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La sovranità dell'Idea del Bene: Iris Murdoch con Platone - OpenstarTs

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RICCARDO FANCIULLACCI<br />

anche in filosofia, una pratica teorica in cui lo stile personale nella costruzione<br />

e nell’elaborazione <strong>del</strong> discorso, nella scelta <strong>del</strong>le domande che lo orienteranno<br />

o <strong>del</strong> vocabolario <strong>con</strong> cui queste saranno affrontate, ha più spazio che altrove.<br />

Questo non saperci fare si manifesta quando si in<strong>con</strong>trano pensatori o<br />

pensatrici che non rientrano in uno degli schemi su cui sono coordinate le<br />

forme di lavoro attraverso cui, per lo più, si realizza ed esprime lo studio<br />

filosofico: sono pensatori il cui punto non si lascia afferrare da chi cerca di<br />

enucleare la “loro tesi” per poi saggiare la fondazione che dovrebbero avere<br />

offerto in suo favore, sono filosofe il cui pensiero sfugge a chi lo vuole<br />

misurare sulla compatibilità o la <strong>con</strong>sistenza tra affermazioni che si trovano<br />

in luoghi e <strong>con</strong>testi differenti <strong>del</strong>la loro opera, sono donne o uomini i cui<br />

scritti non si adattano neppure a quella casella che è stata creata di recente,<br />

dopo lo sfaldamento <strong>del</strong>l’unità <strong>del</strong>le grandi scuole di filosofia (il neokantismo,<br />

la fenomenologia, il neotomismo, il marxismo, il pragmatismo ecc.) in una<br />

molteplicità di approcci sempre più ingovernabile senza ricorrere a nozioni<br />

come quella di traiettoria singolare o, appunto, di stile; mi riferisco alla<br />

casella <strong>del</strong> “pensatore eccentrico” a cui si perdona il non argomentare comme<br />

il faut, per la “genialità” <strong>del</strong>le intuizioni che riversa sulla pagina, una pagina<br />

per leggere la quale occorre identificarsi <strong>con</strong> la figura di chi non ha tempo per<br />

certe distinzioni giacché qualcosa di più grande e radicale chiede la sua<br />

attenzione. Quando gli approcci <strong>con</strong>sueti, compreso quest’ultimo creato<br />

appositamente per e riservato agli enfants terribles <strong>del</strong>la postmodernità,<br />

fallis<strong>con</strong>o, allora bisogna tracciare nuovi sentieri all’ascolto e qualcosa che era<br />

dato per certo, nel proprio taglio, modus operandi o addirittura nella propria<br />

<strong>con</strong>cezione di sfondo di quello che è filosofia e non filosofia, pensiero pensante<br />

e ripetizione <strong>del</strong> già pensato, meritevole di interrogazione e “ormai acquisito<br />

dal dibattito internazionale”, bisogna provare a rimetterlo in questione.<br />

Credo che <strong>Iris</strong> <strong>Murdoch</strong> (1919-1999) sia una di queste pensatrici per più versi<br />

incatturabili attraverso apparati di classificazione elaborati<br />

indipendentemente e saggiati su altre figure 3 .<br />

3 <strong>La</strong> storia degli effetti e <strong>del</strong>la fortuna <strong>del</strong>l’opera filosofica di <strong>Iris</strong> <strong>Murdoch</strong> è una storia<br />

interessante, ma ancora da scrivere. Vi sono molti grandi nomi <strong>del</strong>la filosofia<br />

<strong>con</strong>temporanea che si dichiarano influenzati, e influenzati in maniera decisiva, dagli scritti<br />

filosofici di <strong>Iris</strong> <strong>Murdoch</strong>, ad esempio Hilary Putnam, Charles Taylor, John McDowell,<br />

Martha Nussbaum, tuttavia, la fortuna di questi scritti inizia piuttosto tardi, come prova<br />

la storia <strong>del</strong>la ricezione <strong>del</strong> suo libro più influente e citato, cioè <strong>La</strong> <strong>sovranità</strong> <strong>del</strong> <strong>Bene</strong>, <strong>del</strong><br />

1970: non esistono recensioni di questo volume nelle riviste filosofiche di lingua inglese,<br />

mentre le prime citazioni significative di esso risalgono agli anni ’80. Ipotizzo che la tarda<br />

attenzione verso l’opera filosofica di <strong>Iris</strong> <strong>Murdoch</strong> sia stata dapprima occasionata dalla sua<br />

fama di romanziera – la <strong>Murdoch</strong> è autrice di ventisei romanzi. Quanto all’opera filosofica<br />

essa è composta da alcuni articoli e recensioni usciti a partire dal 1951 su riviste di vario<br />

genere (la più importante rivista filosofica che ha ospitato scritti di <strong>Iris</strong> <strong>Murdoch</strong> sono i<br />

Proceedings of the Aristotelian Society, dove sono comparsi i suoi primi tre articoli, il primo<br />

dei quali appartiene ad un trittico di cui fa parte anche un articolo di Gilbert Ryle che<br />

allora era già un protagonista <strong>del</strong>la scena filosofica internazionale: questo prova come<br />

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