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Proposte liturgiche per la Quaresima 2010 - Diocesi di Mantova

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<strong>Quaresima</strong><br />

<strong>2010</strong><br />

PROPOSTE DELL’UFFICIO LITURCICO<br />

<strong>Proposte</strong> <strong>liturgiche</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>Quaresima</strong> <strong>2010</strong><br />

Le in<strong>di</strong>cazioni nazionali<br />

“Ritornate a me con tutto il cuore”: questo il titolo del sussi<strong>di</strong>o <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>Quaresima</strong> pubblicato a cura<br />

dell’Ufficio liturgico nazionale. La <strong>Quaresima</strong> è presentata come un <strong>per</strong>corso <strong>di</strong> conversione, sia nel<strong>la</strong> sua<br />

<strong>di</strong>mensione biblica , sia nel<strong>la</strong> sua <strong>di</strong>mensione liturgica, sia nel<strong>la</strong> sua espressione concreta nel<strong>la</strong> vita dei<br />

singoli e delle comunità. Conseguentemente, <strong>per</strong> ogni domenica <strong>la</strong> proposta si artico<strong>la</strong> in un commento al<strong>la</strong><br />

Paro<strong>la</strong> (Annunciare), in un commento al<strong>la</strong> liturgia (Celebrare), in un richiamo a es<strong>per</strong>ienze concrete <strong>di</strong> vita<br />

(Testimoniare). Per ogni settimana è proposta una “preghiera intorno al<strong>la</strong> mensa”, come esempio <strong>di</strong> liturgia<br />

familiare.<br />

Inutile leggere il sussi<strong>di</strong>o ricercando una sorta <strong>di</strong> “prontuario” o “ricettario”: piuttosto è da vedere<br />

come un “<strong>la</strong>boratorio”, una provocazione a vivere <strong>la</strong> <strong>Quaresima</strong> in tutte le sue <strong>di</strong>mensioni.<br />

Il filo conduttore biblico<br />

Le letture del<strong>la</strong> <strong>Quaresima</strong> <strong>2010</strong> tracciano un preciso <strong>per</strong>corso penitenziale: dopo il vangelo delle<br />

tentazioni (I domenica) e <strong>la</strong> trasfigurazione (II domenica) sono presentati <strong>la</strong> parabo<strong>la</strong> del fico infruttuoso<br />

risparmiato, <strong>la</strong> parabo<strong>la</strong> del padre buono (e dei due figli incapaci <strong>di</strong> corrispondere al suo amore), il giu<strong>di</strong>zio<br />

sull'adultera (che viene <strong>per</strong>donata).<br />

La traiettoria è chiara: Gesù che lotta e vince contro <strong>la</strong> tentazione mostra che l'umanità non è<br />

condannata a cadere sempre e comunque nel peccato: egli riattiva tutta <strong>la</strong> forza liberatrice del<strong>la</strong> Paro<strong>la</strong> <strong>di</strong><br />

Dio, con <strong>la</strong> quale <strong>di</strong>venta possibile vincere <strong>la</strong> tentazione. La Trasfigurazione mostra il destino a cui ogni<br />

<strong>per</strong>sona umana è chiamata: <strong>di</strong>ventare nuova creatura, ad immagine <strong>di</strong> Gesù, il Figlio eletto, colui che<br />

<strong>per</strong>mette <strong>di</strong> riscoprire <strong>la</strong> paternità <strong>di</strong> Dio. Tra i due estremi (tentazione e glorificazione) si rende necessario<br />

un cammino, che si delinea nelle tre domeniche successive: nel<strong>la</strong> terza domenica abbiamo l'annuncio del<strong>la</strong><br />

conversione, uscendo dal<strong>la</strong> spensieratezza in<strong>di</strong>fferente; nel<strong>la</strong> quarta domenica ulteriormente si mostra che<br />

tutti hanno bisogno <strong>di</strong> un ritorno al Padre, non solo i peccatori manifesti: anzi, l'incapacità <strong>di</strong> accogliere il<br />

fratello che ha sbagliato <strong>di</strong>venta il segnale <strong>di</strong> una grave chiusura e durezza <strong>di</strong> cuore. Nel<strong>la</strong> quinta domenica<br />

<strong>la</strong> conversione e il <strong>per</strong>dono, annunciati dalle parabole, trova una drammatica realizzazione nel<strong>la</strong> vita reale.<br />

Ancora una volta, <strong>di</strong> fronte a Cristo, chi si credeva giusto si scopre peccatore; mentre colei che era<br />

considerate irrecu<strong>per</strong>abile è l'unica, al<strong>la</strong> fine, che può cominciare una vita nuova. Nel<strong>la</strong> Domenica delle<br />

Palme <strong>la</strong> morte <strong>di</strong> Cristo in croce <strong>di</strong>venta occasione <strong>di</strong> promessa <strong>di</strong> vita anche <strong>per</strong> un criminale assassino, il<br />

primo convertito dal<strong>la</strong> croce: «Oggi sari con me nel para<strong>di</strong>so».<br />

Paralle<strong>la</strong>mente, nelle prime letture viene tracciato l'annuncio del<strong>la</strong> nuova alleanza. Il <strong>per</strong>dono non è<br />

semplice cancel<strong>la</strong>zione <strong>di</strong> un male fatto, o <strong>la</strong> derubricazione <strong>di</strong> un reato, ma è <strong>la</strong> ricostruzione <strong>di</strong> una<br />

re<strong>la</strong>zione, anzi, <strong>la</strong> creazione <strong>di</strong> una nuova re<strong>la</strong>zione, quel<strong>la</strong> che celebriamo come <strong>la</strong> "Nuova Alleanza" nel<br />

sangue <strong>di</strong> Cristo.<br />

Nelle epistole che ascolteremo invece si esorta a <strong>per</strong>severare nel<strong>la</strong> "vita nuova" che deriva dal dono<br />

del Battesimo. Paolo <strong>la</strong> paragona ad una "corsa" che non ha termine, fino al raggiungimento del<strong>la</strong> meta<br />

finale, l'incontro con il Risorto glorioso. L'apostolo si comporta come un allenatore, che sprona a portare a<br />

termine una gara <strong>di</strong>fficile, impegnativa, ma nello stesso tempo entusiasmante. Come ogni buon allenatore,<br />

a volte deve anche rimproverare e avvertire dei <strong>per</strong>icoli; altre volte invece può incitare e far risaltare <strong>la</strong><br />

bellezza <strong>di</strong> ciò che si sta compiendo.<br />

Possibili traiettorie <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>cazione<br />

Proponiamo dunque tre traiettorie, tra le tante possibili:<br />

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<strong>Quaresima</strong><br />

<strong>2010</strong><br />

PROPOSTE DELL’UFFICIO LITURCICO<br />

A partire dai vangeli, riscoprire il <strong>per</strong>dono e <strong>la</strong> conversione. Non solo <strong>per</strong> chi esplicitamente è<br />

riconosciuto peccatore, ma anche <strong>per</strong> i peccatori nascosti (come il fico infruttuoso o il fratello maggiore<br />

del<strong>la</strong> parabo<strong>la</strong>, o gli accusatori dell'adultera), che rischiano <strong>di</strong> sentirsi a posto <strong>di</strong> fronte a Dio, rimandando<br />

un incontro decisivo con il Padre, che <strong>di</strong>a una svolta a tutta l'esistenza.<br />

A partire dalle prime letture, riscoprire <strong>la</strong> realtà dell'Alleanza, ra<strong>di</strong>cata nel<strong>la</strong> storia, e protesa verso un<br />

futuro che <strong>per</strong> noi si è già realizzato.<br />

A partire dalle epistole, riscoprire <strong>la</strong> bellezza del<strong>la</strong> "vita nuova", donata dallo Spirito, appassionante<br />

come una gara sportiva: l'apostolo combatte contro l'isterilirsi del<strong>la</strong> vita <strong>di</strong> fede, che rischia <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare<br />

abitu<strong>di</strong>naria, <strong>di</strong> <strong>per</strong>dersi, <strong>di</strong> non avere più calore e momenti <strong>di</strong> entusiasmo, <strong>di</strong> non avere più resistenza nel<strong>la</strong><br />

tentazione: in una paro<strong>la</strong>, che rischia <strong>di</strong> isterilirsi, fino a spegnersi.<br />

Dal<strong>la</strong> tematica del<strong>la</strong> conversione e dell'annuncio del <strong>per</strong>dono, emerge poi chiaramente <strong>la</strong> necessità <strong>di</strong><br />

riesaminare <strong>la</strong> prassi penitenziale nelle nostre comunità, con un'attenzione partico<strong>la</strong>re al sacramento del<strong>la</strong><br />

riconciliazione. Attenzione partico<strong>la</strong>re non significa attenzione esclusiva: <strong>per</strong>ciò si è par<strong>la</strong>to <strong>di</strong> "prassi<br />

penitenziale": ovvero un insieme <strong>di</strong> azioni e parole, tutte generate dal<strong>la</strong> consapevolezza del dono ricevuto.<br />

Riscoprire <strong>la</strong> prassi penitenziale<br />

L'esempio <strong>di</strong> Gesù e <strong>di</strong> Paolo<br />

Guar<strong>di</strong>amo a Gesù, così come ci viene presentato nelle letture del<strong>la</strong> <strong>Quaresima</strong>. Egli <strong>di</strong>giuna da solo<br />

nel deserto, e da solo combatte contro <strong>la</strong> tentazione. Con un gruppo limitato <strong>di</strong> <strong>di</strong>scepoli vive <strong>la</strong><br />

trasfigurazione. Alle folle annuncia <strong>la</strong> conversione, partendo da un fatto <strong>di</strong> attualità. Racconta varie<br />

parabole, sempre insistendo sul<strong>la</strong> necessità <strong>di</strong> una trasformazione nel profondo, e sempre senza stancarsi<br />

<strong>di</strong> fronte al<strong>la</strong> resistenza che incontra. Va a trovare i peccatori e pranza con loro. Ascolta le critiche dei farisei<br />

che si ritengono giusti, e <strong>di</strong>aloga con loro. Egli stesso subisce <strong>la</strong> violenza devastante del peccato, trovandosi<br />

<strong>di</strong> fronte al<strong>la</strong> sua Passione, accettando<strong>la</strong> e <strong>per</strong>donando i suoi uccisori. In tutta questa varietà <strong>di</strong> azioni,<br />

ve<strong>di</strong>amo che al<strong>la</strong> fine solo due <strong>per</strong>sone sono esplicitamente <strong>per</strong>donate: l'adultera e il <strong>la</strong>drone.<br />

Non siamo migliori del nostro Maestro. Non possiamo pretendere un successo maggiore (quando<br />

arriva, è una grazia). Siamo <strong>per</strong>ò chiamati, come Chiesa, a ri<strong>per</strong>correre le sue orme. Il problema dunque non<br />

è che "<strong>la</strong> gente non si confessa" (come <strong>di</strong>cono i parroci) o che "non sento questo sacramento" (come<br />

<strong>di</strong>cono i fedeli). L'esempio <strong>di</strong> Gesù ci mostra chiaramente che il sacramento del<strong>la</strong> riconciliazione non basta;<br />

non è un fiore che germoglia nel deserto, ma il risultato <strong>di</strong> un'azione complessiva. Che comincia da lui: non<br />

si tratta <strong>di</strong> inventare, ma <strong>di</strong> corrispondere al<strong>la</strong> grazia che è già in azione.<br />

Le epistole dell'anno C mostrano, attraverso l'es<strong>per</strong>ienza concreta <strong>di</strong> Paolo, come una certa<br />

<strong>di</strong>mensione penitenziale arrivi a <strong>per</strong>meare ogni <strong>di</strong>scorso dell'apostolo: sia che rivolga un'esortazione<br />

incoraggiante, sia che rimproveri, sia che si rattristi... l'immagine del<strong>la</strong> corsa rende bene l'idea: si tratta <strong>di</strong><br />

un <strong>di</strong>namismo continuo, <strong>di</strong> una crescita inarrestabile, che esige <strong>di</strong> essere continuamente rinnovata.<br />

In conclusione: l'esempio <strong>di</strong> Gesù e <strong>di</strong> Paolo mostra che <strong>la</strong> <strong>di</strong>mensione penitenziale è inscin<strong>di</strong>bile<br />

dall'annuncio e da ogni azione pastorale, e che non si esaurisce in un gesto singolo, ma si <strong>di</strong>stende in una<br />

serie <strong>di</strong> parole, gesti, atteggiamenti, sia comunitari, sia <strong>per</strong>sonali.<br />

Prassi penitenziale e vocazione del<strong>la</strong> Chiesa<br />

La <strong>di</strong>mensione penitenziale <strong>per</strong>mea dunque l'essenza stessa del<strong>la</strong> Chiesa, ma richiede alcune azioni<br />

specifiche:<br />

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<strong>Quaresima</strong><br />

<strong>2010</strong><br />

PROPOSTE DELL’UFFICIO LITURCICO<br />

Tutta <strong>la</strong> Chiesa è chiamata a con<strong>di</strong>videre l'impegno <strong>di</strong> preghiera <strong>per</strong>sonale <strong>di</strong> Cristo, che lotta contro il<br />

male, non <strong>per</strong> sé ma <strong>per</strong> gli altri. Egli è colui che prega "<strong>per</strong>ché non venga meno <strong>la</strong> fede". Chi si assumerà<br />

questo incarico in maniera speciale Solo i preti Solo i religiosi<br />

Tutta <strong>la</strong> Chiesa è chiamata ad annunciare <strong>la</strong> conversione e il <strong>per</strong>dono. Ma chi coltiverà in maniera<br />

<strong>di</strong>retta <strong>la</strong> missione <strong>di</strong> annuncio I preti, certamente. Ma anche tra i catechisti, i lettori, i ministri<br />

dell'Eucaristia... non potrebbe sorgere qualche annunciatore Quali sono le occasioni <strong>per</strong> un annuncio del<br />

<strong>per</strong>dono<br />

Tutta <strong>la</strong> Chiesa è chiamata a manifestare azioni concrete <strong>di</strong> vicinanza a chi si è smarrito. Ma chi può<br />

vivere in maniera più esplicita l'o<strong>per</strong>a <strong>di</strong> accompagnamento amicale I preti, certamente, ma certamente<br />

sono troppo pochi <strong>per</strong> raggiungere tutti... forse questo è un fatto accessibile ad ogni fedele... o no<br />

Tutta <strong>la</strong> Chiesa è chiamata a vivere in prima <strong>per</strong>sona, come Gesù, <strong>la</strong> <strong>di</strong>sponibilità a <strong>per</strong>donare chi ha<br />

fatto dei torti. Anche i preti, certamente... ma dove nel<strong>la</strong> nostra comunità c'è bisogno <strong>di</strong> riconciliazione<br />

Tutta <strong>la</strong> Chiesa è chiamata a promuovere una cultura del<strong>la</strong> riconciliazione, che in Gesù trova <strong>la</strong> forma<br />

letteraria e artistica del<strong>la</strong> parabo<strong>la</strong>, e nel nostro tempo... quale forma potrà trovare E qui è forse meglio<br />

che i preti si facciano da parte e <strong>la</strong>scino spazio ad altri...<br />

Tutta <strong>la</strong> Chiesa è chiamata a vivere una "continua penitenza". Non intesa come autof<strong>la</strong>gel<strong>la</strong>zione e<br />

senso <strong>di</strong> colpa, ma come contemp<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> bellezza dell'amore <strong>di</strong> Cristo. Di fronte al<strong>la</strong> quale le nostre<br />

o<strong>per</strong>e appaiono sempre povere, insufficienti, bisognose <strong>di</strong> purificazione. Una Chiesa penitente è una Chiesa<br />

bel<strong>la</strong>: <strong>per</strong>ché Dio stesso <strong>la</strong> purificherà. Una Chiesa autosufficiente, rischia <strong>di</strong> essere solo "truccata", <strong>di</strong> una<br />

bellezza artificiale, ricca <strong>di</strong> o<strong>per</strong>e caritative, <strong>di</strong> realizzazioni pastorali, <strong>di</strong> capacità organizzative, ma povera<br />

dell'unica cosa importante. Non si tratterà <strong>di</strong> fare qualche celebrazione penitenziale in più. Ma <strong>di</strong> vivere<br />

l'aspetto penitenziale in ogni celebrazione.<br />

<strong>Proposte</strong> concrete<br />

Un segno visivo-artistico all’ingresso del<strong>la</strong> chiesa<br />

Un confratello mi segna<strong>la</strong>va <strong>la</strong> possibilità <strong>di</strong> proporre o valorizzare un segno artistico partico<strong>la</strong>re <strong>per</strong><br />

sottolineare i tempi liturgici. Accolgo <strong>la</strong> segna<strong>la</strong>zione: finora, è vero, non abbiamo mai dato suggerimenti<br />

simili. La preferenza è stata data al recu<strong>per</strong>o dei gesti liturgici già previsti, spesso trascurati; qualcuno, nelle<br />

nostre in<strong>di</strong>cazioni, avrà <strong>per</strong>cepito una certa <strong>di</strong>ffidenza <strong>per</strong> spettaco<strong>la</strong>rizzazioni <strong>di</strong> stampo scenografico. In<br />

passato si sono conosciute <strong>di</strong>verse realizzazioni <strong>di</strong>scutibili, <strong>di</strong> indubbio impatto emotivo, sicuramente con<br />

ottime intenzioni (e, ci auguriamo, anche con un qualche risultato pastorale), ma prive <strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà.<br />

Spesso è semplicemente questione <strong>di</strong> misura: inutile instal<strong>la</strong>re una miriade <strong>di</strong> cartelloni, scritte,<br />

scenografie… a volte basta un segno azzeccato, una risistemazione intelligente, e <strong>la</strong> Chiesa cambia<br />

d’aspetto <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>Quaresima</strong>. Chi entra si interroga, magari viene anche provocato, si fa delle domande… a<br />

volte questo può essere ripreso anche nel<strong>la</strong> pre<strong>di</strong>cazione.<br />

Qualche suggerimento:<br />

- Preferibilmente, orientarsi su un unico segno, capace da solo <strong>di</strong> <strong>la</strong>nciare un messaggio <strong>per</strong> tutta<br />

<strong>la</strong> <strong>Quaresima</strong>.<br />

- Tenere conto dell’esistente: forse in chiesa esistono già immagini che meritano <strong>di</strong> essere<br />

valorizzate, sculture che possono essere recu<strong>per</strong>ate, settori dell’e<strong>di</strong>ficio che si prestano <strong>per</strong><br />

essere mo<strong>di</strong>ficati…<br />

- non intervenire sull’altare e neppure sull’ambone. La tentazione è forte: mettere un pannello,<br />

una scritta, un’instal<strong>la</strong>zione davanti all’altare, un’immagine accanto all’ambone sembra <strong>la</strong> via più<br />

facile. Ma trasformare l’altare o l’ambone in un’instal<strong>la</strong>zione, più o meno artistica, figurativa o<br />

astratta, non è il modo migliore <strong>per</strong> valorizzarli come simboli liturgici. Il problema, ripetiamo<br />

ancora, è quello dell’adeguamento liturgico: dove non c’è un vero altare, ma una specie <strong>di</strong><br />

tavo<strong>la</strong>ccio, dove non c’è un vero ambone, ma un più o meno decoroso leggìo, è chiaro che si è<br />

tentati <strong>di</strong> intervenire con qualche aggiustamento… ma in tal caso, forse sarebbe proprio da<br />

cominciare a pensare ad un adeguamento liturgico. E <strong>la</strong> <strong>Quaresima</strong> sarebbe il tempo ideale <strong>per</strong><br />

dare inizio ad una simile o<strong>per</strong>azione.<br />

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<strong>Quaresima</strong><br />

<strong>2010</strong><br />

PROPOSTE DELL’UFFICIO LITURCICO<br />

- Valorizzare l’ingresso nel<strong>la</strong> chiesa. Il frequentatore abituale dovrebbe accorgersi che qualcosa è<br />

cambiato. Il frequentatore occasionale dovrebbe avvertire un certo impatto, un invito a riflettere,<br />

una provocazione ad interrogarsi.<br />

- Pensare agli adulti. I cartelloni dei bambini vanno bene nelle aule del catechismo. Solitamente<br />

vanno meno bene in chiesa. Spesso piacciono ai genitori e ai nonni. Non <strong>di</strong>cono nul<strong>la</strong> agli altri,<br />

tantomeno ai giovani. La <strong>Quaresima</strong> è una cosa <strong>per</strong> adulti. I bambini avranno tempo <strong>per</strong> viver<strong>la</strong>.<br />

L’atto penitenziale<br />

Nel<strong>la</strong> celebrazione eucaristica: valorizzare l'atto penitenziale, con il canto del Kyrie Eleison. Una prima<br />

possibilità (più semplice) consiste nell'adottare <strong>per</strong> tutta <strong>la</strong> <strong>Quaresima</strong> <strong>la</strong> seconda formu<strong>la</strong>: "Perdonaci<br />

Signore". "Contro <strong>di</strong> te abbiamo peccato". "Mostraci Signore <strong>la</strong> tua misericor<strong>di</strong>a". "E donaci <strong>la</strong> tua salvezza".<br />

Segue il canto del Kyrie eleison, in forma semplice. E' da notare che si tratta <strong>di</strong> una formu<strong>la</strong> biblica:<br />

chie<strong>di</strong>amo <strong>per</strong>dono con le parole stesse suggerite dal<strong>la</strong> Scrittura. Si tratta inoltre <strong>di</strong> un annuncio essenziale,<br />

orientato positivamente, verso <strong>la</strong> misericor<strong>di</strong>a e <strong>la</strong> salvezza.<br />

Seconda possibilità: <strong>la</strong> sezione Canto&Musica propone una melo<strong>di</strong>a <strong>per</strong> le invocazioni penitenziali,<br />

con testi adatti <strong>per</strong> ognuna delle domeniche <strong>di</strong> <strong>Quaresima</strong>.<br />

E' bene rispettare <strong>la</strong> <strong>di</strong>namica dell'atto penitenziale, da viversi con calma, tanto più che non si canta il<br />

gloria, e quin<strong>di</strong> i riti iniziali rischiano <strong>di</strong> essere molto esigui.<br />

Si curi dunque <strong>la</strong> monizione iniziale: evitare sproloqui, accuse, confessioni <strong>per</strong>sonali; puntare invece<br />

sull'annuncio positivo del<strong>la</strong> misericor<strong>di</strong>a e del<strong>la</strong> salvezza.<br />

Si <strong>la</strong>sci un adeguato spazio <strong>di</strong> silenzio <strong>per</strong> l'esame <strong>di</strong> coscienza ("breve", non significa "assente"!)<br />

Il <strong>di</strong>alogo penitenziale, o il canto delle invocazioni, va imparato a memoria: può essere utile,<br />

soprattutto le prime volte, un foglietto ad hoc, ma è più importante <strong>la</strong> ripetizione costante, anche <strong>per</strong> tutta<br />

<strong>la</strong> <strong>Quaresima</strong>, in maniera da caratterizzare il <strong>per</strong>iodo. Poi è chiaro che nel tempo pasquale occorrerà<br />

cambiare.<br />

La preparazione al Battesimo<br />

E’ bene rivolgere un invito <strong>per</strong>sonalizzato a vivere <strong>la</strong> <strong>Quaresima</strong>, ai genitori che si preparano al<br />

battesimo dei figli, segna<strong>la</strong>ndo le varie iniziative parrocchiali. Si possono prevedere incontri specifici, o <strong>la</strong><br />

partecipazione agli incontri comunitari. Lodevole è là dove il Battesimo viene celebrato nel<strong>la</strong> notte<br />

pasquale.<br />

Nel<strong>la</strong> preparazione al Battesimo: valorizzare l'annuncio del <strong>per</strong>dono, l'incontro <strong>per</strong>sonale con i<br />

genitori. Proporre <strong>la</strong> celebrazione del sacramento del<strong>la</strong> Riconciliazione, quando è possibile, o <strong>la</strong><br />

partecipazione alle celebrazioni penitenziali.<br />

La preparazione ai sacramenti<br />

E’ bene rivolgere un invito <strong>per</strong>sonalizzato a vivere <strong>la</strong> <strong>Quaresima</strong> ai genitori che si preparano al<strong>la</strong><br />

Comunione e al<strong>la</strong> Cresima dei figli, segna<strong>la</strong>ndo le varie iniziative parrocchiali. Si possono prevedere incontri<br />

specifici, o <strong>la</strong> partecipazione agli incontri comunitari.<br />

Proporre <strong>la</strong> celebrazione del sacramento del<strong>la</strong> Riconciliazione, quando è possibile, o <strong>la</strong> partecipazione<br />

alle celebrazioni penitenziali.<br />

La preparazione al matrimonio<br />

E’ bene rivolgere un invito <strong>per</strong>sonalizzato a vivere <strong>la</strong> <strong>Quaresima</strong> ai fidanzati che si preparano alle<br />

nozze. Si possono prevedere incontri specifici, o <strong>la</strong> partecipazione agli incontri comunitari.<br />

Nel<strong>la</strong> preparazione al Matrimonio: valorizzare l'annuncio del<strong>la</strong> riconciliazione e del <strong>per</strong>dono come<br />

<strong>di</strong>mensione fondamentale del<strong>la</strong> vita coniugale. Condurre in maniera adeguata al<strong>la</strong> celebrazione del<strong>la</strong><br />

Riconciliazione.<br />

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<strong>Quaresima</strong><br />

<strong>2010</strong><br />

PROPOSTE DELL’UFFICIO LITURCICO<br />

Il contatto con gli amma<strong>la</strong>ti<br />

Gli amma<strong>la</strong>ti vivono in maniera partico<strong>la</strong>re il <strong>per</strong>corso quaresimale. La loro stessa con<strong>di</strong>zione ha un<br />

carattere penitenziale: non <strong>per</strong>ché sono castigati, ma <strong>per</strong>ché sono uniti in una maniera misteriosa al<br />

Crocifisso e Risorto.La celebrazione quoti<strong>di</strong>ana dell’Eucaristia e del<strong>la</strong> Liturgia delle Ore<br />

La <strong>Quaresima</strong> può essere un momento favorevole <strong>per</strong> valorizzare <strong>la</strong> celebrazione eucaristica<br />

quoti<strong>di</strong>ana, e <strong>la</strong> Liturgia delle Ore, che<br />

Centri d’ascolto, via crucis, altre devozioni quaresimali<br />

Ogni parrocchia ha le sue iniziative tra<strong>di</strong>zionali <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>Quaresima</strong>; ogni unità pastorale potrebbe<br />

inventarne altre.<br />

La celebrazione penitenziale<br />

Sappiamo che il modello delle celebrazioni penitenziali è in crisi: è uno stile che non si è <strong>di</strong>ffuso, che<br />

suscita scarsa partecipazione,<br />

Nel<strong>la</strong> caratterizzazione delle devozioni quaresimali: che si faccia <strong>la</strong> via crucis, <strong>la</strong> stazione quaresimale,<br />

<strong>la</strong> celebrazione penitenziale... ricordare <strong>la</strong> <strong>di</strong>mensione penitenziale del<strong>la</strong> preghiera cristiana.<br />

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