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IL GASDOTTO SNAM, UN PERICOLO PER L’APPENNINO La SNAM Rete Gas ha presentato nel gennaio 2005 il progetto per la realizzazione di un gasdotto denominato “Rete Adriatica”, con un tracciato che partendo da Massafra (prov. di Taranto) raggiungerebbe Minerbio alle porte di Bologna; lunghezza complessiva 687 km, diametro della tubazione 1200 mm, interrata ad una profondità di 5 m e con un’area di servitù di 40 m. La finalità complessiva del nuovo gasdotto è quella di realizzare le capacità di trasporto richieste dal rigassificatore che la British Gas prevede di costruire a Brindisi, per un quantitativo di 8 miliardi di metri cubi l’anno, andando a raddoppiare il gasdotto già esistente sul versante adriatico della penisola (sul versante tirrenico già corrono in parallelo due condotte per il trasporto del gas). Peccato però che la SNAM, adducendo presunte e non dimostrate “insuperabili criticità” sotto l’aspetto tecnico, non preveda con questo nuovo progetto di procedere parallelamente al gasdotto già esistente lungo il litorale adriatico, bensì di deviare verso l’interno attraversando l’intera dorsale appenninica scontrandosi con un’impressionante serie di problemi a carattere ambientale. Il tracciato del nuovo gasdotto “Rete Adriatica” interessa -direttamente o indirettamente- numerose aree naturali protette: i parchi nazionali della Maiella, dei Sibillini, del Gran Sasso-Laga; il parco naturale regionale Velino-Sirente; una ventina di aree SIC e ZPS tra Emilia Romagna, Umbria, Abruzzo, Molise, Campania e Puglia, oltre a numerose zone tutelate con vincolo paesaggistico, anche con misure di conservazione integrale. Anche per quanto riguarda il dissesto idrogeologico l’Appennino è tristemente famoso, ed infatti numerose sono le segnalazioni di aree a rischio lungo il tracciato previsto dal progetto SNAM. Ma l’aspetto più inquietante riguarda il rischio sismico, sicuramente molto più elevato sulla dorsale appenninica che sulla costa adriatica. Il gasdotto “Rete Adriatica” si snoda lungo le depressioni tettoniche dell’Appennino Centrale storicamente interessato da un notevole tasso di sismicità, con eventi anche di magnitudo elevata, come il terremoto del 6 aprile 2009 che ha colpito l’Aquila e molte altre località dell’Abruzzo, e il terremoto del 26 settembre 1997 che ha colpito l’Umbria e le Marche. Nel tratto relativo ad Umbria, Marche, Lazio ed Abruzzo, su 28 località interessate dal tracciato del metanodotto 14 sono classificate in zona sismica 1 e le altre 14 in zona sismica 2; anche la centrale di compressione del gas, localizzata a Sulmona, ricade in zona sismica di primo grado. Per superare queste criticità la SNAM ha pensato bene di suddividere l’intero progetto in cinque “lotti funzionali” e di richiedere per ognuno di essi una valutazione ambientale separata, in palese violazione delle disposizioni comunitarie e nazionali dal momento che i cinque tratti considerati sono parti strettamente connesse e consecutive di un’unica e unitaria infrastruttura lineare che come tale deve essere assoggettata ad unico procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). In tal senso un gruppo coordinato di associazioni ha presentato denuncia presso la Commissione Europea. In un recente comunicato stampa anche la TAM dell’Umbria ha espresso il proprio sostegno a queste posizioni:
Ambiente Montano del <strong>CAI</strong> Umbria aderisce e sostiene l’iniziativa già intrapresa da alcuni rappresentanti territoriali (società civile, amministrazioni, associazioni) che hanno inoltrato un ricorso alla Commissione europea affinché valuti la rispondenza alle normative comunitarie in materia di valutazione ambientale strategica e di valutazione di impatto ambientale del gasdotto che si vorrebbe far passare sui crinali dell’Appennino Centro Settentrionale. L’azione tende a contrastare il tentativo di realizzazione del progetto che devasterebbe un territorio di grande pregio naturalistico e di grande fragilità con pesanti conseguenze di natura sociale ed economica. (...) Ci uniamo pertanto ai rappresentanti territoriali (la Provincia di Pesaro-Urbino, la Provincia di Perugia, il Comune di Gubbio, la Comunità Montana del Catria e del Nerone, il Comitato umbro-marchigiano “No Tubo”, i Comitati cittadini per l’ambiente di Sulmona, il Comitato civico “Norcia per l’Ambiente”, il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, l’associazione La Lupus in Fabula onlus, la Federazione nazionale Pro Natura, WWF Italia, Mountain Wilderness Italia, Italia Nostra, l’A.R.C.I. Caccia della Provincia di Perugia) che hanno già intrapreso questo cammino affinché vengano reperite soluzioni di tragitto alternative che rispettino la legalità, l’ambiente e i legittimi interessi dei cittadini.>> Fabio Valentini IMPRESA EDILE CARPENTERIA IN LEGNO E LAVORAZIONE FERRO PER CEMENTO ARMATO edilZANFI srl - 41030 BASTIGLIA (MO) - Via Fiumicello, 2 - Tel. 059/904761 - Fax 059/815052 11
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