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la carica dei 53 - Chiara Cadeddu Photographer

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AD LA CASA LA VITA · i protagonisti<br />

<strong>la</strong> <strong>carica</strong><br />

<strong>dei</strong> <strong>53</strong><br />

i “ritratti” degli antiques dealers<br />

testi di riccardo bianchi<br />

fotografie DI chiara cadeddu e vittoriano rastelli<br />

Ci sono molti indicatori che aiutano a tastare il polso culturale di una città. Per esempio<br />

il numero <strong>dei</strong> teatri, <strong>dei</strong> cinema, degli auditorium musicali, delle istituzioni<br />

museali, delle gallerie d’arte e, ovviamente, <strong>la</strong> qualità delle rispettive programmazioni.<br />

Un ruolo importante in tale “accertamento” recitano anche gli eventi<br />

legati all’antiquariato, tanto più se tali manifestazioni sono organizzate da e per<br />

i dealers del<strong>la</strong> città in questione. È il caso questo dell’Esposizione degli Antiquari<br />

Mi<strong>la</strong>nesi, una rassegna che conta quasi mezzo secolo di onorata carriera, ma che<br />

negli ultimi tempi, giusto a provare una certa involuzione culturale di Mi<strong>la</strong>no, aveva dato segni di crisi.<br />

Quest’anno tuttavia <strong>la</strong> tendenza pare invertita, <strong>la</strong> mostra è stata sottoposta a una drastica terapia innovativa.<br />

Nuovo il titolo, La Casa La Vita, che allude al ruolo che l’antiquariato ha nel definire, anche emozionalmente,<br />

oltre che sotto il profilo decorativo, gli spazi in cui abitiamo. Nuova l’organizzazione affidata a<br />

Condé Nast e a una delle sue riviste leader, AD, nuova e più comoda <strong>la</strong> sede, Fierami<strong>la</strong>nocity, nuovo l’allestimento<br />

ispirato al<strong>la</strong> ricercatezza degli interni borghesi e alle nobili, accoglienti botteghe di una volta, e, in<br />

più, implementato da quattro “ambienti” d’autore stilisticamente contemporanei arredati però con <strong>la</strong> storia,<br />

ossia con pezzi degli stessi espositori, nel segno di una affascinante contaminazione estetica.<br />

E rinnovata è pure <strong>la</strong> selezione delle gallerie espositrici, condotta con severi criteri e aperta anche a mercanti<br />

non meneghini. Molti, sui 2.000 metri quadrati espositivi, i nomi storici dell’antiquariato mi<strong>la</strong>nese, molti i<br />

ritorni dopo anni di assenza dovuta a una mancanza di vere prospettive, molte le nuove entrate a testimonianza<br />

di una rinata voglia di scommettere su una prognosi fausta delle attuali, incontestabili difficoltà del<br />

settore. A tale qualificata presenza illustrata nelle pagine che seguono, fa riscontro un repertorio merceologico<br />

di prima qualità certificato da ragionate bibliografie: arredi, complementi, dipinti, sculture, oggettistica,<br />

gioielli, reperti da Wunderkammer, arazzi, tappeti e quant’altro davvero eccezionali, di ogni epoca, stile e<br />

provenienza suddivisi per tipologie così da rendere più leggibile e perciò più godibile il percorso del visitatore.<br />

Oggetti straordinari o semplici curiosità, comunque unici e preziosi, dispensatori di grandi suggestioni,<br />

capaci di emozionare il collezionista, il connaisseur e il semplice appassionato. Oggetti che sottratti<br />

al<strong>la</strong> loro superba solitudine, non aspettano altro che rega<strong>la</strong>re gioia alle nostre abitazioni.<br />

a destra: un quadro che riassume<br />

il concetto, <strong>la</strong> simbologia e il piacere<br />

del collezionismo antiquario: del pittore<br />

o<strong>la</strong>ndese Jan van der Heyden (1637-1712),<br />

Angolo di stanza con cose rare,<br />

(partico<strong>la</strong>re), 1712, olio su te<strong>la</strong>.<br />

Sžepmüvéstzeti Múzeum, Budapest.


sopra: didascalia e tat ex ex<br />

erit esse te amet, dolorem<br />

exercil eugiamveliquat,<br />

voraesent aliquzxvcvismo<br />

exercil eugiamveliquat,<br />

voraeseute vent ver senis<br />

aliquamet nonum do do od<br />

dipis autem iust<br />

Khotan RSK<br />

Rodolfo Kachanian, nato a Mi<strong>la</strong>no nel 1955, rappresenta <strong>la</strong> quarta generazione di una famiglia<br />

dedita al commercio <strong>dei</strong> tappeti. Dopo gli studi in economia e commercio a Losanna,<br />

inizia l’attività a Zurigo nell’azienda familiare, poi, rientrato in Italia nel 1984,<br />

per qualche anno col<strong>la</strong>bora con il padre, leader nel commercio all’ingrosso di tappeti orientali.<br />

Nel 1988, mosso dal<strong>la</strong> passione per i tappeti antichi, si mette in proprio e apre <strong>la</strong> Galleria Hermitage,<br />

che resta attiva per dieci anni. Segue un’esperienza ai massimi livelli nell’arte tessile<br />

antica in Italia e all’estero, e sul<strong>la</strong> spinta e conoscenze acquisite, Kachanian fonda nel 2005, nel<br />

cuore di Mi<strong>la</strong>no, <strong>la</strong> galleria Khotan RSK, “frontiera avanzata”, spiega, “nel<strong>la</strong> ricerca del<strong>la</strong> qualità<br />

e del gusto estetico”. Coerente con questa impostazione, nel 2009 nasce Khotan Servizi che si<br />

occupa del restauro <strong>dei</strong> manufatti tessili antichi grazie a un team di professionisti del settore<br />

coordinati direttamente dal tito<strong>la</strong>re e dai responsabili del <strong>la</strong>boratorio.<br />

Gianluca Colombo nel<strong>la</strong><br />

sua Galleria d’Arte Le Pleiadi.<br />

Operante nell’ambito<br />

del<strong>la</strong> pittura italiana dell’800,<br />

<strong>la</strong> galleria ha di recente<br />

proposto mostre su Mosè<br />

Bianchi, Pompeo Mariani,<br />

Carlo Cressini, Fragiacomo<br />

e i macchiaioli.<br />

sopra: didascalia e tat ex ex<br />

erit esse te amet, dolorem<br />

exercil eugiamveliquat,<br />

voraesent aliquzxvcvismo<br />

exercil eugiamveliquat,<br />

voraeseute vent ver senis<br />

aliquamet nonum do do od<br />

dipis autem iusto eu<br />

faccummodit <strong>la</strong>ndipismod<br />

min henibh et iustion ul<strong>la</strong>ore<br />

sum vel duis alit aut ate<br />

etRos et, summy nonse<br />

magna ad eliquametue<br />

conul<strong>la</strong>n hent at venit velit<br />

Galleria d’Arte Le Pleiadi<br />

Fondata da C<strong>la</strong>ra Canzi, <strong>la</strong> Galleria d’Arte Le Pleiadi nasce nel 1972 a Monza, in via Visconti, lungo il Lambro. Da subito<br />

si propose come uno spazio culturale privilegiato dove l’arte era rappresentata a 360 gradi, con arredi d’epoca,<br />

dipinti di Old Masters e pittura dell’800. Dopo alcuni anni di crescenti soddisfazioni, <strong>la</strong> galleria si è spostata nell’attuale<br />

sede nel centro storico di Monza, e da quel momento l’attività si è concentrata sul<strong>la</strong> pittura dell’800 italiano, in<br />

partico<strong>la</strong>re le Scuole Lombarda e Veneta e i macchiaioli, scelta specialistica che ha reso Le Pleiadi protagonista in questo<br />

ambito antiquario. Nel 1988 a C<strong>la</strong>ra Canzi si è affiancato il figlio Gianluca Colombo, un bocconiano doc, che, con nuovo<br />

entusiasmo, ha contribuito e contribuisce al<strong>la</strong> crescita professionale del<strong>la</strong> galleria, riscontrabile, tra l’altro, nel<strong>la</strong> produzione<br />

di mostre monografiche e collettive e nel<strong>la</strong> partecipazione alle più importanti fiere di settore, a cui di recente si è aggiunta<br />

l’organizzazione di rassegne dedicate ad artisti contemporanei o del ’900 italiano.<br />

Rodolfo Kachanian,<br />

tito<strong>la</strong>re del<strong>la</strong> galleria Khotan<br />

RSK, è ritratto avvolto<br />

in un antico tappeto persiano<br />

Heriz in seta.


Galleria d’Arte Studiolo<br />

Afondare, nel 1993, <strong>la</strong> Galleria d’Arte Studiolo sono stati Guido e Stefano Cribiori. La<br />

sua sfera d’interesse sono i dipinti antichi e, frutto del<strong>la</strong> passione <strong>dei</strong> tito<strong>la</strong>ri, anche<br />

<strong>la</strong> pittura e <strong>la</strong> scultura del ’900 italiano. A questa attività mercantile se ne associa<br />

una più propriamente culturale consistente nel<strong>la</strong> pubblicazione di cataloghi dedicati al<strong>la</strong><br />

pittura antica e di monografie di artisti del XX secolo. Spesso inoltre Guido e Stefano sono<br />

chiamati a far parte del comitato scientifico di mostre pubbliche e al<strong>la</strong> curate<strong>la</strong> <strong>dei</strong> re<strong>la</strong>tivi<br />

cataloghi. Attualmente Stefano Cribiori ricopre <strong>la</strong> <strong>carica</strong> di vicepresidente dell’Associazione<br />

degli Antiquari Mi<strong>la</strong>nesi ed è membro di giunta del<strong>la</strong> FIMA.<br />

Stefano Cribiori, tito<strong>la</strong>re del<strong>la</strong> galleria, appoggiato a Bagnante, bronzo anni ’20<br />

di Enrico Mazzo<strong>la</strong>ni (1876-1968). Con lui, a sinistra, L’immortalità, bronzo del mi<strong>la</strong>nese<br />

Achille Alberti (1860-1943) firmato e datato 1923. Le altre sculture sono<br />

di Carlo Bonomi (1880-1961), mentre l’autore <strong>dei</strong> dipinti è Luigi Mantovani (1880-1957).<br />

G. Pennisi<br />

G<br />

iovanni Pennisi, diamanteur a Mi<strong>la</strong>no fin dal 1950, forte<br />

dell’esperienza maturata nel campo delle pietre preziose,<br />

nel 1971 insieme al<strong>la</strong> moglie Maria e ai figli Guido e<br />

Marina decide di aprire l’attuale gioielleria G. Pennisi. Da subito<br />

<strong>la</strong> loro ricerca si orienta principalmente su giade, coralli e avori<br />

orientali realizzati tra il XVIII e il XX secolo, oggetti di alta oreficeria<br />

europea dal XVIII al XIX secolo, e gioielleria art déco e rétro.<br />

Sin dall’inizio il negozio ha catturato l’attenzione del collezionismo<br />

italiano e internazionale grazie al gusto eclettico e raffinato<br />

<strong>dei</strong> fondatori. Nel 1989 Guido Pennisi diventa direttore del<strong>la</strong><br />

Guido Pennisi, direttore<br />

di G. Pennisi, reca<br />

tra le mani una cornucopia<br />

in vermeil e cristallo di rocca<br />

con smalti policromi e pietre<br />

preziose opera di Herman<br />

Bohem, Vienna, 1880 circa.<br />

A sorregger<strong>la</strong> è At<strong>la</strong>nte,<br />

mentre il coperchio<br />

è decorato con un Bacco<br />

che cavalca un cigno.<br />

galleria e, a conferma del<strong>la</strong> sua ormai consolidata autorevolezza<br />

nel campo di specializzazione, va segna<strong>la</strong>to il fatto che più volte<br />

è stato chiamato come perito ed esperto nell’esame di gioielli<br />

e di oggetti di arte orientale in occasione di manifestazioni nazionali<br />

e internazionali. “Mio padre”, racconta, “ripeteva spesso<br />

che il gusto del<strong>la</strong> trouvaille rende il nostro mestiere il più bello<br />

del mondo”. Un sentimento che ha saputo trasferire anche al<strong>la</strong><br />

generazione successiva: nel 2003 sono infatti entrati nell’attività<br />

Gabriele, figlio di Guido, in qualità di gemmologo, ed Emanuele,<br />

figlio di Marina, studioso di storia del gioiello.


Galleria d’Arte Ambrosiana<br />

Fondata nel 1967 da Luigi e Romano Maspes e attualmente diretta da Francesco Luigi Maspes, perito del<br />

Tribunale di Varese e Mi<strong>la</strong>no, <strong>la</strong> Galleria d’Arte Ambrosiana, con sede espositiva in via Vincenzo Monti 2 a<br />

Mi<strong>la</strong>no, è specializzata in pittura italiana dell’800 con un partico<strong>la</strong>re interesse per le Scuole Lombarda e<br />

Veneta documentate da una ricca letteratura. Da alcuni anni <strong>la</strong> galleria cura l’archiviazione delle opere dell’artista<br />

mi<strong>la</strong>nese Leonardo Bazzaro (18<strong>53</strong>-1937), in previsione del<strong>la</strong> pubblicazione entro il 2010 del primo volume<br />

del Catalogo Ragionato dell’artista. Inoltre col<strong>la</strong>bora come consulente con le maggiori case d’asta nazionali e<br />

internazionali, partecipa alle principali manifestazioni antiquarie italiane tra cui: MAM - Mostra Antiquari Mi<strong>la</strong>nesi,<br />

MINT, MIA - Mi<strong>la</strong>no Internazionale Antiquariato e Brixiantiquaria.<br />

C<strong>la</strong>udia Pavignano,<br />

tito<strong>la</strong>re dell’omonima<br />

galleria, indossa<br />

un chapan ikat in seta del<strong>la</strong><br />

metà del XIX secolo<br />

proveniente dall’Asia<br />

Centrale. Sopra di lei, tessuto<br />

stampato Cavallo disegnato<br />

da Marino Marini per<br />

<strong>la</strong> fabbrica tessile scozzese<br />

Edinburgh Weavers, 1959.<br />

<br />

C<strong>la</strong>udia Pavignano Textile Art Gallery<br />

È<br />

dal 1990 che C<strong>la</strong>udia Pavignano si dedica attivamente allo studio del tessile antico, rivolgendosi innanzitutto<br />

agli operatori del settore pubblici e privati, italiani e stranieri. Dal 2003 con l’apertura a Mi<strong>la</strong>no di una prestigiosa<br />

galleria in via del<strong>la</strong> Spiga si è anche proposta al<strong>la</strong> cliente<strong>la</strong> privata. Nel<strong>la</strong> sua galleria si possono ammirare<br />

tessuti, arazzi, ricami e tappeti delle epoche più svariate e provenienti da tutto il mondo. Oggetti che C<strong>la</strong>udia<br />

Pavignano seleziona in base a severi criteri di epoca e di conservazione, e <strong>la</strong> cui ricerca e il cui studio, svolti in ogni<br />

parte del mondo, le comportano di viaggiare per molti mesi all’anno. In linea con questo spirito, <strong>la</strong> gallerista ha di<br />

recente inserito nel<strong>la</strong> sua collezione tessile anche esclusivi abiti e accessori vintage, che spesso possiamo ammirare<br />

sfi<strong>la</strong>re sul fatidico “Red Carpet” delle grandi manifestazioni mondane.<br />

Francesco Luigi<br />

Maspes, direttore<br />

del<strong>la</strong> Galleria d’Arte<br />

Ambrosiana. Alle<br />

sue spalle Il Ticino (1890),<br />

olio su te<strong>la</strong> di Eugenio<br />

Gignous (1850-1906),<br />

e, di Uberto Dell’Orto<br />

(1848-1895), Studio<br />

per un giardino (1893),<br />

olio su tavo<strong>la</strong>.


Francesco Gatto è<br />

ritratto nel<strong>la</strong> sua galleria<br />

con i dipinti Case e cenci<br />

di Renato Natali (1883-<br />

1979), Il bagnetto<br />

di Egisto Ferroni (1835-<br />

1912) e, a destra,<br />

Nudo femminile di Oscar<br />

Ghiglia (1876-1945).<br />

Eugenio Falcioni<br />

con una rara sedia<br />

antropomorfa Homme<br />

(1970) di Ruth<br />

Franken. Alle sue<br />

spalle, décol<strong>la</strong>ge<br />

di Mimmo Rotel<strong>la</strong>,<br />

un tableau-piège<br />

di Daniel Spoerri, e<br />

sullo sfondo un’opera<br />

unica di Andy Warhol.<br />

EF Art<br />

& Collections<br />

Eugenio Falcioni acquisisce nel 2001 lo storico<br />

negozio mi<strong>la</strong>nese di Viganò Antichità fondato<br />

da Giuseppe Viganò nel 1933. Sotto <strong>la</strong> nuova<br />

direzione <strong>la</strong> galleria ribattezzata EF Art & Collections<br />

ha compiuto nuovi investimenti su realtà dell’arte<br />

meno convenzionali, puntando comunque sempre<br />

al<strong>la</strong> selezione e acquisizione dell’eccellenza. L’antiquariato<br />

è il <strong>la</strong>voro di tradizione del<strong>la</strong> galleria, e infatti<br />

possiamo ammirare dal dipinto del<strong>la</strong> Basilica di<br />

Galleria San Barnaba<br />

Sant’Ambrogio eseguito da Francesco Migliara al<strong>la</strong><br />

La Galleria San Barnaba è stata fondata nel 1986 da Francesco Gatto ed è specializzata nel<strong>la</strong> pittura italiana<br />

scultura in marmo di Bongiovanni discepolo di Canova,<br />

allo splendido orologio da parata di Thomire,<br />

dell’800 e del primo ’900, con una partico<strong>la</strong>re attenzione ai pittori del<strong>la</strong> macchia e agli artisti toscani in genere.<br />

Nel 2004 Francesco Gatto ha inaugurato a Livorno una seconda galleria che si occupa prevalentemente<br />

del<strong>la</strong> fiorente e numerosa colonia artistica <strong>la</strong>bronica attiva nei primi decenni del XX secolo, tra i cui più validi<br />

ai mobili <strong>dei</strong> grandi maestri ebanisti francesi, fra i<br />

ai bronzi di Benedetto Boschetti e di Henry Dasson,<br />

esponenti vanno annoverati Oscar Ghiglia e Renato Natali.<br />

quali spicca lo splendido letto impero attribuito a<br />

Jacob Desmalter. Poi c’è il contemporaneo con una<br />

raffinata raccolta di mobili e oggetti di design del XX<br />

secolo e <strong>la</strong> collezione di disegni originali e sculture<br />

10 del<strong>la</strong> Disney e <strong>dei</strong> maggiori AD fumettisti LA CASA LA italiani. VITA 11 /


Umberto e Danie<strong>la</strong><br />

Campi, tito<strong>la</strong>ri di Dame &<br />

Cavalieri, “giocano”<br />

con un’armatura da samurai<br />

in ferro e <strong>la</strong>cca rossa,<br />

periodo Meiji, ultimo quarto<br />

del XIX secolo.<br />

Bottegantica<br />

Fondata nel 1986 a Bologna da Enzo Savoia che ne è oggi il direttore, Bottegantica<br />

si occupa di pittura italiana dell’800 e primo ’900, affiancando al<strong>la</strong> vendita un’importante<br />

attività di ricerca e di studio. Tale iniziativa è testimoniata dalle molte<br />

esposizioni organizzate in galleria o in col<strong>la</strong>borazione con altre mostre pubbliche, dedicate<br />

ai dipinti del XIX secolo e dell’inizio di quello successivo. La galleria cura e pubblica<br />

monografie e volumi collettivi sui pittori italiani più rappresentativi di tale periodo<br />

– Boldini, Irolli, Pratel<strong>la</strong>, Bazzaro, i macchiaioli – e, entro <strong>la</strong> fine del 2009, prevede di<br />

inaugurare una nuova sede a Mi<strong>la</strong>no, in via Manzoni 45. Dal canto suo Enzo Savoia è<br />

perito d’arte del<strong>la</strong> Camera di Commercio e del Tribunale di Bologna, nonché consigliere<br />

nazionale del<strong>la</strong> FIMA e membro dell’Associazione Antiquari d’Italia.<br />

Enzo Savoia, direttore<br />

di Bottegantica, ha con sé Nudo<br />

con capelli rossi, 1910-1912,<br />

olio su te<strong>la</strong> di Giovanni Boldini.<br />

Alle sue spalle, Caccia<br />

agli uccellini di Alceste Campriani,<br />

1880, olio su te<strong>la</strong>.<br />

Dame & Cavalieri<br />

La galleria nasce nel 1992 dal<strong>la</strong> ventennale esperienza prima come collezionista poi come catalogatore<br />

del suo fondatore Umberto Campi. L’idea era di creare un luogo adeguato dove gli amanti<br />

del<strong>la</strong> storia e delle arti potessero trovare gli oggetti delle loro passioni. Specializzata nei cimeli<br />

storici dal XVI secolo sino agli inizi del XX secolo, <strong>la</strong> galleria Dame & Cavalieri propone un ampio<br />

ventaglio di tipologie antiquarie, dai militaria al<strong>la</strong> pittura di battaglie del Risorgimento, dagli ordini<br />

cavallereschi ai ritratti di personaggi storici, dalle armi e armature ai modelli di artiglieria, dalle miniature<br />

all’arte dell’Is<strong>la</strong>m, dalle porcel<strong>la</strong>ne all’arte <strong>dei</strong> samurai, dalle memoires napoleoniche alle curiosità<br />

12 d’Occidente e d’Oriente. È presente ad altre mostre nazionali e internazionali.<br />

13


Giacomo<br />

Manoukian-<br />

Noseda<br />

C<strong>la</strong>sse 1951, comasco per cui avvezzo all’arte<br />

<strong>dei</strong> te<strong>la</strong>i e del tessuto annodato<br />

peraltro ben conosciuta in famiglia, nel<br />

1983 Giacomo Manoukian-Noseda inizia l’attività<br />

di antiquario tessile nell’ambito <strong>dei</strong> tessuti e<br />

tappeti orientali antichi. Frequenta intanto le più<br />

prestigiose manifestazioni d’antiquariato specificamente<br />

al tappeto orientale, e accresce le proprie<br />

conoscenze tecniche e culturali visitando i<br />

più importanti musei europei nonché i maggiori<br />

(ma anche i minori) centri del know-how tessile,<br />

fino a divenire uno <strong>dei</strong> massimi esperti del settore.<br />

Oggi, nel<strong>la</strong> sua galleria mi<strong>la</strong>nese di piazza San<br />

Simpliciano, propone il tappeto orientale quale<br />

prezioso mezzo “per astrarsi dal<strong>la</strong> vita terrena”,<br />

espressione, nelle diverse forme e pattern decorativi,<br />

di significati e di messaggi simbolici e mitografici<br />

a loro volta differenti e profondi, tali da<br />

dare un senso supplementare e colto, quasi magico,<br />

agli ambienti del<strong>la</strong> casa. In più, attraverso<br />

<strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione con le massime aziende seriche<br />

comasche e con uno <strong>dei</strong> massimi studi mi<strong>la</strong>nesi<br />

di interior design, esprime se stesso mettendo a<br />

disposizione del cliente una consolidata professionalità<br />

e una fervida inventiva estetica.<br />

Lorenzo Vata<strong>la</strong>ro, tito<strong>la</strong>re<br />

dell’omonima galleria<br />

antiquaria, s’improvvisa<br />

“personaggio” del dipinto<br />

Ritratto di famiglia,<br />

olio su te<strong>la</strong>, del XVI secolo.<br />

a sinistra: Giacomo Manoukian-<br />

Noseda, attualmente al secondo mandato<br />

di Presidente dell’Associazione Antiquari<br />

Mi<strong>la</strong>nesi, di recente è stato nominato<br />

membro del gruppo responsabile del<strong>la</strong><br />

Consulta del<strong>la</strong> Cultura, organizzata da<br />

Unione CTSP. Alle sue spalle è il tappeto<br />

Ferahan, Persia, seconda metà dell’800, con<br />

motivo “a tarantel<strong>la</strong>”. La galleria si avvale<br />

anche del<strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione di Renata<br />

Tam ed Efren Umali per il restauro e <strong>la</strong><br />

pulitura <strong>dei</strong> tappeti antichi.<br />

Lorenzo Vata<strong>la</strong>ro<br />

Mentre preparavamo una breve descrizione del<strong>la</strong> galleria antiquaria di Lorenzo Vata<strong>la</strong>ro, abbiamo ricevuto<br />

sull’argomento questo testo che volentieri pubblichiamo: “In questo mondo invecchiato dal<strong>la</strong> modernità,<br />

i ricercatori raffinati, esploratori del<strong>la</strong> bellezza, restano gli ultimi di un mestiere che <strong>la</strong> bottega dell’antiquario<br />

ben descrive. Levantini dagli occhi assoluti. Fastidiosi che colgono pollini sconosciuti dalle palpebre di saputi<br />

professori e come mosche cavalline fanno scalpitare i ronzini. Senza alcuna nobile paternità, Lorenzo si muove<br />

sulle cose con una capacità d’intuizione, accelerando le dissonanze. Si può par<strong>la</strong>re di dono naturale o di caso,<br />

forse di una necessità sapiente. Nell’apparenza <strong>dei</strong> costumi, che condizionano il suo mondo e il nostro, Lorenzo<br />

è un amatore d’arte. Come un ragazzo di vita, si muove spavaldo tra le cose e al<strong>la</strong> Barry Lyndon scu<strong>la</strong>ccia il figlio<br />

del padrone. È il cavaliere del<strong>la</strong> luna che scivo<strong>la</strong>ndo nel<strong>la</strong> sua luce ha assunto <strong>la</strong> forma umana, ma solo i giusti di<br />

cuore potranno vedere <strong>la</strong> sua vera anima. Andate nel suo negozio, forse non vi venderà nul<strong>la</strong>”.<br />

14 15


Galleria Antiquaria<br />

Arte-Moda<br />

Nel cuore del<strong>la</strong> Mi<strong>la</strong>no antica, a pochi passi da <strong>la</strong>rgo Augusto, in una strada<br />

picco<strong>la</strong> e poco trafficata, si trova <strong>la</strong> Galleria Antiquaria Arte-Moda. L’ampio e<br />

luminoso spazio disposto su livelli accoglie un interessante e inconsueto<br />

confronto tra presente e passato architettonico: moderne scale in vetro opaco,<br />

illuminate da essenziali faretti, “sostengono” <strong>la</strong> volta del soffitto che risale agli<br />

inizi del ’900. La galleria è allestita con il calore e l’atmosfera di una vera Maison<br />

ed è nata dal<strong>la</strong> volontà di Enrique Mosiewicz e di Muriel Fortuny di cercare e<br />

collezionare con entusiasmo e competenza suggestivi dipinti, sculture in bronzo<br />

di importanti autori, prevalentemente italiani del XIX e del XX secolo, raffinati<br />

arredi art nouveau e art déco firmati Borsani, Buffa, Marelli, Portaluppi e<br />

Va<strong>la</strong>brega, nonché pregiate collezioni artistiche in pasta di vetro firmate Gallé,<br />

Daum, Legras, e selezionati oggetti di Schneider, Longwy, Hem.<br />

Africa Curio<br />

Roberto Bal<strong>la</strong>rini, tito<strong>la</strong>re<br />

con Maria Grazia Nerone<br />

del<strong>la</strong> galleria Africa Curio,<br />

“insieme” a Idioma, maschera<br />

di danza nigeriana (inizio<br />

del ’900); Chowke, maschera<br />

di danza dell’Ango<strong>la</strong><br />

settentrionale in legno<br />

a patina naturale, addobbo<br />

di piume e rafia (prima metà<br />

del ’900); Lega, maschera<br />

congolese in legno<br />

a patina naturale, tracce<br />

di caolino, rafia (prima metà<br />

del ’900); e Ibo, maschera<br />

di danza nigeriana, in legno<br />

dipinto (inizio del ’900).<br />

Muriel Fortuny, tito<strong>la</strong>re<br />

del<strong>la</strong> Galleria Antiquaria Arte-<br />

Moda insieme a Enrique<br />

Mosiewicz. Nell’immagine si<br />

riconosce un bronzo di Paolo<br />

Troubetzkoy (1866-1938):<br />

sottile e affascinante figura<br />

di donna che model<strong>la</strong><br />

i capelli in un perfetto chignon.<br />

1971”, raccontano Roberto Bal<strong>la</strong>rini e Maria Grazia Nerone, soci fondatori di Africa Curio, <strong>la</strong> cui galleria<br />

è in via Madonnina 4 a Mi<strong>la</strong>no, “di ritorno da un viaggio nell’Africa equatoriale abbiamo deciso<br />

“Nel<br />

di dedicarci a sviluppare <strong>la</strong> conoscenza del Continente Nero. Per molti anni abbiamo frequentato, con<br />

esiti bril<strong>la</strong>nti, sia detto senza falsa modestia, i corsi superiori dell’Istituto Italo-Africano, e nel 1983 apriamo una<br />

galleria nel<strong>la</strong> Residenza Querce a Mi<strong>la</strong>no 3, Basilio”. In questo spazio, adibito a showroom, realizzano negli anni<br />

numerose esposizioni a tema, alcune documentate con cataloghi. Poi, nel 1997, ottenuta Roberto Bal<strong>la</strong>rini l’idoneità<br />

per l’iscrizione nel Registro Esercenti del Commercio di Opere d’Arte, i due avviano un’attività commerciale<br />

con l’intento di proporre e far conoscere le opere antiche dell’Africa Nera. Dal 2000 al 2004, 28 antiquari di<br />

Brera, riuniti in associazione, organizzano nelle loro botteghe una mostra a tema che si svolge nel mese di aprile.<br />

La galleria Africa Curio aderisce all’iniziativa presentando ogni anno mostre di opere africane.<br />

16 17


Robertaebasta<br />

Fondamentale punto di riferimento per<br />

quanti amano le arti del ’900 e in partico<strong>la</strong>re<br />

quelle del<strong>la</strong> prima metà del secolo,<br />

Robertaebasta si pone nel panorama dell’antiquariato<br />

come leader grazie al<strong>la</strong> quarantennale<br />

esperienza del<strong>la</strong> tito<strong>la</strong>re, Roberta Tagliavini, ai<br />

cinque negozi nel cuore di Mi<strong>la</strong>no e al suo prezioso<br />

staff di architetti e arredatori. Nei negozi<br />

è possibile trovare, oltre a divertenti oggetti<br />

di design, pezzi unici firmati, importantissimi<br />

oggetti da collezione, mobili, quadri e così via,<br />

realizzati dai più grandi artisti del ’900. Questo<br />

giustifica il grande affetto del<strong>la</strong> vasta e importante<br />

cliente<strong>la</strong> internazionale che considera Robertaebasta<br />

un saldo punto di riferimento per<br />

ottenere il meglio per <strong>la</strong> propria casa.<br />

Roberta Tagliavini, tito<strong>la</strong>re<br />

di Robertaebasta, e il figlio Mattia<br />

M. Martinelli, general manager<br />

del<strong>la</strong> galleria. Sullo sfondo<br />

Il Brennero (1925-’26), tarsia<br />

su stoffa di Fortunato Depero.<br />

Il Segno del Tempo<br />

Il segno del tempo<br />

Il raro e l’insolito rappresentano gli ambiti in cui da sempre si muove <strong>la</strong> galleria Il Segno del<br />

Tempo. Lontano dal<strong>la</strong> canonica immagine dell’antiquario doppiamente legato al mobile e<br />

al quadro, l’attività si orienta verso gli oggetti eccezionali, legati al<strong>la</strong> scienza e ai costumi: <strong>la</strong><br />

strumentazione scientifica d’epoca, i globi terrestri e celesti, i p<strong>la</strong>netari, i bastoni da passeggio<br />

rari e preziosi, <strong>la</strong> Wunderkammer, l’animalier, le straordinarie pipe in schiuma di mare, abbracciando<br />

un arco di tempo che va dal XVII secolo in poi. Elementi a forte valenza decorativa,<br />

inoltre, completano il quadro offerto dal<strong>la</strong> galleria, fornendo ad architetti e decoratori spunti<br />

forti e inusuali. Dicono Pier Luigi Carboni e Pier Angelo Marengo, i tito<strong>la</strong>ri: “Abbiamo costruito<br />

il nostro percorso nel rapporto fra l’antiquario e l’abitare: <strong>la</strong> collezione spesso diventa il centro<br />

del vivere del collector, ne disegna e trasforma lo spazio in modo permanente, in un’evoluzione<br />

continua e inarrestabile. E l’insolito si fa fulcro emotivo dello spazio dell’abitare”.<br />

sopra: Pier Luigi Carboni<br />

(a sinistra) e Pier Angelo<br />

Marengo, con il loro cane<br />

Monroe, presentano alcuni pezzi<br />

forti del<strong>la</strong> galleria: un cavallo da<br />

giostra in legno dipinto e occhi in<br />

pasta vitrea, Francia, fine ’800, una<br />

collezione di bastoni da passeggio<br />

in legni rari e materiali preziosi<br />

(Germania, Francia, Inghilterra,<br />

epoca stimata 1820-1900).<br />

18 19


Agnese Tunesi<br />

Antichità<br />

Attiva dal 1995, Agnese Tunesi Antichità è<br />

specializzata nel<strong>la</strong> pittura dell’800 e del<br />

’900 e offre, in questo campo, consulenze<br />

a collezionisti privati. Ha col<strong>la</strong>borato con <strong>la</strong><br />

Galleria d’Arte Moderna Chiostro di Voltorre<br />

e con associazioni artistiche e pubblicitarie per<br />

l’organizzazione di mostre nel<strong>la</strong> provincia di<br />

Varese. Dice <strong>la</strong> proprietaria Agnese Tunesi, rifacendosi<br />

a un famoso pensiero di Oscar Wilde:<br />

“L’arte è per me una realtà a due facce: si<br />

può vedere dal <strong>la</strong>to economico, come uno <strong>dei</strong><br />

pochi mercati che non subisce mai crisi, perché<br />

il suo valore non scende nel tempo; e dal <strong>la</strong>to<br />

sentimentale, cavalcando le emozioni e i moti<br />

dell’animo che si provano nel dare nuovo valore<br />

al<strong>la</strong> propria collezione. Ecco, il fine che mi<br />

prefiggo è trovare una porta, un ponte tra questi<br />

due mondi, dare emozione all’investimento e<br />

valore aggiunto alle scelte del cuore”.<br />

Agnese Tunesi nel<strong>la</strong><br />

sua galleria ritratta davanti<br />

al dipinto Io allo specchio,<br />

olio su te<strong>la</strong> eseguito negli<br />

anni ’30 dal pittore pistoiese<br />

Silvio Pucci (1892-1961).<br />

Giovanni (a sinistra) e Valerio<br />

Romigioli. Nell’immagine si riconoscono<br />

un cassettone mosso su fronte e fianchi<br />

interamente <strong>la</strong>stronato in radica di noce,<br />

lombardo-veneto, metà ’700; una coppia<br />

di specchiere lombarde di metà ’700;<br />

una coppia di orcioli da farmacia in<br />

maiolica, Venezia 1520 ca, Madonna con<br />

Bambino, olio su tavo<strong>la</strong> di Gero<strong>la</strong>mo<br />

Giovenone (1490-1555), e Cesto con<br />

fiori, olio su te<strong>la</strong> di Francesco Mantovano<br />

(attivo a Venezia dal 1636 al 1663).<br />

Romigioli Antichità<br />

Dagli anni ’70 <strong>la</strong> Romigioli Antichità, oggi condotta da Giovanni e Valerio Romigioli, si occupa di prestigiosi arredi<br />

e dipinti datati tra l’Alta Epoca propriamente detta e il ’700, e nel contempo organizza mostre tematiche in<br />

galleria e partecipa alle più importanti e qualificate mostre antiquarie italiane. Dicono i due fratelli: “La casa è<br />

il teatro delle nostre passioni, dove esprimiamo il nostro gusto, i nostri interessi, il nostro stile di vita, i nostri ideali: di<br />

questa trama culturale l’oggetto antico è pedina fondamentale perché racchiude in sé molte valenze e si arricchisce e<br />

muta in funzione di come noi lo viviamo insieme agli altri oggetti. In tale esercizio espressivo l’antiquario deve svolgere<br />

innanzitutto il ruolo di fornitore fidato ed esperto, ma può diventare anche un consulente, un regista più o meno occulto,<br />

addirittura, e questo per l’antiques dealer è il massimo, un vero e proprio amico, compagno e complice di avventure<br />

sempre nuove. Giacché il ‘gran valzer degli oggetti’ è un gioco per tutte le età che non stanca mai!”.<br />

20 21


Antonel<strong>la</strong> Piccardi, tito<strong>la</strong>re<br />

di Arteidea. Sono nel<strong>la</strong> fotografia<br />

Model<strong>la</strong> in riposo, bronzo<br />

firmato di Antonio Zucconi<br />

(1894-1967), La sbornia, olio<br />

su te<strong>la</strong> firmato di Gianfilippo<br />

Usellini (1903-1971),<br />

e, a sinistra, Mercato di Porta<br />

Pa<strong>la</strong>zzo a Torino, 1926, olio<br />

su te<strong>la</strong> firmato di Alessandro<br />

Lupo (1876-19<strong>53</strong>).<br />

Dario Valcarenghi<br />

La galleria di Dario Valcarenghi, fondata nel 1979, è specializzata nel<strong>la</strong> ricerca e nel<strong>la</strong> vendita di kilim antichi<br />

e ne presenta <strong>la</strong> più vasta raccolta oggi esistente. L’approfondita conoscenza del kilim antico e del<strong>la</strong><br />

sua complessa simbologia, maturata in lunghi anni di studio, ha fatto di Dario Valcarenghi un esperto<br />

sul tema, spesso chiamato a partecipare a conferenze specialistiche in Italia e all’estero, e a col<strong>la</strong>borare al<strong>la</strong> realizzazione<br />

di mostre svolte prevalentemente in ambiti museali. Dario Valcarenghi è iscritto al<strong>la</strong> FIMA e al<strong>la</strong><br />

CINOA (Confédération Internationale des Négociants en Oeuvres d’Art), sue le pubblicazioni Storia del kilim<br />

anatolico (Electa, 1994) e Kilim History and Symbols (Electa/Abbeville, 1995).<br />

Arteidea<br />

Fondata nel 2000, <strong>la</strong> galleria Arteidea si occupa di pittura e<br />

scultura italiana del XIX e XX secolo. Ha sede a Mi<strong>la</strong>no,<br />

nel prestigioso Pa<strong>la</strong>zzo Cicogna Mozzoni di corso Monforte.<br />

È diretta da Antonel<strong>la</strong> Piccardi, coadiuvata dall’esperienza<br />

trentennale di Italo Magnaguagno, esperto di pittura italiana<br />

dell’800 con partico<strong>la</strong>re conoscenza del<strong>la</strong> Scuo<strong>la</strong> Lombarda<br />

e Ticinese. La galleria tratta inoltre <strong>la</strong> scultura italiana dell’800<br />

e del ’900 e offre ai collezionisti un servizio di consulenza per<br />

valutazioni, perizie e restauri di opere d’arte. Col<strong>la</strong>bora con<br />

importanti musei italiani e internazionali al<strong>la</strong> realizzazione<br />

delle mostre, e, nell’arco dell’anno, allestisce nel<strong>la</strong> propria sede<br />

apprezzate esposizioni sempre corredate da ben documentati<br />

cataloghi. Dice Antonel<strong>la</strong> Piccardi: “Personalmente credo<br />

che oggi <strong>la</strong> casa ideale debba mixare oggetti pratici e moderni,<br />

espressione del vivere contemporaneo, e testimonianze che<br />

raccontino come siamo arrivati fin qui. Ogni oggetto, sia antico<br />

che moderno, se pensato e realizzato con amore, serve al<strong>la</strong><br />

nostra crescita spirituale ed emotiva”.<br />

Dario Valcarenghi: alle sue<br />

spalle è un kilim centroanatolico<br />

del XIX secolo.<br />

22 23


Serafino Enrico nel<strong>la</strong> galleria di Mi<strong>la</strong>no:<br />

è appoggiato al dipinto Rio dell’Agnello<br />

a Venezia, olio su te<strong>la</strong> di Beppe Ciardi<br />

(1875-1932). Sullo sfondo, di Angelo<br />

Barabino (1883-1950), Estate, olio<br />

su te<strong>la</strong>. A destra, di Luigi Bechi<br />

(1830-1919), Lo scheretto, olio su te<strong>la</strong>.<br />

Azizian<br />

Da circa cinquant’anni Firouz Azizian è leader nel<strong>la</strong> vendita e commercio di tappeti e arazzi antichi e nell’ambito<br />

del <strong>la</strong>vaggio speciale e del restauro artistico. Senza dimenticare l’arazzeria. Con profonda e sincera passione,<br />

nel<strong>la</strong> sua galleria propone collezioni di esemp<strong>la</strong>ri cercati e trovati in tutto il mondo grazie a una ricerca capil<strong>la</strong>re<br />

e metodica. Vi è un assortimento di gran pregio, unico per ricchezza e qualità, con opere di antica e vecchia manifattura,<br />

sicuro riferimento per appassionati e collezionisti. Abili maestri persiani eseguono restauri artistici di tappeti e arazzi<br />

antichi con meticolosa cura e dedita maestria. A proposito del tappeto, Azizian osserva: “Da mille anni arreda le tende<br />

del deserto e i pa<strong>la</strong>zzi reali. Completa l’arredo, conferisce eleganza e armonia all’ambiente”.<br />

Firouz Azizian nel<strong>la</strong> sua galleria<br />

con un importante tappeto<br />

persiano Senneh di fine ’900.<br />

Alle sue spalle, arazzo Bruxelles,<br />

primo quarto XIX secolo;<br />

al<strong>la</strong> sua destra, arazzo francese<br />

Beauvais, inizio XIX secolo.<br />

Sul pavimento, tappeto<br />

caucasico Shirwan risalente<br />

al<strong>la</strong> fine del XIX secolo.<br />

Enrico Gallerie d’Arte<br />

Le Enrico Gallerie d’Arte, fondate ad A<strong>la</strong>ssio nel 1972 da Giliana e Franco Enrico e ora, con sedi a Genova e<br />

Mi<strong>la</strong>no, gestite dai figli Angelo e Serafino, si occupano specialisticamente di pittura italiana dell’800. In<br />

partico<strong>la</strong>re nel<strong>la</strong> sede mi<strong>la</strong>nese, <strong>la</strong> normale attività commerciale è affiancata da importanti mostre collettive<br />

e monografiche nonché da pubblicazioni dedicate agli artisti e alle scuole – italiani, ma non solo: ne fa fede<br />

il ciclo di mostre “Natura e Caccia nel<strong>la</strong> Pittura Europea dell’800” – protagonisti del XIX secolo. Non mancano le<br />

iniziative culturali e una vigorosa attività di ricerca: è del 2002 il ritrovamento di quattro capo<strong>la</strong>vori di Telemaco<br />

Signorini di cui si erano perse le tracce. Inoltre, grazie al loro archivio storico e al<strong>la</strong> loro ultratrentennale esperienza<br />

del mercato, le Enrico Gallerie svolgono una intensa opera consulenziale e sono spesso chiamate da musei<br />

o istituzioni 24 culturali nazionali e internazionali a col<strong>la</strong>borare nell’organizzazione di mostre pubbliche.<br />

25


Sahrai<br />

È<br />

da oltre un secolo che i tappeti pregiati<br />

costituiscono l’attività e <strong>la</strong> passione<br />

del<strong>la</strong> famiglia Sahrai. A quel<br />

tempo dal lontano bazar di Teheran si partiva<br />

per lunghi viaggi attraverso <strong>la</strong> Persia e<br />

il Caucaso al<strong>la</strong> ricerca di tappeti straordinari.<br />

Con il trascorrere degli anni, <strong>la</strong> ricerca di<br />

pezzi rari e di alta qualità si è estesa ai mercati<br />

internazionali. Dal 1994, con l’evolversi<br />

del lifestyle, hanno esteso <strong>la</strong> loro esperienza<br />

anche al<strong>la</strong> creazione di collezioni di<br />

tappeti contemporanei e oggi Sahrai presenta<br />

nel grande spazio nel cuore di Mi<strong>la</strong>no<br />

ben cinque raccolte. Il loro Design Studio<br />

interno, oltre al<strong>la</strong> progettazione delle<br />

esclusive collezioni, offre anche un servizio<br />

Custom Made, che permette di personalizzare<br />

misure, disegni e colori.<br />

I fratelli Rana e Ramine Sahrai: alle<br />

loro spalle un Kooh-e-Noor, Parsa<br />

Collection, tappeto Esfahan in <strong>la</strong>na e seta<br />

di ben 60 metri quadrati di superficie.<br />

Tito<strong>la</strong>re di Granocchia<br />

Fine Art e di Piave<br />

Antichità, Marcello<br />

Granocchia regge una<br />

col<strong>la</strong>na in oro giallo<br />

smontabile in quattro<br />

bracciali con bril<strong>la</strong>nti di<br />

Van Cleef & Arpels. Con<br />

sé ha pure una col<strong>la</strong>na in<br />

oro giallo con 3 cuori<br />

pendenti con bril<strong>la</strong>nti di<br />

Bulgari. Sullo sfondo<br />

collezione di avori<br />

europei e argenti.<br />

Piave Antichità e Granocchia Fine Art<br />

Le gallerie Piave Antichità e Granocchia Fine Art sono attive sul mercato da quasi trentacinque anni, essendo<br />

state aperte nel 1980. Operano nel campo dell’oggettistica e trattano avori, smalti, argenti, porcel<strong>la</strong>ne.<br />

Si occupano pure di dipinti italiani ed europei del XVIII e XIX secolo, e di gioielli del XX secolo, in partico<strong>la</strong>re<br />

degli anni Sessanta e Settanta, con un’enfasi partico<strong>la</strong>re su quelli delle grandi Maison come Cartier,<br />

Bulgari, Webb, Van Cleef & Arpels. I due marchi sono presenti a Mi<strong>la</strong>no, Cortina d’Ampezzo e Londra.<br />

26 27


Studio Paul Nicholls<br />

Chi deve finanziare <strong>la</strong> propria passione per l’arte spesso si<br />

chiede in che modo deve presentarsi: come mercante o come<br />

studioso Studio Paul Nicholls è <strong>la</strong> soluzione adottata nel<br />

1976 da Paul Nicholls quando, chiusa <strong>la</strong> Galleria Sant’Ambrogio<br />

(già Galleria Gussoni), inaugurò nel<strong>la</strong> stessa sede di via Manzoni<br />

un archivio di libri, foto e quant’altro inerente all’arte italiana del<br />

XIX secolo. Ormai, a sessantacinque anni, <strong>la</strong> sua attività si divide tra<br />

contributi a mostre pubbliche del settore, consulenze professionali<br />

e <strong>la</strong> ricerca di opere da vera collezione da presentare a qualche fiera<br />

di antiquariato di spicco. “Si ricorda il passato con nostalgia”, dice<br />

Nicholls, “ma si guarda il futuro con fiducia: c’è sempre qualcosa da<br />

scoprire. Basta pensare che in Italia nell’800 vivevano quasi cinquemi<strong>la</strong><br />

pittori, e noi ne conosciamo appena qualche centinaio!”.<br />

Carlo Teardo Antiquario<br />

La galleria Carlo Teardo Antiquario si occupa con riconosciuto<br />

knowledge di argenti europei dal XVI al XVIII secolo, di<br />

icone russe dal XIII al XIX secolo, ambito in cui <strong>la</strong> galleria<br />

può ritenersi per l’Italia una vera pioniera, di oggetti preziosi<br />

(oro, pietre dure, bronzi) e avori europei dal XVI al XIX secolo.<br />

Carlo Teardo, veneziano e fondatore del<strong>la</strong> galleria nel 1980, inizia<br />

collezionando “vetri” e, attraverso cambi, vendite e acquisti,<br />

scopre ben presto <strong>la</strong> propria vocazione: vivere tra e di cose antiche.<br />

Oggi <strong>la</strong> selezione di opere – cui contribuiscono anche Tommaso<br />

Teardo, figlio del fondatore, e Ornel<strong>la</strong> Mollo Teardo –, che<br />

rispondono in modo quasi maniacale a caratteristiche di bellezza,<br />

stato di conservazione e certezza di provenienza, ha portato<br />

all’acquisizione di una cliente<strong>la</strong> costituita da collezionisti colti e<br />

raffinati che seguono il tito<strong>la</strong>re nel suo percorso culturale in continuo<br />

divenire e approfondimento. All’attività di mercante, Teardo<br />

affianca quel<strong>la</strong> di consulente per privati e istituzioni.<br />

Paul Nicholls nel suo<br />

studio mi<strong>la</strong>nese. Il dipinto<br />

sul cavalletto è di Ada<br />

Pratel<strong>la</strong> (Napoli 1901-’29) e<br />

rappresenta il padre Attilio<br />

in atto di dipingere all’età<br />

di 72 anni. Ada Pratel<strong>la</strong><br />

morì l’anno successivo, un<br />

genio stroncato in tenera<br />

età. L’olio su te<strong>la</strong> sul<strong>la</strong><br />

destra, intito<strong>la</strong>to Cascata<br />

del Gandellino sul Serio col<br />

pittore Rosa (1848)<br />

è del bergamasco Enrico<br />

Scuri (1806-1884).<br />

sopra: Tommaso Teardo e Ornel<strong>la</strong> Mollo Teardo, rispettivamente figlio e moglie del fondatore Carlo Teardo.<br />

Nell’immagine si riconoscono, tra l’altro, ca<strong>la</strong>maio d’argento, Genova 1761; ca<strong>la</strong>maio<br />

in bronzo dorato e ma<strong>la</strong>chite, Russia degli inizi del ’900; ca<strong>la</strong>maio in argento, Londra 1895, maestri W. e J. Barnard; ca<strong>la</strong>maio<br />

in porcel<strong>la</strong>na e argento parzialmente dorato, Parigi 1880 ca; Venere, scultura in avorio, Dieppe, XIX secolo.<br />

28 29


Galleria Antichità Sammarinese<br />

Maria Elisabetta Felli Tomei, tito<strong>la</strong>re del<strong>la</strong> Galleria Antichità Sammarinese, si è avvicinata all’antiquariato come collezionista,<br />

spinta prima dal<strong>la</strong> curiosità, poi dall’interesse per un mondo lontano dal suo, fatto di studio e di ricerche<br />

nel campo letterario e filosofico. E così, divertendosi, affiancata da un compagno sensibile e conoscitore di<br />

quel mondo – proprietario di una galleria di famiglia nata nel lontano 1858 –, si è impegnata seriamente nel<strong>la</strong> conoscenza<br />

sempre più approfondita del gioiello, fonte di attrazione per molta parte dell’universo femminile. Oggi si ritiene soddisfatta<br />

del <strong>la</strong>voro svolto, ma sempre in fieri per il futuro, consapevole che al mondo dell’antiquariato, sia per il mercante<br />

che per il collezionista, occorre avvicinarsi con umiltà e con <strong>la</strong> coscienza “di sapere di non sapere”, per dir<strong>la</strong> con Socrate,<br />

filosofo lontano nel tempo, ma vicinissimo a noi e attuale per il suo pensiero che è universale e senza tempo.<br />

Maria Elisabetta Felli<br />

Tomei, ritratta<br />

nel<strong>la</strong> Galleria Antichità<br />

Sammarinese di cui<br />

è proprietaria, presenta<br />

due preziosi<br />

gioielli firmati Bulgari.<br />

Si appoggia a una<br />

console dorata<br />

neoc<strong>la</strong>ssica di area<br />

toscana Luciano<br />

Guagenti, tito<strong>la</strong>re<br />

di Antichità G.-N.:<br />

con lui è Cassandra,<br />

un vivace cagnolino<br />

di razza scottish terrier.<br />

Centrotavo<strong>la</strong><br />

in porcel<strong>la</strong>na e biscuit,<br />

Sèvres, Francia, primo<br />

quarto del XIX secolo.<br />

Antichità G.-N.<br />

dell’attività di Antichità G.-N. risale al<strong>la</strong> fine degli anni ’80. La galleria, diretta da Luciano Guagenti,<br />

concentra <strong>la</strong> propria ricerca sugli arredi, sui dipinti e sull’oggettistica del Neoc<strong>la</strong>ssico italiano, e su analoghi<br />

artefatti Luigi XVI e Impero francesi. Immancabile <strong>la</strong> presenza del<strong>la</strong> bottega alle mostre di settore<br />

L’inizio<br />

più prestigiose d’Italia, e molto intensa <strong>la</strong> sua col<strong>la</strong>borazione con architetti e arredatori italiani di primo piano<br />

quali, tra gli altri, lo Studio Scagliotti di Attilio Ladina, Filippo Perego, Celeste Dell’Anna, Michele Bönan, Roberto<br />

Peregalli. Eccellente e di provenienza anche internazionale <strong>la</strong> cliente<strong>la</strong>, fatto questo favorito anche dal<strong>la</strong><br />

30 collocazione del<strong>la</strong> galleria nel mi<strong>la</strong>nese Quadri<strong>la</strong>tero del<strong>la</strong> Moda.<br />

31


Arcadia Antichità<br />

Spiega Marco Mastromauro, tito<strong>la</strong>re del<strong>la</strong> galleria<br />

Arcadia Antichità: “Da oltre quarant’anni operiamo<br />

nel settore dell’antiquariato nel cuore del<strong>la</strong> vecchia<br />

Mi<strong>la</strong>no, sul Naviglio Grande. Nel negozio proseguo<br />

l’attività iniziata da mio padre nel 19<strong>53</strong>. Le nostre<br />

specializzazioni sono i mobili inglesi e o<strong>la</strong>ndesi, l’arte<br />

orientale e da ultimo i dipinti antichi e gli arredi di provenienza<br />

italiana. La ricerca e <strong>la</strong> vendita di queste tipologie<br />

antiquarie è arricchita da un <strong>la</strong>boratorio che cura<br />

il restauro <strong>dei</strong> mobili rispettandone scrupolosamente<br />

integrità stilistica e dettato filologico”.<br />

Marco Mastromauro, tito<strong>la</strong>re di Arcadia<br />

Antichità. Nell’immagine si distinguono<br />

il dipinto di Francesco Stringa (1635-1709)<br />

Angelo annunziante, olio su te<strong>la</strong>; il mobile a<br />

ribalta finemente intarsiato a motivi floreali,<br />

O<strong>la</strong>nda, seconda metà del XVIII secolo,<br />

l’orologio in bronzo dorato e porcel<strong>la</strong>na<br />

di Sèvres, periodo Napoleone III.<br />

Il Servo di Scena<br />

Una fervida passione per <strong>la</strong> pittura Italiana e d’Oltralpe e una lunga tradizione familiare di educazione alle migliori<br />

espressioni dell’arte figurativa sono i fattori che hanno favorito <strong>la</strong> nascita del<strong>la</strong> galleria d’arte Il Servo di Scena, specializzata<br />

in dipinti dell’Ottocento e del Novecento. Fondatori e direttori artistici ne sono Raffael<strong>la</strong> de Paoli e il marito<br />

Carlo Porta i quali, da sempre aperti a nuove suggestioni, caldeggiano oggi una più stretta e sinergica col<strong>la</strong>borazione tra antiquariato<br />

e design e una sempre più proficua contaminazione tra le forme d’arte del passato e tutte le esperienze creative<br />

contemporanee. Membro dell’Associazione Antiquari Mi<strong>la</strong>nesi e del<strong>la</strong> FIMA, <strong>la</strong> galleria partecipa alle più prestigiose esposizioni<br />

di settore e organizza importanti mostre monografiche e collettive corredate dai re<strong>la</strong>tivi cataloghi.<br />

sopra: Raffael<strong>la</strong> de Paoli e Carlo Porta. Nell’immagine si riconoscono due importanti dipinti: Piazza delle Erbe<br />

a Verona di Angelo Dall’Oca Bianca, e Deliziosa Laguna di Ettore Tito.<br />

32 33


Annunziato Siviglia ritratto<br />

con alcuni pezzi forti del<strong>la</strong> galleria:<br />

edico<strong>la</strong> in legno ebanizzato<br />

e dorato del XVII secolo; piatto<br />

in maiolica, Italia Centrale, XVII<br />

secolo; antifonario miniato,<br />

XVI secolo; Cristo in cartapesta,<br />

Toscana, XV secolo; crocereliquiario,<br />

in corno e argento,<br />

Svizzera, XVII secolo; busto<br />

di vescovo in legno policromo<br />

con dorature, Toscana, XV secolo.<br />

Antichità del<strong>la</strong> Moscova<br />

È<br />

nel 1989 che Antichità del<strong>la</strong> Moscova avvia <strong>la</strong> ricerca e <strong>la</strong> proposta di un genere di mobile<br />

raro e sempre amato: <strong>la</strong> libreria antica. Mariange<strong>la</strong> Venturini, <strong>la</strong> tito<strong>la</strong>re, con <strong>la</strong><br />

col<strong>la</strong>borazione del marito Rinaldo Dacò, ne studiano e selezionano, con col<strong>la</strong>udata<br />

competenza, tipologie e stili, spaziando dall’Italia al<strong>la</strong> Francia e tra le rare librerie del ’700<br />

a quelle dell’800. Nel<strong>la</strong> ventennale attività <strong>la</strong> galleria ha proposto numerose librerie e farmacie<br />

ora rarissime, per una cliente<strong>la</strong> italiana ed estera scelta ed esigente. Librerie, ma non<br />

solo. Antichità del<strong>la</strong> Moscova permette infatti di ricreare un ambiente studio-biblioteca,<br />

luogo del sapere e del<strong>la</strong> memoria scritta perché, col tempo, nel<strong>la</strong> sua offerta sono entrati<br />

scrittoi, poltrone e tavoli di consultazione. Abitare <strong>la</strong> casa oggi dovrebbe comportare <strong>la</strong><br />

realizzazione di questo spazio, di questo luogo non privo di una sua sacralità, luogo dove<br />

<strong>la</strong> vita si arricchisce nel<strong>la</strong> cultura e nel<strong>la</strong> contemp<strong>la</strong>zione delle sue custodie.<br />

Annunziato Siviglia<br />

Racconta Annunziato Siviglia, tito<strong>la</strong>re dell’omonima galleria: “Negli anni ’70, andato per <strong>la</strong> prima volta a un mercatino<br />

d’antiquariato, venni attratto da un banco che presentava un’infinità di oggetti d’arte popo<strong>la</strong>re: ne riconobbi alcuni<br />

ma i più mi erano sconosciuti. Restai in silenzio ad ascoltare le domande <strong>dei</strong> clienti e rimasi fulminato dalle risposte<br />

dell’antiquario che sapientemente soddisfaceva ogni loro curiosità. Nessun insegnante sco<strong>la</strong>stico era mai riuscito a stuzzicare<br />

i miei interessi culturali; quell’antiquario invece lo fece al<strong>la</strong> grande e io vidi in lui un vero maestro da seguire. Fu così<br />

che iniziai il mio percorso antiquariale: sempre più duro, perché gradatamente affrontai argomenti vieppiù impegnativi<br />

come <strong>la</strong> scultura e i dipinti d’Alta Epoca. Tutto ciò è diventato oggi il mio adorato <strong>la</strong>voro: <strong>la</strong> mia missione con <strong>la</strong> speranza<br />

di poter illuminare chi ancora non sa da dove un oggetto proviene e tantomeno dove deve andare”.<br />

Mariange<strong>la</strong> Venturini, tito<strong>la</strong>re<br />

di Antichità del<strong>la</strong> Moscova, e suo<br />

marito Rinaldo Dacò ritratti<br />

insieme ad alcuni importanti<br />

antiques tra cui si riconoscono: una<br />

libreria in noce massello a doppio<br />

corpo, due ante con pianetto<br />

estraibile (Veneto, fine ’700);<br />

étagère francese in legni di<br />

palissandro, noce e bosso, con<br />

quattro ripiani filettati, con motivi<br />

neogotici (inizio ’800); ritratto<br />

del<strong>la</strong> contessa Antoinette Friedrike<br />

von Olderstrausen di autore<br />

tedesco non documentato,<br />

olio su te<strong>la</strong> del primo ’700.<br />

34 35


Umbria Sud<br />

Tito<strong>la</strong>re del<strong>la</strong> galleria Umbria Sud, Emo Antinori Petrini rappresenta <strong>la</strong> terza generazione di una realtà dedita<br />

all’antiquariato. L’Umbria è <strong>la</strong> terra in cui è nato e cresciuto, <strong>la</strong> stessa in cui suo padre ha <strong>la</strong>vorato, <strong>la</strong>sciandogli<br />

in eredità una preziosa mappa di riferimenti e conoscenze, ma soprattutto di contatti che nel<br />

tempo si sono trasformati in rapporti di profonda stima e amicizia. Dice Antinori Petrini: “Sculture, mobili, manufatti<br />

in pietra e ferri tutti di Alta Epoca sono i pezzi che amo maggiormente, proprio per il loro estremo rigore<br />

formale e linguistico, e per <strong>la</strong> grande sobrietà, spesso quasi ascetica, che esprimono. Queste caratteristiche li<br />

rendono perfettamente inseribili anche nei più attuali contesti di arredo. L’entusiasmo e <strong>la</strong> grande passione per<br />

questa professione scandiscono ogni giorno del mio percorso umano e professionale”.<br />

Shahnaz Illulian, Davis Ronchetti<br />

(a destra), Bendis Ronchetti<br />

(a sinistra): il tappeto alle loro spalle<br />

è un Bakhshaish del XIX secolo.<br />

La galleria Illulian è stata riconosciuta<br />

dal<strong>la</strong> Regione Lombardia come<br />

“negozio di storica attività”. Di recente<br />

le sono stati inoltre assegnati<br />

due importanti riconoscimenti: il Premio<br />

Mi<strong>la</strong>no Produttività 2008<br />

dal<strong>la</strong> Camera di Commercio di Mi<strong>la</strong>no,<br />

e il premio Botteghe d’Arte.<br />

Emo Antinori Petrini<br />

ritratto con una cornice<br />

intagliata con putti<br />

e angeli, dorata a oro<br />

zecchino e policroma,<br />

di area umbra risalente<br />

agli inizi del XVI secolo.<br />

Illulian<br />

Mezzo secolo di fervorosa attività nel corso del quale elegante e innovativo palcoscenico espositivo per prodotti<br />

tradizione, passione, ricerca pervicace e presenza contemporanei di caratura, in fatto di qualità e inventiva, di<br />

nelle maggiori manifestazioni campionarie del settore<br />

assoluto livello. La nuova collezione di tappeti propone pezfonda<br />

sono state coltivate e sviluppate nel segno di una prozi<br />

di design, artigianali, annodati e cardati a mano, con de-<br />

cultura del bello. Tale è in sintesi <strong>la</strong> storia di Illulian. I corazioni a motivi minimalisti e floreali, e geometrie di ispirazione<br />

suoi due prestigiosi showroom mi<strong>la</strong>nesi, nel<strong>la</strong> centralissima<br />

contemporanea. Sempre eleganti e di grande appeal<br />

via Manzoni a pochi passi dal Quadri<strong>la</strong>tero del<strong>la</strong> Moda, rappresentano<br />

cromatico, sono eseguiti anche su misura. Da alcuni mesi è<br />

l’uno il tempio del tappeto antico dove è possibi-<br />

stato inoltre inaugurato l’outlet con un grande assortimento<br />

36 le ammirare raffinati esemp<strong>la</strong>ri di diverse epoche; l’altro un di esemp<strong>la</strong>ri di varia provenienza.<br />

37


Galleria d’Arte Tonelli<br />

sotto: nata nel 1981, <strong>la</strong> galleria, che effettua anche stime<br />

e permute di opere, è condotta da Lodovico Tonelli<br />

(qui con il figlio Ciro) che ne spiega così gli indirizzi estetici:<br />

“La mia galleria presenta opere di artisti storicizzati<br />

il cui valore artistico e di mercato sono cioè consolidati.<br />

Tra i miei ‘artisti’ ci sono figurativi come Filippo de Pisis,<br />

Piero Guccione, Massimo Campigli, Mario Sironi, Giorgio<br />

de Chirico, e maestri dell’Astratto e dell’Informale tra<br />

cui Emilio Scanavino, Piero Dorazio, Tancredi, Lucio Fontana,<br />

Getulio Alviani, Enrico Castel<strong>la</strong>ni, Jacques Villeglé. Marco<br />

Casentini e Sergio Fermariello infine rappresentano<br />

due passioni recenti, sostenute dal mio desiderio di ‘novità’”.<br />

Il Cirmolo<br />

a sinistra: oltre a una vasta<br />

gamma di oggettistica,<br />

comprendente pezzi da<br />

Wunderkammer, e di mobili<br />

rustici, per cui è diventato famoso,<br />

Il Cirmolo propone un nuovo<br />

stile di arredamento basato<br />

sul recupero <strong>dei</strong> mobili di design<br />

in ferro risalenti al<strong>la</strong> prima metà<br />

del ’900. “Questi mobili”, dice<br />

Matteo Giannelli, responsabile<br />

del<strong>la</strong> galleria, “decapati e portati<br />

a metallo lucido, sanno stupire<br />

quando vengono accostati<br />

ai nostri ‘tradizionali’ mobili antichi<br />

o ai pezzi più riusciti del design<br />

moderno e contemporaneo”.<br />

www.fineandmint.com<br />

sotto: Laura Veroli è <strong>la</strong> responsabile di www.fineandmint.com,<br />

un sito innovativo dedicato ai collezionisti, ai professionisti e a tutti<br />

gli appassionati di coltelli, accessori rari per cucito e ricamo e objets<br />

de vertu. I principali obiettivi sono: offrire un servizio personale ed<br />

efficiente garantendo onestà e professionalità; offrire un’interessante<br />

e selezionata scelta di oggetti con descrizioni dettagliate; permettere<br />

di interpel<strong>la</strong>re un esperto qualificato ricevendone una risposta entro<br />

48 ore. Il sito, a conferma del<strong>la</strong> sua serietà, correda ogni pezzo venduto<br />

con un attestato di autenticità e di provenienza a norma di legge.<br />

Crazy Art<br />

a sinistra: Crazy Art nasce a Mi<strong>la</strong>no<br />

38 anni fa e da allora ha sviluppato<br />

<strong>la</strong> propria attività attraverso<br />

<strong>la</strong> compravendita e il noleggio<br />

di oggetti e mobili di antiquariato,<br />

curiosità e memorabilia, oggetti fiabeschi,<br />

pezzi e reperti provenienti da hotel,<br />

ristoranti, navi e case chiuse. Giancarlo<br />

e Rosel<strong>la</strong> Ramponi hanno creato<br />

una realtà unica nel variegato panorama<br />

dell’antiquariato italiano. Nell’ambito<br />

del noleggio vanta tra i suoi clienti<br />

il mondo del<strong>la</strong> moda nonché quello<br />

del<strong>la</strong> fotografia d’autore, del cinema<br />

e del<strong>la</strong> televisione. Un luogo<br />

che rende straordinario l’ordinario.<br />

GU.PER Stampe Antiche<br />

sopra: Marina Andreoni è <strong>la</strong> tito<strong>la</strong>re di GU.PER<br />

Stampe Antiche: “La passione e l’interesse per le arti<br />

figurative”, dice, “si manifestano nel<strong>la</strong> nostra attività<br />

di antiquari di stampe antiche attratti dalle tecniche<br />

di riproduzione nonché dal limpido segno<br />

grafico dell’incisione e dalle vivaci campiture<br />

chiaroscurali delle immagini. I secoli dal XVII al XX<br />

sono i nostri ambiti di ricerca prediletti”.<br />

Aliprandi Antichità<br />

sopra: Cristina Aliprandi è da poco al timone<br />

del<strong>la</strong> galleria di famiglia. Spiega: “Dopo anni di<br />

col<strong>la</strong>borazione, sostituisco ora mio padre Gianantonio<br />

nel<strong>la</strong> guida del<strong>la</strong> nostra bottega di Brera, attenta<br />

a non allontanarmi dal<strong>la</strong> linea di condotta e di interessi<br />

del mio ‘vecchio’: sculture e dipinti, curiosità, stranezze<br />

sempre più rare e insolite, e il piacere di offrire con<br />

competenza il frutto delle mie, anzi nostre ricerche”.<br />

38 39


Brusamolino Antichità<br />

a destra: Davide Brusamolino (a destra nel<strong>la</strong> foto)<br />

e Yarelys, sua moglie, proseguono oggi con successo<br />

l’attività iniziata nel lontano 1910 da Eliseo Brusamolino,<br />

abilissimo restauratore di mobili antichi, e poi<br />

continuata dai suoi figli Roberto (a sinistra nel<strong>la</strong> foto)<br />

e Luigi che si indirizzarono anche al commercio<br />

di opere antiche. Statuaria, dipinti, arredi di varie epoche<br />

costituiscono le tipologie normalmente trattate<br />

dal<strong>la</strong> galleria nel segno di una concezione che i due<br />

riassumono così: “L’antiquario è il trait d’union tra il sapere<br />

antico e <strong>la</strong> modernità del tempo in cui si vive”.<br />

Le Pendole<br />

a sinistra: fondata nel 19<strong>53</strong> da Roberto Mantovani,<br />

maestro orologiaio, successivamente coadiuvato<br />

dai figli Gianni, Ruggero e Bruno, esimi restauratori<br />

di segnatempo antichi, e oggi condotta da Bruno<br />

Mantovani (nel<strong>la</strong> foto), <strong>la</strong> galleria Le Pendole è<br />

specializzata in orologeria antica e nell’arte del restauro<br />

di orologi dal XV al XIX secolo. Grazie al<strong>la</strong> partico<strong>la</strong>rità<br />

e unicità di pezzi collezionati, <strong>la</strong> galleria, che partecipa alle<br />

principali mostre di settore, rappresenta un importante<br />

punto di riferimento nel campo dell’orologeria d’epoca.<br />

Russkaja Galleria<br />

a sinistra: “Posso dire”, racconta<br />

Maria Giuseppina La Bel<strong>la</strong>, tito<strong>la</strong>re<br />

di Russkaja Galleria, specializzata in arte<br />

russa, “che sono diventata antiquaria<br />

per seguire una mia inclinazione<br />

coltivata con lo studio e <strong>la</strong> passione.<br />

Per fare l’antiquario, tutto questo<br />

non basta: devi amare gli oggetti che<br />

tratti, emozionarti per <strong>la</strong> loro storia,<br />

trasmettere questa emozione a chi ti<br />

ascolta e avere il coraggio di <strong>la</strong>sciare andare<br />

l’opera più importante, quel<strong>la</strong> che vorresti<br />

tenere per te per <strong>la</strong> sua rarità e bellezza.<br />

Comprare un pezzo di antiquariato è per<br />

sempre e in ogni luogo perché<br />

<strong>la</strong> bellezza infrange ogni tipo di barriera”.<br />

Il Chiostro Arte Contemporanea<br />

sotto: <strong>la</strong> galleria Il Chiostro Arte Contemporanea, inaugurata nel 1988<br />

e oggi diretta da Duilio e Marina Affanni, padre e figlia, si occupa di<br />

maestri del Moderno quali Marino Marini, Carlo Carrà, Francesco De<br />

Rocchi, Mario Sironi, Lucio Fontana, e anche di artisti contemporanei<br />

come Jorge Eielson e Piero Gi<strong>la</strong>rdi. Le col<strong>la</strong>borazioni poi con artisti<br />

emergenti, tra i quali Marco Di Giovanni, Jorunn Monrad, Andrea Facco,<br />

impegnano <strong>la</strong> galleria in progetti di varia natura, dal<strong>la</strong> realizzazione di<br />

instal<strong>la</strong>zioni e performance al<strong>la</strong> produzione di video e <strong>la</strong>vori site-specific,<br />

all’organizzazione di mostre. Da segna<strong>la</strong>re <strong>la</strong> caffetteria dove<br />

si tengono incontri di lettura, lezioni sull’arte, workshop per bambini.<br />

Ars Antiqua<br />

a sinistra: a gestire <strong>la</strong> galleria Ars<br />

Antiqua, erede di una solida<br />

tradizione familiare, sono i fratelli<br />

Federico (nel<strong>la</strong> foto) e<br />

Francesco Bulgarini: il primo<br />

storico dell’arte, il secondo<br />

architetto e interior designer.<br />

La vocazione del<strong>la</strong> galleria sono<br />

i dipinti, le sculture, gli oggetti<br />

e gli arredi antichi, con una<br />

predilezione per le epoche fino<br />

al Neoc<strong>la</strong>ssico e un interesse<br />

per il paesaggismo nordico.<br />

“Nel sito www.arsantiquasrl.<br />

com”, spiegano i Bulgarini,<br />

“il cliente trova un aggiornato<br />

regesto delle opere disponibili<br />

per consentire scelte avvertite”.<br />

Gioielleria Numismatica<br />

Barbara Bassi<br />

sopra: “Ho <strong>la</strong> fortuna di fare un <strong>la</strong>voro di cui sono<br />

innamorata, a contatto con meravigliosi oggetti del<br />

desiderio e preziose testimonianze storiche”, dice<br />

Barbara Bassi, tito<strong>la</strong>re, nel<strong>la</strong> Cremona antica, del<strong>la</strong><br />

Gioielleria Numismatica Barbara Bassi. La galleria propone<br />

monili <strong>dei</strong> maggiori gioiellieri e artisti internazionali, e pure<br />

sculture e opere di artisti di fama mondiale. Numismatica<br />

professionista e perito del<strong>la</strong> Camera di Commercio di<br />

Cremona, Bassi è stata riconosciuta come “<strong>la</strong> prima e unica<br />

donna in Italia con questa specifica professionalità”.<br />

40 41


Cocchi Gallery<br />

a sinistra: <strong>la</strong> Cocchi Gallery è <strong>la</strong> neonata galleria voluta a Brera dal<br />

mecenate Maurizio Cocchi, esperto in arti decorative del ’900,<br />

design, arte moderna e contemporanea. La galleria ospita opere d’arte<br />

contemporanea, design e oggetti di antiquariato, in un continuo<br />

dialogo tra presente e passato, frutto di un connubio fra una tradizione<br />

antiquaria legata al<strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione col padre Amedeo, grande<br />

collezionista, e l’attenzione agli orientamenti del contemporaneo.<br />

Turchet Antiquariato<br />

sotto: Luca Turchet, dal 2005 membro del Collegio<br />

Periti Italiani in qualità di esperto in argenteria antica,<br />

entra a far parte del mondo dell’antiquariato grazie<br />

all’esperienza decennale maturata col<strong>la</strong>borando con il<br />

padre Umberto, specializzandosi in argenteria antica e<br />

oggetti da collezione. Negli ultimi 10 anni ha partecipato<br />

alle più importanti rassegne antiquarie nazionali. Nel<strong>la</strong><br />

nuova sede mi<strong>la</strong>nese aperta nel 2008, <strong>la</strong> galleria propone<br />

argenteria, mobili e dipinti del XVIII e XIX secolo.<br />

Preziosi d’Epoca<br />

a destra: Preziosi d’Epoca, inaugurata a Busto Arsizio nel 2007 e<br />

diretta da Enrica Gadda, opera in sinergia con P.R. Gioielli<br />

Antichi di Reggio Emilia, attiva nel settore del gioiello<br />

d’antiquariato da oltre 30 anni. Il comune denominatore di queste<br />

due realtà è <strong>la</strong> passione per il significato storico e culturale<br />

del gioiello, il loro ambito di ricerca sono i gioielli dall’800 fino al<strong>la</strong><br />

metà del ’900, scelti con grande competenza e approfondita<br />

conoscenza del mercato internazionale in modo<br />

da garantire al cliente <strong>la</strong> massima sicurezza d’investimento.<br />

Silvia De Barba<br />

sopra: “I miei gioielli-scultura”, spiega l’artista-architetto Silvia<br />

De Barba, “sono una collezione di bracciali, pendenti, anelli<br />

in fusione di alluminio antico, che ho iniziato a disegnare<br />

per il mio guardaroba personale nel 1997. Nascono dalle mie<br />

mani e dalle mani <strong>dei</strong> miei maestri artigiani, a garanzia di unicità,<br />

e costituiscono i modelli del<strong>la</strong> mia architettura-gioiello”.<br />

Paolo<br />

Pisani<br />

a sinistra: attivo<br />

nel campo dal 1984,<br />

Paolo Pisani, nel<br />

suo negozio – è in realtà<br />

un interno – tratta arte<br />

popo<strong>la</strong>re e oggetti in rame<br />

da cucina e di uso comune<br />

di una certa importanza.<br />

Nasce e si forma nei<br />

mercatini e man mano<br />

si conquista stima<br />

e una certa notorietà<br />

grazie a un fitto<br />

passaparo<strong>la</strong> di clienti<br />

soddisfatti.<br />

Premoli-Lorandi Antichità<br />

a sinistra: Fede Lorandi, nei trent’anni durante i quali ha<br />

proseguito l’attività di sua madre Milena Premoli, non ha tradito <strong>la</strong><br />

matrice eclettica del suo <strong>la</strong>voro, muovendosi in controtendenza<br />

rispetto a una generazione di antiquari indirizzati a un approccio<br />

specialistico. Una bottega dunque, Premoli-Lorandi Antichità, di<br />

vecchio stampo, caratterizzata da un voluto e suggestivo mé<strong>la</strong>nge<br />

di dipinti, sculture, incisioni, disegni e oggetti di varie epoche. Senza<br />

dimenticare gli arredi. Dice Fede Lorandi: “Dedico a Milena il mio<br />

<strong>la</strong>voro per questa mostra. Lei l’avrebbe certamente criticato,<br />

essendo il mio ‘contraddittorio’, ma non c’è più. E mi manca”.<br />

42 43


AD LA CASA LA VITA · EDITORIALE<br />

I<br />

antiques show<br />

Un concept nuovo e coinvolgente per rigenerare<br />

l’annuale rassegna degli antiquari mi<strong>la</strong>nesi<br />

l modello tradizionale del<strong>la</strong> mostra-mercato d’antiquariato dà segni di stanchezza: le nuove generazioni, ma non solo loro, vogliono<br />

un approccio con il mondo del Bello meno ingessato, più coinvolgente, lo vogliono vivere, questo mondo, non solo guardarlo.<br />

L’oggetto d’antiquariato, in tale prospettiva, va sottratto al<strong>la</strong> sua superba solitudine culturale, occorre metterlo in re<strong>la</strong>zione, per<br />

armonia o per contrasto, rarefazione o ridondanza, soprattutto per contaminazione – si veda il servizio a pagina 8 –, con <strong>la</strong> sovrana<br />

ecletticità del<strong>la</strong> scena domestica di oggi, esaltandone l’imprinting storico in un contesto d’arredo che stilisticamente può<br />

spaziare dal minimalismo al neomodernismo, dal massimalismo al trasversalismo. Da queste considerazioni è scaturita nell’Associazione<br />

Antiquari Mi<strong>la</strong>nesi <strong>la</strong> volontà di trovare, per <strong>la</strong> loro annuale esposizione, un nuovo concept <strong>la</strong> cui ideazione e<br />

messa in pratica è stata affidata a noi di Condé Nast e di AD. Una sfida – oltre che un onore – per vincere <strong>la</strong> quale abbiamo studiato<br />

una sorta di contenitore, anzi una piazza, dove chi ama circondarsi di cose belle e dare al<strong>la</strong> propria casa un’impronta forte, possa<br />

trovare, a fianco dell’oggetto straordinario, undici aziende d’arredo contemporaneo selezionate da Assomobili, <strong>la</strong> suggestiva combinatoria<br />

decorativa di quattro ambienti curati da altrettanti grandi dell’interior design – Michele Bönan, Stefano Dorata, Olimpia<br />

Orsini e lo Studio Linea –, e poi spunti fashion, piccole mostre, conversazioni sui temi caldi del collezionismo, del<strong>la</strong> decorazione,<br />

del<strong>la</strong> loro reciproca influenza, e tanti altri stimoli da cui trarre ispirazione. Un evento-show che è molti eventi insieme,<br />

con un Flea Market dove si acquistano pezzi messi a disposizione dai dealers stessi a prezzi abbordabili (magari per un regalo<br />

di Natale diverso); con una Lounge aperta al<strong>la</strong> degustazione di caffè e bollicine, nonché all’ascolto di musica live; con un<br />

elegante ristorante day by day, che in sette sere mette i suoi fornelli al servizio di grandi chef mi<strong>la</strong>nesi. Crediamo si tratti<br />

davvero di un concept del tutto innovativo. Funziona Funzionerà Per saperlo bisogna visitare l’esposizione, attendere il<br />

responso delle cifre. Qui, in questo speciale AD Collectors, ci limitiamo a tratteggiare un ritratto <strong>dei</strong> protagonisti fotografati<br />

insieme a prestigiosi pezzi che hanno portato in mostra. Ad arricchire il magazine un tocco di cultura mi<strong>la</strong>nese:<br />

<strong>la</strong> visita del<strong>la</strong> casa Carlo Gavazzeni Ricordi, artista-fotografo in ascesa; una sosta a Brera nello studio che fu di Pietro<br />

Consagra; l’incontro con il gran collezionista di Alta Epoca Fabio De Michele; l’esame del Divisionismo simbolista di<br />

Emilio Longoni; e ancora il racconto <strong>dei</strong> fasti delle botteghe meneghine nell’Europa rinascimentale e barocca.<br />

Ettore Mocchetti<br />

a sinistra: il Bello<br />

è da scoprire:<br />

un’immagine<br />

emblematica<br />

del<strong>la</strong> campagna<br />

per il <strong>la</strong>ncio de<br />

La Casa La Vita,<br />

<strong>la</strong> 47ª Esposizione<br />

Antiquari Mi<strong>la</strong>nesi.<br />

<strong>Chiara</strong> <strong>Cadeddu</strong>


AD LA CASA LA VITA · ATELIER<br />

oltre l’opera<br />

NELLO STUDIO CHE fu <strong>la</strong> base mi<strong>la</strong>nese di pietro<br />

consagra rivive il suo versatile ingegno<br />

Ugo Mu<strong>la</strong>s – Courtesy Archivio Ugo Mu<strong>la</strong>s, Mi<strong>la</strong>no<br />

testo di alessandra quattordio – fotografie di chiara cadeddu<br />

a casa è un oggetto equivocabile come necessità, abitudine, intelligenza, conforto, decoro,<br />

paesaggio... Una città è tutto questo... moltiplicato mille, diecimi<strong>la</strong>”, scriveva Pietro Consagra<br />

nel 1981. “Ogni casa è una fortezza del proprio pudore e del<strong>la</strong> propria arroganza, del<br />

prestigio, del<strong>la</strong> fortuna o del<strong>la</strong> decadenza... è tutto l’equivocabile e insieme tutto l’esplicito<br />

e l’identificazione con <strong>la</strong> nostra vita”. Queste parole furono formu<strong>la</strong>te dopo che il terremoto<br />

del Belice (1968) aveva fatto scattare in Sicilia quell’ansia di rinascita, fisica e morale, che<br />

‘‘Lavrebbe suscitato interventi scultorei e architettonici tesi a restituire dignità a luoghi tanto<br />

Giardino carminio<br />

di Pietro Consagra, 1966.<br />

Ferro dipinto; cm 47x39,4x0,3.<br />

pagina seguente: Pietro<br />

Consagra nello studio<br />

di via Cassia, Roma, 1962.<br />

Alle spalle, disegno esecutivo<br />

e modello in legno<br />

di Colloquio con il vento,<br />

sul tavolo <strong>la</strong> maquette<br />

in acciaio.


devastati e bisognosi di ricostruzione.<br />

Pietro Consagra (Mazara del Vallo, 1920 - Mi<strong>la</strong>no, 2005), scultore,<br />

teorico e polemista fra i più fecondi del ’900, e autore, fra<br />

l’altro, del<strong>la</strong> Stel<strong>la</strong> del Belice, colossale porta in acciaio che sovrasta<br />

il nastro viario che conduce a Gibellina, dimostrò sempre una<br />

partecipazione diretta ai problemi del<strong>la</strong> casa e dell’architettura,<br />

ritenendo che “... solo dai processi vissuti nell’arte si può arrivare<br />

all’architettura”. E a Gibellina realizzò il Meeting, primo<br />

Edificio Frontale per incontri, a superfici curve continue, che apparteneva<br />

al progetto La Città Frontale. Nell’omonimo volume<br />

del ’68 spiegava: “Una Città deve essere il ritratto di una società<br />

più intelligente, creativa, poetica... Una Città espressa da artisti è<br />

l’alternativa alle mitologie del Potere... La Città Frontale è l’alternativa”.<br />

Poi, a proposito dell’edificio singolo: “Dato che l’edificio<br />

è una bidimensione a spessore, <strong>la</strong> strutturazione esterna si può<br />

trasmettere in modo chiaro da una parte all’altra passando dall’interno<br />

come una proiezione...”. E carattere bifrontale hanno<br />

anche le sue sculture che, rinunciando al<strong>la</strong> compatta tridimensionalità,<br />

si aprono allo sguardo <strong>la</strong>sciandosi attraversare, creando<br />

dimensioni spaziali “altre”. “La Scultura Frontale si è rive<strong>la</strong>ta<br />

l’unica dimensione pertinente per una nuova presa di coscienza<br />

dell’oggetto e del valore del<strong>la</strong> sua ubicazione. La Città Frontale<br />

nasce come scultura”, asseriva Consagra.<br />

Dal 1944 visse a Roma: anni febbrili durante i quali fece parte<br />

del gruppo di Piazza del Popolo, frequentò gli studi di Maz-<br />

Sculture da vedere di fronte<br />

sopra: sedia in ferro, 1997.<br />

a sinistra: al<strong>la</strong> parete<br />

<strong>la</strong> te<strong>la</strong> Fondo vio<strong>la</strong>, 1989.<br />

Sul piano, alcune<br />

sculture del<strong>la</strong> serie “Ferro<br />

trasparente”, 1966.<br />

pagina seguente: lo studio<br />

di Mi<strong>la</strong>no come è oggi:<br />

in alto, Piano sospeso vio<strong>la</strong>,<br />

1965, in ferro dipinto.<br />

A terra e su basamenti,<br />

sculture in ferro, marmo<br />

giallo di Siena, bianco<br />

di Macedonia e ossidiana,<br />

avventurina. Al<strong>la</strong> parete,<br />

Fondo marrone, 1983.


Il letto in legno<br />

costruito da<br />

Pietro Consagra<br />

nel 1998, quando<br />

acquisì lo studio<br />

di Mi<strong>la</strong>no,<br />

che ironicamente<br />

chiamava<br />

“Il Salone”. Sul<strong>la</strong><br />

parete, Fondo rosa,<br />

tempera su te<strong>la</strong><br />

del 1983.<br />

A sinistra, a terra,<br />

Ferro trasparente<br />

bianco II, 1966,<br />

h cm 261,5, con<br />

base in ferro<br />

e granito. In primo<br />

piano, scultura<br />

Spessore in acciaio<br />

del 1969, che<br />

funge anche da<br />

dormeuse, una<br />

delle espressioni<br />

del<strong>la</strong> ricerca<br />

multidisciplinare<br />

dell’artista.<br />

Dal volume Gibellina, utopia concreta, courtesy Federico Motta Editore<br />

A Mi<strong>la</strong>no: una miniera per studiosi e appassionati di ’900<br />

Nel 2001 Pietro Consagra inaugurò nel suo studio di Brera l’Archivio<br />

Pietro Consagra – sotto <strong>la</strong> direzione di Gabriel<strong>la</strong> Di Milia, docente<br />

all’Accademia di Brera –, che detiene i diritti d’autore e di riproduzione e<br />

conserva modelli, disegni, manoscritti, carteggi, testi critici autografi di G. C.<br />

Argan, L. Venturi, J. J. Sweeney, fotografie di Ugo Mu<strong>la</strong>s, che di Consagra fu<br />

amico fraterno, in vista del<strong>la</strong> pubblicazione del catalogo generale dell’opera.<br />

E una ricca messe di opere. Dai Colloqui e dai Legni bruciati, scavati<br />

dal<strong>la</strong> fiamma ossidrica, ai Ferri trasparenti. Da Piano sospeso del ’65<br />

a Addossato dell’82. Dalle Bifrontali, con i loro raffinati intarsi marmorei,<br />

alle Sottilissime e agli Edifici Frontali in acciaio, che ruotano intorno<br />

all’idea di frontalità cui consacrò anni di <strong>la</strong>voro. Info: www.pietroconsagra.it<br />

Il Meeting, primo Edificio Frontale in acciaio e vetro,<br />

realizzato a Gibellina da Pietro Consagra<br />

nel 1983, in una fotografia di Rossel<strong>la</strong> Bigi tratta dal<strong>la</strong><br />

serie “Riti di fondazione”, fine anni ’80.<br />

qui sotto: nello studio a Mi<strong>la</strong>no, in primo piano<br />

Edificio Frontale, 1968, anticipatore<br />

<strong>dei</strong> progetti per Gibellina degli anni ’80.<br />

Astrattista, firmò il manifesto<br />

di Forma I nel 1947<br />

zacurati e Guttuso, divenne portabandiera dell’Astrattismo<br />

(“senza <strong>la</strong> grande e vaga presenza <strong>dei</strong> contenuti dell’Astrattismo<br />

tutta l’arte di oggi non avrebbe alcun mordente dialettico”,<br />

chiosava nel ’56) e aprì lo studio sul<strong>la</strong> Via Cassia, nel Parco di<br />

Veio, concepito come un organismo in progress immerso nel<strong>la</strong><br />

natura. Poi salì a Mi<strong>la</strong>no e approdò a Brera.<br />

Qui, in via Solferino, nel ’97 trovò un rifugio congeniale in<br />

cui disegnare, scrivere, realizzare i modelli in legno. A differenza<br />

di quanto avveniva sul<strong>la</strong> Via Cassia, dove <strong>la</strong>vorava metalli<br />

e marmi con i suoi assistenti, a Mi<strong>la</strong>no, avendo affidato a<br />

<strong>la</strong>boratori esterni <strong>la</strong> produzione materiale delle opere, adibì lo<br />

studio di Brera a tempio di attività specu<strong>la</strong>tive e di memorie,<br />

dotandolo di arredi da lui stesso costruiti: il letto su cui riposava,<br />

o le seggiole in metallo monocromo, che amplificavano<br />

nei riti del<strong>la</strong> quotidianità <strong>la</strong> sua cifra stilistica.

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