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<strong>tenderin</strong> <strong>sportivo</strong><br />
Tenderin Sportivo<br />
Fondatore e direttore: Marco Tenderini - Grafico ed editore: Matteo Cerutti - Redazione: Stefano Tenderini, Marco Vianello, G.B. Bandini - Audiovisivi: Paolo Gazzillo - Collaboratori: Paolo<br />
Sartore, Francesco Berton, Giovanni Da Ponte, Paolo Da Ponte - <strong>tenderin</strong>.<strong>sportivo</strong>@email.it<br />
Approfondimento<br />
Culturale<br />
Il lato oscuro<br />
della luna.<br />
Roger Waters<br />
all’arena di Verona.<br />
4 Giugno 2006<br />
di Marco Ercole<br />
Vi sono opere umane che eccellono sulle altre, vi sono eventi che rimangono unici per la storia personale di ogni persona, vi sono luoghi<br />
deputati ad ospitare opere ed eventi aumentandone l’enfasi. La sera del 4 Giugno si è svolto a Verona la riproposizione musicale di Dark side<br />
of the moon, interpretato da Roger Waters, bassista e mente dei Pink Floyd, visibilmente soddisfatto di risuonare una sua creazione vecchia<br />
di trent’anni nella cornice storica ed evocativa dell’arena di Verona. Chiunque entra nell’arena ha la percezione della continuità con il passato,<br />
ed è notevole constatare che dopo secoli l’edificio svolga alla perfezione la sua funzione di macchina scenica che raccoglie migliaia di<br />
persone.<br />
“The Dark side of the moon” (il lato oscuro della luna) è un lavoro che è stato partorito nel lontano 1973, ed ha segnato il “sound” dei Pink<br />
Floyd e continua ad essere fonte di ispirazione per artisti della contemporaneità. E’ un concept-album, imperniato sui temi della vita, della<br />
morte, del tempo, della violenza, del potere, della follia, assume il valore di dato storico di riflessione sulla società, i suoi meccanismi, le sue<br />
perversioni e deviazioni nei confronti dell’essere umano.<br />
Alle ventuno e trentacinque l’arena romana è gremita di persone, il cielo plumbeo chiude la sua volta sugli astanti minacciando un nubifragio<br />
(che non avverrà), calano le luci, si accende il mega schermo che proietta il logo bianco-nero-rosso di “the Wall”, due martelli incrociati.<br />
Inizia la prima parte del concerto con “In the flesh?”,”Mother”, “Shine On”, “Have a Cigar”, “Whish you were here”, “Set the Contols for the<br />
Heart of the Sun”, (composizioni dei Pink Floyd), e “The Gunner’s dream”, “Southampton dock”, “Fletcher Memorial Home”, “Perfect sense”,<br />
“Leaving Beirut” ( di Waters da solista) ed infine “sheep”.<br />
La performance musicale inizia in sordina, con i musicisti un po’ freddi ed una esecuzione di “shine on you crazy diamond” fredda e<br />
meccanica, ma il pubblico è entusiasta dello show, del connubio musica e video, della fusione tra arti visive e dello spettacolo, enfatizzate da<br />
un cielo venato di lampi purpurei.<br />
Dopo quindici minuti di pausa inizia la seconda parte del concerto con “Dark side of the moon” e l’evento si conclude con i bis “Another brick<br />
in the Wall”, “Vera” e l’immancabile “Confortably numb”. L’esecuzione è magistale, spiccano le qualità dei musicisti che accompagnano<br />
Waters, specialmente il calore espressivo del sassofoniosta e la reinterpretazione ritmica in “time” compiuta dal batterista. L’unica perplessità<br />
è legata al palco molto scarno, e al gioco di luci che adombrava i musicisti invece di evidenziarli sulla scena.<br />
In sintesi Waters conferma l’immortalità della sua creazione artistica, stregando gli astanti con la suite di musica leggera più amata, ascoltata,<br />
sognata e sognate del Novecento.