piano<br />

Regionale <strong>di</strong> Sviluppo);<br />

– l’in<strong>di</strong>viduazione e perimetrazione delle zone a maggior rischio idrogeologico come<br />

da Legge 267/1998.<br />

A seguito della L.R. 41/1997 i Comuni provvedono a verificare la compatibilità fra<br />

le previsioni urbanistiche e le con<strong>di</strong>zioni geologiche dei territori interessati. Questo<br />

avviene in sede <strong>di</strong> redazione degli strumenti urbanistici generali e delle loro varianti<br />

generali me<strong>di</strong>ante apposito stu<strong>di</strong>o geologico in conformità alle <strong>di</strong>rettive regionali.<br />

In seguito all’emanazione ed in ottemperanza alla Legge 267/1998 (“...misure urgenti per la<br />

prevenzione del rischio idrogeologico...”) alcuni dei siti ritenuti potenzialmente più a rischio,<br />

sono stati riportati nelle schede SCAI. La selezione effettuata ha portato all’in<strong>di</strong>viduazione<br />

<strong>di</strong> 36 siti a rischio appartenenti a 31 Comuni <strong>di</strong>versi.


Superficie dei Comuni Distinti da Con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> Pericolosità<br />

Comune Superficie frana (ha) Superficie Comune (ha) Sup.Frana/Sup.Comune<br />

Abba<strong>di</strong>a Lariana 2,4 1708,8 0,14%<br />

Ballabio 2,5 1496,8 0,17%<br />

Barzio 6 2135,5 0,28%<br />

Bellano 1,2 1131,0 0,11%<br />

Casargo 3 (*) 2027,2 0,15%<br />

Cesana Brianza 1 342,0 0,29%<br />

Civate 2,2 906,0 0,24%<br />

Dervio 2,4 1169,9 0,21%<br />

Dorio 3,5 1267,4 0,28%<br />

Erve 2 620,8 0,32%<br />

Galbiate 1 1614,1 0,06%<br />

Garlate 0,7 214,0 0,33%<br />

<strong>Lecco</strong> 51 4593,0 1,11%<br />

Monte Marenzo 5 305,0 1,64%<br />

Oliveto Lario 2,5 1607,8 0,16%<br />

Pagnona 3 895,9 0,33%<br />

Parlasco 2 298,0 0,67%<br />

Perledo 0,35 1252,1 0,03%<br />

Pescate 0,4 209,0 0,19%<br />

Premana 2 3374,3 0,06%<br />

Primaluna 7 2281,0 0,31%<br />

Santa Maria Hoè 0,4 283,0 0,14%<br />

Torre De’ Busi 1,4 915,0 0,15%<br />

Valmadrera 2,6 1256,0 0,21%<br />

Varenna 14 1122,7 1,25%<br />

Vendrogno 1,4 1167,3 0,12%<br />

Vercurago 0,5 212,0 0,24%<br />

(*) Dissesto che interessa in parte anche il Comune <strong>di</strong> Margno<br />

Per i comuni <strong>di</strong> Colico, Cortenova e Tremenico interessati da <strong>di</strong>ssesti anche molto estesi lo SCAI non determina la superficie<br />

interessata dai movimenti franosi.<br />

Comuni Interessati da Esondazione<br />

In<strong>di</strong>catore<br />

Comuni Interessati da Esondazione<br />

Macrotema<br />

SUOLO E SOTTOSUOLO<br />

Tema<br />

Rischio Idrogeologico<br />

Tipologia<br />

Stato<br />

Obiettivo<br />

L’obiettivo è in<strong>di</strong>viduare i Comuni interessati da fenomeni<br />

<strong>di</strong> esondazione<br />

Dati necessari<br />

Comuni interessati e superfici interessate dal fenomeno<br />

Fonte<br />

Autorità <strong>di</strong> Bacino del Fiume Po<br />

Ambito Spaziale <strong>Provincia</strong><br />

Periodo 2001<br />

All’interno del progetto <strong>di</strong> Piano Stralcio per l’ Assetto Idrogeologico (PAI), una delle forme<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>ssesto che contribuiscono alla determinazione del Rischio totale (In<strong>di</strong>catore successivo<br />

“Rischio Totale”) è l’esondazione; tale fenomeno consiste in un allagamento della zona<br />

a<strong>di</strong>acente l’asta fluviale quando quest’ultima, per effetto delle intense precipitazioni,<br />

supera la sua capacità d’invaso; l’effetto è ampliato nel caso <strong>di</strong> impermeabilizzazione<br />

naturale (per la tipologia del terreno) o artificiale (cementificazione) mentre viene<br />

attenuato o è del tutto inesistente in presenza <strong>di</strong> opere <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa idraulica (<strong>di</strong>ghe, casse<br />

<strong>di</strong> espansione, etc.) che contribuiscono alla laminazione (restituzione dello stesso volume<br />

<strong>di</strong> acqua in tempi più lunghi) della piena.<br />

In Tabella 4.2.3.1c si in<strong>di</strong>cano le superfici dei Comuni interessati dalle esondazioni<br />

dei corsi d’acqua; sono esclusi dalla tabella i Comuni interessati dalle esondazioni<br />

dei due corsi d’acqua maggiori: l’Adda e il Lambro, trattati in seguito.<br />

Tabella 4.2.3.1b<br />

91<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

Relazione sullo Stato dell’Ambiente<br />

4.2 <strong>Suolo</strong> e sottosuolo


4.2 <strong>Suolo</strong> e sottosuolo<br />

92<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

Relazione sullo Stato dell’Ambiente<br />

Tabella 4.2.3.1c<br />

Tabella 4.2.3.1d<br />

Superficie dei Comuni Interessati da Esondazione<br />

Comune Esondazione(km 2 )<br />

Barzio


In Tabella 4.2.3.1e viene riportata, per ogni circondario della <strong>Provincia</strong>, il numero dei<br />

Comuni per ogni Classe <strong>di</strong> Rischio Totale: trattasi <strong>di</strong> una valutazione <strong>di</strong> tipo qualitativo,<br />

fondata su una procedura <strong>di</strong> quantificazione numerica descritta nel PAI (Piano Stralcio per<br />

l’Assetto Idrogeologico) adottato con Delibera <strong>di</strong> Comitato Istituzionale n.18 del 26 aprile<br />

2001 ed approvato con D.P.C.M. del 24 maggio 2001.<br />

Contribuiscono alla determinazione del Rischio Totale <strong>di</strong>verse forme <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssesto,<br />

in particolare:<br />

– conoi<strong>di</strong>: <strong>di</strong>ssesto in cui torrenti scaricano materiale detritico alle bocche delle valli<br />

e formano le conoi<strong>di</strong>;<br />

– esondazioni: fenomeno associato ad eventi <strong>di</strong> piena <strong>di</strong> un sistema fluviale tipico del<br />

tratto me<strong>di</strong>o vallivo e vallivo <strong>di</strong> un bacino idrografico, correlato all’intensità <strong>di</strong><br />

precipitazione, alla morfologia del bacino, allo stato dell’alveo e delle arginature; tale<br />

fenomeno può dar luogo a fenomeni <strong>di</strong> inondazione dei centri urbani e rurali limitrofi;<br />

– fluvio torrentizi: fenomeni interessanti la parte montana del bacino idrografico;<br />

– frane: (in<strong>di</strong>catore “Comuni Interessati da Frane”);<br />

– valanghe: fenomeno interessante una massa <strong>di</strong> neve o <strong>di</strong> ghiaccio che si stacca dalla<br />

sommità <strong>di</strong> un monte e precipita a valle slittando sui pen<strong>di</strong>i, accrescendosi <strong>di</strong> volume<br />

durante la caduta.<br />

Le classi <strong>di</strong> rischio in<strong>di</strong>viduate esprimono le conseguenze attese a seguito del manifestarsi<br />

dei <strong>di</strong>ssesti:<br />

– moderato R1 per il quale sono possibili danni sociali ed economici marginali;<br />

– me<strong>di</strong>o R2 per il quale sono possibili danni minori agli e<strong>di</strong>fici e alle infrastrutture che<br />

non pregiu<strong>di</strong>cano l’incolumità delle persone, l’agibilità degli e<strong>di</strong>fici e lo svolgimento<br />

delle attività socio-economiche;<br />

– elevato R3 per il quale sono possibili problemi per l’incolumità delle persone, danni<br />

funzionali agli e<strong>di</strong>fici e alle infrastrutture con conseguente inagibilità degli stessi<br />

e l’interruzione delle attività socio-economiche, danni al patrimonio culturale;<br />

– molto elevato R4 per il quale sono possibili per<strong>di</strong>te <strong>di</strong> vite umane e lesioni gravi alle<br />

persone, danni gravi agli e<strong>di</strong>fici e alle infrastrutture, danni al patrimonio culturale,<br />

<strong>di</strong>struzione <strong>di</strong> attività socio-economiche.<br />

Classi dei Livelli <strong>di</strong> Rischio Totale<br />

Circondario Comuni Comuni Comuni Comuni Totale<br />

Classe R1 Classe R2 Classe R3 Classe R4 Comuni<br />

1 - <strong>Lecco</strong> 3 3 2 3 11<br />

2 - Merate 4 13 0 0 17<br />

3 - Oggiono 4 9 0 0 13<br />

4 - Casatenovo 1 11 0 0 12<br />

5 - Valsassina 1 3 3 8 15<br />

6 - Lario Orientale 3 4 3 3 13<br />

7 - Valle San Martino 0 2 6 1 9<br />

Totale 16 45 14 15 90<br />

Come evidenzia la Tabella 4.2.3.1e, ben 29 Comuni appartengono alle classi <strong>di</strong> Rischio<br />

Totale 3 e 4, metà dei Comuni del territorio provinciale appartengono alla classe <strong>di</strong> Rischio<br />

Totale 2.<br />

La Figura 4.2.3.1b mette in evidenza la <strong>di</strong>sposizione geografica dei Comuni per classi<br />

<strong>di</strong> rischio.<br />

Tabella 4.2.3.1e<br />

93<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

Relazione sullo Stato dell’Ambiente<br />

4.2 <strong>Suolo</strong> e sottosuolo


Distribuzione dei Comuni per ogni Classe <strong>di</strong> Rischio totale<br />

Rischio 1<br />

Rischio 2<br />

Rischio 3<br />

Rischio 4<br />

94<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

Relazione sullo Stato dell’Ambiente<br />

4.2 <strong>Suolo</strong> e sottosuolo<br />

Figura 4.2.3.1b<br />

Ad eccezione <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong>, capoluogo <strong>di</strong> <strong>Provincia</strong>, <strong>di</strong> Valmadrera e <strong>di</strong> Garlate, i Comuni<br />

con i rischi maggiori, appartenenti alla classe 4, risultano essere quelli montani e,<br />

in particolare, quelli appartenenti al circondario della Valsassina.<br />

Nella parte meri<strong>di</strong>onale del territorio la classe <strong>di</strong> rischio predominante è la classe 2 mentre<br />

la classe 3 e la classe 1 risultano essere <strong>di</strong>stribuite eterogeneamente su tutto il territorio.


4.2.3.2 In<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> Risposta<br />

Comuni Dotati <strong>di</strong> Relazione Geologica a Supporto del P.R.G.<br />

In<strong>di</strong>catore<br />

Comuni Dotati <strong>di</strong> Relazione Geologica a supporto del P.R.G.<br />

Macrotema<br />

SUOLO E SOTTOSUOLO<br />

Tema<br />

Rischio Idrogeologico<br />

Tipologia<br />

Risposta<br />

Obiettivo<br />

L’obiettivo è in<strong>di</strong>viduare i comuni dotati <strong>di</strong> relazione<br />

geologica a supporto dei P.R.G. conforme alle <strong>di</strong>rettive<br />

regionali<br />

Dati necessari<br />

Relazioni geologhe a supporto dei P.R.G. comunali<br />

Fonte<br />

Regione Lombar<strong>di</strong>a<br />

Ambito Spaziale <strong>Provincia</strong><br />

Periodo 2003<br />

4.2 <strong>Suolo</strong> e sottosuolo<br />

A seguito della L.R. 41/1997 i comuni provvedono a verificare la compatibilità<br />

fra le previsioni urbanistiche e le con<strong>di</strong>zioni geologiche dei territori interessati. Questo<br />

avviene in sede <strong>di</strong> redazione degli strumenti urbanistici generali e delle loro varianti<br />

generali me<strong>di</strong>ante apposito stu<strong>di</strong>o geologico in conformità alle <strong>di</strong>rettive regionali.<br />

L’obiettivo finale <strong>di</strong> tali stu<strong>di</strong> è quello <strong>di</strong> giungere ad una carta <strong>di</strong> Fattibilità geologica<br />

per le azioni <strong>di</strong> piano dove vengono <strong>di</strong>stinte 4 classi <strong>di</strong> fattibilità sulla base delle<br />

caratteristiche geologico tecniche dei suoli e della pericolosità.<br />

In <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong>, al mese <strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre del 2003, sono risultati essere conformi alle alle<br />

<strong>di</strong>rettive regionali, stabilite dalla L.R. 41/1997, gli stu<strong>di</strong> geologici <strong>di</strong> 60 Comuni.<br />

I rimanenti 30 Comuni non risultavano essere dotati <strong>di</strong> relazione geologica a supporto<br />

del PRG, oppure la relazione non era conforme alle <strong>di</strong>rettive regionali.<br />

In Figura 4.2.3.2a a pag. 96 viene riportata la <strong>di</strong>stribuzione geografica dei Comuni:<br />

A – Comuni dotati <strong>di</strong> Relazione Geologica a supporto del PRG, conforme ai criteri della<br />

L.R. 41/1997;<br />

B – Comuni non dotati <strong>di</strong> Relazione Geologica a supporto del PRG, conforme ai criteri della<br />

L.R. 41/1997.<br />

Richieste per Interventi <strong>di</strong> Ripristino per l’Alluvione 2002<br />

In<strong>di</strong>catore Richiesta per Interventi <strong>di</strong> Ripristino per l’Alluvione 2002<br />

Macrotema<br />

SUOLO E SOTTOSUOLO<br />

Tema<br />

Rischio Idrogeologico<br />

Tipologia<br />

Risposta<br />

Obiettivo<br />

L’obiettivo è in<strong>di</strong>viduare le richieste <strong>di</strong> intervento<br />

in termini economici per i danni subiti dal territorio<br />

nell’alluvione del 2002<br />

Dati necessari<br />

Schede <strong>di</strong> richiesta danni<br />

Fonte<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

Ambito Spaziale <strong>Provincia</strong><br />

Periodo 2003<br />

95<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

Relazione sullo Stato dell’Ambiente


4.2 <strong>Suolo</strong> e sottosuolo<br />

Figura 4.2.3.2a<br />

Relazione Geologica a Supporto dei P.R.G. – Stato <strong>di</strong> Attuazione al 2003<br />

96<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

Relazione sullo Stato dell’Ambiente<br />

Nella Tabella 4.2.3.2a sono evidenziate le richieste in termini economici per la sistemazione<br />

dei danni occorsi nell’alluvione dell’autunno del 2002. Come risulta evidente dalla tabella<br />

l’alluvione del 2002 ha colpito buona parte della <strong>Provincia</strong> tanto che risultano richieste<br />

<strong>di</strong> intervento per la sistemazione <strong>di</strong> danni sul territorio <strong>di</strong> ben 69 Comuni su un totale <strong>di</strong><br />

90. Le aree più colpite, e quin<strong>di</strong> con maggiori richieste <strong>di</strong> danni, risultano essere quelle<br />

ricadenti nei circondari della Valsassina (39,54%) e del Lario Orientale (23,34%);<br />

quelle meno colpite sono invece quelle appartenenti ai circondari <strong>di</strong> Merate (3,93%)<br />

e Casatenovo (3,54%).


Richieste per Interventi <strong>di</strong> Ripristino per l’Alluvione 2002 sud<strong>di</strong>visa per Circondari.<br />

Circondario N. Comuni N. Comuni Importo % importo<br />

interessati richiesto E richiesto/totale<br />

da danni<br />

1 - <strong>Lecco</strong> 11 10 19.465.255 15,70%<br />

2 - Merate 16 10 4.874.084 3,93%<br />

3 - Oggiono 13 10 7.623.132 6,15%<br />

4 - Casatenovo 12 4 4.386.300 3,54%<br />

5 - Valsassina 15 14 49.042.535,03 39,54%<br />

6 - Lario Orientale 13 13 28.944.549,98 23,34%<br />

7 - Valle San Martino 10 8 9.683.014 7,81%<br />

TOTALE 90 69 124.018.870 100,00%<br />

Tabella 4.2.3.2a<br />

4.2 <strong>Suolo</strong> e sottosuolo<br />

4.2.4 Qualità del <strong>Sottosuolo</strong><br />

La qualità del sottosuolo è correlata alla sua natura, alle con<strong>di</strong>zioni climatiche,<br />

alla vegetazione e all’uso agricolo e non del territorio; tale risorsa può essere deteriorata<br />

da erosione idrica ed eolica, salinizzazione, aci<strong>di</strong>ficazione ed inquinamento ed essere<br />

mo<strong>di</strong>ficata da compattazione, incrostamento, impermeabilizzazione ed escavazione.<br />

Tra le attività che esercitano una forte pressione sul sottosuolo vi sono l’escavazione,<br />

la realizzazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>scariche e la conduzione <strong>di</strong> attività industriali a rischio per l’ambiente.<br />

L’attività industriale infatti, attraverso una gestione non adeguata dei rifiuti e degli scarichi<br />

prodotti, può rappresentare una fonte <strong>di</strong> contaminazione delle matrici acqua e suolo.<br />

Tali contaminazioni possono anche essere causate da sversamenti accidentali, immissione<br />

<strong>di</strong> effluenti liqui<strong>di</strong> a mezzo pozzi perdenti, per<strong>di</strong>te dalle reti fognarie ecc.<br />

A livello normativo, la bonifica dei siti inquinati è <strong>di</strong>sciplinata dal D.M. 471 del 25/10/1999<br />

“Regolamento recante criteri, procedure e modalità per la messa in sicurezza, la bonifica<br />

e il ripristino ambientale dei siti inquinati ai sensi dell’art. 17 del D.Lgs. del 5 febbraio 1997<br />

n. 22 (Decreto Ronchi), e successive mo<strong>di</strong>ficazioni e integrazioni”.<br />

Sulla base del D.M. 471/1999 un sito è inquinato quando “anche uno solo dei valori<br />

<strong>di</strong> concentrazione delle sostanze inquinanti nel suolo o nel sottosuolo o nelle acque<br />

sotterranee o nelle acque superficiali risulta superiore ai valori <strong>di</strong> concentrazione limite<br />

accettabili”, tali valori sono stabiliti dallo stesso regolamento.<br />

La bonifica <strong>di</strong> un sito contaminato consiste:<br />

– nella riduzione della concentrazione degli inquinanti ai limiti imposti dalla normativa,<br />

o comunque entro dei valori <strong>di</strong> sicurezza definiti attraverso un’analisi <strong>di</strong> rischio;<br />

– nella messa in sicurezza definitiva del sito, attraverso un confinamento dell’inquinante.<br />

Le tecnologie d’intervento vengono classificate in vari mo<strong>di</strong>: in funzione degli obiettivi<br />

(contenimento, trattamento, rimozione..), dei processi utilizzati (fisico, chimico, biologico,<br />

termico), della localizzazione del processo (in situ o ex situ).<br />

Gli in<strong>di</strong>catori utilizzati per una valutazione più dettagliata <strong>di</strong> questa sottotematica sono<br />

riferiti agli interventi <strong>di</strong> bonifica, in particolare sono stati elaborati:<br />

In<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> Pressione<br />

• Siti con Inquinamento Accertato<br />

In<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> Risposta<br />

• Fasi d’Avanzamento dei Progetti <strong>di</strong> Bonifica.<br />

97<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

Relazione sullo Stato dell’Ambiente


4.2 <strong>Suolo</strong> e sottosuolo<br />

98<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

Relazione sullo Stato dell’Ambiente<br />

4.2.4.1 In<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> Pressione<br />

Siti con Inquinamento Accertato<br />

In<strong>di</strong>catore<br />

Siti con Inquinamento Accertato<br />

Macrotema<br />

SUOLO E SOTTOSUOLO<br />

Tema<br />

Qualità del <strong>Sottosuolo</strong><br />

Tipologia<br />

Pressione<br />

Obiettivo<br />

L’obiettivo è in<strong>di</strong>viduare le aree oggetto <strong>di</strong> contaminazione<br />

<strong>di</strong>slocate nel territorio provinciale e regionale<br />

Dati necessari<br />

N. aree contaminate<br />

Fonte<br />

Regione Lombar<strong>di</strong>a; ARPA Lombar<strong>di</strong>a Dipartimento <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

Ambito Spaziale <strong>Provincia</strong><br />

Periodo 2003<br />

Secondo il D.M. 471/1999 ogni sito per il quale viene accertata la presenza <strong>di</strong> una o più<br />

sostanze inquinanti con concentrazioni superiori al valore limite è catalogato come sito<br />

contaminato ed inserito nell’anagrafe regionale dei siti contaminati.<br />

Il quadro conoscitivo della situazione in <strong>Provincia</strong> si ricava dall’analisi della banca dati<br />

anagrafica dei siti potenzialmente inquinati, realizzata dalla Regione Lombar<strong>di</strong>a a partire<br />

dal 1998 sulla base delle segnalazioni, comunicazioni e notifiche pervenute alla Regione.<br />

In particolare, sulla base dei dati inseriti nell’anagrafe regionale, risultano 1.287 siti<br />

contaminati nella Regione, <strong>di</strong> cui 34 nella provincia <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong>.<br />

La <strong>Provincia</strong> classifica i siti potenzialmente contaminati in relazione alle <strong>di</strong>verse<br />

caratteristiche che essi presentano. Le principali classificazioni riguardano la tipologia<br />

<strong>di</strong> contaminazione (sversamento, contaminazione <strong>di</strong>ffusa, deposito incontrollato sul suolo),<br />

lo stato <strong>di</strong> avanzamento dell’istruttoria (comunicazione, notifica-or<strong>di</strong>nanza, piano<br />

caratterizzazione, piano <strong>di</strong> bonifica, bonifica in corso, avvenuta bonifica) e la matrice<br />

ambientale interessata (acqua o suolo).<br />

Con riferimento all’estensione della contaminazione, sono stati catalogati gli interventi<br />

<strong>di</strong> bonifica in “puntuali”, ossia che riguardano per<strong>di</strong>te localizzate in aree estremamente<br />

ristrette <strong>di</strong> terreno (per<strong>di</strong>te da serbatoi, sversamenti accidentali in aree confinate, presenza<br />

<strong>di</strong> litologie poco permeabili...), ed “estesi”, dove l’area interessata risulta essere considerevole.<br />

Per quanto concerne le matrici ambientali interessate, dalla Figura 4.2.4.1a si osserva che<br />

in circa il 18% dei siti rilevati è stata riscontrata una contaminazione delle acque, nel 58%<br />

l’inquinamento ha interessato il solo terreno, mentre nel 24% sono state coinvolte<br />

entrambe le matrici.<br />

Figura 4.2.4.1a<br />

Matrici Ambientali Interessate dalla Contaminazione<br />

Contaminazione<br />

<strong>di</strong> acque e terreno<br />

24%<br />

Contaminazione<br />

delle acque<br />

18%<br />

Contaminazione<br />

del terreno<br />

58%<br />

I fenomeni <strong>di</strong> contaminazione estesa numericamente rappresentano il 44% del totale,<br />

con un’area complessiva <strong>di</strong> 442.201 m 2 . I fenomeni <strong>di</strong> contaminazione puntuale<br />

rappresentano il restante 56%.


Discariche <strong>di</strong> rifiuti<br />

Nel territorio provinciale non vi sono <strong>di</strong>scariche <strong>di</strong> rifiuti urbani.<br />

È presente una <strong>di</strong>scarica esaurita in cui sono stati conferiti rifiuti inerti. Per tale <strong>di</strong>scarica<br />

è stata già ultimata la fase <strong>di</strong> recupero ambientale comprendente la piantumazione<br />

e il rinver<strong>di</strong>mento.<br />

È, altresì, presente una <strong>di</strong>scarica in cui sono stati stoccati fino al 1999 i rifiuti speciali<br />

prodotti all’interno <strong>di</strong> un sito industriale. Attualmente l’intero sito è sottoposto<br />

ad interventi <strong>di</strong> bonifica, il volume residuo della <strong>di</strong>scarica è utilizzato per lo stoccaggio<br />

definitivo dei rifiuti non pericolosi derivanti dalla stessa bonifica.<br />

4.2.4.2 In<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> Risposta<br />

Fasi d’Avanzamento dei Progetti <strong>di</strong> Bonifica<br />

In<strong>di</strong>catore<br />

Fasi d’Avanzamento dei Progetti <strong>di</strong> Bonifica<br />

Macrotema<br />

SUOLO E SOTTOSUOLO<br />

Tema<br />

Qualità del <strong>Sottosuolo</strong><br />

Tipologia<br />

Risposta<br />

Obiettivo<br />

L’obiettivo è in<strong>di</strong>viduare le aree interessate da bonifica<br />

e la tipologia <strong>di</strong> contaminazione<br />

Dati necessari<br />

Aree contaminate, Aree Bonificate e in corso <strong>di</strong> Bonifica<br />

Fonte<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

Ambito Spaziale <strong>Provincia</strong><br />

Periodo 1995-2002<br />

Sulla base dell’iter previsto dalla normativa in riferimento agli interventi <strong>di</strong> bonifica,<br />

i dati sono sud<strong>di</strong>visi per fasi d’attuazione dell’intervento e <strong>di</strong>stinti in:<br />

– fase preliminare all’intervento <strong>di</strong> bonifica: messa in sicurezza, redazione del piano<br />

<strong>di</strong> caratterizzazione, preliminare e definitivo;<br />

– intervento <strong>di</strong> bonifica in corso: fase esecutiva degli interventi atti alla<br />

rimozione/contenimento degli inquinanti;<br />

– bonifica ultimata: certificazione della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> avvenuta bonifica, comunicazione<br />

del Comune (procedure semplificate) o accertamento dell’assenza <strong>di</strong> contaminazione<br />

a seguito della caratterizzazione.<br />

<strong>Provincia</strong> ed Arpa partecipano, sin dalla fase preliminare, a tutti gli interventi <strong>di</strong> bonifica.<br />

Sulla base <strong>di</strong> tale iter sono stati sintetizzati i dati riportati in Tabella 4.2.4.2a<br />

e in Figura 4.2.4.2a.<br />

99<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

Relazione sullo Stato dell’Ambiente<br />

4.2 <strong>Suolo</strong> e sottosuolo<br />

Attività <strong>di</strong> Bonifica<br />

Attività<br />

Numero<br />

fase preliminare all’intervento <strong>di</strong> bonifica 14<br />

intervento <strong>di</strong> bonifica in corso 8<br />

bonifica ultimata 12<br />

TOTALE 34<br />

Tabella 4.2.4.2a


4.2 <strong>Suolo</strong> e sottosuolo<br />

Figura 4.2.4.2a<br />

Distribuzione Percentuale delle Attività <strong>di</strong> Bonifica<br />

Bonifiche<br />

in Corso<br />

24%<br />

Bonifiche<br />

Ultimate<br />

35%<br />

Fase<br />

Preliminare<br />

41%<br />

Come risulta dalla Tabella 4.2.4.2a sul territorio provinciale sono presenti 14 siti le cui<br />

operazioni <strong>di</strong> bonifica sono ancora in fase preliminare.<br />

Tale fase, al mese <strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre 2003, è in corso, me<strong>di</strong>amente, da 27 mesi.<br />

Il tempo me<strong>di</strong>o trascorso dall’inizio della bonifica, per gli 8 siti in cui la bonifica è tuttora<br />

in corso, è <strong>di</strong> 16 mesi.<br />

L’ubicazione dei siti in fase preliminare <strong>di</strong> intervento e dei siti con bonifica in corso è<br />

riportata nella Tabella 4.2.4.2b.<br />

Tabella 4.2.4.2b<br />

Ubicazione dei Siti in Fase Preliminare all’Intervento <strong>di</strong> Bonifica e dei Siti<br />

con Intervento <strong>di</strong> Bonifica in Corso<br />

Ubicazione Fase preliminare Bonifica in corso<br />

100<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

Relazione sullo Stato dell’Ambiente<br />

Airuno 1<br />

Barzanò 1 1<br />

Bosisio Parini 1<br />

Brivio 1 1<br />

Bulciago 1<br />

Calolziocorte 2<br />

Cassago Brianza 1<br />

Cesana Brianza 1<br />

Colico 1<br />

Garlate 1<br />

<strong>Lecco</strong> 2 1<br />

Molteno 1<br />

Montevecchia 1<br />

S. Maria Hoè 1<br />

Sirtori 1<br />

Verderio Inferiore 2<br />

TOTALE 14 8


4.2.5 Sintesi Conclusiva<br />

Nella Tabella 4.2.5a viene sinteticamente espressa, in base agli in<strong>di</strong>catori PSR e ai dati<br />

<strong>di</strong>sponibili, la valutazione della situazione ambientale relativa ai singoli temi del macrotema<br />

<strong>Suolo</strong> e <strong>Sottosuolo</strong>.<br />

Tema<br />

Uso del <strong>Suolo</strong><br />

Rischio Idrogeologico<br />

Qualità del <strong>Sottosuolo</strong><br />

4.2.6 Bibliografia<br />

Valutazione<br />

• L’attuazione del Piano Cave <strong>Provincia</strong>le, che prevede per<br />

due terzi degli Ambiti Estrattivi la finalità del recupero,<br />

e il recupero me<strong>di</strong>ante Terre e Rocce da scavo delle Cave<br />

Dismesse e Abbandonate, rappresentano fattori positivi per<br />

la tutela del territorio<br />

• La percentuale <strong>di</strong> Superficie Urbanizzata del territorio<br />

provinciale, ben superiore alla me<strong>di</strong>a regionale,<br />

rappresenta un aspetto critico, non bilanciato dal rapporto<br />

Superficie <strong>di</strong> Verde Pubblico/Abitanti, inadeguato<br />

nel 50% dei Comuni più popolati della <strong>Provincia</strong><br />

• I dati relativi al numero <strong>di</strong> Comuni interessati da Frane,<br />

Esondazioni e a Rischio Totale, sono <strong>di</strong>mostrativi della<br />

criticità del territorio<br />

• Un dato rappresentativo della gravità della situazione<br />

idrogeologica è costituito dall’entità delle richieste<br />

per gli interventi conseguenti all’alluvione del 2002<br />

• Il numero dei Comuni non dotati <strong>di</strong> Relazione Geologica<br />

a supporto del PRG rappresenta tuttora un fattore critico<br />

• Il numero <strong>di</strong> Siti Inquinati, rappresenta un fattore critico<br />

anche se è rapportato alla consistenza delle Imprese<br />

ed alla Superficie del territorio<br />

• Le procedure <strong>di</strong> Bonifica dei Siti Inquinati, con la<br />

partecipazione e la vigilanza degli Organi <strong>di</strong> Controllo,<br />

costituiscono, con tempistiche connesse alla tipologia<br />

e all’entità dell’Inquinamento, la risposta alla<br />

Contaminazione delle Matrici Ambientali, finalizzata<br />

al recupero e al riutilizzo <strong>di</strong> territorio<br />

Autorità <strong>di</strong> Bacino del fiume Po - Progetto <strong>di</strong> Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI) -<br />

Interventi sulla rete idrografica e sui versanti, www.adbpo.it<br />

L.Bonanno-Politecnico <strong>di</strong> Milano - Siti Contaminati: tecnologie <strong>di</strong> risanamento, www.siticontaminati.it<br />

Manuale del Geologo, M. Casa<strong>di</strong>o - C. Elmi, Casa E<strong>di</strong>trice Pitagora - Bologna , www.geologia.it<br />

Ministero dell’Ambiente - Classificazione dei Comuni italiani in base al livello <strong>di</strong> attenzione<br />

per il rischio ambientale, 2000<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong> - Inventario delle cave cessate (art. 27 - L.R. n° 14 del 08/08/1998), 2002<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong> - Nuovo Piano delle attività estrattive ai sensi dell’art.8 della L.R. n° 14<br />

del 08/08/1998, Bollettino Ufficiale della Regione Lombar<strong>di</strong>a del 18/10/2001<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong> - Elaborazioni del - Settore Ambiente ed Ecologia<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong> - Piano Territoriale <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento <strong>Provincia</strong>le <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong> - Carta Inventario delle frane e dei <strong>di</strong>ssesti, CNR, Regione Lombar<strong>di</strong>a,<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong> ed Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano<br />

Regione Lombar<strong>di</strong>a - Rapporto sullo Stato dell’Ambiente della Regione Lombar<strong>di</strong>a - 2002,<br />

www.arpalombar<strong>di</strong>a.it<br />

Tabella 4.2.5a<br />

101<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

Relazione sullo Stato dell’Ambiente<br />

4.2 <strong>Suolo</strong> e sottosuolo

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