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Libro_Il-ritorno-del-principe-Lodato-Scarpinato

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<strong>Il</strong> Principe e l’eterna corruzione 127<br />

Benedetto Croce per descrivere l’Italia fascistizzata dei suoi<br />

tempi ricorre al gioco <strong>del</strong>le allusioni, dedicando nella Storia<br />

d’Europa nel secolo decimonono ampio spazio alla descrizione<br />

<strong>del</strong>le conseguenze prodotte dall’impero totalitario instaurato<br />

da Napoleone III a seguito <strong>del</strong> colpo di Stato <strong>del</strong> 2 dicembre<br />

1851:<br />

Con quel complesso di leggi e di metodi e di costumi che<br />

sono i medesimi di tutti i regimi autoritari, quali che ne siano<br />

l’origine e l’occasione, e che si riducono alla semplice operazione<br />

di legare le mani e tappare le bocche per imporre la propria<br />

unilaterale volontà.<br />

Queste alcune <strong>del</strong>le conseguenze descritte da Croce:<br />

Acclamazioni, adulazioni, servitù volontarie, spergiuri, rapide<br />

conversioni di accesi democratici, che sarebbero state comiche<br />

se non fossero state umilianti, restrizioni mentali, accomodamenti,<br />

e timori e terrori e abbandoni di amici e viltà di<br />

denunzia, insensibilità per la violata giustizia e pei quotidiani<br />

soprusi, infingimenti di non vedere e non sapere quel che ben<br />

si vedeva e si sapeva per acchetare così i rimproveri <strong>del</strong>la<br />

coscienza, ignoranza circa l’andamento dei pubblici affari con<br />

congiunto e incessante bisbigliare di scandali, supino plauso<br />

di ogni detto o asserzione che venisse dall’alto e insieme incredulità<br />

per ogni notizia di carattere ufficiale; e, in mezzo a questo<br />

generale tremore, audacia degli audaci nel dare l’assalto<br />

alla fortuna, e prontezza a cogliere privati vantaggi o a soddisfare<br />

odi privati con sembianze di politico zelo, senza che<br />

alcuno osasse opporsi o protestare; tutte queste cose, insomma,<br />

che, praticate talvolta anche da uomini ai quali la società<br />

non rifiuta la sua stima, fecero esclamare al romanziere che<br />

dipinse quei tempi: «Che canaglia, la gente onesta».<br />

Che io sappia l’unico caso in cui la corruzione di un gerar-

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