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Relazione al Parlamento anno 2000 su Handicap e scuola

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con<strong>su</strong>ltiva, soprattutto per la costituzione degli accordi di programma. Nomina, sede, organizzazione dei lavori,<br />

era a carico dei Provveditori agli Studi.<br />

Le esperienze sono state, da una provincia <strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tra, estremamente diverse, in molti casi encomiabili, in <strong>al</strong>tri del<br />

tutto evanescenti. In linea gener<strong>al</strong>e, comunque, si possono individuare <strong>al</strong>cuni punti-crisi comuni.<br />

- Troppo scolasticistico. La natura del Glip ha posto eccessivamente la <strong>scuola</strong> come centro di lavoro. Gli<br />

stessi rappresentanti del territorio non sono quasi mai in grado di as<strong>su</strong>mersi responsabilità da parte degli<br />

enti di riferimento. L’integrazione scolastica è stata quindi il tema dominante, ponendo <strong>su</strong>llo sfondo<br />

l’integrazione tra servizi. In molti casi il Glip è diventato una specie di sede implicitamente “contrattu<strong>al</strong>e”<br />

tra la <strong>scuola</strong> e gli <strong>al</strong>tri enti in ordine <strong>al</strong> reperimento e utilizzo delle risorse. Molto lavoro h<strong>anno</strong> svolto i Glip<br />

<strong>su</strong>lla documentazione (es. diagnosi funzion<strong>al</strong>e, Pei, ecc…), ma sempre mettendo <strong>al</strong> centro la <strong>scuola</strong><br />

piuttosto che il complesso di sviluppo della persona in ogni contesto.<br />

- Accordi di programma macchinosi. La controprova di quanto detto è l’esperienza di costruzione e<br />

ratifica degli accordi di programma. Nel complesso, questi accordi si sono rivelati macchinosi per la loro<br />

composizione e spesso più petizioni di principio che vere e proprie as<strong>su</strong>nzioni integrate di responsabilità. In<br />

molte province, è stata più significativa l’esperienza di costruzione dell’accordo (come occasione di<br />

confronto e incontro) che gli esiti effettivi degli accordi nei comportamenti.<br />

L’origine di queste difficoltà sta in quattro ragioni molto complesse da dipanare:<br />

- la difficile coesistenza tra enti e soggetti con responsabilità, interessi, organizzazione dei servizi<br />

profondamente diversi, in <strong>al</strong>cuni casi <strong>al</strong>ternativi, in <strong>al</strong>tri complementari;<br />

- la natura giuridica, amministrativa dei diversi enti che ha reso finora difficile pensare in termini di<br />

integrazione di servizi quanto piuttosto di <strong>su</strong>ddivisione delle diverse competenze (tocca a me, tocca a<br />

te). In sostanza è mancata la cultura della concertazione e dell’integrazione;<br />

- le diverse filosofie soci<strong>al</strong>i tra gli enti: spesso tra l’integrazione scolastica e la terapia, l’integrazione<br />

soci<strong>al</strong>e, il rapporto <strong>scuola</strong> lavoro coesistono tra i diversi enti comportamenti molto diversi, in <strong>al</strong>cuni<br />

casi contrastanti;<br />

- la frequente presenza, negli accordi di programma, di contenuti generici senza chiari riferimenti <strong>al</strong>le<br />

competenze e ai flussi di spesa. Gli accordi sono stati stipulati spesso con la logica più delle “intese<br />

politiche” che delle as<strong>su</strong>nzioni di responsabilità produttrici di diritti soggettivi esigibili, di cui <strong>al</strong>l’art. 27<br />

della Legge 142/90.<br />

- Sedi di proposta ma non di responsabilità. Un ulteriore snodo-crisi ha fatto vivere spesso, nei Glip, una<br />

percezione strabica del proprio ruolo: da un lato soggetti di proposta attiva, d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tro soggetti senza dirette<br />

responsabilità di decisione. Ciò ha voluto dire una fortissima ca<strong>su</strong><strong>al</strong>ità della qu<strong>al</strong>ità del lavoro in relazione<br />

ai provveditori, agli assessori o ai direttori gener<strong>al</strong>i delle diverse ASL, cioè a tutti i soggetti deputati <strong>al</strong>le<br />

decisioni. Sono numerosi i casi di Glip in quanto svuotati di responsabilità anche di proposta per via di non<br />

buoni rapporti con i soggetti decisori. Anche il <strong>su</strong>pporto tecnico esperto che i Glip potevano esprimere è<br />

stato ca<strong>su</strong><strong>al</strong>mente as<strong>su</strong>nto secondo i diversi comportamenti dei decisori. Non è un caso che in <strong>al</strong>cuni<br />

Glip i rappresentanti degli enti loc<strong>al</strong>i non sono neppure nominati.<br />

- Sedi di promozione. L’aspetto, in ogni caso, più positivo presente è stato il ruolo di promozione,<br />

informazione, formazione, che molti Glip h<strong>anno</strong> svolto in modo egregio. Da <strong>al</strong>cuni anni, in molte province, i<br />

Glip h<strong>anno</strong> prodotto convegni, informazione, corsi di formazione, centri servizi, centri di documentazione.<br />

La quantità di azioni è notevole, anche se a volte ca<strong>su</strong><strong>al</strong>e, anticipando comunque un bisogno di lavorare in<br />

rete con le scuole e di pervenire a forme permanenti di <strong>su</strong>pporto.<br />

- Il travaglio dell’autonomia. A partire d<strong>al</strong> 1997, in ogni provveditorato si sono costituiti i cosiddetti nuclei<br />

territori<strong>al</strong>i di <strong>su</strong>pporto <strong>al</strong>l’autonomia. Si è trattato di un’esperienza nuova, anche se precaria, di una<br />

struttura di <strong>su</strong>pporto qu<strong>al</strong>itativa <strong>al</strong> servizio delle scuole dell’autonomia. Ponendo <strong>al</strong> centro dell’iniziativa<br />

istituzion<strong>al</strong>e territori<strong>al</strong>e non un tema o l’<strong>al</strong>tro, ma la <strong>scuola</strong> dell’autonomia nel <strong>su</strong>o insieme sono entrate in<br />

crisi tutte le strutture interne ai provveditorati che fino a quel momento avevano gestito, spesso in modo<br />

separato, le diverse tematiche territori<strong>al</strong>i (es. handicap, educazione <strong>al</strong>la s<strong>al</strong>ute, lingua straniera, ecc..).<br />

Pur con la forte spinta dell’amministrazione centr<strong>al</strong>e a favorire l’integrazione delle diverse competenze<br />

entro i nuclei dell’autonomia, sono state numerose le resistenze loc<strong>al</strong>i, anche per la conservazione di<br />

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