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Suitcase. Souvenir di Viaggio - Federalberghi

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Catalogo delle Esposizioni<br />

HOTEL ALLA POSTA DEI DONINI / Letizia Cassetta ETRUSCAN CHOCHOTEL /<br />

Antonello Tolisano HOTEL FORTUNA / Valentina Orlando HOTEL GIÒ / Natascia<br />

Becchetti HOTEL ILGO / Alessia Palumbo COUNTRY HOUSE LA COLLINA / Rosa<br />

Coduti HOTEL PLAZA / Laura Bartocci HOTEL PRIMAVERA MINI / Valeria Pierini<br />

HOTEL PRIORI / Anja Capocci!


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<strong>Suitcase</strong>. <strong>Souvenir</strong> <strong>di</strong> <strong>Viaggio</strong>!<br />

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Progetto del Comitato Umbro Giovani Albergatori!<br />

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Con il patrocinio del Comune <strong>di</strong> Perugia, !<br />

Assessorato allo Sviluppo Economico e Turismo!<br />

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A cura <strong>di</strong> Michela Morelli!<br />

WWW.SUITCASESOUVENIRDIVIAGGIO.WORDPRESS.COM


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HOTEL ALLA POSTA DEI DONINI / Letizia Cassetta!<br />

ETRUSCAN CHOCHOTEL / Antonello Tolisano!<br />

HOTEL FORTUNA / Valentina Orlando!<br />

HOTEL GIÒ / Natascia Becchetti!<br />

HOTEL ILGO / Alessia Palumbo!<br />

COUNTRY HOUSE LA COLLINA / Rosa Coduti!<br />

HOTEL PLAZA / Laura Bartocci!<br />

HOTEL PRIMAVERA MINI / Valeria Pierini!<br />

HOTEL PRIORI / Anja Capocci!<br />

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<strong>Suitcase</strong>. <strong>Souvenir</strong> <strong>di</strong> <strong>Viaggio</strong> è un progetto ideato e sviluppato dal Comitato Umbro Giovani<br />

Albergatori <strong>di</strong> <strong>Federalberghi</strong> (CUGA) nell’ambito del più ampio ed eterogeneo progetto<br />

capofila Young to Young. La speranza, da parte nostra, è <strong>di</strong> poter replicare questo tipo<br />

d’iniziativa negli anni a venire con nuove declinazioni e su scala nazionale. Per i Giovani <strong>di</strong><br />

<strong>Federalberghi</strong> l’idea <strong>di</strong> fondo è <strong>di</strong> aprirsi al panorama giovanile dell’Arte in Umbria e,<br />

insieme ad alcuni dei suoi protagonisti, trovare una forma d’espressione appassionante per<br />

promuovere il territorio regionale e le sue bellezze.!<br />

!<br />

L'iniziativa si concretizza con l'assegnazione <strong>di</strong> nove strutture alberghiere a nove giovani<br />

artisti umbri (od operanti in Umbria) chiamati ad arricchirle con le proprie opere, con<br />

l'intento <strong>di</strong> potenziarne l'offerta turistica e <strong>di</strong> valorizzare le bellezze del nostro territorio. !<br />

!<br />

La collaborazione attiva e sinergica tra due mon<strong>di</strong> -quello dei giovani impren<strong>di</strong>tori umbri e<br />

quello degli altrettanto giovani artisti- è stata, a mio avviso, profondamente stimolante e<br />

produttiva e colgo qui l'occasione per ringraziare, a nome mio e del CUGA, tutti coloro che<br />

hanno partecipato al progetto: in primis il Comune <strong>di</strong> Perugia e l’assessore Giuseppe<br />

Lomurno per il patrocinio concesso alla nostra associazione anche nel più ampio ambito<br />

della can<strong>di</strong>datura <strong>di</strong> Perugia a Capitale Europea della Cultura 2019, per cui riteniamo<br />

senz’altro che la serie <strong>di</strong> esposizioni <strong>di</strong> <strong>Suitcase</strong> possa giocare un ruolo singolare. E poi tutti<br />

gli artisti, Michela Morelli per la curatela e Clau<strong>di</strong>o Mencaroni e Laura Barberi per il<br />

coor<strong>di</strong>namento. !<br />

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Francesco Filippi, presidente CUGA <strong>di</strong> <strong>Federalberghi</strong>!<br />

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Nove strutture alberghiere hanno aperto le loro porte ad altrettanti giovani artisti chiamati<br />

a concepire e realizzare opere che sapessero conciliare l'estro creativo con le necessità<br />

funzionali dei luoghi al fine <strong>di</strong> valorizzarli. Il complesso <strong>di</strong> professionalità coinvolte, la<br />

stretta collaborazione ed il duro lavoro hanno dato i loro frutti e nove esposizioni,<br />

profondamente <strong>di</strong>fferenti tra <strong>di</strong> loro ed accordate all'eterogeneità dei paesaggi e delle<br />

strutture ospitanti, sono ora a <strong>di</strong>sposizione del turista e del visitatore. !<br />

Gli artisti chiamati ad intervenire provengono da percorsi formativi e professionali <strong>di</strong>fferenti<br />

e rappresentano un'ampia gamma <strong>di</strong> linguaggi stilistici e <strong>di</strong> mezzi espressivi che spaziano<br />

dalla scultura al <strong>di</strong>segno, dalla fotografia alla scenografia.!<br />

Il progetto è nato senza un tema predefinito così da lasciare ad ogni artista la possibilità <strong>di</strong><br />

confrontarsi il più serenamente possibile con i luoghi. Dalla gran varietà delle opere<br />

proposte è emersa poi una costante la quale, in sintesi, si può in<strong>di</strong>care come una tendenza<br />

alla riflessione sull'oggetto che pare essere il vero e proprio protagonista <strong>di</strong> queste<br />

esposizioni. A partire dalla valigia, un oggetto evocativo capace <strong>di</strong> contenerne e preservarne<br />

altri, scelta come simbolo del progetto e sede espositiva itinerante. Traendo ispirazione da<br />

alcuni lavori <strong>di</strong> Duchamp e Cornell infatti, gli artisti hanno realizzato nove piccole opere<br />

(illustrate in catalogo da una piccola foto) da collocare in valigia così da dar vita ad una<br />

decima mostra che riassumesse e rappresentasse tutte le altre.!<br />

L'oggetto è infine presente in tutti gli allestimenti: è il nodo centrale attorno cui si<br />

sviluppano le opere <strong>di</strong> Antonello Tolisano, Natascia Becchetti e Rosa Coduti; è il soggetto da<br />

cui originano le speculazioni e le fantasie <strong>di</strong> Anja Capocci, Valeria Pierini e Letizia Cassetta;<br />

mentre è l'opera a farsi oggetto prezioso nei lavori <strong>di</strong> Valentina Orlando, perturbante in<br />

quelli <strong>di</strong> Alessia Palumbo e metafisico con Laura Bartocci.!<br />

Tutti gli artisti, ognuno a suo modo, hanno riflettuto, consciamente od inconsciamente, sul<br />

valore degli oggetti e sui significati <strong>di</strong> cui si fanno portatori, riuscendo, in alcuni casi a<br />

sollevarli dal loro stato <strong>di</strong> banali feticci portandoli ad un'altra sfera simbolica, in altri a<br />

renderli irriconoscibili cambiandone la destinazione d'uso o stravolgendone l'aspetto, in altri<br />

ancora infine, a potenziarne l'essenza caricandoli <strong>di</strong> valori nuovi.!<br />

In una società come quella o<strong>di</strong>erna che fa dell'oggetto uno status symbol fondamentale,<br />

questi giovani artisti sono riusciti dunque ad aprire ine<strong>di</strong>te e futuribili prospettive <strong>di</strong><br />

riflessione, sia formale che concettuale.!<br />

!<br />

Inoltre la collaborazione con il CUGA ha portato i suoi frutti, dal momento che la possibilità<br />

da loro fornita <strong>di</strong> fare dell'arte un valore aggiunto in se<strong>di</strong> espositive non a<strong>di</strong>bite e già<br />

fortemente caratterizzate ha permesso ai giovani artisti <strong>di</strong> misurarsi con esigenze e<br />

strutture <strong>di</strong>fferenti dal solito, fornendo loro un'importante e nuova esperienza formativa. !<br />

Il risultato <strong>di</strong> tale sperimentazione è suggestivo ed intrigante poiché le loro opere sono<br />

riuscite a ricavarsi degli spazi propri, coerentemente e concretamente caratterizzati, pur<br />

mantenendo un'armonica concordanza con i luoghi ospitanti che risultano infine mutati, ma<br />

non stravolti.!<br />

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In chiusura, vorrei spendere alcune parole per ringraziare tutti coloro che hanno contribuito<br />

alla buona riuscita del progetto ed in modo particolare Marco Ramacci che, tra mille<br />

avversità, ha girato e montato un bel video reperibile on line in cui sono documentate tutte<br />

le fasi <strong>di</strong> allestimento delle esposizioni, e Vita Funicelli per la curatela del blog de<strong>di</strong>cato alla<br />

manifestazione.!<br />

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Opere<br />

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LETIZIA CASSETTA, Rivelazione Rivoluzione, stampa fotografica<br />

<strong>di</strong>gitale, legno MDF, ferro, vetro, anilina, carta a nido d'ape, 2012!<br />

Nella pagina a fianco:!<br />

LETIZIA CASSETTA, Fiori, !<br />

carta a nido d'ape, anilina,2012<br />

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Hotel Alla Posta dei Donini / Letizia Cassetta!<br />

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Hotel Alla Posta dei Donini!<br />

Via Deruta 43, San Martino in Campo, Perugia,!<br />

www.postadonini.it!<br />

075 60 91 32!<br />

Letizia Cassetta!<br />

lety-ti@libero.it!<br />

Riflettendo sul rapporto tra artificio e natura, e soprattutto sulla possibilità dell'utilizzo <strong>di</strong><br />

materiali inusuali per la scultura, Letizia Cassetta compone monumentali sinfonie attraverso<br />

il riuso. Rivelazione Rivoluzione è infatti una grande installazione realizzata interamente<br />

con materie recuperate e provenienti per lo più dall'ambito industriale e artigianale. Tubi <strong>di</strong><br />

ferro, legno MDF, carta a nido d'ape impiegata per l'imbottitura delle porte, costruiscono l'<br />

affascinante ambiente scultoreo architettato dalla giovane artista umbra. Nella tromba<br />

della scalinata dell'Hotel Alla Posta dei Donini Letizia Cassetta ha allestito un sottobosco<br />

ideale ed intrigante la cui struttura principale è un maestoso rosone in carta a nido d'ape<br />

sostenuto da un tubo in ferro in trazione appoggiato alla parete. Il tubo è infilato in un vaso<br />

colmo <strong>di</strong> colore adagiato su un tappeto <strong>di</strong> legna impilata stampato su carta plastificata ed<br />

attorniato da lastre <strong>di</strong> legno con tagli geometrici richiamanti, in astratto, un prato<br />

rigoglioso. Tutt'attorno, seguendo l'andamento verticale dell'ambiente, altri piccoli fiori<br />

variopinti, ricamati anch'essi, come il rosone, nella carta a nido d'ape, si affacciano dalle<br />

aperture delle scale spiegando le loro corolle come splendenti bagliori colorati che si<br />

perdono in un cielo immaginario. L'opera, così strutturata, è capace <strong>di</strong> rimodulare e<br />

moltiplicare lo spazio, procedendo per gran<strong>di</strong> partiture ascendenti poggianti sull'instabile,<br />

quanto affascinate, tappeto <strong>di</strong> legna. Lo spettatore, al centro della composizione, rapito ed<br />

incantato dal gigantismo <strong>di</strong> questo reinventato sottobosco, entra a far parte dell'opera e<br />

viene proiettato in altezza, seguendo il ritmo armonico della vertiginosa salita delle corolle.<br />

Salendo poi la scalinata, seguendo l'avvicendarsi dei piccoli fiori <strong>di</strong> carta, è possibile arrivare<br />

fino al punto <strong>di</strong> visione più alto ed affacciandosi da una delle aperture nella scalinata si<br />

ammira il grande rosone, che visto da sopra appare minuscolo, come avesse ripreso le sue<br />

naturali <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> fiore <strong>di</strong> campo. L'intonazione lu<strong>di</strong>ca e trasognata <strong>di</strong> questo spazio che<br />

si moltiplica, si tende e si rilascia come un elastico, richiama i viaggi fantastici legati ai<br />

racconti dell'infanzia. Concettualmente, la complessità della natura, rievocata attraverso<br />

l'artificio sia dei materiali che della composizione, si palesa nella sintetica e delicata<br />

spettacolarità dell'opera. La chiave <strong>di</strong> lettura dell'istallazione è lo straniamento: sia per<br />

quanto concerne il materiale, riutilizzato in maniera magistrale e perfettamente reintegrato<br />

nella sfera dell'arte, sia dal punto <strong>di</strong> vista spaziale, in quanto la scultura è capace <strong>di</strong><br />

occupare in modo originale l'ambiente e <strong>di</strong> rimodularne le specificità fino a restituire un<br />

luogo altro, incantato ed estremamente affascinante.!<br />

L'altra opera collocata da Letizia Cassetta nell'Hotel Alla Posta dei Donini è la grande<br />

clessidra in carta a nido d'ape. Anche in questo caso l'artista <strong>di</strong>mostra la sua grande capacità<br />

<strong>di</strong> lavorare con materiali inusuali per la creazione <strong>di</strong> oggetti famigliari che tuttavia<br />

prendono caratteristiche proprie ed ancora una volta stranianti. La grande e sintetica<br />

struttura della clessidra si staglia maestosa e leggerissima, percorsa da fitti fasci <strong>di</strong> fori che<br />

conferiscono alla scultura suggestivi effetti optical <strong>di</strong> movimento e <strong>di</strong> raffinata grazia.!<br />

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ANTONELLO TOLISANO, La Dolce Tentazione, !<br />

pvc poliuretano espanso, !<br />

polistirene espanso estruso, !<br />

pe<strong>di</strong>lon, vernice ad acqua, 2012!<br />

Nella pagina a fianco:!<br />

ANTINELLO TOLISANO, Ritratto, !<br />

carboncino su carta, 2012!


Etruscan Chocohtel / Antonello Tolisano!<br />

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Etruscan Chochotel!<br />

Via Campo <strong>di</strong> Marte, 134!<br />

06124 Perugia (PG)!<br />

www.chochotel.it!<br />

075 58 37 314!<br />

Antonello Tolisano!<br />

antonello.tolisano@gmail.com!<br />

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La tentazione e la consecutiva trasgressione innescano l’esperienza. L’esperienza sfonda il<br />

muro della norma, abbatte le barriere della quoti<strong>di</strong>anità ed introduce alla scoperta. L’esito<br />

del viaggio che ne consegue è incerto, ma ad Antonello Tolisano non interessa: quello che<br />

l’artista rappresenta nella sua La Dolce Tentazione è l’irresistibile richiamo della scoperta è<br />

il momento in cui si rompono gli indugi e si accetta l’imprevisto del viaggio. Pochi essenziali<br />

oggetti bastano allo scenografo per esplicitare le sue intenzioni: una mano protesa, una<br />

mela gonfia <strong>di</strong> voluttà che penetrano attraverso una barretta <strong>di</strong> cioccolato sbriciolandola. Il<br />

pannello polimaterico <strong>di</strong> Antonello Tolisano è potentissimo e perentorio, nella brillantezza<br />

delle lacche e nella morbida ambiguità del poliuretano espanso, stigmatizza l’origine,<br />

attraverso il richiamo al peccato originario, e rimanda alle gioie terrene proponendo, in una<br />

sola opera, una riflessione che spazia dall’Eden perduto ai para<strong>di</strong>si artificiali, ricostruiti<br />

dall’uomo attraverso le dolci tentazioni. Di fronte all’opera si ha voglia <strong>di</strong> raccogliere<br />

l’invito e accettare la mela, è forte la tentazione <strong>di</strong> toccare il cioccolato, controllarne la<br />

consistenza e soprattutto il sapore. La Dolce Tentazione è semplicemente efficace: intriga,<br />

invoglia, attira a sé. È un <strong>di</strong>ktat intriso del magnetismo del simbolo, capace <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare<br />

icona traendo forza dalla ben calibrata mescita delle materie <strong>di</strong> cui è composto e<br />

dall’irresistibile concetto che evoca.<br />

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VALENTINA ORLANDO, Questioni Decostruttive,!<br />

inchiostro su carta <strong>di</strong> riso, legno, vetro, 2012!<br />

Nella pagina a fianco:!<br />

VALENTINA ORLANDO, Lettera, !<br />

inchiostro su carta, 2012<br />

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Hotel Fortuna / Valentina Orlando!<br />

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Hotel Fortuna!<br />

Via Bonazzi 19, Perugia!<br />

www.hotelfortunaperugia.com !<br />

075 57 22 845!<br />

Valentina Orlando!<br />

vale_1009@libero.it!<br />

Una straor<strong>di</strong>naria coerenza caratterizza il lavoro <strong>di</strong> Valentina Orlando: teste in mutazione e<br />

motivi vegetali si materializzano sul foglio in una serie <strong>di</strong> <strong>di</strong>segni precisi e suggestivi,<br />

ulteriori tappe <strong>di</strong> un percorso artistico che insiste sul grafismo come mezzo espressivo,<br />

speculativo ed auto riflessivo. Questioni Decostruttive si compone <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> strutture<br />

(cassette <strong>di</strong> legno impilate, esili cornici <strong>di</strong> legno e vetro) che ospitano <strong>di</strong>segni ad inchiostro<br />

su carta la cui intonazione, vagamente vegetale, ben si sposa con l'interno e l'esterno<br />

dell'Hotel Fortuna <strong>di</strong> Perugia. Le particolari soluzioni adottate per l'allestimento <strong>di</strong> questi<br />

<strong>di</strong>segni <strong>di</strong>mostrano la sempre crescente attenzione che l'artista pone nell'integrazione <strong>di</strong><br />

opera e supporto proponendo interessanti aperture anche all'ambito scultoreo. E proprio<br />

queste riuscite contaminazioni conferiscono alle opere <strong>di</strong> Valentina Orlando l'aspetto <strong>di</strong><br />

architetture esili e cangianti che tendono all'effimero, il cui imme<strong>di</strong>ato futuro sembra<br />

quanto mai incerto. Sia i supporti che il tratto si fanno sempre più raffinati e leggeri. Tutto<br />

l'operato dell'artista converge verso l'intenzione che la muove: la decostruzione, un processo<br />

inesorabile ed impalpabile. Nel suo passaggio Valentina Orlando non lascia segni imperiosi,<br />

ma tenta <strong>di</strong> restituire il tracciato incostante dell'esistente; come una macchina traduce in<br />

tratti, classifica e racchiude in scatole ed architetture ciò che <strong>di</strong>viene, senza però<br />

snaturarne mai l'essenza effimera che si palesa nelle sfaldature delle teste o nelle<br />

trasparenti sovrapposizioni delle carte e dei vetri nei quadri vegetali. nel fiume del<br />

<strong>di</strong>venire, salda sulle proprie gambe, l'artista sfiora con tratto lirico e leggero ciò che muta<br />

mappando il flusso che contiene tutto ed insieme è nulla. !<br />

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NATASCIA BECCHETTI, NoteVagando,!<br />

fotografia <strong>di</strong>gitale, carta, !<br />

cartone ondulato riciclato, 2012!<br />

Nella pagina a fianco:!<br />

NATASCIA BECCHETTI, NoteVagando (macchina),!<br />

cartone, fotografia <strong>di</strong>gitale, legno, 2012<br />

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Hotel Giò / Natascia Becchetti!<br />

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Hotel Giò!<br />

Via Ruggero D'Andreotto 19, Perugia!!<br />

www.hotelgio.it!<br />

075 57 31 100!<br />

Natascia Becchetti!<br />

missnatasha@hotmail.it!<br />

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Spesso alcuni oggetti attraggono per la loro forma famigliare e si caricano <strong>di</strong> significati<br />

secondo l’esperienza <strong>di</strong> chi li percepisce fungendo da catalizzatori <strong>di</strong> memoria e<br />

amplificatori <strong>di</strong> percezioni. Tra tutti, gli strumenti musicali sono potentissimi canali<br />

immaginativi e vengono <strong>di</strong> solito associati ad alcuni dei momenti più significativi e profon<strong>di</strong><br />

dell’esperienza umana. Natascia Becchetti, attraverso i suoi scatti essenzializza con<br />

straor<strong>di</strong>naria precisione tali proprietà dell’oggetto. Isolando gli strumenti dalla figura umana<br />

crea visioni ambigue <strong>di</strong> oggetti silenti, accarezzate da luci magistralmente calibrate e colori<br />

suggestivi. Seguendo la sequenza <strong>di</strong> scatti proposta dall'artista si percorre un doppio binario:<br />

da una parte il susseguirsi degli oggetti trasporta lo spettatore verso un intrigante viaggio<br />

puramente visuale costellato <strong>di</strong> forme, inquadrature e colori la cui successione tiene conto<br />

anche dei suoni, inu<strong>di</strong>bili, ma subito immaginati, che questi strumenti producono in un<br />

rimando ritmico a tratti serrato, a tratti <strong>di</strong>steso ed armonico. La vista e l’u<strong>di</strong>to, coor<strong>di</strong>nati<br />

dall’immaginazione, giocano un ruolo decisivo poiché l’artista tenta, riuscendoci, <strong>di</strong><br />

suggerire il suono attraverso l’immagine. Ed è qui che s’innesta il secondo viaggio, quello<br />

appunto del ricordo evocato, dell’immaginazione sollecitata, in un processo d’ispirazione<br />

proustiana che fornisce il pretesto accompagnando lo spettatore nell’esplorazione della<br />

propria memoria. Un viaggio questo agevolato dall’efficace presentazione degli oggetti che<br />

risultano nu<strong>di</strong> e liberi da qualsiasi me<strong>di</strong>azione, se non quella dell’occhio dell’artista che<br />

riesce ad assolutizzarli. La musica dunque non è più il soggetto, ma l’opera stessa: i colori,<br />

le forme, l’anima dello strumento si <strong>di</strong>segnano sulla carta e seguono, nel loro<br />

materializzarsi e succedersi, una norma interiore, un flusso <strong>di</strong> coscienza ritmico e<br />

travolgente che è la firma della giovane fotografa, la quale riesce ad isolare e condensare<br />

nel silenzio <strong>di</strong> uno scatto l’essenza <strong>di</strong> una caotica cascata <strong>di</strong> suoni. L’opera si fa musica,<br />

dunque, e l’artista si fa musicista: compone sinfonie attraverso la macchina fotografica e le<br />

esegue nell’allestimento. Gli strumenti riposano muti, ma allo stesso tempo, rianimati dalla<br />

visione, s’infuocano, fremono, ansimano dopo lo sforzo.!<br />

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ALESSIA PALUMBO, Senza Titolo, !<br />

inchiostro su carta, iuta, bambù, 2012!<br />

Nella pagina a fianco:!<br />

ALESSIA PALUMBO, Senza Titolo,!<br />

inchiostro su carta, iuta, bambù, 2012<br />

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Hotel Ilgo / Alessia Palumbo!<br />

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Hotel Ilgo !<br />

Via Agostino <strong>di</strong> Duccio 1, Perugia!<br />

www.hotelilgo.com!<br />

075 57 36 641!<br />

Alessia Palumbo!<br />

sarabi1@hotmail.it!<br />

I <strong>di</strong>segni <strong>di</strong> Alessia Palumbo sono capaci <strong>di</strong> costruire nuovi mon<strong>di</strong> e nuove specie insistendo<br />

su dettagli reali indagati come sotto una lente. Ad una prima occhiata infatti, le trame che<br />

tracciano queste scene astratte vergate sul foglio ed inquadrate su semplice iuta, sembrano<br />

piumaggi esotici presi a prestito da qualche vecchio museo <strong>di</strong> storia naturale o da qualche<br />

arcana bottega esoterica. Avvicinandosi si scoprono intrecci profon<strong>di</strong> e decisi che si<br />

estendono a per<strong>di</strong>ta d’occhio: venature, arabeschi e trasparenze cangianti, leggere e<br />

fluenti. Pur se <strong>di</strong>segnati in nero su fondo bianco questi segni evocano il colore ed emergono<br />

dal supporto suggerendo l’esistenza del fantastico. Alessia Palumbo attinge all’ancestrale,<br />

richiama forme e paesaggi plausibili se immaginati lontani nel tempo e nello spazio e li<br />

<strong>di</strong>spiega alla vista dello spettatore costruendo preziosi vademecum per l’astrazione.<br />

Nonostante sia irriconoscibile, questo mondo popolato <strong>di</strong> creature simili ad uccelli, non<br />

manca <strong>di</strong> suscitare familiarità perché la giovane artista umbra è capace <strong>di</strong> tenersi in<br />

equilibrio sul margine che separa la realtà dalla pura fantasia: abbozza forme e scenari<br />

surreali, ma non cade mai nell’arbitraria speculazione riuscendo a ridurre al minimo lo<br />

spazio che <strong>di</strong>vide il sonno dalla veglia, il vero dall’astrazione, l’auto coscienza dalla<br />

farneticazione. Semplicemente Alessia Palumbo si immerge in paesaggi interiori e ne<br />

riemerge con delle precise immagini che sa restituire intatte e sincere con l’accuratezza <strong>di</strong><br />

chi ripercorre una storia a ritroso dopo averla vissuta.<br />

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ROSA CODUTI, Senza Titolo,!<br />

ombrello, base per abete, !<br />

inchiostro su carta, collage, 2012!<br />

Nella pagina a fianco:!<br />

ROSA CODUTI, Senza Titolo,!<br />

modellino polimaterico<br />

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Country House La Collina / Rosa Coduti!<br />

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Country House La Collina!<br />

Via G. Dottori 42, San Sisto, Perigia!<br />

www.countryhouselacollina.com!<br />

075 52 92 144!<br />

Rosa Coduti!<br />

codutirosa@hotmail.it!<br />

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Il percorso <strong>di</strong> Rosa Coduti nella scenografia teatrale e cinematografica si concentra da<br />

sempre attorno all'esplorazione delle potenzialità espressive dell'oggetto. Nelle opere<br />

ambientate preso l'Hotel Country House La Collina <strong>di</strong> Perugia, l'artista, prosegue e<br />

concretizza questa sua riflessione. Inoltrandosi nell'allestimento per primi si incontrano i<br />

bozzetti della scenografia pensata per illustrare l'opera <strong>di</strong> Samuel Beckett Giorni felici i<br />

quali colpiscono per la loro essenzialità. Al centro della composizione troneggia Winnie, la<br />

protagonista, non un'attrice, ma un manichino <strong>di</strong> plastica; attorno, poggiati sulla sabbia che<br />

la ricopre, ci sono gli oggetti: strumenti banali in cui si frammenta e si racchiude la<br />

personalità della donna. Ed è proprio la frammentazione e la potenza dell'oggetto inteso<br />

come feticcio che contrad<strong>di</strong>stinguono il seguito dell'esposizione <strong>di</strong> Rosa Coduti. Proseguendo<br />

nel corridoio, infatti, si incontra il bozzetto <strong>di</strong> un opera teatrale ancora da scrivere, pensato<br />

e realizzato dall'artista prendendo spunto dal luogo della mostra. E, proprio <strong>di</strong> fronte alla<br />

parete dov'è appeso, questo stesso bozzetto è scomposto in frammenti che penzolano da un<br />

esile e perturbante Ombrello ready-made. L'opera poggia su un troncone <strong>di</strong> botte circondato<br />

da una miriade <strong>di</strong> oggetti stratificatisi nel tempo, durante tutta l'attività dell'Hotel Country<br />

House La Collina. Quest'installazione è la pratica realizzazione della scenografia dell'opera<br />

teatrale ancora da scrivere e contiene in se già tutti gli elementi <strong>di</strong> una storia. L'accumulo,<br />

sfruttato per l'opera, e l'ombrello che rivive, decontestualizzato, come parte fondante della<br />

realizzazione, palesano il debito dell'artista nei confronti <strong>di</strong> Duchamp e della Junk Art,<br />

tuttavia questi elementi, così allestiti, acquisiscono un carattere del tutto originale,<br />

immersi e sospesi come sono tra finzione teatrale e realtà. Poggiato in un'angolo <strong>di</strong><br />

quest'affascinante scenografia simile allo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> qualche antico stregone e molto vicino,<br />

per certi versi, ad alcune scene <strong>di</strong> Méliès e dei primi film a tema fantastico, c'è un collage<br />

coloratissimo dove si affastellano una miriade <strong>di</strong> ritagli, sovrapposti e mescolati, con piglio<br />

irriverentemente dadaista. Anche nel collage è l'accumulo a farla da padrone: questa volta a<br />

stratificarsi sono i simboli <strong>di</strong> una cultura popolare sempre più complessa e caotica,<br />

travolgente ed asfissiante. Il cerchio si chiude, infine, se <strong>di</strong>fronte all'istallazione, si ripensa<br />

agli oggetti del primo bozzetto, presentati come scrigni <strong>di</strong> personalità in frammentazione, in<br />

un tempo in cui il possesso equivale all'esistenza ed in cui la coscienza <strong>di</strong> sé, tra ricordo ed<br />

auto-rappresentazione, si aggrappa sempre più tenacemente all'oggetto facendo <strong>di</strong><br />

quest'ultimo un estremo, misero epitaffio <strong>di</strong> se stessi e della propria storia.!<br />

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LAURA BARTOCCI, Senza Titolo,!<br />

riproduzione a stampa su carta !<br />

da originale inchiostro su carta,!<br />

legno, 2012!<br />

Nella pagina a fianco:!<br />

LAURA BARTOCCI, Senza Titolo,!<br />

inchiostro su carta, 2012


Hotel Plaza / Laura Bartocci!<br />

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Hotel Plaza!<br />

Via Palermo 88, Perugia!<br />

www.hotelplazaperugia.com !<br />

075/34 643!<br />

Laura Bartocci!<br />

lucionoccola@libero.it!<br />

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questo è quanto <strong>di</strong>chiara, con lucida semplicità,<br />

Laura Bartocci e da questo assunto origina la sua opera. Nel <strong>di</strong>segno, una viottolo montano<br />

delimitato da tronchi tagliati sfuma nell'indefinito circondato da pochi richiami reali che<br />

presto confluiscono in un'astrazione rutilante, esplosiva, musicalmente visionaria, ma<br />

or<strong>di</strong>nata in precise traiettorie. Il tratto è forte e definito con sicurezza, le linee <strong>di</strong>vagano e<br />

colmano il foglio senza interruzioni: generando l'una dall'altra creano forme che si<br />

moltiplicano e si accrescono. Il <strong>di</strong>segno è incar<strong>di</strong>nato in una porta preceduta da due gra<strong>di</strong>ni<br />

neri: una struttura semplice e familiare dalla forte carica metafisica potenziata dalla parete<br />

<strong>di</strong> marmo davanti la quale è posta. Spiazza ed intriga la <strong>di</strong>ssonanza tra la concretezza della<br />

struttura fisica della porta che, come fosse un varco segreto ed inaspettato, tenta la<br />

mimetizzazione con l'ambiente in cui è allestita, e la tensione alla trasfigurazione delle<br />

volute le quali si sviluppano in un travolgente climax ascendente. Le <strong>di</strong>vagazioni grafiche <strong>di</strong><br />

Laura Bartocci, riportate sul grande formato, affascinano lo spettatore risucchiandolo in<br />

un'esplorazione la cui meta indefinibile non è in<strong>di</strong>cata dall'artista la quale suggerisce invece<br />

il punto <strong>di</strong> partenza. L'intera orchestrazione infatti, non è altro che un invito, un vero e<br />

proprio monumento al viaggio che è mentale, nell'assommarsi degli arabeschi grafici, e<br />

fisico, nella presenza maestosa e reale della porta. Un oggetto comune che è anche simbolo<br />

potente ed ancestrale legato a doppio filo con il concetto <strong>di</strong> partenza ed arrivo e declinabile<br />

in infinite istanze connesse ai significati profon<strong>di</strong> del viaggio. Ed è così che la porta <strong>di</strong> Laura<br />

Bartocci richiama alla mente la mistica metafisica ad esempio <strong>di</strong> Dante o del Canova del<br />

Monumento funebre a Maria Cristina d'Austria, l'iniziazione dei racconti fiabeschi, ma anche<br />

il trionfo, da Roma a Brandeburgo, perché la porta non è solo l'inizio, ma anche la meta e<br />

poi, un altro inizio ancora.<br />

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VALERIA PIERINI, Uno ed Infinito,!<br />

fotografia <strong>di</strong>gitale, 2012<br />

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Nella foto a fianco:!<br />

VALERIA PIERINI, -<strong>Suitcase</strong>- Da Tempo Immemore,!<br />

fotografia, collage inchiostro su carta, 2012<br />

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Hotel Primavera Mini / Valeria Pierini!<br />

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Hotel Primavera Mini!<br />

Via Vincioli 8, Perugia !<br />

www.hotelplazaperugia.com !<br />

075 57 21 657<br />

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Valeria Pierini!<br />

pierinivaleria@gmail.com<br />

Le tre serie fotografiche realizzate da Valeria Pierini invitano ad un viaggio concettuale<br />

intriso <strong>di</strong> riman<strong>di</strong> simbolici e richiami iconografici. Uno ed infinito <strong>di</strong>pana un racconto che<br />

procede per immagini sintetiche ed incisive le quali conferiscono all'intera orchestrazione un<br />

respiro intimo ed allo stesso tempo universali anche il titolo, in questo senso, è una chiara<br />

<strong>di</strong>chiarazione d'intenti. Lo scorrere del tempo e l’eternità si affrontano nella prima serie: la<br />

torre degli Sciri, immobile, domina il panorama <strong>di</strong> Perugia, mentre <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> lei il cielo<br />

cambia sfumatura col passare delle ore. Dall’altro lato della foto, contemporaneamente, ma<br />

in un altro luogo, un fiore appassisce. In questa prima sequenza <strong>di</strong> scatti l’artista allude a tre<br />

tipologie temporali: l'immutabile che aspira all'eterno, il quoti<strong>di</strong>ano, e l’effimero. Aggiunge<br />

poi il tempo dello spettatore e la sua esperienza <strong>di</strong>fronte all'opera. Guardando infatti,<br />

l'osservatore rivive infinite volte le immagini degli scatti, in tempi e mo<strong>di</strong> sempre <strong>di</strong>fferenti e<br />

mai precisamente definibili. Così facendo, l'artista, ripropone, simbolicamente, quello che<br />

accade nelle stanze <strong>di</strong> albergo: culle neutrali <strong>di</strong> infinite esperienze personali tutte<br />

accomunate dallo stesso panorama, immutabile ed insieme in <strong>di</strong>venire. Ed è proprio nella<br />

stanza che si sposta il soggetto delle foto successive: un letto che si <strong>di</strong>sfà, delle gambe che si<br />

vestono. Il chiarore delle lenzuola si contrappone all’oscurità dell'ambiente in cui sta in pie<strong>di</strong><br />

la figura creando decise contrapposizioni cromatiche che vanno man mano stemperandosi. Di<br />

nuovo il tempo e l'anonimo fruitore, sono uno ed ora, ma in potenza chiunque e in qualsiasi<br />

tempo. La seconda serie <strong>di</strong> scatti invece si concentra sul sonno e la veglia. Qui il tono<br />

impenna verso l’onirico e una giovane donna riposa su un letto avvolta da brani <strong>di</strong> poesia<br />

scritti in nero su lenzuola bianche. La protagonista della foto a tratti è colta nella totale<br />

incoscienza, a tratti sembra appena accorgersi dei segni che la ricoprono. Qui il privato del<br />

sogno si confonde o si contrappone alla realtà (o ad un altro sogno), si può <strong>di</strong>re parallela, che<br />

si <strong>di</strong>pana fuori dal sonno o nei suoi imme<strong>di</strong>ati pressi. Nell'ultima serie infine, l'artista ci<br />

accompagna in una caledoscopica esplorazione che in serrata sequenza dal particolare <strong>di</strong> una<br />

stanza conduce, a suon <strong>di</strong> toni <strong>di</strong> rosso, trame <strong>di</strong> tessuti ed oggetti, al soffitto della stessa da<br />

cui pende un lampadario. Queste fotografie sono un vorticoso, ma rigorossissimo viaggio<br />

nell’intimo <strong>di</strong> uno sconosciuto <strong>di</strong> cui manca il corpo, ma <strong>di</strong> cui si percepisce, per frammenti,<br />

l’essenza. L’insieme delle tre serie è una narrazione efficace e coerente che tocca con<br />

delicatezza l’esperienza <strong>di</strong> un luogo ambiguo e mutevole come può essere un albergo, ma che<br />

in senso allargato abbraccia tutta la parabola esistenziale, soffermandosi sulla riflessione che<br />

concerne la percezione dell’altro e <strong>di</strong> se stesso nel tempo e nello spazio. Riferimenti<br />

autobiografici e firme inconfon<strong>di</strong>bili dell’artista quali l’attenzione per i tessuti e<br />

l’inserimento del testo fuori e dentro la foto fanno <strong>di</strong> queste opere condensati concettuali<br />

che aspirano all’universale attraverso la riflessione sul particolare. La componente narrativa<br />

delle sequenze e la loro capacità <strong>di</strong> immergersi con <strong>di</strong>screzione nell’intimo del soggetto<br />

trattato avvicinano molto l’operato <strong>di</strong> Valeria Pierini a quello <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> modelli come Sophie<br />

Calle e gli esponenti della Narrative Art.!


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ANJA CAPOCCI, Senza Titolo, !<br />

fotografia analogica, stampa <strong>di</strong>gitale, 2012!<br />

Nella pagina a fianco:!<br />

ANJA CAPOCCI, Senza Titolo, !<br />

fotografia analogica, stampa <strong>di</strong>gitale, 2012<br />

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Hotel Priori / Anja Capocci!<br />

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Hotel Priori!<br />

Via dei Priori 40, Perugia!<br />

www.hotelpriori.it!<br />

075 57 23 378!<br />

Anja Capocci!<br />

anja.cp@gmail.com<br />

La memoria procede per immagini che si ripropongono mai uguali all’evento che le ha<br />

generate, ma che per sintetiche pennellate sono capaci, nel loro succedersi, <strong>di</strong> evocare<br />

tutte le sensazioni legate al ricordo. Davanti agli scatti <strong>di</strong> Anja Capocci l’impressione è<br />

proprio quella <strong>di</strong> trovarsi <strong>di</strong> fronte a ciò che sembra la traccia <strong>di</strong> un ricordo inafferrabile, un<br />

tassello fondamentale, ma sfuggente, <strong>di</strong>fronte al quale è imperativo soffermarsi. La<br />

fotografia <strong>di</strong> Anja, per quanto lirica e <strong>di</strong>screta, cattura lo sguardo dello spettatore. Le<br />

sfocature, le luci piatte ed accecanti o i profon<strong>di</strong>ssimi chiaroscuri degli scatti restituiscono<br />

l’aura della me<strong>di</strong>tazione e paiono rilevare l’immagine dal caos indefinito del tempo<br />

trascorso. Quella <strong>di</strong> Anja Capocci è una fotografia materica capace <strong>di</strong> scolpire nello scuro e<br />

denso pulviscolo atmosferico calde suggestioni <strong>di</strong> forme o <strong>di</strong> ritagliare profilature nette<br />

come intarsi. Gesti, oggetti ed ambienti familiari si affacciano in questi delicatissimi scatti,<br />

raccogliendo la memoria del vissuto e fuoriuscendo dalla parete, allestiti in essenziali,<br />

geometriche formazioni che sembrano aleggiare sospese. E come per il ricordo, le cose su<br />

cui si sofferma l’occhio dell’artista sono quelle che nella routine quoti<strong>di</strong>ana vengono<br />

ignorate, ma che più si fissano, in modo inaspettato ed inconscio, nella mente. Quest’album<br />

<strong>di</strong> ricor<strong>di</strong> ricostruisce una vita come se la si volesse salvare prima che si sciolga in muta<br />

<strong>di</strong>menticanza. Frammento per frammento, l’artista ricostruisce la propria identità,<br />

affrettandosi ad ammassare immagini: promemoria sbia<strong>di</strong>ti <strong>di</strong> un io in balia del tempo e<br />

dell'occasione. Quest’operazione profondamente lirica e carica <strong>di</strong> <strong>di</strong>gnità <strong>di</strong>screta, coinvolge<br />

lo spettatore nell’intimo dell’artista e lo connette ad una memoria comune aprendo,<br />

attraverso l’inserimento <strong>di</strong> dettagli quoti<strong>di</strong>ani, scenari familiari a tutti. Gli scatti, presi dal<br />

vero, colti dal <strong>di</strong>venire, sono perfettamente bilanciati, pittorici nelle loro sfumature, come<br />

coperti da una coltre <strong>di</strong> contenuta commozione.<br />

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Letizia Cassetta è nata a Perugia nel 1985. Inizia la sua formazione presso l’istituto d’arte<br />

Alpinolo Magnini <strong>di</strong> Deruta dove si <strong>di</strong>ploma nel giugno 2005. Per due anni ha frequentato il<br />

corso <strong>di</strong> Decorazione presso l’Accademia Albertina delle Belle Arti <strong>di</strong> Torino (ottobre 2005 –<br />

giugno 2007). Successivamente si è iscritta all’Accademia delle Belle Arti Pietro Vannucci <strong>di</strong><br />

Perugia dove ha conseguito la laurea il febbraio 2012.!<br />

Durante la sua carriera ha preso parte a numerose mostre e concorsi guadagnando<br />

importanti premi e riconoscimenti.!<br />

Antonello Tolisano è nato a Bari nel 1985, vive e lavora tra Matera e Perugia. Ha conseguito<br />

il <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> maturità nel 2007 presso il Liceo Artistico Carlo Levi. Frequenta poi un corso<br />

sperimentale (Progetto Michelangelo) finalizzato a fornire una specifica acquisizione<br />

professionale nelle tecniche relative al rilievo e alla catalogazione dei Beni Culturali. Si<br />

trasferisce a Perugia e consegue il Diploma accademico <strong>di</strong> primo livello della Scuola <strong>di</strong><br />

Scenografia presso l’Accademia <strong>di</strong> Belle Arti Pietro Vannucci <strong>di</strong> Perugia, nell’A.A. 2011/<br />

2012. Durante gli anni <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, partecipa ad eventi e manifestazioni artistiche. A Matera, il<br />

14 Maggio 2005, vince l’estemporanea e concorso <strong>di</strong> pittura L’arte a servizio del decoro e<br />

dell’immagine dei Sassi con l’opera C’erano le antiche porte dei Sassi. Sempre nel 2005<br />

partecipa all’estemporanea <strong>di</strong> pittura Carlo Levi ad Aliano. Il 20 Maggio 2006, sempre a<br />

Matera prende parte alla Giornata dell’Arte e della Creatività Studentesca. Concorso arte/<br />

musica. A Perugia, dal 17 Marzo al 15 Aprile 2007 partecipa ad In itinere: opere degli<br />

studenti dell’Accademia <strong>di</strong> Belle Arti “P. Vannucci” <strong>di</strong> Perugia; presso il Cerp - Centro<br />

Espositivo Rocca Paolina. Nel 2008 (4 Settembre) infine partecipa con un’opera<br />

all’esposizione realizzata a Perugia nell’ambito del XXI Festival Internazionale delle figure<br />

Animate.!<br />

Valentina Orlando è nata a Perugia nel 1985. Frequenta il corso <strong>di</strong> pittura presso<br />

l’Accademia <strong>di</strong> Belle Arti <strong>di</strong> Perugia de<strong>di</strong>candosi soprattutto alla ricerca grafica. Nel 2011<br />

partecipa alla collettiva Diritto all’Ombra. Appunti per una ricerca presso la galleria Nail<br />

Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Perugia. Nel Marzo 2012 partecipa alla collettiva Orizzonte Verticale presso il<br />

Combo Contemporary Cafè <strong>di</strong> Perugia ed alla collettiva Profumo <strong>di</strong> Uomo alla Cube Gallery<br />

<strong>di</strong> Piergiuseppe Pesce a Gualdo Ta<strong>di</strong>no.!<br />

Natascia Becchetti, nata ad Umbertide nel 1984, vive tra Rancolfo e Perugia. Le sue<br />

passioni da sempre sono la danza, l’arte e la fotografia. Cresciuta nella cultura Hip Hop ne<br />

con<strong>di</strong>vide l’idea <strong>di</strong> controcultura e libera espressione partecipando attivamente alle<br />

iniziative <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi gruppi musicali e <strong>di</strong> danza. Membro del gruppo universitario Ekphrasis.<br />

Cenacolo d’arte e fondatore del gruppo giovanile IAP (immaginazione al potere). Nella<br />

fotografia, praticata inizialmente a livello amatoriale, la sua sensibile esperienza del<br />

quoti<strong>di</strong>ano si affina nella costante maturazione professionale. Nel 2008 è fra i responsabili<br />

della documentazione fotografica <strong>di</strong> Arti in città. Ha esposto per la prima volta nel 2009<br />

(Palazzo della Penna, Perugia) con il progetto Volevano un titolo… e in occasione <strong>di</strong> MAG<br />

(Marsciano Arte Giovani). Nel 2010 partecipa alla collettiva Tuttamialacittà [<strong>di</strong>scanto]<br />

presso l’ex-chiesa dell’Ospedale della Misericor<strong>di</strong>a a Perugia, e vince il secondo premio per<br />

il progetto I Giganti - Un'immagine per Magione 2010. Nel 2011 partecipa alla collettiva<br />

Abitanti presso la Galleria Nails Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Perugia. Alcune sue fotografie sono pubblicate<br />

nell’antologia <strong>di</strong> Giorigio Bonomi, Il corpo solitario. L'autoscatto nella fotografia<br />

contemporanea, Rubbettino E<strong>di</strong>tore.!<br />

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Alessia Palumbo è nata ad Assisi nel 1989. Frequenta l’istituto d’arte Bernar<strong>di</strong>no <strong>di</strong> Betto a<br />

Perugia <strong>di</strong>plomandosi nel 2008. Nel 2009 si iscrive al corso <strong>di</strong> pittura dell’Accademia <strong>di</strong> Belle<br />

Arti Pietro Vannucci <strong>di</strong> Perugia specializzandosi in pittura ad olio e <strong>di</strong>segno. Partecipa nel<br />

2010 ad un’esposizione collettiva all’Accademia Minerva <strong>di</strong> Goningen con un polittico(5<br />

tele). Nel 2011 partecipa ad una collettiva Diritto all’ombra. Appunti per una ricerca presso<br />

la galleria Nail Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Perugia. Nel Marzo 2012 partecipa con alcune opere <strong>di</strong> pittura alla<br />

collettiva Orizzonte Verticale presso il Combo Contemporary Cafè <strong>di</strong> Perugia ed alla<br />

collettiva Profumo <strong>di</strong> Uomo alla Cube Gallery <strong>di</strong> Piergiuseppe Pesce a Gualdo Ta<strong>di</strong>no.<br />

Rosa Coduti è nata nel 1986 a Montefalcone <strong>di</strong> Val Fortore, un paesino nel beneventano, in<br />

Campania. !<br />

Nel 2005 consegue il Diploma <strong>di</strong> Maturità presso il Liceo Classico “Pietro Giannone” <strong>di</strong><br />

Benevento. !<br />

Da sempre <strong>di</strong>mostra un forte interesse nei confronti <strong>di</strong> ogni attività volta a forme creative e<br />

<strong>di</strong> espressione estetica: uno dei primi tentativi <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo e <strong>di</strong> comunicazione artistica risale<br />

agli anni del Liceo, quando partecipa ad un Corso <strong>di</strong> Disegno presso il Liceo Artistico <strong>di</strong><br />

Benevento e ad un Concorso <strong>di</strong> Fumetto tenutosi nella stessa Benevento nel 2003,<br />

guadagnando il primo posto. !<br />

Alla soglia dei vent’anni si trasferisce a Perugia, iscrivendosi all’Accademia <strong>di</strong> Belle Arti<br />

Pietro Vannucci, con In<strong>di</strong>rizzo Scenografia, presso cui consegue il Diploma <strong>di</strong> Laurea nel<br />

Febbraio 2012. !<br />

Nel 2007 partecipa con la Cattedra <strong>di</strong> Scenografia alla mostra In Itinere tenutasi al CERP<br />

(Centro Espositivo Rocca Paolina) <strong>di</strong> Perugia; nel 2010, partecipa con la Cattedra <strong>di</strong><br />

Scenografia alla realizzazione delle scenografie de L’oca del Cairo <strong>di</strong> W. A. Mozart, in<br />

collaborazione con gli allievi del Conservatorio <strong>di</strong> Musica “Francesco Morlacchi” <strong>di</strong> Perugia,<br />

allestita presso la Galleria Nazionale dell’Umbria.!<br />

Nel 2011 collabora alla realizzazione della copertina dell’album Diario <strong>di</strong> Uomo qualunque<br />

dei Red Onions, gruppo musicale attivo nel perugino.!<br />

Nello stesso anno realizza in qualità <strong>di</strong> regista un videoclip musicale per il singolo Canto<br />

Metropolitano degli stessi Red Onions, curandone anche le Scenografie e i Costumi. !<br />

Attualmente frequenta un Corso <strong>di</strong> Ceramica presso il Libero Laboratorio d’arte ceramica a<br />

Perugia.!<br />

Laura Bartocci è nata a Perugia nel 1982. Laureata in Scienze Motorie Sportive, svolge da<br />

anni l’attività <strong>di</strong> insegnante <strong>di</strong> step. Sin da piccola, nel suo tempo libero, ama <strong>di</strong>segnare,<br />

sviluppando un’abilità grafica <strong>di</strong> interessantissimo stampo immaginifico. Nel 2007 partecipa<br />

a Germinazioni (PG) e nel 2010 alla collettiva Tuttamialacittà [<strong>di</strong>scanto] presso l’ex-chiesa<br />

dell’Ospedale della Misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Perugia, nel 2011 partecipa alla collettiva Abitanti presso<br />

la Galleria Nail Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Perugia.<br />

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Valeria Pierini è una fotografa nata ad Assisi nel 1984, vive e lavora a Bastia Umbra. Dal<br />

2004 al 2012 stu<strong>di</strong>a Comunicazione <strong>di</strong> massa all’Università per gli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Perugia e dal 2010<br />

organizza corsi <strong>di</strong> fotografia e analisi dell’immagine. Nel 2011 allestisce la personale Futuro<br />

Semplice presso l'Officina 34 retròscena a Foligno. Nel 2009 porta la sua personale<br />

Prospettive sonore in tre <strong>di</strong>fferenti se<strong>di</strong> espositive (Commons Lab a Perugia, Loop Café<br />

sempre a Perugia, Karemasky ad Arezzo). È del 2008 invece, la mostra Atelier de la femme,<br />

singolare femminile presso: l'associazione culturale Centrodentro (Perugia), The Club (Bastia<br />

Umbra), Bazooka (Perugia). Valeria Pierini partecipa anche a <strong>di</strong>verse mostre collettive <strong>di</strong> ci<br />

l'ultima risalente al giugno 2012 presso lo Spazio per le Arti Contemporane del Broletto <strong>di</strong><br />

Pavia. Numerosi anche i progetti intrapresi dalla fotografa tra i quali: tra il 2009 e il 2012<br />

Toyland video e mostra fotografica in collaborazione con IONOSO+CHISONO, oneman band<br />

Perugia e la partecipazione a Ti rubo gli occhi progetto allestito ed ideato da Alessandra<br />

Baldoni al Manifesta <strong>di</strong> Rimini e presso Sponge Living Space a Pergola (PU).<br />

Anja Capocci, è nata a Perugia nel 1988. Nella sua città natale ha frequentato l’istituto<br />

d'arte per poi iscriversi all’Accademia <strong>di</strong> Belle Arti Pietro Vannucci dove stu<strong>di</strong>a pittura con il<br />

Prof. Car<strong>di</strong>nali, specializzandosi in pittura e fotografia. Dopo alcune piccole esposizioni<br />

presso locali perugini nel Novembre 2010 partecipa all’installazione collettiva del corso <strong>di</strong><br />

pittura del Prof. Car<strong>di</strong>nali nome: Che viva l'Italia nell’ambito della manifestazione Umbria<br />

Libri per l'Unità d'Italia. Nel 2011 partecipa alla collettiva Diritto all’Ombra. Appunti per<br />

una ricerca presso la galleria Nail Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Perugia. Nello stesso anno una sua serie<br />

fotografica viene esposta in una collettiva presso l’Universitad de Valladolid.. Nel Novembre<br />

2011 prende parte all’Expo all'Academie royale des beaux-arts de Liège. Nel Marzo 2012<br />

partecipa alla collettiva Orizzonte Verticale presso il Combo Contemporary Cafè <strong>di</strong> Perugia.<br />

Alcune sue fotografie sono pubblicate nell’antologia <strong>di</strong> Giorigio Bonomi, Il corpo solitario.<br />

L'autoscatto nella fotografia contemporanea, Rubbettino E<strong>di</strong>tore.!<br />

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Stampato nel mese <strong>di</strong> Giugno 2012 presso<br />

Stampa Digitale Minelli, !<br />

Fossato <strong>di</strong> Vico !<br />

Perugia<br />

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