nella storia e nell'attualità - Istituto Sperimentale Italiano Lazzaro ...
nella storia e nell'attualità - Istituto Sperimentale Italiano Lazzaro ...
nella storia e nell'attualità - Istituto Sperimentale Italiano Lazzaro ...
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
Prof. GIUSEPPE ENNE<br />
Presidente dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>Italiano</strong> “<strong>Lazzaro</strong> Spallanzani”<br />
IL RUOLO DELL’ISTITUTO SPERIMENTALE<br />
ITALIANO “L. SPALLANZANI”<br />
NELLA STORIA E NELL’ATTUALITÀ<br />
Conferenza tenuta il 22 marzo 2006<br />
Presentazione<br />
Rivolgo un saluto ed un vivo ringraziamento ai presenti convenuti<br />
per partecipare alla quinta conferenza del Programma di attività<br />
della Società Agraria di Lombardia per l’anno 2006, sul tema:<br />
Il ruolo dell’<strong>Istituto</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>Italiano</strong> “L.Spallanzani” <strong>nella</strong><br />
<strong>storia</strong> e nell’attualità ed un particolare ringraziamento al Prof.<br />
Giuseppe Enne, relatore in questa giornata <strong>nella</strong> sua qualità di<br />
Presidente dell’<strong>Istituto</strong>, lieto di ospitarlo ed ascoltarlo <strong>nella</strong><br />
nostra Sede.<br />
Fra gli argomenti da trattare nel programma di attività abbiamo<br />
inserito un tema che riteniamo importante nel panorama zootecnico<br />
lombardo e italiano. Se ci soffermiamo ad osservare i traguardi<br />
raggiunti dalla nostra zootecnia, ed in particolare da quella<br />
dei bovini da latte, non possiamo non essere sorpresi dai risultati tecnici<br />
quantitativi e qualitativi delle produzioni.<br />
Il percorso dello sviluppo è stato lungo perché è iniziato negli<br />
anni Trenta del secolo scorso, ma i progressi sono stati tali e tanti<br />
da sottintendere delle strutture di supporto scientifico e tecnico di<br />
grande valenza.<br />
Le tappe sono state di ordine agronomico per l’evoluzione dell’alimentazione,<br />
di ordine organizzativo con la stabulazione libera,<br />
di ordine tecnologico per la mungitura meccanica, ma la genetica<br />
e la selezione hanno dato l’apporto fondamentale, e si sono<br />
avvalse di metodiche nuove come la fecondazione artificiale, l’uso<br />
di riproduttori provati, ecc. .<br />
115
La ricerca e la sperimentazione di tali tecniche hanno avuto<br />
il supporto di strutture scientifiche come appunto l’<strong>Istituto</strong><br />
“Spallanzani”, che è da molti anni attivo <strong>nella</strong> ricerca, <strong>nella</strong><br />
riproduzione e <strong>nella</strong> selezione animale, attività spesso intrapresa<br />
con la collaborazione degli allevatori.<br />
La ricerca e la sperimentazione di queste tecniche hanno<br />
avuto il supporto di strutture scientifiche come appunto<br />
l’<strong>Istituto</strong> “Spallanzani”, che è da molti anni attivo <strong>nella</strong> ricerca,<br />
<strong>nella</strong> riproduzione e <strong>nella</strong> selezione animale, attività spesso<br />
intrapresa con la collaborazione degli allevatori.<br />
Ettore Cantù, Presidente<br />
116
LE ORIGINI<br />
Le origini dell’<strong>Istituto</strong> si ispirano agli eventi verificatisi nel 1779,<br />
anno in cui l'abate <strong>Lazzaro</strong> Spallanzani, dell'Ateneo Pavese, riuscì<br />
per primo a fecondare artificialmente i mammiferi,<br />
fertilizzando una cagna ed ottenendo<br />
da essa cuccioli vivi e del tutto normali.<br />
Nei secoli successivi altri studiosi replicarono<br />
questi risultati positivi, fino a che nel<br />
1900 Ilia Ivanov, dell'Università di<br />
Pietroburgo, diede forma scientifica e sperimentale<br />
allo studio di Fecondazione<br />
Artificiale negli animali. Negli anni successivi,<br />
infatti, tali applicazioni vennero svolte con<br />
successo da Antonio Pirocchi, dell'Università di Milano sui bovini,<br />
da Giuseppe Amantea, dell'Università di Roma sui cani ed da<br />
Giulio Gallici ed Edoardo Postiglione sui cavalli.<br />
Si arrivò così agli anni in cui il professor Telesforo Bonadonna,<br />
nonostante le difficoltà politiche del tempo per l'esistenza in Italia<br />
e in URSS di due totalitarismi avversi, progettò, organizzò e realiz-<br />
La Lincoln di Bonadonna in “panne” <strong>nella</strong> steppa del Don, autunno 1935.<br />
117
zò nel 1935 un lungo viaggio in Unione Sovietica dove esplorò,<br />
intervistò, verificò e registrò ogni elemento di novità sulla<br />
Fecondazione Artificiale in specie diverse. Qui consolidò i propri<br />
convincimenti e maturò un'esperienza unica e irripetibile, che condizionò<br />
tutta la sua vita di ricercatore di riproduzione animale.<br />
Al suo rientro venne immediatamente organizzata a Milano, il 30<br />
novembre di quell’anno, la prima Conferenza sui problemi della<br />
Fecondazione Artificiale e il Ministero dell’Agricoltura e delle<br />
Foreste costituì uno speciale Comitato per il coordinamento degli<br />
studi su questo argomento e Bonadonna svolse il ruolo di segretario.<br />
Da questo momento la sua attività scientifica e la sua <strong>storia</strong> personale<br />
si intersecarono con quella di grandi studiosi della biologia<br />
della riproduzione a livello mondiale e si identificarono totalmente<br />
con quella dell'<strong>Istituto</strong> per la Fecondazione Artificiale degli Animali<br />
di Milano da lui fondato nel 1937, intitolato poi a <strong>Lazzaro</strong><br />
Spallanzani in occasione del 150° anniversario della grande scoperta<br />
dell’abate.<br />
Al primo Centro di Fecondazione Artificiale, dotato di un locale<br />
chiuso e riscaldato presso l'azienda del Cravino a Pavia, fece<br />
seguito nel 1939 la creazione dell'<strong>Istituto</strong> per la Fecondazione<br />
Artificiale degli Animali "<strong>Lazzaro</strong> Spallanzani", aggregato alla<br />
Stazione <strong>Sperimentale</strong> Zooprofilattica di Milano.<br />
L’<strong>Istituto</strong> venne poi eretto a Ente Morale con Regio Decreto nel 1941<br />
con la denominazione di “<strong>Istituto</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>Lazzaro</strong> Spallanzani”.<br />
La civica Amministrazione di Milano concesse quindi alla nuova<br />
Istituzione una parte del capannone adibito a mercato dei vitelli presso<br />
il pubblico Macello di Milano, in via Monte Ortigara 35, al fine<br />
di crearvi la sede definitiva, rimasta operativa fino alla fine degli anni<br />
’80 nonostante la devastazione dei bombardamenti su Milano del<br />
1943 e grazie alla sua ricostruzione nei primi anni del dopoguerra.<br />
Un approfondimento storico della vita dell’<strong>Istituto</strong> dalla sua fondazione<br />
agli anni ’90 è stato pubblicato nel volume: “Dall’idea alla<br />
rifondazione”.<br />
L’EVOLUZIONE<br />
Con la scomparsa del Prof. Bonadonna nel 1987, si fece forte nei<br />
suoi allievi la consapevolezza di proseguirne il cammino per tutelare<br />
118
la gloriosa istituzione e sostenere nuovi programmi di sviluppo, che<br />
scaturirono in iniziative scientifiche ed attività formative e divulgative,<br />
evolvendosi con il mutare dei tempi, coerentemente all’evolversi<br />
delle nuove realtà scientifiche nazionale ed internazionali.<br />
La strategia sposata fin dall’inizio fu quella di intervenire subito<br />
con le dovute modifiche di statuto in modo da garantire all’<strong>Istituto</strong><br />
una collocazione istituzionale, funzionale e organizzativa al passo<br />
coi tempi e finalizzata alla ricerca scientifica in modo più ampio<br />
rispetto al passato. Scopo dello Statuto era di diventare uno strumento<br />
di promozione piuttosto che di conservazione, considerando<br />
le proposte formulate in sede dell’Associazione Italiana Allevatori<br />
(A.I.A) con le quali si immaginava un <strong>Istituto</strong> Spallanzani altamente<br />
specializzato, ma anche fortemente proiettato verso i problemi<br />
del mondo produttivo. Si voleva infatti la zootecnia come beneficiaria<br />
di un adeguato supporto tecnico-scientifico, così come era<br />
avvenuto negli anni dell’affermazione della Fecondazione<br />
Artificiale.<br />
In questi anni si avviò così una sostanziale riorganizzazione<br />
dell’<strong>Istituto</strong>, voluto dallo scrivente, allora giovane Direttore, e dal<br />
suo Presidente Carlo Venino, sulla base di un nuovo regolamento,<br />
ridisegnato in ragione di una esigenza di flessibilità funzionale e<br />
organizzativa, conformandosi in tal modo, per gli interventi a livello<br />
strategico e strutturale, in una vera e propria rifondazione.<br />
Si decise che a Milano rimanesse solo la sede amministrativa e<br />
che le attività sperimentali e di campo dovessero essere trasferite<br />
dalla sede Centrale in Unità periferiche, distribuite sul territorio<br />
specifiche per ambiti omogenei di competenza.<br />
In questo quadro cominciò un periodo di intensa attività, di<br />
riorganizzazione interna e di sviluppo, avviando una ricerca intelligente<br />
di opportunità, sinergie e progettualità conformi ad un disegno<br />
strategico che risulterà fondamentale sia per lo sviluppo della<br />
ricerca riproduttiva e zootecnica dell’<strong>Istituto</strong> sia per la sua affermazione<br />
in uno scenario internazionale certamente selettivo, rigoroso<br />
e rispettoso dei contributi scientificamente avanzati.<br />
Sotto il profilo dell’impegno scientifico la strategia fu quella di<br />
tracciare il cammino dell’<strong>Istituto</strong> all’interno di sistemi produttivi<br />
meno esplorati, con particolare riferimento all’area della riproduzione,<br />
tralasciando di seguire percorsi investigativi già tracciati da<br />
altri Enti di ricerca del Paese. L’attenzione fu rivolta alle tematiche<br />
119
iproduttive inerenti la specie ovina, caprina, suina ed equina, che<br />
offrivano vasti spazi di approfondimento conoscitivo, di indagine e<br />
di sperimentazione. Ciò consentì all’<strong>Istituto</strong> di accrescere i livelli di<br />
operatività scientifica in questi comparti, ed allo stesso tempo di<br />
non sovrapporsi agli sforzi di altri che, nel Paese, si proponevano<br />
analoghi obiettivi all’interno dei sistemo zootecnicamente più forti.<br />
Tuttavia non venne trascurata la specie bovina, ma furono affrontate<br />
solo tematiche di eccellenza che altre strutture scientifiche o produttive,<br />
ancorché avanzate, non erano in grado di affrontare, contribuendo<br />
ad avviare una riaffermazione internazionale del ruolo e<br />
della centralità della ricerca dell’<strong>Istituto</strong>.<br />
Pur rimanendo la sede amministrativa a Milano, la strategia<br />
organizzativa che fu seguita fu quella di costruire delle Unità periferiche<br />
di ricerca logisticamente raggiungibili dalla metropoli in<br />
tempi brevi, ma operativamente immerse nel contesto agro-zootecnico<br />
delle diverse province limitrofe, rispondendo così anche all’esigenza<br />
di sviluppare con gli Enti locali momenti d’incontro, di<br />
sinergia e di promozione. Si cominciò in tal modo ad operare con<br />
la Provincia di Varese per la creazione di una Unità periferica del<br />
settore ovi-caprino. Furono ristrutturate alcune strutture e allestiti<br />
laboratori dotati di strumentazioni adeguate alle ricerche sulla<br />
riproduzione e allo studio sul metabolismo.<br />
Inoltre l’<strong>Istituto</strong> coniugò sinergie anche con la Provincia di<br />
Bergamo, collaborando scientificamente con il laboratorio andrologico<br />
del locale Consorzio provinciale per la fecondazione artificiale,<br />
poi trasformatosi in CEZOO S.P.A., fino ad accoglierlo al proprio<br />
interno costituendo la propria Unità periferica di andrologia.<br />
Questa realtà, fortemente orientata verso lo studio seminologico e<br />
la citogenetica, contribuì a rappresentare uno dei punti di forza<br />
dello sviluppo delle attività di ricerca nazionale ed internazionale<br />
dell’<strong>Istituto</strong>, sia delle crescenti attività di servizio.<br />
Successivamente, d’intesa con l’ARAL, Associazione Regionale<br />
Allevatori della Lombardia, venne approntato a Crema un laboratorio<br />
di Endocrinologia animale dove, soprattutto con metodiche<br />
radioimmunologiche (RIA) e immunoenzimatiche (ELISA), fu<br />
possibile studiare i profili ormonali relativi a quadri fisiologici sperimentali<br />
differenti. L’attività che più si affermò fu quella del servizio<br />
agli allevatori ed in particolare a quelli dei bovini da carne aderenti<br />
al consorzio produttori carni bovine D.O.C. fortemente<br />
120
impegnati nel valicare la qualità delle proprie produzioni ottenute<br />
senza impiego di anabolizzanti, volto a garantire il consumatore<br />
oltre che il Consorzio stesso.<br />
Infatti, le analisi svolte dall’allora laboratorio Spallanzani-ARAL<br />
di Crema rappresentarono uno sforzo unico all’interno del sistema<br />
dei produttori dei bovini da carne nel nostro paese. Sempre in provincia<br />
di Cremona, a Rivolta d’Adda, l’<strong>Istituto</strong> Spallanzani attuò<br />
una strategia prima di compartecipazione, poi di acquisizione ed<br />
infine di potenziamento di un centro pilota un tempo destinato alla<br />
sola produzione suinicola. L’istituto si convenzionò con la<br />
Cooperativa Agricola “La Quercia” e divenne il principale attore del<br />
centro con studi e ricerche sulla fisiopatologia della riproduzione<br />
<strong>nella</strong> specie suina e sulle tecniche di Fecondazione Artificiale, divenendone<br />
poi compartecipe, assicurandosi strutture e opportunità<br />
logistiche, che contribuiranno a dare l’avvio a Rivolta d’Adda alla<br />
progettazione della più importante unità di ricerca dell’<strong>Istituto</strong><br />
Spallanzani. Qui, grazie anche all’intervento finanziario del<br />
Ministero dell’Agricoltura e Foreste, furono realizzate vaste strutture<br />
per accogliere diversi laboratori, biblioteca, aule e uffici.<br />
L’ISTITUTO OGGI<br />
La realizzazione dell’unità periferica di Rivolta d’Adda, che ha<br />
impegnato l’<strong>Istituto</strong> Spallanzani per diversi anni, è attualmente il<br />
cuore delle attività di ricerca dell’<strong>Istituto</strong> e il centro operativo per la<br />
riproduzione animale. Per le sue caratteristiche strutturali, funzionali,<br />
operative e di servizio, verso la fine del 1994 anche la direzione<br />
dell’<strong>Istituto</strong> venne trasferita nell’Unità periferica di rivolta<br />
d’Adda, invece la sede amministrativa con la Presidenza, il<br />
Consiglio di Amministrazione, il Comitato Scientifico, la ragioneria<br />
e la biblioteca rimasero a Milano.<br />
Inoltre dal 1993 venne attivata una sezione staccata dell’<strong>Istituto</strong><br />
presso l’<strong>Istituto</strong> di Zootecnia dell’Università degli Studi di Sassari<br />
con lo scopo di estendere il raggio d’azione delle ricerche sugli ovicaprini<br />
e di valorizzarne le acquisizioni lavorando sperimentalmente<br />
su vasta scala, e per meglio rispondere alla domanda di sperimentazione<br />
e ricerca <strong>nella</strong> specie equina particolarmente presente<br />
nell’isola. Fondamentale per l’attività di ricerca dell’<strong>Istituto</strong> fu agli<br />
121
inizi il sostegno dell’Università degli Studi di Milano,<br />
dell’Università degli Studi di Sassari e dell’Università degli Studi di<br />
Pisa: enti con cui vennero stipulate convenzioni che ne sancirono la<br />
fratellanza scientifica e didattica.<br />
Oltre che attività di ricerche sperimentali congiunte, queste convenzioni<br />
prevedevano l’organizzazione di seminari e congressi, la<br />
realizzazione di corsi di aggiornamento e formazione in tema di<br />
riproduzione animale e di fecondazione artificiale nelle diverse specie<br />
di interesse zootecnico, la realizzazione congiuntamente alle<br />
Università di stages, corsi di specializzazione e perfezionamento,<br />
corsi di dottorato di ricerca e la promozione di attività dimostrative<br />
e divulgative, gestite dall’<strong>Istituto</strong> al fine di costruire in prospettiva<br />
servizi di divulgazione tecnico-scientifica nelle diverse realtà istituzionali.<br />
L'istituto ha quindi assunto un ruolo rilevante anche nel<br />
campo della formazione attraverso la realizzazione di corsi con finalità<br />
diverse.<br />
Inoltre, ancora oggi, continua il sodalizio con la Società Italiana<br />
per il Progresso della Zootecnia, denominata anche SIPZOO, fondata<br />
da Bonadonna una decina di anni dopo la fondazione<br />
dell’<strong>Istituto</strong> Spallanzani. Si garantisce così continuità all’annuale<br />
realizzazione del Simposio Internazionale di Zootecnia, tradizionale<br />
incontro di zootecnici italiani e stranieri, ed per tale occasione<br />
l’<strong>Istituto</strong> ha istituito il premio “Telesforo Bonadonna”, un premio<br />
in denaro che viene assegnato ai migliori poster presentati valutati<br />
da una giuria internazionale.<br />
Il maggiore interesse scientifico dell’<strong>Istituto</strong> resta ancora oggi lo<br />
studio della riproduzione e della selezione animale che lo porta a<br />
realizzare in questo settore una cospicua attività scientifica e divulgativa<br />
di alto livello perfettamente in linea con le finalità istituzionali.<br />
Numerose borse di studio per laureati e dottorandi, assegnate<br />
a cittadini di paesi in via di sviluppo, provenienti in particolare dal<br />
Nord Africa e dall’area balcanica, ma anche dall’Asia e dall’America<br />
Latina, vengono attivate presso l'<strong>Istituto</strong> dal Ministero degli Affari<br />
Esteri, congiuntamente ad altre bandite direttamente dall’<strong>Istituto</strong><br />
per cittadini italiani, consentono il potenziamento dei gruppi di<br />
ricerca costituiti con diverse Università italiane e la formazione e<br />
l'avviamento alla ricerca di molti giovani italiani e stranieri in Italia<br />
e all'estero.<br />
Con l'approvazione della legge n°30 del gennaio 1991 e succes-<br />
122
sive misure di accompagnamento sulla regolamentazione della<br />
Produzione Animale, l'<strong>Istituto</strong> acquista istituzionalmente a livello<br />
nazionale ruolo e funzione di pubblica utilità dovendo provvedere<br />
ad effettuare i controlli delle autocertificazioni prodotte dai Centri<br />
di Fecondazione Artificiale e l'accertamento dell'identità delle partite<br />
di materiale seminale. L’<strong>Istituto</strong> riveste quindi un ruolo istituzionale<br />
in un settore che gli consente di realizzare in parallelo un’attività<br />
di verifica tecnica e di sviluppo scientifico in due importanti<br />
settori: la seminologia e la genetica molecolare applicata.<br />
Un'intensa partecipazione e attività di coordinamento in progetti di<br />
ricerca comunitari rappresenta l'affermazione internazionale di<br />
nuovi filoni di ricerca promossi all'interno dell'<strong>Istituto</strong>, attraverso il<br />
sostegno alla formazione e l'approntamento di laboratori.<br />
Operativamente l'<strong>Istituto</strong> si è strutturato in alcune aree scientifiche<br />
che riguardano la Riproduzione, la Selezione e l'Acquacoltura<br />
(Rivolta d'Adda), le Biotecnologie applicate alla qualità delle produzioni<br />
di origine animale (Lodi), le Biotecnologie della<br />
Riproduzione (Porcellasco), la Proteomica avanzata (Milano).<br />
Attualmente si avvale di circa 60 collaboratori fra ricercatori, tecnici,<br />
borsisti italiani e stranieri e del prezioso parternariato con<br />
Università e Centri di Ricerca italiani e stranieri per lo sviluppo sia<br />
delle attività di servizio che di ricerche sulla biologia e tecnica della<br />
riproduzione applicata alla selezione in mammiferi, pesci e insetti<br />
(api), ma anche sulla tipizzazione e caratterizzazione genetica di<br />
specie diverse e sulla tracciabilità degli alimenti di origine animale.<br />
Con il Decreto Legislativo 454/99 L'<strong>Istituto</strong> Spallanzani afferisce<br />
stabilmente al Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in<br />
Agricoltura (CRA) quale istituzione di ricerca che svolge attività di<br />
elevato interesse pubblico. Anche il Ministero dell’Istruzione,<br />
dell’Università e della Ricerca (MIUR) ha riconosciuto L’<strong>Istituto</strong><br />
Spallanzani come <strong>Istituto</strong> speciale con Decreto Ministeriale e il<br />
Ministero degli Affari Esteri (MAE) lo considera un riferimento<br />
importante per la formazione nel settore zootecnico veterinario.<br />
LE STRUTTURE<br />
L’<strong>Istituto</strong> dispone di una Sede centrale a Milano che accoglie la<br />
Presidenza, gli uffici amministrativi e la Direzione Generale<br />
123
dell'<strong>Istituto</strong> per la gestione e il coordinamento di tutte le attività<br />
tecnico-scientifiche e operative dell'Ente.<br />
Alla sede centrale competono<br />
inoltre le azioni di<br />
Sede Centrale dell’<strong>Istituto</strong> Spallanzani a Milano.<br />
promozione, progettazione<br />
e sviluppo, e quelle relative<br />
all'organizzazione dei<br />
numerosi eventi congressuali<br />
e alla gestione delle<br />
relazioni internazionali<br />
dell'<strong>Istituto</strong>.<br />
A Rivolta d’Adda<br />
(Cremona) hanno sede i<br />
Laboratori dedicati agli<br />
studi sulla Riproduzione e<br />
Selezione di specie zootecniche<br />
terrestri ed acquatiche,<br />
che constano di circa<br />
2500 mq di laboratori, 1200 mq di unità sperimentali per l'acquacoltura,<br />
di una sala operatoria veterinaria e di consistenti stabulari<br />
per suini e piccoli ruminanti.<br />
Struttura laboratoristica di Rivolta d’Adda (Cremona).<br />
124
Ingresso del Laboratorio di Rivolta d’Adda (Cremona). A Lodi invece,<br />
presso la sede del<br />
Parco Tecnologico<br />
Padano sono stati<br />
attrezzati circa 500<br />
mq di laboratori per<br />
lo studio della qualità<br />
e della tracciabilità<br />
dei prodotti di origine<br />
animale.<br />
Il Laboratorio di<br />
Tecnologie della Riproduzione<br />
di Cremona<br />
(Porcellasco)<br />
del CIZ, che si occupa<br />
di biotecnologie<br />
avanzate della riproduzione<br />
è oggi totalmente<br />
inserito nell'attività di ricerca dell’<strong>Istituto</strong> che vi opera con<br />
propri ricercatori e tecnici.<br />
Il Parco Tecnologico Padano, Località “Cascina Codazza” a Lodi.<br />
125
L’ATTIVITÀ<br />
Diverse sono le attività che concretizzano gli interessi<br />
dell’<strong>Istituto</strong>: ricerca e servizi, formazione, coordinamento di progetti,<br />
organizzazione di eventi e progettazione.<br />
L’ambito della ricerca e dei servizi interessa argomenti quali il<br />
controllo ufficiale del seme, la riproduzione, la genetica, le produzioni<br />
zootecniche, l’acquacoltura, le biotecnologie e i modelli animali.<br />
IL CONTROLLO UFFICIALE DEL SEME<br />
Il controllo ufficiale del seme rappresenta un sostanziale contributo<br />
che l'<strong>Istituto</strong> fornisce alla selezione in Italia, garantendo che<br />
l'autocertificazione della qualità del materiale seminale prodotta dai<br />
centri di produzione seme sia corretta (Verifica della Corretta<br />
Autocerticazione – VCA) e che il materiale seminale contenuto<br />
<strong>nella</strong> paillette sia proprio del riproduttore indicato sulla stessa<br />
(Verifica della Corretta Identificazione – VCI).<br />
Il Controllo Ufficiale del Seme.<br />
126
Procedura di digitalizzazione in successione<br />
di un campo microscopico al fine di ottenere<br />
una serie di immagini digitalizzate per<br />
l’individuazione di singoli spermatozoi e per<br />
valutarne le caratteristiche del movimento.<br />
L'attività del Controllo Ufficiale del Seme viene svolta mediante<br />
l'utilizzo di termociclatori per l'amplificazione del DNA e di<br />
sequenziatori per la successiva valutazione dei frammenti amplificati.<br />
Al termine della corsa elettroforetica i dati acquisiti dal sequenziatore,<br />
mediante l'utilizzo di softwares dedicati, permettono la<br />
ricostruzione del gel e la successiva valutazione dei genotipi. La<br />
Verifica della Corretta Autocerticazione (VCA) viene eseguita nel<br />
Laboratorio di Seminologia sulle partite di seme congelato distribuite<br />
in Italia (di produzione nazionale o di importazione) utilizzando<br />
un campione riguardante almeno il 10% di tali partite.<br />
I risultati sul Numero di Spermi Mobili dopo lo scongelamento<br />
ottenuti dall'<strong>Istituto</strong>, vengono confrontati con l'autocertificazione<br />
prodotta dal Centro; in caso di mancata concordanza fra i dati,<br />
viene ripetuta l'analisi su un secondo campione di seme appartenente<br />
alla stessa partita. Se viene confermata la discordanza fra i<br />
dati, la partita viene definita A.E. (Autocertificazione Errata) ed il<br />
Centro deve modificare l'autocertificazione. Per calcolare il<br />
Numero di Spermi Mobili dopo lo scongelamento del seme è necessario<br />
analizzare la motilità o la concentrazione.<br />
Per la valutazione della motilità vengono utilizzati gli analizzatori<br />
automatici d'immagine (sistemi CASA) che prevedono l'acquisizione<br />
di immagini tramite generatori di segnali analogici (telecamera<br />
o videoregistratori) convertiti in segnali digitali da un apposito<br />
convertitore (ADC).<br />
Ogni campo microscopico<br />
viene digitalizzato varie volte<br />
in successione, consentendo<br />
di ottenere una serie di<br />
immagini digitalizzate dalla<br />
cui analisi lo strumento è in<br />
grado di individuare ogni<br />
singolo spermatozoo e di<br />
valutarne le caratteristiche<br />
del movimento.<br />
Le metodologie utilizzate<br />
per la determinazione della<br />
concentrazione prevedono<br />
l'uso di camere contaglobuli<br />
e di contatori elettronici di<br />
127
particelle tramite i quali è possibile ottenere un'ottima attendibilità<br />
nel conteggio degli spermatozoi.<br />
La Verifica della Corretta Identificazione (VCI) viene eseguita<br />
presso il Laboratorio di Genetica Molecolare e tale attività rappresenta<br />
il primo esempio in Italia di tracciabilità genetica a supporto<br />
della tracciabilità ordinaria. L'attività analitica prevede l'estrazione<br />
del DNA per poter successivamente eseguire l'analisi dei frammenti<br />
di DNA (microsatelliti).<br />
Il DNA del campione in esame viene confrontato con quello<br />
ottenuto del materiale di riferimento del riproduttore. Nel caso di<br />
mancata concordanza fra i due profili, viene ripetuta l'analisi su un<br />
secondo campione di seme appartenente alla stessa partita. Se viene<br />
confermata la discrepanza fra il DNA di riferimento e il DNA del<br />
campione di seme, la partita viene definita I.E. (Identificazione<br />
Errata) e deve essere distrutta dal Centro.<br />
Scorcio di laboratorio con l’attrezzatura per applicare la metodica della PCR.<br />
128
Tecnica di Microscopia a fluorescenza per determinare la funzionalità acrosomale.<br />
RIPRODUZIONE<br />
Le Tematiche inerenti la Riproduzione abbracciano principalmente<br />
le seguenti tematiche: Seminologia, Embriologia, Citometria<br />
e Citogenetica.<br />
La crioconservazione del seme rappresenta il presupposto fondamentale<br />
per il suo utilizzo operativo in inseminazione strumentale; per<br />
quelle specie in cui esiste una notevole variabilità <strong>nella</strong> capacità di resistenza<br />
allo shock da raffreddamento, il laboratorio di seminologia ha<br />
messo a punto protocolli di valutazione dei riproduttori che consentano<br />
di predire la loro utilizzabilità quali produttori di seme congelato.<br />
Questi protocolli, oltre a valutazioni andrologiche (fisiopatologiche<br />
e cariologiche) dei soggetti testati, si avvalgono di una serie di test<br />
funzionali sugli spermatozoi che permettono di monitorare adeguatamente<br />
lo stato nemaspermatico prima e dopo il congelamento. In<br />
questo modo è possibile estendere la conoscenza dello stato degli<br />
spermatozoi a più contesti funzionali, quali lo stato citomorfologico,<br />
lo stato delle membrane plasmatiche e lo stato della cromatina, per le<br />
cui valutazioni vengono utilizzati strumenti molto sofisticati.<br />
L'<strong>Istituto</strong> è attivo in questo settore per i bovini, suini, caprini,<br />
bufali, api e pesci (salmoni, trote, spigole, orate, storioni).<br />
129
Analisi dello stato citomorfologico dello spermatozoo tramite la<br />
Microscopia differenziale-inferenziale.<br />
Il laboratorio di Embriologia si occupa dello studio del livello<br />
di fertilità di un toro e della produzione di embrioni a sesso<br />
predefinito ed è pertanto strettamente collegato ai laboratori di<br />
seminologia e di citometria. Sono operativi protocolli di ricerca<br />
sulle tecniche di microiniezioni di spermatozoi direttamente<br />
Micromanipolatore per eseguire<br />
microiniezioni di spermatozoi<br />
direttamente nell’oocita (ICSI).<br />
nell'oocita (ICSI). A differenza<br />
della specie umana,<br />
<strong>nella</strong> quale la tecnica della<br />
ICSI viene applicata con<br />
grande successo, nel bovino<br />
vi sono ancora notevoli<br />
difficoltà. La messa a<br />
punto di tale tecnica in<br />
questa specie risulta però<br />
di grande interesse, in<br />
quanto consente di utilizzare<br />
seme con caratteristiche<br />
di motilità e di concentrazione<br />
gravemente<br />
130
compromesse, quali possono verificarsi in seguito alla procedura<br />
di sorting attraverso il citofluorimetro.<br />
Il settore della Citometria ha come finalità lo studio di alcuni<br />
parametri qualitativi del seme, da un punto di vista quantitativo.<br />
I protocolli analitici consentono di eseguire una completa<br />
serie di valutazioni riguardanti la vitalità degli spermatozoi<br />
(stato della membrana citoplasmatica e stato dell'acrosoma),<br />
nonché il loro sesso (dosaggio del DNA).<br />
L'<strong>Istituto</strong> Spallanzani, con i propri studi sulla preselezione<br />
dei sessi, ha messo a punto e brevettato una metodica per il sessaggio<br />
del materiale seminale bovino congelato ed il suo successivo<br />
utilizzo per la produzione di embrioni a sesso predefinito<br />
(Brevetto Nazionale del 14 Gennaio 2000, Brevetto<br />
Internazionale pendente dell'11 Gennaio 2001).<br />
Colorazione di spermatozoi con particolari fluorocromi in modo tale che,<br />
tramite microscopia a fluorescenza e citometria, appaiano di colore differente a<br />
seconda che siano vivi (verdi) o morti (rossi).<br />
131
La principale attività dell'<strong>Istituto</strong> nel campo della<br />
Citogenetica è costituita dalla valutazione andrologica dei giovani<br />
torelli presenti presso Centri Genetici.<br />
Lo scopo di queste analisi è quello di evitare la trasmissione<br />
di anomalie cromosomiche quando questi riproduttori entrano<br />
in attività.<br />
I metodi della Citogenetica clinica sono tuttora validi <strong>nella</strong><br />
diagnosi di patologie cromosomiche di animali di rilevanza<br />
zootecnica e riproduttiva, quali la traslocazione 1/29 e la<br />
Sindrome di Klinefelter, più volte evidenziate dall'<strong>Istituto</strong>.<br />
Immagine ottenuta tramite l’utilizzo di apparecchiature semi-automatiche<br />
per la valutazione andrologica dei giovani torelli.<br />
L'attività dell'<strong>Istituto</strong> prevede inoltre la possibilità di analizzare<br />
e crioconservare il seme non solo presso la stazione sperimentale<br />
dell'<strong>Istituto</strong>, ma anche in altre locazioni. Proprio per<br />
consentire ciò, è stata allestita un'unità mobile completamente<br />
attrezzata per l'analisi del seme e la sua crioconservazione.<br />
Essa ha operato in diversi contesti per le esigenze sperimentali<br />
riguardanti diverse specie: pesci, equini, api.<br />
132
Il laboratorio Mobile fornito di una dotazione laboratoristica completa.<br />
GENETICA<br />
Relativamente alla Genetica Molecolare, l’<strong>Istituto</strong> è attivo<br />
anche in studi riguardanti la variabilità genetica, la rilevazione di<br />
specifici geni e la quantificazione dei loro livelli di espressione da<br />
Ricostruzione del gel e la successiva<br />
valutazione dei genotipi mediante l’uso<br />
di softwares dedicati.<br />
differenti matrici biologiche.<br />
Ai fini selettivi, il<br />
monitoraggio della variabilità<br />
genetica è uno strumento<br />
per ottimizzare la<br />
gestione dei riproduttori.<br />
Tramite l'analisi di marcatori<br />
genetici è possibile disporre<br />
di loci polimorfici<br />
(poliallelici) per misurare e<br />
controllare la variabilità del<br />
genoma nel suo insieme. Le<br />
informazioni fornite dai<br />
marcatori possono essere<br />
133
Mappa bidimensionale di muscolo bovino.<br />
utilizzate, oltre che come criteri di pre-selezione, per stimare la<br />
parentela fra i soggetti analizzati.<br />
Obbiettivo della Proteomica è invece lo studio dell'espressione<br />
delle proteine in diversi<br />
tessuti e liquidi biologici,<br />
principalmente il latte, la<br />
carne, il plasma e anche<br />
organi vitali quale fegato,<br />
rene e cuore di varie specie<br />
animali. L'<strong>Istituto</strong> ha in<br />
corso ricerche che sono<br />
effettuate principalmente<br />
attraverso tecniche di elettroforesi<br />
bidimensionale,<br />
che basa i suoi principi su<br />
una separazione ortogonale<br />
delle proteine ed inoltre<br />
studia le modificazioni post<br />
traduzione con tecniche<br />
fluorescenti. Principalmente<br />
l’attenzione è concentrata sulla Proteomica della carne, utilizzata<br />
come strumento di indagine sulla qualità e sullo studio di nuovi<br />
marcatori di patologie di interesse veterinario come modelli animali<br />
per la salute umana.<br />
E’ stato quindi allestito a tali scopi un Laboratorio di<br />
Proteomica, utilizzato anche come laboratorio di esercitazione per<br />
il Corso di Laurea in Biotecnologie Farmaceutiche (Analisi dei<br />
Farmaci) e come Centro di riferimento per il Master di<br />
Bioinformatica di Siena. Inoltre si tratta di un laboratorio federato<br />
IHUPO (Italian Human Proteome Organization) e sede del Tutor<br />
del Dottorato di Proteomica Clinica.<br />
Inoltre rappresenta il laboratorio di riferimento per diversi gruppi,<br />
quali il Dipartimento di Medicina <strong>Sperimentale</strong> dell’Università<br />
di Verona, il Dipartimento di Scienze Fisiologiche dell’Università di<br />
Catania, il DIPAV <strong>nella</strong> Sezione di Diagnostica <strong>Sperimentale</strong> e di<br />
Laboratorio dell’Università di Milano, l’IZS nel Centro di<br />
Referenza di Benessere Animale, l’ICRM – CNR di Milano, il<br />
DISTAM <strong>nella</strong> Sezione di Microbiologia Agraria, Alimentare ed<br />
Ecologica dell’Università di Milano e il Dipartimento di Pediatria<br />
134
dell’Ospedale San Paolo dell’ Università di Milano.<br />
Relativamente al Polimorfismi, il primo approccio risolutivo per<br />
Sistema di elaborazione di immagini<br />
per elettroforesi.<br />
lo studio delle proteine è di<br />
tipo biochimico. In particolare<br />
vengono analizzate le<br />
caseine del latte, data la marcata<br />
relazione esistente tra<br />
alcune varianti genetiche,<br />
l'attitudine tecnologica dei<br />
latti ed il loro impiego alimentare.Tecniche<br />
elettroforetiche<br />
classiche, quali il<br />
focusing isoelettrico e SDS-<br />
PAGE, permettono di caratterizzare<br />
le proteine sulla<br />
base delle loro caratteristiche fisico-chimiche. Impiegando l'elettroforesi<br />
capillare (CE) è possibile minimizzare i numerosi fattori di<br />
variabilità che possono falsare i risultati dell'analisi, garantendo<br />
un'elevata sensibilità e risoluzione, utilizzando piccole quantità di<br />
solvente e campione.<br />
L'applicazione della cromatografia liquida ad alte prestazioni<br />
(HPLC) per l'analisi proteica permette di ottenere una buona separazione<br />
delle frazioni proteiche e la loro caratterizzazione sia su base<br />
qualitativa che quantitativa. Questa tecnica è utilizzata principalmente<br />
per lo studio delle frazioni proteiche del latte e dei processi<br />
proteolitici. Viene inoltre impiegata nell'analisi di altri costituenti<br />
minori del latte, quali le vitamine. La cromatografia liquida in fase<br />
inversa (RP-HPLC) permette la separazione delle diverse frazioni<br />
caseiniche e l'identificazione<br />
delle varianti fenotopiche<br />
che caratterizzano i latti<br />
influenzandone le proprietà<br />
tecnologiche.<br />
Il principale settore di<br />
investigazione dell'<strong>Istituto</strong> è<br />
stato quello del latte caprino,<br />
ma sono attivi progetti<br />
anche sul latte bovino e<br />
bufalino.<br />
Estrazione di DNA dal latte<br />
135
PRODUZIONI ZOOTECNICHE<br />
Un’altra area di interesse dell’<strong>Istituto</strong> è quella rappresentata dalle<br />
Produzioni Zootecniche.<br />
Bovine al pascolo.<br />
Per la qualità del latte, condiderata la complessità dei geni che<br />
presiedono la sintesi proteica nel latte e che determinano le caratteristiche<br />
organolettiche e di attitudine alla trasformazione, risulta<br />
Latte e formaggio da cui viene<br />
estratto DNA.<br />
essenziale conoscere la biodiversità<br />
individuale e quella<br />
esistente fra razze, per poter<br />
ottenere una materia prima<br />
che possa essere qualificata<br />
ed indirizzata all'ottenimento<br />
di uno specifico prodotto<br />
finale.<br />
Attualmente sono in fase<br />
di ottimizzazione le tecniche<br />
basate sull'amplificazione<br />
specie-specifica del DNA di<br />
diversa natura per l'identifi-<br />
136
cazione della specie da cui proviene il latte utilizzato nell'industria<br />
casearia. In questo modo si può verificare la presenza d'adulterazioni<br />
nei prodotti caseari commerciali.<br />
Oltre alla ricerca sulla qualità del latte, un’ulteriore area di interesse<br />
è quella di costruire un "indice di qualità" della carne, che<br />
consenta al produttore e al consumatore di poter disporre di informazioni<br />
sulle caratteristiche qualitative del prodotto, che viene<br />
commercializzato e acquistato, garantendone la tracciabilità attraverso<br />
la validazione di nuove metodologie per la certificazione dell'origine.<br />
L'<strong>Istituto</strong> si occupa dell'individuazione e identificazione analitica<br />
sia dei marker per la definizione della qualità e delle caratteristiche<br />
nutrizionali e nutracemiche delle carni e del latte, sia dei parametri<br />
in grado di mettere in relazione il prodotto con il territorio di<br />
produzione.<br />
ACQUACOLTURA<br />
L’<strong>Istituto</strong> si occupa anche di Acquacoltura, concentrando le<br />
ricerche nei seguenti ambiti: Avanotteria <strong>Sperimentale</strong>, Gestione<br />
dei Riproduttori, Stazioni di performance e Test di Paternità e<br />
Maternità.<br />
L'avanotteria sperimentale dell'<strong>Istituto</strong> è organizzata in un<br />
settore di allevamento di fito e zooplancton, in una sezione di<br />
Tecnica di lettura di microchips.<br />
schiusa per salmonidi ed in<br />
una serie di 210 piccole<br />
vasche di schiusa e di svezzamento<br />
per specie marine.<br />
Le piccole vasche consentono<br />
di allevare separatamente<br />
la progenie di singole<br />
coppie di riproduttori, fino<br />
alla taglia in cui è possibile<br />
marcare individualmente i<br />
giovani pesci. L'<strong>Istituto</strong> ha<br />
in corso progetti di ricerca<br />
internazionale sull'uso dell'avannotteria ai fini di realizzare schemi<br />
di selezione nelle principali specie marine.<br />
137
Impianti di Acquacoltura.<br />
Presso l'impianto sperimentale<br />
di acquacoltura<br />
vengono gestiti stock di<br />
riproduttori di differenti<br />
specie, in una serie di 6<br />
vasche di 5 metri cubi l'una,<br />
inserite in due impianti a<br />
circuito chiuso.<br />
La gametogenesi viene<br />
gestita tramite fotoperiodo<br />
artificiale e termostatazione<br />
dell'acqua. Il materiale seminale<br />
viene congelato tramite una tecnologia brevettata.<br />
Vengono eseguite procedure di fecondazione artificiale sia per<br />
produrre progenie che per<br />
valutare il livello di fertilità<br />
dei riproduttori e/o di partite<br />
di seme congelato.<br />
La sezione riguardante la<br />
stazione di Performance si<br />
Vasche per avannotteria.<br />
Vasche per i riproduttori.<br />
occupa dell'allevamento<br />
degli animali e consta di 18<br />
vasche da 5 metri cubi l'una,<br />
inserite in quattro impianti a<br />
circuito chiuso. Questi sono<br />
termostatati e monitorati<br />
per diversi parametri che garantiscono l'omogeneità ambientale. Il<br />
Performance test, infatti, si basa su misurazioni effettuate con metodiche<br />
standard su animali<br />
allevati nelle medesime condizioni<br />
ambientali.<br />
Inoltre in questa sezione<br />
vengono eseguiti sia la fase<br />
di allevamento e misurazioni<br />
sulle progenie dei riproduttori<br />
da testare tramite<br />
Progeny test sia il confronto<br />
fra linee.<br />
E' stata pure sviluppata la<br />
138
Schema genomico dello Sparus Aurata.<br />
tecnologia genetica (microsatelliti)<br />
ed informatica<br />
necessaria per caratterizzare<br />
geneticamente i riproduttori<br />
e la loro discendenza. In<br />
questo modo è possibile<br />
individuare i genitori degli<br />
animali inseriti in programmi<br />
di Progeny test così come<br />
misurare il livello di variabilità<br />
genetica di una popolazione<br />
di riproduttori.<br />
BIOTECNOLOGIE E MODELLI ANIMALI<br />
Per quanto concerne invece le Biotecnologie e i Modelli<br />
Animali, gli studi si sono concentrati essenzialmente sulle cellule<br />
staminali e sul trasferimento nucleare. Infatti negli ultimi anni<br />
l'<strong>Istituto</strong> Spallanzani ha iniziato a partecipare, con suo personale<br />
scientifico o mediante convenzioni con enti e/o ricercatori attivi in<br />
questo settore, come il Laboratorio di Tecnologie della<br />
Riproduzione di Cremona, all'attività di importanti gruppi di ricerca<br />
che si propongono di utilizzare modelli animali per lo studio di<br />
approcci terapeutici applicabili successivamente in medicina<br />
umana. Un settore molto promettente sembra essere quello che studia<br />
la possibilità di utilizzare cellule staminali animali di origine<br />
embrionale per valutarne le caratteristiche di moltiplicazione e di<br />
differenziamento in vitro e di integrazione tissutale in vivo dopo<br />
reinoculazione o reimpianto nell'animale donatore. Il suino è la<br />
specie utilizzata come modello.<br />
In questi ambiti di ricerca l'<strong>Istituto</strong> Spallanzani dispone di<br />
laboratori e know how in grado di: - derivare colture di cellule<br />
staminali animali di origine embrionale sia da embrioni ottenuti<br />
con la fecondazione, che mediante trasferimento di nucleo<br />
(autologhe); - studiare il loro comportamento in vitro, la loro<br />
capacità di moltiplicazione nel tempo (population doublings) e<br />
caratterizzarle con marker molecolari; - mettere a punto protocolli<br />
per indurre il differenziamento in vitro verso cellule specializzate.<br />
139
Tecnologia di trasferimento nucleare.<br />
La tecnica del trasferimento<br />
nucleare consente inoltre la<br />
produzione di cloni, utili<br />
soprattutto per la duplicazione<br />
di animali transgenici d'interesse<br />
per l'industria farmaceutica.<br />
Nel corso del 2002<br />
l'<strong>Istituto</strong> Spallanzani ha attivato<br />
una convenzione, di<br />
mutua esclusività, con il<br />
Laboratorio di Tecnologie della Riproduzione (LTR), sito a<br />
Porcellasco (Cremona), per l'attività di ricerca in questo settore.<br />
Il LTR è internazionalmente conosciuto per i suoi importanti<br />
risultati, in particolare per la produzione di cloni bovini sia maschili<br />
che femminili, nonché per la nascita del primo clone di cavalla al<br />
mondo, avvenuta nel 2003.<br />
Questa collaborazione ha<br />
portato alla formulazione di<br />
importanti progetti di ricerca<br />
in questo settore, in particolare<br />
sulla sicurezza dei prodotti<br />
latte e carne ottenibili<br />
da animali clonati e/o dai<br />
loro figli e sullo studio del<br />
differenziamento cellulare<br />
negli embrioni prodotti,<br />
Trasferimento di nucleo in un ovocita bovino.<br />
mediante trasferimento nucleare e previsione del rischio di invecchiamento<br />
precoce associato all'analisi dei telomeri.<br />
ATTIVITÀ FORMATIVA<br />
L’<strong>Istituto</strong> Spallanzani si occupa con incessante impegno di fornire<br />
e organizzare corsi di formazione in vari settori, come il Corso<br />
Avanzato in “Genomica e Proteomica”, il Corso per: “Ricercatori<br />
Esperti in Biotecnologie Avanzate per il Controllo dei Processi e dei<br />
Prodotti di Origine Animale (Resba)”, il Corso di formazione a<br />
distanza nel campo dell’agricoltura, il Corso: “Attivatore dello<br />
Sviluppo nelle Aree Montane sulla Base dell’integrazione tra<br />
140
Mondo della Ricerca, Mondo Produttivo e Gestione Pubblica”,il<br />
Corso di Aggiornamento sulle Biotecnologie dei Docenti dell’Itis<br />
“Volta”, il Corso Teorico-Pratico di Proteomica: Scuola Estiva di<br />
Proteomica “From 2d To Maldi-Tof”, il Corso di Formazione per<br />
Allevatori: “Valorizzazione e Caratterizzazione dei Prodotti<br />
Lattiero-Caseari Caprini attraverso la Valutazione del Legame tra Il<br />
Pascolo, la Tipicità e la Qualità del Latte e dei Formaggi”, la II°<br />
Scuola Estiva Avanzata Di Proteomica "From 2d To Ms" e il Corso<br />
Teorico Pratico Di Proteomica.<br />
EVENTI ORGANIZZATI<br />
Risale all’anno 1948 l’organizzazione da parte dell’<strong>Istituto</strong> del<br />
primo Congresso Internazionale di Fisiopatologia della<br />
Riproduzione Animale e di Fecondazione Artificiale, che si svolse a<br />
Milano e che rappresentò l’inizio di una lunga serie di eventi di<br />
grande successo a livello nazionale ed internazionale.Da allora<br />
l’<strong>Istituto</strong> si occupa attivamente della promozione ed organizzazione<br />
di numerose manifestazioni riguardanti tematiche di grande interesse<br />
scientifico ed ha al suo attivo l’organizzazione di oltre 40<br />
Simposi Internazionali di Zootecnia, nonché di circa un centinaio<br />
di incontri quali seminari, workshop, congressi.<br />
PARTERNARIATO E NETWORK SCIENTIFICO<br />
L'<strong>Istituto</strong> Spallanzani e l'Associazione Italiana Allevatori hanno<br />
costituto il Consorzio di Ricerca e Sperimentazione degli Allevatori<br />
(CRSA), che costituisce uno strumento di coordinamento operativo<br />
e di programmazione progettuale per le attività di ricerca e sviluppo<br />
nel settore della riproduzione e selezione animale.<br />
L’<strong>Istituto</strong> Spallanzani ha pure costituto con il Parco Tecnologico<br />
Padano il laboratorio IDRA-lab (Improvement of Desease<br />
Resistence of Animals- Laboratories), la cui missione è quella di<br />
generare conoscenza per mettere a punto interventi genetico-molecolari<br />
in grado di aumentare, nelle popolazioni zootecniche italiane,<br />
la resistenza a contrarre specifiche malattie o classi di esse.<br />
L’intervento consiste essenzialmente nell’applicazione della genetica<br />
141
quantitativa molecolare che<br />
consente di ottenere generazioni<br />
di animali migliorati<br />
per resistenza alle malattie<br />
attraverso lo sviluppo di<br />
adatti schemi riproduttivi e<br />
di programmi di selezione.<br />
L'<strong>Istituto</strong> inoltre ha<br />
un'intensa vita di relazione<br />
scientifica ed istituzionale.<br />
In alcuni casi questi rapporti<br />
esterni sono stabili<br />
nel tempo e costituiscono<br />
un vero e proprio parternariato<br />
per la formulazione e realizzazione di progetti in diversi<br />
campi. Attualmente l'<strong>Istituto</strong> ha attivi rapporti stabili di parternariato<br />
con diversi enti.<br />
In Italia con l’<strong>Istituto</strong> <strong>Sperimentale</strong> per la Zootecnia, e con il<br />
Laboratorio Centrale di Idrobiologia, con l’<strong>Istituto</strong> <strong>Sperimentale</strong><br />
Lattiero Caseario CRA, con l’Università degli Studi di Milano,<br />
con l’Università Bicocca di Milano, con l’Università di Sassari,<br />
con l’<strong>Istituto</strong> Zooprofilattico <strong>Sperimentale</strong> della Lombardia e<br />
dell'Emilia Romagna, con l’<strong>Istituto</strong> Zooprofilattico <strong>Sperimentale</strong><br />
della Sardegna, con la Società per il Progresso della Zootecnia,<br />
con l’Associazione Regionale Allevatori della Lombardia e con.<br />
All’estero invece con l’Università del Wisconsin (Madison,<br />
USA), con l’Accademia di Agricoltura di Cracovia (Polonia), con<br />
l’Università di Banja Luka in Bosnia ed Erzegovina, con l’ Israel<br />
Oceanographic and Limnologic Research ad Haifa (Israele) e con<br />
l’Akvaforsk Generic Center AS a Sunndalsora (Norvegia).<br />
142