Laboratorio di design dei tipi prof. Leonardo Sonnoli Giovanna Nicosia
Laboratorio di design dei tipi prof. Leonardo Sonnoli Giovanna Nicosia
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<strong>Laboratorio</strong> <strong>di</strong> <strong>design</strong> <strong>dei</strong> <strong>tipi</strong><br />
<strong>prof</strong>. <strong>Leonardo</strong> <strong>Sonnoli</strong><br />
<strong>Giovanna</strong> <strong>Nicosia</strong><br />
Iuav, Venezia<br />
2006/2007
LETTERE
BODONI BAUER ROMAN|SPILLI
BODONI BAUER ROMAN|CARTA LUCIDA E BUSTA PER LETTERE
BODONI BAUER ROMAN|TELA INCOLLANTE SU TULLE
FUTURA MEDIUM|GLITTER SU SPUGNA ESTRUSA
BODONI BAUER ROMAN|GLITTER SU ACETATO
DIN MEDIUM|PLASTICA FORATA PER TAPPETINO ANTISCIVOLO
BODONI BAUER ROMAN|SPUGNA D’ACCIAIO
COLLIS ROMAN TXT|CHINA SU CARTA
FOUNDRY FORM SANS MEDIUM|CUOIO SU TACCO IN GOMMA
GILL SANS REGULAR|FIAMMIFERI
AMBIENTAZIONE TIPOGRAFICA
Silence…is sexy<br />
Einstürzende Neubaten e Tiziano Scarpa per Silence is sexy, ovvero<br />
il testo da cui parte la ricerca per un’interpretazione spaziale<br />
oltre che materica della parola tipografica. Per chiunque volesse<br />
capire da dove arriva questa bizzarra combinazione che vede<br />
insieme un poeta a musicisti a <strong>di</strong>r poco fuori dal comune, basta dare<br />
un occhio ad un libricino in particolare, Nelle galassie oggi come<br />
oggi, covers. Qui Raul Montanari e Aldo Nove oltre che il veneziano<br />
Scarpa lanciano un nuovo modo <strong>di</strong> fare poesia che trae ispirazione<br />
da una quarantina <strong>di</strong> celebri canzoni degli ultimi trent’anni<br />
<strong>di</strong> rock, pop, techno e punk. Dalla canzone, passiamo dunque alla<br />
poesia fino a questa che si prospetta in sintesi una delle sensazioni<br />
che si possono ricevere dalle parole in riferimento.<br />
Silence is sexy <strong>dei</strong> Einstürzende Neubaten è il testo che ci accompagnerà<br />
nelle prossime pagine e quello che vedremo è il processo che ha condotto<br />
alla scelta <strong>di</strong> una installazione in particolare.<br />
il tipografo mi ha detto<br />
ora ti leggerò ad alta voce<br />
tre puntini <strong>di</strong> sospensione<br />
ti leggerò l’alone <strong>di</strong> silenzio<br />
che trabocca tra le parole<br />
l’ombra proiettata dalle parole...<br />
non ridere mi ha detto il tipografo<br />
non è vero che del silenzio non si può parlare<br />
non è vero che un bel tacer non fu mai scritto<br />
non è vero che parlare del silenzio è retorica<br />
bisogna che ti metti all’ombra delle parole<br />
devi parlare da dentro i puntini <strong>di</strong> sospensione<br />
questo <strong>di</strong>scorso mi ha fatto il tipografo<br />
le cose senza parole<br />
sono creature oscene<br />
hanno la fica spalancata<br />
il cazzo duro scappucciato<br />
taci e rimira il mondo<br />
questo maestoso film porno<br />
e così io sarei la foglia <strong>di</strong> fico il braghettone<br />
e così io sarei l’attacchino dell’horror vacui<br />
con questo secchio <strong>di</strong> colla in mano<br />
con la spugna inzuppata in cima all’asta<br />
tutta la notte a tappezzare le strade<br />
...
Da cosa nasce cosa avrebbe detto Bruno Munari: “progettare è un percorso,<br />
la creatività si costruisce <strong>di</strong>alogando con i materiali <strong>di</strong> lavoro,<br />
gli strumenti, gli oggetti che ci circondano”.<br />
Ecco come in Silence is sexy, il tipografo <strong>di</strong>venta il pretesto<br />
per indagare la stessa cassetta tipografica e perchè no provare<br />
a ricostruirsi i mitici legni da stampa, sogno del ‘fai-da-te’<br />
librario!<br />
Partendo dalla base <strong>di</strong> un font già esistente, Perpetua, in omaggio<br />
a Eric Gill, si sono costruiti <strong>dei</strong> blocchetti tipografici che a loro<br />
volta hanno permesso <strong>di</strong> ricavare un intero alfabeto tendente al “bianco”.<br />
Potrà sembrare retorico, ma l’intenzione era quella <strong>di</strong> riscrivere<br />
la poesia utilizzando questo alfabeto che <strong>di</strong>venta un modo<br />
per far precipitare le lettere nel bianco del foglio, nel silenzio…<br />
Rimaneva ancora il problema dello spazio, visto che questo era anche<br />
l’elemento con cui doveva confrontarsi la tipografia!<br />
Per far ciò, senza per forza interpretare alla lettera l’intera poesia,<br />
si è scelto <strong>di</strong> far parlare visivamente una sola parola, la stessa che<br />
in sintesi ci <strong>di</strong>ce dell’intero testo: silence.<br />
Silence prende corpo materializzandosi in pile <strong>di</strong> fogli <strong>di</strong> carta<br />
che degradano fino a perdersi nello spazio circostante(?).<br />
Quella che alla fine si presenta è l’immagine “pop” <strong>di</strong> una scala<br />
tonale tipografica, dal gra<strong>di</strong>no più alto (S) si scende fino al più<br />
basso (e). In questo caso si è scelto il Franklin Gothic Heavy,<br />
anche se inizialmente la materialità del font Blockup si presentava<br />
attraente! L’instalazione, invece, è stata realizzata completamente<br />
in fogli <strong>di</strong> polistirolo sagomato anche se i buoni propositi<br />
avevano spinto a pensare alla realizzazione <strong>di</strong> risme <strong>di</strong> carta<br />
forma <strong>di</strong> lettera, dove ogni singolo foglio riportava il testo della<br />
poesia. Purtroppo la realizzazione delle fustelle e il corrispettivo<br />
allestimento richiedeva molto più tempo e denaro!
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Silence è stato realizzato<br />
in collaborazione con:<br />
Valentina Cuccato<br />
Federico Gobbo<br />
Alessandra Florian
TIPOGRAFIA E CITTÀ<br />
Architectures parlantes