Diapositiva 1 - Centro di Ricerca sulle Biomasse
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Università degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Perugia<br />
5.3.2007<br />
Corso <strong>di</strong> laurea in Ingegneria Meccanica<br />
Seminari professionalizzante sulla<br />
Legislazione Ambientale<br />
Coor<strong>di</strong>natore Prof. Franco Cotana<br />
“La normativa vigente relativa alla riduzione <strong>di</strong> gas<br />
climalteranti derivanti dalla produzione <strong>di</strong> energia elettrica”<br />
Dr. Simone Togni<br />
Responsabile IVPC – Segretario Generale ANEV<br />
Via Piemonte, 39 – 00187 ROMA<br />
Tel. +390642884432 – Fax +390642825850<br />
www.ivpc.com – simone.togni@ivpc.com<br />
www.anev.org – segreteria@anev.org
Università degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Perugia<br />
26.2 - 5.3 e 12.3.2007<br />
L’EVOLUZIONE DEI SISTEMI<br />
INCENTIVANTI<br />
Le fonti pulite <strong>di</strong> energia, che scontano un più alto<br />
prezzo <strong>di</strong> produzione dovuto alla relativa<br />
giovinezza delle tecnologie utilizzate e pertanto in<br />
taluni casi assolutamente non competitive con<br />
quelle fossili, hanno iniziato a ricevere incentivi<br />
per la produzione nel nostro paese con il sistema<br />
introdotto dalla delibera CIP6/92.
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Tale previsione che partiva dal con<strong>di</strong>viso<br />
presupposto che un sistema energetico dovesse<br />
promuovere al suo interno una<br />
<strong>di</strong>fferenziazione del mix dei combustibili<br />
utilizzati e ridurre il più possibile la<br />
<strong>di</strong>pendenza dall’estero per quanto riguarda gli<br />
approvvigionamenti <strong>di</strong> fonti primarie per la<br />
produzione <strong>di</strong> energia, prevedeva il<br />
riconoscimento <strong>di</strong> una tariffa incentivante e<br />
<strong>di</strong>fferenziata per tipologia <strong>di</strong>
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fonte a seconda della maturità raggiunta dalla<br />
stessa ed in grado <strong>di</strong> assicurarne il ritorno<br />
economico dell’investimento da parte<br />
dell’investitore privato. Il sistema era basato<br />
sul principio della remunerazione dell’energia<br />
effettivamente prodotta e limitava l’accesso a<br />
tali incentivi alle fonti rinnovabili pure, alle<br />
quali si affiancarono purtroppo anche quelle<br />
“assimilate” per le quali si ritenne <strong>di</strong> premiare<br />
la <strong>di</strong>minuzione
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<strong>di</strong> inquinamento emesso, superando in tal<br />
modo il principio posto alla base del<br />
provve<strong>di</strong>mento stesso che doveva invece<br />
essere rivolto solo allo sviluppo delle fonti<br />
rinnovabili. Tale commistione tra fonti pure ed<br />
assimilate creò una <strong>di</strong>storsione clamorosa del<br />
sistema, i cui oneri incentivanti che venivano<br />
posti a carico del sistema per il tramite della<br />
tariffa “A3”, servirono in larghissima parte,<br />
oltre l’80%,
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a sviluppare tecnologie che nulla hanno a che<br />
fare con le fonti energetiche rinnovabili.<br />
Questo quadro incentivante aveva tuttavia<br />
alcuni aspetti <strong>di</strong> notevole importanza ed ha<br />
consentito, grazie alla affidabilità del contesto<br />
creato, lo sviluppo delle fonti ancora più<br />
giovani ma che erano già tecnologie pronte ed<br />
efficienti come le biomasse e l’eolico. Il<br />
CIP6/92 infatti garantiva una remunerazione
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praticamente certa per tutto il periodo della<br />
durata prevista, otto anni, <strong>di</strong>fferenziando la<br />
remunerazione a seconda della tecnologia<br />
utilizzata, questo sistema, nonostante i primi<br />
scetticismi, ha poi portato alla realizzazione <strong>di</strong><br />
numerosi impianti ed ha certamente<br />
contribuito in maniera determinante al<br />
raggiungimento degli attuali valori <strong>di</strong><br />
produzione <strong>di</strong> energia verde dell’Italia.
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Tale normativa è stata mo<strong>di</strong>ficata con il Decreto<br />
79/99 che ha <strong>di</strong> fatto introdotto un nuovo<br />
principio stravolgendo completamente<br />
l’assetto delle incentivazioni riconosciute per<br />
tali fonti. Il passaggio <strong>di</strong> sistema ra<strong>di</strong>calmente<br />
opposto a quello ad allora attuato, prevedeva<br />
infatti una sostanziale equiparazione degli<br />
impianti <strong>di</strong> produzione da fonte rinnovabile a<br />
quelli tra<strong>di</strong>zionali, prevedendo un eguale
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trattamento per quello che riguardava la<br />
remunerazione dell’energia prodotta, e<br />
scindendo la parte della tariffa incentivante,<br />
identificata nel Certificato Verde corrisposto a<br />
fronte <strong>di</strong> un quantitativo <strong>di</strong> energia prodotta ed<br />
immessa nella rete <strong>di</strong> trasmissione nazionale e<br />
proveniente da fonti pulite. Il primo aspetto<br />
che tale nuova concezione porta è quello <strong>di</strong><br />
eliminare le fonti assimilate dal beneficio <strong>di</strong><br />
ricevere il
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Certificato Verde, che viene invece concesso<br />
solo alle fonti pure <strong>di</strong> energia rinnovabile; un<br />
secondo aspetto <strong>di</strong> novità, almeno apparente, è<br />
riguardante il fatto il costo dell’incentivo viene<br />
posto a carico dei produttori da fonti<br />
tra<strong>di</strong>zionali e non più dell’intero sistema<br />
elettrico. Tale previsione che nell’idea del<br />
legislatore avrebbe dovuto innescare un<br />
processo virtuoso portando gli stessi produttori<br />
da fonti fossili ad investire nella realizzazione
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<strong>di</strong> nuova potenza da fonti rinnovabili invece <strong>di</strong><br />
trovarsi costretti ad acquistare i certificati da<br />
terzi, portò tuttavia da un lato al ribaltamento<br />
dei costi sostenuti dai grossi produttori sui<br />
clienti finali, e dall’altro non ha comportato<br />
quell’atteggiamento virtuoso auspicato. Il<br />
nuovo sistema oltretutto ha dovuto scontare un<br />
lungo periodo <strong>di</strong> rodaggio poiché l’aleatorietà<br />
del prezzo del Certificato Verde, non<br />
garantiva, come
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ancora non garantisce, gli investitori riguardo il<br />
ritorno economico dell’investimento effettuato.<br />
Infatti la durata prevista per il riconoscimento<br />
dell’incentivo per gli impianti <strong>di</strong> nuova<br />
realizzazione ed alimentati da fonti rinnovabili<br />
è rimasta <strong>di</strong> otto anni ma con un primo grave<br />
han<strong>di</strong>cap determinato dall’in<strong>di</strong>viduazione del<br />
prezzo dell’incentivo solo anno per anno<br />
oltretutto con modalità che non vengono rese<br />
note
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dal Gestore della Rete <strong>di</strong> Trasmissione Nazionale<br />
e quin<strong>di</strong> senza la possibilità <strong>di</strong> effettuare delle<br />
proiezioni realistiche sul prezzo per gli anni<br />
futuri. Questa situazione, aggravata dal fatto<br />
che il nuovo sistema non tiene conto delle<br />
enormi <strong>di</strong>fferenze esistenti tra le <strong>di</strong>verse<br />
tecnologie alla base delle <strong>di</strong>verse fonti<br />
rinnovabili, e quin<strong>di</strong> delle necessarie<br />
<strong>di</strong>fferenziazioni nei corrispettivi riconosciuti<br />
che invece erano uguali per tutte, ha
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portato ad un lungo periodo <strong>di</strong> blocco<br />
pressoché assoluto <strong>di</strong> nuovi impianti. Tale<br />
frenata è durata circa due anni e solo<br />
l’emanazione <strong>di</strong> nuovi provve<strong>di</strong>menti<br />
normativi, peraltro su impulso comunitario,<br />
hanno permesso <strong>di</strong> far ripartire seppur<br />
parzialmente il settore, che sconta tuttavia<br />
ancora notevoli ritar<strong>di</strong> dovuti al perdurare<br />
dell’incertezza del quadro normativo attuale e<br />
paradossalmente <strong>di</strong> una mancanza <strong>di</strong><br />
aspettative positive per il
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futuro. Il paradosso sta nel fatto che la Comunità<br />
Europea ha ormai su tale tema preso una <strong>di</strong>rezione<br />
univoca e certamente molto decisa <strong>di</strong> sviluppo <strong>di</strong><br />
tali fonti pulite <strong>di</strong> energia, <strong>di</strong>ventando a livello<br />
mon<strong>di</strong>ale guida in<strong>di</strong>scussa in tutte le fonti<br />
rinnovabili, sia per potenza installata, sia per<br />
energia prodotta sia infine per sviluppo delle<br />
industrie del settore. L’Italia tuttavia, nonostante<br />
partisse da una situazione largamente positiva in<br />
quanto a
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produzione <strong>di</strong> quelle che vengono chiamate<br />
vecchie rinnovabili (grande idroelettrico e<br />
geotermia), non ha potuto fino ad oggi<br />
sfruttare il contesto comunitario per concorrere<br />
a tali lusinghieri tassi <strong>di</strong> crescita proprio a<br />
causa della carenza <strong>di</strong> una normativa organica,<br />
coerente e <strong>di</strong> lungo periodo. Inoltre il<br />
passaggio da un sistema incentivante all’altro<br />
ha destabilizzato il sistema dei finanziatori<br />
limitando notevolmente la possibilità <strong>di</strong>
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accesso alla finanza <strong>di</strong> progetto, senza la quale<br />
tali infrastrutture non possono <strong>di</strong>ffondersi in<br />
larga scala.
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LA SITUAZIONE ATTUALE<br />
Il recepimento della Direttiva Comunitaria<br />
2001/77/CE con il D. Lgs. 387/03 del<br />
29.12.2003 relativo alla promozione<br />
dell’energia elettrica prodotta da fonti<br />
energetiche rinnovabili nel mercato interno<br />
dell’elettricità, ha introdotto nel sistema<br />
normativo nazionale una rilevante novità<br />
caratterizzata dalla chiara in<strong>di</strong>cazione che tale<br />
Direttiva mostra ai paesi membri, circa la<br />
necessità <strong>di</strong> una specifica normativa
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che regoli il settore delle fonti energetiche<br />
rinnovabili. Tale Decreto ha consentito al<br />
legislatore, seppur con colpevole ritardo, <strong>di</strong><br />
pre<strong>di</strong>sporre un testo che è certamente da<br />
considerare molto specifico e meritoriamente<br />
finalizzato alla risoluzione delle principali<br />
problematiche evidenziatesi come ostative, del<br />
nuovo sistema <strong>di</strong> incentivazione. Primo passo<br />
fondamentale è stato quello <strong>di</strong> fare chiarezza<br />
riguardo alle fonti che possono accedere a tali<br />
incentivi,
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ribadendo all’art. 2 con fermezza come le fonti<br />
“assimilate” non potessero in alcun modo<br />
rientrare tra quelle destinatarie degli incentivi.<br />
Quin<strong>di</strong> statuisce all’articolo successivo una<br />
necessaria in<strong>di</strong>viduazione degli obiettivi<br />
nazionali e delle misure <strong>di</strong> promozione<br />
necessarie al loro raggiungimento; tale<br />
prioritaria opera dovrà essere trasmessa al<br />
Parlamento entro il 30 giugno 2005, a causa<br />
dei ritar<strong>di</strong> nel recepimento infatti è
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venuta a mancare la precedente pubblicazione.<br />
Tale relazione è particolarmente importante<br />
poiché dovrà in<strong>di</strong>care tutti i provve<strong>di</strong>menti<br />
adottati e il loro contributo al raggiungimento<br />
degli obiettivi in<strong>di</strong>cativi nazionali,<br />
eventualmente in<strong>di</strong>viduando i fattori che<br />
ostano al loro raggiungimento; è ragionevole<br />
pensare che tale prima relazione dovrà<br />
fortemente denunciare il gravissimo ritardo in<br />
cui oggi il settore delle rinnovabili si trova, a<br />
causa
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del ritardo nell’applicazione delle previsioni<br />
dello stesso decreto 387/03. L’art. 4 prevede<br />
che la quota <strong>di</strong> obbligo <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong><br />
energia da fonte rinnovabile posta in capo ai<br />
produttori tra<strong>di</strong>zionali, inizialmente fissata nel<br />
2% della produzione od importazione <strong>di</strong><br />
energia, sia incrementata dello 0,35% all’anno<br />
per il triennio 2004-2006. Veniva previsto<br />
inoltre che tale quota venisse aggiornata per i<br />
due trienni successivi entro il 31 <strong>di</strong>cembre
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2004, cosa che non si è tuttora verificata.<br />
Altro argomento fortemente necessario al<br />
corretto funzionamento dell’impalcatura<br />
normativa costruita per lo sviluppo <strong>di</strong> tutte le<br />
fonti energetiche rinnovabili passava poi dal<br />
riconoscimento delle <strong>di</strong>verse maturità delle<br />
fonti utilizzate e delle specificità <strong>di</strong> ognuna <strong>di</strong><br />
esse, pertanto gli articoli 5, 6, 7 ed 8<br />
in<strong>di</strong>viduano <strong>di</strong>sposizioni specifiche<br />
rispettivamente per l’energia prodotta a partire<br />
da biomasse (che dovranno essere
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stu<strong>di</strong>ate da una apposita commissione), per i<br />
piccoli impianti <strong>di</strong> taglia inferiore ai 20 kW<br />
(per i quali l’Autorità per l’Energia Elettrica ed<br />
il Gas dovrà emanare delle norme specifiche<br />
per permetterne lo scambio sul posto), per il<br />
solare fotovoltaico e per le centrali ibride.<br />
Il successivo articolo 9 prevede quin<strong>di</strong> una<br />
interessante attività da svolgere nell’ambito <strong>di</strong><br />
un accordo quinquennale da stipulare con<br />
l’ENEA (anche questo
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ancora in alto mare), finalizzato allo sviluppo <strong>di</strong><br />
misure <strong>di</strong> sostegno della ricerca e della<br />
<strong>di</strong>ffusione delle fonti rinnovabili e<br />
dell’efficienza negli usi finali dell’energia.<br />
Uno degli articoli focali <strong>di</strong> tale provve<strong>di</strong>mento,<br />
alla luce della recente riforma del Titolo V<br />
della Costituzione che ha determinato lo<br />
spostamento la competenza normativa in<br />
materia <strong>di</strong> energia da esclusiva dello Stato a<br />
concorrente tra Stato e Regioni, è quello
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della ripartizione, assolutamente necessaria ed<br />
urgentissima, degli obiettivi nazionali tra le<br />
regioni.<br />
La ratio <strong>di</strong> questa norma sulla quale si deve<br />
necessariamente svolgere una riflessione più<br />
approfon<strong>di</strong>ta, è determinata dalla chiara<br />
visione del legislatore il quale, proprio alla<br />
luce dell’autonomia regionale in questa<br />
materia, ha inteso garantire che gli obiettivi<br />
internazionali assunti a livello nazionale,<br />
venissero rispettati comunque e
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pertanto ha imposto una ripartizione degli stessi<br />
tra i soggetti titolari della potestà legislativa<br />
specifica affinché si facessero carico delle<br />
quote <strong>di</strong> rispettiva spettanza e ponessero in<br />
essere le misure anche normative necessarie<br />
per il loro raggiungimento.<br />
Tale ripartizione peraltro è in<strong>di</strong>cata come<br />
minima, lasciando alle Regioni maggiormente<br />
virtuose la possibilità <strong>di</strong> superarle<br />
in<strong>di</strong>viduandone <strong>di</strong> maggiori. La
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mancata attuazione <strong>di</strong> questa ripartizione è<br />
probabilmente oggi una delle principali cause<br />
delle continue iniziative che le Regioni stanno<br />
prendendo in materia <strong>di</strong> fonti rinnovabili,<br />
in<strong>di</strong>viduando in maniera autonoma e senza<br />
alcun raccordo a livello centrale, metodologie,<br />
obiettivi e regole.<br />
Finché non interverrà il Governo centrale con<br />
una decisa azione volta a spiegare alle<br />
amministrazioni regionali che gli obiettivi<br />
nazionali non sono scollegati da
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quelli regionali e che la realizzazione <strong>di</strong> impianti<br />
alimentati da fonti rinnovabili <strong>di</strong> energia<br />
possono essere realizzati solo dove tali fonti<br />
sono presenti, non sarà possibile avere un<br />
sistema <strong>di</strong> sviluppo delle fonti pulite coerente<br />
con gli obiettivi assunti ed equamente<br />
<strong>di</strong>stribuito nelle zone dove è possibile<br />
effettuarlo.<br />
Dopo l’articolo che introduce un nuovo<br />
sistema <strong>di</strong> garanzia d’origine dell’elettricità<br />
prodotta, una sorta <strong>di</strong> certificazione, per la
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quale sarà opportuno valutare la reale incidenza<br />
sulla produzione <strong>di</strong> nuova energia da FR, vi è<br />
l’altro articolo focale che coglie un altro dei<br />
problemi centrali nello sviluppo delle<br />
rinnovabili, l’iter amministrativo finalizzato<br />
all’acquisizione <strong>di</strong> tutte le autorizzazioni<br />
necessarie alla costruzione <strong>di</strong> un impianto<br />
alimentato da fonti rinnovabili.<br />
Questa previsione, che è esplicitamente<br />
richiesta dalla norma comunitaria e che
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oltretutto si inserisce nell’ambito della<br />
semplificazione amministrativa in atto da<br />
tempo anche nel nostro sistema, istituisce<br />
un’autorizzazione unica che ha come<br />
responsabile del proce<strong>di</strong>mento la Regione, o<br />
un soggetto da essa delegato, e che nel termine<br />
<strong>di</strong> centottanta giorni e con il coinvolgimento <strong>di</strong><br />
tutti i soggetti preposti al rilascio <strong>di</strong><br />
autorizzazioni deve concedere, o negare,<br />
l’autorizzazione unica che costituisce titolo<br />
alla costruzione ed
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all’esercizio dell’impianto e <strong>di</strong> tutte le opere<br />
connesse e le infrastrutture in<strong>di</strong>spensabili.<br />
Purtroppo anche tale provve<strong>di</strong>mento non ha<br />
visto la luce con la conseguenza assolutamente<br />
negativa <strong>di</strong> avere procedure notevolmente<br />
<strong>di</strong>fformi tra Regioni e conseguente aggravio<br />
per i soggetti proponenti che, invece <strong>di</strong> una<br />
semplificazione si trovano oggi <strong>di</strong> fronte a<br />
richieste <strong>di</strong> ogni tipo prese sulla scorta <strong>di</strong><br />
procedure improvvisate e miranti più al
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blocco che alla regolamentazione <strong>di</strong> realtà che<br />
non sono conosciute.<br />
Altro punto focale che il D. Lgs. 387/03 tenta<br />
<strong>di</strong> risolvere è attinente alla partecipazione <strong>di</strong><br />
tali tipologie <strong>di</strong> impianti al mercato elettrico,<br />
punto che richiedeva un intervento deciso da<br />
parte dell’Autorità per l’Energia Elettrica ed il<br />
Gas data la peculiarità degli impianti <strong>di</strong> piccola<br />
taglia e <strong>di</strong> quelli non programmabili.
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A <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> altri provve<strong>di</strong>menti ancora non<br />
emanati dalle competenti autorità, in questo<br />
caso il provve<strong>di</strong>mento è stato seppur con grave<br />
ritardo, emanato ma è ad<strong>di</strong>rittura peggiorativo<br />
rispetto alla situazione antecedente. L’AEEG<br />
ha infatti recentissimamente emanato una<br />
Deliberazione, la 34/05 del 23.2.2005, poi<br />
mo<strong>di</strong>ficata con la Deliberazione 49/05 del<br />
24.3.2005, con le quali peraltro viene<br />
chiaramente <strong>di</strong>sattesa la norma dalla
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quale derivano e che era finalizzata a concedere<br />
una ulteriore possibilità ai produttori <strong>di</strong> energia<br />
da fonte rinnovabile <strong>di</strong> partecipare al mercato<br />
elettrico, partendo dalla incontrovertibile<br />
constatazione della peculiarità tecnica <strong>di</strong> questi<br />
impianti. Invece il provve<strong>di</strong>mento emanato<br />
introduce degli oneri, peraltro<br />
incomprensibilmente elevati, a carico dei<br />
produttori <strong>di</strong> energia da tali fonti senza<br />
oltretutto porli a carico della specifica
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tariffa “A3” per la realizzazione <strong>di</strong> nuovi<br />
impianti da fonti rinnovabili seppur limitati<br />
dalla successiva Deliberazione <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fica.<br />
Continuando la <strong>di</strong>samina puntuale del<br />
provve<strong>di</strong>mento in esame si può notare come<br />
anche il provve<strong>di</strong>mento attinente il<br />
collegamento degli impianti alla rete non sia<br />
ancora stato pre<strong>di</strong>sposto, seppure il documento<br />
in consultazione ha mostrato gravi lacune,<br />
mentre la importantissima
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26.2 - 5.3 e 12.3.2007<br />
compagna <strong>di</strong> informazione prevista dall’articolo<br />
15, sebbene attivata con decreto concertato tra<br />
i ministeri competenti, non è ancora partita.<br />
Anche per quanto attiene la previsione<br />
dell’articolo 17 ancora nessun risultato si è<br />
avuto e questo è un altro articolo <strong>di</strong> notevole<br />
rilevanza in quanto l’inclusione <strong>di</strong> ulteriori<br />
categorie <strong>di</strong> rifiuti ammessi a beneficiare del<br />
regime previsto, potrà consentire o meno il<br />
raggiungimento degli
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obiettivi in<strong>di</strong>cativi; tutto ovviamente<br />
nell’auspicato rispetto delle definizioni a<br />
livello comunitario effettuate onde evitare<br />
eventuali aperture <strong>di</strong> procedure <strong>di</strong> infrazione in<br />
una materia tanto delicata.<br />
Vi sono quin<strong>di</strong> delle previsioni <strong>di</strong> carattere<br />
puramente <strong>di</strong> rapporti con gli altri sistemi<br />
incentivanti e le conclusive <strong>di</strong>sposizioni<br />
specifiche, transitorie e finali.<br />
Analisi a parte riguarda l’Osservatorio<br />
nazionale <strong>sulle</strong> fonti rinnovabili e
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l’efficienza negli usi finali dell’energia, che è<br />
stato nominato ed ha cominciato il suo lavoro.<br />
Tale organo è <strong>di</strong> primaria importanza per il<br />
funzionamento <strong>di</strong> tutto quanto attiene la<br />
promozione della produzione <strong>di</strong> energia dalle<br />
fonti energetiche rinnovabili nel mercato<br />
interno dell’elettricità. Rientrano infatti nei<br />
compiti dell’Osservatorio la verifica della<br />
coerenza tra le misure incentivanti e la<br />
normativa esistente, il monitoraggio delle<br />
iniziative, la
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verifica della vali<strong>di</strong>tà delle misure <strong>di</strong> sostegno<br />
nell’ambito delle politiche e misure nazionali<br />
per la riduzione delle emissioni <strong>di</strong> gas<br />
climalteranti, l’analisi delle tecnologie<br />
esistenti, l’opera <strong>di</strong> consultazione con gli<br />
operatori e, a seguito delle risultanze <strong>di</strong> queste<br />
azioni, la proposta delle eventuali iniziative<br />
necessarie per migliorare il sistema nel suo<br />
complesso. La riuscita <strong>di</strong> tale complesso<br />
compito sarà
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determinata in larga parte dalla capacità che tale<br />
organismo avrà <strong>di</strong> portare le istanze necessarie<br />
all’attenzione dei soggetti tenuti ad intervenire,<br />
e se gli stessi le sapranno e le vorranno<br />
recepire trasformandole in azioni concrete, tale<br />
è l’auspicio e l’unica possibilità che la<br />
normativa possa spiegare in tutto e per tutto la<br />
sua efficacia.<br />
Per tali motivazioni credo che sia anche<br />
essenziale che non si rimetta in
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<strong>di</strong>scussione nuovamente tutto il sistema <strong>di</strong><br />
incentivazione che, seppur non il migliore<br />
possibile, necessita solo <strong>di</strong> alcuni correttivi.<br />
Tali mo<strong>di</strong>fiche potrebbero permettere <strong>di</strong><br />
aggiustare l’impatto normativo in maniera<br />
sufficiente a far partire il complesso<br />
meccanismo normativo ideato producendo un<br />
benefico effetto che indurrebbe l’avvio <strong>di</strong> quel<br />
tanto auspicato effetto a catena che<br />
virtuosamente ci potrebbe portare a rispettare<br />
gli impegnativi obiettivi presi.
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26.2 - 5.3 e 12.3.2007<br />
CONCLUSIONI<br />
Innanzitutto è necessario chiarire quali siano i<br />
principi che, anche da un punto <strong>di</strong> vista<br />
economico oltre che ambientale, giustificano<br />
un sistema <strong>di</strong> incentivazione delle tecnologie<br />
più pulite per la produzione <strong>di</strong> energia e che<br />
hanno prodotto sia a livello internazionale, sia<br />
comunitario ed infine nazionale ad una serie <strong>di</strong><br />
normative che prevedono una graduale<br />
riduzione delle attività antropiche
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che influenzano in modo irreversibile l’ambiente<br />
in cui viviamo.<br />
Bisogna premettere inoltre che il nostro paese<br />
ha un sistema energetico che è sostanzialmente<br />
rimasto fermo, per quanto riguarda il parco <strong>di</strong><br />
generazione poi è certamente molto in<strong>di</strong>etro,<br />
basti pensare che circa il 18% dell’energia che<br />
il nostro paese consuma proviene dall’estero.<br />
In questo contesto è stata approntata<br />
recentemente una normativa specifica<br />
finalizzata a risolvere
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le problematiche <strong>di</strong> carattere autorizzativo<br />
connesse alla realizzazione <strong>di</strong> nuove centrali<br />
termoelettriche che ha permesso<br />
l’approvazione con procedura semplificata<br />
unica <strong>di</strong> circa 20.000 MW <strong>di</strong> nuova potenza.<br />
La realizzazione <strong>di</strong> tali impianti, peraltro non<br />
ancora avviata nonostante le autorizzazioni<br />
siano state da tempo concesse, permetterà <strong>di</strong><br />
colmare questa anomala <strong>di</strong>pendenza dall’estero<br />
per il fabbisogno interno <strong>di</strong> energia elettrica,<br />
ma
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certamente non mo<strong>di</strong>ficherà la situazione <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>pendenza per quanto attiene alle fonti<br />
utilizzate che sono in larghissima parte<br />
importate dall’estero.<br />
Ancor <strong>di</strong> più in quest’ottica, e anche alla luce<br />
della recente entrata in vigore del Protocollo <strong>di</strong><br />
Kyoto a seguito della ratifica da parte della<br />
Russia, e che rende oneroso per i paesi<br />
firmatari il mancato raggiungimento degli<br />
obiettivi previsti per i <strong>di</strong>fferenti comparti<br />
industriali, tra cui quello
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energetico è uno dei più importanti, è prioritaria<br />
la scelta <strong>di</strong> andare verso una sempre maggiore<br />
in<strong>di</strong>pendenza dall’estero per le forniture <strong>di</strong><br />
energia e fonti primarie.<br />
Da queste considerazioni e dalle susseguenti<br />
analisi fatte risulta chiaro che una politica <strong>di</strong><br />
incentivazione all’utilizzo delle fonti<br />
energetiche rinnovabili, che non immettendo in<br />
atmosfera gas inquinanti aiutano a raggiungere<br />
gli obiettivi <strong>di</strong> <strong>di</strong>minuzione <strong>di</strong> CO2 assegnati,<br />
non è solo
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necessaria seguendo un approccio teso al rispetto<br />
dell’ambiente, ma è anche economicamente<br />
conveniente.<br />
Il principio del trattato internazionale<br />
sottoscritto a Kyoto è basato<br />
fondamentalmente sulla riduzione percentuale<br />
delle emissioni inquinanti dei singoli stati<br />
rispetto ai livelli del 1990; l’Italia ha l’obbligo<br />
<strong>di</strong> ridurre tali emissioni del 6,5%,<br />
considerando che oggi rispetto al 1997, anno <strong>di</strong><br />
redazione <strong>di</strong> tale documento, le
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nostre emissioni sono aumentate <strong>di</strong> circa l’8,5%<br />
ci troviamo a dover ridurre <strong>di</strong> circa il 15% tali<br />
emissioni nocive. Tale dato ci porta quin<strong>di</strong> ad<br />
ipotizzare, considerando ferma la situazione ai<br />
dati o<strong>di</strong>erni, un costo complessivo per il<br />
sistema paese derivante dal mancato<br />
raggiungimento degli obiettivi stabiliti, <strong>di</strong> circa<br />
500 milioni <strong>di</strong> €/anno. Inoltre bisogna<br />
considerare che il prezzo <strong>di</strong> produzione<br />
dell’energia da fonte
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rinnovabile non può essere considerata se non<br />
comprendendo i costi esterni, e facendo<br />
questo, cosa che nell’ottica <strong>di</strong> sistema non<br />
sembra possa essere ragionevolmente<br />
<strong>di</strong>sattesa, il costo delle fonti rinnovabili sono<br />
certamente comparabili a quelli delle fonti<br />
fossili, per non parlare del nucleare.<br />
Infine vi è l’aspetto politico riguardante la<br />
necessità <strong>di</strong> rendere il paese energeticamente<br />
in<strong>di</strong>pendente, per quanto
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possibile, dall’estero, sia per motivi economici<br />
sia per motivi strategici, ed a tal riguardo giova<br />
considerare che le fonti rinnovabili sono non<br />
solo ad emissioni zero, ma anche pienamente<br />
presenti sul nostro territorio a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong><br />
quelle fossili, e soprattutto infinite.<br />
Queste considerazioni, chiarissime a livello<br />
comunitario ma forse ancora non pienamente<br />
comprese nel nostro paese, hanno pertanto<br />
portato i paesi più
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innovativi a considerare i vantaggi <strong>di</strong> investire<br />
parte <strong>di</strong> quanto gli sarebbe stato comminato<br />
come sanzione in incentivazioni che avrebbero,<br />
come in effetti hanno, portato nuova<br />
occupazione, sviluppo <strong>di</strong> nuove tecnologie,<br />
innovazione e in<strong>di</strong>pendenza energetica. Una<br />
volta che queste considerazioni saranno<br />
assimilate definitivamente sarà possibile<br />
procedere in maniera certa alla<br />
regolamentazione delle necessarie strutture<br />
normative incentivanti che permetterebbero un
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deciso sviluppo delle FR. La storia dei paesi che<br />
maggiormente stanno incrementando la<br />
percentuale <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> energia elettrica<br />
da fonti rinnovabile, ci <strong>di</strong>mostra che l’unico<br />
strumento valido è quello della normativa che<br />
ne regola lo sviluppo. Non basta un incentivo<br />
remunerativo, come è oggi in Italia per le fonti<br />
rinnovabili più mature, ma serve un quadro <strong>di</strong><br />
riferimento certo che garantisca una durata ed<br />
una volontà politica chiara <strong>di</strong> seguire la strada<br />
intrapresa a parole ma
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che ancora nel nostro paese resta non applicata a<br />
seguito della mancata emanazione dei<br />
provve<strong>di</strong>menti attuativi del D. Lgs. 387/03 <strong>di</strong><br />
recepimento della Direttiva Comunitaria<br />
2001/77/CE.
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BIBLIOGRAFIA:<br />
Decreto Legislativo 387/03<br />
Attuazione della <strong>di</strong>rettiva 2001/77/CE relativa alla promozione<br />
dell’energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili<br />
nel mercato interno dell’elettricità.<br />
Direttiva Comunitaria 2001/77/CE<br />
del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 settembre<br />
2001, sulla promozione dell’energia elettrica prodotta da fonti<br />
energetiche rinnovabili nel mercato interno dell’elettricità.<br />
Decreto Legislativo 79/99<br />
del 16 marzo 1999 recante attuazione della Direttiva
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Comunitaria 96/92/CE recante norme comuni per il mercato<br />
interno dell’energia elettrica.<br />
Decreto MICA 11/99<br />
recanti <strong>di</strong>rettive per l’attuazione delle norme in materia <strong>di</strong><br />
energia elettrica da fonti rinnovabili <strong>di</strong> cui ai commi 1,2 e 3<br />
dell’articolo 11 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79.<br />
Legge 120/02<br />
recante la ratifica ed esecuzione del Protocollo <strong>di</strong> Kyoto alla<br />
Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti<br />
climatici, fatto a Kyoto l’11 <strong>di</strong>cembre 1997.<br />
Delibera CIPE 123/02<br />
recante revisione delle linee guida per le politiche e
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misure nazionali <strong>di</strong> riduzione delle emissioni dei gas serra.<br />
Libro Bianco<br />
per la valorizzazione energetica delle fonti rinnovabili<br />
Legge 9/91<br />
recante norme per l’attuazione del nuovo Piano energetico<br />
nazionale.<br />
Legge 10/91<br />
recante norme per l’attuazione del nuovo Piano energetico<br />
nazionale in materia <strong>di</strong> uso razionale dell’energia, <strong>di</strong> risparmio<br />
energetico e <strong>di</strong> sviluppo delle fonti rinnovabili delle fonti<br />
rinnovabili <strong>di</strong> energia.