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<strong>YES</strong> <strong>WE</strong> <strong>RUN</strong>!<br />
Il Manifesto di Podismo & <strong>Diabete</strong><br />
di Cristian Agnoli<br />
How are you doing today?<br />
Il gruppo Podismo & <strong>Diabete</strong> nasce nell’estate del 2007 su iniziativa di Pippo Pipitone (TP), Cristian Agnoli (VR) e<br />
Augusto Zecca (ROMA), 3 DM1 con la passione per la corsa. Volutamente non istituzionalizzato, Podismo & <strong>Diabete</strong><br />
è una libera aggregazione di podisti con diabete determinato a rilanciare il movimento della corsa a piedi a<br />
glicemia controllata, sotto l’egida dell’associazione <strong>Diabete</strong> <strong>No</strong> <strong>Limits</strong> Onlus, la cui mission è in primis “la<br />
promozione di uno stile di vita attivo tra le persone con diabete”. Il gruppo è attualmente composto da una ventina<br />
di podisti, motivati a correre ed allenarsi con costanza e metodo (=sport fatto correttamente), per dimostrare che<br />
muoversi fa bene, ma muoversi più velocemente può fare ancor meglio.<br />
Il tema della pratica sportiva nel soggetto con diabete, soprattutto quando insulinodipendente, non si presta alle<br />
semplificazioni: non esistono risposte o ricette univoche. La “malattia cronica” per definizione va gestita giorno per<br />
giorno, con una terapia che non è fatta solo di farmaci, autocontrollo, corretta alimentazione e rapporto con il<br />
team diabetologico, ma è un mix di consapevolezza, buon senso, spirito di sacrificio, forza di carattere, sostegno<br />
dell’ambiente circostante.<br />
Gestire il delicato equilibrio di queste e altre componenti è probabilmente la chiave di successo per una serena<br />
convivenza con il nostro “amico mellito”. Podismo & <strong>Diabete</strong> ci aggiunge il movimento su due piedi, sia in ambito<br />
competitivo che puramente ludico (corsa su strada, in pista, trail, in montagna, ultramarathon, skyrun,<br />
ecomaratone). Riteniamo che nulla o quasi debba essere precluso all’aspirante “podista” con diabete che può<br />
partecipare, con le dovute attenzioni, a qualunque tipo di specialità di corsa.<br />
La salute del diabetico non è merito esclusivo dello sport, ma crediamo con fermezza che l’esercizio fisico, se<br />
praticato correttamente, ci consente non solo di migliorare il compenso metabolico, ma di trovare in noi forza,<br />
tempra, vigore ed entusiasmo e di scorgere nuovi orizzonti, di sorridere e magari strappare un sorriso.<br />
L'adesione a Podismo & <strong>Diabete</strong> è gratuita e libera. Si perfeziona comunicando su www.diabetenolimits.org la<br />
propria storia clinico-sportiva e partecipando a qualcuna delle iniziative promosse: una sottoscrizione morale degli<br />
obiettivi, il cui prezzo è pattuito in trasparenza, disponibilità al confronto e al mettersi in gioco. Rendere pubblico<br />
il proprio rapporto con la patologia e lo sport, senza nascondere le difficoltà e le giornate “storte”, è il percorso<br />
prescelto, senza voler apparire “mellito modelli” o “esemplari”, ma semplice “testimonianza” di un modo come un<br />
altro di convivere con il diabete, senza piangersi addosso, ma reagendo e vivendo in prospettiva. Divulgando quello<br />
che facciamo, in questo caso “correre”, vorremmo invitare al confronto, al dibattito, a guardarsi dentro, ad avere<br />
più fiducia nei propri mezzi, imparando a parlare di diabete a se stessi per saperne parlare agli altri, possibilmente<br />
in forma, al fine di conseguire, nel limite del possibile, un benessere “reale e duraturo!”<br />
<strong>No</strong>stro convincimento è che lo sport, anche per l’atleta con diabete, anche se praticato a medio-alta intensità,<br />
apporti benefici alla nostra salute superiori rispetto ad una blanda attività fisica (e ovviamente alla sedentarietà).<br />
Questo senza diventare "fenomeni" o peggio ancora "esaltati". Siamo consapevoli della differenza che corre tra un<br />
atleta professionista e un "amatore". Si corre, anche velocemente in virtù di un target cronometrico (ma tutto è<br />
relativo se paragonato a un top runner), senza perdere di vista l'obiettivo principe: il divertimento e la salute.<br />
L'attività agonistica impone qualche precauzione in più alla persona con il diabete, in primis una maggior
attenzione all’alimentazione in tutte le fasi, controllo dello stress emotivo e adeguamenti della propria terapia<br />
insulinica. Gli schemi standard possono essere rivoluzionati da orari e tipologia di allenamenti, gare, pasti. Ma<br />
questo “scombussolamento” (che peraltro nella quotidianità può derivare anche da ritmi di lavoro o impegni<br />
familiari e privati in genere) non deve a nostro avviso né scoraggiare né spaventare: è una questione di forma<br />
mentis, di approccio allo sport e alla terapia, senza fissarsi su rigidi dogmi. Una visione più aperta e flessibile del<br />
diabete non significa necessariamente complessità o indecifrabilità. Una persona con diabete propositiva, motivata<br />
e sufficientemente open-minded grazie alla collaborazione con il team diabetologico e, quando presente, di un<br />
preparatore atletico e del medico sportivo, valuterà intensità, durata e tipo di sforzo da affrontare (anaerobico,<br />
aerobico glicidico o aerobico lipidico) e calibrerà con cura alimentazione e dosaggio insulinico. Testandosi, e<br />
passando per qualche inevitabile errore, potrà gestire al meglio il proprio equilibrio glicemico sia nella fase<br />
precedente che successiva all’esercizio fisico, quando la ricostituzione delle riserve di glucosio potrebbe provocare<br />
una tendenziale ipoglicemia.<br />
L’educazione allo sport, fin dai giovanissimi e indipendentemente dalla disciplina, dovrebbe insegnare che<br />
competere non significa vincere a tutti i costi, ma provare a dare il meglio di se divertendosi. E nel diabetico anche<br />
tanta capacità di autocontrollo, che è sì un presupposto, ma anche una conseguenza dell'attività fisica. Lo sport<br />
richiede a chi lo pratica di effettuare con costanza misurazioni della glicemia (talvolta anche nel corso<br />
dell'esercizio fisico), di prendere decisioni rapide e razionali in situazioni in cui sia la produzione di ormoni<br />
iperglicemizzanti o, in antitesi, il consumo di glucosio, possono essere abnormalmente o imprevedibilmente alti.<br />
Quindi lo “sport fatto bene” anche come “scuola di vita”. Dove ci sono cultura e coscienza (sportiva, diabetica,<br />
alimentare, intellettuale) non c’è estremismo. <strong>No</strong>n esistono obiettivi estremi, esistono obiettivi possibili e<br />
impossibili. Ciò è fondamentale per evitare atteggiamenti diseducativi e pericolosi, che possono seriamente<br />
pregiudicare l’equilibrio e la salute della persona/atleta con diabete.<br />
Saper soffrire e tenere duro, sopportare la fatica, allenarsi con intensità e competere non implica necessariamente<br />
musi lunghi, visi tirati, astiosa rivalità: crediamo esista un lato splendente dell’agonismo. Per questo vogliamo<br />
incoraggiarne la pratica, a determinate condizioni, per chi vuole provare ad andare oltre una (rispettabilissima e<br />
sanissima) blanda e costante attività fisica. La contrapposizione attività competitiva e non competitiva, “esercizio<br />
fisico sì, agonismo no” è a nostro avviso fuorviante. Anzi, i due approcci sono assolutamente compatibili e<br />
interscambiabili e possono far parte di un continuum nella “vita” sportiva del diabetico, che a seconda delle<br />
aspirazioni, dello stato psicofisico, delle sensazioni, può passare da una fase all’altra. Aspetti che vanno<br />
necessariamente approfonditi con il proprio “dottore” per giungere, se non ad una quadratura del cerchio, almeno<br />
a una riduzione delle variabili imprevedibili e ad una ottimizzazione del rapporto tra qualità della vita,<br />
compensazione metabolica, esercizio fisico.<br />
Praticare uno sport in maniera ludica non coincide sempre e comunque con la<br />
blanda intensità. La pratica a livello competitivo amatoriale (non parliamo di<br />
atleti professionisti dotati da madre natura di genetica e talento tali per<br />
competere ad altissimi livelli assoluti e dove si innescano logiche di risultato<br />
assai diverse per gratificazione e importanza) non serve solo a mantenere<br />
costanza e continuità nell'impegno che altrimenti potrebbero andare persi, ma<br />
ad abituarsi a confrontarsi con gli altri e con se stessi, a gestire le energie, a<br />
metabolizzare una sconfitta, a gioire di un successo proprio o del collega di<br />
allenamento.<br />
Se il semplice passaggio dalla sedentarietà a una attività fisica anche moderata corrisponde a un miglioramento<br />
importante di tutti i fattori correlati al rischio cardiovascolare con un minimo sindacale di attività piuttosto basso<br />
(30 minuti x 3 volte la settimana), ci sono diverse evidenze che l'efficacia è assai più rilevante quando durata e<br />
intensità aumentano. E’ pur vero che basta una seduta isolata di esercizio fisico per migliorare la captazione del<br />
glucosio, ma maggiore è l’allenamento anche intermini di qualità migliore è il compenso metabolico con una<br />
insulinizzazione inferiore, il che ha importanti risvolti psicologici positivi. Per non parlare di tutti altri aspetti come<br />
perdita di peso, riduzione dei radicali liberi, stabilizzazione della pressione arteriosa e dei principali indici di buona<br />
salute desumibili dalle analisi del sangue (colesterolo buono, trigliceridi, transaminasi etc.).<br />
<strong>No</strong>n pretendiamo di avere trovato la risposta migliore e valida erga omnes e nemmeno vogliamo pontificare ex<br />
cathedra sui benefici che l’attività motoria porta alla salute. Offriamo la nostra chiave di lettura, che si può<br />
condividere o meno, ma che vorremmo fosse di stimolo alla pratica sportiva, con la testa sul collo e i piedi per<br />
terra, anche quando il tutto si svolge in ambito agonistico-competitivo dove più facile è farsi prendere dalla foga e<br />
spegnere il lume della ragione. Crediamo anche che proprio in gara è importante dimostrare un approccio sereno
ed equilibrato con lo sport: la competizione insegna a gestire le forze e l’emotività … contribuisce a formare o a<br />
temprare il carattere.<br />
Nella società del tutto subito e senza sforzo, forse i concetti di autodisciplina e sopportazione della fatica non<br />
vanno più di moda, ma per chi fa sport, e magari convive pure con il diabete, queste due qualità sono<br />
fondamentali. Sono necessarie dunque forti motivazioni, cui bisogna aggiungere impegno e onestà verso se stessi<br />
impostando un programma adeguato al proprio reale valore. Solo così, e con un pizzico di buona sorte, si otterrà il<br />
risultato sperato. E crediamo anche che disciplina, fatica, impegno siano “sorriso-compatibili”, soprattutto se si<br />
corre per il benessere psico-fisico e l’armonia della persona-atleta con diabete: è una questione di rispetto verso se<br />
stessi e verso le nuove generazioni cercare di interpretare lo sport per indurre cambiamenti positivi.<br />
Le attività di Podismo & <strong>Diabete</strong> sono divulgate sul sito www.diabetenolimits.org. Lo spazio “Mellito Runner” ospita<br />
i profili liberamente inviati con dati piuttosto precisi su gestione del diabete e della disciplina sportiva. Le<br />
'competizioni per diabetici' che concorriamo a promuovere e a correre non vogliono essere “ghetti” autocelebranti<br />
dove rinchiuderci, ma un modo per aprirsi alla pratica sportiva assieme agli altri, semplicemente evidenziando e<br />
divulgando peculiarità e attenzioni che fanno parte della quotidianità del “mellito runner”.<br />
Il gruppo aderisce anche ad iniziative di altre importanti realtà che si occupano di sport e diabete (ANIAD, Ciclismo<br />
& <strong>Diabete</strong>, programma Changing <strong>Diabete</strong>s), invitando gli sportivi a cimentarsi in diverse discipline, in favore di<br />
polivalenza e interdisciplinarietà.<br />
Il debutto ufficiale di Podismo & <strong>Diabete</strong> risale al Mapei Day del luglio 2007 con l’unico rappresentante in gara,<br />
Augusto Zecca, che ha sfoggiato per l’occasione la divisa ufficiale del gruppo con i colori Changing <strong>Diabete</strong>s,<br />
programma che nell’incoraggiare la crescita del gruppo ha sempre lasciato comunque questa giovane realtà volare<br />
con le proprie ali, o meglio, camminare con le proprie gambe.<br />
Con il Campionato di Mezza Maratona per Atleti con <strong>Diabete</strong> del 2007 svoltosi a Mazara del Vallo in dicembre, cd<br />
Beat Pippo, Podismo & <strong>Diabete</strong> ha raggiunto la propria consacrazione, riuscendo a riunire quasi quaranta podisti<br />
con diabete di cui ventisette in corsa sulla distanza dei 21k.<br />
Il 2008 sarà un anno di consolidamento, con il già concluso progetto “Mellito Marathon Road Map” in occasione della<br />
Maratona di Roma del 16 marzo u.s. Dal 23 al 25 maggio nella postazione <strong>Diabete</strong> <strong>No</strong> <strong>Limits</strong> all’Outdoor Village di<br />
Riva del Garda, il podismo avrà la sua degna rilevanza con la possibilità inoltre di partecipare alla corsa trail<br />
“Ronda Run”.<br />
A giugno l’Ecomaratona delle Madonie vedrà il lancio del progetto <strong>Diabete</strong> Off-Road Esprit Trail volto a<br />
sensibilizzare la pratica della corsa natura (trail), disciplina che concilia sport, rivalutazione del territorio, contatto<br />
con la natura.<br />
Luglio dovrebbe vedere invece la partecipazione di alcuni runner alla cronoscalata Re Stelvio in occasione del Mapei<br />
Day 2008 ma anche alla skyrun Blumon Marathon (25 km, 2200 mt disl.) di Piana del Gaver (Brescia) gara ufficiale<br />
del calendario FSA.<br />
<strong>No</strong>vembre sarà il mese clou per il podismo a glicemia controllata con due appuntamenti da non perdere: il 16<br />
novembre, Giornata Mondiale del <strong>Diabete</strong>, il Campionato di Mezza Maratona ed. 2008 avrà luogo a Riva del Garda<br />
(TN) in occasione della Garda Trentino Half Marathon: l’obiettivo è quello di portare cinquanta concorrenti con<br />
diabete ai nastri di partenza della mezza maratona. Il 30 novembre la Maratona di Firenze ospiterà il secondo<br />
appuntamento “Road Map”. Come per Roma, i protagonisti, oltre a prendere parte alla gara, racconteranno il loro<br />
percorso di avvicinamento alla corsa.<br />
Adesso non resta che mettere le scarpette e partire …. Yes We Run!<br />
Per informazioni su Podismo & <strong>Diabete</strong>: Cristian Agnoli - www.diabetenolimits.org - info@diabetenolimits.org