Gaspar Schott di Giancarlo Costa
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mente allagata, e l’uomo imbracato in tal modo<br />
sarebbe inevitabilmente annegato. Questo prova<br />
che lo scafandro concepito da <strong>Schott</strong> - probabilmente<br />
come altre delle sue invenzioni - rimase<br />
allo sta<strong>di</strong>o teorico, ma rappresenta uno dei primi<br />
tentativi <strong>di</strong> affrancarsi dal legame con la superficie,<br />
infatti il gesuita critica la campana dei due<br />
greci che si erano immersi nel Tago con una<br />
necessariamente imponente apparecchiatura e<br />
immagina l’uomo libero <strong>di</strong> andarsene a spasso<br />
per il fondo del mare. Un’altra omissione - non<br />
piccola - sull’uso della lorica, è che il gesuita<br />
non <strong>di</strong>ce come si fa a tornare in superficie; probabilmente<br />
secondo la sua immaginazione l’uomo<br />
sarebbe partito da una spiaggia o da una riva<br />
<strong>di</strong> un fiume camminando tranquillamente, e con<br />
lo stesso sistema sarebbe tornato a riva. Va ricordato<br />
tuttavia, che un altro inventore, Franz<br />
Kessler, già dal 1616 aveva immaginato una<br />
campana del tutto simile a quella <strong>di</strong> <strong>Schott</strong>, ed è<br />
probabile che il gesuita abbia preso l’idea da<br />
questi. Le campane resteranno sempre collegate<br />
con la superficie, ma il loro volume verrà progressivamente<br />
ridotto fino ad essere poggiate<br />
sulle spalle dell’uomo per trasformarsi nel casco<br />
da palombaro, ovvero aumenterà assumendo la<br />
forma <strong>di</strong> parallelepipedo, dando origine ai cassoni.<br />
coinquilino del protagonista del romanzo <strong>di</strong><br />
Umberto Eco “L’isola del giorno prima”, a<br />
bordo della misteriosa nave Daphne. Nel capitolo<br />
25, intitolato non a caso Tecnica Curiosa,<br />
Eco immagina l’invenzione della campana (e ne<br />
fa una minuziosa ed esattissima descrizione) per<br />
fuggire dalla Daphne ancorata al largo <strong>di</strong> quest’isola.<br />
Alla descrizione dello scafandro <strong>di</strong><br />
<strong>Gaspar</strong> Scott aggiunge <strong>di</strong> sua fantasia, ma molto<br />
coerentemente ai fini del funzionamento dell’apparato,<br />
l’uso <strong>di</strong> “coturni metallici” cioè <strong>di</strong> calzature<br />
con una spessa suola <strong>di</strong> metallo, (evidentemente<br />
non gli era sfuggita l’inadeguatezza della<br />
zavorra) e la tragica fine del suo inventore, che<br />
si immerge con l’aiuto del protagonista, per non<br />
riemergere mai più, e fra le varie ipotesi della<br />
<strong>di</strong>sgrazia, proprio l’errato bilanciamento della<br />
campana sembra essere quella più probabile.<br />
____________________________<br />
Bibliografia:<br />
Johannes Taisnier; Opusculum perpetua memoria<br />
<strong>di</strong>gnissimum, Colonia 1562<br />
<strong>Gaspar</strong> <strong>Schott</strong>; Technica Curiosa sive Mirabilia<br />
Artis libri XII comprehenso, Norimberga 1664<br />
Umberto Eco; L’isola del giorno prima, Milano<br />
1994<br />
Un apparecchio che ricorda<br />
un po’ la lorica <strong>di</strong> <strong>Gaspar</strong><br />
<strong>Schott</strong> venne inventato tra<br />
le due guerre dal comandante<br />
Belloni; era una specie<br />
<strong>di</strong> cappuccio destinato<br />
alla fuoruscita dai sommergibili,<br />
nel quale era possibile<br />
respirare il tempo necessario<br />
per raggiungere la<br />
superficie, o per trasbordare<br />
su un altro sommergibile<br />
che si sarebbe affiancato a<br />
quello in avaria, ma non<br />
ebbe <strong>di</strong>ffusione perché tutte<br />
le Marine adottarono l’apparecchio<br />
Davis ad ossigeno.<br />
Una curiosità: <strong>Gaspar</strong><br />
<strong>Schott</strong> è riconoscibile in<br />
quel padre Caspar<br />
Wanderdrossel, il bizzarro<br />
Scafandro <strong>di</strong> Kessler.<br />
HDS NOTIZIE N. 24 - Ottobre 2002 - pag. 18