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Corato, 27 gennaio 2010<br />
Egregio Dr.Cafarelli,<br />
A nome mio e i miei figli sento il dovere<br />
ed il piacere di ringraziarla, unitamente<br />
a tutto il suo personale infermieristico e<br />
volontario della “Casa di Betania – Hospice”<br />
di Tricase da lei retta.<br />
È la prima volta che scrivo ad una persona<br />
importante e umana come lei.<br />
Luigi, mio marito, per i seri gravi problemi<br />
di salute e di malattia ha terminato<br />
di vivere circondato – dal primo giorno<br />
– da persone disponibili, umane, preparate<br />
e professionali.<br />
Non mi dilungo ulteriormente a ringraziarla<br />
di tutto quello che ci ha fatto.<br />
Il mio, l’unico amore, che era mio marito<br />
Luigi, ha sempre detto e sostenuto che<br />
nella vita è importante essere umili, poveri,<br />
ma ricchi di dignità umana.<br />
La prego voler accettare queste umili e<br />
piccole offerte, per un’eventuale sostegno<br />
per gli ospiti che saranno calorosamente<br />
seguiti da lei.<br />
Non voglio menzionare nessuno per timore<br />
di dimenticare qualcuno dei suoi<br />
validissimi collaboratori, la prego con la<br />
presente di essere portavoce.<br />
Lei è stato e sarà tutt’ora molto importante<br />
per me e la mia famiglia.<br />
Grazie !!<br />
Luisa Torelli,<br />
con i figli Vito, Teresa, Marisa e Giuseppe<br />
Bel Paese del 23 dicembre 2009<br />
Egregio direttore,<br />
scrivo queste righe cercando di raccontare<br />
brevemente il cammino percorso<br />
da mio padre Rocco verso l’ultimo viaggio<br />
durante i tre mesi e mezzo trascorsi<br />
presso l’Hospice “Casa di Betania” ...<br />
La nuova struttura accoglie i malati<br />
in fase terminale ed oltre ad essere<br />
all’avanguardia come apparecchiature<br />
e trattamento terapeutico, rappresenta<br />
un innovativo modello di erogazione<br />
di servizi integrati che racchiude in sé<br />
l’aspetto più importante che è l’essenza<br />
della struttura stessa; l’evidente presenza<br />
dell’Altissimo manifestata attraverso il<br />
primario dr. Aldo Cafarelli, sua moglie e<br />
tutto il suo staff medico-specialistico.<br />
La loro continua presenza accanto a mio<br />
padre, accompagnata sempre dal sorriso<br />
confortante a dalla ferrea volontà di fare<br />
del bene, rende l’Hospice un eccellente<br />
luogo di sollievo e serenità per noi familiari<br />
e per i nostri malati. Mio padre,<br />
durante la decenza, per manifestare la<br />
sua tran<strong>qui</strong>llità diceva sempre alle Suore<br />
Marcelline che curano l’aspetto spirituale<br />
di tutti i malati: “Alezio, il mio paese,<br />
è bello ma <strong>qui</strong> mi sento in Paradiso” e<br />
baciava il crocefisso di suor Margherita<br />
Bramato, direttrice dell’Ospedale, a cui<br />
lui tanto teneva.<br />
Si è spento con serenità e tanta dignità.<br />
Flavio Calasso – Tricase