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Untitled - Consiglio Regionale dell'Umbria - Regione Umbria

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ECONOMIA/LAVORO<br />

ci delle acque minerali umbre, una situazione che<br />

purtroppo vivono anche altri marchi, soprattutto<br />

nel ternano, come nel caso della Tione di Orvieto”.<br />

Lo ha evidenziato, illustrando un apposito<br />

atto ispettivo durante la seduta odierna di question<br />

time del <strong>Consiglio</strong> regionale, il consigliere<br />

regionale Fausto Galanello (Pd). “In questi mesi<br />

– ha evidenziato il consigliere regionale - abbiamo<br />

assistito alla chiusura del parco delle terme,<br />

a un balletto sui volumi produttivi che stanno al<br />

di sotto dei 250milioni di pezzi di cui si parlava<br />

da quattro anni. I lavoratori sono in cassa integrazione,<br />

periodo di fermo produttivo per quanto<br />

riguarda lo stabilimento di Acquasparta-Amerino<br />

e aspettiamo ancora un piano industriale credibile.<br />

Ho letto di un indebitamento che si aggira<br />

intorno ai 100 milioni di euro e a breve scade<br />

anche il concordato. C'è incertezza e allarme tra i<br />

lavoratori e la comunità locale: cosa intende fare<br />

la <strong>Regione</strong>?”. L'assessore regionale Vincenzo<br />

Riommi ha risposto spiegando che “la Sangemini<br />

ha presentato la prenotazione di concordato e<br />

fissato sul tavolo istituzionale un primo livello di<br />

intervento. In questi tre mesi nella produzione di<br />

acque minerali si fa la stragrande maggioranza<br />

del fatturato. Visto però il provvedimento di autorizzazione<br />

del Tribunale non era intenzione<br />

della Sangemini mettere in produzione in questa<br />

stagione tutti quei volumi sui quali non si producono<br />

utili o equilibrio. Amerino funzionava per<br />

l’imbottigliamento di Blus, un’acqua a marchio di<br />

grande catena distributiva, che ora non si produce.<br />

Le acque che si producono in questo periodo<br />

sono Sangemini, Fabia, Grazia, e questo determina<br />

una riduzione dei volumi lavorati. Nei prossimi<br />

giorni riconvocheremo la proprietà attuale,<br />

per capire se sono in grado di dirci qual è il progetto<br />

presentato al Tribunale per la continuità<br />

produttiva e laddove questo progetto non fosse<br />

sostenibile o credibile la <strong>Regione</strong> metterà sul<br />

piatto tutte le ipotesi che possono permettere di<br />

risolvere il problema Sangemini anche mediante<br />

l’intervento di nuovi soggetti imprenditoriali.<br />

L’interesse a investire in Sangemini riguarda una<br />

pluralità di soggetti, e questo dovremmo sfruttarlo<br />

nell’interesse dell'azienda e dell’<strong>Umbria</strong>”.<br />

Fausto Galanello si è detto “soddisfatto della<br />

risposta perché evidenzia l’impegno e il lavoro<br />

che sta mettendo la <strong>Regione</strong> nel seguire questa<br />

vertenza. Restano preoccupazioni abbastanza<br />

serie perché questa vicenda si protrae da anni, di<br />

fatto dimostra una scarsa affidabilità della proprietà”.<br />

MP/<br />

AST TERNI: “BASTA INDUGIARE, CONTRO<br />

IL DIMEZZAMENTO DEL SITO SIDERURGICO<br />

È ORA DI PERCORRERE LA STRADA DEL-<br />

L'INTERVENTO PUBBLICO” - NOTA DI STU-<br />

FARA (PRC - FDS)<br />

Il consigliere regionale Damiano Stufara (Prc –<br />

Fds) commenta positivamente la manifestazione<br />

svoltasi ieri a Terni a sostegno della vertenza<br />

Ast, “una grande risposta di democrazia e di dignità”.<br />

Ora, per Stufara, l'Antitrust dovrebbe<br />

tornare suoi suoi passi, consentendo ad Outokumpu<br />

di tenersi l'Ast oppure lo Stato italiano,<br />

come richiesto dai sindacati e dalle forze politiche<br />

locali, deve battere i pugni sui tavoli che<br />

contano avanzando una proposta di acquisizione<br />

dell'Ast.<br />

Perugia, 19 giugno 2013 - “La grande manifestazione<br />

di Terni ha dimostrato l'unità del territorio<br />

nel difendere una delle più grandi fabbriche ancora<br />

attive nel nostro Paese; una fabbrica che costituisce<br />

un polo d'eccellenza dell'industria italiana,<br />

ma che oscure logiche di mercato mettono di fronte<br />

al rischio concreto del dimezzamento produttivo<br />

ed occupazionale”. Lo afferma il capogruppo di<br />

Rifondazione comunista – Fds in <strong>Consiglio</strong> regionale,<br />

Damiano Stufara. “Quella di ieri – continua il<br />

consigliere regionale - è stata una grande risposta<br />

di democrazia e di dignità, non solo verso chi ha<br />

tentato in questi giorni di criminalizzare le ragioni<br />

della protesta, ma anche verso la passività del<br />

Governo nazionale, che oltre ad aver subito senza<br />

batter ciglio la decisione dell'Antitrust sulla vendita<br />

dell'Ast è finora venuto meno all'impegno di salvaguardarne<br />

l'integrità”. Per Stufara “appare dunque<br />

paradossale l'invito al Governo a vigilare sull'esito<br />

positivo della trattativa, dove l'unico acquirente<br />

in pista, la cordata Aperam-Arvedi-<br />

Marcegaglia, ha presentato un'offerta cinque volte<br />

inferiore al prezzo fissato da Outokumpu; come<br />

non accorgersi che la vera posta in gioco, aldilà<br />

della differenza delle cifre, è il ridimensionamento<br />

dell'Ast? Il fatto che i volumi produttivi in questa<br />

prima metà del 2013 si siano ridotti del 30 per<br />

cento e che Outokumpu stia facendo una concorrenza<br />

al ribasso sui prezzi dell'acciaio ai danni<br />

dell'Ast, sottraendogli quote consistenti di mercato,<br />

dovrebbero bastare come campanello di allarme.<br />

Non sono questi gli acquirenti che possono<br />

garantire il futuro della siderurgia ternana; non è<br />

questa la trattativa a cui affidarsi per difendere gli<br />

interessi nazionali”. Secondo il capogruppo di Rifondazione<br />

comunista “alla luce di quanto successo<br />

in questi mesi, le alternative a questo scenario<br />

si riducono a due: l'Antitrust ritorna suoi suoi passi,<br />

consentendo ad Outokumpu di tenersi l'Ast,<br />

oppure lo Stato italiano, come richiesto dai sindacati<br />

e dalle forze politiche locali, batte i pugni sui<br />

tavoli che contano. E li batte, aggiungiamo noi,<br />

avanzando una proposta di acquisizione dell'Ast,<br />

candidandosi in questo modo a costituire il famoso<br />

quarto player europeo dell'acciaio, come inizialmente<br />

richiesto dall'Antitrust. È ora di riconoscere<br />

senza equivocità che non ci si può rivolgere al<br />

mercato, peraltro in grave crisi, per risolvere i<br />

problemi da esso stesso creati. Serve – conclude<br />

Stufara - un atto di grande discontinuità rispetto<br />

alle politiche economiche promosse in questi anni,<br />

su cui chiamare a raccolta le forze vive del lavoro<br />

che hanno dato corpo alla manifestazione di Terni<br />

e che pongono in ultimo una questione di sovranità<br />

sull'industria del nostro Paese. Una questione<br />

che, se necessario, va posta al Governo direttamente<br />

a Palazzo Chigi”.<br />

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