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Uomini e robot - Apogeonline

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<strong>Uomini</strong> e <strong>robot</strong><br />

Gli “swarm”<br />

Swarm è l’equivalente inglese di “sciame”. In<br />

uno swarm il comportamento osservato non è<br />

quello di un singolo componente dello sciame ma<br />

quello complessivo di tutti gli elementi. Diciamo<br />

che uno sciame di api va in una certa direzione se<br />

la maggioranza delle api vanno in quella direzione,<br />

non badiamo cioè a quello che una singola ape sta<br />

facendo.<br />

Uno swarm presuppone l’esistenza di componenti<br />

ragionevolmente piccoli, diciamo una<br />

dimensione di un insetto. Se gli elementi componenti<br />

sono sensibilmente più grandi l’attenzione si<br />

sposta sul singolo componente.<br />

Inoltre il singolo componente deve avere un<br />

comportamento che, per quanto sofisticato,<br />

risulta minimale rispetto al comportamento dello<br />

sciame.<br />

Ciascun micro-<strong>robot</strong> deve possedere una<br />

capacità di elaborazione propria ed un certo insieme<br />

di sensori che gli consentano di acquisire una consapevolezza dell’ambiente.<br />

Inoltre deve essere in grado di comunicare con altri <strong>robot</strong> che fanno<br />

parte dell’ambiente. Questo può avvenire in due modi, così come peraltro<br />

capita in natura. Il primo comporta una comunicazione tra i <strong>robot</strong> stessi e una<br />

negoziazione tra questi per arrivare a formulare un modello complessivo dell’ambiente<br />

attuale e a fronte dell’obiettivo dello sciame identificare una<br />

strategia di evoluzione del comportamento. Questo tipo di approccio ha una<br />

complessità non indifferente e richiede una capacità tecnologica ed elaborativi<br />

non indifferente con un conseguente consumo,<br />

relativamente, elevato di energia. In natura troviamo<br />

questo tipo di strategia solo in ambienti<br />

sociali evoluti, ad esempio tra i branchi di lupi (e<br />

tra gli umani).<br />

Il secondo approccio invece non prevede una<br />

comunicazione diretta tra i <strong>robot</strong> ma una mediata<br />

con l’ambiente. Un <strong>robot</strong> comportandosi in un<br />

certo modo cambia l’ambiente attorno e un <strong>robot</strong><br />

che stia in quell’ambiente reagisce variando il suo<br />

comportamento. Se esiste una coerenza tra queste<br />

reazioni al cambiamento, emerge un comportamento<br />

complessivo che sembra derivare da una<br />

Micro <strong>robot</strong> in grado di cooperare ad un<br />

obiettivo comune mostrando quindi un<br />

comportamento complessivo che<br />

trascende quello del singolo <strong>robot</strong>.<br />

Micro <strong>robot</strong> visto da vicino. Le sue<br />

dimensioni sono inferiori al mezzo<br />

centimetro di lato.<br />

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