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Dalle origini al Duecento<br />
1<br />
Genesi della lingua italiana<br />
Iniziamo il nostro viaggio verso l‘italiano partendo da un indovinello - non facile - scritto in un latino un<br />
po‘ „speciale“:<br />
Attività<br />
Se pareba boves, alba pratàlia aràba<br />
et albo versòrio teneba, et negro sèmen<br />
seminaba<br />
Teneva davanti a sé i buoi, arava bianchi prati<br />
e un bianco aratro teneva e un nero seme<br />
seminava<br />
Sapresti dire di cosa si parla. Ti diamo un aiutino: I buoi rappresentano le dita della mano… Continua<br />
da solo; troverai la soluzione* più avanti.<br />
Dalle origini all’italiano volgare<br />
L‘italiano che parliamo oggi è molto diverso da quello che si parlava 1000, 1500 anni fa. In Italia, durante<br />
l‘Impero Romano, la lingua ufficiale era il latino, ma con le invasioni barbariche prima e con il crollo dell‘Impero<br />
Romano di Occidente (476 d.C.) e l‘avvento dei regni Romano barbarici poi, il latino come lo parlavano e scrivevano<br />
Giulio Cesare, Nerone e Cicerone resta ancora solo nella lingua scritta dell‘amministrazione e della<br />
scuola, ma è una lingua ormai „morta“, nel senso che non si evolve, non cambia e non si arricchisce più.<br />
Tra la gente comune il latino (chiamato dagli storici della lingua „latino volgare“) che resta è quello parlato per<br />
le strade, le piazze e i mercati, quindi una lingua in continuo cambiamento ed evoluzione: spariscono i casi,<br />
sparisce il neutro, arrivano le preposizioni e gli articoli, si perdono le consonanti finali, la ae diventa e, la au<br />
diventa o, il lessico si arricchisce, si trasforma, si aggiungono nuove parole ecc. ecc. Stanno nascendo poco<br />
a poco le lingue neolatine, per esempio l‘italiano, lo spagnolo, il portoghese, il francese ecc., anche se ancora<br />
non possiamo parlare di lingua italiana, bensì di varianti locali, diversi da zona a zona in cui venivano parlati e a<br />
cui manca ancora un modello comune di riferimento. E‘ il periodo dell‘italiano volgare.<br />
* Il primo documento in cui troviamo alcuni timidi segni del cambiamento dal volgare latino al volgare italiano<br />
è l‘indovinello che hai cercato di risolvere prima, conosciuto come „Indovinello Veronese“, scritto all‘inizio del<br />
IX secolo:<br />
1
I buoi sono le dita, i bianchi prati sono i fogli di carta, il bianco aratro è la penna d‘oca, l‘aratura è lo scorrere<br />
della mano avanti e indietro sul foglio e il nero seme è l‘inchiostro. La risposta è dunque LA SCRITTURA o più<br />
precisamente la MANO CHE SCRIVE, cioè il copista stesso che ha scritto questo testo, probabilmente una<br />
prova di scrittura. Ma cosa c‘è di „italiano“ in questo indovinello Poco, molto poco ma importante per gli storici<br />
della lingua: in latino si sarebbe scritto “parabat”, “arabat”, “tenebat”, “seminabat”, quindi è ormai caduta la<br />
desinenza „t“, come oggi in italiano; la desinenza -um diventa -o e la i diventa e (album > albo, nigrum > negro),<br />
e anche qui si vede il cambiamento. Naturalmente è ancora presto per parlare di italiano. Più comprensibile è<br />
invece il testo che segue:<br />
Placito Cassinese [= sentenza di Capua], 960 d.C.<br />
Sao ko kelle terre, per kelle fini<br />
que ki contene,<br />
trenta anni le possette parte<br />
Sancti Benedicti<br />
So che quelle terre dentro quei confini<br />
che qui si descrivono<br />
le ha possedute per trent’anni<br />
l’abbazia di San Benedetto.<br />
Si tratta di una testimonianza giurata di un abitante del luogo circa una lite sui confini di proprietà tra il monastero<br />
benedettino di Capua e un piccolo feudo vicino. Il resto del testo è naturalmente in latino, invece la testimonianza<br />
è riprodotta nella lingua parlata dal testimone. Come si vede, i casi (salvo il genitivo Sancti Benedicti)<br />
sono scomparsi, sono presenti la congiunzione ko („che“) e il dimostrativo kelle („quelle“), morfologicamente il<br />
verbo sao (dal latino sapio) è prossimo alla forma italiana ecc.<br />
Bisognerà però aspettare ancora almeno 200 anni per leggere qualcosa di più comprensibile e vicino all‘italiano:<br />
E‘ del 1224 il famoso Cantico delle creature di San Francesco d’Assisi, una lode a Dio con un finale esortativo<br />
scritto in volgare umbro, considerato il primo documento letterario scritto in italiano volgare e di cui riportiamo<br />
alcuni versi:<br />
Cantico delle creature di San Francesco d’Assisi<br />
Altissimu, onnipotente, bon Signore,<br />
tue so’ le laude, la gloria, e l’honore et onne benedictione.<br />
Ad te solo, Altissimo, se konfano,<br />
et nullu homo ène dignu te mentovare.<br />
Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le<br />
tue creature, spetialmente messor lo frate sole,<br />
lo qual’è iorno, et allumini noi per lui.<br />
Altissimo, Onnipotente Buon Signore,<br />
tue sono la lode, la gloria, l’onore ed ogni<br />
benedizione.<br />
A te solo Altissimo, si addicono,<br />
e nessun uomo è degno di menzionarti.<br />
Lodato sii mio Signore, insieme a tutte<br />
le creature, specialmente il fratello sole,<br />
il quale è la luce del giorno, con cui ci illumini.<br />
Ormai è nata una lingua! A partire da questo documento ne seguiranno ancora molti scritti in varie parti d‘Italia<br />
e nasceranno dei veri e propri movimenti letterari: la Scuola Siciliana e il Dolce Stil Novo.<br />
2
1.1 Per designare i periodi 1200-1299, 1300-1399 ecc. si usa in Italia una numerazione particolare. Da<br />
quando a quando durano e a che numerazione “normale” europea corrispondono<br />
Attività<br />
Numerazione italiana Numerazione “normale” Da ... a<br />
Duecento<br />
Trecento<br />
Quattrocento<br />
Cinquecento<br />
Seicento<br />
Settecento<br />
Ottocento<br />
Novecento<br />
E ora in che secolo siamo<br />
1.2 Scuola Siciliana<br />
Cerca 5 caratteristiche del movimento (principi, autori, opere).<br />
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Ricerca<br />
1.3 Dolce Stilnovo<br />
Cerca 5 caratteristiche di questo movimento (principi, autori, opere).<br />
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1.4 Dante Alighieri è in relazione con uno di questi due movimenti Se sì, con quale dei due<br />
3
1.5 Hai „sensibilità“ linguistica e buona memoria Prova ad indovinare a che secolo appartengono i testi<br />
sotto elencati. Puoi scegliere tra i seguenti secoli:<br />
IX / X / XII / XIII / XIV / XVI / XIX / XX<br />
Attività<br />
Secolo . . . . .<br />
Secolo . . . . .<br />
Secolo . . . . .<br />
Secolo . . . . .<br />
Secolo . . . . .<br />
Secolo . . . . .<br />
Secolo . . . . .<br />
Secolo . . . . .<br />
Scendendo appresso alle altre preallegate qualità, dico che ciascuno principe debbe<br />
desiderare di essere tenuto pietoso e non crudele: non di manco debbe avvertire di<br />
non usare male questa pietà. [...] Debbe, per tanto, uno principe non si curare della<br />
infamia di crudele, per tenere e sudditi sua uniti et in fede;<br />
Se pareba boves - alba pratalia araba - et albo versorio teneba - et negro semen<br />
seminaba<br />
Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte<br />
di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien,<br />
quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio<br />
a destra, e un‘ampia costiera dall‘altra parte;<br />
Rosa fresca aulentis[s]ima, - c‘apari inver la state<br />
le donne ti disïano - pulzell‘ e maritate;<br />
tra[ji]mi de ste focora - se t‘este a bolontate;<br />
per te non aio abento notte e dia,<br />
penzando pur di voi, madonna mia“.<br />
Ferruccio lo sbirro mi aveva detto di farmi trovare sulla porta del McDonald‘s, di fronte<br />
alla stazione centrale. In mano tenevo ben stretta la valigetta con i soldi. Tutti. Doveva<br />
essere lui a darmi il mio trenta per cento. (…) Sporse la mano dal finestrino per farmi<br />
segno di salire.<br />
«Hai visto i giornali» domandò con aria soddisfatta.<br />
Scossi la testa.<br />
«E la TV» insistette.<br />
«Non la guardo e non leggo i giornali. Non me ne frega un cazzo».<br />
Altissimu, onnipotente, bon Signore,<br />
Tue so‘ le laude, la gloria e l‘honore et onne benediction<br />
Ad Te solo, Altissimo, se konfato,<br />
et nullu homo ène dignu Te mentovare.<br />
Era il detto luogo sopra una piccola montagnetta, da ogni parte lontana alquanto<br />
alle nostre contrade, di vari arbuscelli e piante tutte di verdi frondi ripieno, piacevoli a<br />
ragionare; in sul colmo della qual era un palagio con bello e gran cortile nel mezzo, e<br />
con loggie e con sale e con camere, tutte ciascuna verso di sé bellissima e di liete dipinture<br />
ragguardevole e ornata, con pratelli dattorno e con giardini maravigliosi e con<br />
pozzi d‘acque freschissime e con volte pieni di freschissimi vini: cose più atte a curiosi<br />
bevitori che a sobrie e oneste donne.<br />
Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene, trenta anni le possette parte sancti<br />
Benedicti...<br />
(Se non ci riesci guarda le soluzione a pagina 147)<br />
4
Dante Alighieri (1265 - 1321)<br />
2<br />
Vita e opere<br />
Il quadro che apre questa attività didattica lo potrai vedere nella navata del Duomo di Firenze. Il suo<br />
autore è Domenico da Michelino (1417 - 1491) e rappresenta al centro il poeta Dante Alighieri con in<br />
mano la sua grande opera, la Divina Commedia, sullo sfondo alla destra del poeta le anime dell‘Inferno,<br />
al centro il Purgatorio con in cima il Paradiso Terrestre (di cui parleremo più avanti) e alla sinistra di Dante<br />
un‘immagine di Firenze, riconoscibile per la Cupola del Duomo di Brunelleschi) e la torre della Signoria.<br />
C‘è però un piccolo particolare che storicamente „stona“. Vuoi sapere quale Cerca in internet la data di<br />
costruzione della Cupola del Brunelleschi, poi vai alla biografia di Dante a pag 142 , fai un confronto … e<br />
lo scoprirai! Se poi non ci dovessi riuscire, guarda le soluzioni a pagina 147.<br />
Attività<br />
Dante Alighieri, detto semplicemente Dante, della famiglia di Alighiero degli Alighieri, è stato un poeta, scrittore<br />
e politico italiano. Considerato il padre della lingua italiana, è l‘autore della Commedia, divenuta celebre<br />
come Divina Commedia e universalmente considerata la più grande opera scritta in italiano e uno dei più<br />
grandi capolavori della letteratura mondiale. È conosciuto anche come il Sommo Poeta.<br />
2.1 Proviamo ad immaginare il profilo di Dante: leggi la descrizione che ne fa Boccaccio nel suo „Trattatello<br />
in laude di Dante“ e completa il disegno.<br />
Attività<br />
“Ebbe il volto lungo e il naso<br />
aquilino, le mascelle grandi e<br />
il labbro sotto proteso tanto,<br />
che alquanto quel di sopra<br />
avanzava.”<br />
viso allungato<br />
come il becco di un‘aquila<br />
inferiore; sporgente, che va verso fuori<br />
superava, andava oltre<br />
5
2.1<br />
Cruciverba<br />
6