la pecheronza numero 2 - Licei Gaudenzio Ferrari
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in Col<strong>la</strong>borazione con<br />
Valsesia Editrice<br />
Tipolitografia di Borgosesia e<br />
del Corriere Valsesiano<br />
R edazione<br />
(Grazieee!)<br />
Mensile del Liceo ˙G. <strong>Ferrari</strong>¨ Di Borgosesia<br />
e<br />
ANNO XVI - Numero DUE - Venerdì 19 Dicembre 2008<br />
Tragedia<br />
per il<br />
Paese<br />
e per <strong>la</strong> Scuo<strong>la</strong><br />
e<br />
Per quanti di noi questo mese è stato terribile<br />
Verifiche, interrogazioni, montagne di compiti, ecc…<br />
Ma c’è chi ha vissuto novembre 2008 molto peggio<br />
di noi. Rivoli è una città in provincia di Torino, che è<br />
stata protagonista di una vergognosa tragedia per<br />
<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> italiana. Un controsoffitto del liceo Darwin<br />
del<strong>la</strong> città è crol<strong>la</strong>to, uccidendo uno studente di 18<br />
anni e ferendo, anche in modo grave, altri ragazzi. La<br />
vittima di questo incidente è Vito Scafidi, un giovane<br />
di 18 anni che frequentava <strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>.<br />
Un altro ragazzo ha riportato gravi fratture al<strong>la</strong><br />
colonna vertebrale e rischia <strong>la</strong> paralisi. Una ragazza<br />
ha subito un trauma cranico con commozione cerebrale,<br />
mentre un’altra ha riportato ferite lievi. In<br />
tutto sono 17 i ragazzi che sono finiti in ospedale,<br />
chi al CTO di Torino, chi all’ospedale di Rivoli e chi<br />
all’ospedale San Luigi di Orbassano. Subito sul<br />
posto sono intervenuti Maria Stel<strong>la</strong> Gelmini, ministro<br />
del<strong>la</strong> Pubblica Istruzione, Mercedes Bresso,<br />
presidente del<strong>la</strong> Regione Piemonte, Antonio Saitta,<br />
presidente del<strong>la</strong> Provincia di Torino e Paolo Padoin,<br />
il prefetto. La procura di Torino ha aperto un’inchiesta<br />
affidando<strong>la</strong> a Raffaele Guariniello, che procederà<br />
per disastro e omicidio colposo. «Abbiamo il<br />
dovere di dare spiegazioni a questo nuovo dramma,<br />
abbiamo il dovere di dare risposte a quanto è<br />
accaduto innanzitutto al<strong>la</strong> famiglia del<strong>la</strong> vittima e a<br />
tutti gli altri genitori».<br />
Questo tragico lutto è l’ ennesima prova delle<br />
condizioni in cui siamo costretti ad andare a scuo<strong>la</strong><br />
e l’ ambiguità con cui lo stato risponde alle continue<br />
sollecitazioni è preoccupante. Il G. <strong>Ferrari</strong>, i<br />
suoi alunni, il corpo docenti, il dirigente sco<strong>la</strong>stico<br />
e tutti i col<strong>la</strong>boratori vogliono far sentire <strong>la</strong> loro<br />
solidarietà al<strong>la</strong> famiglia del ragazzo defunto e a<br />
tutti gli studenti rimasti vittima del crollo. Sul prossimo<br />
<strong>numero</strong> verrà dedicato molto più spazio a<br />
questa tragica vicenda e al<strong>la</strong> commemorazione che<br />
l’istituto ha organizzato in onore di Vito.<br />
I CAPOREDATTORI
e<br />
e PAGINA<br />
venerd 19 DiCembre 2008<br />
2<br />
ANNO XVI<br />
NUMERO DUE<br />
NONS OLOP ROF<br />
Nome «Gennaro»<br />
Cognome «Puritano»<br />
Sappiamo che ha origini partico<strong>la</strong>ri ci vuole spiegare meglio<br />
«Certo, vengo dal<strong>la</strong> Ca<strong>la</strong>bria, <strong>la</strong> terra che ha dato i natali a figure come<br />
Bernardino Telesio, Tommaso Campanel<strong>la</strong> e l’ancor più noto Gennaro<br />
Gattuso. Sono però di origine albanese; appartengo infatti all’etnia arberesche,<br />
dal<strong>la</strong> storia pluriseco<strong>la</strong>re, che si insediò in diversi siti del<strong>la</strong> Ca<strong>la</strong>bria<br />
sin dal 1500».<br />
Anni di insegnamento «Due»<br />
Da giovane come si sarebbe visto nel futuro «Insegnante».<br />
Visto che molti studenti come noi non hanno ben presente in cosa consistono<br />
le scienze sociali, potrebbe descriverci questa disciplina<br />
«Le scienze sociali si possono identificare con le scienze umane, delle<br />
quali le più importanti sono: psicologia,antropologia,sociologia,pedagogia<br />
e statistica. L’obiettivo è quello di studiare l’uomo e <strong>la</strong> società complessa<br />
e quindi di analizzare ogni fenomeno sotto una molteplicità<br />
di aspetti scientificamente rilevanti; queste scienze ci<br />
danno <strong>la</strong> capacità di guardare dentro le cose e capirne così il<br />
significato profondo. Inoltre esse consentono -a chi vi si avvicina-<br />
una migliore integrazione al<strong>la</strong> realtà territoriale, identitaria<br />
ed ambientale nel<strong>la</strong> quale è inserito».<br />
Perché ha deciso di insegnare proprio le scienze sociali<br />
«In realtà sono <strong>la</strong>ureato in filosofia, quindi mi sento più<br />
un filosofo che uno studioso delle scienze sociali. D’altra parte<br />
un approccio filosofico risulta partico<strong>la</strong>rmente proficuo anche in vista di<br />
una idonea esplicazione delle stesse scienze umane».<br />
Chi l’ha fatta appassionare a questa materia<br />
«Il mio insegnante di filosofia del liceo».<br />
Citazione preferita «Sapere aude» («Abbi il coraggio di servirti del<strong>la</strong> tua propria intelligenza»).<br />
Proverbio preferito «Occhio non vede,cuore non duole».<br />
Hobby «Mi piace fare escursioni,leggere ma anche andare al mare ed esplorare i fondali subacquei».<br />
Per concludere, che cosa augura a noi studenti<br />
«Auguro a tutti voi di rimanere sempre come siete: orgogliosi del<strong>la</strong> vostra identità, rispettosi di voi stessi e degli<br />
altri; di mantenere il vostro ottimismo,di non omologarvi al<strong>la</strong> massa silenziosa e non cedere all’inquietante orientamento<br />
nichilistico oggi, purtroppo, <strong>la</strong>rgamente dominante».<br />
PAOLO ABASTANTE E GAIA STICCO<br />
Per tutti coloro che per un<br />
mese non hanno potuto pensare<br />
ad altro se non al<strong>la</strong> RenzOpinione,<br />
l’attesa è finita...<br />
Suona <strong>la</strong> campanel<strong>la</strong><br />
dell’una e mezza, siamo diretti<br />
a intervistare Renzo,<br />
lui dovrebbe essere in bidelleria. Infatti<br />
è lì, il solito sorriso cinico stampato<br />
in faccia, seraficamente seduto<br />
e pronto a rispondere.<br />
Oltre alle domande ormai di routine,<br />
questo mese Renzo ha anche<br />
espresso <strong>la</strong> sua opinione riguardo a<br />
tematiche ben più ampie dell’ambiente<br />
sco<strong>la</strong>stico: all’avvenimento<br />
che, a detta di molti, cambierà le sorti<br />
non di un solo Stato, ma di tutto il<br />
mondo: l’elezione del 44° presidente<br />
degli Stati Uniti, Barack Obama.<br />
Ma cominciamo con le domande<br />
inerenti l’ambiente sco<strong>la</strong>stico, in partico<strong>la</strong>r<br />
modo un’altra elezione, che anche<br />
se non è lontanamente paragonabile<br />
a quel<strong>la</strong> avvenuta oltreoceano, si spera<br />
possa essere positiva per il nostro<br />
Liceo: l’appena conclusasi votazione<br />
La R ENZ PINIONE<br />
dei due rappresentanti d’Istituto.<br />
L’Opinionista afferma che Eleonora<br />
e Giacomo gli sembrano ragazzi in<br />
gamba, con buoni propositi, discrete<br />
idee e, forse, più responsabili di alcuni<br />
ragazzi che si erano candidati gli anni<br />
passati (purtroppo, per gli amanti di<br />
gossip, non ha fatto nomi!); Quando<br />
poi gli abbiamo chiesto, in generale,<br />
in tutti i suoi anni di insegnamento,<br />
secondo lui quale fosse il rappresentante<br />
che meglio ha saputo rappresentare<br />
<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> e fare effettivamente<br />
qualche passo avanti, ha asserito che<br />
a suo parere il rappresentante che si è<br />
più impegnato nel suo incarico è stato<br />
Riccardo Lovatto, essendo sempre stato<br />
presente e attivo.<br />
Renzo è stato poi contento di poter<br />
esprimere <strong>la</strong> sua opinione<br />
su un argomento<br />
ben più vasto dello stretto<br />
orizzonte sco<strong>la</strong>stico; infatti,<br />
quando ha sentito il nome<br />
di Barack Obama, aggiustandosi<br />
gli occhiali sul<br />
naso e muovendosi irrequieto su<strong>la</strong> sedia,<br />
si è preparato a sorprenderci:<br />
non si è dilungato in un giudizio a carattere<br />
esclusivamente politico, ma,<br />
oltre ad aver affermato che Obama<br />
non può che cambiare in bene <strong>la</strong> situazione<br />
americana, si è congratu<strong>la</strong>to,<br />
tramite espressioni colorite, con il<br />
nostro Presidente del Consiglio (che<br />
Renzo ha sarcasticamente chiamato<br />
Cavaliere del<strong>la</strong> Tavo<strong>la</strong> Rotonda), il<br />
quale prontamente ha riconfermato il<br />
suo spirito «scherzoso», definendo il<br />
neo-presidente americano con quei<br />
tre aggettivi ormai – ahimè – noti.<br />
Detto ciò, l’Opinionista non ha più<br />
tempo da dedicarci e, con il tipico atteggiamento<br />
distaccato da Vip, se ne<br />
va a svolgere il suo <strong>la</strong>voro.<br />
GIACOMO & ANITA
e<br />
e<br />
venerd<br />
ANNO XVI<br />
NUMERO DUE<br />
19 DICEMbre 2008<br />
PAGINA 3<br />
Come tutti sapranno, dal 4 novembre, gli Stati Uniti hanno un<br />
nuovo Presidente: Barack Obama.<br />
Ma molti si chiederanno…<br />
Chi è Barack Obama Qual è <strong>la</strong> sua storia Come è riuscito a<br />
diventare uno dei più amati neopresidenti<br />
Cominciamo dal<strong>la</strong> sua vita, davvero degna del sogno americano.<br />
Barack Obama nasce alle Hawaii il 4 agosto del 1961<br />
da padre keniano e madre americana. I genitori si separano e<br />
lo cresce <strong>la</strong> madre con l’aiuto dei nonni. Non proviene da una<br />
famiglia molto agiata ed è costretto a chiedere un prestito per<br />
poter accedere all’università; frequenta <strong>la</strong> Columbia University<br />
dove si <strong>la</strong>urea in scienze politiche nel 1981. Trova poi <strong>la</strong>voro a<br />
Chicago in uno studio legale, dove incontra sua moglie Michelle<br />
dal<strong>la</strong> quale ha due figlie, Sasha e Malia.<br />
Nel 2006 Obama ha pubblicato un libro, «L’audacia<br />
del<strong>la</strong> speranza» e in quel momento nessuno<br />
avrebbe mai pensato che sarebbe diventato<br />
il 44° presidente degli Stati Uniti d’America.<br />
Dal 2005 è stato senatore dell’Illinois a Washington<br />
e il 10 febbraio 2007, con <strong>la</strong> sorpresa<br />
di tutti, ha annunciato ufficialmente <strong>la</strong> candidatura<br />
alle elezioni presidenziali 2008.<br />
La prima sfida che ha dovuto affrontare è stata<br />
quel<strong>la</strong> per <strong>la</strong> nomination democratica in cui<br />
si è «battuto» con Hil<strong>la</strong>ry Clinton, moglie dell’ex<br />
presidente Bill Clinton, per il titolo di candidato<br />
democratico. Il 3 giugno 2008 Obama ha ottenuto<br />
il <strong>numero</strong> di delegati necessari per <strong>la</strong> nomination<br />
diventando così, ufficialmente, il primo<br />
afro-americano in corsa per <strong>la</strong> Casa Bianca.<br />
Vivere le elezioni in America è stata un’emozione<br />
grandissima. Io stessa pensavo che gli Americani fossero<br />
completamente disinteressati verso <strong>la</strong> politica, non solo del<br />
loro Paese, ma in generale mondiale. Invece, ho visto per tutto<br />
l’anno durante il periodo del<strong>la</strong> campagna per <strong>la</strong> nomina del<br />
candidato democratico al<strong>la</strong> Casa Bianca,<br />
grandissimo interesse da parte soprattutto<br />
dei giovani. Perché, diciamocelo, fin dall’inizio<br />
i Repubblicani non hanno avuto<br />
nessuna speranza.<br />
A scuo<strong>la</strong>, abbiamo dedicato lezioni su lezioni<br />
a discutere sulle imminenti «elections»,<br />
mentre tutti chiedevano a noi, studenti<br />
stranieri, cosa pensassimo di Bush e<br />
sostenevano, quasi con vergogna, di non<br />
averlo votato e di desiderare più di ogni<br />
altra cosa quel «cambiamento» di cui avevano<br />
bisogno. Continuavano a ricordare<br />
come il vincitore delle elezioni 2000 fosse<br />
stato in realtà Al Gore, che ha preso più voti. Ma in America<br />
non funziona così, non vince chi prende più voti. Il mondo oggi<br />
forse, se Al Gore fosse stato eletto presidente, sarebbe diverso.<br />
Probabilmente non ci sarebbe stato l’11 settembre e sicuramente<br />
migliaia e migliaia di persone non avrebbero perso le<br />
loro vite nelle guerre in Iraq e Afghanistan.<br />
Ma è inutile guardarsi indietro e dire «se fosse stato diverso<br />
questo non sarebbe accaduto», perché le cose sono andate<br />
così e gli Americani dopo 8 anni hanno avuto <strong>la</strong> possibilità<br />
di dare una svolta al<strong>la</strong> nazione, di guarir<strong>la</strong>, di «riparar<strong>la</strong>». Ho<br />
visto tanta speranza, tanti giovani che in passato non si erano<br />
registrati per votare lo hanno fatto in quel momento che definivano<br />
«the <strong>la</strong>st hope» per cambiare l’America e il mondo, per<br />
porre fine a una guerra che aveva causato <strong>la</strong> morte di più di<br />
Y es<br />
W e<br />
D id!<br />
3.000 soldati senza nessuna ragione, giovani come loro, che<br />
nel<strong>la</strong> disperazione di non riuscire a costruirsi un futuro, si arruo<strong>la</strong>no<br />
nell’U.S. Army.<br />
I più anziani, dopo aver visto le folle attirate da Obama,<br />
hanno affermato di non ricordare niente di simile dal Sessantotto,<br />
il tempo dei comizi di Bob Kennedy. Molti insegnanti<br />
nelle ore di storia hanno fatto studiare i discorsi di Obama,<br />
che hanno dato all’America una speranza di cambiamento, di<br />
rinascita, di ritorno al<strong>la</strong> grande potenza, <strong>la</strong> grande democrazia<br />
che è sempre stata, il luogo dove i sogni diventano realtà,<br />
dove tutti devono avere <strong>la</strong> possibilità di raggiungere i propri<br />
obiettivi, dove il bambino, cresciuto nel<strong>la</strong> periferia di L.A deve<br />
avere le stesse possibilità del<strong>la</strong> ragazzina che frequenta <strong>la</strong><br />
scuo<strong>la</strong> privata, dove non deve succedere che se<br />
hai <strong>la</strong> possibilità di pagarti l’assicurazione hai<br />
diritto all’assistenza medica, altrimenti puoi anche<br />
morire in mezzo al<strong>la</strong> strada.<br />
Obama, che ha invitato le persone a non rassegnarsi<br />
di fronte al<strong>la</strong> miseria e all’ignoranza, a<br />
non piegarsi di fronte all’ingiustizia e al<strong>la</strong> violenza,<br />
a non smettere di credere che <strong>la</strong> guerra in<br />
Iraq può avere fine… La chiave del suo successo<br />
è proprio «<strong>la</strong> capacità di accendere <strong>la</strong> speranza,<br />
di scaldare i cuori e di far sognare; di cercare, in<br />
un Paese che appare stanco delle lotte ideologiche<br />
combattute con toni aspri, ciò che unisce<br />
e non ciò che divide».<br />
Molto popo<strong>la</strong>re durante tutta <strong>la</strong> campagna è<br />
stata <strong>la</strong> canzone «Yes We Can» realizzata da diversi<br />
personaggi del mondo dello spettacolo<br />
americano e nel<strong>la</strong> quale compaiono parti di alcuni<br />
dei discorsi di Obama. «We’ve been warned against offering<br />
the people of this nation false hope. But in the unlikely<br />
story that is America, there has never been anything false<br />
about hope. We want change!» (Siamo stati messi in guardia<br />
dall’offrire alle persone di questa nazione<br />
falsa speranza. Ma nell’improbabile<br />
storia che è l’America, non c’è mai stato<br />
niente di falso riguardo al<strong>la</strong> speranza.<br />
Vogliamo cambiamento!) «We will remember<br />
that there is something happening<br />
in America; that we are not as divided<br />
as our politics suggests; that we<br />
are one people; we are one nation; and<br />
together, we will begin the next great<br />
chapter in America’s story with three<br />
words that will ring from coast to coast;<br />
from sea to shining sea - Yes, We Can».<br />
(Ricorderemo che c’è qualcosa che sta<br />
succedendo in America; che non siamo così divisi come suggerisce<br />
<strong>la</strong> nostra politica; che siamo una so<strong>la</strong> nazione; siamo un<br />
solo popolo; e insieme, cominceremo il prossimo grande capitolo<br />
nel<strong>la</strong> storia americana con tre parole, che risuoneranno da<br />
costa a costa, da oceano a oceano: Sì, possiamo !)<br />
Queste sono state le parole di Barack Obama, neo eletto<br />
presidente durante il discorso di ringraziamento al popolo americano,<br />
che ha scelto per il cambiamento, per un mondo nuovo:<br />
«Questa è <strong>la</strong> vostra vittoria. Anche se stanotte festeggiamo,<br />
sappiamo le sfide che ci attendono domani. Sappiamo che siamo<br />
nel mezzo di una grande crisi economica, che ci sono soldati<br />
che continuano a morire in Iraq, che ci sono nuove scuole<br />
da costruire. Forse non in un anno, ma vinceremo queste sfide,<br />
ve lo prometto».<br />
BEATRICE MAGISTRO VB
e<br />
e<br />
venerd<br />
19 DICEMbre 2008<br />
PAGINA 4<br />
ANNO XVI<br />
NUMERO DUE<br />
Italia migliore,<br />
In occasione del<strong>la</strong> cerimonia di<br />
apertura dell’anno sco<strong>la</strong>stico 2008-<br />
2009 tenutasi a Roma il 29 settembre<br />
sono intervenuti il Presidente<br />
del<strong>la</strong> Repubblica Giorgio<br />
Napolitano e il Ministro dell’Istruzione,<br />
dell’Università e<br />
del<strong>la</strong> Ricerca Mariastel<strong>la</strong><br />
Gelmini. Entrambi hanno formu<strong>la</strong>to<br />
un proprio autonomo<br />
discorso pur seguendo <strong>la</strong><br />
stessa linea di pensiero improntata<br />
al<strong>la</strong> sollecitazione<br />
di insegnati famiglie e soprattutto<br />
studenti a credere<br />
nel<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> che, come ha affermato<br />
Napolitano, «non<br />
deve separarsi dal<strong>la</strong> società<br />
e deve far crescere le<br />
giovani generazioni nel<strong>la</strong><br />
passione dello studio e del<strong>la</strong><br />
conoscenza, nel<strong>la</strong> capacità<br />
di costruirsi un futuro di<br />
<strong>la</strong>voro e di vita famigliare,<br />
e al tempo stesso deve farle<br />
crescere nel senso civico,<br />
nel<strong>la</strong> coscienza dei diritti e<br />
dei doveri scolpiti nel<strong>la</strong> nostra<br />
Costituzione, nell’attaccamento<br />
al<strong>la</strong> Patria, al<strong>la</strong> nazione<br />
italiana e nel<strong>la</strong> volontà<br />
di partecipazione democratica<br />
nel quadro delle<br />
istituzioni repubblicane».<br />
La scuo<strong>la</strong>, quindi, è stata presentata<br />
come un fondamentale strumento<br />
di formazione sia personale<br />
che sociale anche se non immune<br />
da situazioni problematiche che<br />
tuttavia «non devono essere trattate<br />
ripartendo da zero ogni volta<br />
che con le elezioni cambi il quadro<br />
politico. Venne un anno fa presentata<br />
con il titolo “Quaderno bianco<br />
sul<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>” una delle analisi più<br />
approfondite e più ricche di suggerimenti<br />
e proposte che siano state<br />
struttiva sul da farsi per <strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>».<br />
«Per avere un’Italia migliore abbiamo<br />
bisogno di una scuo<strong>la</strong> migliore»,<br />
ha dichiarato il Capo dello Stato.<br />
Accanto al discorso riguardante <strong>la</strong><br />
funzione e l’importanza dell’apparato<br />
sco<strong>la</strong>stico sono state messe in<br />
evidenza le novità che interesseranno<br />
<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>; a tal proposito si è<br />
rive<strong>la</strong>to incisivo l’intervento del ministro<br />
Mariastel<strong>la</strong> Gelmini che ha rimarcato<br />
<strong>la</strong> necessità del<strong>la</strong> partecipazione<br />
al<strong>la</strong> vita del<strong>la</strong> Repubblica<br />
prodotte in questa complessa e delicatissima<br />
materia. “Quaderno<br />
bianco” rappresenta <strong>la</strong> miglior premessa<br />
e il miglior quadro di riferimento<br />
per una discussione più coche<br />
«significa essere consapevoli<br />
del<strong>la</strong> nostra storia, del nostro presente<br />
e del<strong>la</strong> nostra comunità, significa<br />
conoscere le regole di convivenza<br />
civile che sono e che devono<br />
essere <strong>la</strong> base del vivere<br />
associato nel rispetto e<br />
nel<strong>la</strong> tolleranza. La Costituzione<br />
è il fondamento del<strong>la</strong><br />
nostra convivenza ed è proprio<br />
<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> ad avere il<br />
compito, il dovere di render<strong>la</strong><br />
busso<strong>la</strong> del<strong>la</strong> vita per ciascun<br />
cittadino del domani.<br />
Va proprio in questa direzione<br />
l’idea di introdurre tra<br />
le materie di studio “Cittadinanza<br />
e Costituzione“».<br />
Questa iniziativa, assieme<br />
all’introduzione del<strong>la</strong><br />
«carta dello studente» volta<br />
ad agevo<strong>la</strong>re gli alunni delle<br />
scuole secondarie di II<br />
grado nell’accesso a strutture<br />
e servizi culturali e a fornire<br />
loro un documento ufficiale<br />
che attesti il loro status<br />
di «studente», mira a<br />
potenziare e arricchire l’esperienza<br />
sco<strong>la</strong>stica e a dotare<br />
gli allievi di supporti<br />
sempre più efficaci per fronteggiare<br />
l’ambito personale<br />
e <strong>la</strong>vorativo.<br />
L’intervento del ministro si è poi<br />
risolto con un’affermazione di fiducia<br />
nei confronti di tutti i partecipanti<br />
al<strong>la</strong> vita educativa dei ragazzi,<br />
famiglie e insegnanti, nei<br />
confronti del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> e delle Istituzioni,<br />
terminando con una<br />
confortante osservazione rivolta<br />
agli studenti: «La scuo<strong>la</strong> è <strong>la</strong> vostra<br />
buona occasione, è <strong>la</strong> vera<br />
occasione per diventare uomini e<br />
donne del domani».<br />
GIULIA DELVECCHIO<br />
S cuo<strong>la</strong> migliore
e<br />
venerd<br />
ANNO XVI<br />
NUMERO DUE<br />
19 DICEMbre 2008<br />
PAGINA 5<br />
e<br />
rientamento<br />
Sono partiti per le c<strong>la</strong>ssi quinte i corsi di orientamento e di approfondimento per tutti coloro che<br />
vorranno iscriversi al<strong>la</strong> Facoltà di Economia o ai Politecnici del<strong>la</strong> regione Piemonte.<br />
I corsi, che già da ottobre sono iniziati e si concluderanno verso l'inizio di dicembre, hanno l'obiettivo di preparare le<br />
aspiranti matricole al superamento del test di ammissione all'università (per coloro che vogliono frequentare i Politecnici)<br />
e di far conoscere ai giovani diplomandi <strong>la</strong> realtà aziendale (per coloro che scelgono indirizzi d'economia).<br />
C orso per<br />
il p olitecnico<br />
Lo scopo è quello di trattare le materie di<br />
matematica e fisica con ripassi e approfondimenti<br />
atti al buon superamento del test che<br />
verrà fatto al<strong>la</strong> fine del corso, il quale poi non<br />
è visto come una coercizione per il ragazzo a<br />
iscriversi a tale facoltà.<br />
I corsi sono divisi in varie parti ossia:<br />
Lezioni pomeridiane da svolgersi nel nostro<br />
Liceo sotto l'occhio vigile del professor Urban<br />
e del<strong>la</strong> professoressa Tranquillo (per un totale<br />
che varia dagli 8 ai 10 pomeriggi), in seguito<br />
visita al Politecnico di Vercelli con re<strong>la</strong>tivo presenziare alle lezioni di fisica e matematica da parte dei nostri ragazzi<br />
e dulcis in fundo test finale valido per il Politecnico e necessario per l'ammissione.<br />
La finalità di tale attività è incentrata<br />
sull'illustrazione di modelli<br />
organizzativi per una<br />
azienda, sul<strong>la</strong> proposta di momenti<br />
di approfondimento delle<br />
peculiarità proprie del tessuto<br />
industriale a livello provinciale,<br />
sul<strong>la</strong> creazione di una consapevolezza<br />
delle problematiche<br />
aziendali attraverso l'esame<br />
dell'impresa concepito come sistema<br />
sinergico.<br />
Il “Master” si svolgerà in tre<br />
moduli, ogni modulo sarà artico<strong>la</strong>to<br />
in vari incontri pomeridiani<br />
che inizieranno solitamente<br />
alle due e mezza. Il primo modulo farà conoscere il sistema<br />
aziendale concepito come un sistema aperto, attivo<br />
sull'ambiente e nel mercato ma anche come si organizza<br />
una azienda e quali sono le sue aree funzionali.<br />
per <strong>la</strong> Facolt<br />
di E conomia<br />
Il secondo modulo, a carattere molto più edonico,<br />
sarà un business game in cui ogni ragazzo simulerà<br />
<strong>la</strong> gestione economica e finanziaria di una<br />
propria azienda.<br />
Il terzo e ultimo modulo è allestito come un incontro<br />
con i ragazzi che hanno frequentato il master<br />
negli anni precedenti in cui si discuterà sul<strong>la</strong><br />
capacità di negoziazione.<br />
Si segna<strong>la</strong> inoltre ai nostri lettori che al termine<br />
del corso verrà ri<strong>la</strong>sciato un attestato di partecipazione<br />
che potrà essere esibito quale elemento<br />
di credito formativo per l'esame di maturità.<br />
A tutti gli iscritti e ai futuri interessati un “in bocca al lupo”<br />
dall'A<strong>pecheronza</strong>!<br />
RICCARDO PARACCHINI<br />
orientament
e<br />
e<br />
venerd<br />
19 DICEMbre 2008<br />
PAGINA 6<br />
ANNO XVI<br />
NUMERO DUE<br />
al<strong>la</strong><br />
c onsulta<br />
Ciao Ema, ricordaci brevemente quali sono gli organi<br />
del<strong>la</strong> Consulta.<br />
«La Consulta è costituita da un’Assemblea Plenaria formata<br />
da due rappresentanti (se disponibili) per ogni istituto<br />
secondario del<strong>la</strong> provincia di Vercelli, si riunisce circa una volta<br />
al mese ed elegge le cariche interne. Il secondo organo,<br />
<strong>la</strong> Giunta esecutiva, è formata dal Presidente, il Vicepresidente,<br />
il Segretario e i membri eletti dal<strong>la</strong><br />
Plenaria, si riunisce circa ogni due settimane<br />
e si occupa di prendere le decisioni meno importanti<br />
senza coinvolgere tutti i rappresentanti<br />
provinciali. Io, in Consulta, rappresento<br />
il nostro liceo e il geometra di Gattinara. Le<br />
riunioni sono coordinate da una professoressa<br />
che insegna a Vercelli».<br />
Quali sono i suoi obiettivi<br />
«La Consulta punta a realizzare progetti<br />
extracurrico<strong>la</strong>ri che coinvolgano il più ampio<br />
<strong>numero</strong> di scuole possibili, ad esempio <strong>la</strong><br />
Giornata dell’Arte, <strong>la</strong> Giornata del<strong>la</strong> memoria<br />
e <strong>la</strong> Giornata del Ricordo, sempre a Vercelli.<br />
Lo scorso anno in occasione proprio<br />
del<strong>la</strong> Giornata del Ricordo i rappresentanti<br />
dal<strong>la</strong> Consulta hanno avuto l’opportunità di<br />
fare una gita di più giorni a Trieste, il luogo delle foibe,<br />
cioè l’uccisione di massa di molti italiani da parte dell’esercito<br />
comunista del<strong>la</strong> Iugos<strong>la</strong>via, e speriamo che anche<br />
quest’ anno si possano organizzare delle gite mirate. Inoltre<br />
essa organizza anche corsi di formazione sulle politiche<br />
giovanili, campagne di prevenzione contro le droghe e concorsi<br />
per gli studenti. Purtroppo gli eventi organizzati a Vercelli<br />
coinvolgono poco noi del<strong>la</strong> Valsesia perché siamo<br />
troppo lontani, perciò, quest’anno Gattinara, Borgosesia<br />
e Varallo <strong>la</strong>voreranno in parallelo con Vercelli perché anche<br />
voi possiate partecipare senza difficoltà».<br />
Cosa è stato deciso nel primo incontro di quest’anno<br />
«La prima è stata una riunione per lo più organizzativa<br />
con furore<br />
Le parole del nostro rappresentante<br />
per conoscerci un po’, c’è stata l’elezione del Presidente, del<br />
Vice e dei membri del<strong>la</strong> Giunta esecutiva nel<strong>la</strong> quale io sono<br />
stato eletto e infine è stato stabilito il tema che farà da<br />
filo conduttore dell’anno sco<strong>la</strong>stico: i giovani rapportati al<br />
mondo sco<strong>la</strong>stico, a quello del <strong>la</strong>voro e a quello politico. Riguardo<br />
a questo tema è stata fatta <strong>la</strong> proposta di organizzare<br />
un concorso letterario, ma non è ancora stato assicurato.<br />
L’obiettivo di quest’anno è principalmente<br />
quello di far conoscere maggiormente <strong>la</strong> consulta<br />
dalle nostre parti, per questo abbiamo<br />
chiesto agli istituti che hanno un proprio giornalino<br />
di dedicarci ogni mese una pagina. Durante<br />
l’anno poi, <strong>la</strong> Consulta regionale dovrebbe<br />
presentarsi nelle varie scuole ai rappresentanti<br />
d’ Istituto».<br />
Quanti sono i vostri fondi e chi ve li fornisce<br />
«All’anno abbiamo solo tremi<strong>la</strong> euro di fondi<br />
statali che sono veramente pochi, infatti<br />
servono quasi solo a finanziare <strong>la</strong> festa dell’arte<br />
che è diventato un appuntamento annuale<br />
fisso durante il quale le scuole di Vercelli<br />
sono aperte al pubblico e gli studenti organizzano<br />
manifestazioni esponendo nelle<br />
vie del<strong>la</strong> città i loro <strong>la</strong>vori per sottolineare il<br />
valore dell’attività educativa e formativa attraverso <strong>la</strong> libera<br />
espressione dell’arte e del<strong>la</strong> creatività. Oltre ai fondi<br />
statali potremmo essere sovvenzionati anche da privati,<br />
ma questo accade raramente».<br />
Che cosa ti aspetti da questa esperienza<br />
«Visto che questo compito è molto impegnativo, poiché<br />
occupa del tempo e molte risorse, spero mi possa aiutare<br />
a responsabilizzarmi di più. Sono sicuro che rapportarmi con<br />
una realtà superiore a quel<strong>la</strong> sco<strong>la</strong>stica sarà un esperienza<br />
molto utile che darà grandi soddisfazioni. Mi auguro infine<br />
di svolgere un buon servizio per tutti voi!».<br />
Grazie del<strong>la</strong> disponibilità e... auguri!<br />
VALENTINA<br />
Carto-Libreria<br />
NUOVA IDEA<br />
Viale Fassò 26<br />
Borgosesia<br />
tel. 0163 23059
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venerd<br />
ANNO XVI<br />
NUMERO DUE<br />
19 DICEMbre 2008<br />
PAGINA 7<br />
Mani<br />
E’ una coincidenza,<br />
una fatalità, o è il verificarsi<br />
ciclico di ogni<br />
cosa, il fatto che esattamente<br />
dopo 40 anni<br />
da quel fatidico 1968<br />
– anno di cui ora rimangono<br />
solo delle immagini,<br />
delle icone di cui<br />
spesso non conosciamo<br />
i significati –, proprio<br />
quattro decenni<br />
dopo, in Italia hanno luogo quegli avvenimenti che <strong>la</strong> caratterizzarono<br />
in parte nel ’68<br />
Il 30 ottobre a Roma quasi un milione di persone sono<br />
scese nelle piazze per manifestare, duecentomi<strong>la</strong> a Mi<strong>la</strong>no,<br />
anche a Firenze e Torino erano più di centomi<strong>la</strong>: non erano<br />
so<strong>la</strong>mente studenti, insieme a i giovani nelle piazze partecipavano<br />
ai cortei anche genitori, insegnanti, <strong>la</strong>voratori,<br />
ricercatori universitari. Questa varietà di persone partecipante<br />
ai cortei smentisce ciò che il governo afferma, che in<br />
persone desiderose di poter<br />
esprimersi, al<strong>la</strong> ricerca di un<br />
dialogo costruttivo: fa sorridere<br />
<strong>la</strong> presenza delle forze dell’ordine<br />
ai <strong>la</strong>ti del<strong>la</strong> strada, con le<br />
telecamere per riprendere i<br />
volti dei presenti, lo sguardo<br />
vigile, con <strong>la</strong> preoccupazione di<br />
una replica di ciò che è accaduto<br />
il giorno prima in Piazza<br />
Navona. Il corteo prosegue, si<br />
passa davanti all’Ospedale<br />
Maggiore dove i dipendenti, affacciati alle finestre app<strong>la</strong>udono;<br />
c’è una breve sosta all'Istituto Magistrale dal quale<br />
altri studenti scendono per partecipare.<br />
Si prosegue fino a quando, verso le undici, il corteo si<br />
ferma sotto <strong>la</strong> statua di Vittorio Emanuele, accanto al teatro<br />
Coccia, dove vengono esposti gli striscioni.<br />
Molti ragazzi, come noi, si siedono per terra; sopra un<br />
vecchia Panda verde vengono posti due altopar<strong>la</strong>nti, un<br />
ragazzo prende in mano il microfono e comincia a par<strong>la</strong>re.<br />
Subito viene presentato il decreto Gelmini, in modo da<br />
dare una chiarezza che di sicuro i media non hanno saputo<br />
–o voluto- dare. Si par<strong>la</strong> dei tagli alle università, dell’introduzione<br />
del maestro unico, dei vari provvedimenti: ma non<br />
festa<br />
piazza sono scesi esclusivamente quei ragazzi desiderosi<br />
di creare disordine e confusione, p<strong>la</strong>giati dall’opposizione<br />
e dal<strong>la</strong> cattiva informazione.<br />
Le proteste di quel lontano Sessantotto sopra citato<br />
hanno aperto l’opportunità ai meno benestanti di conseguire<br />
un ciclo universitario, e ora sta avvenendo un processo<br />
contrario, un processo di privatizzazione degli Atenei, e<br />
<strong>la</strong> gente che partecipa ai cortei sta cercando di far sentire<br />
<strong>la</strong> propria voce per evitare <strong>la</strong> chiusura delle opportunità che<br />
un normale stato democratico dovrebbe permettere.<br />
Noi, nel nostro piccolo, siamo andati a partecipare al<strong>la</strong><br />
manifestazione a Novara.<br />
zione<br />
Quel mattino piove a dirotto,comincia a esserci il dubbio<br />
che <strong>la</strong> manifestazione venga revocata, ma nonostante<br />
ciò andiamo in stazione per prendere il treno: non siamo<br />
nemmeno <strong>la</strong> metà tra coloro che avevano assicurato «Ci<br />
sarò». Proprio mentre arriviamo a Novara, il corteo comincia<br />
a muoversi; nell’aria non si respira ostilità, nessuna provocazione,<br />
nessuna distinzione politica: solo un gruppo di<br />
c’è UN ragazzo che par<strong>la</strong>, non è una discussione esclusivamente<br />
frontale: molti ragazzi si alzano e par<strong>la</strong>no e anzi,<br />
verso <strong>la</strong> fine, anche due insegnanti, un professore di filosofia<br />
e una professoressa di lettere prendono il microfono e<br />
par<strong>la</strong>no: in effetti questo contribuisce a dare maggiore<br />
serietà, autorevolezza al<strong>la</strong> manifestazione; loro si augurano<br />
infine che questa rimarrà pacifica, come è cominciata. E’<br />
così è stato. Un’esperienza, dal nostro punto di vista, sicuramente<br />
positiva, emozionante, capace di far pensare a<br />
ciascun partecipante di poter creare qualcosa, di poter fare<br />
<strong>la</strong> differenza, di non accettare tutto ciò che viene dall’alto<br />
con atteggiamento acritico. Un’esperienza che permette a<br />
noi di credere di potersi aggrappare a un ideale, poter<br />
appoggiare una causa, con lo scopo, in questo caso, di<br />
ottenere una società in cui l’investimento principale da fare<br />
è quello sull’istruzione delle nuove generazioni.<br />
GIACOMO & ANITA
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19 DICEMbre 2008<br />
PAGINA 8<br />
ANNO XVI<br />
NUMERO DUE<br />
Hey guys!<br />
Sono Bea di VB e vi racconterò del<strong>la</strong><br />
mia «experience» negli States...<br />
Quattro mesi fa il mio sogno finiva…<br />
Mi sembra ancora ieri. Ma torniamo<br />
un po’ indietro nel tempo.<br />
Settembre 2006. Presi una grande<br />
decisione. Quel<strong>la</strong> di <strong>la</strong>sciare tutto e<br />
tutti per realizzare il mio sogno…<br />
Vivere un anno negli Stati Uniti.<br />
I miei, senza mai ostaco<strong>la</strong>rmi e forse<br />
senza nemmeno rendersi pienamente<br />
conto del<strong>la</strong> scelta che avevo fatto, a<br />
novembre mi accompagnarono al colloquio<br />
di selezione al<strong>la</strong> WEP. Due settimane<br />
dopo circa mi arrivò <strong>la</strong> lettera:<br />
«Sei stata selezionata» e con essa… le<br />
prime <strong>la</strong>crime di gioia. Mi comunicarono<br />
che avrei saputo <strong>la</strong> destinazione intorno<br />
a luglio, agosto, ovvero poco prima di<br />
partire. L’agenzia italiana mandò il mio<br />
dossier in America… E così iniziava <strong>la</strong><br />
ricerca di una famiglia.<br />
Il 27 marzo arrivò una telefonata. Era<br />
<strong>la</strong> WEP che mi chiedeva: «Vuoi sapere<br />
<strong>la</strong> tua destinazione»;<br />
E l’agitazione , <strong>la</strong> speranza, <strong>la</strong> certezza<br />
che sarebbe successo, che non era<br />
più soltanto un sogno. Poi sentii:<br />
Seattle. Beh una fan di Grey’s Anatomy<br />
non poteva desiderare di meglio J A<br />
parte gli scherzi. Ero felice perché una<br />
settimana prima avevo letto il libro di<br />
un filosofo francese che aveva intito<strong>la</strong>to<br />
un capitolo: «Seattle, Mon Amour», e<br />
diceva di essersi innamorato di quel<strong>la</strong><br />
città, lo zoccolo duro degli Stati Uniti. E<br />
così è stato anche per me.<br />
Il 23 agosto arrivai all’aeroporto di<br />
Mi<strong>la</strong>no Malpensa. Gioia e tristezza. Il<br />
sogno stava per realizzarsi. Ma non è<br />
stato facile vedere <strong>la</strong> disperazione di<br />
mia mamma, di tutta <strong>la</strong> mia famiglia<br />
che forse per <strong>la</strong> prima volta in 17 anni si<br />
UnA Interessante esperien<br />
Il V iaggio D<br />
rendeva conto che ero cresciuta… Che<br />
potevo farce<strong>la</strong> da so<strong>la</strong> o almeno provarci.<br />
E <strong>la</strong>sciati indietro tutti e tutto, salii<br />
su quell’aereo con altri 50 ragazzi.<br />
Destinazione: New York City, un volo<br />
del<strong>la</strong> durata di circa 9 ore. A fianco a<br />
me era seduto un signore americano.<br />
Quando l’aereo è atterrato, mi ha sorriso<br />
e ha detto: «Welcome to The United<br />
States of America!».<br />
E dopo 3 giorni indimenticabili nel<strong>la</strong><br />
Grande Me<strong>la</strong>, ero pronta per altre 6 ore<br />
di volo fino a Seattle (per <strong>la</strong> cronaca: ho<br />
omesso che ho una paura terribile dell’aereo.<br />
Mi sono imbottita di tranquil<strong>la</strong>nti<br />
ma sono stata con gli occhi spa<strong>la</strong>ncati<br />
per tutta <strong>la</strong> durata del volo).<br />
All’aeroporto mi aspettavano <strong>la</strong> mia<br />
host mom, Judith, e il mio host brother,<br />
Jason. Ero partita già bene. Scesa dall’aereo<br />
mi ero <strong>la</strong>nciata da Starbucks per<br />
un caffè, quindi arrivai da loro col mio<br />
bel bicchierone di caffè. Saliti in macchina,<br />
dopo un po’ mi dissero, molto gentilmente,<br />
che odiavano Starbucks…<br />
In Italia tutti pensano che <strong>la</strong> «High<br />
school» americana sia facilissima…E lo<br />
pensavo anch’io quando sono partita,<br />
ma mi sono poi dovuta ricredere. Alcune<br />
materie, soprattutto i corsi AP, a livello<br />
del college, sono molto impegnative e<br />
richiedono impegno e costanza. La scuo<strong>la</strong><br />
dura sette ore, con pranzo, nota<br />
bene, alle ore 10,30. Si iniziava alle<br />
7,25, quindi sveglia alle 5,45 e si finiva<br />
alle 14. Poi avevo due ore di allenamento<br />
di calcio (gli sport<br />
durano solo un trimestre,<br />
poi cambiano) e alle 17<br />
arrivavo a casa stanca<br />
morta. Ci sono quattro<br />
«periods» da 90 minuti<br />
l’uno, ogni giorno. Io<br />
avevo scelto per il primo<br />
semestre chimica, trigonometria,<br />
creative writing<br />
e poi AP European<br />
History che dura tutto<br />
l’anno. Nel secondo<br />
avevo fisica, international<br />
problems e spagnolo.<br />
Noi sogniamo<br />
l'American Dream. Loro<br />
sognano l'Italia. Poi,<br />
beh, ovviamente c’è<br />
anche qualcuno che ha chiesto in che<br />
stato dell’America è l’Italia. Però, in<br />
generale, nel Nord-Ovest <strong>la</strong> gente è più<br />
aperta…<br />
Rispetto al resto dell’America.<br />
O almeno così <strong>la</strong> penso io. Quasi<br />
tutti conoscono piuttosto bene <strong>la</strong> geografia<br />
e <strong>la</strong> storia mondiale…Cosa piuttosto<br />
«unusual» da quelle parti.<br />
Nel momento in cui sono arrivata a<br />
Seattle ho capito che quello era il posto<br />
dove «I was meant to be». Seattle era<br />
<strong>la</strong> mia nuova casa, per sempre <strong>la</strong> mia<br />
seconda casa.<br />
Una volta là, mi sono resa conto di<br />
quanto difficile fosse stringere amicizia<br />
con i teenagers americani e all’inizio a<br />
fare gruppo eravamo noi, exchange students<br />
da tutto il mondo.<br />
Le persone con cui ho avuto <strong>la</strong> fortuna<br />
di condividere l’anno sono state<br />
anche le prime che ho conosciuto:<br />
Marco, un exchange student torinese e<br />
Gemy, dell’Ecuador, che vivevano vicino<br />
a me. Con loro ho condiviso mesi bellissimi.<br />
Andavamo a scuo<strong>la</strong> insieme e<br />
insieme abbiamo fatto tutto: siamo<br />
andati per <strong>la</strong> prima volta a downtown,<br />
al centro commerciale, da Starbucks, a<br />
mangiare il nostro primo vero american<br />
burger. Eravamo diversi forse… ma in<br />
fondo avevamo un grande sogno in
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e<br />
venerd<br />
ANNO XVI<br />
NUMERO DUE<br />
19 DICEMbre 2008<br />
PAGINA 9<br />
za negli States<br />
i B e a trice<br />
comune… «The American dream».<br />
Abbiamo vissuto il nostro sogno assieme,<br />
come fratelli e sorelle, fino a dicembre<br />
quando Gemy è dovuta ripartire per<br />
l’Ecuador… Purtroppo suo papà era<br />
morto improvvisamente pochi giorni<br />
prima. In quel momento abbiamo pianto<br />
le nostre prime <strong>la</strong>crime… Ma all’aeroporto<br />
lei mi disse quel<strong>la</strong> frase, che non<br />
dimenticherò mai: «Non è un “adios” è<br />
un “arrivederci”».<br />
A fine gennaio sono diventata amica<br />
di Amanda, una ragazza americana…<br />
Ed era l’inizio di un’amicizia che sarebbe<br />
durata per sempre. Amanda era lì, al<br />
mio fianco, quando ad aprile Marco mi<br />
disse che Gemy non c’era più. Un incidente<br />
d’auto se l’era portata via.<br />
Non volevo crederci.<br />
Mi aveva fatto una promessa… Mi<br />
aveva detto che non era un addio e<br />
invece tutto a un tratto se ne era andata,<br />
ma quel<strong>la</strong> volta per sempre. E’ dura<br />
affrontare un momento così quando sei<br />
dall’altra parte del mondo e tutto ciò<br />
che vorresti è essere vicina al<strong>la</strong> tua<br />
famiglia e ai tuoi amici.<br />
Ma poi mi sono resa conto che non<br />
avevo più solo una famiglia, ma due,<br />
una in Italia e una negli States...<br />
Mi sono resa conto che avevo amici<br />
in Italia, ma anche in America. Ci è voluto<br />
tempo, ma poi ho capito che lei non<br />
mi aveva mai <strong>la</strong>sciata. Che il suo ricordo<br />
sarebbe vissuto nel<strong>la</strong> mia mente per<br />
sempre, «no matter what, no matter<br />
where I’d be».<br />
A febbraio ho avuto il grandissimo<br />
onore di assistere al discorso di Barack<br />
Obama durante <strong>la</strong> sua campagna elettorale<br />
a Seattle, al<strong>la</strong> Key Arena. C’erano<br />
18.000 persone. Per me è stata un’emozione<br />
incredibile conoscere quello<br />
che spero sarà il prossimo presidente<br />
degli Stati Uniti. Obama è <strong>la</strong> grande<br />
speranza per l’America (e per il mondo<br />
intero), un Paese che nonostante tutto<br />
non posso negare sia ancora attanagliato<br />
dal<strong>la</strong> povertà, dal razzismo, dal<strong>la</strong><br />
violenza e dalle grandi contraddizioni.<br />
A giugno mi sono resa conto che il<br />
mio anno stava finendo e che non potevo<br />
fare nul<strong>la</strong> per fermare il tempo…<br />
Ormai <strong>la</strong> mia vita era a Seattle… E non<br />
volevo più tornare indietro. Ma poi ho<br />
ripensato che quando avevo preso questa<br />
decisione ero consapevole che<br />
sarebbe stato per un anno e non per<br />
sempre… E quindi «I enjoyed» gli ultimi<br />
giorni del<strong>la</strong> mia esperienza americana<br />
come meglio potevo.<br />
Il 22 giugno, ancora una volta gioia<br />
e dolore, ancora una volta in un aeroporto,<br />
questa volta direzione casa, combattendo<br />
le <strong>la</strong>crime e ricordando in<br />
pochi minuti tutti i momenti che avevo<br />
vissuto in un anno. E poi, Marco e io<br />
attraversammo <strong>la</strong> «security», e quelle<br />
persone, che ci avevano cambiato <strong>la</strong><br />
vita e l’avevano resa migliore, scomparvero<br />
dietro alle porte scorrevoli.<br />
Ma in quel momento mi resi conto<br />
che non era finita. Quei ricordi sarebbero<br />
rimasti nel mio cuore e nel<strong>la</strong> mia<br />
mente per sempre.<br />
In un anno ho vissuto cose che alcune<br />
persone non vivono neanche in una<br />
vita intera. Non ho soltanto imparato<br />
un’altra lingua, ho imparato una di quelle<br />
lezioni che non puoi trovare scritte su<br />
nessun libro. E’ incredibile quanto si<br />
possa cambiare in un anno. E che lo<br />
voglia o no, quello è stato un capitolo<br />
del<strong>la</strong> mia vita che per sempre ricorderò<br />
come il migliore.<br />
«I will never forget this experience<br />
and it made me realize that it is also<br />
important to know what you leave<br />
behind. To be away from your family<br />
and friends for 10 months - it's not<br />
easy. It might be a challenge and the<br />
most difficult quest that you have<br />
attempted in your life until now. But,<br />
you will never regret the experience,<br />
and it will always be a part of who<br />
you become»<br />
(Non dimenticherò mai quest’esperienza<br />
e mi ha fatto capire che è<br />
anche importante sapere cosa <strong>la</strong>sci<br />
indietro. Essere lontani dal<strong>la</strong> propria<br />
famiglia e dai propri amici per 10<br />
mesi non è facile. Potrebbe essere<br />
<strong>la</strong> sfida più grande che tu abbia<br />
affrontato in tutta <strong>la</strong> tua vita fino ad<br />
ora. Ma, non ti pentirai mai dell’esperienza,<br />
e sarà sempre una parte<br />
di chi diventerai).<br />
Quando torni a casa ti rendi conto<br />
che sei diventato un cittadino del<br />
mondo, che <strong>la</strong> tua cittadina di 15.000<br />
abitanti non è il mondo intero, anche se<br />
era quello che pensavi prima di partire.<br />
Ti accorgerai anche che <strong>la</strong> parte più difficile<br />
di tutto questo non è l’adattarsi<br />
nel Paese in cui vai, ma è il riadattamento<br />
a casa. Troverai tutto cambiato…<br />
Cose e persone. E magari passerai<br />
ore, giorni a piangere, con il nodo al<strong>la</strong><br />
go<strong>la</strong>… Chiedendoti quando rivedrai<br />
tutti coloro, provenienti da ogni parte<br />
del mondo, che hai conosciuto là, che<br />
hanno <strong>la</strong>sciato un segno nel<strong>la</strong> tua vita,<br />
con <strong>la</strong> consapevolezza che anche se e<br />
quando tornerai, le cose non saranno<br />
mai più come prima… Ma non scambieresti<br />
con niente al mondo quell’anno<br />
che ti ha cambiato l’esistenza, ti ha aiutata<br />
a crescere, a maturare, a diventare<br />
indipendente e che ti ha resa <strong>la</strong> persona<br />
che sei oggi.<br />
BEA VB<br />
Per chi è ancora in tempo… Non perdetevi<br />
quest’occasione perché è qualcosa<br />
che vi porterete dentro per sempre.<br />
Per informazioni cercatemi in VB.J
e<br />
e<br />
venerd<br />
19 DICEMbre 2008<br />
PAGINA 10<br />
ANNO XVI<br />
NUMERO DUE<br />
UnA interessante esperienza negli States<br />
Il V iaggio Di B e a trice<br />
Curiosità<br />
- ALCOOL: non possono berne nè<br />
acquistarne fino a 21 anni. Ma <strong>la</strong><br />
maggior parte dei minori ha documenti<br />
falsi. Io l’alcol in giro non l’ho<br />
toccato, sennò mi rimandavano a<br />
casa, anche se <strong>la</strong> mia famiglia ospitante<br />
mi autorizzava a bere quando<br />
ero con loro.<br />
- SIGARETTE: lì, le 5 o 6 persone<br />
che ho visto in tutto fumare sono trattate<br />
come specie di appestati.<br />
Quando ho detto che da noi tutti<br />
fumano sono rimasti sconvolti. Poi, se<br />
vai a downtown(il centro) il discorso<br />
è un po’ diverso. Però <strong>la</strong> stragrande<br />
maggioranza delle persone <strong>la</strong> vede così.<br />
- DISCOTECHE. Non esistono. E se esistono sono solo<br />
frequentate da gente adulta e nelle grandi metropoli. La<br />
febbre del sabato sera quindi e' un falso mito.<br />
- ORARI. E' tutto spostato indietro di un paio di ore.<br />
La scuo<strong>la</strong> comincia le lezioni alle 07.25, il pranzo e' alle<br />
10.25, <strong>la</strong> cena alle 5.30/6.30pm .Il sabato sera alle<br />
10.30 è finito tutto. E in genere si guarda un film a<br />
casa di amici o si va al centro commerciale, che alle<br />
9.30, 10.00 chiude. Comunque al massimo a mezzanotte<br />
non c'e' più nessuno in giro!<br />
- CHIESA E RELIGIONE. Sono tutti molto, ma molto religiosi.<br />
Ci sono tanti vari tipi di chiese e ognuna con le sue<br />
attivita'. Seattle come città è molto aperta e quando<br />
dicevo che non sono credente nessuno aveva nul<strong>la</strong> da<br />
obiettare. Ma purtroppo, non appena ti ritrovi in un paesino<br />
e soprattutto negli stati del Sud se non sei credente<br />
<strong>la</strong> gente ti dice chiaramente: “Andrai all’Inferno”. La mentalità<br />
in generale, non è delle più aperte.<br />
- ABBIGLIAMENTO. Nessuno si cura del<strong>la</strong> moda.<br />
Esattamente il contrario che da noi. Non spendono soldi<br />
per le macchine, per l’abbigliamento o per <strong>la</strong> casa. Dove li<br />
mettono allora tutti i soldi che hanno Mistero. La cosa<br />
più bel<strong>la</strong> è che si può benissimo andare a scuo<strong>la</strong> in pigiama<br />
e nessuno ti dice niente!!<br />
- Il tasto più dolente di tutti: I RAGAZZI. Qua se esci<br />
con un ragazzo è automaticamente il tuo fidanzato.<br />
Io ero sempre in giro con il ragazzo italiano, perché<br />
così potevamo par<strong>la</strong>re in italiano e tutti ci venivano a<br />
chiedere se eravamo<br />
fidanzati. L’amicizia<br />
tra un ragazzo e una<br />
ragazza non è concepita.<br />
Noi abbiamo<br />
l’abitudine di baciarci<br />
sul<strong>la</strong> guancia per<br />
salutarci. Qua se lo<br />
fai pensano che ci<br />
stai provando.<br />
- quasi tutti hanno<br />
<strong>la</strong> BANDIERA americana appesa in giardino;<br />
- hanno CASE enormi e giardini immensi perfettamente<br />
curati dove non c'e' mai nessuno;<br />
- hanno TELEVISORI grandi come fossero pareti;<br />
- le SCUOLE sono come quelle dei telefilm;<br />
- nei SUPERMERCATI c'e' ogni genere di «schifezza»;<br />
- in ogni PUNTO DI RISTORO ti riempiono il bicchiere<br />
del<strong>la</strong> bibita che preferisci all'infinito e paghi solo una volta;<br />
- <strong>la</strong> MANCIA non e' una scelta: e' obbligatoria;<br />
- il PREZZO che si legge sui prodotti è senza le tasse,<br />
<strong>la</strong> sorpresa arriva al<strong>la</strong> cassa;<br />
- non ci sono LAMPIONI lungo le strade;<br />
- nessuno supera mai i 60 km/h;<br />
- le STRADE sono enormi;<br />
- e' tutto sovradimensionato, ogni cosa è SUPER SIZE<br />
(comprese purtroppo le persone) anche lo shampoo<br />
- ti SALUTANO tutti per strada;<br />
- non esistono quasi le utilitarie, solo PICK-UP e<br />
CADILLAC;<br />
- per loro <strong>la</strong> MAFIA è<br />
un qualcosa di divertente<br />
e Italia=mafia (Marco, il<br />
mio amico italiano, lo<br />
chiamavano «Padrino»)<br />
- ci sono tante ma<br />
tante BIBITE di tutti i colori<br />
e sono tutte dolcissime;<br />
- non hanno orari per i<br />
PASTI e se li hanno sono<br />
completamente sbal<strong>la</strong>ti.<br />
Quando hai fame apri il<br />
frigo e mangi (esempio:<br />
pranzo alle 15 o cena alle<br />
17,30 o saltano e fanno<br />
gli snack)<br />
- tutte le mattine si<br />
recita il GIURAMENTO<br />
ALLA BANDIERA «The<br />
pledge of allegiance»<br />
a scuo<strong>la</strong>.
e<br />
venerd<br />
ANNO XVI<br />
NUMERO DUE<br />
Mi raccomando non scambiate quest'articolo<br />
per un commento al<strong>la</strong> trasmissione di Maria De Filippi,<br />
che oltre tutto ci ha sve<strong>la</strong>to che Daniele tornerà<br />
prossimamente! WOW !<br />
In realtà oggi vi vogliamo spiegare l’utilità del<strong>la</strong> nuovissima<br />
tappezzeria dei piani alti.<br />
Tutti avrete notato quei manifesti comparsi sui muri del<br />
1° piano, così colorati e <strong>numero</strong>si da non poter passare<br />
inosservati, e vi sarete chiesti a che cosa servono; qualcuno<br />
avrà trovato <strong>la</strong> pazienza o <strong>la</strong> curiosità per leggerseli, comprese<br />
noi due, visto che siamo incaricate di spiegarveli!<br />
«Giusto Luisa» «Giusto Elena!»<br />
Ebbene le risposte a tutte le vostre domande stanno nel<strong>la</strong><br />
paro<strong>la</strong> «prêt-à-cliché», che significa «<strong>la</strong>vati sempre le mani<br />
prima di mangiare!».<br />
No, non è vero, speriamo che nessuno ci abbia creduto<br />
veramente! In realtà pret-à-cliché è un gioco di parole sull’espressione<br />
«prêt-à-porter» che vuol dire «pronto per l’uso»,<br />
e che in questo caso, anziché riferirsi al<strong>la</strong> produzione<br />
in serie di capi d’abbigliamento, si rifà a idee e stereotipi<br />
che hanno condizionato cent’anni di storia italiana.<br />
Uomini e<br />
19 DICEMbre 2008<br />
PAGINA 11<br />
Donne<br />
«Giusto Elena» «Giusto Luisa!»<br />
Il percorso espositivo ha tra gli obiettivi quello di stimo<strong>la</strong>re<br />
delle riflessioni sull’imminenza storica delle grandi conquiste<br />
delle donne e di favorire nuovi comportamenti e piccoli<br />
cambiamenti nel<strong>la</strong> vita quotidiana. Per fare questo si<br />
sono individuati gli ambiti dove <strong>la</strong> negoziazione tra i sessi<br />
appare più «problematica»: <strong>la</strong> famiglia, <strong>la</strong> politica e il<br />
mondo del <strong>la</strong>voro. Completano il percorso uno spazio dedicato<br />
ai grandi movimenti che diedero impulso alle politiche<br />
per <strong>la</strong> parità sociale e uno spazio conclusivo per <strong>la</strong> riflessione<br />
sul<strong>la</strong> possibili traiettorie future.<br />
E’ sicuramente un’occasione «atipica» per promuovere <strong>la</strong><br />
cultura del<strong>la</strong> parità.<br />
Le sorelle FERRO, LUISA ED ELENA<br />
e<br />
A ll Opera, R agazzi !<br />
Ragazzi,<br />
«All’Opera, ragazzi!» è lo slogan che è stato proposto a<br />
tutti i ragazzi di prima dal Teatro Regio di Torino.<br />
L’attività prevede una prima fase in col<strong>la</strong>borazione con<br />
gli insegnanti per lo studio dell’opera prescelta tra quelle<br />
date e una seconda fase in cui vengono coinvolti gli studenti<br />
con una lezione sull’opera, <strong>la</strong> visita guidata alle strutture<br />
del Teatro, <strong>la</strong> partecipazione alle prove e <strong>la</strong> visione<br />
dello spettacolo.<br />
Le c<strong>la</strong>ssi 1ª A e 1ª B hanno assistito all’opera intito<strong>la</strong>ta<br />
Thaïs, una commedia in tre atti e sette quadri dal romanzo<br />
di Anatole France.<br />
Il contesto storico-culturale è ambientato in Francia tra<br />
Otto e Novecento e le correnti presenti nell’opera sono decadentismo,<br />
simbolismo, esotismo e art nouveau.<br />
La c<strong>la</strong>sse 1° C assisterà, il 16 gennaio 2009, all’opera intito<strong>la</strong>ta<br />
«Les Contes d’Hoffmann»,<br />
un prologo in tre atti<br />
e un epilogo...<br />
Quest’opera è di Jacques<br />
Offenbach, il quale<br />
inserisce <strong>la</strong> vicenda nel<strong>la</strong><br />
Francia di fine Ottocento<br />
nei teatri parigini.<br />
In fine le c<strong>la</strong>ssi 1ª SA e 1ª SB, il 15/05/08, assisteranno<br />
all’opera intito<strong>la</strong>ta La dama di picche, un opera in tre atti<br />
e sette quadri tratta dal racconto di Aleksandr Puskin.<br />
È un’opera ambientata in Russia al<strong>la</strong> fine dell’Ottocento<br />
in cui si vede lo «scontro» del<strong>la</strong> musica russa tra nazionalismo<br />
e occidentalismo.<br />
MARTINA IULINI<br />
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e<br />
e<br />
venerd 19 DICEMbre 2008<br />
PAGINA 12<br />
ANNO XVI<br />
NUMERO DUE<br />
Nel pieno P ossesso<br />
Una nuova rubrica per dare consigli, suggerimenti e<br />
informazioni sulle scelte universitarie: La<strong>pecheronza</strong> propone<br />
anche questo servizio ai suoi (amatissimi) lettori.<br />
Cominciamo a sapere qualcosa di più sull’ingegneria biomedica<br />
facendo quattro chiacchiere con ALBERTO URBAN,<br />
che dal «<strong>Ferrari</strong>» frequenta ora il Politecnico di Mi<strong>la</strong>no.<br />
Par<strong>la</strong>ci del<strong>la</strong> tua sede universitaria.<br />
Frequento il Politecnico di Mi<strong>la</strong>no, sede che si interessa<br />
principalmente di attività tecnico scientifiche (quindi tutti i<br />
tipi di ingegneria), ma che comprende anche <strong>la</strong> facoltà di<br />
architettura e quel<strong>la</strong> di design (design degli interni, design<br />
industriale, ecc). La struttura è decisamente organizzata<br />
bene, a mo’ di campus universitario americano (anche se<br />
più in piccolo), ed è un polo molto importante nel<strong>la</strong> realtà<br />
universitaria mi<strong>la</strong>nese e italiana: pensate<br />
che a livello internazionale – come suggerisce<br />
una statistica fatta dal «Times» – è al<br />
63° posto delle università tecniche mondiali<br />
(ebbene sì, prima del Politecnico di Torino, a<br />
differenza di quanto dicono le «voci di corridoio»).<br />
Ovviamente per frequentare il<br />
Politecnico devi avere una «passione innata»<br />
per <strong>la</strong> matematica e per <strong>la</strong> fisica, perché<br />
sono in generale dei prerequisiti fondamentali<br />
per ogni tipo di facoltà scelta (per<br />
Architettura e Design devi avere anche una<br />
spiccata inclinazione per il disegno, principalmente<br />
tecnico).<br />
Che facoltà frequenti<br />
Seguo <strong>la</strong> facoltà di Ingegneria dei Sistemi, e più precisamente<br />
Ingegneria Biomedica. Questo indirizzo ha l'obiettivo<br />
di «sfornare» 2 tipi di ingegneri: quelli più «elettronici»<br />
in grado di progettare e di valutare il funzionamento delle<br />
più importanti macchine biomedicali (TAC, risonanza<br />
magnetica, polmoni artificiali) e delle tecniche di analisi<br />
(radiografia, elettrocardiografia, elettroencefalografia), e<br />
quelli più «meccanici», che invece si occupano del<strong>la</strong> progettazione<br />
e del funzionamento delle protesi (principalmente<br />
quelle degli arti) e dell'analisi dei vari meccanismi che si<br />
sviluppano nel corpo (es: analisi del<strong>la</strong> struttura ossea, del<br />
movimento sanguigno, ecc). Il primo anno e il secondo<br />
anno prevedono degli esami come «analisi matematica A»<br />
(un rifacimento un po' più dettagliato del<strong>la</strong> matematica<br />
studiata già al Liceo), «analisi matematica B» (matematica<br />
a un livello superiore, ma non più complesso, che prevede<br />
fra l'altro funzioni a più variabili ed equazioni differenziali,<br />
se non sapete che cosa sono fatevi fare un riassunto dai<br />
vostri prof di matematica), «chimica generale», «Fisica in<br />
tutte le sue forme» (Meccanica, termodinamica, elettromagnetismo;<br />
tutti già fatti al Liceo, qui un po' più dettagliati)<br />
che servono come base per i corsi futuri più specializzati<br />
nell'ambito biomedico. Ma già al primo anno, per meglio<br />
entrare nel clima del<strong>la</strong> facoltà, c'è il corso di «Fisiologia<br />
umana», mentre al secondo anno ci sono i corsi specializzati<br />
di «bioingegneria elettronica» (spiega il metodo di<br />
acquisizione dei segnali EcG, EEG,il funzionamento elettrico<br />
del cuore e del corpo in generale), «bioingegneria chimica»<br />
(spiega il corpo da un punto di vista chimico-biologico,<br />
come il procedimento del<strong>la</strong> coagu<strong>la</strong>zione del sangue e del<br />
sistema immunitario, nonché le reazioni del corpo quando<br />
delle mie<br />
Facolt<br />
(universitarie)<br />
si mette al suo interno un materiale estraneo,<br />
come una protesi) e «bioingegneria meccanica»<br />
(spiega tra le altre cose come si distribuisce<br />
il peso sugli arti quando camminiamo e<br />
come può essere che le ossa con tutto quel<br />
peso non si spezzino). Il senso di appartenenza<br />
a questo corso comunque è molto alto<br />
(in quanto si tratta di un'ingegneria un po'<br />
diversa rispetto a quelle tradizionali).<br />
Perché hai scelto questa facoltà<br />
Innanzi tutto ho scelto ingegneria perché<br />
sono abbastanza innamorato del<strong>la</strong> matematica,<br />
perché al liceo andavo bene sia in matematica<br />
che in fisica e perché mi ha sempre<br />
affascinato il fatto che ingegneria permetta di poter applicare<br />
<strong>la</strong> matematica (un qualcosa di astratto) a un mondo<br />
concreto; ho scelto poi «biomedica» perché è davvero<br />
un tipo di ingegneria atipica, che <strong>la</strong>vora sull'affascinantissimo<br />
mondo del corpo umano, che dopo migliaia di<br />
anni resta ancora «<strong>la</strong> macchina più misteriosa che esista»<br />
(e infatti mi piace sempre dire che Dio è il migliore<br />
degli ingegneri).<br />
Il liceo scientifico è formante per il tuo corso<br />
Direi di sì, in quanto l'analisi matematica viene<br />
affrontata molto bene e in maniera abbastanza completa,<br />
<strong>la</strong> fisica è coperta totalmente nell'arco del triennio e<br />
anche i principi fondamentali del<strong>la</strong> chimica vengono già<br />
insegnati al quarto anno. Gli unici insegnamenti in cui<br />
mi sono trovato scoperto sono quelli di stampo elettrotecnico(<br />
analisi dei circuiti) e di stampo meccanico<br />
(inteso come applicazione di forze su delle strutture e<br />
valutazione delle deformazioni delle stesse), che invece<br />
vengono affrontati meglio negli istituti tecnici.<br />
A chi consigli il tuo corso<br />
Beh, consiglio questo indirizzo (e Ingegneria in<br />
generale) innanzi tutto a chi è bravo in matematica e<br />
fisica (ciò non vuol dire essere dei geni, ma almeno<br />
cavarse<strong>la</strong> principalmente nelle derivate e negli integrali),<br />
ma poi soprattutto a chi è interessato al funzionamento<br />
del corpo umano, e in partico<strong>la</strong>re ai meccanismi<br />
(dal punto di vista fisico) che stanno dietro al funzionamento.<br />
Diciamo che questo corso va bene anche per<br />
quelle persone che vorrebbero fare medicina ma che o<br />
non hanno voglia di farsi 8 e passa anni per <strong>la</strong> <strong>la</strong>urea o<br />
che restano impressionate dalle... interiora del corpo.<br />
Consigli, suggerimenti e informazioni per le scelte post Liceo
e<br />
venerd<br />
ANNO XVI<br />
NUMERO DUE<br />
19 DICEMbre 2008<br />
PAGINA 13<br />
e<br />
Q uando s iDice.<br />
Il venerdì 17 è il giorno più temuto dell’anno: questa<br />
superstizione esiste da tempi immemori; pensate<br />
che perfino nell’Antico Testamento il venerdì 17 è pensato<br />
come giorno «sfigato» in quanto il diluvio universale<br />
cominciò il 17 del secondo mese e, per i Cristiani<br />
venerdì fu il giorno in cui venne crocifisso Gesù.<br />
Inoltre presso gli antichi Romani il quinto giorno<br />
del<strong>la</strong> settimana si pagavano i tributi (l’odio per le<br />
tasse, quindi, ha radici molto antiche!) e si eseguivano<br />
le condanne a morte. Sempre<br />
presso i poveri Romani (che,<br />
poverini, par<strong>la</strong>vano e scrivevano<br />
in <strong>la</strong>tino) 17 si scriveva XVII che,<br />
anagrammato, diventa VIXI, ovvero<br />
«sono vissuto».<br />
Venerdì 17, però, non è l’unico<br />
giorno sciagurato; anche il<br />
venerdì 13 è odiato e poco simpatico<br />
ma con origini molto più<br />
antiche: già prima del<strong>la</strong> nascita<br />
di Cristo, durante il periodo<br />
babilonese, nel Codice di<br />
Hammurabi (1780 a.C.) manca il<br />
13 nell’elenco numerato delle<br />
leggi. Nel<strong>la</strong> mitologia<br />
nordica,<br />
Loki (subdolo,<br />
traditore e malvagio)<br />
era il tredicesimo<br />
dio.<br />
Per i Cristiani<br />
il 13 è un <strong>numero</strong><br />
molto antipatico<br />
perché, stando a<br />
quanto raccontato<br />
nei Vangeli,<br />
durante l’Ultima<br />
Cena <strong>la</strong> tredicesima<br />
persona a<br />
S f i g<br />
sedersi a tavo<strong>la</strong> fu<br />
Giuda Iscariota;<br />
A<br />
inoltre Satana<br />
viene designato come «il tredicesimo angelo». In molti<br />
Paesi (tra cui l’Italia) può suscitare qualche perplessità<br />
partire con una comitiva di tredici individui oppure<br />
essere in altrettanti seduti a tavo<strong>la</strong>, specie se il tredicesimo<br />
arrivasse senza preavviso.<br />
La sfortuna non è so<strong>la</strong>mente legata ai numeri ma<br />
anche agli oggetti: si dice, infatti, che rompere uno<br />
Caterina Sisca<br />
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specchio porti 7 anni di disgrazie (che siano sette ho<br />
qualche dubbio, ma sono sicuro che ciò possa comportare<br />
una sonora sgridata dal<strong>la</strong> mamma!); questo perché<br />
fin dal<strong>la</strong> preistoria vedere riflessa <strong>la</strong> propria immagine<br />
poteva far pensare all’esistenza di un altro sé stesso;<br />
rompere lo specchio o far del «male» all’immagine<br />
specchiata significava quindi nuocere al<strong>la</strong> propria persona<br />
(per gli antichi Romani <strong>la</strong> vita si rinnoverebbe<br />
ogni 7 anni perciò bisognava attenderne altrettanti per<br />
poter tornare in salute).<br />
Molto celebre è <strong>la</strong> superstizione del gatto nero<br />
che attraversa <strong>la</strong> strada.<br />
Questo perché i medesimi venivano<br />
imbarcati dai pirati sulle navi perché ritenuti<br />
più abili a dar <strong>la</strong> caccia ai topi; vederne<br />
uno attraversare significa quindi che<br />
una nave pirata è nei paraggi. Nel<br />
Medioevo avere un gatto nero era sufficiente<br />
per essere accusati di stregoneria<br />
e condannati al rogo.<br />
Inoltre ci sono varie altre superstizioni<br />
ma certamente meno gravose e<br />
cattive delle precedenti:<br />
• Rovesciare il sale a tavo<strong>la</strong> comporterebbe<br />
le stesse disgrazie del<br />
rompere lo specchio ma è sufficiente<br />
buttarne un pizzico dietro le spalle<br />
per esorcizzare l’avversità;<br />
• Aprire un ombrello al chiuso<br />
potrebbe comportare sfortuna solo<br />
a livello meteorologico;<br />
• Mai augurare «buona fortuna»<br />
o «auguri» prima di un evento<br />
importante, si preferisce usare<br />
espressioni del tipo «in bocca al<br />
lupo» o «in culo<br />
al<strong>la</strong> balena»;<br />
• Infine, severamente<br />
vietato<br />
passare sotto<br />
una sca<strong>la</strong> per via<br />
del<strong>la</strong> pericolosità<br />
dell’azione stessa<br />
(perché può<br />
cascare in testa<br />
qualcosa, specie<br />
se <strong>la</strong> persona è<br />
sbadata).<br />
SIMONE MORETTI, MATTIA CAVALLAZZI
e<br />
e<br />
venerd<br />
19 DICEMbre 2008<br />
PAGINA 14<br />
ANNO XVI<br />
NUMERO DUE<br />
Gli incontri di novembre<br />
T emp<br />
di<br />
Grande<br />
l’impegno<br />
ma<br />
contro<br />
i primi<br />
è troppo<br />
dura<br />
Ottimismo anche a Imperia<br />
nonostante <strong>la</strong> nuova sconfitta<br />
I nostri beniamini del Valsesia Rugby nel campionato<br />
di serie C under 19 sono ancora a 0 punti e hanno perso<br />
38 a 10 in casa dell’Imperia. Per i valsesiani hanno realizzato<br />
Mattia Bertoldo, autore del<strong>la</strong> meta, trasformata<br />
da Matteo Barbieri ed Enrico Del<strong>la</strong> Sette, realizzatore di<br />
un calcio piazzato. Il morale però all’interno dello spogliatoio<br />
nostrano rimane alto e nessuno si abbatte partico<strong>la</strong>rmente.<br />
Sembrano archiviati infatti i pessimi risultati<br />
dei primi match di campionato, mentre crescono le mete<br />
realizzate dal Valsesia, ma soprattutto cresce l’esperienza<br />
e <strong>la</strong> qualità del gioco espresso dai nostri ragazzi. In<br />
partico<strong>la</strong>re nell’ultima partita è da segna<strong>la</strong>re l'eccellente<br />
prestazione del mediano di mischia e vice capitano<br />
Andrea Fizzotti.<br />
Un altro passo<br />
falso per il Valsesia<br />
rugby che per <strong>la</strong><br />
quinta volta consecutiva<br />
perde, in questa<br />
giornata sul proprio<br />
terreno per 51-<br />
3 contro il Biel<strong>la</strong>, <strong>la</strong><br />
prima in c<strong>la</strong>ssifica.<br />
Non cambia però,<br />
purtroppo, <strong>la</strong> posizione in graduatoria per i ragazzi<br />
allenati da Ulisse Becher, ancora fermi all’ultimo posto<br />
con quell’impietoso 0 nel<strong>la</strong> casel<strong>la</strong> dei punti. C’è veramente<br />
poco da dire sul match con i biellesi, ospiti da<br />
subito in vantaggio e padroni del campo e del gioco,<br />
c<strong>la</strong>ssica partita prima contro ultima. Il risultato però non<br />
rende giustizia all’impegno effettivo del<strong>la</strong> squadra, che<br />
ha oggettivamente fatto tutto ciò che poteva contro<br />
una squadra che, per tradizione, esperienza e forza fisica,<br />
è di un’altra categoria. Non resta allora null’altro da<br />
fare che tenere duro, imparare dalle esperienze e guardare<br />
avanti, nel<strong>la</strong> speranza che gli sforzi e l’impegno<br />
dimostrati diano presto i loro frutti.<br />
Come ogni anno, per incentivare<br />
e valorizzare <strong>la</strong> sana competizione<br />
tra le diverse c<strong>la</strong>ssi del nostro istituto,<br />
è partita l’iniziativa dei punteggi<br />
di c<strong>la</strong>sse. Per tutti coloro che ancora<br />
non sanno di che cosa si tratti, perché<br />
da poco al liceo o per scarso<br />
interesse, spiegheremo ora in che<br />
cosa consiste quest’annuale gara tra<br />
studenti che tanto infervora le nostre<br />
amate prof. di educazione fisica.<br />
La competizione prevede di assegnare<br />
ad ogni c<strong>la</strong>sse un punteggio<br />
(da qui il nome punteggio di c<strong>la</strong>sse)<br />
in base ai risultati ottenuti nell’attività<br />
motoria e sportiva. Le attività in questione<br />
sono: il tanto temuto test di<br />
Cooper, i diversi test sulle capacità<br />
condizionali ( <strong>la</strong> cui determinazione da<br />
sempre divide l’opinione studentesca<br />
ma che dovrebbero consister in tutte<br />
A bbia inizio...<br />
quelle prove che si svolgono all’inizio<br />
dell’anno: 30 m, braccia, salto in<br />
lungo da fermo, ecc…) , <strong>la</strong> staffetta<br />
di c<strong>la</strong>sse 4x60 in palestra, <strong>la</strong> gara<br />
di tiri a canestro in 5 minuti, <strong>la</strong> c<strong>la</strong>ssifica<br />
dei tornei di c<strong>la</strong>sse e i risultati<br />
dell’atletica leggere nel campo<br />
sportivo (100m, salto in lungo e<br />
getto del peso). Naturalmente per<br />
le sfide cosiddette di c<strong>la</strong>sse, cioè<br />
tutte quelle che vengono affrontate<br />
come gruppo, viene contato il<br />
miglior risultato in assoluto, mentre<br />
per le prove individuali il risultato si<br />
ricava dal<strong>la</strong> media di tutte le prestazioni<br />
dei singoli. Al miglior esito<br />
nei test e tornei viene assegnato 1<br />
punto, al<strong>la</strong> seconda 2, alle terza 3 e<br />
via di seguito. A fine anno sco<strong>la</strong>stico<br />
verrà evidenziata <strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse vincitrice,<br />
cioè quel<strong>la</strong> con un totale punti<br />
inferiore a tutte <strong>la</strong> altre. Per i più<br />
pigri è importante sottolineare che<br />
<strong>la</strong> non partecipazione ai tornei d’istituto<br />
o il ritiro durante lo svolgimento<br />
degli stessi sarà penalizzato<br />
con 17 punti (che corrispondono al<br />
<strong>numero</strong> delle c<strong>la</strong>ssi del liceo in questo<br />
anno sco<strong>la</strong>stico). Il punteggio di<br />
c<strong>la</strong>sse verrà aggiornato man mano che
Re ANNO XVI<br />
venerd<br />
NUMERO DUE<br />
ugby<br />
Il Valsesia contro tutto (anche gli<br />
immancabili infortuni: l’esito,<br />
impietosamente, non cambia<br />
Ennesima sconfitta per i rugbisti valsesiani che perdono<br />
fuori casa con il San Mauro chiudendo il match sul<br />
risultato di 70 a 6. Per gli uomini di mister Becher le<br />
realizzazioni sono arrivate da uno splendido drop, calcio<br />
in corsa all’interno dei pali, Francesco Zanel<strong>la</strong>to e<br />
da un calcio piazzato trasformato da Matteo Barbieri.<br />
La partita era iniziata già con il piede sbagliato, a<br />
causa delle <strong>numero</strong>se assenze, soprattutto in prima<br />
linea, dovute a infortuni.<br />
Ciò ha causato una rivoluzione nel reparto di<br />
mischia, dove pochi hanno conservato il loro ruolo. I<br />
ragazzi hanno fatto del loro meglio per contrastare un<br />
avversario con un’ottima difesa, nonché con un forte<br />
reparto di mischia, ma che in ogni caso ha dovuto subire<br />
per il primo quarto <strong>la</strong> forza del gioco nostrano, non<br />
riuscendo a superare <strong>la</strong> sua metà campo e rischiando di<br />
vedere varcata <strong>la</strong> sua linea di meta per ben due volte.<br />
Col passare dei minuti, però, <strong>la</strong> maggior esperienza e<br />
soprattutto i 7 cambi a disposizione degli avversari<br />
hanno segnato <strong>la</strong> disfatta del Valsesia rugby.<br />
19 Dicembre 2008<br />
PAGINA 15<br />
Migliori<br />
contro<br />
l’Alba, i<br />
risultati no<br />
Con <strong>la</strong> 7 giornata<br />
dell’under 19<br />
del<strong>la</strong> sezione piemontese-ligure,<br />
si<br />
conclude il girone<br />
d’andata per i<br />
ragazzi di casa<br />
nostra che riposeranno<br />
negli ultimi<br />
due turni, è arrivata<br />
inoltre <strong>la</strong> settima<br />
sconfitta in altrettante<br />
partite e<br />
quel<strong>la</strong> dell’ultimo<br />
week-end è stata<br />
inflitta ai valsesiani,<br />
che giocavano in casa, dall’Alba con il punteggio<br />
finale di 29-0. La squadra tuttavia, come dirà a fine<br />
partita mister Ulisse Becher, ha giocato un buona partita<br />
dal punto di vista fisico, riuscendo a contenere gli<br />
avversari e il passivo, soprattutto nel<strong>la</strong> seconda metà<br />
del primo tempo. C’è invece ancora da migliorare per<br />
quanto riguarda il profilo tecnico-strategico che, più che<br />
le prestazioni dei singoli giocatori, ha determinato l’assenza<br />
di realizzazioni dei sesiani nell’ultima partita e<br />
va anche sviluppato il gioco di piede che, vuoi per inesperienza,<br />
magari per eccessiva tendenza al<strong>la</strong> fisicità,<br />
è stato scarsamente utilizzato in questo girone d’andata<br />
dal Valsesia in favore di quello di mano. Dopo <strong>la</strong><br />
pausa invernale, le squadre torneranno in campo il 19<br />
gennaio per il girone di ritorno. La pausa darà il tempo<br />
agli uomini di Becher di riprendersi dal<strong>la</strong> stanchezza e<br />
dagli infortuni, confidando che l’anno nuovo dia <strong>la</strong> possibilità<br />
al giovane team valsesiano di cancel<strong>la</strong>re quello<br />
0 in c<strong>la</strong>ssifica che tanto pesa nel bi<strong>la</strong>ncio del<strong>la</strong> stagione<br />
e che non rispecchia l’impegno costante messo dai<br />
ragazzi.<br />
e<br />
L a C onte s a<br />
si concluderanno le prove sopra indicate,<br />
sul<strong>la</strong> bacheca all’entrata e <strong>la</strong><br />
nostra Ape non mancherà di aggiornarvi<br />
mese per mese sugli avvicendamenti<br />
e sulle sfide<br />
più interessanti. Il<br />
primo appuntamento è<br />
già per gennaio, quando<br />
al termine dei tornei<br />
di calcetto (<strong>la</strong> cui<br />
cronaca, per motivi di<br />
tempi, è rimandata al<br />
prossimo <strong>numero</strong>) e<br />
dei primi test, ci sarà<br />
<strong>la</strong> prima c<strong>la</strong>ssifica virtuale.<br />
Non ci resta dunque<br />
che incitare tutti a<br />
fare del proprio meglio<br />
e che augurare un buon<br />
anno sportivo a tutti.<br />
I CAPOREDATTORI
e<br />
e<br />
venerd<br />
19 DICEMbre 2008<br />
PAGINA 16<br />
ANNO XVI<br />
NUMERO DUE<br />
Il l ato<br />
Un Soft - saluto a<br />
tutti gli amanti<br />
miei (anche se <strong>la</strong><br />
maggior parte di<br />
voi non sa ancora<br />
di esserlo,<br />
siete miei amanti)<br />
e di questa<br />
stupenda rubrica che in questo e<br />
nei prossimi numeri occuperà per<br />
<strong>la</strong> gioia di tutti i bambini un intera<br />
pagina! In questo mese, se non<br />
ve ne siete accorti non disperate<br />
perché non siete gli unici, <strong>la</strong> situazione<br />
mondiale è cambiata notevolmente<br />
con <strong>la</strong> vittoria alle elezioni<br />
statunitensi dell’a-abbronzatissimo<br />
presidente Barack Obama (al<br />
quale è dedicata <strong>la</strong> celeberrima<br />
canzone), in cambio per <strong>la</strong> nostra<br />
scuo<strong>la</strong> è stato eletto al<strong>la</strong> consulta<br />
Emanuele Paiato che non è<br />
Soft<br />
E’ successo in questo<br />
mese<br />
(fatti e fatterelli del novembre 2008)<br />
1. Per diletto di tanti ma per gioia di pochi <strong>la</strong> riforma<br />
sco<strong>la</strong>stica ha colpito tutti: belli e brutti.<br />
2. Sul<strong>la</strong> tragedia al<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> di Rivoli dal governo c’è<br />
chi dichiara: «E’ caduta <strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> Strano non ho sentito<br />
neanche il tonfo!».<br />
3. Marco Carta festeggia il suo 5° mese di attività canora<br />
senza avere ucciso nessuno.<br />
4. Siccome Forrest Gump continua a correre Alitalia ha<br />
deciso di continuale a vo<strong>la</strong>re.<br />
5. Lanciato sul mercato il trattamento abbronzante di<br />
Barack Obama chiamato: «Più nero del nero».<br />
6. Davanti al cancello del<strong>la</strong> nostra scuo<strong>la</strong> sono comparse<br />
scritte romantiche ma, ahimé, molto sgrammaticate, infatti il<br />
nostro «cucciolo» scrive il c<strong>la</strong>ssico «Io e te 3MSC» (per i<br />
pochi che non lo sapessero MSC non sono le crociere ma<br />
l’abbreviazione di Tre metri sopra il cielo), l’errore arriva<br />
oltre che al<strong>la</strong> ripetizione «il cielo», già presente nel<strong>la</strong> suddetta<br />
abbreviazione, ma soprattutto per il fatto che CIELO si<br />
scrive con <strong>la</strong> lettera «I». Il gesto però rimane molto romantico<br />
e apprezzabile da parte di una ragazza.<br />
d e l l a v ita<br />
Più filosofico di un insa<strong>la</strong>ta di merluzzo e di un filetto di manzo messi insieme<br />
abbronzato come lui e che all’apparenza può sembrare<br />
innocuo, ma le mire espansionistiche sono nascoste a<br />
tutti, anche a lui. Per fortuna abbiamo saputo rifarci, in<br />
quanto a c<strong>la</strong>sse, con l’elezione «molto» combattuta dei<br />
rappresentanti d’istituto: Franco Trenta<strong>la</strong>nce nonostante i<br />
voti ricevuti non è riuscito a combattere lo strapotere dei<br />
nostri due rappresentanti.<br />
Questo mese è stato anche un mese di scoperte: dopo<br />
aver scoperto che «a novembre <strong>la</strong> città si accende in un<br />
istante», che a Borgosesia può ancora nevicare nonostante<br />
il riscaldamento globale è stato scoperto (o riscoperto<br />
per chi lo conosceva già, se non lo conoscete vi consiglio<br />
di informarvi) un essere di dubbio costume e moralità che<br />
ha sdoganato <strong>la</strong> sessualità del tral<strong>la</strong>llà. E infine manca<br />
meno di un mese a Natale: l’albero è già pronto, il presepe<br />
pure, manca solo Babbo Natale che sembra perso in<br />
località Arcore in una vil<strong>la</strong> dove doveva portare del carbone…<br />
boh, noi aspettiamo e speriamo…<br />
Al<strong>la</strong> ricerca del<br />
Nirvana personale<br />
Massime di vita<br />
(da «Arthur Bloch - La legge di Murphy»)<br />
Legge di Osborn: «Le variabili non mutano mai, le costanti sì».<br />
Legge di Young: «Tutte le grandi scoperte si fanno per sbaglio».<br />
Legge di Weiler: «Nul<strong>la</strong> è impossibile per chi non deve farlo».<br />
Seconda legge di Johnson: «Se, nel corso di vari mesi, si producono<br />
solo tre eventi sociali interessanti saranno tutti e tre<br />
nel<strong>la</strong> stessa sera».<br />
Fa tanto caldo che...Sudoku<br />
BARZA... CHE TI PASSA!<br />
«Pierino, quanto fa 48+48». «Quarantasedici».<br />
***<br />
La maestra interroga Pierino: «Dimmi il nome di un rettile».<br />
«Vipera». «Bravo... e ora dimmi il nome di un altro rettile».<br />
E Pierino: «Un'altra vipera!».<br />
***<br />
«Pierino come si producono i venti».<br />
«Moltiplicando i quattro per i cinque».<br />
***<br />
In c<strong>la</strong>sse <strong>la</strong> maestra dice: «Oggi faremo un tema: vorrei<br />
che ci metteste del<strong>la</strong> religione, nobiltà, famiglia e un<br />
pizzico di suspence».<br />
Poco dopo Pierino consegna il compito: «Mio Dio –<br />
disse <strong>la</strong> baronessa – sono incinta! E chissà chi è il padre!»