scarica pdf - Accademia Italiana della Cucina
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I N O S T R I C O N V E G N I<br />
GENTI D’ABRUZZO<br />
DI ENZO ANGELOZZI<br />
Delegato di Pescara<br />
“I vari interventi hanno<br />
contribuito a far sentire<br />
e apprezzare vivissimi<br />
i sapori, i profumi, i colori<br />
e soprattutto la poesia<br />
che emanano<br />
i prodotti abruzzesi”.<br />
La Delegazione di Pescara ha organizzato<br />
un interessante convegno<br />
sul tema “Genti d’Abruzzo:<br />
civiltà, costumi e tradizioni gastronomiche”.<br />
La manifestazione si è<br />
svolta nel grande auditorium del Museo<br />
“Petruzzi” di Pescara con la partecipazione<br />
del Presidente dell’<strong>Accademia</strong>,<br />
Giuseppe Dell’Osso.<br />
All’apertura dei lavori il Delegato<br />
di Pescara, Enzo Angelozzi, ha introdotto<br />
l’argomento con una breve<br />
esposizione dei valori culturali<br />
espressi dall’<strong>Accademia</strong>.<br />
Primo relatore è stato il dottor<br />
Claudio de Pompeis, fondatore del<br />
Museo “Petruzzi” e profondo conoscitore<br />
di usi e tradizioni del territorio,<br />
che ha svolto il tema: “Dalle capanne<br />
degli Italici: notizie sulla loro<br />
alimentazione”. Da valente archeologo,<br />
ha esordito affermando che l’Abruzzo<br />
è una delle regioni italiane<br />
più ricche di reperti preistorici e ha<br />
ricordato che proprio nel periodo<br />
neolitico è nata anche qui l’agricoltura,<br />
cioè la coltivazione dei campi.<br />
Concludendo il suo articolato intervento<br />
in senso gastronomico, ha detto:<br />
“Si può affermare che se nell’era<br />
paleolitica la base <strong>della</strong> cucina era<br />
l’arrosto di carni, derivante da una<br />
rozza e semplice gastronomia, nel<br />
neolitico con la comparsa dei cibi<br />
vegetali si ha l’evoluzione che determina<br />
la nascita dell’arte cucinaria<br />
con l’invenzione delle pietanze composite”.<br />
È seguito l’intervento del professor<br />
Emiliano Giancristofaro che ha trattato<br />
questo argomento: “Tradizioni<br />
gastronomiche delle genti d’Abruzzo<br />
tra realtà e mistificazioni”. Nella sua<br />
lunga e articolata relazione ha affrontato<br />
diversi temi sapientemente<br />
collegati tra loro, puntando l’indice<br />
su molte pubblicazioni che, a suo dire,<br />
tradiscono l’essenza delle tradizioni<br />
gastronomiche abruzzesi. Dopo<br />
essersi soffermato su alcune tradizioni<br />
conviviali dei vari territori<br />
<strong>della</strong> regione, ha esortato l’<strong>Accademia</strong><br />
e gli Accademici a vigilare affinché<br />
la realtà gastronomica non venga<br />
tradita con assurde mistificazioni<br />
o rivisitazioni arbitrarie, ma riesca a<br />
mantenere il proprio alto contenuto<br />
di storia, di cultura e di civiltà.<br />
A questo punto ha preso la parola<br />
il Presidente Giuseppe Dell’Osso,<br />
appena giunto a Pescara dopo avere<br />
inaugurato a Parma, con una solenne<br />
lezione magistrale, il corso universitario<br />
in Scienze gastronomiche.<br />
CIVILTÀ DELLA TAVOLA 2005 • N.159 • PAGINA 47
I N O S T R I C O N V E G N I<br />
POSTA ELETTRONICA PER L’ACCADEMIA<br />
Sono operativi i seguenti indirizzi di posta elettronica<br />
dell’<strong>Accademia</strong>, opportunamente differenziati per facilitare<br />
tutto il sistema di comunicazione:<br />
e-mail per il Presidente Dell’Osso:<br />
p residenza@accademiaitalianacucina.it<br />
e-mail per la Segreteria nazionale<br />
e redazione milanese <strong>della</strong> rivista:<br />
segreteria@accademiaitalianacucina.it<br />
e-mail per la Direzione<br />
e redazione romana <strong>della</strong> rivista:<br />
r edazione@accademiaitalianacucina.it<br />
Ricordiamo che l’<strong>Accademia</strong> ha un proprio sito Internet:<br />
www.accademiaitalianacucina.it<br />
da cui è possibile, tra l’altro, consultare e <strong>scarica</strong>re gli ultimi tre<br />
numeri pubblicati di “Civiltà <strong>della</strong> Tavola” in formato Pdf.<br />
Egli ha condiviso i concetti espressi<br />
dal professor Giancristofaro, e ha ribadito<br />
che l’<strong>Accademia</strong> è nata proprio<br />
per la salvaguardia e la tutela<br />
delle tradizioni gastronomiche dei<br />
vari territori di cui l’Italia è composta,<br />
obiettivo che, nei suoi cinquant’anni<br />
di vita, non ha mai né<br />
trascurato né abbandonato.<br />
La successiva relazione è stata pronunciata<br />
dall’Accademico Luigi Marra,<br />
Delegato dell’Aquila e profondo<br />
conoscitore delle realtà gastronomiche<br />
<strong>della</strong> sua terra. Il tema da lui<br />
proposto era quanto mai accattivante:<br />
“Genti d’Abruzzo: il Bengodi <strong>della</strong><br />
buona tavola”. Dopo un ampio discorso<br />
introduttivo, Marra si è soffermato<br />
sull’importanza, nelle tradizioni<br />
locali, dei prodotti del territorio come<br />
le patate del Fucino, l’aglio rosso<br />
di Sulmona, le mele dell’Aquilano, le<br />
castagne <strong>della</strong> Val Roveto, i tartufi<br />
del Sangro, le carni e i formaggi<br />
d’alpeggio, i salumi tradizionali, le<br />
lenticchie di Santo Stefano di Sessanio,<br />
i fagioli di Paganica e infiniti altri<br />
ma, tra tutti, il pregiatissimo zafferano<br />
<strong>della</strong> Piana di Navelli, il migliore<br />
del mondo. E, nel concludere,<br />
non ha dimenticato i maccheroni alla<br />
chitarra e, tra i dolci, il torrone<br />
aquilano Nurzia, il parrozzo pescarese<br />
declamato da D’Annunzio, il pan<br />
dell’orso di Scanno, e tra i liquori il<br />
Centerbe e l’Aurum.<br />
L’Accademica Ester Vitacolonna,<br />
valente dietologa, ha poi tracciato<br />
un interessante parallelo parlando<br />
sul tema “Alimentazione tra abitudini<br />
e salute”. Prendendo lo spunto da<br />
quanto affermato dai relatori che l’avevano<br />
preceduta, essa ha affrontato<br />
il delicato problema <strong>della</strong> dieta di<br />
carattere salutistico abbinata alla<br />
conservazione del gusto e <strong>della</strong> varietà<br />
degli alimenti, sostenendo il<br />
principio dell’alimentazione equilibrata,<br />
per la quale s’intende, ha detto,<br />
“quel tipo di alimentazione in<br />
grado di soddisfare sia i bisogni dell’organismo<br />
quantitativamente, cioè<br />
le calorie, sia le necessità qualitative,<br />
vale a dire la composizione bromatologica<br />
e la varietà degli alimenti.<br />
Tutto questo tenendo in considerazione<br />
le necessità psicologiche e socio-culturali<br />
dell’individuo”. Concludendo<br />
il suo intervento, l’Accademica<br />
Vitacolonna ha esplicitamente<br />
condannato l’uso improprio del cibo<br />
e l’uso altrettanto improprio dell’informazione<br />
nutrizionale.<br />
A chiusura dei lavori del congresso<br />
il Presidente dell’<strong>Accademia</strong> Giuseppe<br />
Dell’Osso ha ringraziato il Delegato<br />
Angelozzi per la perfetta organizzazione<br />
e tutti i relatori per il<br />
notevole apporto culturale all’iniziativa.<br />
“Tra i vari interventi - ha detto<br />
tra l’altro Dell’Osso - ho potuto sentire<br />
e apprezzare vivissimi i sapori, i<br />
profumi, i colori e soprattutto la<br />
poesia dei prodotti abruzzesi”. Dopo<br />
avere argutamente commentato i vari<br />
interventi, il Presidente dell’<strong>Accademia</strong><br />
ha poi esortato il Delegato di<br />
Chieti, Mimmo D’Alessio, presente<br />
tra il pubblico, a illustrare quella che<br />
è la quintessenza <strong>della</strong> cucina abruzzese:<br />
la panarda.<br />
A questo punto il professor Giancristofaro<br />
ha precisato che secondo<br />
lui il termine odierno di “panarda” è<br />
abusato in quanto esso era storicamente<br />
un banchetto rituale del solo<br />
territorio marsicano, e non di altri<br />
luoghi.<br />
Mimmo D’Alessio non si è fatto<br />
pregare e, polemizzando simpaticamente<br />
con il professor Giancristofaro,<br />
ha ricordato come la panarda<br />
non sia una riesumazione recente,<br />
come sembrerebbe di capire, ma essa<br />
ha radici ben più lontane, e ne<br />
sono testimoni sia Gabriele D’Annunzio<br />
che Edoardo Scarfoglio, e la<br />
panarda era descritta in documenti<br />
che risalgono addirittura al Quattrocento.<br />
Il Presidente Dell’Osso, dopo questo<br />
garbato scorcio polemico, ha invitato<br />
i presenti a godere del piacere<br />
del convivio che la Delegazione aveva<br />
sapientemente preparato, aggiungendo<br />
al piacere <strong>della</strong> cultura il piacere<br />
dello stare a tavola in amicizia.<br />
ENZO ANGELOZZI<br />
See International Summary page 77<br />
CIVILTÀ DELLA TAVOLA 2005 • N.159 • PAGINA 48