(PARTE PRIMA CAPITOLO NONO Pagina 427) - alphonse doria
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evidenziata da una luminosità rivelante, mentre i soldati morti e<br />
gli altri personaggi sono nella penombra. Il governo francese<br />
acquistò tale opera ma l’espose solo dopo la rivoluzione del 1848<br />
perché i funzionari la ritennero molto sobillatrice. La Marianne<br />
raffigurata ha il berretto frigio a simbolo della libertà incita il<br />
popolo alla rivolta in una struttura quasi statuaria e piramidale vi<br />
sono rappresentati tutte le classi sociali, iniziando con un<br />
autoritratto dell’Artista stesso che raffigura la borghesia, poi vi è il<br />
proletario, il soldato e il bambino. Questo quadro è stato un’icona<br />
del concetto di libertà nei rivoluzionari di tutta Europa, una libertà<br />
che nello stesso tempo è indipendenza, una libertà che libera non<br />
solo il popolo dal tiranno ma anche se stessa da ogni giogo.<br />
Il duca D’Oragua, non crede minimamente alla libertà del<br />
suo Popolo, perché lui sa che chi ha scritto quei manifesti ha<br />
ragione, ha scritto la verità, pertanto allude al sistema che si sta<br />
istaurando, quello piemontese, divenendo potere negherà quella<br />
verità dei manifesti e tapperà la loro bocca. Ecco che Ma la libertà<br />
corregge se stessa... Non ve ne date pensiero... suona più come una minaccia<br />
per quegli anonimi non rassegnati ad assistere alla presa di<br />
posizione di li cutrara come il duca D’Oragua. Così<br />
puntualmente accadde. In questo caso il duca individualizzò<br />
l’anonimo nella persona di don Blasco, nella realtà storica la<br />
protesta divenne sempre più forte e palese fin quando divenne<br />
rivolta in molti centri della Sicilia.