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Italian Excellence Dalla maison Versace fino ... - Fantini Mosaici Srl

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ADVERTORIAL SECTION<br />

<strong>Italian</strong><br />

<strong>Excellence</strong><br />

<strong>Dalla</strong> <strong>maison</strong> <strong>Versace</strong> <strong>fino</strong> alla grande<br />

moschea di Abu Dhabi, la collaborazione<br />

tra <strong>Fantini</strong> <strong>Mosaici</strong> e lo Studio Spatium<br />

di Milano dà vita a opere che sono la<br />

summa di un gusto tutto italiano


A destra e in senso<br />

orario. Dettaglio del<br />

grande tappeto in<br />

mosaico con la<br />

Medusa, simbolo di<br />

casa <strong>Versace</strong>, per la<br />

hall dell’hotel Palazzo<br />

<strong>Versace</strong>, visibile nella<br />

sua maestosità nell’immagine<br />

successiva.<br />

Disegno preparatorio<br />

con le indicazioni cromatiche<br />

e materiche.<br />

Vista della pavimentazione<br />

in ciottolato<br />

della porte cochère.<br />

Il capitolo <strong>Versace</strong><br />

Elaborato negli anni 80, il concetto progettuale<br />

per gli spazi <strong>Versace</strong> insegue e<br />

fa proprie le mutazioni delle immagini di<br />

riferimento dello stilista in tutto il<br />

mondo: nelle boutique dirette o in franchising,<br />

negli uffici, showroom, nel teatro<br />

delle sfilate e nelle sue case a Milano,<br />

Moltrasio, New York. Questa stessa<br />

immagine ha negli anni subito varie modifiche,<br />

portando il minimalismo degli<br />

anni 80 al classicismo delle ricostruzioni<br />

di architetture nei primi anni 90, per<br />

ritornare al recente dinamismo. Nelle immagini:<br />

il Palazzo <strong>Versace</strong> in Gold Coast,<br />

Australia, la boutique <strong>Versace</strong><br />

in via Montenapoleone 2, a Milano.<br />

Dall’alto. Vista prospettica<br />

della hall d’ingresso<br />

della boutique<br />

<strong>Versace</strong> in via<br />

Montenapoleone 2,<br />

Milano. Disegno preparatorio<br />

per l’intervento<br />

architettonico<br />

e particolare della<br />

pavimentazione.<br />

Milano, marzo 2009. Lorenzo Carmellini, fondatore<br />

nel 1978, con Rocco Magnoli, dello Studio Associato<br />

di Architettura Spatium, ed Enrico Fantin,<br />

presidente di <strong>Fantini</strong> <strong>Mosaici</strong>, hanno davanti a loro<br />

immagini e disegni dei progetti realizzati insieme<br />

negli anni, sfidando con atteggiamento assolutamente<br />

positivo e curioso idee difficili, dimensioni<br />

mastodontiche, committenti eclettici. Il loro racconto<br />

parte dal presente, dalla mostra organizzata<br />

questo mese, in concomitanza con il Salone del<br />

Mobile di Milano, dal titolo “Eccellenza <strong>Italian</strong>a”.<br />

«L’idea originaria era quella di mostrare tutto ciò<br />

che per noi ha significato negli anni la parola eccellenza»,<br />

spiega Enrico Fantin. «Volevamo far vedere<br />

come si possono ottenere i massimi risultati<br />

sia dal punto di vista architettonico, sia da quello<br />

realizzativo». «Inizialmente», aggiunge Lorenzo<br />

Carmellini, «pensavamo di presentare solo la moschea<br />

di Abu Dhabi, che in realtà è la conseguenza,<br />

in certo modo la summa di tanti anni di esperienza.<br />

La scintilla iniziale è rappresentata sicuramente<br />

dai progetti per <strong>Versace</strong>, dove abbiamo avuto<br />

la possibilità di esprimerci al nostro meglio, grazie<br />

anche all’intesa con la committenza». E dall’input<br />

dato dalla mostra “Eccellenza <strong>Italian</strong>a” nasce<br />

un racconto che comincia alla fine degli anni 80:<br />

«Siamo arrivati nel luogo giusto al momento giusto.<br />

La nostra crescita è stata parallela al boom del<br />

Made in Italy nella moda e nel design». Anche<br />

Fantin conferma, aggiungendo che il boom «ha<br />

portato l’azienda a raggiungere una dimensione<br />

importante. Eravamo una ditta con una impronta<br />

molto artigianale, così come Spatium un laboratorio.<br />

Lavorare per <strong>Versace</strong> ci ha permesso di pensare<br />

e progettare in grande, mirando a ricerche più<br />

sofisticate. Dall’ufficio stile della <strong>maison</strong> arrivavano<br />

varie idee, noi le abbiamo incanalate in progetti<br />

grandiosi, che ci hanno consentito di dare il meglio,<br />

sia da un punto di vista esecutivo, sia creativo».<br />

«Abbiamo seguito il filone neoclassico di<br />

Gianni <strong>Versace</strong>, il più forte tra le sue espressioni<br />

creative, accostandovi anche la sua visione più moderna,<br />

rappresentata dalla linea Versus», interviene<br />

l’architetto di Spatium. «L’entusiasmo era dato anche<br />

dalla possibilità di confrontarci con una dimensione<br />

internazionale: abbiamo lavorato in America,<br />

alle Hawaii, in Australia. Proprio nel Nuovissimo<br />

Continente un operatore immobiliare ha avuto<br />

un’idea geniale: unire il mondo della moda a quel-


Dall’alto, in senso orario.<br />

Dettaglio di una<br />

parete dell’hotel Aria<br />

a Praga, che raffigura<br />

notazioni musicali antiche.<br />

Disegni preparatori<br />

in pianta e in prospettiva.<br />

Scorcio prospettico<br />

della reception<br />

e parte dell’ingresso<br />

dell’hotel con il divano<br />

Monte Carlo, in pelle,<br />

di Eileen Gray prodotto<br />

da Classicon;<br />

pavimento in mosaico<br />

di marmo annegato<br />

nella resina.<br />

lo dell’hôtellerie, e concretizzare in tal modo potenzialità<br />

mai considerate prima. L’intenzione era<br />

quella di trasferire nell’immagine di Palazzo <strong>Versace</strong><br />

Gold Coast il mondo che gravitava attorno a<br />

Gianni <strong>Versace</strong>, portando il cliente a contatto con<br />

lo stile di vita della griffe». Lorenzo Carmellini<br />

continua a raccontare, spiegando come dalle boutique<br />

<strong>Versace</strong> le collaborazioni si siano ampliate all’interno<br />

del mondo alberghiero. Parla dell’hotel<br />

Aria di Praga: «Siamo stati contattati da un committente<br />

che a New York aveva già realizzato grandi<br />

alberghi a tema, come l’hotel Library. Nell’edificio<br />

acquistato a Praga, che in passato era una tipografia,<br />

abbiamo lavorato sul filo conduttore della<br />

musica.Aria, il nome dell’hotel, è inteso appunto<br />

come aria musicale. Ogni piano è dedicato a un genere,<br />

i colori e le atmosfere sono in totale sintonia<br />

con il jazz, la musica classica, quella contemporanea».<br />

Fantin racconta poi dei propri interventi, che<br />

interessano «le parti comuni. I pavimenti interni<br />

sono in seminato e abbiamo inserito delle note musicali<br />

nel mosaico giocando sulle sfumature dei rossi,<br />

dei gialli, dei blu e dei verdi. All’esterno vi sono<br />

mosaici a spacco, mentre nei bagni mosaici in vetro,<br />

con dettagli e disegni di note musicali medievali».<br />

Un’altra magnifica realizzazione è il Londra<br />

Palace Hotel di Venezia. «In questo caso si tratta di<br />

ristrutturazione», precisa Lorenzo. «Abbiamo ripristinato<br />

al piano terra tutti i seminati alla veneziana,<br />

e anche in questo caso Enrico e il team di<br />

<strong>Fantini</strong> sono stati coinvolti nel progetto», frase conclusiva<br />

che passa l’immaginario microfono all’amico<br />

dell’eccellenza musiva. «Le parti comuni dell’hotel<br />

sono in seminato, alcune suite in marmo. Ci<br />

siamo adattati al seminato veneziano, poi c’è stato<br />

il passaggio al marmo, fatto da cui è nata la <strong>Fantini</strong><br />

Marmi». L’orizzonte progettuale di questo team si<br />

estende sempre di più, sino ad arrivare agli Emirati<br />

Arabi, dove il tema da affrontare è stato quello religioso.<br />

«Ad Abu Dhabi abbiamo avuto l’opportunità<br />

di coniugare enfasi e complessità decorative<br />

tipiche dell’arte islamica con la maestria progettuale<br />

ed esecutiva storicamente riconosciuta all’Italia.<br />

Accettando la sfida della moschea Sheikh Zayed<br />

Bin Sultan Al Nahyan si è potuto dimostrare quanto<br />

l’incontro fra culture diverse, nella continuità fra<br />

tradizione e modernità, possa portare a risultati superbi».<br />

Enrico Fantin sorride, e confessa: «Sono<br />

stato io il colpevole di tutto. Il committente era un<br />

giovane decisamente all’avanguardia, che voleva<br />

fare qualcosa di speciale, che si scostasse dalla tradizione<br />

islamica classica. Ha chiamato architetti,<br />

progettisti… e noi. Inizialmente rifiutai: la nostra<br />

azienda era abituata a lavori di dimensioni medie,<br />

ma qui si tratta di un edificio che contiene 40mila<br />

persone. Poi ho accettato, e mentre presentavo la<br />

<strong>Fantini</strong> <strong>Mosaici</strong> ad Abu Dhabi, Sheikh Sultan mi<br />

ha fatto una domanda insolita. Mi ha chiesto se conoscessi<br />

qualche architetto bravo». «Quindi Enrico<br />

Hotel Londra Palace<br />

a Venezia. Dall’alto,<br />

in senso orario.<br />

Pavimentazione dell’asse<br />

longitudinale<br />

che porta dalla sala<br />

da tè al ristorante.<br />

Pavimentazione della<br />

reception. Layout delle<br />

differenti pavimentazioni<br />

decorate.<br />

Dettaglio del logo<br />

a mosaico del<br />

ristorante Do Leoni.<br />

Hotel: i progetti<br />

L’hotel Aria di Praga e il Londra Palace<br />

di Venezia rappresentano soltanto due<br />

degli svariati progetti per l’hôtellerie di<br />

lusso realizzati dallo studio Spatium in<br />

collaborazione con <strong>Fantini</strong> <strong>Mosaici</strong>. Grazie<br />

alla diversità delle committenze e al<br />

lancio dei boutique hotel la resa architettonica<br />

e pratica è sempre di grande impatto<br />

visivo e di alta qualità progettuale.


ha chiamato noi, e da lì è iniziata l’avventura»,<br />

continua divertito Lorenzo Carmellini. «L’idea<br />

che ha affascinato lo Sceicco è stata la parete della<br />

preghiera, pensata come un’enorme pagina del<br />

Corano sviluppata con le calligrafie delle sure, traforate<br />

in una parete di marmo bianco; come se la<br />

preghiera passasse al di là del muro, andando verso<br />

la Mecca. Abbiamo poi dovuto rivedere la proposta,<br />

riducendo la pagina del Corano e realizzando<br />

l’Albero della Vita con i 99 nomi di Allah, dove<br />

i nomi divengono come i frutti dell’albero». L’intervento<br />

di <strong>Fantini</strong> <strong>Mosaici</strong> è stato altrettanto<br />

grandioso (in tutti i sensi), proprio perché la committenza<br />

«voleva mosaici di altissima qualità. <strong>Fantini</strong><br />

<strong>Mosaici</strong> ha sovrinteso a questa imponente operazione<br />

in joint venture con un’azienda italiana<br />

per la parte produttiva dei marmi e con un’altra<br />

azienda in loco per la parte logistica e per l’installazione.<br />

L’impatto visivo è incredibile, sembra<br />

quasi di non essere in una moschea: la struttura è<br />

lineare, moderna, anche se tutti i disegni si rifanno<br />

all’iconografia islamica classica». Rocco Magnoli,<br />

scomparso nel 2007, aveva perfettamente chiarito<br />

l’atmosfera che si respira in quel luogo quasi magico,<br />

dove, oltre al lavoro e all’amicizia tra Spatium<br />

e <strong>Fantini</strong> <strong>Mosaici</strong>, si è creato un altro legame altrettanto<br />

speciale: «È stata un’esperienza straordinaria,<br />

perché nell’orchestra con noi hanno suonato<br />

(cioè scolpito, intagliato, dipinto, inviato raccomandate)<br />

artigiani marocchini, indiani, yemeniti,<br />

libanesi, veneti, modenesi, americani, inglesi, svedesi,<br />

e la sfida non è stata solo capire che musica<br />

suonavano, ma anche cosa passava per la testa di<br />

uno scalpellino che intagliava seguendo il tracciato<br />

fissato nella mente dalla sua cultura. In altre parole,<br />

ci si può erudire sui trattati di storia dell’arte,<br />

ma capire le matrici estetiche di una cultura diversa<br />

dalla nostra è questione di esperienza: nel<br />

lavoro pratico, si va dall’esame materiale degli attrezzi<br />

manuali alla decifrazione dei simboli dell’immaginazione.Tutto<br />

ciò richiede un allenamento<br />

continuo a cambiare i nostri schemi estetici<br />

senza smarrire la visione d’insieme. Ci si avvicenda<br />

sul palco della direzione d’orchestra, ma alla<br />

regia siamo noi.Alla produzione, il committente».<br />

Dall’alto a sinistra, in<br />

senso orario. Interno<br />

della moschea Sheikh<br />

Zayed Bin Sultan Al<br />

Nahyan, ad Abu<br />

Dhabi. Disegni per le<br />

decorazioni delle<br />

pareti della moschea.<br />

Il motivo floreale che<br />

diviene pattern, sviluppato<br />

poi per creare<br />

una trama complessa<br />

di materiali e finiture.<br />

Vista della pavimentazione<br />

realizzata per il<br />

cortile interno (18mila<br />

metri quadrati), sempre<br />

a tema floreale.<br />

Una delle hall d’ingresso<br />

della moschea.<br />

Particolari dei mosaici<br />

di marmo policromo e<br />

vetro, dove luce naturale<br />

e luce artificiale<br />

interagiscono, creando<br />

suggestioni uniche.<br />

<strong>Fantini</strong> <strong>Mosaici</strong><br />

La <strong>Fantini</strong> <strong>Mosaici</strong> nasce nel 1900, dunque un secolo di storia e<br />

quattro generazioni di origine friulana (ora realtà tutta milanese)<br />

che si sono dedicate con passione a un’attività, a un’arte esclusiva:<br />

rivestimenti e pavimenti in mosaico. Negli anni l’azienda<br />

ha dimostrato straordinarie capacità e abilità nell’adattare i decori<br />

a mosaico alle diverse esigenze del design moderno e dell’architettura<br />

su grande scala. Partendo da Milano, <strong>Fantini</strong> <strong>Mosaici</strong><br />

si è ampliata sino ad aprire filiali in ogni continente, dall’Australia<br />

a New York, da Singapore a Montréal, da Tokyo sino agli<br />

Emirati Arabi. Oltre all’arte musiva, l’azienda propone tre altre<br />

rilevanti branche d’attività: il ciottolato per cortili (a campo<br />

unico o a disegno), la lavorazione per pavimentazione in seminato<br />

alla veneziana e, con la nascita della <strong>Fantini</strong> Marmi, realizzazioni<br />

e pose di marmi, pietre e graniti. Queste le caratteristiche<br />

che rendono la <strong>Fantini</strong> <strong>Mosaici</strong> una realtà senza eguali della creatività<br />

e dell’eccellenza del Made in Italy (www.fantinimosaici.it).<br />

Architettura religiosa<br />

Progetto iniziato da Spatium e <strong>Fantini</strong> <strong>Mosaici</strong><br />

nel 2002, la Moschea Sheikh Zayed<br />

Bin Sultan Al Nahyan, ad Abu Dhabi, è in<br />

realtà un progetto risalente a dieci anni fa.<br />

Con la sua vastità, questo colosso dell’architettura<br />

religiosa vanta il primo posto<br />

nella sua regione ed è una delle maggiori<br />

moschee di tutta la realtà musulmana<br />

d’oggi. L’edificio ha un cortile interno di<br />

diciottomila metri quadrati, muri interni<br />

alti venti metri e lunghi sino a centotrenta<br />

metri. Può accogliere 40mila fedeli.<br />

Spatium<br />

Lorenzo Carmellini, interior designer, e Rocco Magnoli, architetto, fondano<br />

nel 1978 lo Studio di architettura LABORATORIO ASSOCIATI, che dal 2001<br />

assume la denominazione SPATIUM. La loro collaborazione professionale<br />

comincia nei primi anni 70 lavorando su piani urbanistici comunali e intercomunali<br />

e su progetti di edilizia economico-popolare. In questa fase inizia l’attività<br />

nel campo del design e della progettazione degli interni, dove lusso e<br />

realizzazione “su misura” vengono coniugati all’eccellenza dei materiali e<br />

alla cura per il dettaglio. L’aver lavorato per una grande varietà di committenti<br />

e in tante e diverse località del mondo ha contaminato le scelte progettuali<br />

ed estetiche dei loro progetti; l’estrema flessibilità del linguaggio architettonico,<br />

il vastissimo repertorio di forme e materiali, con la collaborazione<br />

delle migliori maestranze italiane, hanno costituito negli anni il fil rouge<br />

che lega i progetti di Spatium. Nel 2007 Rocco Magnoli scompare prematuramente,<br />

lasciando al team e a Lorenzo Carmellini la ricerca della qualità<br />

assoluta nel progetto e nella realizzazione, mantenendo così vitale l’approccio<br />

alla progettazione che da sempre caratterizza lo studio (www.spatium.it).

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