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presenta<br />
una produzione<br />
RTI<br />
prodotta da<br />
PUBLIMEDIA 2000<br />
con<br />
MASSIMO GHINI<br />
MARTINA STELLA<br />
MAURIZIO MATTIOLI<br />
MATTEO BRANCIAMORE<br />
con la partecipazione straordinaria di<br />
CAROL ALT<br />
e con la partecipazione di<br />
ANNA FALCHI<br />
regia di<br />
CARLO VANZINA<br />
FILM TV IN ONDA IL 10 MAGGIO IN PRIMA SERATA SU<br />
<strong>CANALE</strong> 5<br />
Crediti non contrattuali
PIPER<br />
CAST ARTISTICO<br />
MASSIMO GHINI nel ruolo di ROBERTO BENETTI<br />
MARTINA STELLA nel ruolo di MILENA<br />
ANNA FALCHI nel ruolo di SABRINA MAY<br />
CAROL ALT nel ruolo della MARCHESA CAFIERO<br />
MAURIZIO MATTIOLI nel ruolo di ALDO PROIETTI<br />
MATTEO BRANCIAMORE nel ruolo di MARIO PROIETTI<br />
GIANNI FERRERI nel ruolo di ONOREVOLE DE VITO<br />
MATTEO BARZINI nel ruolo di RANIERO<br />
VIRGINIE MARSAN nel ruolo di MARY<br />
EUGENIA COSTANTINI nel ruolo di BABY<br />
Crediti non contrattuali
PIPER<br />
CAST TECNICO<br />
SOGGETTO E SCENEGGIATURA ENRICO VANZINA e CESARE FRUGONI<br />
TECNICO DEL SUONO GAETANO CARITO<br />
MONTAGGIO RAIMONDO CROCIANI<br />
CASTING MARITA D’ELIA (U.I.C.)<br />
IDEAZIONE COSTUMI NICOLETTA ERCOLE<br />
COSTUMI PAMELA FONTINOVO<br />
SCENOGRAFIA SERENA ALBERI<br />
MUSICHE ORIGINALI DI MANUEL DE SICA<br />
REALIZZATE DA LUIGI MAS<br />
DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA CLAUDIO ZAMARION<br />
ORGANIZZATORE GENERALE MARCO PISTOLESI<br />
DELEGATO ALLA PRODUZIONE RTI CECILIA FERRARI<br />
PRODUTTORE RTI COSTANTINO MARGIOTTA<br />
PRODOTTO DA GIUSEPPE PERUGIA<br />
REGIA DI CARLO VANZINA<br />
RESPONSABILE COMUNICAZIONE FILM LAURA MARCHESE<br />
UFFICIO STAMPA MEDIASET SERENA SCARFONE<br />
ufficiostampafiction@mediaset.it<br />
347 6863790 – 06 66390516<br />
UFFICIO STAMPA PRODUZIONE ENRICO LUCHERINI<br />
info@lucherinipignatelli.it<br />
www.lucherinipignatelli.it<br />
06/8084282<br />
Crediti non contrattuali
PIPER<br />
SINOSSI<br />
Nel 1965 l’Italia era un paese meraviglioso: il periodo buio della guerra era alle spalle, il benessere<br />
e le innovazioni avevano trasformato la vita di tutti, il futuro sembrava un tappeto rosso di gala, su<br />
cui camminare a passo di corsa…<br />
Bastava studiare, lavorare, non volere troppo, “essere bravi” insomma, e non c’erano problemi.<br />
I giovani avevano il giradischi portatile a 14 anni, il motorino a 16 e la prima macchina a 18.<br />
Erano nati i rotocalchi dedicati esclusivamente a loro, prima in Inghilterra e Francia, poi anche da<br />
noi. Per la prima volta generazione degli adolescenti assunse lo status di “generazione di<br />
consumatori”, e schiere di esperti si concentrarono sul reperimento di merci adatte a quel nuovo<br />
pubblico.<br />
Contemporaneamente, la musica leggera divenne un argomento serio di discussione, analisi,<br />
dibattiti; le canzonette non furono più “roba da cameriere” ma invasero la vita di tutti i giorni.<br />
Ovunque risuonava la voce di Elvis, e poi quella dei favolosi 4 Paul, John, George e Ringo, e quella<br />
dei Rolling Stones. E ad ogni nota corrispondeva un tintinnare di dollari nelle casse delle<br />
multinazionali.<br />
Presto i giovani cominciarono a capire la loro potenza, e ad esigere di più: vollero spazi dedicati a<br />
loro, vollero trovarsi insieme a celebrare i loro riti lontani dal mondo adulto.<br />
Nacquero così i grandi raduni ed i locali specializzati.<br />
I genitori cominciarono a storcere il naso, sentendosi troppo estromessi dalla vita dei loro vivaci<br />
pargoli. Ma finchè i pargoli rendevano bene, c’era chi era disposto ad incoraggiare quell’ondata di<br />
separatismo.
Si moltiplicarono come funghi i locali di tendenza a Parigi, Berlino, Londra, per non parlare<br />
dell’America.<br />
L’Italia, tanto per cambiare, fu l’ultima, come è fatale che accada alla “periferia dell’Impero”.<br />
Ma alla fine, nel 1965, venne annunciata l’apertura del Piper, un locale romano vicino al centro ma<br />
non in zona monumentale, un posto nato per i ragazzi e per i giovani di tutte le età.<br />
E’ difficile oggi raccontare l’emozione e l’isteria che accompagnarono l’apertura del Piper. Dalle<br />
Olimpiadi del 60 nessun avvenimento aveva mai coagulato un simile interesse. Parteciparvi divenne<br />
obbligatorio, chi c’era era “in” e chi non c’era era irrimediabilmente “out”.<br />
I rotocalchi fecero la loro parte, amplificando notizie, pettegolezzi, leggende. I “giovani bene” si<br />
fecero arrivare camicie e abiti da Liberty’s di Londra, le madri più sbarazzine obbligarono illustri<br />
sarti ad inventare per loro abiti giovanili e indimenticabili.<br />
Quella notte, il cuore di Roma e dell’Italia intera batteva forte in Via Tagliamento.<br />
Quella notte nacquero amori, finirono matrimoni, si scrissero soggetti per il cinema, e soprattutto<br />
venne alla luce quell’inconfondibile “mescolanza romana” che accomunava principesse e fruttaroli,<br />
banchieri e sciampiste, vecchi e giovani.<br />
Una mescolanza allegra, sincera simpaticissima, che spesso durava solo lo spazio di una notte, o<br />
anche meno, ma che aveva un sapore inconfondibile.<br />
Quello fu il Piper, un luogo “magico e indimenticabile”, in cui tutto era possibile, in cui si poteva<br />
ridere e anche piangere, divertirsi ed assordarsi, ma in modo speciale, che ha lasciato in tutti i<br />
frequentatori di allora un sentimento indelebile di rimpianto e tenerezza.<br />
E questo noi vogliamo raccontare: gli ultimi giorni prima dell’apertura vissuti da un piccolo gruppo<br />
di personaggi tipici della Roma di allora, simpatici e antipatici, burini ed eleganti, ma tutti pieni di<br />
vita e di speranze, tutti ansiosi di salire sui cubi e ballare fino a che le gambe reggevano. Se non<br />
altro per poter dire il giorno dopo, con lieve sufficienza, agili amici: “Ieri sera sono stato al Piper.<br />
Certo ch’è forte… ma come abbiamo fatto a vivere senza un posto così?”
PIPER<br />
NOTE DEGLI AUTORI<br />
Nel febbraio del 1965, a Roma, apriva i battenti il Piper. Quella data rappresentò un momento<br />
importantissimo nel cambiamento e nella trasformazione del costume italiano. Fino a quel<br />
momento, infatti, il pianeta dei giovani era una entità sommersa. Da quel giorno in poi, invece,<br />
i giovani entrarono a far parte, a tutti gli effetti, dei gruppi protagonisti della ribalta sociologica.<br />
Quella discoteca servì a far prendere coscienza a molti ragazzi italiani che c'erano, esistevano,<br />
contavano. E anche grazie al Piper, l'Italietta post Anni 50, dove il conformismo cattolico aveva<br />
rigidamente compresso la voglia di cambiamento, diventò una nazione europea, al passo con<br />
l'Inghilterra e la Francia.<br />
Questa è l'atmosfera, molto interessante, che fa da sfondo al nostro film.<br />
Ma solo da sfondo. Perché si tratta di una commedia. Un film d'intrattenimento, fatto di situazioni<br />
divertenti e scanzonate. Condito, anche, con un pizzico di amarezza. Ingredienti tipici proprio di un<br />
certo tipo di film di allora, " Io la conoscevo bene", "La voglia matta", " Il sorpasso".<br />
Film meravigliosi, nei quali le debolezze e le piccole miserie umane, inserite nell'attualità, ci<br />
davano un ritratto molto convincente della nostra nazione.<br />
Noi, ispirandoci con simpatia e soprattutto con modestia, a quei modelli, abbiamo raccontato le<br />
avventure di alcuni personaggi emblematici, nei tre giorni che precedono l'apertura del Piper. Le<br />
loro storie, incrociate, finiscono per collimare proprio durante la notte mitica dell'inaugurazione<br />
del locale.<br />
C'è una giovane studentessa di provincia, Martina Stella, che scappa da casa per venire a fare la<br />
cantante a Roma. C'è un giornalista di sinistra, Massimo Ghini, che cerca di fare uno scoop politico<br />
ma finisce per trovare l'amore. C'è un'attricetta "maggiorata", Anna Falchi, arrivata nella<br />
capitale per sfondare nel cinema e che se ne torna a casa, dopo delusioni ed umiliazioni, con in<br />
tasca una bella storia sentimentale. C'è un tassista "matusa", Maurizio Mattioli, legato ai valori di<br />
un'Italia sorpassata, che dopo comici tormenti finisce per accettare la vocazione musicale del figlio,<br />
capellone e chitarrista, Matteo Branciamore. C'è una duchessa anticonformista, Carol Alt, che<br />
intuisce quanto il suo mondo stia cambiando, e si adegua al nuovo con disincantata malinconia.<br />
Insomma, PIPER è un ritratto affettuoso (speriamo anche spiritoso) che coinvolge varie<br />
generazioni, vari strati sociali e varie visioni del mondo.
La musica, naturalmente, gioca un ruolo centrale nel racconto. Serve a contestualizzare le emozioni<br />
e da riportare a galla tanti ricordi. Quelli legati ad un mondo forse più semplice, più ingenuo, ma<br />
ancora oggi carico di valori eterni. Come l'amicizia, l'amore e la voglia di vivere.<br />
Carlo ed Enrico Vanzina
MASSIMO GHINI<br />
PIPER<br />
I PERSONAGGI<br />
Giornalista di sinistra. Idealista, Single. Squattrinato. E’ un pò il Mastroianni de “ La dolce vita”.<br />
Piace alle donne e a lui le donne piacciono moltissimo. E’ anche ballista, un po’ bugiardo. Ma è<br />
onesto. Fino all’inverosimile. E per onestà, è pronto a sacrificare la sua carriera.<br />
MARTINA STELLA<br />
Studentessa liceale di provincia. La sua provincia, un po’ bigotta e moralista, le va stretta. Sogna di<br />
andare a vivere nella capitale. Ma soprattutto di diventare una cantante e di sfondare nel mondo<br />
dello spettacolo. E’ coriacea, determinata. Ha capito che, in quei primi anni 60, il mondo sta<br />
cambiando. E lei si sente una delle possibili protagoniste del mondo nuovo.<br />
MAURIZIO MATTIOLI<br />
Taxista romano. Erede di Aldo Fabrizi. Burbero, colorito, ma bonaccione. Sta vivendo la<br />
trasformazione degli anni 60 con enorme disagio. E’un uomo di altri tempi che non capisce il “<br />
nuovo che avanza”. Soffre moltissimo vedendo che il figlio, capellone, vuole fare il musicista rock.<br />
Lui lo vorrebbe in banca, col posto fisso. Ma alla fine si rassegnerà perchè , come si dice, è un<br />
pezzo di pane.<br />
CAROL ALT<br />
Bella. Aristocratica. Ha sposato un nobile con tanto di palazzo. Ma malgrado il titolo prestigioso<br />
che porta è una donna anticonformista. Tradisce il marito, con classe. Ama il figlio e per lui farebbe<br />
qualsiasi cosa. E’ apparentemente fredda, ma dietro l’apparenza nasconde un carattere<br />
sentimentale. E’ pratica, talvolta furba. Ma anche generosa, intuitiva e molto intelligente.<br />
ANNA FALCHI<br />
Attricetta delusa. Anche lei viene dalla provincia. E’ arrivata a Roma sperando di sfondare nel<br />
cinema. Ma non riuscendo a trovare la “parte” della sua vita si accontenta di provini e di qualche<br />
Carosello. E’ una vamp, genere bambolona. Un pò debole e remissiva. Per sbancare il lunario e’<br />
diventata l’amante di un onorevole. Ma sotto la scorza della mantenuta batte il cuore di una brava<br />
ragazza. Che vorrebbe tanto farcela per fare contenta la sua mamma..<br />
MATTEO BRANCIAMORE
E’ il tipico “teen ager” romano degli anni 60. Vuole evadere dal mondo piccolo borghese nel quale<br />
è nato. E lo fa’ suonando la chitarra. Con i suoi amici maschi è un leader. Con le ragazze, invece, è<br />
un pò imbranato e remissivo.