Gli sviluppi più diffusi Aculux (FX-24) Paterson E ... - GARGALLO . IT
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Gli sviluppi più diffusi Aculux (FX-24) Paterson E ... - GARGALLO . IT
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<strong>Gli</strong> <strong>sviluppi</strong> più <strong>diffusi</strong><br />
<strong>Aculux</strong> (<strong>FX</strong>-<strong>24</strong>) <strong>Paterson</strong><br />
E’ uno sviluppo standard adatto per ogni marca di pellicola, fornito in<br />
confezione concentrata, da diluire 1+9 (una parte di <strong>Aculux</strong> più nove<br />
parti d'acqua). Produce una grana fine e una gradazione tonale<br />
particolarmente ricca; con le pellicole HPS e Tri-X aumenta la<br />
sensibilità di circa mezzo diaframma.<br />
Si conserva bene nelle bottigliette originali sigillate, discretamente in<br />
confezioni già aperte e male dopo essere stato diluito. Fornisce una<br />
grana fine ma non eccessivamente nitida, e un contrasto medio.<br />
E’ stato sostituito recentemente dall’<strong>Aculux</strong> 2.<br />
Acuspecial (<strong>FX</strong>-21) <strong>Paterson</strong><br />
E’ un liquido concentrato, da diluire in proporzione 1+29 oppure<br />
1+19, che fornisce una nitidezza elevata con le pellicole fino a 200<br />
Iso di sensibilità, quindi è particolarmente adatto per le riprese<br />
tecniche, scientifiche e di oggetti in generale. t molto indicato anche<br />
per soggetti con parti chiare e ombre scure, come i paesaggi con cieli<br />
luminosi e primi piani scuri, o i soggetti fotografati con luce solare<br />
molto forte, che ne esalta il contrasto.<br />
Ha un'azione compensatrice evidente anche con le emulsioni di bassa<br />
sensibilità e un contrasto piuttosto scarso. E’ meno adatto alle<br />
pellicole di alta sensibilità, che hanno uno strato di emulsione più<br />
spesso, perché esercita la sua azione soprattutto sulla superficie. Un<br />
eventuale aumento della sensibilità si ottiene soltanto forzando il<br />
trattamento.<br />
Queste note sono riprese dal volume “Guida pratica allo sviluppo del<br />
Bianco e Nero”, un allegato della Mondadori al numero 94 de “Il Fotografo”<br />
di gennaio 1985<br />
Le note in rosso invece sono mie considerazioni e aggiornamenti, sia sugli <strong>sviluppi</strong><br />
“vecchi” sia su quelli nuovi, al tempo non disponibili.
Acuspeed (<strong>FX</strong>-20) <strong>Paterson</strong><br />
E’ un liquido concentrato molto attivo, adatto per riprese eseguite con<br />
illuminazione scarsa, con pellicole di alta sensibilità come l'HP5 e la<br />
Tri-X, che si possono esporre fino ad un massimo di 1.200 Iso.<br />
Fornisce un contrasto elevato e una grana evidente, e si conserva più<br />
a lungo di molti altri <strong>sviluppi</strong>.<br />
Se ne sconsiglia l'uso con pellicole di media e bassa sensibilità,<br />
perché ne rende più evidente la grana senza però fornire un<br />
corrispondente aumento dell'indice di esposizione. Si tratta<br />
comunque di uno sviluppo da utilizzare solo per i casi di emergenza,<br />
quando uno sviluppo normale non sarebbe in grado di fornire dei<br />
negativi stampabili. Si usa diluito in proporzione 1+7.<br />
Acutol (<strong>FX</strong>-14) <strong>Paterson</strong><br />
E’ uno sviluppo liquido ad alta acutanza, che fornisce risultati<br />
eccezionali con soggetti ricchi di particolari e di piccoli dettagli,<br />
aumentando la nitidezza dei contorni. Unisce il massimo della<br />
definizione a una completa scala tonale, e aumenta la sensibilità di<br />
mezzo diaframma. Ha un'azione compensatrice e fornisce una grana<br />
molto fine. A differenza dell'Acuspeed, i migliori risultati si ottengono<br />
con le pellicole di sensibilità fino a 200 Iso. Si diluisce per l'uso in<br />
rapporto 1+10 e la soluzione ha una conservabilìtà scarsa<br />
specialmente in bottiglia già iniziata.<br />
<strong>FX</strong>-39 <strong>Paterson</strong><br />
E’ lo sviluppo della <strong>Paterson</strong> per le nuove pellicole a grani tabulari.<br />
Alta definizione e grana fine, gradazione tonale ‘pittorica’.<br />
Queste note sono riprese dal volume “Guida pratica allo sviluppo del<br />
Bianco e Nero”, un allegato della Mondadori al numero 94 de “Il Fotografo”<br />
di gennaio 1985<br />
Le note in rosso invece sono mie considerazioni e aggiornamenti, sia sugli <strong>sviluppi</strong><br />
“vecchi” sia su quelli nuovi, al tempo non disponibili.
Atomal Agfa<br />
E’ uno sviluppo in polvere che fornisce una grana estremamente fine,<br />
soprattutto con le pellicole Agfa, senza abbassare la sensibilità delle<br />
emulsioni. Anzi, aumenta di circa mezzo diaframma la sensibilità<br />
delle pellicole da 100-125 Iso, mentre ha scarso effetto su quelle<br />
meno sensibili. Non è molto adatto per quelle ad alta sensibilità<br />
perché perde la sua caratteristica di fineegranulante. Ha una<br />
conservabilità superiore a quella degli altri <strong>sviluppi</strong> della sua<br />
categoria, anche se è già stato diluito.<br />
L’Agfa non produce più l’Atomal (l’Atomal FF in catalogo è un lontano<br />
parente nato per le sviluppatrici verticali. Comunque in Germania la<br />
Calbe e la Efke lo producono ancora, come A 49)<br />
DX-16 Ornano<br />
E’ uno sviluppo in polvere molto energico, che dà una soluzione<br />
pronta all'uso senza ulteriore diluizione e serve ad ottenere una grana<br />
particolarmente grossa e compatta. E’ a base di metolo e glicina, con<br />
l'aggiunta di una sostanza molto alcalina, ma senza conservante. Il<br />
contrasto è elevato e l'aumento della sensibilità è di circa 1<br />
diaframma; la conservabilítà della soluzione pronta è molto scarsa,<br />
quindi dev'essere utilizzata subito dopo averla preparata. Questo<br />
sviluppo si usa con le pellicole di alta sensibilità per ottenere<br />
elaborazioni grafiche. Per eliminare completamente le mezzetinte il<br />
negativo dev'essere riprodotto due o più volte su pellicola<br />
fotomeccanica. La confezione da 1 litro è sufficiente per trattare 8<br />
caricatori da 36 pose.<br />
Queste note sono riprese dal volume “Guida pratica allo sviluppo del<br />
Bianco e Nero”, un allegato della Mondadori al numero 94 de “Il Fotografo”<br />
di gennaio 1985<br />
Le note in rosso invece sono mie considerazioni e aggiornamenti, sia sugli <strong>sviluppi</strong><br />
“vecchi” sia su quelli nuovi, al tempo non disponibili.
Finissimo ST 34 Ornano<br />
E’ uno sviluppo di tipo solvente di composizione complessa, a base di<br />
fenidone. Fornisce una grana ultrafine, un contrasto medio-basso e<br />
un'estesa scala tonale. Non richiede sovraesposizione, anzi, tollera<br />
sottoesposizioni fino a 213 di diaframma. IL adatto per i fortissimi<br />
ingrandimenti e per le riprese con ogni tipo di illuminazione, ma<br />
soprattutto per il controluce e le foto con il flash. Si usa soprattutto<br />
con le pellicole di bassa sensibilità e alto contrasto, con le quali la<br />
grana risulta quasi invisibile. E’ anche molto compensatore, quindi<br />
non è adatto per i soggetti illuminati in modo troppo uniforme. E’<br />
fornito in confezione liquida pronta all'uso da 1 litro, sufficiente per<br />
trattare 10 pellicole da 36 pose.<br />
Fuori produzione<br />
Fino S 31 Ornano<br />
E’ di tipo tampone e contiene monometilparaminofenolo solfato<br />
(Metapol) e idrochinone. Ha un'azione compensatrice, grana molto<br />
fine, ottima resa tonale, buona acutanza e un contrasto medio<br />
tendente al brillante. Non abbassa la sensibilità delle pellicole e<br />
permette di compensare le sottoesposizioni fino a un diaframma. E<br />
quindi uno sviluppo universale, adatto per riprese con luce ambiente,<br />
con luce artificiale, con il flash e per ogni genere di soggetti,<br />
comprese riproduzioni di originali a tinta continua. E’ fornito sia in<br />
polvere sia liquido, e ogni litro può trattare fino a 12 caricatori da 36<br />
pose. Si può usare con pellicole di tutte le sensibilità, da 25 a 400<br />
Iso.<br />
Fino ST 33 Ornano<br />
E’ di tipo tampone, a base di fenidone e idrochinone, ha un'altissima<br />
energia, consente sottoesposizioni fino a 3 diaframmi e fornisce grana<br />
fine e contrasto brillante. Si può utilizzare anche a basse<br />
Queste note sono riprese dal volume “Guida pratica allo sviluppo del<br />
Bianco e Nero”, un allegato della Mondadori al numero 94 de “Il Fotografo”<br />
di gennaio 1985<br />
Le note in rosso invece sono mie considerazioni e aggiornamenti, sia sugli <strong>sviluppi</strong><br />
“vecchi” sia su quelli nuovi, al tempo non disponibili.
temperature, fino ad un minimo di 12 gradi. E’ consigliato per le<br />
pellicole di media e alta sensibilità, mentre quelle lente sono poco<br />
adatte. La grana non è delle più fini ma appare molto regolare.<br />
Trova le sue applicazioni migliori per le riprese a luce ambiente, con<br />
livelli d'illuminazione bassi e bassissimi, quindi per le foto di<br />
reportage e di sport e la telefotografia. E’ disponibile sia in polvere sia<br />
liquido e si può usare tale e quale oppure diluito 1+1, con possibilità<br />
di riutilizzazione; si può usare anche come bagno a perdere, nelle<br />
diluizioni da 1+2 a 1+8. La capacità di trattamento è di circa 14<br />
pellicole per ogni litro di bagno usato tale e quale. In diluizione 1+1<br />
tratta fino a 7 pellicole.<br />
Gradual ST 20 Ornano<br />
E’ un liquido concentrato da diluire in proporzione 1+9 e si getta dopo<br />
l'uso. Ha una formula complessa a base di fenidone e ha un<br />
contrasto medio, con una discreta azione compensatrice. Ha<br />
un'altissima acutanza, una grana molto fine e un'ottima resa tonale;<br />
inoltre permette di aumentare di circa 1 diaframma la sensibilità delle<br />
pellicole. Anche questo è uno sviluppo universale, adatto per<br />
fortissimi ingrandimenti e per riprese a luce ambiente scarsa, luce<br />
artificiale diffusa, moda, reportage e architettura, micro e<br />
macrofotografia. Fornisce i risultati migliori con le pellicole di media e<br />
alta sensibilità.<br />
HC 110 Kodak<br />
Si presenta come un liquido concentrato e si può usare in due<br />
diluizioni, 1+15 oppure 1+31. Permette lo sviluppo veloce delle<br />
pellicole di qualunque sensibilità, caratteristica molto apprezzata dai<br />
fotoreporter. Nella diluizione 1+15, ad esempio, la pellicola Pan F<br />
llford si sviluppa in soli 2 minuti, e la Panatomic-X Kodak in appena 2<br />
Queste note sono riprese dal volume “Guida pratica allo sviluppo del<br />
Bianco e Nero”, un allegato della Mondadori al numero 94 de “Il Fotografo”<br />
di gennaio 1985<br />
Le note in rosso invece sono mie considerazioni e aggiornamenti, sia sugli <strong>sviluppi</strong><br />
“vecchi” sia su quelli nuovi, al tempo non disponibili.
minuti e 45 secondi. I negativi che si ottengono presentano dettagli<br />
marcati nelle ombre e un'eccellente resa dei valori tonali.<br />
La grana risulta evidente e il velo di fondo è molto debole, anche con<br />
uno sviluppo prolungato.<br />
La conservazione è ottima nelle confezioni sigillate, mentre la<br />
soluzione diluita si esaurisce molto in fretta.<br />
D-76 Kodak, ID-11 Ilford, S38 Ornano<br />
Entrambi questi <strong>sviluppi</strong> si basano su una formula tradizionale a base<br />
di metolo e idrochinone, che fornisce risultati normali sotto tutti gli<br />
aspetti, compreso quello della sensibilità.<br />
E’ a grana fine ma non ha un'azione solvente troppo spinta sui granuli<br />
d'argento e compensa gli errori di esposizione. IL fornito in polvere e<br />
ha un'ottima conservazione. Si può adottare come sviluppo<br />
universale per tutti i tipi di pellicole, di qualunque sensibilità e marca.<br />
Ilfosol II Ilford<br />
E’ un ottimo sviluppo in soluzione concentrata, da diluire e gettare<br />
dopo l'uso, e possiede una scarsa conservabilità in bottiglie già<br />
aperte. Quindi va bene per chi scatta regolarmente un rullo alla<br />
settimana, ma non per chi sviluppa una pellicola al mese. Infatti<br />
tende ad ossidarsi senza però diventare scuro, quindi rischia di<br />
ingannare chi non tiene presente questa sua caratteristica.<br />
Fornisce una grana particolarmente nitida, sfrutta a fondo la<br />
sensibilità della pellicola ed è compensatore. Il contrasto è medio;<br />
l'Ilfosol II non si presta al trattamento forzato.<br />
Da questo sviluppo è nato poi l’Ilfosol-S: sviluppo che non ha<br />
particolari pregi ma che nel mondo anglosassone consigliano per<br />
iniziare a lavorare in C.O. Comunque la conservabilità è ancora fonte<br />
di ….. discussione ☺.<br />
Queste note sono riprese dal volume “Guida pratica allo sviluppo del<br />
Bianco e Nero”, un allegato della Mondadori al numero 94 de “Il Fotografo”<br />
di gennaio 1985<br />
Le note in rosso invece sono mie considerazioni e aggiornamenti, sia sugli <strong>sviluppi</strong><br />
“vecchi” sia su quelli nuovi, al tempo non disponibili.
Microdol-X Kodak<br />
Fornisce negativi a grana fine e un'eccellente risoluzione dei<br />
particolari più minuti con una minima perdita della sensibilità effettiva<br />
della pellicola. E’ particolarmente indicato per lo sviluppo di pellicole<br />
di piccolo formato, quando si vogliono forti rapporti d'ingrandimento.<br />
Si usa non diluito, ma se si vuole una maggiore definizione è possibile<br />
diluirlo con tre parti d'acqua; in questo modo la pellicola conserva la<br />
sua totale sensibilità, però la grana risulta meno fine di quella<br />
ottenuta con lo sviluppo non diluito.<br />
La soluzione diluita non si può riutilizzare, ma dev'essere gettata<br />
dopo l'uso. Ogni litro di Microdol-X non diluito può trattare 4<br />
caricatori da 36 pose, aumentando la durata del 15% dopo ogni<br />
pellicola.<br />
Sulla diluizione 1+3 spendo qualche parola: è una ‘mano santa’<br />
soprattutto con pellicole ‘vecchie’ (Plus-X e Tri-X) delle quali esalta le<br />
doti ‘timbriche’ (grandissima estensione tonale) limitandone la grana<br />
☺.<br />
In più l’acutanza diventa notevolissima.<br />
Microphen Ilford<br />
E’ uno sviluppo in polvere a grana fine ed alta acutanza caratterizzato<br />
da una grande stabilità e dalla capacità di aumentare la sensibilità<br />
generale delle pellicole del 50%. La maggioranza degli <strong>sviluppi</strong> che<br />
aumentano la sensibilità producono un aumento della grana, mentre<br />
il Microphen elimina questo inconveniente; inoltre può sviluppare per<br />
tempi molto lunghi, grazie alla bassa alcalinità della soluzione. Il<br />
Microphen è confezionato in polvere per fare 600 cc. di soluzione<br />
pronta all'uso; si può utilizzare anche diluito, in rapporto 1+1 oppure<br />
1+3 con le pellicole di piccolo formato, ottenendo un aumento<br />
Queste note sono riprese dal volume “Guida pratica allo sviluppo del<br />
Bianco e Nero”, un allegato della Mondadori al numero 94 de “Il Fotografo”<br />
di gennaio 1985<br />
Le note in rosso invece sono mie considerazioni e aggiornamenti, sia sugli <strong>sviluppi</strong><br />
“vecchi” sia su quelli nuovi, al tempo non disponibili.
dell'acutanza e un miglioramento della scala tonale nelle ombre e<br />
nelle alte luci.<br />
La sensibilità effettiva delle pellicole viene normalmente aumentata di<br />
mezzo diaframma; la durata della soluzione diluita è di circa due mesi<br />
in recipienti pieni a metà.<br />
Nucleol BF 200 Ornano<br />
E’ uno sviluppo concentrato che si conserva in due bagni separati, da<br />
mescolare prima dell'uso in proporzioni diverse, a seconda della<br />
sensibilità che si vuole ottenere. In questo modo è possibile<br />
conservare abbastanza a lungo uno sviluppo che ha un'attività così<br />
energica da iniziare ad ossidarsi non appena è stato preparato.<br />
L'azione è compensatrice e il contrasto piuttosto morbido, mentre lo<br />
sfruttamento della sensibilità è buono, e si può migliorare<br />
aumentando la durata del trattamento. Le pellicole da 400 Iso si<br />
possono tirare fino a 1600 Iso. E’ uno sviluppo universale, adatto per<br />
forti ingrandimenti e per riprese a luce ambiente debole e luce<br />
artificiale. E’ l'unico che può sviluppare la speciale pellicola XP1-400<br />
llford (la pellicola è fuori produzione da diversi anni).<br />
Perceptol Ilford<br />
E’ stato studiato apposta per sfruttare l'ottima struttura della grana<br />
della pellicola FP4 e fornisce con questo film risultati migliori di quelli<br />
che si ottengono normalmente con lo sviluppo ID-11 (oppure D-76).<br />
Ha un'azione solvente sui granuli d'argento e richiede un aumento<br />
dell'esposizione di un diaframma.<br />
La conservabilità è buona in recipienti chiusi, scarsa in bacinelle o<br />
vaschette verticali aperte. La grana appare piuttosto nebulosa, come<br />
per tutti gli <strong>sviluppi</strong> ad azione solvente, e il contrasto è basso. Il<br />
Perceptol non è molto adatto all'abbinamento con le pellicole Agfa e<br />
Queste note sono riprese dal volume “Guida pratica allo sviluppo del<br />
Bianco e Nero”, un allegato della Mondadori al numero 94 de “Il Fotografo”<br />
di gennaio 1985<br />
Le note in rosso invece sono mie considerazioni e aggiornamenti, sia sugli <strong>sviluppi</strong><br />
“vecchi” sia su quelli nuovi, al tempo non disponibili.
in genere con quelle di alta sensibilità. Di solito questo sviluppo si usa<br />
concentrato e si riutilizza; se si usa diluito va gettato dopo l'uso.<br />
Per l’uso diluito valgono le stesse considerazioni che per il Microdol-X.<br />
Refinal Agfa<br />
Ha azione compensatrice, sfrutta completamente la sensibilità e si<br />
usa soprattutto in vasca verticale, perché si conserva bene e si può<br />
rigenerare con l'apposita soluzione. Fornisce un contrasto normale e<br />
una grana finissima. Quindi si può considerare uno sviluppo<br />
universale adatto per pellicole di ogni marca e sensibilità, anche se<br />
fornisce risultati leggermente migliori con le pellicole Agfa.<br />
Celentano nel suo libro “I materiali fotografici”, ed. Il castello, e la<br />
stessa Agfa, indicano il Refinal come alternativa al D-76/ID-11. Ma<br />
rispetto a quest’ultimo darebbe una grana uguale per dimensione ma<br />
più nitida ed un contrasto leggermente maggiore.<br />
Rodinal Agfa<br />
E’ un nome ormai famoso nella fotografia, perché la formula originale,<br />
a base di paramminofenolo, è stata ideata nel 1891. Continua ad<br />
essere largamente utilizzato grazie alla sua comodità d'uso: se ne<br />
prendono pochi cc. e si diluiscono con acqua, in proporzioni varianti<br />
da 1+25 ad 1+100, a seconda del contrasto che si vuole ottenere.<br />
Oltre a uno sfruttamento elevato della sensibilità dei negativi, il<br />
Rodinal permette di ottenere anche una notevole nitidezza dei<br />
contorni e una grana media ma nitida. La conservabilità è illimitata<br />
(oltre venti anni) nelle confezioni sigillate, mentre in quelle già aperte<br />
si conserva per almeno 6 mesi. Questo sviluppo conserva la sua<br />
energia anche quando inizia ad ossidarsi e a diventare scuro.<br />
Queste note sono riprese dal volume “Guida pratica allo sviluppo del<br />
Bianco e Nero”, un allegato della Mondadori al numero 94 de “Il Fotografo”<br />
di gennaio 1985<br />
Le note in rosso invece sono mie considerazioni e aggiornamenti, sia sugli <strong>sviluppi</strong><br />
“vecchi” sia su quelli nuovi, al tempo non disponibili.
Rodinal S Agfa<br />
La formula è quasi identica al Rodinal tradizionale, con l'aggiunta di<br />
una dose maggiore di metabisolfito, per non ingigantire le dimensioni<br />
della grana. Si conserva ancora più a lungo del Rodinal e ha un<br />
contrasto leggermente minore. Tutte le altre caratteristiche sono<br />
identiche. La soluzione concentrata si diluisce con acqua in<br />
proporzione 1+15, e si getta dopo l'uso.<br />
Tofen S 37 Ornano<br />
Energia e capacità compensatrice sono le due caratteristiche più<br />
importanti di questo sviluppo liquido a base di fenidoneidrochinone,<br />
che fornisce una grana fine e un aumento di sensibilità di circa I<br />
diaframma.<br />
Si conserva bene e può trattare fino a 13 caricatori da 36 pose per<br />
litro. Permette di salvare negativi sottoesposti fino a 2 diaframmi e<br />
ha un contrasto moderato. Si può usare con tutte le pellicole, ed è<br />
particolarmente adatto alle riprese con il flash, a luce ambiente con<br />
forti contrasti e in genere con bassi livelli di illuminazione. Un'altra<br />
sua caratteristica è la capacità di lavorare anche a temperature<br />
basse, dell'ordine di 120, aumentando i tempi di trattamento.<br />
T-Max Kodak<br />
E’ uno sviluppo nato insieme ed appositamente per le pellicole a grani<br />
tabulari (le T-Max appunto). Infatti gli <strong>sviluppi</strong> tradizionali<br />
sembravano non riuscire ad esaltare le nuove pellicole: il contrasto<br />
era ‘fiacco’, la grana non rimaneva così ‘invisibile’ come era logico che<br />
fosse, ecc… Comunque è uno sviluppo che si può considerare di uso<br />
universale anche con le altre pellicole, anzi viene indicato fra i più<br />
adatti allo sviluppo di pellicole tirate.<br />
Queste note sono riprese dal volume “Guida pratica allo sviluppo del<br />
Bianco e Nero”, un allegato della Mondadori al numero 94 de “Il Fotografo”<br />
di gennaio 1985<br />
Le note in rosso invece sono mie considerazioni e aggiornamenti, sia sugli <strong>sviluppi</strong><br />
“vecchi” sia su quelli nuovi, al tempo non disponibili.
Kodak Xtol<br />
In tempi recenti in USA sono cambiate alcune normative per la<br />
produzione di ritrovati chimici e la Kodak iniziò per ciò una ricerca che<br />
la portasse ad avere uno sviluppo dalla produzione meno inquinante.<br />
Nacque così l’Xtol: trattasi di una variante dell’acido ascorbico, cioè la<br />
Vitamina C ☺.<br />
Comunque, necessità di nascita a parte, si tratta di un ottima<br />
sviluppo universale che va ad affiancare il Kodak D-76 come utilizzo:<br />
rispetto a quest’ultimo produce una grana più fine e una acutanza<br />
migliore. Anche la conservabilità sembra buona: all’inizio si ipotizzava<br />
una vita utile di soli 3 mesi una volta diluito, io l’ho usato anche a<br />
distanza di 8 mesi senza avere il benché minimo problema.<br />
Due i difetti fin qui accertati:<br />
La sua energia cambia a seconda del tipo di pellicola usata: con<br />
Kodak , Ilford e Fuji non ha problemi con le Agfa invece, se usato<br />
diluito, deve essere usato in quantità doppia. Es. Diluizione 1+3 con<br />
Kodak Plus-X: 100+300ml d’acqua; con APX-100: 200+600ml. Infatti<br />
per le pellicole la quantità minima di prodotto a 100, per le Agfa e<br />
200ml.<br />
Il foglio istruzioni Kodak: per il tipo di agitazione proposta è<br />
completamente errato. 2 soluzioni:<br />
O si aumentano i tempi (10-15%)<br />
O si agita in maniera diversa: 30 secondi iniziali poi 5/7 agitazioni<br />
rapide e violente in 5 secondi ogni 30 secondi.<br />
Ilfotec DD-X Ilford<br />
Anche in questo caso lo sviluppo è nato perché nei laboratori Ilford ci<br />
si era accorti che era più facile avere ottimi risultati dalle Delta con i<br />
liquidi usati per i laboratori di sviluppo automatico che con i<br />
Queste note sono riprese dal volume “Guida pratica allo sviluppo del<br />
Bianco e Nero”, un allegato della Mondadori al numero 94 de “Il Fotografo”<br />
di gennaio 1985<br />
Le note in rosso invece sono mie considerazioni e aggiornamenti, sia sugli <strong>sviluppi</strong><br />
“vecchi” sia su quelli nuovi, al tempo non disponibili.
tradizionali rivelatori ‘casalinghi’: la cura in C.O. era maggiore ma non<br />
era ricambiata dalla qualità.<br />
I risultati che si ottengono sono ottimi con le Delta e le T-max, ma<br />
sono eccellenti anche con le pellicole ‘tradizionali’, uguali a quelli che<br />
si ottengono con il Micropen. Infatti molti lo considerano una variante<br />
liquida di quest’ultimo.<br />
Per inciso: la Delta 100 con l’ID-11 e la Delta 400 con il Microphen<br />
offrivano ottimi risultati, ma probabilmente con la recente Delta 3200<br />
bisognava ricorrere al T-Max ☺, ecco perché il DD-X è uscito dopo<br />
tanto tempo rispetto alle pellicole 100 e 400 ma subito dopo la 3200.<br />
Ultrafin Tetenal<br />
E’ lo sviluppo ‘universale’ di casa Tetenal. Diluizioni da 1+10 a 1+30.<br />
Molti lo paragonano al D-76/ID-11 per risultati.<br />
Ultrafin Plus Tetenal<br />
E’ la risposta Tetenal al T-Max della Kodak. Nasce per lo sviluppo<br />
delle pellicole T-Max, Delta e Neopan, ma da ottimi risultati con ogni<br />
pellicola. Grana minore e un’acutanza maggiore rispetto al D-76.<br />
Per le pellicole Fuji Neopan non esiste di meglio ☺.<br />
Ultrafin SF Tetenal<br />
Con questo sviluppo la Tetenal cerca di ottenere dalle pellicole la<br />
minor grana possibile (grain Super Fin), ma, al contrario di quello che<br />
accade con Microdol-X e Perceptol, senza intaccare la sensibilità<br />
nominale e soprattutto con una acutanza notevole.<br />
Nelle prove effettuate devo dire che la grana effettivamente é<br />
piccolissima (la Neopan 1600 somiglia alla Delta 400 per la grana) e<br />
la pellicola era stata esposta alla sensibilità nominale. L’acutanza era<br />
Queste note sono riprese dal volume “Guida pratica allo sviluppo del<br />
Bianco e Nero”, un allegato della Mondadori al numero 94 de “Il Fotografo”<br />
di gennaio 1985<br />
Le note in rosso invece sono mie considerazioni e aggiornamenti, sia sugli <strong>sviluppi</strong><br />
“vecchi” sia su quelli nuovi, al tempo non disponibili.
uona ma non al livello degli <strong>sviluppi</strong> Ornano Fino ST, Gradual e<br />
Microdol-X 1+3.<br />
Emofin Tetenal<br />
E’ uno che lavora con la tecnica dei due bagni, dove, sviluppando<br />
separatamente alte luci e ombre, si riesce ad ottenere un potere<br />
compensatore eccezionale. Grazie a questa sua caratteristica si ha<br />
anche un netto guadagno della sensibilità. La grana è fine.<br />
Neofin Blu<br />
Si tratta della storica formula del Beutler: è uno sviluppo dal quale si<br />
ottiene una grana molto fine ed una grande nitidezza.<br />
La formula ha due varianti: questa è quella per pellicole di medio-<br />
bassa sensibilità.<br />
Neofin Rosso<br />
E questa è invece la variante per le pellicole ad alta e altissima<br />
sensibilità.<br />
MX Ornano<br />
E’ lo sviluppo per pellicole ‘moderne’ della Ornano. Assicura ottimi<br />
risultati con T-Max e Delta, ma risulta eccellente anche con pellicole<br />
tradizionali, soprattutto con le Agfa APX-25 e APX-100, la cui<br />
struttura chimica è un incrocio tra la tecnica della maturazione dei<br />
grani tradizionale e quella dei grani piatti.<br />
Queste note sono riprese dal volume “Guida pratica allo sviluppo del<br />
Bianco e Nero”, un allegato della Mondadori al numero 94 de “Il Fotografo”<br />
di gennaio 1985<br />
Le note in rosso invece sono mie considerazioni e aggiornamenti, sia sugli <strong>sviluppi</strong><br />
“vecchi” sia su quelli nuovi, al tempo non disponibili.
Combinazioni:<br />
In questa parte parliamo di alcune combinazioni pellicola-sviluppo che<br />
vanno apprezzate per la loro ‘particolare’ riuscita, anche in<br />
considerazione di ciò che si cerca: acutanza, compensazione, ecc…<br />
Anche in questa parte le combinazioni scritte in nero sono tratte dal<br />
libro in questione o da altre fonti che verranno di volta in volta citate,<br />
quelle in rosso sono quelle che io ho sperimentato sulla mia ‘pelle’ ☺.<br />
Ottenere ingrandimenti giganti:<br />
Kodak Technical Pan in Kodak Technidol (e qui mi pare che si scopra<br />
l’acqua calda ☺.<br />
Agfa Agfapan 25 in Kodak D-76 (sostituire la 25 con la APX-25)<br />
Pan F in <strong>Paterson</strong> Acuspecial (sostituire la Pan F con la Pan F Plus)<br />
Agfa Agfapan APX-25 in Microdol-X stock<br />
Agfa Agfapan APX-25 in Microdol-X 1+3 (la grana è leggermente<br />
meno piccola ma una maggiore acutanza)<br />
Agfa Agfapan APX-25 in Tetenal Neofin Blu (Il Fotografo)<br />
Ottenere la più estesa gradazione tonale:<br />
Ilford FP-4 in Ornano Fino S 31 (sostituire la FP-4 con la FP-4 Plus)<br />
Agfa Agfapan 100 in Agfa Refinal (sostituire la 100 con la APX-100)<br />
Agfa Agfapan APX-100 in Microdol-X 1+3<br />
Fuji Neopan SS in D-76 1+1<br />
Comunque preferire <strong>sviluppi</strong> con forti capacità compensative.<br />
Fotografare con pochissima luce:<br />
Kodak Recording <strong>24</strong>75 in Ornano Tofen S37 (magari a trovarla la<br />
recording ☺).<br />
Kodak T-Max P3200 in Kodak T-Max<br />
Ilford Delta 3200 in Ilfotec DD-X<br />
Queste note sono riprese dal volume “Guida pratica allo sviluppo del<br />
Bianco e Nero”, un allegato della Mondadori al numero 94 de “Il Fotografo”<br />
di gennaio 1985<br />
Le note in rosso invece sono mie considerazioni e aggiornamenti, sia sugli <strong>sviluppi</strong><br />
“vecchi” sia su quelli nuovi, al tempo non disponibili.
Fuji Neopan 1600 in Tetenal Ultrafin Plus (questa è quella che<br />
preferisco)<br />
Ottenere negativi brillanti:<br />
Agfa Agfapan 100 in Agfa Rodinal 1+15 (sostituire la 100 con la APX-<br />
100)<br />
Comunque aumentando il tempo di sviluppo per avere un indice di<br />
contrasto maggiore (0,80 invece di 0,45) funziona comunque ma si<br />
ha un ingrossamento della grana e un negativo meno facile da<br />
stampare.<br />
Agfa Agfapan APX-100 in Tetenal Ultrafin Plus (con I.C. di 0.60)<br />
Le migliori combinazioni ‘universali’:<br />
Agfa Agfapan APX-100 in Tetenal Ultrafin Plus<br />
Ilford FP-4 Plus in Ilford ID-11 1+1<br />
Ilford HP-5 Plus in Ilford Microphen 1+1<br />
Ilford Delta 100 in Ilford ID-11 1+1<br />
Ilford Delta 400 in Ilford Microphen 1+1<br />
Kodak Plus-X in Kodak Microdol-X 1+3<br />
Kodak Tri-X in Kodak D-76 1+1<br />
Kodak Tri-X in Kodak Microdol-X 1+3<br />
Fuji Neopan 400 in Tetenal Ultrafin Plus<br />
Fuji Neopan 1600 in Tetenal Ultrafin Plus<br />
Queste note sono riprese dal volume “Guida pratica allo sviluppo del<br />
Bianco e Nero”, un allegato della Mondadori al numero 94 de “Il Fotografo”<br />
di gennaio 1985<br />
Le note in rosso invece sono mie considerazioni e aggiornamenti, sia sugli <strong>sviluppi</strong><br />
“vecchi” sia su quelli nuovi, al tempo non disponibili.
Tabella n.1<br />
Qui vediamo in dettaglio alcune combinazioni delle quali si è parlato nelle pagine precedenti<br />
Pellicola Sviluppo Dil. C° IC Time Agitazione<br />
Agfa Agfapan APX-25 Kodak Microdol-X 1+3 <strong>24</strong> 16’30’’ 5 agitazioni in 5 secondi ogni 30 secondi<br />
Agfa Agfapan APX-25 Tetenal Neofin Blu 16cc in 250ml <strong>24</strong> 0,7 11’45’’ 1 minuto iniziale poi 1 agitazione al minuto<br />
Agfa Agfapan APX-100 Tetenal Ultrafin Plus 1+4 <strong>24</strong> 0,7 8’00’’ 30 secondi iniziali, poi 3 rovesciamenti al minuto<br />
Fuji Neopan 400 Tetenal Ultrafin Plus 1+4 <strong>24</strong> 0.7 8’00’’ 30 secondi iniziali, poi 3 rovesciamenti al minuto<br />
Ilford Delta 100 Ilford ID-11 1+1 <strong>24</strong> 9’00’’ 1 minuto iniziale, poi 5 secondi ogni 30’’<br />
Kodak Tri-X Ilford ID-11 1+1 22 9’00’’ 10 secondi per ogni minuto di trattamento<br />
Fuji Neopan SS Ilford ID-11 1+1 22 9’00’’ 10 secondi per ogni minuto di trattamento<br />
Kodak Plus-X Kodak Microdol-X 1+3 <strong>24</strong> 12’00’’ 1 minuto iniziale, poi 5 secondi ogni 2 minuti<br />
Kodak Tri-X Kodak Microdol-X 1+3 <strong>24</strong> 13’00’’ 10 secondi per ogni minuto di trattamento<br />
Ilford FP-4 Plus Ilford ID-1 1+1 22 6’30’’ 10 secondi per ogni minuto di trattamento<br />
Ilford FP-4 Plus Ornano Fino S31 20 0,55 4’30’’ 20 secondi all’inizio poi 10’’ per ogni minuto<br />
Agfa Agfapan APX-100 Agfa Refinal (esp.125) 20 0,55 6’00’’ 1 minuto poi 1 agitazione ogni 30 sec<br />
Queste note sono riprese dal volume “Guida pratica allo sviluppo del Bianco e Nero”, un allegato della Mondadori al<br />
numero 94 de “Il Fotografo” di gennaio 1985<br />
Le note in rosso invece sono mie considerazioni e aggiornamenti, sia sugli <strong>sviluppi</strong> “vecchi” sia su quelli nuovi, al tempo non disponibili.