alberghi hotels ristoranti pizzerie rifugi residences ... - Concreta S.r.l.
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Valerio<br />
Gavazzi<br />
<strong>alberghi</strong> <strong>hotels</strong> <strong>ristoranti</strong> <strong>pizzerie</strong> <strong>rifugi</strong> <strong>residences</strong> ville res<br />
Pregiata finitura artigianale insieme ad<br />
alta tecnologia, design d’avanguardia<br />
in spazi perfettamente ottimizzati, qualità<br />
e funzionalità delle strutture, 16 anni<br />
di idee per la creazione di luoghi unici<br />
ed irripetibili. Questa è <strong>Concreta</strong> srl,<br />
un’azienda capace di progettare, realizzare<br />
e fornire “chiavi in mano” soluzioni<br />
d’arredo per <strong>alberghi</strong> e strutture commerciali<br />
di ogni genere. La professionalità<br />
e l’esperienza maturate consentono<br />
di offrire tutti i prodotti e i servizi legati<br />
all’arredamento avvalendosi delle tecnologie<br />
più avanzate e di un’equipe di<br />
lavoro altamente specializzata. Essere<br />
al tempo stesso progettisti e produttori<br />
consente di ottimizzare le caratteristiche<br />
del prodotto e rispondere me-<br />
glio alle esigenze della Clientela. Siamo<br />
qualificati per proporre un servizio<br />
“Chiavi in mano” dove viene richiesto<br />
un lavoro completo, un rapporto con un<br />
unico interlocutore, che garantisca costi<br />
definiti e tempi certi. Il concetto “Chiavi<br />
in mano” si basa infatti sul principio di<br />
sollevare il cliente da tutte le preoccupazioni<br />
gestionali ed avere un unico referente.<br />
Dalle esigenze del cliente alla<br />
realizzazione del prodotto, <strong>Concreta</strong><br />
offre un servizio completo in grado di rispondere<br />
a desideri sempre nuovi.<br />
Il contatto con il cliente<br />
È in questa fase che i requisiti di un<br />
progetto vengono raccolti in linea con i<br />
desideri del cliente; la combinazione dei<br />
Vostri bisogni e la nostra esperienza è il<br />
primo passo verso il progetto.<br />
La progettazione degli arredi e degli<br />
impianti<br />
Curata da importanti architetti e designer,<br />
garantisce lo sviluppo di un progetto<br />
sempre unico, che sviluppa e<br />
arricchisce gli arredi <strong>Concreta</strong>. Primo<br />
passo è la proposta planimetrica di layout.<br />
Seguono poi bozzetti per le parti<br />
<strong>Concreta</strong> srl - Via Nazionale 14/a - Postalesio (SO) - Tel. ++39 0342 49 35 67 - Fax 0342 49 39 86
idenziali bar-pub nights pasticcerie gelaterie negozi uffici<br />
più significative dell’arredo. Tutto l’arredo<br />
prende poi forma in un’immagine<br />
virtuale creata da designer con i più sofisticati<br />
strumenti di computer graphics.<br />
La realizzazione in falegnameria<br />
La lavorazione del legno e l’assemblaggio<br />
dell’arredamento nella nostra falegnameria<br />
(3000 mq.) unite a un gruppo<br />
di professionisti della lavorazione dell’acciaio,<br />
della verniciatura, del vetro,<br />
sono garanzia di un prodotto completo<br />
e inconfondibile. La falegnameria<br />
è senz’altro uno dei punti di forza dell’azienda.<br />
Sviluppa al proprio interno le diverse<br />
fasi della lavorazione del legno, dalla<br />
sezionatura alla laccatura e al premon-<br />
taggio prima della consegna. Il tutto<br />
sotto l’accurato controllo di architetti e<br />
progettisti che seguono ogni lavoro in<br />
ogni fase della produzione e del montaggio<br />
in cantiere.<br />
La consegna e il montaggio<br />
La consegna e il montaggio, effettuati<br />
con personale e mezzi nostri, assicurano<br />
i tempi concordati e un servizio<br />
di assistenza presente e puntuale nel<br />
tempo.<br />
Comunicazione e aggiornamento<br />
<strong>Concreta</strong> Magazine è un trimestrale di<br />
arredamento ed immagine, oltre a un<br />
versatile contenitore di storia, turismo<br />
e curiosità che viene redatto all’interno<br />
del nostro ufficio marketing. Viene spedito<br />
in 5000 copie ad operatori commerciali,<br />
professionisti e a coloro che lo<br />
richiedono.<br />
Corsi professionali per gelatieri, pasticceri,<br />
albergatori, barman, pizzaioli<br />
e cuochi, vengono proposti periodicamente<br />
nella nostra sala corsi, nella convinzione<br />
che l’aggiornamento, unito alla<br />
tecnologia, sia la chiave per qualunque<br />
successo imprenditoriale.<br />
www.concretasrl.com - info@concretasrl.com<br />
Umberto<br />
Paganoni
2<br />
PERIODICO TRIMESTRALE DI<br />
ARREDAMENTO, IMMAGINE E CULTURA<br />
Anno XI - N° 3 - Dicembre 2006<br />
Direttore responsabile:<br />
ROBERTA BERTOLATTI<br />
roberta.bertolatti@concretasrl.com<br />
Redazione:<br />
CONCRETA s.r.l.<br />
Via Nazionale 14 A<br />
Postalesio (SO)<br />
Tel. 0342/49.35.67<br />
Fax 0342/49.39.86<br />
www.concretasrl.com<br />
E-mail: info@concretasrl.com<br />
Aut. Trib. SO N° 258 del 5/12/95<br />
In copertina:<br />
Berry’s Lounge Cafè - Sondrio<br />
Foto:<br />
Andrea Basci ● Simone Pierfelice<br />
Giorgio De Giorgi ● Luca Salvadalena<br />
Fadri Cazin ● Archivio Consozio Teglio<br />
Archivio “Marco Mountain”<br />
Grafi ca:<br />
Lineagrafi ca s.a.s.<br />
Stampa:<br />
Bonazzi grafi ca - Sondrio<br />
CONCRETA RINGRAZIA<br />
PER LA COLLABORAZIONE:<br />
LA CASA DELLA PASTA pag. 11<br />
EDILBI pag. 25<br />
GEOCLIMA pag. 37<br />
PLOZZA pag. 44-45<br />
GR TENDAGGI pag. 55<br />
VDM pag. 59<br />
CREDITO VALT. pag. 81<br />
Sommario<br />
Dicembre 2006<br />
EDITORIALE - Roberta Bertolatti 3<br />
FRAMMENTI DI UNA VITA LUNGA UN SECOLO - Cecilia Paganoni 4<br />
UNIVALE PER UN SORRISO - Camillo Bertolini 8<br />
VENTI DI PASTA FRESCA... UNA FAMIGLIA UNA IMPRESA - Camillo Bertolini 10<br />
L’ALPINISTA VALTELLINESE MARCO CONFORTOLA 12<br />
INCORNICIA UN 2006 VERAMENTE INDIMENTICABILE- Silvio Mevio<br />
LA SCULTURA E LA PITTURA DI LUCA SALVADALENA: ISPIRAZIONE E FANTASIA - Donatella Micault 38<br />
“BIKE TRASALP CHALLANGE 2006”- Laura D’Amelio 40<br />
PIETRO VITALINI FIRMA UNA SIMPATICA E ACCATTIVANTE 60<br />
LINEA DI ABBIGLIAMENTO SPORTIVO-INVERNALE - Attilio Piazza<br />
MARIO TESTORELLI E IL “SUO” MUSEO: UNA VITA PER LA VALFURVA - Silvio Mevio 75<br />
UNA PUBBLICAZIONE DELL’ACCADEMIA DEL PIZZOCCHERO DI TEGLIO 82<br />
PER VALORIZZARE QUESTO PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE - Attilio Piazza<br />
CONSORZIO TURISTICO DI TEGLIO: 85<br />
UNA STRAORDINARIA E DINAMICAREALTÀ TURISTICA VALTELLINESE - Silver<br />
REFERENZE 88<br />
Arredamento<br />
ALBERGHI<br />
Hotel Selene 4 stelle - Pomezia (RM) 14<br />
Hotel Sonne - St. Moritz (Svizzera) 20<br />
Albergo Vittoria - Gromo (BG) 26<br />
Albergo Ristorante Bellavista - Valmadrera (LC) 34<br />
BAR<br />
Berry’s Lounge Cafè - Sondrio 46<br />
Cafè de la Gare - Tirano (SO) 52<br />
Caffè Lucignolo - Tirano (SO) 56<br />
NEGOZI<br />
Pirker Sport - Chiesa in Valmalenco (SO) 62<br />
Ape Regina - Tovo di Sant’Agata (SO) 68<br />
Buongustaio - Sondrio 72<br />
Macelleria Giumelli - San Giacomo di Teglio (SO) 78
Editoriale<br />
Abbiamo ancora nel cuore i ricordi dell’estate appena trascorsa, eppure<br />
siamo già alla fine dell’anno e anche quest’anno puntuale come sempre<br />
il Natale torna tra noi a portarci il solito carico colorato di regali, dolci,<br />
pensieri, speranze. Puntualmente come ogni anno ritornano le solite luci<br />
scintillanti, le vetrine straboccano di doni e decorazioni ma... sappiamo<br />
che è Natale? O siamo tanti automi che camminiamo e corriamo a testa<br />
bassa lungo i marciapiedi attanagliati dagli impegni di<br />
lavoro, dagli orari, dalle scadenze? Ci si chiede qual è lo<br />
spirito del Natale? Che cosa significa veramente fare un<br />
regalo a Natale? Gli antichi Romani, fautori della “traditio<br />
brevi manu”, ovvero il porre nella mani del destinatario<br />
l’oggetto da donare, davano un senso fortissimo all’atto<br />
del regalare che voleva rappresentare una dichiarazione<br />
di affetto e di stima.<br />
Oggi siamo molto lontani da ciò, basta solo pensare a<br />
quante volte facciamo un regalo solo per ricambiare. Il<br />
vero senso del Natale è quello che ancora oggi leggiamo<br />
in fondo agli occhi dei nostri figli, è quella luce misteriosa<br />
che fa sì che i nostri bimbi vivano la festa con la frenesia<br />
e la trepidazione che solo questi giorni speciali possono far provare.<br />
Giorni che evocano anche in noi ricordi di un’infanzia trascorsa, sensazioni,<br />
emozioni che negli anni hanno mantenuto gli stessi colori e gli<br />
stessi sapori.<br />
Possono cambiare i governi, le mode ma non il simpatico vecchietto un<br />
po’ in carne che capeggia tra i vetri delle case, sui panettoni, tra le vie.<br />
Teniamoci stretti i veri valori, quella felicità che solo le piccole, ma in<br />
realtà enormi cose possono dare. Cerchiamo di scoprire il vero spirito<br />
del Natale nel sorriso ingenuo e felice dei bimbi, nella carezza di un genitore<br />
o di un nonno lasciato troppe volte in disparte nel resto dell’anno.<br />
Il Natale vuole unire, accomunare gli spiriti e le emozioni. Condividere<br />
una serata felice con le persone care intorno ad un tavolo davanti ad un<br />
buon piatto fumante a volte può sciogliere nodi e tensioni emotive accumulatesi<br />
durante l’anno. Recuperare la semplicità di un evento che di per<br />
sé nasce in uno dei contesti più semplici ed umili che la storia ricordi, una<br />
stalla con due buoi ed un bambino avvolto negli stracci. E allora che sia<br />
un Natale semplice, senza inquinamento commerciale, recuperandone<br />
lo spirito vero. E che sia un Natale visto con gli occhi dei nostri figli, quando<br />
quel batticuore ci faceva sobbalzare al minimo rumore, con la gioia e<br />
la speranza di intravedere tra le luci che si accendono e si spengono la<br />
sagoma di qualche pacco sotto l’albero. E che sia un Natale dove un gesto<br />
di solidarietà diventa un momento di grande responsabilità<br />
sociale e di impegno in aiuto ad associazioni di<br />
volontariato , come l’Univale; associazione che vi presento<br />
in questo numero, nella speranza che coglierete<br />
questa occasione per fare un gesto che sarà sicuramente<br />
apprezzato. Partecipare significa contribuire alla crescita<br />
di un’esperienza locale di solidarietà dal valore profondamente<br />
umano.<br />
Ed è proprio con questo spirito che la direzione di <strong>Concreta</strong><br />
e Confa augura a tutti i dipendenti, a Voi lettori,<br />
giornalisti e collaboratori un sincero Buon Natale!<br />
Roberta Bertolatti<br />
IN RICORDO A FRANCESCO BONAZZI<br />
Ho provato grande commozione ed orgoglio quando la proprietà di<br />
<strong>Concreta</strong> mi ha chiesto di ricordare la figura di FRANCESCO BO-<br />
NAZZI sul nostro Magazine, che ha visto i Natali nella sua tipografia<br />
ben 13 anni fa. Io che ho vissuto 23 anni alle sue dipendenze è come<br />
ricordare un padre, un amico “grande”, ma non voglio assolutamente<br />
essere retorico. Voglio ricordarlo come industriale modello, timido<br />
e schivo ai riflettori, attento e assorbito completamente alla sua professione<br />
e alla sua famiglia. Una professione che lo ha distinto nella<br />
storia della stampa valtellinese; capostipite e pigmalione di quasi<br />
tutti i tipografi operanti nel nostro capoluogo e non solo. Ora la tecnologia<br />
ha trasformato la vecchia “tipografia” in “litografia” oppure<br />
“computergrafica”, ma Francesco Bonazzi rimarrà nell’immaginario<br />
collettivo come: “Bonazzi grafica - La stampa”. Beppe Aldrighetti<br />
3
4<br />
Testi e foto: Cecilia Paganoni<br />
Frammenti di una<br />
vita lunga un secolo<br />
Le nonne Enrica<br />
ed Elena raccontano<br />
uno dei momenti<br />
più felici<br />
della loro infanzia<br />
L’anziana bisnonna si guarda attorno<br />
con sguardo indagatore, verso le sei<br />
di sera le strade sono sempre molto<br />
trafficate, é il momento in cui la gente<br />
ritorna a casa dopo una intensa gior-<br />
nata di lavoro: é un continuo via vai di<br />
auto, un serpentone che dalla città si<br />
snoda lungo la strada che sale verso<br />
i paesini arroccati sulla collina soprastante.<br />
Osserva attentamente quelle scatole<br />
di metallo dai colori più svariati, poi<br />
alzando il bastone indica due auto,<br />
ecco stanno arrivando i miei nipoti,<br />
dice, tirando un sospiro di sollievo.<br />
Sempre in giro per lavoro, mai un attimo<br />
di riposo, quando la sera li vedo<br />
arrivare mi si allarga il respiro, la famiglia<br />
si ritrova tutta assieme, una grande<br />
famiglia come quella di una volta.<br />
Anche se tutto é cambiato.....tutto!<br />
Noi, da bambini non avevamo tutte<br />
quelle cose che hanno i ragazzi di<br />
oggi e la nostra vita trascorreva quasi<br />
solo tra il paese e gli alpeggi.<br />
Prati, vigne, boschi e i nuclei situati<br />
sulle Orobie erano i luoghi dove trascorrevamo<br />
le nostre giornate, i mesi<br />
e gli anni. Tra tante difficoltà avevamo<br />
anche qualche buona possibilità, per<br />
nostra fortuna.<br />
Avevamo una zia straordinaria, zia<br />
Maria, la ricordo sempre molto volentieri,<br />
una donna sempre molto sorridente<br />
con due grandi occhi verdi luminosi<br />
come due specchi d’acqua di<br />
montagna.
Fatto piuttosto insolito era l’unica proprietaria,<br />
lei donna, di una bottega di<br />
generi alimentari e di robe di ogni sorta,<br />
come si soleva dire allora, nel nostro<br />
paese.<br />
La bisnonna si fa pensierosa, cerca di<br />
richiamare alla memoria quella figura<br />
elegante dal fisico snello, flessuoso<br />
come un giunco, sempre pronta a<br />
dare una mano a chi ne aveva bisogno<br />
senza pretendere nulla in cambio.<br />
Zia Maria, come tutti la chiamavano<br />
come se fosse la zia di tutto il paese,<br />
era una donna molto religiosa, pregava<br />
molto, ma non era bigotta e appena<br />
nella bottega aveva qualche caramella<br />
o qualche biscotto in più lo regalava<br />
ai bambini che le gironzolavano intorno,<br />
e noi nipoti eravamo piuttosto gelosi<br />
di questa sua prodigalità.<br />
Non riuscivamo a capire il perché di<br />
certi gesti che ritenevamo sprecati.<br />
Quei mocciosi, confabulavamo tra di<br />
noi, non sono suoi parenti, mentre a<br />
testa bassa e piuttosto imbronciati tornavamo<br />
alle nostre case prendendo a<br />
calci i sassi della strada come se fossero<br />
responsabili dell’accaduto. Intanto<br />
i nostri rivali, si fa per dire, seduti su<br />
un muretto si leccavano ripetutamente<br />
le labbra gongolando in modo provocatorio,<br />
mentre gustavano quel succoso<br />
dolcetto. A pensarci adesso mi viene<br />
da ridere, ma allora i tempi erano<br />
diversi e una caramella o un biscotto<br />
non era cosa di tutti i giorni.<br />
Talvolta quando il gruppo dei ragazzi<br />
che aveva ricevuto l’omaggio, era a<br />
nostro avviso troppo numeroso, ci<br />
scappava pure qualche spintonata;<br />
ma bastava che sulla porta della bottega<br />
si affacciasse la figura silenziosa<br />
e autorevole di zia Maria che ci passava<br />
in rassegna ad uno a uno con<br />
uno sguardo severo e preoccupato e<br />
tutta quella tensione si sciogliesse<br />
come neve al sole. No, non potevamo<br />
recare dispiacere all’unica persona<br />
che dava un tocco di dolcezza alle nostre<br />
giornate; lasciavamo cadere i<br />
sassi e ritornavamo alle nostre case<br />
seguiti dal suo sguardo e da quella<br />
frase ormai nota: “ Solo chi si comporterà<br />
bene verrà con me alla festa di S.<br />
Luis.”<br />
Mancavano ormai pochi giorni al 21<br />
giugno, dovevamo perciò impegnarci<br />
a rispettare quelle regole di condotta<br />
per poter andare con la zia a Sazzo,<br />
nel comune di Ponte, ove ogni anno in<br />
occasione della festa del santo patrono<br />
si teneva una gran fiera che richiamava<br />
visitatori da tutti i paesi vicini e<br />
perfino dalla vicina Svizzera.<br />
Nel frattempo ciascuno cercava di<br />
raggranellare un piccolo gruzzolo per<br />
poter comperare ciò che da tanto tempo<br />
costituiva l’oggetto dei nostri desideri.<br />
Qualche soldino ci veniva dato dai genitori,<br />
noi ci impegnavamo nella raccolta<br />
di robe vecchie, stracci, pezzi di<br />
ferro e di alluminio, ossa, etc, che vendevamo<br />
poi allo “strascé” (straccivendolo).<br />
Facevamo a gara a chi trovava<br />
una quantità maggiore di rottami, questo<br />
significava più soldini. Alla sera<br />
eravamo stanchi morti, ma che soddisfazione<br />
al momento della paga. Bastavano<br />
quei pochi soldi in tasca per<br />
darci la possibilità di fantasticare,<br />
creare castelli in aria, di sentirci in un<br />
altro mondo. Per alcuni giorni vivevamo<br />
nel mondo delle favole...chissà se<br />
Sazzo era davvero un paese così bello<br />
come diceva zia Maria!<br />
La Vigilia Della Festa<br />
I giorni precedenti alla festa eravamo<br />
molto agitati, non riuscivamo a star<br />
fermi tanta era l’emozione per l’avvenimento<br />
che si avvicinava.<br />
Andare da Albosaggia fino a S. Luigi<br />
di Sazzo sul carretto trainato da un<br />
mulo e guidato da zia Maria era davvero<br />
straordinario. Una donna, un carro<br />
pieno di ragazzi e un mulo.....queste<br />
parole frullavano continuamente<br />
nella nostra testa. La sera a letto ripetevamo<br />
all’infinito questo gioco cercando<br />
le combinazioni possibili... un<br />
mulo, un carro di ragazzi, una donna,<br />
oppure una donna, un carro pieno di<br />
ragazzi da Albosaggia a Sazzo e così<br />
via. Ad un certo punto la mamma con<br />
una voce dura e per nulla amorevole<br />
tagliava corto: “Smettetela, disii su i<br />
5
6<br />
pater, se no el Signor al manda el Castigamat!”<br />
(Smettetela, recitate le preghiere<br />
altrimenti il Signore manda i<br />
castighi”)<br />
E zia Celesta la vecchia saggia della<br />
famiglia aggiungeva con voce dolente:<br />
“Pregate il Signore che ci dia un buon<br />
sentimento, non fate gli sciocchi!”<br />
A questo segnale sapevamo che dovevamo<br />
smettere, anche se era molto<br />
difficile contenere tutte quelle energie.<br />
Poi zia Celesta per tranquillizzarci ci<br />
raccontava una storia, ogni sera una<br />
storia diversa.<br />
La Storia Della Strega Giustiziera<br />
C’era una volta, incominciava zia Celesta,<br />
una donna che passava le giornate<br />
lavorando fino a tardi.<br />
Una sera mentre stava ancora filando<br />
al lume di candela, una vecchietta<br />
bussò alla sua porta offrendole il suo<br />
aiuto per completare il lavoro. La donna<br />
accettò con soddisfazione quell’aiuto<br />
insperato, non aveva lontanamente<br />
pensato alla Magada, la terribile<br />
strega che si aggirava di notte in<br />
paese combinando terribili misfatti.<br />
Era la sera del sabato e la donna sapeva<br />
che era proibito filare nei giorni<br />
di festa, la Magada era venuta apposta<br />
per controllarla!<br />
Lavora e lavora il tempo passava,<br />
quando la donna si accorse era ormai<br />
troppo tardi, era già passata la mezzanotte<br />
ed era già iniziato il giorno di<br />
festa, la poveretta si spaventò e non<br />
sapeva più cosa fare per rimediare.<br />
La strega rise con cattiveria e mentre<br />
pronunciava alcune parole strampalate:<br />
“Fila filota, fila giò per quella piota”<br />
scagliò la povera donna colpevole di<br />
aver lavorato nel giorno di festa, nel<br />
burrone sottostante”.<br />
Tutti pensierosi ce ne stavamo rannicchiati<br />
nel pagliericcio odoroso di sole<br />
e di grano fin quando stanchi morti ci<br />
abbandonavamo tra le braccia del<br />
sonno.<br />
Da Albosaggia a Sazzo<br />
La mattina del 21 giugno festa di S.<br />
Luigi Gonzaga patrono di Sazzo ci trovavamo<br />
di buon ora davanti alla bottega<br />
di zia Maria, belli puliti, tirati a lucido<br />
come le stoviglie prima delle festività<br />
natalizie. Eravamo una decina di<br />
cugini pronti ad affrontare l’avventura<br />
di un tragitto di circa dieci chilometri.<br />
Non era cosa da tutti, la maggior parte<br />
infatti andava a piedi, questa era<br />
per noi un’occasione unica per conoscere<br />
altri paesi oltre Sondrio. La strada<br />
sterrata era quasi tutta pianeggiante,<br />
il nostro mulo magro e spelacchiato<br />
trotterellava che era una meraviglia<br />
e zia Maria seduta a cassetta rivelava<br />
una insospettabile abilità di vetturale.<br />
Dopo Sondrio la strada era percorsa<br />
da numerosi carri provenienti dai paesi<br />
vicini.<br />
I maschietti incitavano la zia a non lasciarsi<br />
superare e a mantenere un’andatura<br />
più veloce, a ingaggiare insomma<br />
una specie di gara di velocità.<br />
Noi bambine preferivamo guardarci<br />
attorno, ammirare il paesaggio, le bellezze<br />
dei palazzi e delle dimore signorili<br />
che incontravamo lungo il percorso.<br />
Ci sembrava di attraversare un mondo<br />
completamente diverso e qualcuno ricordando<br />
i racconti degli emigranti<br />
che erano tornati dalla “Merica” come<br />
dicevano loro, speravano che il viaggio<br />
non avesse mai fine, ma continuasse<br />
fino a giungere in quei territori<br />
tanto lontani e così diversi da quelli<br />
soliti.<br />
Non c’era comunque posto per la noia,<br />
ognuno poteva trovare molteplici interessi;<br />
zia Maria procedeva con andatura<br />
sostenuta, di carattere bonario<br />
accettava con umorismo qualche
scherzetto, e il vociare eccessivo dell’allegra<br />
combriccola. Giunti alle Casacce<br />
bisognava lasciare la strada<br />
principale e imboccare una stradina laterale<br />
che saliva ripida sulla destra per<br />
alcune centinaia di metri tra ombrosi<br />
castagni.<br />
Qui purtroppo le cose cambiavano, il<br />
povero mulo dopo aver trotterellato a<br />
lungo e di buona lena rifiutava di affrontare<br />
la salita, inutili i vari tentativi<br />
della zia di infondergli coraggio ed<br />
energia con un po’ di zucchero e vino.<br />
Non c’era niente da fare, tutto era inutile,<br />
il mulo con il suo carretto se ne<br />
stava lì in mezzo alla strada e non<br />
c’era verso di spostarlo; a noi si presentava<br />
un’unica soluzione, scendere<br />
e proseguire a piedi fino alla meta, del<br />
resto ormai vicina.<br />
Finalmente il mulo libero dalla nostra<br />
zavorra riprendeva il cammino e noi al<br />
suo fianco.<br />
I soliti permalosi borbottavano “..proprio<br />
sul più bello ci doveva lasciare a<br />
piedi, che figura stiamo facendo..” Altri<br />
volgevano invece lo sguardo in alto<br />
verso il Santuario che si stagliava imponente<br />
verso il cielo. Ormai eravamo<br />
arrivati.<br />
Appena giunti sul sagrato zia Maria legava<br />
saldamente il mulo a una palizzata<br />
per potersi poi muovere liberamente;<br />
ci prendeva per mano, eravamo<br />
come tanti acini d’uva appiccicati<br />
al raspo.<br />
Il sagrato era già gremito, c’erano uomini,<br />
donne, bambini, venditori, semplici<br />
curiosi e pellegrini che erano<br />
giunti da ogni parte per partecipare<br />
alla solenne cerimonia. La zia ci guidava<br />
tra la ressa per poter entrare nel<br />
Santuario ad assistere alla Messa.<br />
Grande era il nostro stupore alla vista<br />
di quelle splendide tele tanto maestose<br />
e imponenti.<br />
Durante la cerimonia riuscivamo a fatica<br />
a stare fermi nonostante fossimo<br />
stipati come sardine in scatola. Una<br />
volta ultimata la celebrazione ci aspettava<br />
il paese dei balocchi con le sue<br />
mille attrazioni e c’era chi tirava da<br />
una parte e chi dall’altra. Ma il monito<br />
della zia suonava severo “Chi non obbedisce,<br />
la prossima volta resta a<br />
casa, state uniti non allontanatevi”.<br />
Ognuno metteva mano alla sua sacoccia<br />
tenendo ben stretto il piccolo<br />
gruzzolo: uno voleva comperare una<br />
pipa di zucchero, un altro dei biscotti<br />
e il più grande che aveva racimolato<br />
più soldi cercava un carretto di legno.<br />
C’era solo l’imbarazzo della scelta, zia<br />
Maria invece pensava alla sua bottega<br />
e alla sua casa, osservava con attenzione<br />
i pelotti le lenzuola di canapa, i<br />
paioli in rame e in pietra ollare.<br />
La piazza era molto rumorosa oltre al<br />
vociare dei venditori ogni tanto qualche<br />
raglio d’asino fendeva l’aria, né<br />
mancavano i muggiti delle mucche e i<br />
belati delle pecore e delle capre che i<br />
contadini avevano portato alla fiera<br />
per vendere.<br />
Sempre controllati dallo sguardo severo<br />
della zia giravamo ogni angolo<br />
passando da una sorpresa all’altra,<br />
non stavamo più nella pelle dalla felicità.<br />
Era una festa di suoni e colori<br />
dove non era difficile perdersi, purtroppo<br />
il pomeriggio volgeva al termine<br />
rapidamente e a malincuore dovevamo<br />
abbandonare quella splendida<br />
festa e avviarci col nostro carretto verso<br />
casa.<br />
Ognuno aveva fatto i suoi acquisti, divertendosi<br />
un mondo in mezzo a quella<br />
folla festante e al rientro, stanchi<br />
morti tiravamo le somme di quell’insolita<br />
giornata.<br />
Ognuno aveva da raccontare quello<br />
che aveva visto e udito , quante novità<br />
potremo raccontare ai nostri amici ri-<br />
masti a casa, ci sentivamo fortunatisssimi.<br />
Quella gita in carretto e la partecipazione<br />
alla fiera ci avevano proiettato in<br />
un’altra dimensione , grazie a zia Maria.E<br />
il ricordo nonostante siano passati<br />
tanti anni é ancora vivo.<br />
Per i ragazzi di oggi i divertimenti sono<br />
ben altri e non credo che un viaggio a<br />
ritroso nel tempo possa renderli contenti,<br />
nonostante abbiano un’infinità di<br />
cose, non mi sembrano più soddisfatti<br />
di noi quando eravamo piccoli e senza<br />
niente o quasi.<br />
Ho vissuto quasi un secolo eppure<br />
quei ricordi sono ancora nitidi nella<br />
mia memoria, basta un attimo a spolverarli<br />
e farli conoscere ai ragazzi di<br />
oggi.<br />
7
8<br />
Txt: Camillo Bertolini<br />
Univale per un sorriso<br />
Più di ottanta artisti<br />
espongono a<br />
Sondrio a sostegno<br />
di UNIVALE.<br />
Partecipare significa<br />
contribuire<br />
Entrati nell’ospedale di Sondrio, la segnaletica<br />
dei reparti riporta la sigla<br />
UNIVALE accanto all’ortopedia. Il cartello<br />
di colore giallo ci dirige quindi<br />
verso il padiglione est, meglio noto<br />
come “ospedale vecchio”. Il vecchio<br />
edificio nasconde però un’iniziativa<br />
alla crescita di<br />
un’esperienza<br />
locale di solidarietà<br />
dal valore profondamente<br />
umano.<br />
che, almeno per quanto riguarda il panorama<br />
valtellinese, rappresenta una<br />
felice e vivace novità.<br />
Al solo sguardo, una parte del reparto<br />
di oncologia presenta qualcosa di insolito.<br />
Prevenuti nel ritrovare il rigore<br />
bianco e lineare della tipica struttura<br />
ospedialiera, i sensi sono invece accerchiati<br />
da una strana sensazione di<br />
benessere. Qui i colori, le forme e persino<br />
gli odori non sono quelli che ci<br />
aspettiamo. Sembrano più casalinghi,<br />
in fondo più normali.<br />
Questi locali, appartenenti al nuovo<br />
ambulatorio di oncologia medica, sono<br />
stati inaugurati poco piu’ di un anno fa<br />
(settembre 2005), al termine della restaurazione<br />
di un’area prima adibita a<br />
magazzino. Al di là dello stile insolito,<br />
la novità più importante sta nel fatto<br />
che a farsi carico delle spese necessarie<br />
non sia stata la sanità nazionale,<br />
bensì un’associazione locale: UNIVA-<br />
LE appunto, ossia l’Unione Volontari<br />
Assistenza leucemici, Emopatici e Oncologici.<br />
Ci troviamo di fronte ad un<br />
esempio virtuoso di come le persone
appartenenti a una comunità (ristretta<br />
come lo è la nostra) possano organizzarsi<br />
e prendere iniziativa per sostituire,<br />
o semplicemente completare, le<br />
carenze delle strutture sociali.<br />
A presiedere l’associazione è il dottor<br />
Fiumanò. Lo incontro per una rapida<br />
chiaccherata proprio nel suo Studio<br />
ubicato nel nuovo ambulatorio oncologico.<br />
Dottor Fiumanò, che cos’è UNIVA-<br />
LE e cosa si propone di realizzare?<br />
UNIVALE è un’associazione di volontari<br />
nata nel 1990. Inizialmente ci occupavamo<br />
di dare sostegno alle famiglie<br />
e ai malati ematologici. A partire<br />
dal 2004 si è riusciti a intervenire anche<br />
nel campo oncologico, pure per<br />
dare sostegno al reparto di oncologia<br />
medica, al quale forniamo personale<br />
e siamo attivi nel miglioramento del<br />
confort ospedaliero.<br />
Che tipo di sostegno la sua associazione<br />
riesce a fornire?<br />
Certe malattie rappresentano un<br />
dramma sotto molti aspetti. Innanzitutto<br />
si cerca di dare sostegno di tipo<br />
psicologico perchè il paziente riesca<br />
in qualche modo a superare alcune<br />
fasi che può risultare molto critica anche<br />
dal punto di vista mentale. Ma ciò<br />
di cui ci occupiamo tenta di andare<br />
molto al di là. Si cerca di trovare una<br />
soluzione per varie difficoltà incontrate<br />
dai malati, dalla recerca di un’occupazione<br />
a un vero e proprio sostengo<br />
finanziario. Siamo inoltre molto attivi,<br />
grazie ad un accordo con la Croce<br />
Rossa, nel trasporto ospedaliero verso<br />
strutture spesso lontane e non facili<br />
da raggiungere.<br />
Come ho già detto, siamo un’associazione<br />
di volontari. Volontari che continuiamo<br />
a completare con corsi di formazione<br />
per offrire un’assistenza<br />
sempre più adeguata e qualificata.<br />
In che modo UNIVALE riesce a finanziare<br />
il suo operato?<br />
I finanziamenti che riusciamo ad ottenere<br />
provengono da due campi in<br />
qualche modo distinti. Le donazioni di<br />
privati e le iniziative che riusciamo a<br />
mettere in piedi. Questi locali, ad<br />
esempio, sono stati realizzati grazie al<br />
contributo dei Giovani Imprenditori e<br />
di tanta altra brava gente, che ha messo<br />
a disposizione la sua abilità professionale<br />
nella loro risistemazione. Inoltre<br />
UNIVALE e’ iscritta nel registro regionale<br />
delle Onlus, e ha quindi i requisiti<br />
necessari per poter essere<br />
destinataria del cinque per mille (codice<br />
93004650144). Riceviamo comunque<br />
con riconoscenza qualunque<br />
tipo di donazione volontaria. Per quanto<br />
riguarda le nostre iniziative, ne abbiamo<br />
una in programma a breve scadenza.<br />
Si tratta di una mostra che si<br />
terrà dall’11 al 30 dicembre presso la<br />
sala ‘Le Volte’ a Sondrio (ex enologica).<br />
Tutto è partito da un’artista che<br />
ha voluto donare alcune opere all’as-<br />
sociazione. Nel giro di poco tempo la<br />
cosa si è allargata, ed ora possiamo<br />
contare sull’adesione di ben ottantatrè<br />
pittori e scultori. Si tratta di artisti valtellinesi<br />
di fama ormai affermata (Pelizzatti,<br />
Mainardi, Gusmeroli, Bricalli,<br />
Gutu Pavel…), ma anche di alcuni abili<br />
“dilettanti”che si sono lanciati nell’impresa<br />
con entusiamo. I presupposti<br />
che l’iniziativa vada bene ci sono tutti.<br />
Per noi sarebbe importante perche’<br />
UNIVALE potrebbe così’ continuare a<br />
fornire i propri servizi e chissà , magari<br />
riuscire a raggiungere anche le<br />
altre strutture ospedaliere della provincia.<br />
Le coordinate bancarie di UNIVALE<br />
sono: Banca Popolare di Sondrio<br />
- C.C. 42673/90 (ABI 5696) - CAB<br />
11000 - CIN D)<br />
9
10<br />
Txt: Camillo Bertolini<br />
Venti di pasta fresca...<br />
una famiglia, un’impresa<br />
Remigio, Antonio,<br />
Luciano e un compleanno<br />
da festeggiare.<br />
A spegnere le<br />
venti candele è la<br />
Amore per il lavoro, iniziativa e professionalità<br />
sono gli ingredienti alla base di un<br />
traguardo costruito giorno per giorno,<br />
prova dopo prova, con la sveglia puntata<br />
sempre prima dell’alba. Si perché la storia<br />
d’amore tra i fratelli Urbani e la cucina<br />
parte da lontano, quando da ragazzini<br />
prepararono la valigia per rincorrere la<br />
loro passione fuori provincia, fino a raggiungere<br />
prestigiosi <strong>ristoranti</strong> europei. Si<br />
ritroveranno poi tutti e tre nel pavese per<br />
la gestione di un loro ristorante. Il Tabarro,<br />
dal nome di un’antica mantella che<br />
avvolgeva completamente gli uomini, diviene<br />
in poco tempo noto per le sue bontà<br />
di pasta fresca. Però la voglia di far<br />
ritorno tra le Alpi è sempre viva, e un’idea<br />
inizia a farsi strada nei loro pensieri.<br />
La Casa della Pasta nasce nel dicembre<br />
del 1986 in Piazzale Merizzi a Sondrio.<br />
Da subito punta al rapporto diretto con la<br />
clientela, ma anche alla fornitura dei <strong>ristoranti</strong><br />
della valle. – All’inizio ci furono<br />
Casa della Pasta,<br />
laboratorio artigiano<br />
sondriese del primo<br />
piatto che tutto il<br />
mondo ci invidia.<br />
anni difficili – ricorda oggi Antonio con il<br />
sorriso di chi il difficile se l’è messo alle<br />
spalle credendo nei propri mezzi. Negli<br />
anni novanta la pasta fresca si è fatta<br />
strada andando al passo della riformulazione<br />
del concetto di benessere. Il mangiare<br />
sano, l’acquisto dei piatti preparati<br />
artigianalmente da persone con le quali<br />
è possibile rapportarsi in modo fiduciario<br />
divengono sempre più necessità di una<br />
popolazione ritornata cosciente che il benessere<br />
fisico non può prescindere da<br />
un’alimentazione naturale. E la Casa della<br />
Pasta racchiude anche nel nome una<br />
piccola realtà familiare costruita sul lavoro<br />
e sulla professionalità dei tre fratelli<br />
Urbani e delle loro mogli.<br />
Dal settembre 2003 la Casa della Pasta<br />
si affaccia in via Trieste. Anche in una<br />
piccola cittadina come Sondrio pulsano<br />
differenti spiriti e molti cuori. Ecco che il<br />
nuovo punto vendita sorge nella zona degli<br />
uffici e dell’amministrazione. Qui la<br />
clientela aggiunge esigenze diverse,<br />
come quella del pasto caldo consumato<br />
nei pressi del luogo di lavoro. Alla pasta,<br />
ai pizzoccheri, alle molte qualità di gnocchi<br />
e ravioli si vanno ad aggiungere piatti<br />
pronti quali lasagne, crespelle, cannelloni,<br />
polenta, fino all’offerta di pesce, carni<br />
e contorni cucinati tenendo conto della<br />
stagionalità.<br />
Qual è il segreto della buona pasta? La<br />
scelta delle farine, come la limpida acqua<br />
delle nostre vallate ricoprono un ruolo di<br />
prim’ordine. Ma non basta. Bisogna entrare<br />
nel cuore della pasta, nel cuore di<br />
chi fa questo lavoro da anni con la stessa<br />
passione, nell’esperienza delle mani che<br />
si muovono sicure nella produzione.<br />
Sono questi gli ingredienti capaci di fare<br />
la vera differenza.<br />
Se i meriti del successo vanno attribuiti<br />
all’unione familiare dei fratelli Urbani, i tre<br />
hanno abilmente saputo differenziare il<br />
loro lavoro secondo le loro particolarità e<br />
le loro passioni. Se Luciano è il mago del<br />
raviolo, Remigio si dedica abilmente e<br />
con passione a lasagne, cannelloni e ai<br />
piatti più fantasiosi. – Sono loro gli artefici<br />
del successo, io sono solo il banconiere<br />
– scherza Antonio con un pizzico di<br />
modestia –. Ma entrando in via Trieste ci<br />
si rende subito conto di quanto la vendita<br />
sia un’arte essa stessa. Cordiale ed<br />
estroverso, Antonio ci fa uscire con l’acquolina<br />
in bocca e col sorriso.
ELLONI PIZZOCCHERI RAVIOLI GNOCCHI PANZEROTTI TAGLIATELLE CANNELLONI<br />
CCHERI RAVIOLI GNOCCHI PANZEROTTI TAGLIATELLE CANNELLONI PIZZOCCHERI RAVIOLI<br />
CCHI PANZEROTTI TAGLIATELLE CANNELLONI PIZZOCCHERI RAVIOLI GNOCCHI PANZEROTTI<br />
LIATELLE CANNELLONI PIZZOCCHERI RAVIOLI GNOCCHI PANZEROTTI TAGLIATELLE CANNELLONI<br />
OCCHERI RAVIOLI GNOCCHI PANZEROTTI TAGLIATELLE CANNELLONI PIZZOCCHERI RAVIOLI<br />
OCCHI PANZEROTTI TAGLIATELLE CANNELLONI PIZZOCCHERI RAVIOLI GNOCCHI PANZEROTTI<br />
GLIATELLE CANNELLONI PIZZOCCHERI RAVIOLI GNOCCHI PANZEROTTI TAGLIATELLE CANNELLONI<br />
ZZOCCHERI RAVIOLI GNOCCHI PANZEROTTI TAGLIATELLE CANNELLONI PIZZOCCHERI RAVIOLI<br />
NOCCHI PANZEROTTI TAGLIATELLE CANNELLONI PIZZOCCHERI RAVIOLI GNOCCHI PANZEROTTI<br />
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TAGLIATELLE CANNELLONI PIZZOCCHERI RAVIOLI GNOCCHI PANZEROTTI TAGLIATELLE CANNELLON<br />
PIZZOCCHERI RAVIOLI GNOCCHI PANZEROTTI TAGLIATELLE CANNELLONI PIZZOCCHERI RAVIO<br />
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SONDRIO<br />
Laboratorio:<br />
Piazzale Merizzi, 14a<br />
esperienza, serenità, prezzo qualità<br />
imbattibile, prodotti freschi senza aggiunta<br />
di nessun conservante, colorante,<br />
additivi e dove la parola fresco<br />
non è un modo di dire, è una realtà.<br />
Tutti i giorni dal lunedì al sabato il<br />
meglio delle paste fresche e dei piatti<br />
pronti in Sondrio<br />
Parola di Remigio, Luciano e Antonio Urbani<br />
SONDRIO<br />
Punto vendita:<br />
Via Trieste, 14<br />
TAGLIATELLE CANNELLONI PIZZOCCHERI RAVIOLI GNOCCHI PANZEROTTI TAGLIATELLE CANNELLO<br />
PIZZOCCHERI RAVIOLI GNOCCHI PANZEROTTI TAGLIATELLE CANNELLONI PIZZOCCHERI RAVI<br />
GNOCCHI PANZEROTTI TAGLIATELLE CANNELLONI PIZZOCCHERI RAVIOLI GNOCCHI PANZERO<br />
TAGLIATELLE CANNELLONI PIZZOCCHERI RAVIOLI GNOCCHI PANZEROTTI TAGLIATELLE CANNELL<br />
PIZZOCCHERI RAVIOLI GNOCCHI PANZEROTTI TAGLIATELLE CANNELLONI PIZZOCCHERI RA<br />
GNOCCHI PANZEROTTI TAGLIATELLE CANNELLONI PIZZOCCHERI RAVIOLI GNOCCHI PANZE<br />
TAGLIATELLE CANNELLONI PIZZOCCHERI RAVIOLI GNOCCHI PANZEROTTI TAGLIATELLE CANNE<br />
PIZZOCCHERI RAVIOLI GNOCCHI PANZEROTTI TAGLIATELLE<br />
11
12<br />
Txt: Silvio Mevio<br />
Foto: Archivio “Marco Mountain”<br />
Il prossimo aprile<br />
2007 il forte “himalaysta”<br />
della Valfurva<br />
partirà per l’Himalaya<br />
con l’<br />
Conquistare quasi tre “Ottomila” in un<br />
solo anno, ovvero il 9 maggio lo<br />
Shisha Pangma ( 8027m), il 19 maggio<br />
il Lothse (8450m) ed il 12 ottobre<br />
l’Annapurna (8091m) 2006, è un’impresa<br />
che ogni alpinista vorrebbe effettuare.<br />
Marco Confortola, il forte alpinista<br />
della Valfurva, se durante la passata<br />
estate un principio di congelamento<br />
alle dita dei piedi non gli avesse saggiamente<br />
consigliato di rinunciare al<br />
Lhotse (8450m) sarebbe riuscito nell’impresa.<br />
Ma sinceramente due e mezzo possono<br />
bastare … infatti, non ci sono stati<br />
“ostacoli” alla sua indescrivibile voglia<br />
di salire e di conquistare l’Annapurna<br />
(8091m - la “Montagna Maledetta”),<br />
Una bella immagine dell’Annapurna<br />
obiettivo di conquistare<br />
altri due ottomila:<br />
il Broad Peak<br />
(8047 m) ed il Cho<br />
– You (8200 m)<br />
una cima considerata da tutti gli alpinisti<br />
tra le più pericolose e difficili al<br />
mondo. Infatti dal 1950 al 2005 sono<br />
state 145 le spedizioni che hanno tentato<br />
di scalare questa vetta; meno di<br />
un terzo è riuscito nell’intento di raggiungere<br />
la sommità dell’Annapurna.<br />
Le quarantadue spedizioni alpinistiche<br />
che sono arrivate in cima hanno avuto<br />
una percentuale di successo del 40%<br />
in estate, del 26% in autunno e del<br />
10% in inverno. Questo importante risultato<br />
alpinistico, Marco Confortola<br />
l’ha voluto dedicare all’amico alto – atesino,<br />
Christian Kuntner, il quale nel<br />
2005 proprio durante la salita alla stessa<br />
montagna veniva travolto ed ucciso<br />
da una valanga. Compagni di cordata<br />
La salita alla cima dell’Annapurna<br />
in questa affascinante sfida oltre gli Ottomila<br />
sono stati Silvio “Gnaro” Mondinelli<br />
(originario della di Gardone Valtrompia<br />
– Brescia, ma residente ad<br />
Alagna - Valsesia), Marco Camandona<br />
(valdostano), Abele Blanc (valdostano<br />
– rientrato in Italia a causa di un lutto<br />
in famiglia) e Fabio Iacchini (Borca -<br />
Macugnaga – Valle Anzasca). Siamo<br />
stati invitati da Marco Confortola ad<br />
Uzza, una piccola frazioncina alle porte<br />
della Valfurva, dove lui stesso sta<br />
ultimando la sua abitazione arredata<br />
con gli eleganti elementi forniti da <strong>Concreta</strong>,<br />
uno dei suoi principali e più importanti<br />
sponsors che lo hanno aiutato<br />
in queste ultime imprese himalayane;<br />
con lui abbiamo fatto una simpatica e<br />
proficua chiacchierata dopo le sue ultime<br />
“performance” alpinistiche in Himalaya<br />
...<br />
- Marco Confortola, un 2006 da incorniciare;<br />
hai conquistato, infatti,<br />
quasi tre ottomila ma soprattutto<br />
hai fatto “tua” la cosiddetta “montagna<br />
maledetta” … raccontaci alcune<br />
tue sensazioni …<br />
.<br />
- Marco tra gli “Ottomila” che hai<br />
salito quale dei tre è stato il più impegnativo<br />
e quale quello più bello<br />
paesaggisticamente parlando?<br />
L’alpinista valtellinese<br />
incornicia un 2006 ver
.<br />
- Marco ci puoi raccontare , molto<br />
brevemente, il “diario” della tua salita<br />
all’Annapurna?<br />
.<br />
- Ringraziandoti per la tua squisita<br />
ospitalità e disponibilità, l’occasione<br />
ci è gradita per complimentarci<br />
con te per il “buon gusto” nell’arredamento<br />
della tua straordinaria<br />
abitazione; a questo punto ti chiediamo,<br />
Marco, di svelarci i tuoi programmi<br />
che ti vedranno protagonista<br />
nel 2007 ancora sull’Himalaya…<br />
.<br />
Marco Confortola<br />
amente indimenticabile<br />
13
14<br />
Situato tra i Castelli<br />
Romani e il mare,<br />
l’Hotel Selene offre ai<br />
propri ospiti la comodità<br />
di soggiornare<br />
vicino a Roma.<br />
Una suggestiva oasi<br />
dove sfuggire al caos cittadino<br />
Considerato il miglior polo congressuale<br />
della zona, offre anche un’offerta<br />
ristorativa molto apprezzata.<br />
Le 14 sale possono ospitare fino a<br />
1000 persone, il salone delle feste offerto<br />
anche per nozze può ospitare<br />
fino a 600 persone, il “Ristorante alla<br />
brace” esprime un’offerta ristorativa<br />
basata sui piatti laziali ed italiani in genere<br />
e non per ultimo la carta dei vini<br />
offre una selezione delle migliori bottiglie<br />
italiane. Il generale rinnovamento<br />
è stato concepito per rispondere<br />
HOTEL SELENE 4 stelle<br />
Immerso in un bellissimo<br />
parco di 23.000<br />
mq, vanta l’ambiente<br />
ideale per i vostri incontri,<br />
ospitalità genuina<br />
e comfort.<br />
alle esigenze della clientela femminile,<br />
un’idea di libertà trasformata in realtà,<br />
uno spazio d’incontro unico e moderno.<br />
E’ un’opera che sveglia i sensi dell’ospite,<br />
che rompe schemi grazie all’uso<br />
di materiali e forme semplici e<br />
lineari. Si tratta di un progetto capace<br />
di introdurre l’ospite in spazi innovatori,<br />
audaci, diversi da quelli abituali in<br />
questo tipo di proposte. Un albergo<br />
unico nel suo genere dove la calda atmosfera<br />
e i colori pacati aiutano l’ospite<br />
e rilassarsi e stare bene.<br />
PROPRIETÀ Sig. Di Mario Raffaele<br />
DIRETTORE GENERALE Sig. Piergiorgio Benfenati<br />
INDIRIZZO Via Pontina km. 30 – 00040 Pomezia (RM)<br />
TELEFONO 06 - 911701<br />
FAX 06 - 91601570<br />
SITO WEB www.<strong>hotels</strong>elene.com<br />
E-MAIL info@<strong>hotels</strong>elene.com<br />
ATTIVITA’ Albergo e Ristorante<br />
N. CAMERE 196<br />
STRUTTURE Palestra interna - Piscina Olimpionica - 4 campi da<br />
tennis all’aperto - Centro Wellness in costruzione<br />
N. RISTORANTI 1 ristorante e sale banchetti<br />
ALTRO 10 Sale per congressi<br />
PROGETTAZIONE: <strong>Concreta</strong> Srl - Arch. Steven Mufatti<br />
Studio G7 Associati - Arch. Negri e<br />
Arch. Positano - Roma<br />
REALIZZAZIONE: <strong>Concreta</strong> Srl<br />
TESTI: Roberta Bertolatti<br />
FOTO: Simone Pierfelice
16<br />
a l b e r g h i
TIPO DI INTERVENTO:<br />
Gli arredi delle suite al piano quarto dell’albergo<br />
sono realizzati in legno essenza<br />
wenghè, mentre quelli delle stanze al<br />
1°,2° e 3° piano in laminato wenghè. Le<br />
stanze si dividono in diverse tipologie<br />
(suite superior, suite, matrimoniale, doppia,<br />
singola, disabili) e sono tutte arredate<br />
secondo i medesimi criteri progettuali:<br />
● testate letto costituite da pannellature di<br />
rivestimento parete a tutta altezza, in<br />
legno o laminato, con fresature orizzontali<br />
simil doghe passo 80mm;<br />
● scatolato pensile a parete e a soffitto, in<br />
cartongesso tinto avorio, con corpi luce<br />
ad incasso e led luminosi per illuminazione<br />
scenografica della testata letto;<br />
● armadi con ante scorrevoli rivestite interamente<br />
a specchio e parti fisse in<br />
pannellature simil doghe come testate<br />
letto; vani interni a ripiani, tubo appenderia<br />
e cassettiera con cassetto blindato<br />
estraibile porta pc portatile (anziché<br />
la cassaforte di tipo tradizionale);<br />
● mobili scrittoio con annessi vano frigobar<br />
e cassetto per cestello portabicchieri,<br />
cassettino portabrochure integra-<br />
to perfettamente nel top a forte spessore,<br />
con vetro a filo sul piano;<br />
● angolo muke-up composto da boiserie<br />
a parete con mensola sospesa e specchiera<br />
retroilluminata;<br />
● per le suite al piano quarto, la separazione<br />
tra la zona notte e la zona salotto-ingresso<br />
avviene per mezzo di pareti<br />
divisorie composte da pannellature in<br />
legno con fresature orizzontali simil doghe<br />
passo 80mm; le pareti contengono<br />
un meccanismo girevole, studiato su<br />
misura, avente lo scopo di orientare a<br />
proprio piacimento il monitor lcd all’interno<br />
della stanza;<br />
● le stanze sono dotate di tutti i confort e<br />
servizi specifici per un utenza business:<br />
accesso, anche con modalità wireless,<br />
ad internet ed alla rete interna dell’albergo;<br />
● Le pareti dei corridoi sono rivestite con<br />
boiserie realizzate su misura composte<br />
da cornici in legno essenza wenghè con<br />
trattamento e ignifugo, e da gigantografie<br />
a colori ed in bianco e nero rappresentanti<br />
angoli specifici dell’antica<br />
Roma.<br />
17
a l b e r g h i<br />
19
20<br />
Eleganza, cura dei servizi<br />
unitamente ad una<br />
scrupolosa attenzione<br />
per il cliente sono i<br />
punti di forza che<br />
Accoglienza e design<br />
all’Hotel Sonne di St. Moritz<br />
Un caratteristico e rinnovato ristorante<br />
dove i clienti possono degustare innumerevoli<br />
pietanze in un ambiente elegante<br />
dove l’ottima cucina crea l’atmosfera<br />
ideale ed indimenticabile per piacevoli<br />
momenti d’incontro.<br />
Una struttura piacevole, un luogo dove<br />
riscoprire il piacere della conversazione<br />
tra amici, oppure suggestivo ambiente<br />
HOTEL SONNE<br />
l’hotel mette a disposizione<br />
del cliente<br />
per offrirgli un soggiorno<br />
piacevole e<br />
rigenerante.<br />
per incontri d’affari, aperitivo o per importanti<br />
incontri. E’ la filosofia dell’hotel<br />
quella di coccolare l’ospite, assecondandone<br />
le aspettative e prevedendone<br />
i desideri, seguendo uno stile che oggi<br />
è all’avanguardia nell’hotellerie mondiale.<br />
Un nuovo hotel che si esprime attraverso<br />
l’offerta dei servizi mirati, ma anche<br />
attraverso il design.<br />
INDIRIZZO Via Sela, 11- 7500 St. Moritz (Svizzera)<br />
TELEFONO 0041-81-8330363 / 66<br />
FAX 0041-81-8118336090<br />
SITO WEB www.sonne-stmoritz.ch<br />
E-MAIL hotel@sonne-stmoritz.ch<br />
ATTIVITA’ Hotel e Ristorante<br />
N. CAMERE 92<br />
PROGETTAZIONE: <strong>Concreta</strong> Srl - Arch. Francesco Venzi<br />
REALIZZAZIONE: <strong>Concreta</strong> Srl<br />
TESTI: Roberta Bertolatti<br />
FOTO: Andrea Basci
22<br />
TIPO DI INTERVENTO:<br />
● intervento di restiling;<br />
● sono rimasti invariati gli spazi destinati alle attività<br />
di pizzeria/ristorante, sale pranzo, zona ingresso –<br />
reception albergo;<br />
● a livello di arredi si sono mantenuti i controsoffitti in<br />
legno vecchio e alcuni mobili esistenti in legno vecchio,<br />
mentre si è progettato e costruito totalmente il<br />
banco bar, la bottigliera pensile, il forno pizza e il<br />
banco pizza, i mobili di servizio della sala ristorante,<br />
le luci, i serramenti, tavoli e sedie, il banco reception<br />
e i controsoffitti in gesso della reception.<br />
● Linee progettuali seguite: mantenere gli spazi molto<br />
simili a come erano in precedenza (sistema molto<br />
funzionale e collaudato nel tempo), linee moderne<br />
utilizzando materiali caldi e tipici dell’ambiente<br />
alpino;<br />
● Legno utilizzato per gli arredi: larice naturale o abete<br />
invecchiato leggermente tinto, pietra tipo Dorato<br />
della Valmalenco per piani e zoccoli a terra, oltre<br />
che per rivestire totalmente il banco reception, legno<br />
laminato marrone per alcune parti di servizio<br />
del banco bar e del retro;<br />
● Sono inoltre stati sostituiti i pavimenti, le luci in materiale<br />
metallico con finitura foglia oro e le tende<br />
delle ampie finestre della sala ristorante.
a l b e r g h i<br />
23
24<br />
a l b e r g h i
26<br />
Situato al centro di<br />
Spiazzi, a mt. 1200 in<br />
una conca salubre<br />
e soleggiata, a due<br />
passi dagli impianti di<br />
risalita, l’Hotel<br />
Vittoria offre ai<br />
suoi ospiti un ambiente<br />
familiare<br />
ed accogliente.<br />
La forza rude ed espressiva<br />
del legno all’Hotel Vittoria<br />
Per i suoi ampi spazi ed elasticità di<br />
gestione, si presta a soddisfare le esigenze<br />
di un turismo di gruppo e di comitive.<br />
La zona degli Spiazzi è una bellissima<br />
conca, ricca di distese prative, circondate<br />
da fitte abetaie in mezzo alle<br />
quali si snodano piste di sci.<br />
La bellezza del luogo, la cordiale ospitalità<br />
dei gestori fanno del soggiorno<br />
l’occasione per scoprire la semplice<br />
bellezza della natura, la suggestione<br />
degli oggetti circostanti, per vivere<br />
ALBERGO VITTORIA<br />
PROPRIETÀ Gestione familiare<br />
INDIRIZZO Via Spiazzi, 136 – 24020 Gromo (BG)<br />
TEL. 0364 – 47180<br />
FAX 0364 – 47180<br />
ATTIVITA’ Albergo e Ristorante<br />
N. CAMERE 29<br />
N. RISTORANTI 1<br />
come sospesi nel tempo. Circondato<br />
da un territorio magico, dove il tempo<br />
sembra essersi fermato, dove l’eleganza<br />
del panorama è arricchita da<br />
una vegetazione spettacolare e l’albergo<br />
riflette la tranquillità e la serenità<br />
di questa zona. Sembra che la forza<br />
rude ed espressiva del legno sia<br />
stata modellata e contenuta per lasciare<br />
spazio ad ambientazioni di<br />
charme, dove i tipici materiali si armonizzano<br />
con elementi di estrema semplicità<br />
e naturalezza.<br />
PROGETTAZIONE: <strong>Concreta</strong> Srl - Geom.Silvia Donini<br />
Geom.Bruno Balzarolo<br />
REALIZZAZIONE: <strong>Concreta</strong> Srl<br />
TESTI: Roberta Bertolatti<br />
FOTO: Andrea Basci
28<br />
TIPO DI INTERVENTO:<br />
● Nuovo progetto delle parti comuni: reception, hall,<br />
bar, sala ristorante.<br />
Gli spazi sono stati mantenuti come erano in precedenza.<br />
● Sono state recuperate alcune travi in legno esistenti,<br />
trattate ed utilizzate per realizzare i controsoffitti<br />
in legno vecchio.<br />
● Legno utilizzato per gli arredi: legno vecchio spazzolato<br />
e trattato a cera per controsoffitti, banco bar,<br />
rivestimenti a parete, panche e tavoli; per i mobili di<br />
servizio larice naturale spazzolato invecchiato.<br />
● Per gli zoccoli della reception, bar e per i rivestimenti<br />
a parete e pilastri della sala ristorante è stata<br />
utilizzata la pietra . Per la bancalina del bancobar<br />
e per il piano reception è stato utilizzato il porfido<br />
fiammato della Valcamonica tipico della zona.<br />
● I dettagli degli arredi sono stati curati nei minimi<br />
particolari come gli incastri a coda di rondine, gli<br />
intagli realizzati a mano sul legno vecchio, le maniglie<br />
mobili interamente in legno realizzate a mano.<br />
● Molto suggestiva la porta antica in legno vecchio<br />
originale inserita in un portale in vetro trasparente.<br />
● Corpi illuminanti con design moderno
a l b e r g h i<br />
29
a l b e r g h i<br />
31
32<br />
a l b e r g h i
34<br />
Non si può non<br />
amare il suggestivo<br />
lago di Como,<br />
i tramonti, e<br />
Una rinnomata proposta<br />
sulle rive del lago di Como<br />
Un clima insolitamente mite, il lungo<br />
lago offre un paesaggio elegantissimo<br />
dove passeggiare diventa relax e<br />
divertimento, un luogo considerato<br />
uno fra i migliori luoghi velistici sulle<br />
leggendarie rive dell’omonimo lago:<br />
così Valmadrera accoglie il visitatore.<br />
In questo bellissimo ed affascinante<br />
contesto ben si inserisce il nuovo albergo<br />
ristorante Bellavista.<br />
L’albergo è semplice ed essenziale, è<br />
arredato modernamente attraverso<br />
HOTEL RISTORANTE BELLAVISTA<br />
l’atmosfera tipica<br />
di un luogo dove<br />
il tempo sembra<br />
essersi fermato.<br />
l’impiego di materiali che garantiscono<br />
massima solidità e durata nel tempo,<br />
è accogliente e soprattutto rivolto ad<br />
una vasta clientela. Un’oasi in cui rilassarsi,<br />
che concretizza l’idea di luogo<br />
di incontro in cui la proposta estremamente<br />
varia e adatta ai diversi momenti<br />
della giornata riesce a soddisfare<br />
le molteplici esigenze di una<br />
clientela differenziata, formata tanto<br />
da giovani quanto da turisti di passaggio.<br />
NOME HOTEL HOTEL BELLAVISTA<br />
PROPRIETÀ Famiglia Rusconi Carlo<br />
INDIRIZZO Via Parè, 87 - 23868 Valmadrera (LC)<br />
TEL. 0341 – 581335<br />
FAX 0341 – 581335<br />
SITO WEB www.hbvl.it<br />
ATTIVITA’ Alloggio e Prima Colazione<br />
N. CAMERE 18 (camere singole con letto alla francese;<br />
provvisto di camere attrezzate<br />
per disabili). Accessi Internet in ogni<br />
camera.<br />
ALTRO Terrazza direttamente sul lago.<br />
NOME RISTORANTE RISTORANTE BELLAVISTA<br />
PROPRIETÀ Famiglia Corti<br />
INDIRIZZO Via Parè, 87 - 23868 Valmadrera (LC)<br />
TEL. 0341 – 583412<br />
FAX 0341 – 583412<br />
ATTIVITA’ Ristorante e Bar<br />
ALTRO Cucina tipica lacustre e piatti tradizionali.<br />
PROGETTAZIONE: <strong>Concreta</strong> Srl - Geom.Michela Bagiotti<br />
REALIZZAZIONE: <strong>Concreta</strong> Srl<br />
TESTI: Roberta Bertolatti<br />
FOTO: Andrea Basci
36<br />
a l b e r g h i<br />
TIPO DI INTERVENTO:<br />
● Arredo per albergo ristorante 3 stelle.<br />
● Progetto; ristrutturazione.<br />
● Disposizione; due piani di camere e piano terra<br />
rialzato con aree pubbliche per albergo (reception,<br />
sbarco ascensore, sala prima colazione con piccola<br />
cucina office).<br />
● Fornitura chiavi in mano ( Arredi e parti tecniche<br />
come cucina e armadiature di servizio).<br />
● Progetto: segue delle linee moderne mantenendo<br />
il calore della conduzione famigliare e dell’atmosfera<br />
creata dal paesaggio, con legno di rovere, pareti rasate<br />
a gesso tinteggiate con toni di colore chiaro. Camere<br />
realizzate in legno naturale abbinato a tessuti di ottima<br />
qualità funzionale ed estetica. Ampie e funzionali per<br />
rendere il soggiorno piacevole e riposante.<br />
● Illuminazione; ricercata e studiata con parte ad<br />
incasso nel controsoffitto e parte esterna.<br />
● Controsoffitti: Particolare attenzione ai controsoffitti<br />
in cartongesso che delimitano le varie zone della zona<br />
disimpegno ( ingresso, reception, disimpegno e sale<br />
colazione).<br />
● Cucina: Realizzata a rendere ottimale il lavoro, sono<br />
stati utilizzate attrezzature di prima qualità e la loro<br />
disposizione è stata studiata in collaborazione con il<br />
cliente. Questa collaborazione ha permesso di aver<br />
un ambiente di lavoro molto funzionale.
- IMPIANTI SALE<br />
FUMATORI<br />
- ESTRAZIONE ARIA PER<br />
IMPIANTI INDUSTRIALI<br />
- LAME D’ARIA<br />
- RISCALDAMENTO E<br />
IRRAGGIAMENTO<br />
- CONDIZIONAMENTO<br />
- CAPPE CUCINE<br />
INDUSTRIALI<br />
- CONTRATTI DI<br />
MANUTENZIONE<br />
- VIDEOISPEZIONE E<br />
PULIZIA CANALI<br />
www.geo-clima.com<br />
info@geo-clima.com<br />
RISCALDAMENTO A IRRAGGIAMENTO<br />
L’irraggiamento è una forma particolare di trasmissione dell’energia mediante onde elettromagnetiche<br />
(raggi infrarossi) che si trasforma in calore a contatto con qualsiasi tipo di<br />
corpo assorbente. Viaggia alla velocità della luce, non scalda l’aria dunque i volumi, ma<br />
solo le superfi ci.<br />
Queste onde elettromagnetiche si propagano in linea retta, in tutte le direzioni e sono rifl esse<br />
solo da alcuni materiali; si propagano naturalmente nel vuoto senza bisogno di energia supplementare<br />
e sono assorbite dai corpi solidi che le trasformano immediatamente in energia<br />
termica.<br />
L’ irraggiamento è oggi alla base delle tecnologie di climatizzazione più evolute: non solo i recenti<br />
sistemi radianti ad uso domestico e per piccoli spazi, ma soprattutto le più consolidate<br />
applicazioni per il riscaldamento delle grandi aree industriali.<br />
Dove si può applicare:<br />
- Ambienti aperti e terrazze di bar, <strong>ristoranti</strong>, <strong>alberghi</strong>, ecc.<br />
- Costruzioni con altezze interne elevate<br />
- Atri e tettoie esterne<br />
- Stabilimenti con lavorazioni metallurgiche<br />
- Serre ed ambienti agricoli<br />
- Aree produttive parziali o posti di lavoro<br />
Riscaldamento a convezione Riscaldamento a irraggiamento<br />
Il rispetto per l’ambiente:<br />
- Riduce l’inquinamento ambientale<br />
- Riduce notevolmente i consumi energetici<br />
- Salvaguarda le risorse naturali<br />
Riduzione dei costi di mantenimento:<br />
- Abbassa l’inerzia termica<br />
- Riduce le dispersioni<br />
- Diffonde correttamente il calore<br />
- Riduce la manutenzione<br />
Via Nazionale, 70 - 23012<br />
Castione Andevenno (SO)<br />
Tel. 0342 567600<br />
Fax 0342 567817<br />
Punto di forza del riscaldamento radiante è la miglior resa rispetto ad altri sistemi di pari potenzialità,<br />
con evidenti risparmi (anche più del 45%) nei consumi di combustibile.<br />
Riduzione dei costi d’impianto:<br />
- Non occorrono opere murarie nè centrali termiche<br />
- Meno potenza installata<br />
- Riduce le coibentazioni<br />
- Dà la possibilità di potenziare progressivamente<br />
CHIAMACI SUBITO PER UN PREVENTIVO GRATUITO!<br />
37<br />
Riscaldamento a convezione Riscaldamento a irraggiamento
38<br />
Txt: Donatella Micault<br />
Foto: Luca Salvadalena<br />
La scultura e la pittura di<br />
Luca Salvadalena: ispirazione e fantasia<br />
Parto Alieno con autore<br />
Luca Salvadalena, nato a Chiavenna<br />
il 14 ottobre 1967, è un caso anomalo,<br />
perché la sua vocazione per l’arte è<br />
nata in un modo quasi fortuito verso<br />
l’età di 33-34 anni, dopo aver conseguito<br />
un diploma di ragioneria, e avere<br />
avuto esperienze diverse, nell’ambito<br />
delle animazioni in vari villaggi turistici,<br />
essendo egli di natura aperta e socievole,<br />
molto comunicativa, e amante<br />
Uomo Testa53x21-ulivo-03<br />
delle relazioni sociali che lo predestinavano<br />
in primo luogo al dialogo con<br />
il prossimo, essendo egli di un naturale<br />
entusiasta e amante della vita, da<br />
cui cerca di trarre le maggiori soddisfazioni,<br />
anche per la sua creazione<br />
plastica.<br />
Egli dice di essere stato interessato<br />
dalla scultura, soprattutto su legno,<br />
vedendo un cucchiaio di legno leggermente<br />
scolpito in un crotto dove si trovava<br />
in compagnia di amici, e di avere<br />
avuto da questa visione fuggitiva la<br />
scintilla necessaria per avvicinare<br />
quest’arte difficile e cercare di approfondirla.<br />
Dopo avere eseguito alcune copie da<br />
grandi sculture egiziane, fra cui il bellissimo<br />
busto di profilo di Nefertiti che<br />
si trova a Berlino, e l’imponente maschera<br />
funeraria del faraone Tutankhamon,<br />
scoperta negli anni Venti<br />
da due grandi archeologi inglesi, lavoro<br />
eccezionale in smalti e oro, Luca si<br />
lanciò nella prima scultura di sua ideazione.<br />
Si trattava di un’opera, scultura<br />
in tiglio naturale, eseguita nel 2001, il<br />
cui soggetto era “La schiava”, 60x28<br />
cm, già di proporzioni armoniose e di<br />
una qualità tecnica notevole.<br />
Anche l’attitudine della giovane donna<br />
nuda, sebbene di un pudore aggraziato,<br />
rivelava uno sfondo erotico molto<br />
La Schiava-60x28-tiglio-2001<br />
Uomo insetto-48x66-tiglio-2005
Metamorfosi -93x40-noce-2002<br />
Moscone-100x70-olio-maggio 06<br />
marcato, e l’anatomia di questa figura<br />
era resa con grande naturalezza.<br />
Dopo questo primo incontestabile successo,<br />
Luca Salvadalena ha prodotto<br />
altri lavori dove il virtuosismo tecnico<br />
era molto visibile insieme allo sfoggio<br />
di doti ornamentali ottenute con la pazienza<br />
di un lavoro lungo e tenace,<br />
passando ai risultati eccellenti come,<br />
del 2002, “Metamorfosi”, scolpito in<br />
noce, dove si noterà l’increspatura eccezionale<br />
della pelle del coccodrillo<br />
che tiene tra le sue fauci una testa<br />
umana, lavoro, questo, che apre parecchie<br />
prospettive sull’immaginazione<br />
visionaria dell’artista, che scopre<br />
così la drammaticità e la verità propria<br />
di questi animali mezzo uomini, le cui<br />
anime ambigue ed inquiete convivono<br />
sotto le stesse spoglie.<br />
Altra scultura da citare, quella del<br />
“Parto alieno” (2003), in legno d’ulivo,<br />
dove l’autore ha messo tutte le sue interrogazioni<br />
davanti al mistero eterno<br />
della nascita. Infine, sempre nell’ambito<br />
della scultura, citeremo volentieri<br />
i “Prigionieri” del 2006 in platano, teste<br />
massiccie chiuse nel loro enigma,<br />
e per concludere questo rapido sguardo,<br />
ci soffermeremo ancora sull’uomoinsetto<br />
in tiglio del 2005, altra complicata<br />
simbiosi fra uomo e animale, che<br />
lascia presagire per lo scultore altre<br />
interpretazioni sofisticate del mondo<br />
umano e animale, strettamente legato<br />
nei soggetti da lui preferiti.<br />
Per quel che riguarda la pittura, l’attenzione<br />
di Salvadalena si volge verso<br />
dei soggetti più sorridenti, ed anche<br />
spesso ironici, come nel caso di “Che<br />
cavolo ho fatto?”, olio su tela di cm<br />
100x70, dipinto datato del gennaio<br />
2006, dove l’autore visibilmente stupefatto<br />
contempla uno splendido pupo<br />
che sorge radioso da un grosso cavolo.<br />
Altro soggetto trattato in modo sorridente,<br />
anche se vagamente inquietante,<br />
“Il moscone”, dell’estate 2006, dove<br />
una di quelle bianche imbarcazioni<br />
balneari chiamate appunto “mosconi”,<br />
che solcano i mari delle nostre spiagge<br />
leggere ed eteree, è qui come soprafatta<br />
da un’enorme mosca, che<br />
pare volerla affondare. Il talento generoso<br />
del Salvadalena ha attirato recentemente<br />
l’attenzione del critico<br />
Paolo RedaelIi, che, nell’occasione di<br />
un’ esposizione collettiva alla Galleria<br />
Camaver Kunsthaus di Sondrio, ha<br />
notato in un suo articolo su La Provincia<br />
settimanale di Sondrio del 23 settembre<br />
2006, le qualità compositive e<br />
le idee originali dell’artista, che ci sembra<br />
davvero promesso ad un avvenire<br />
di soddisfazioni artistiche e di ricono-<br />
Disperazione-91 x 94-radice di larice-2005<br />
Asinistra: Prigionieri-79x22-platano-2006<br />
scimenti del suo valore accompagnato<br />
per una volta dall’umiltà propria ai<br />
talenti importanti. Fra i suoi progetti<br />
futuri, ricordiamo l’intenzione di estendere<br />
il suo lavoro scultoreo a diversi<br />
tipi di pietre, da collegare eventualmente<br />
ai legni, che sono per ora la<br />
sua passione predominante.<br />
Per chi volesse contattare Luca Salvadalena<br />
o visitarne in sua compagnia<br />
lo studio, il suo indirizzo è: Luca Salvadalena,<br />
Via Tre Leghe, 7; 23022<br />
Chiavenna; tel.: 034334744, Cell.<br />
3284673577, salvadalena@virgilio.it ,<br />
www.valtellinaarte.it<br />
Aprimi Tutta-100x70<br />
olio-2006<br />
39<br />
Che cavolo ho fatto<br />
100 x 70-olio-genn.06
40<br />
Txt: Laura D’Amelio<br />
Foto: Fadri Cazin<br />
“Bike Trasalp<br />
Challenge 2006”<br />
La maratona<br />
“offroad”, a tappe,<br />
in mountain bike<br />
attraversole Alpi<br />
più dura al mondo<br />
In otto giorni<br />
(15 – 22 luglio),<br />
dalla Foresta<br />
Nera Tedesca<br />
alla spiaggia<br />
di Limone sul<br />
Garda, attraverso<br />
paesaggi<br />
suggestivi e difficili<br />
un’avventura<br />
straordinaria e<br />
mozzafiato per<br />
i due team di<br />
mountain bike<br />
dell’Alta Rezia<br />
Una “straordinaria pedalata”, con la<br />
mountain bike, attraverso le Alpi (Germania,<br />
Austria, Svizzera ed Italia)<br />
esclusivamente per “Ironmanbikers”<br />
preparati e pronti a soffrire, a sudare,<br />
a sputare “sangue” e, soprattutto, a<br />
misurarsi con se stessi e contro i chilometri<br />
e chilometri di strade sterrate,<br />
di mulattiere, di single trail (traccia singola)<br />
unitamente ad una serie interminabile<br />
di dure salite, salite e ancora<br />
salite per un dislivello di migliaia e migliaia<br />
di metri: insomma, una sorta di<br />
“tortura” giornaliera sotto il sole cocente,<br />
l’afa ed il caldo insopportabile<br />
per tante, tante e tante ore di pedalate<br />
Pedalando in Valle Forcola verso i Pianori di Pedenolo<br />
in sella all’inseparabile mountain<br />
bike.<br />
Una passione smodata di chi in lei (la<br />
mountain bike) vede un mezzo per allontanarsi<br />
dalla routine quotidiana ed<br />
immergersi, completamente, in un’altra<br />
dimensione, ovvero quella naturale<br />
di cime innevate ed incontaminate, distese<br />
di verdi prati e profumati, boschi<br />
freschi e resinosi, azzurri laghetti alpini<br />
e torrentelli chiari, impetuosi e<br />
chiassosi, tracce di sentiero sterrato<br />
impagabili e mozzafiato: questa è la<br />
vera “Bike Transalp Challenge” … provare<br />
per credere!!!<br />
La “Bike Transalp Challenge”, targata
2006, è stata organizzata dalla tedesca<br />
“Upsolut MV”; il “deus ex machina”<br />
dell’organizzazione è lo straordinario<br />
Ulrich “Uli” Stanciu che, dopo<br />
avere diretto con successo il magazine<br />
tedesco “Bike” negli anni dorati della<br />
mountain bike, si è dedicato anima<br />
e corpo allo sviluppo di questa manifestazione<br />
internazionale ludico – ricreativo<br />
– sportiva; da rimarcare che<br />
tutta la “mappatura”, tramite l’impiego<br />
del GPS, dei percorsi ciclabili che fanno<br />
parte del comprensorio bike di “Alta<br />
Rezia” sono proprio di Uli Stanciu a<br />
cui va, da parte del responsabile del<br />
progetto “Bike & Trekking” Fadri Cazin,<br />
un grazie particolare per la splendida<br />
collaborazione.<br />
Seicento le coppie che vi hanno partecipato;<br />
otto le tappe consecutive;<br />
settecento i chilometri percorsi e ventitremila<br />
i metri superati di dislivello in<br />
salita: questi i quattro elementi che<br />
hanno caratterizzato la “Bike Transalp<br />
Challenge”, targata 2006, maratona<br />
internazionale di mountain bike con<br />
partenza dalla Foresta Nera Tedesca<br />
– Baviera (Fussen) ed arrivo sulla<br />
spiaggia italiana di Limone sul Garda,<br />
in mezzo alle lussureggianti piantagioni<br />
di limoni, dopo avere attraversato,<br />
in lungo ed in largo, Germania, Austria,<br />
Svizzera ed Italia.<br />
Abbiamo avvicinato, a questo proposito,<br />
il responsabile dei due team italiani<br />
(e concorrente) di “Alta Rezia<br />
Bike”, Silvio Mevio, fondatore e presidente<br />
del Mountain Bike Alta Valtellina<br />
e della Scuola Mountain Bike Alta Valtellina;<br />
maestro, guida - istruttore di<br />
mountain bike della F.C.I. e della<br />
S.I.M.B. (appartenente allo staff di formazione<br />
della Scuola Italiana Mountain<br />
Bike – S.I.M.B.). Da più di 20 anni<br />
(1985) impegnato a diffondere la corretta<br />
pratica della mountain bike; autore<br />
di numerose pubblicazioni (Touring<br />
Club Italiano e De Agostini) inerenti<br />
il mondo “Off - Road” delle “ruote<br />
grasse”; profondo conoscitore delle<br />
realtà alpine dell’intera Alta Valtellina<br />
ed Alta Rezia per quanto concerne la<br />
sentieristica ed i percorsi GPS. Docente<br />
teorico – pratico di diversi corsi<br />
per la formazione di guide - istruttori<br />
ed accompagnatori di mtb a livello lo-<br />
Verso l’alpeggio Trela - Agriturismo Rini I terribili tornanti verso Pedenolo<br />
cale, provinciale, regionale e nazionale.<br />
A Silvio Mevio abbiamo chiesto di<br />
raccontarci la storia di questa bellissima<br />
esperienza sportiva, che ha veramente<br />
dell’incredibile, oltre ad evidenziare<br />
alcuni aneddoti e colpi di scena<br />
che hanno caratterizzato questa<br />
straordinaria ed indimenticabile avventura<br />
ciclistica “fuoristradistica” attraverso<br />
le Alpi.<br />
- Silvio Mevio, ci può raccontare<br />
quali sono state le tappe che hanno<br />
caratterizzato la “Bike Transalp<br />
Challenge”, targata 2006, e quali<br />
sono stati i chilometraggi ed i dislivelli<br />
in salita?<br />
“Panorami stupendi, tanta fatica e<br />
tanto sudore, ma tanto appagamento;<br />
queste alcune parole piene di signifi-<br />
Prima Tappa: Fussen – Imst – km. 90 –<br />
dislivello in salita: 2600m<br />
Seconda Tappa: Imst – Iscghl – km. 80<br />
– dislivello in salita: 3250m<br />
Terza Tappa: Iscghl – Scuol – km. 80 – dislivello<br />
in salita: 2600m<br />
Quarta Tappa: Scuol – Livigno – km. 85<br />
– dislivello in salita: 2700m<br />
Quinta Tappa: Livigno – Naturno – km.<br />
120 – dislivello in salita: 2950m<br />
Sesta Tappa: Naturno – Malè – km. 85 –<br />
dislivello in salita: 3450m<br />
Settima Tappa: Malè – Madonna di Campiglio<br />
– km. 50 – dislivello in salita:2400m<br />
Ottava Tappa: Madonna d. C. – Limone<br />
sul Garda – km. 100 – dislivello in<br />
salita:2700m<br />
cato per sintetizzare che cosa rappresenta<br />
la “Bike Transalp”.<br />
Gli appassionati “bikers” la conoscono<br />
molto bene, molti la sognano come un<br />
obiettivo che vale un’intera carriera<br />
agonistica, tanti ci pensano come ad<br />
un miraggio. Qualunque sia l’approccio<br />
mentale, la “Bike Transalp” rappresenta<br />
una di quelle esperienze che<br />
ogni “biker” vorrebbe vivere almeno<br />
una volta nella sua vita … un’avventura<br />
che lascia un segno indelebile sia<br />
sulle gambe che sulla testa e, soprattutto,<br />
nel “cuore”! Dicevamo … “Panorami<br />
stupendi” perché la “Bike Transalp”,<br />
in otto giorni di tappe, attraversa<br />
i più bei paesaggi delle Alpi italiane e<br />
straniere che ogni appassionato di natura<br />
possa immaginare (alpeggi, laghetti<br />
alpini, cascate, fiumiciattoli e<br />
In fila indiana in prox. della malga Pedenolo<br />
41
42<br />
I due team di Alta Rezia<br />
torrenti) con ben diciannove passi alpini,<br />
tra i più impegnativi e seducenti<br />
al mondo. “Tanta fatica e tanto sudore”<br />
perché i numeri, qui di seguito riportati,<br />
ne sono una prova inconfutabile<br />
... “Ma tanto appagamento” perché<br />
riuscire ad arrivare al traguardo<br />
(quello di Limone sul lago di Garda) e<br />
soprattutto arrivarci in qualità di “Finisher”,<br />
rappresenta una soddisfazione<br />
personale prima e poi sportiva che<br />
non teme confronti ... Otto durissime<br />
tappe senza un solo giorno di riposo<br />
(dal 15 al 22 di luglio): praticamente<br />
più o meno otto “marathon” di fila,<br />
senza riposo intermedio … un inferno<br />
per le gambe, per la schiena, per tutte<br />
le articolazioni e, soprattutto, per la testa<br />
da un punto di vista mentale! Giornate<br />
straordinariamente belle, assolate<br />
e molto calde. Mediamente, ogni<br />
giorno, almeno 2700/2800 metri di dislivello<br />
in salita, con 80/90 chilometri<br />
di cui l’80/90 % di sterrato ed il 10/20<br />
di asfalto; da un minimo di 6/7 ore ad<br />
un massimo di 9 ore in sella alla propria<br />
mountain bike. Penso che quanto<br />
in precedenza ricordato rappresenta<br />
un “riassunto”, abbastanza chiaro, di<br />
questa mitica e nel contempo indimenticabile<br />
“avventura” che lascia un<br />
segno indelebile in chi per la prima<br />
volta l’affronta. Quattro le tappe “straniere”:<br />
partenza da Fussen (in Germania)<br />
ed arrivo ad Imst; da Imst ad Ischgl<br />
(in Austria); da Ischgl a Scuol (in<br />
Svizzera) e quattro le italiane. Da<br />
Scuol a Livigno, in Alta Rezia - Alta<br />
Valtellina – Lombardia. Da Livigno a<br />
Saturno, in Valle Venosta – Bolzano:<br />
la tappa più lunga con centoventicinque<br />
chilometri per un dislivello totale,<br />
in salita, di quasi tremila metri. Da Naturno<br />
a Malè, in Val di Sole (Trento): la<br />
tappa più dura, in assoluto, con quasi<br />
tremilacinquecento metri di dislivello<br />
in salita per un totale di novanta chilometri.<br />
Da Malè a Madonna di Campiglio,<br />
in Val Rendena (Trento) e da qui<br />
all’arrivo in quel di Limone sul Garda:<br />
tappa altamente spettacolare con il<br />
passo Tremalzo ed il passo Nota<br />
(dove si disputa la “famigerata” Bike<br />
Extreme), ottanta chilometri per un dislivello<br />
totale in salita di duemilaottocento<br />
metri”.<br />
- Silvio Mevio quali sono stati gli<br />
equipaggi del team “Alta Rezia<br />
Bike” che hanno partecipato a questo<br />
“challenge” estremo di mountain<br />
bike ed alcune considerazioni<br />
sulla preparazione psicofisica ed<br />
atletica che avete affrontato per sostenere<br />
una simile “maratona” di<br />
mountain bike?<br />
“La partecipazione alla “Bike Transalp”<br />
è rigorosamente a coppie, con un<br />
compagno con il quale si deve avere<br />
un ottimo “feeling”, aspetto questo non<br />
da sottovalutare ed è assolutamente<br />
indispensabile per affrontare, in modo<br />
efficace, le mille e mille insidie che costellano,<br />
quotidianamente, l’intero percorso.<br />
I due “rider” devono percorrere<br />
tutte ed otto le tappe ad una distanza<br />
ravvicinata e passare ogni controllo<br />
orario - “gate” (porta) – ad una distanza<br />
massima di due minuti. Il compagno<br />
di team, inoltre, rappresenta l’unica<br />
persona che può aiutare l’altro<br />
biker in caso di difficoltà oppure di<br />
problemi tecnico – meccanici, in quanto<br />
non sono ammesse forme di aiuto<br />
esterno.<br />
Ogni infrazione a queste regole è punita<br />
con severe penalizzazioni di tempo<br />
più o meno gravi: un monito, questo,<br />
molto importante se si considera<br />
che ogni tappa deve essere portata a<br />
termine necessariamente entro le otto<br />
ore stabilite come “tetto massimo” …<br />
Basta infatti un solo passo falso, una<br />
giornata negativa oppure una tappa<br />
particolarmente “sfortunata” … ed il<br />
sogno di diventare uno dei pochi privilegiati<br />
“Finisher” (termine usato per<br />
“marchiare” quelli che hanno terminato<br />
la “Bike Transalp”) svanisce in una<br />
bolla di sapone ... Il team di “Alta Rezia<br />
Bike” ha schierato ai nastri di partenza<br />
due equipaggi: il sottoscritto in<br />
coppia con Leonardo Brunori per il<br />
team 1 e Guido Cardia con Fabrizio<br />
Borghesi per il team 2. Due le categorie<br />
“man” e “masters”, al maschile, a<br />
seconda della somma dell’età, oltre<br />
alla categoria Femminile e Mista. 600<br />
i team alla partenza per un totale di<br />
circa 1200 atleti provenienti da più di<br />
32 Paesi a livello mondiale.<br />
Esperienza indimenticabile e molto faticosa;<br />
per arrivare alla fine di questa<br />
massacrante maratona sportiva bisogna<br />
avere i nervi ben saldi e soprattutto<br />
un profondo spirito di sacrificio e di<br />
adattamento a qualsiasi tipo di “ostacolo<br />
esterno ed interno” che può compromettere<br />
l’integrità psicofisica del<br />
partecipante. Preparazione atletica e<br />
psicofisica al 100 % con massima<br />
concentrazione, oltre a recuperi<br />
straordinari tra una tappa e l’altra”.<br />
- Silvio Mevio, abbiamo saputo che<br />
dietro a questa vostra “massacrante<br />
avventura - gara” esiste anche<br />
un fine, ovvero quello della promozione,<br />
sul campo, del “Progetto<br />
Alta Rezia Bike & Trekking”; a questo<br />
proposito chi bisogna ringraziare<br />
per avervi dato la possibilità<br />
Silvio Mevio a Livigno
di aderire, con due team, alla Bike<br />
Transalp Challenge 2006?<br />
“La partecipazione a questa importante<br />
manifestazione sportiva, di respiro<br />
mondiale, giunta alla sua nona<br />
edizione (nel 2007 festeggerà il decennale)<br />
da parte dei due team di<br />
“Alta Rezia Bike” è servita a veicolare<br />
e a pubblicizzare, nel modo migliore,<br />
il nostro comprensorio “bike” collocato<br />
a cavallo tra l’Italia e Svizzera, offrendo<br />
una “vera cartolina suggestiva” al<br />
biker straniero soprattutto e, perché<br />
no, anche italiano anche se questo ultimo<br />
risulta essere ancora abbastanza<br />
timoroso, ma comunque in fase evolutiva<br />
per quanto riguarda il fenomeno<br />
del “mountain biking”. Quindi una vetrina<br />
migliore non poteva essere, senza<br />
alcuna ombra di dubbio, la “Bike<br />
Transalp Challenge” targata 2006 che<br />
ha richiamato ai nastri di partenza più<br />
di un migliaio di partecipanti (per lo più<br />
tedeschi, austriaci e svizzeri) i quali,<br />
proprio attraverso la prima tappa “italiana”<br />
che da Livigno li ha portati fino<br />
in Valle Venosta (Naturno), hanno potuto<br />
rendersi conto di quello che l’Alta<br />
Rezia può offrire in termini di sentieristica,<br />
di percorsi sterrati “off road” (tutti<br />
rigorosamente mappati GPS - www.<br />
bike-gps.com e di infrastrutture siano<br />
esse <strong>alberghi</strong>ere che tecniche come il<br />
nuovo Bike Park (Mottolino) di Livigno”.<br />
Perciò grazie infinite agli ideatori<br />
del progetto “Alta Rezia Bike &<br />
Trekking”, ovvero agli amici Fadri e<br />
Darko Cazin, entrambi della Valle Mu-<br />
Superata la bocchetta di Forcola verso il<br />
Passo Umbrail<br />
stair – Valle Monastero (Cantone Grigioni<br />
- Svizzera), che ci hanno permesso<br />
di prendere parte a questa bellissima<br />
“maratona” in mountain bike e,<br />
soprattutto, di conoscere nuove zone<br />
poste a cavallo delle Alpi dove la natura<br />
conserva, ancora intatto, il suo<br />
straordinario fascino. Non per ultimo<br />
perché meno importante, un grazie<br />
particolare va anche a Silvio Baroni<br />
della Comunità Montana Alta Valtellina<br />
che ha seguito e supportato, da vicino,<br />
tutta la fase di preparazione della<br />
“spedizione” di Alta Rezia Bike. Un<br />
ringraziamento va, inoltre, alla nostra<br />
segretaria Laura D’Amelio, coadiuvata<br />
da Giovanna Compagnoni, per gli<br />
aspetti logistico – organizzativi, al medico<br />
sportivo, dott. Giulio Rossi responsabile<br />
del Centro di Medicina<br />
Sportiva “Mario Mevio” di Sondalo per<br />
la superba preparazione atletica e al<br />
dott. Alberto Zoia, nutrizionista di fama<br />
internazionale, per gli aspetti alimentari;<br />
ringraziamenti vanno anche al<br />
pool di sponsor tecnici che, attraverso<br />
la fornitura di indumenti intimi (Mico) e<br />
da gara (Mem), caschi (Met), guanti<br />
(Level), occhiali (Salice), miele (Marco<br />
Moretti), marmellata (Vis), hanno supportato<br />
i due team di Alta Rezia<br />
Bike”.<br />
- Silvio Mevio ci può raccontare<br />
quali sono le zone su cui si “appoggia”<br />
il comprensorio ciclistico<br />
“offroad” di Alta Rezia? Abbiamo<br />
saputo, inoltre, che il prossimo<br />
anno ricorre il decennale di questa<br />
importante manifestazione sportiva<br />
internazionale (1997/2007) e che<br />
ritenterà la partecipazione con altri<br />
due team; sappiamo anche che,<br />
con molta probabilità, verrà pubblicato<br />
un romanzo che narrerà la storia<br />
di questa indimenticabile avventura<br />
attraverso alcuni aneddoti,<br />
e tanti, tanti colpi di scena … ci<br />
può dire qualcosa in merito?<br />
“L’Alta Rezia è un comprensorio di<br />
straordinaria bellezza paesaggistica<br />
che offre un incomparabile rete di sentieri<br />
(tutti mappati GPS per un totale di<br />
2500 chilometri) adatti alla pratica del<br />
mountain biking ed è conosciuto, anche,<br />
come l’ “Eldorado” della mountain<br />
L’elicottero Eliwork, con da sinistra a<br />
destra il cameramen, Maurizio Folini il<br />
pilota, la giornalista e Maurilio Cusini<br />
bike. Le zone che appartengono a<br />
questo vasto territorio sono: la media<br />
e l’alta Valtellina, ovvero Tirano, Grosotto,<br />
Grosio e Livigno, attraversando<br />
Sondalo, la Valdisotto, la Valfurva, la<br />
Valdidentro e Bormio; la svizzera<br />
Valposchiavina che, valicando il passo<br />
del Bernina ed il passo della Forcola,<br />
porta fino alle grigionesi S.Moritz, Celerina<br />
e Pontresina; quindi tutta la<br />
zona dell’incontaminata e suggestiva<br />
Val Mustair (Valle Monastero – patrimonio<br />
dell’UNESCO) fino al Passo<br />
Umbrail, per ritornare in Alta Valtellina<br />
attraversando la Valle del Braulio e<br />
dello Stelvio. Per quanto riguarda l’edizione<br />
del decennale (1997/2007), unitamente<br />
ai vertici di Alta Rezia “Bike<br />
& Trekking”, stiamo lavorando per<br />
creare due team che saranno formati,<br />
con molta probabilità, da quattro “bike<br />
scout” (nuova figura di guida – accompagnatore<br />
– istruttore di mountain<br />
bike) dell’Alta Rezia (uno per zona, ovvero<br />
Alta Valtellina – con Bormio e Livigno<br />
- e la Valposchiavo con l’Engadina).<br />
Grazie all’interessamento ed<br />
alla passione di una mia carissima<br />
amica (Gloria Ciapponi), affermata e<br />
nota scrittrice valtellinese di Morbegno,<br />
questa avventura ricchissima di<br />
colpi di scena e di aneddoti diventerà<br />
un romanzo che verrà pubblicato prossimamente.<br />
Per ulteriori informazioni<br />
su Alta Rezia “Bike & trekking” basta<br />
visitare i seguenti siti: www.alta-rezia.<br />
com, www.altarezia.eu, www.bikegps-com,<br />
www.mtb.stelvio.net”.<br />
43
46<br />
Il caos cittadino<br />
scompare appena<br />
la porta d’ingresso<br />
si chiude alle nostre<br />
spalle. Un solo suono<br />
Pillole di design... a due passi<br />
del centro storico di Sondrio<br />
All’interno ogni cosa, dagli elementi<br />
costruttivi fino all’arredo, è studiata<br />
con cura. La suddivisione degli spazi<br />
è fedele a quella sperata dal cliente.<br />
Il linguaggio architettonico è riuscito a<br />
raccogliere il carattere moderno del<br />
tema con estrema attenzione e rigore<br />
formale, conferendo allo stesso tempo<br />
un tocco di sobria modernità. All’insegna<br />
di un essenziale minimalismo l’arredo<br />
gioca la sua parte nel successo<br />
del locale. Legno wenghè, acciaio, ve-<br />
BERRY’S LOUNGE CAFÈ<br />
PROPRIETÀ Lo Pomo Alessandro - Marini Alessandro<br />
INDIRIZZO Via V.Veneto 21° - 23100 Sondrio<br />
TELEFONO 0342-219193<br />
ATTIVITA’ bar tradizionale, bar per happy hour, locale adibito a<br />
ristorante veloce per pausa pranzo e serale.<br />
PROGETTAZIONE: Arch.Francesco Venzi<br />
REALIZZAZIONE: <strong>Concreta</strong> Srl<br />
TESTI: Roberta Bertolatti<br />
FOTO: Andrea Basci<br />
ci accoglie e ci<br />
accompagna durante<br />
tutta la permanenza:<br />
il sottofondo di una<br />
dolce musica.<br />
tro e pelle color avorio rappresentano<br />
la nota materia dominante, in una<br />
combinazione che ne esalta il tono<br />
moderno ed essenziale senza pregiudicarne<br />
il calore e l’accoglienza.<br />
E’ il frutto del riuscito progetto di un<br />
locale a due passi dal centro storico di<br />
Sondrio, il Berry’s Lounge Cafè, che<br />
propone fin dall’esterno un’immagine<br />
semplice e sobria, preludio alle atmosfere<br />
fresche e frizzanti che ne connotano<br />
gli spazi interni.
48<br />
TIPO DI INTERVENTO:<br />
● intervento di ristrutturazione totale: variazione distributiva dei vani (soprattutto per quanto<br />
riguarda il piano interrato adibito a bagni), rifacimento di pavimentazioni, di controsoffitti,<br />
impianti elettrici, idraulici, di condizionamento etcc…;<br />
● progetto molto attuale che irrompe prepotentemente nel contesto cittadino Sondriese,<br />
mettendo in evidenza come sia possibile coniugare il design contemporaneo al concetto<br />
tradizionale dei locali pubblici di questo tipo, in cui confort, colore, accoglienza e calore<br />
sono condizioni fondamentali per accogliere il cliente.<br />
● il nuovo locale si propone non solo come bar tradizionale, ma anche come bar per l’happy<br />
hour, come locale ristorante per il momento pausa pranzo veloce e serale .<br />
● vista la tipologia dei locali, il progetto articola le diverse zone attorno alla centralità del<br />
banco bar, utilizzando allineamenti, volumi e colori per identificare e caratterizzare le diverse<br />
aree funzionali, senza creare separazioni fisiche o identificative molto forti, ma<br />
legando armoniosamente tali parti ad un “tutto” molto ben organizzato e armonico nei<br />
richiami architettonici;<br />
● molto importanti per il concetto sopra descritto sono , oltre alle linee degli arredi, i materiali<br />
utilizzati quali il legno wenghè , il vetro e l’acciaio, la pelle color avorio per i rivestimenti<br />
e il gioco volumetrico dei controsoffitti che aiutano (anche con la differenziazione<br />
dei colori e della tipologia dell’illuminazione) a riproporzionare il fuori scala dell’ambiente<br />
(molto alto e stretto e lungo) con la scala a misura d’uomo degli arredi;<br />
● elemento fondamentale per la scenografia del bar è il dipinto fatto eseguire su commissione<br />
specifica per il loco, con una dimensione che travalica quello che è il concetto solito<br />
del “quadro” (….ben 10 mq !...) ed una definizione cromatica fortissima che esalta (e<br />
si auto-esalta) la definizione cromatica degli arredi e delle tinte a parete;<br />
● oltre alle zone lunch, bar ed happy, di forte richiamo architettonico sono la piattaforma<br />
elevatrice in acciaio e vetro che collega il piano bar con i servizi sottostanti, e la parete<br />
autoportante in legno e vetro satinato che divide la zona happy dalla cucina.
a r<br />
49
a r<br />
51
52<br />
Leggero, luminoso<br />
dove acciaio, cuoio e<br />
wenghè sono gli assoluti<br />
protagonisti. Un<br />
Un nuovo locale...<br />
a tema!<br />
Un locale veramente multitarget dove<br />
tutti sono accomunati dal desiderio di<br />
passare un piacevole momento della<br />
giornata in compagnia in un ambiente<br />
veramente accogliente. L’esigenza di<br />
ricavare una serie di aree funzionali<br />
specializzate, senza penalizzare la<br />
fruibilità, ha imposto un attento studio<br />
delle soluzioni d’arredo. Obbiettivo primario,<br />
è stato lo sfruttamento ottimale<br />
della superficie.<br />
Per sottolineare il carattere multifunzionale<br />
dell’ambiente sono state create<br />
varie zone attrezzate con panchette.<br />
Le soluzioni d’arredo adottate si richia-<br />
CAFE’ DE LA GARE<br />
riuscito connubio che<br />
dona all’ambiente una<br />
felice atmosfera di eterea<br />
leggerezza e relax.<br />
mano all’intera impostazione moderna<br />
del locale. Acciaio, cuoio rosso per il<br />
frontale del banco e cuoio marrone<br />
scuro per gli imbottiti e le sedie, con un<br />
risultato di elegante essenzialità.<br />
Il palazzo dove trova posto al piano terra<br />
il nuovo “Cafè De La Gare” ospitava<br />
negli anni Trenta il vecchio “Cafè De<br />
La Gare”, vecchio ristoro vicino alla<br />
Stazione di Tirano.<br />
“Cafè De La Gare”, il nome del locale,<br />
è rubato al francese e letteralmente significa<br />
“Caffè della Stazione”. Il nuovo<br />
locale è una riesumazione del passato<br />
in chiave moderna.<br />
PROPRIETÀ Tognolini Maurizio<br />
INDIRIZZO Viale Italia, 61 (incrocio semaforo) - 23037 Tirano (SO)<br />
TELEFONO 347 - 9043695<br />
ATTIVITA’ Bar Caffè, piatti freddi e caldi, paninoteca e<br />
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PROGETTAZIONE: <strong>Concreta</strong> Srl<br />
Geom.Stefano Gavazzi - Geom.Ivana Vanoni<br />
REALIZZAZIONE: <strong>Concreta</strong> Srl<br />
TESTI: Roberta Bertolatti<br />
FOTO: Andrea Basci
54<br />
b a r<br />
TIPO INTERVENTO<br />
● Tema de locale: IL ROSSO<br />
● Si tratta di un nuovo progetto. Il locale ha subito un<br />
cambio di destinazione d’uso, trasformandosi da negozio<br />
di lampade a Bar.<br />
● Intervento di separazione dei locali con realizzazione<br />
di nuovi spazi adibiti ad office, bagni, zona bar con<br />
panche;<br />
● Progettazione nuova terrazza esterna;<br />
● Arredo dal taglio moderno ed essenziale;<br />
● Rifacimento di pareti rasate a gesso, nuovi controsoffitti<br />
e studio illuminotecnico. Rifacimento tinteggiature<br />
e tinte serramenti esterni.<br />
● Banco bar moderno con frontale in cuoio rosso, bancalina<br />
in cristallo illuminato. Mix di alluminio, acciaio e<br />
vetro/specchio per il retro.<br />
● Parti in legno in rovere tino wengè;<br />
● Panca su misura con basamento in inox e seduta di<br />
grande spessore rivestito in tessuto marrone scuro.<br />
● Schienale panche con richiami in cuoio rosso e legno<br />
tinto wengè.<br />
● Sedute moderne con struttura in tubolare di inox satinato<br />
e seduta in cuoio marrone scuro con cuciture a<br />
vista.
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IN TREVIRA C.S - TENDAGGI E TESSUTI D’ARREDO<br />
“... ognuna delle nostre creazioni possiede<br />
un proprio carattere unico e incondondibile...“<br />
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55
56<br />
Accorgimenti, luce,<br />
colori e materiali per<br />
assecondare il trend<br />
del nuovo locale<br />
posto in una<br />
posizione strategica<br />
del centro storico<br />
di Tirano.<br />
Un nuovo locale...<br />
nel centro storico di Tirano<br />
Progettato all’insegna di un elegante<br />
minimalismo rappresenta un ambiente<br />
raccolto che riesce a proporre atmosfere<br />
di accogliente convivialità.<br />
Gli spazi luminosi e accoglienti sono<br />
il risultato di un attento utilizzo di colori,<br />
forme e materiali. Tutto ciò contribuisce<br />
a creare un locale con un’immagine<br />
dall’impronta dinamica e tipicamente<br />
moderna.<br />
L’impronta fresca del locale è stata<br />
arricchita con un tocco di alta tecnologia<br />
molto apprezzata dalla clientela:<br />
CAFFÈ LUCIGNOLO<br />
la nuova vetrina gelato rotante della<br />
Ifi. La scelta dei materiali utilizzati per<br />
gli arredi è coerente alla pulizia delle<br />
forme che caratterizza questo locale.<br />
Per il banco bar si è optato il legno di<br />
mogano con inserti di vetro “cranè” e<br />
massima linearità è stata utilizzata<br />
anche per gli altri elementi di finitura.<br />
Il risultato è un’ambientazione che riesce<br />
a essere intima e conviviale ma,<br />
all’occorrenza anche fresca, dinamica<br />
e di tendenza.<br />
PROPRIETÀ Sig.ri Morelli Valerio e Moroni Elisabetta<br />
INDIRIZZO Piazza Marinoni, 28 – 23037 Tirano (SO)<br />
TELEFONO 0342 – 701876<br />
FAX 0342 – 701876<br />
ATTIVITA’ Bar, paninoteca e gelateria.<br />
ALTRO Sala per fumatori e Terrazzo esterno.<br />
PROGETTAZIONE: <strong>Concreta</strong> Srl - Geom.Stefano Gavazzi<br />
REALIZZAZIONE: <strong>Concreta</strong> Srl<br />
TESTI: Roberta Bertolatti<br />
FOTO: Andrea Basci
58<br />
b a r<br />
TIPO DI INTERVENTO:<br />
● Si tratta di un nuovo progetto. Il locale è posto all’interno<br />
di un palazzo storico nel centro di piazza<br />
Marinoni a Tirano. In posizione molto strategica, è<br />
situato di fronte al Cinema Mignon e vicino alla Stazione<br />
Ferroviaria.<br />
● Progettazione: avviene durante il restauro dell’intero<br />
fabbricato. Vengono quindi sostituite le pavimentazioni<br />
e riprogettata la distribuzione dei vari locali.<br />
● Il Bar Lucignolo è il locale completo a tutti gli effetti:<br />
- Grande terrazzo su Piazza Marinoni;<br />
- Spazioso banco bar;<br />
- Comoda sala fumatori;<br />
- Office di servizio pratico e funzionale<br />
● Materiali ed Estetica: - Design dal taglio moderno:<br />
il legno di mogano leggermente scurito è sicuramente<br />
il materiale dominante che troviamo lungo<br />
tutto lo sviluppo del locale. Bello il contrasto con il<br />
pavimento dalla tonalità grigio chiaro. Forte anche<br />
il contrasto creato mescolando inserti di vetro<br />
“cranè” con il legno di mogano. Di forte richiamo la<br />
vetrina “rotonda” della IFI Platinum posizionata all’entrata<br />
del locale. Donano un tocco del tutto personale<br />
i decori eseguiti a mano da una giovane artista<br />
amica della committenza.
Dalla natura e dalla tradizione nasce<br />
una sana dimensione del caldo<br />
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STUFE IN MAIOLICA<br />
di Emanuele Del Molino<br />
Postalesio (SO) - Via Nazionale, 18<br />
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info@delmolino-stufe.com<br />
59
60<br />
Txt: Attilio Piazza<br />
Foto: Archivio Pietro Vitalini<br />
L’ex discesista<br />
(sci alpino) azzurro<br />
mette “in campo”<br />
la sua lunga esperienza<br />
maturata<br />
sui campi di gara<br />
Abbiamo incontrato nella sua Valfurva,<br />
l’ex discesista azzurro di sci alpino, Pietro<br />
Vitalini, il quale nel giro di pochi anni<br />
(una volta appesi gli sci al chiodo) ha<br />
ben pensato di trasferire la sua lunga<br />
esperienza sciistico – agonistica dalle<br />
piste innevate all’abbigliamento invernale<br />
– sportivo. Ha fondato un’azienda<br />
giovane e dinamica (la Skixo) - unitamente<br />
a suo fratello Marco - e nel giro<br />
di un lustro è riuscito a “sfondare” in un<br />
ambiente non del tutto facile come<br />
quello dell’abbigliamento invernale dedicato,<br />
soprattutto, agli appassionati<br />
degli sport della montagna. A lui abbiamo<br />
fatto alcune domande per mettere<br />
a fuoco questa bella realtà valtellinese.<br />
- Prima di entrare nel merito dell’intervista,<br />
Pietro ci puoi raccontare -<br />
per sommi capi - la tua carriera agonistica<br />
quando appartenevi alla<br />
squadra maschile di discesa libera<br />
della Nazionale Italiana di sci alpino<br />
(discipline veloci).<br />
.<br />
- Ci puoi raccontare – in sintesi – la<br />
storia della vostra azienda e quali<br />
sono le caratteristiche che la contraddistinguono<br />
rispetto alle altre<br />
che operano nel campo dell’abbigliamento<br />
tecnico – invernale?<br />
so la fine del 2002, unitamente a mio<br />
fratello Marco abbiamo pensato bene di<br />
avviare una nostra produzione con un<br />
nostro marchio che ci contraddistingueva<br />
dagli altri per una particolarità, ovvero<br />
quella che riguardava la produzione<br />
di piccoli quantitativi di capi con le relative<br />
personalizzazioni … questa scelta<br />
a lungo andare ci sta premiando.<br />
Attualmente collaboriamo sempre con<br />
la casa svedese della Beyond X che ci<br />
permette di vendere il nostro prodotto<br />
“Pietro Vitalini” negli show room dedicati<br />
e disseminati un po’ in tutto il mondo<br />
(Svezia - Austria – Norvegia – Germania<br />
– Francia – Canada – Inghilterra<br />
– U.S.A.); ci rivolgiamo soprattutto oltre<br />
che agli sci club anche alle scuole di sci<br />
(Sci Club Santa Caterina Valfurva – Sci<br />
Club Valdidentro – Sci Club Alpine Ski<br />
Team – Sci Club Aprica – Racing Team<br />
G.M. – Scuola Sci Santa Caterina Valfurva<br />
e Scuola Sci Oga - Valdisotto).<br />
Oltre a questo settore tipicamente “invernale”<br />
forniamo capi tecnico – sportivi<br />
anche al Marathon Club Livigno –<br />
Snowboard Club Livigno e al gruppo<br />
dei “Diversamente Abili”, ovvero l’Handysport<br />
di Livigno >>.<br />
- Sulla base di quanto hai evidenziato<br />
possiamo affermare che siete in<br />
grado di preparare capi come fosse<br />
un “prét a porter”, ovvero pochi capi<br />
e fatti su misura; ci puoi raccontare<br />
qualcosa in proposito?<br />
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Skixo di Pietro Vitalini & C.<br />
Via S.Antonio, 81 - 23030 Valfurva (SO)<br />
Tel. + 39 – 0342/94.54.53<br />
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Cell. + 39 – 338/4286299<br />
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nto sportivo-invernale<br />
61
62<br />
Sulle candide nevi di<br />
Chiesa in Valmalenco<br />
in serbo per voi idee e<br />
novità per aggiungere<br />
alla vostra vacanza<br />
energia e divertimento,<br />
senza dimenticare il<br />
comfort dei servizi!<br />
Nell’incantevole scenario<br />
di una natura imbiancata<br />
il nuovo centro Pircher Sport<br />
Nel centro Picher sport, potrai noleggiare<br />
l’attrezzatura per lo sport che<br />
preferisci, per un giorno, per una settimana<br />
o per l’intera stagione, scivolando<br />
piacevolmente sulle piste del relax.<br />
Se sei un amante dello snowboard,<br />
troverai nuove e prestigiose tavole,<br />
con le quali mettere alla prova le tue<br />
capacità acrobatiche e vivere bianche<br />
emozioni da brivido. Per gli appassionati<br />
dello sci, alta qualità, completezza<br />
della gamma e sicurezza sono garantiti,<br />
con la possibilità di utilizzare marchi<br />
rinomati. Ma la novità più accattivante<br />
che ti proponiamo per questa<br />
PIRKER SPORT<br />
stagione è il “winterwalking”: passeggiate<br />
romantiche o percorsi avventurosi<br />
nell’incantevole scenario della natura<br />
imbiancata, con le racchette da<br />
neve, le tradizionali “ciaspole” che regaleranno<br />
emozioni anche a chi non<br />
scia.<br />
E da quest’anno un rinnovato e accogliente<br />
arredo studiato nei minimi particolari<br />
dove funzionalità ed estetica<br />
vanno di pari passo: sfruttamento di<br />
tutti gli spazi, dettagli curati, grande<br />
importanza ai materiali , alle luci, ai<br />
colori e alla morbidezza delle linee.<br />
Cosa aspetti? Il centro Pircher ti aspetta!<br />
PROPRIETÀ Sig.ri Pircher Matteo, Francesco e Rossano<br />
INDIRIZZO Via Roma, 150 – 23023 Chiesa In Valmalenco (SO)<br />
TELEFONO 0342 – 451301<br />
FAX 0342 – 454528<br />
ATTIVITA’ Negozio di articoli sportivi e tecnici,<br />
abbigliamento e calzature<br />
PROGETTAZIONE: <strong>Concreta</strong> Srl<br />
Arch. Isacco Brioschi - Geom. Stefano Boscacci<br />
REALIZZAZIONE: <strong>Concreta</strong> Srl<br />
TESTI: Roberta Bertolatti<br />
FOTO: Andrea Basci
64<br />
TIPO DI INTERVENTO:<br />
Store Concept Pircher<br />
L’idea progettuale è di rinnovare seguendo le necessità espositive del moderno marketing<br />
di un punto vendita, un negozio dotato di un carattere personale e tradizionale,<br />
senza annullarne le caratteristiche peculiari. Nasce quindi la volontà di coniugare tradizione<br />
e modernità, memoria e attualità. La tradizione non può prescindere dai materiali<br />
tipici della montagna: il legno, materiale durabile e duttile, invecchiato all’aspetto,<br />
utilizzato come rivestimento a parete ricorda il rivestimento delle malghe e dei fienili<br />
che popolano le valli circostanti, la pietra locale, testimone, grazie alla elevata curabilità<br />
degli anni e degli stili che trascorrono e passano oltre. Materiali come il rame e<br />
l’acciaio inox sono invece adatti a raffigurare la dinamicità e la sportività che animano<br />
lo spirito del luogo: gli sport invernali su neve e ghiaccio o le attività estive di escursione<br />
o arrampicata si praticano a breve distanza dal negozio stesso. I sistemi espositivi<br />
di display coniugano ampia versatilità modulare con un sistema adatto a promuovere<br />
i prodotti e comunicare col cliente in maniera molto moderna. Lo stesso concetto è<br />
ripreso nelle vetrine, che, oltre ai suddetti sistemi, utilizzano anche una base in vetro<br />
retroilluminata per esaltare le sagome dei manichini e dell’abbigliamento, provocando<br />
la curiosità dell’istante e invogliandolo ad entrare. Anche il rapporto tra interno ed<br />
esterno è stato studiato per creare scorci prospettici ottimali, che vadano oltre il piano<br />
antistante a livello della vetrina, facendo percepire lo spazio interno del negozio nella<br />
sua profondità e complessità.<br />
La scelta delle lampade e dei sistemi illuminanti segue il principio di valorizzare gli<br />
oggetti esposti, rendendoli maggiormente allettanti agli occhi dei avventori, sottolineando<br />
le loro forme ed i loro colori.<br />
Particolare attenzione è stata prestata alla zona cassa, pensata come “focal point” che<br />
cattura l’attenzione del cliente: è il primo punto che i suoi occhi incontrano all’ingresso<br />
e l’ultimo prima di uscire dopo aver visitato il punto vendita.
n e g o z i<br />
65
68<br />
Ancora una volta fuori<br />
dalle solite rotte, per<br />
farvi conoscere liberati<br />
dal traffico, in una<br />
posizione privilegiata<br />
e tranquilla, un<br />
angolo della bella<br />
Valtellina...<br />
Elegante, raffinato<br />
e accogliente<br />
E’ in questo contesto che si inserisce<br />
il nuovo negozio L’ Ape Regina, che<br />
rompe la scansione ritmica data dai<br />
tipici locali commerciali. Il nuovo negozio<br />
offre a tutte le donne e agli uomini<br />
un vasto assortimento di creazione<br />
per la biancheria intima e per la<br />
casa. Le richieste dei titolari sono state<br />
subito molto chiare; poter realizzare<br />
un negozio molto lineare, semplice,<br />
moderno e luminoso.<br />
Nel corso della sua progettazione si è<br />
APE REGINA<br />
voluto esaltare al massimo la richiesta<br />
del cliente evidenziando l’offerta<br />
merceologica attraverso arredi ed illuminazione.<br />
L’assemblaggio dei vari pezzi dà vita<br />
ad uno spazio avvolgente e continuo.<br />
Un luogo pensato minimale, caldo ed<br />
elegante, dove la semplicità e la scelta<br />
di toni monocromatici evidenzia la<br />
qualità del prodotto, donando all’ambiente<br />
un tono confidenziale che mette<br />
a proprio agio la clientela.<br />
PROPRIETÀ Sig.ra Armanasco Loredana<br />
INDIRIZZO Via Roma, 44 - 23030 Tovo di Sant’Agata (SO)<br />
TELEFONO 0342 - 775022<br />
FAX 0342 - 775022<br />
ATTIVITA’ Negozio di biancheria per la casa e intimo<br />
uomo-donna-bambino<br />
PROGETTAZIONE: <strong>Concreta</strong> Srl<br />
Arch.Valter De Pianto - Geom.Michela Bagiotti<br />
REALIZZAZIONE: <strong>Concreta</strong> Srl<br />
TESTI: Roberta Bertolatti<br />
FOTO: Andrea Basci
70<br />
TIPO DI INTERVENTO:<br />
● Progetto:<br />
Nuova realizzazione.<br />
n e g o z i<br />
● Disposizione:<br />
Due piani (piano terra negozio, interrato magazzino)<br />
● Fornitura chiavi in mano:<br />
Arredi, porte, pavimenti, controsoffitti, luci, rasature.<br />
● Progetto:<br />
Segue delle linee moderne, con legno di ciliegio abbinato<br />
con particolari in acciaio (zoccolino mobili,<br />
maniglie, ringhiere), pareti rasate a gesso tinteggiate<br />
con toni di colore chiaro.<br />
● Illuminazione:<br />
Ricercata e studiata con parte ad incasso nel controsoffitto<br />
e parte esterna.<br />
● Controsoffitti:<br />
Particolare attenzione ai controsoffitti in cartongesso<br />
che delimitano le varie zone del negozio (ingresso,<br />
vetrine espositive verso l’esterno e zona vendita).<br />
● Pavimenti:<br />
Parte centrale in corrispondenza dell’ingresso in ceramica<br />
e il resto in laminato legno colore chiaro,<br />
scale e piano interrato in ceramica.
72<br />
Con i prodotti del<br />
Buongustaio c’è più gusto.<br />
Anzi buon gusto!<br />
I migliori ingredienti e<br />
un controllo accurato di<br />
tutte le fasi produttive e<br />
I nuovi consumatori<br />
chiedono prodotti genuini...<br />
il Buongustaio li prepara!<br />
Il Buongustaio asseconda il desiderio di<br />
novità e genuinità dei nuovi consumatori,<br />
ben sapendo che è spesso un dettaglio<br />
di qualità a fare la differenza.<br />
Una cultura del mangiar bene basata<br />
sulla bontà, la semplicità, la salute, il<br />
rispetto dell’ambiente e la valorizzazione<br />
dei prodotti locali, indissolubilmente<br />
IL BUONGUSTAIO<br />
PROPRIETÀ Claudio Bagini - Mauro Paindelli<br />
INDIRIZZO Via Caimi, 54<br />
TELEFONO 0342 - 214774<br />
ATTIVITA’ Negozio piatti pronti, pasta fresca, carni<br />
salumi e formaggi - Prodotti tipici valtellinesi<br />
PROGETTAZIONE: <strong>Concreta</strong> Srl<br />
REALIZZAZIONE: <strong>Concreta</strong> Srl<br />
TESTI: Roberta Bertolatti<br />
FOTO: Andrea Basci<br />
● Tipo di intervento: arredo negozio gastronomia<br />
● Progetto: nuova realizzazione.<br />
della qualità fanno<br />
dei prodotti del Buongustaio<br />
un piacere<br />
sano e genuino, adatto<br />
per i consumatori più<br />
attenti.<br />
legati al territorio, portando sulla vostra<br />
tavola i sapori della cucina valtellinese.<br />
Il successo trova la sua naturale evoluzione<br />
dietro e fuori le quinte con l’esperienza<br />
e la competenza di Claudio Bagini<br />
e Mauro Paindelli artefici del nuovo<br />
negozio Il Buongustaio..<br />
● Fornitura chiavi in mano: arredo punto vendita e attrezzature cucina.<br />
● Progetto: è stato inserito il legno invecchiato per richiamare l’ambiente<br />
montano. Per i piani di lavoro è stato utilizzato il granito cachemire white.<br />
● Cucina: per la preparazione piatti pronti realizzata per rendere ottimale il<br />
lavoro, sono stati utilizzate attrezzature di prima qualità e la loro disposizione<br />
è stata studiata in collaborazione con il cliente per garantire la massima<br />
funzionalità.
74<br />
n e g o z i
Txt: Silvio Mevio<br />
Foto: Marco Andreola - Photo Flash (Bormio)<br />
Mario Testorelli e il “suo” Museo:<br />
una vita per la Valfurva<br />
Il Museo Vallivo<br />
della Valfurva -<br />
oggi più che mai<br />
- luogo di studio,<br />
di occasione per<br />
riflettere, di motivo<br />
per ricercare,<br />
nelle nostre origini<br />
e nei più profondi<br />
risvolti, la nostra<br />
identità…<br />
Chi era Mario Testorelli?<br />
Il Maestro Mario Testorelli (nato a Valfurva<br />
il 30 settembre 1926 e morto il<br />
10 dicembre 2002 ) fece parte, a pie-<br />
no titolo, di quella stirpe di uomini della<br />
montagna, assuefatti alla fatica<br />
quotidiana ed attaccati alle proprie radici<br />
e tradizioni, tanto da farsene una<br />
“seconda pelle”.<br />
Cresciuto in una numerosa famiglia<br />
contadina ed in un periodo di tempo<br />
non certo facile, dovette ben presto,<br />
come del resto tanti suoi coetanei,<br />
imparare che cosa significasse lavoro<br />
e responsabilità.<br />
Divenuto maestro elementare, nel<br />
1947, iniziò ad insegnare a Montagna<br />
in Valtellina.<br />
Passò poi a Semogo per breve tempo<br />
e quindi a Valfurva. Nella scuola portò<br />
tutto il suo entusiasmo giovanile,<br />
aprendo le porte a programmi innovativi,<br />
ricchi di attività culturali interessanti.<br />
L’insegnamento svolto nella sua valle<br />
gli permise anche di entrare nel vivo<br />
dei piccoli e grandi problemi della popolazione<br />
e di affinare quella innata<br />
sensibilità verso gli altri, che avrebbe<br />
poi caratterizzato tutta la sua vita.<br />
Dal 1953 al 1970 fu alla guida della<br />
Valfurva come sindaco e si adoperò al<br />
75
76<br />
fine di realizzare il sogno di vedere i<br />
suoi valligiani operare in un mondo<br />
nuovo, al passo con i tempi, ma con<br />
grande attenzione a conservare le<br />
loro ataviche origini di uomini di montagna.<br />
Furono, infatti, di quegli anni gli interventi<br />
importanti per la Valfurva riguardanti,<br />
in particolare, la viabilità, l’edilizia,<br />
il turismo che portarono ad un notevole<br />
miglioramento socio-economico<br />
tutta la comunità furvese (Valfurva).<br />
Svolse l’attività politica anche come<br />
assessore provinciale allo sport e al-<br />
l’emigrazione, prodigandosi soprattutto<br />
per rendere meno gravose le condizioni<br />
dei molti emigranti valtellinesi,<br />
fra i quali parecchi furvesi; molteplici<br />
furono, infatti, gli interessi che contraddistinsero<br />
la vita di Mario Testorelli<br />
e tutti, direttamente o indirettamente,<br />
legati all’amore per la sua gente.<br />
Fu guida alpina e socio fondatore del<br />
Soccorso Alpino; costituì una delle<br />
prime Unità Cinofile; fu socio attivo<br />
dello Sci Club S.Caterina Valfurva; per<br />
molti anni diresse il locale Corpo Musicale<br />
(Filarmonica della Valfurva) e fu<br />
alla guida del Gruppo A.N.A. (Associazione<br />
Nazionale Alpini) locale.<br />
Lasciata l’attività di insegnante ebbe,<br />
dalla Regione Lombardia, l’incarico di<br />
costituire il Servizio Valanghe Italiano<br />
di cui fu il direttore fino al pensionamento<br />
avvenuto nel 1986.<br />
Gli ultimi anni della sua vita li dedicò,<br />
a tempo pieno, alla sua “creatura”, ovvero<br />
al Museo Vallivo della Valfurva<br />
del quale era stato, anni prima, socio<br />
fondatore insieme ad altri concittadini,<br />
come lui convinti dell’importanza di<br />
raccogliere, conservare ed esporre i<br />
preziosi reperti del passato, ma soprattutto<br />
per lasciare ai giovani le testimonianze<br />
della storia, del proprio paese<br />
e del modo di vivere della gente.<br />
Perché un museo?<br />
L’idea di un museo nacque in Mario<br />
Testorelli come risposta all’amore per<br />
la sua Valle (Valfurva).<br />
Avendo vissuto e soprattutto operato<br />
negli anni del cambiamento, per molti<br />
aspetti positivo e auspicato, ma anche<br />
preoccupante per la rapidità nel cancellare<br />
il grande bagaglio materiale,<br />
culturale e spirituale della comunità, si<br />
prodigò con animo generoso e con<br />
grande intelligenza per salvaguardare<br />
le radici storiche della Valle, svolgendo<br />
un lavoro pionieristico nel campo<br />
etnografico. Si può dire tranquillamente<br />
che, dopo le ricerche del bormino<br />
Glicerio Longa agli inizi del Novecento,<br />
sia stato lui l’iniziatore di un’opera<br />
di recupero e di valorizzazione di questo<br />
importante patrimonio. Ebbe il merito<br />
di aver intuito, per tempo, i rapidi<br />
cambiamenti della realtà locale e di<br />
aver sempre ancorato i suoi studi ad<br />
un contesto ben preciso, favorendo il<br />
collegamento con la tradizione e i rapporti<br />
con la sua gente.<br />
Per anni il Maestro Mario Testorelli<br />
svolse con pazienza questo lavoro di<br />
ricerca, mettendo insieme un patrimonio<br />
etnografico di grande interesse,<br />
che molti studiosi gli avrebbero potuto<br />
invidiare, ma che per lui era semplicemente<br />
il frutto di un atto di rispetto e di<br />
riconoscenza verso le generazioni<br />
passate, verso i propri antenati, per<br />
quanto avevano saputo tramandarci in<br />
secoli di storia.
Nascita e sviluppo del museo<br />
Nel 1974 si costituì l’Associazione Museo<br />
Vallivo della Valfurva per dare una<br />
veste organica a tutto il lavoro svolto<br />
fino ad allora e per coinvolgere nuove<br />
forze. Occorreva trovare il modo di<br />
rendere fruibile tutto quel patrimonio,<br />
a cominciare dalla sede ove esporre i<br />
numerosi reperti.<br />
L’Oratorio dei Disciplini, a S.Nicolò<br />
Valfurva, divenne nel 1979 la sede<br />
del museo, alla quale si aggiunse, nel<br />
1981, una sede staccata in quel di<br />
S.Antonio Valfurva dove è stato sistemato<br />
il mulino ed il forno a legna.<br />
Mentre il Museo continuava a funzionare<br />
con i suoi orari di apertura, si<br />
pensò alla valorizzazione del materiale<br />
cine-fotografico, impiegandolo in<br />
manifestazioni, incontri, serate, mostre.<br />
Utilizzando poi altro materiale librario<br />
ebbe inizio la pubblicazione di<br />
monografie ed anche di prodotti audio-visivi.<br />
La provvisorietà e l’inadeguatezza<br />
delle due sedi, divenute<br />
troppo ristrette per contenere il continuo<br />
aumento dei reperti etnografici,<br />
rappresentavano un grosso ostacolo<br />
ed un serio punto di domanda circa la<br />
possibile continuità del museo.<br />
Furono questi i motivi che portarono<br />
alla decisione di donare il patrimonio<br />
museale alla comunità di Valfurva,<br />
nella persona giuridica che la rappresentava,<br />
cioè il Comune, in cambio di<br />
una nuova adeguata sede, identificata<br />
nell’ex-municipio a S.Antonio Valfurva.<br />
Approvata la soluzione ebbe inizio<br />
la lunga fase di ristrutturazione<br />
dello stabile comunale e della convenzione<br />
fra Comune e Associazione<br />
per la gestione del museo; nel 2003 il<br />
museo ebbe, finalmente, una casa<br />
nuova in cui ricevere degnamente i<br />
visitatori.<br />
Scheda museo<br />
Attualmente il Museo Vallivo della Valfurva<br />
si trova a S.Antonio Valfurva<br />
nello stabile adibito, in passato, a sede<br />
comunale, scuola elementare e materna,<br />
recentemente ristrutturato e<br />
dove è sapientemente distribuito, su<br />
più piani, l’ingente patrimonio storicoetnografico.<br />
La storia, la cultura, la tradizione con-<br />
tadina e artigiana della Valle sono offerte<br />
al visitatore grazie ad un allestimento<br />
che ha volutamente cercato di<br />
ricreare l’atmosfera reale, ma che ha<br />
nel contempo mirato ad un’attenta comunicazione<br />
didattica. Il percorso museale<br />
si snoda tra ambienti domestici,<br />
come la stanza, la cucina e le antiche<br />
botteghe dove lavoravano abili artigiani:<br />
falegnami, calzolai, funai, fabbri;<br />
altri settori documentano le attività casalinghe,<br />
agricole e pastorali. Sicuramente<br />
grande fascino suscitano il mulino<br />
per la macinazione della segale<br />
Esprimo il desiderio e l’augurio<br />
che il Museo Vallivo<br />
possa diventare<br />
luogo di studio,<br />
occasione per riflettere,<br />
motivo per ricercare<br />
nelle nostre origini<br />
e nei più profondi risvolti<br />
della nostra identità…<br />
(Mario Testorelli)<br />
ed il forno a legna per la cottura del<br />
pane.<br />
Vi sono anche i reparti dedicati al costume,<br />
alla scuola, all’arte sacra, alla<br />
montagna, all’alpinismo, alla Prima<br />
Guerra Mondiale (1915 - 1918), tutti<br />
molto ricchi di reperti e testimonianze<br />
che rievocano vicende che hanno toccato<br />
direttamente la valle ed i suoi abitanti.<br />
Un grazie di cuore a Ilde per la splendida<br />
collaborazione.<br />
77
78<br />
Di generazione in generazionel’attaccamento<br />
al lavoro ed alla<br />
salvaguardia del prodotto<br />
tradizionale si è<br />
tramandato<br />
Investire in sapore,<br />
genuinità e in salute<br />
alla nuova macelleria Giumelli<br />
Lo staff della macelleria Giumelli, vanta<br />
di una notevole esperienza nel settore<br />
della carne, continua a coltivare<br />
valori come lealtà e trasparenza, indispensabili<br />
affinchè il cliente rinnovi<br />
continuamente la sua fiducia. Le scelte<br />
accurate sono finalizzate alla tran-<br />
MACELLERIA GIUMELLI<br />
PROPRIETÀ Sig.ri Giumelli Giancarlo e Giumelli Eugenio<br />
INDIRIZZO Via Nazionale, 56/A – 23036 San Giacomo di Teglio (SO)<br />
TELEFONO 0342 – 786106<br />
FAX 0342 – 786106<br />
E-MAIL fratelli.giumelli@virgilio.it<br />
ATTIVITA’ Negozio di macelleria, produzione propria di<br />
insaccati, specialità cacciatorini al vino Valgella.<br />
PROGETTAZIONE: <strong>Concreta</strong> Srl<br />
Geom.Stefano Gavazzi<br />
REALIZZAZIONE: <strong>Concreta</strong> Srl<br />
TESTI: Roberta Bertolatti<br />
FOTO: Andrea Basci<br />
assieme alla custodia<br />
dei “segreti” nelle lavorazioni<br />
indispensabili<br />
per giungere a<br />
prodotti di massima<br />
qualità.<br />
quillità di chi gusta i suoi prodotti. Da<br />
anni garantisce le migliori carni del<br />
territorio e tutto questo rende il prodotto<br />
di elevata qualità. Spendere con<br />
fiducia nella macelleria Giumelli, esistente<br />
da ben 130 anni, significa investire<br />
in sapore, genuinità e in salute.
80<br />
n e g o z i<br />
TIPO DI INTERVENTO:<br />
Restyling a tempo di record<br />
Il progetto prevedeva il cambio di destinazione d’uso di<br />
parte della macelleria già esistente, trasformandola da<br />
negozio a laboratorio. Sono stati riprogettati e ripartiti gli<br />
spazi di lavoro adibiti a stoccaggio, celle, sezionamento,<br />
insaccati e vendita. In meno di una settimana lavorativa<br />
sono stati realizzati i seguenti interventi:<br />
● Demolizioni arredi esistenti e scrostamento muri;<br />
● Demolizioni pavimentazioni;<br />
● Demolizione impianto elettrico, idraulico e di riscaldamento.<br />
Rimozione dei vecchi serramenti;<br />
● Rifacimento nuovi impianti a norma e getto del nuovo<br />
sottofondo;<br />
● Nuova pavimentazione antiscivolo con formati di design<br />
cm. 40x40 rettificati;<br />
● Nuovi rivestimenti a parete con piastrelle a mosaico;<br />
● Nuovo banco carni refrigerato;<br />
● Nuovi controsoffitti, serramenti e arredi;<br />
● Nuovo banco cassa in legno vecchio e pietra dorata<br />
della Valmalenco.<br />
Il banco cassa e le scaffalature in legno vecchio combinate<br />
al taglio moderno della pavimentazione e al tecnologico<br />
banco carni creano un mix rustico-moderno molto<br />
accogliente.
82<br />
Txt: Attilio Piazza<br />
Foto: Archivio Consorzio di Teglio<br />
Giorgio De Giorgi<br />
Una pubblicazione dell’Accad<br />
per valorizzare questo patri<br />
Nostra intervista,<br />
in esclusiva<br />
al magazine<br />
“<strong>Concreta</strong>”, al<br />
dott. Gianfranco<br />
Avella Procuratore<br />
della Repubblica<br />
Bormio: reparto Buglio<br />
presso il Tribunale<br />
di Sondrio in<br />
occasione della<br />
presentazione del<br />
volume “Fontane<br />
di Valtellina e di<br />
Valchiavenna”<br />
Abbiamo incontrato il dott. Gianfranco<br />
Avella che, quale socio onorario dell’Accademia<br />
del Pizzocchero di Teglio, ha<br />
curato, unitamente al Presidente della<br />
stessa Rezio Donchi, le note introduttive<br />
del volume “Fontane di Valtellina e di<br />
Valchiavenna” recentemente presentato<br />
alla stampa presso la sala delle Acque<br />
di palazzo Sertoli Guicciardi in Sondrio,<br />
sede del B.I.M. (Bacino Imbrifero Montano)<br />
dell’Adda; a lui abbiamo chiesto<br />
alcune impressioni su questo pregevolissimo<br />
lavoro editoriale che ha colmato<br />
una lacuna editoriale in ambito provinciale.<br />
Prima di dare la parola al dott.<br />
Gianfranco Avella vorremmo sottolineare<br />
una frase utilizzata in occasione della<br />
festa per celebrare i cinquanta anni della<br />
fondazione del B.I.M dell’Adda sul<br />
tema “acqua” che ben si addice a questa<br />
presentazione: “L’acqua è vita.<br />
Molti sono lieti perché nelle loro terre<br />
sgorga il petrolio. Ma ricordiamoci<br />
che il bene più prezioso al mondo è<br />
l’acqua. E la Valtellina è patria dell’acqua.<br />
Amiamola, difendiamola:<br />
l’acqua è vita.”.<br />
Così Avella:<br />
“L’Accademia tratta non solo di pizzoccheri<br />
e gastronomia … ma anche e soprattutto<br />
della cultura e delle tradizioni<br />
locali in un’ ottica promozionale di Teglio,<br />
della Valtellina e della Valchiavenna.<br />
In questa prospettiva è nata la felice<br />
idea di una documentazione fotografica<br />
dell’importante patrimonio artistico costituito<br />
dalle fontane storiche della nostra<br />
provincia. Tutto è iniziato da una intuizione<br />
avuta, unitamente a Rezio Donchi,<br />
Presidente dell’Accademia del Pizzocchero<br />
di Teglio, davanti alla stupenda<br />
fontana in pietra ollare collocata nella<br />
piazzetta di S.Pietro, in quel di Chiaven-
emia del Pizzocchero di Teglio<br />
monio artistico e culturale<br />
na. Anche il bravissimo fotografo Giorgio<br />
De Giorgi stava maturando l’intenzione<br />
di pubblicare un volume sulle fontane:<br />
le due idee si sono così unite dando<br />
vita al nostro libro. Comunque colui<br />
che ha dato corpo e piedi a questa iniziativa<br />
editoriale, trasformandola in una<br />
bella realtà, è stato proprio il nostro Presidente<br />
Rezio Donchi, infaticabile trascinatore<br />
dell’intera associazione dell’Accademia<br />
del Pizzocchero di Teglio. Da<br />
questa prima idea, come recita il vecchio<br />
adagio “l’appetito vien mangiando”,<br />
quasi per partenogenesi, è nato il pensiero<br />
di sviluppare un percorso più complesso,<br />
quasi una “tetralogia”: secondo<br />
le nostre speranze e semprechè Dio ci<br />
conceda vita e salute, l’anno prossimo<br />
(2007) l’Accademia pubblicherà, ancora<br />
in bianco/nero, il volume dal titolo “Porte<br />
e Portali della Valtellina e della Valchiavenna”;<br />
come è noto di questi manufatti<br />
ne esistono di veramente splendidi<br />
in tutta la provincia di Sondrio, per<br />
es. a Bormio, a Teglio, a Ponte in Valtellina,<br />
a Sondrio, a Morbegno, a Chiavenna<br />
ed in altri comuni. L’anno successivo<br />
(2008), e questo sarà oggetto di un impegno<br />
veramente importante in collaborazione<br />
con gli amici dei Grigioni Italiani<br />
(Svizzera), l’Accademia è intenzionata a<br />
pubblicare un altro libro fotografico riguardante<br />
gli “Antichi Ambienti Lignei e<br />
le Stue della Rezia Italiana”: Valtellina,<br />
Valchiavenna, Val Bregaglia e Valposchiavo,<br />
questo interamente a colori per<br />
meglio esaltare i colori e le sfumature<br />
del legno. Infine, “dulcis in fundo”, nell’anno<br />
2009, a conclusione di questa importante<br />
percorso culturale ed editoriale,<br />
sempre mentore l’infaticabile Presidente<br />
Rezio Donchi, il libro fotografico, anch’esso<br />
a colori, dal titolo “Gioielli popolari<br />
dell’Alto Lago, della Valtellina e del-<br />
Grosio: impianto idroelettrico AEM Valdisotto: Piatta<br />
la Valchiavenna” nel quale, tra gli altri,<br />
troveranno una giusta rappresentazione<br />
gli splendidi orecchini di Grosio, di Sondalo,<br />
della costiera dei Cech e dell’Alto<br />
Lago. Tutto questo, e speriamo altro ancora,<br />
nella prospettiva di illustrare materie,<br />
oggetti ed anche opere d’arte che<br />
riguardano la tradizione e la storia del<br />
nostro territorio, nella salvaguardia della<br />
cultura locale ma senza alcun intento localistico”.<br />
Il volume “Fontane di Valtellina e Valchiavenna”<br />
Nella introduzione, a cura dell’Editore<br />
(Gerardo Monizza - Nodolibri - Como),<br />
si legge che il territorio attuale della provincia<br />
di Sondrio comprende settantotto<br />
comuni ed una quantità indefinita di piccole<br />
frazioni; imprecisato anche il numero<br />
delle valli e vallette che si “allungano”<br />
partendo dalle Alpi Retiche e dalle<br />
Prealpi Orobiche. Da quanto sopra<br />
esposto si evince che il tutto appartiene<br />
ad un fittissimo “reticolo” di informazioni<br />
storiche ed umane che sono quasi impossibili<br />
da tradurre per una facile ed<br />
immediata lettura. Per queste ragioni,<br />
come sottolinea l’Editore, si è scelto in<br />
questo volume di seguire un criterio differente<br />
dall’elencazione di luoghi e soggetti.<br />
Il titolo “Fontane di Valtellina e Valchiavenna”<br />
sembra ridurre l’indagine alle<br />
sole direttrici geografiche principali di<br />
una realtà assai più vasta e complessa<br />
che comprende zone altrettanto famose,<br />
importanti e belle. Tante e troppe e certamente<br />
impossibili da contenere in un<br />
titolo che riportasse in modo immediato<br />
a luoghi noti ed ai manufatti riconoscibi-<br />
Ponte in Valtellina: via Pozzaglio<br />
83
84<br />
Tirano: Palazzo Merizzi Bema<br />
li. Giorgio De Giorgi, il fotografo che ha<br />
curato l’intera indagine fotografica di tutte<br />
le fontane di Valtellina e Valchiavenna<br />
riportate nella pubblicazione, rappresenta<br />
il solo ed unico “giudice” per<br />
quanto riguarda la scelta di questa o<br />
quella fontana da “immortalare” … a lui<br />
ed alla sua sensibilità, di vero artista<br />
della fotografia, è stato affidato il compito<br />
di “scegliere” e di individuare quei<br />
soggetti che meglio si prestavano alla<br />
pubblicazione. De Giorgi da molti anni<br />
coltivava l’idea di fotografare un patrimonio<br />
immenso (si calcola, infatti, che<br />
siano quasi duemila le fontane dell’intera<br />
provincia di Sondrio) senza però volerlo<br />
rilevare nella sua interezza, ma<br />
solo cogliendone le emozioni formali, le<br />
caratteristiche ambientali e/o anche i<br />
“suoni” gorgoglianti dell’acqua che scorre.<br />
Il volume “Fontane di Valtellina e Valchiavenna”<br />
è diviso in sette parti: le prime<br />
cinque raggruppano le rispettive<br />
fontane appartenenti alle attuali comunità<br />
montane, ovvero quella dell’Alta<br />
Valtellina - Bormio, di Tirano, di Sondrio,<br />
di Morbegno e di Chiavenna che ricalcano<br />
le divisioni amministrative storiche;<br />
tutto ciò consentirà al lettore attento –<br />
come sottolinea l’Editore – di ritrovare<br />
con facilità i luoghi, di verificare uguaglianze<br />
nei modelli, le diversità dei materiali<br />
impiegati per la costruzione ed<br />
una eventuale omogeneità nelle disposizioni.<br />
La penultima parte (la sesta) è<br />
dedicata alle fontane contemporanee;<br />
questa separazione dagli altri manufatti<br />
indica anche una svolta riconoscibile nel<br />
ruolo storico della fontana: da un punto<br />
di incontro, di utilità e di comunicazione<br />
sociale, a punto di vista osservato come<br />
monumento, spesso solo celebrativo.<br />
L’ultima parte (la settima) raggruppa alcuni<br />
contributi storici stesi da esperti ricercatori<br />
ed attenti osservatori della<br />
realtà locale, della mentalità di questi<br />
territori, della linguistica e della storia<br />
(Remo Bracchi, Bruno Ciapponi Landi,<br />
Graziano Tognini, Michela Pedrana,<br />
Guido Scaramellini e Nella Porta Credaro).<br />
Bella, ricca di significato e molto didascalica<br />
la prefazione di Guglielmo<br />
Scaramellini il quale sottolinea che: “fontane<br />
che hanno marcato... il territorio,<br />
ma che... ancora marcano, nel tempo<br />
che scorre, come l’acqua, la vita di tutti<br />
noi”. Gerardo Monizza, l’Editore (Nodolibri<br />
-Como), evidenzia che ogni settore<br />
è preceduto da un testo per così dire<br />
evocativo e poetico che riporta “le azioni”<br />
dell’acqua: il suo scorrere, il suo fer-<br />
marsi, il suo dissetare, il suo lavorare, il<br />
suo riunire, etc. Si parte con lo “scorrere”<br />
… l’acqua che sgorga dalle sorgenti,<br />
scorre e scivola via dalle vallate, portando<br />
fertilità alla terra, alla natura ed all’uomo;<br />
poi l’acqua si ferma, costretta<br />
all’interno di una torretta di pietra oppure<br />
in metallo; esiste, inoltre, l’acqua che<br />
nutre e disseta uomini ed animali, lasciando<br />
sempre un senso di benessere,<br />
di appagamento e di freschezza; infine<br />
l’acqua come bene e risorsa insostituibile<br />
per il lavoro, un tempo a braccia nei<br />
lavatoi, in seguito meccanica nei laboratori<br />
e nelle industrie. Senza dimenticare<br />
la funzione prima delle fontane che era<br />
quella di riunire le genti a lavorare, a dissetarsi,<br />
a discutere ed alcune volte anche<br />
a litigare.<br />
Non da ultimo, perché meno importante,<br />
l’elogio al volume “Fontane di Valtellina<br />
e di Valchiavenna” arrivato, tramite e –<br />
mail, all’attenzione del dott. Gianfranco<br />
Avella (Procuratore della Repubblica Italiana<br />
al Tribunale di Sondrio) ed al presidente<br />
dell’Accademia del Pizzocchero<br />
di Teglio, Rezio Donchi, da parte del socio<br />
onorario della stessa accademia, Ernesto<br />
Ferrero (direttore della Fiera del<br />
Libro di Torino e Premio Stega 2000) …<br />
“Un omaggio molto felice e opportuno<br />
ad una civiltà austera che sa toccare le<br />
vette della poesia attraverso la toccante<br />
sobrietà dello stile. Ed è l’occasione di<br />
ripercorrere il significato di tante opere<br />
bellissime, che magari non riusciamo a<br />
vedere proprio perché le abbiamo sotto<br />
gli occhi”.<br />
La scheda del volume “Fontane di Valtellina e Valchiavenna”<br />
(240 pagine + sovraccoperta e custodia – formato 25X25 cm – stampa delle immagini in<br />
bicromia – carta patinata opaca – cucito a filo refe – custodia in cartoncino nero)<br />
Edizioni: Nodolibri – Como<br />
Produzione: Accademia del Pizzocchero di Teglio<br />
Realizzazione: Gerardo Monizza e Rezio Donchi<br />
Fotografie: Giorgio De Giorgi<br />
Introduzione: Rezio Donchi e Gianfranco Avella<br />
Prefazione: Guglielmo Scaramellini (Paesaggio, acqua e fontane)<br />
Testo: Gerardo Monizza (Forme, materia e rumori d’acqua)<br />
Contributi: Remo Bracchi (Parole d’acqua) - Bruno Ciapponi Landi (Gente<br />
alla fonte) – Graziano Tognini (Architetture d’acqua) – Michela Pedrana (Fontane<br />
nella storia) – Guido Scaramellini (Fontane nei documenti) – Nella Porta<br />
Credaro (Fontane nei ricordi)<br />
Stampa: Tipografia Ramponi - Sondrio
Txt: Silver<br />
Foto: Archivio Consorzio Teglio Turismo<br />
Giorgio De Giorgi<br />
Consorzio Teglio Turismo: una straordinaria<br />
e dinamica realtà turisticaValtellinese<br />
… Sapori (il<br />
Pizzocchero) e<br />
Sapere (il Palazzo<br />
Besta) … di<br />
Valtellina: questo<br />
il motto di Teglio, il<br />
ridente “borgo” che<br />
ha dato le origini al<br />
nome della nostra<br />
“Magnifica Vallata”<br />
La reception dell’ufficio “Teglio Turismo”<br />
Teglio<br />
E’ collocata nel cuore della Valtellina,<br />
adagiata sopra ad un ampio “terrazzo”<br />
soleggiato sul versante retico<br />
e posta a 900 m di altitudine; fu nei<br />
secoli passati il borgo più importante<br />
dell’intera “Vallata” a cui diede il<br />
nome; anticamente fu prescelta dai<br />
Romani, dopo l’occupazione della<br />
Rezia nel 15 a.C., come sede di una<br />
torre di vedetta e di difesa sul dosso<br />
a sud del paese; durante la dominazione<br />
bizantina Teglio si affermò<br />
come perno insostituibile nella difesa<br />
della valle e quale luogo principale<br />
della stessa; castello e castellanza<br />
non ebbero, però, vita facile poiché<br />
era troppo ambito il possesso<br />
del territorio “tellino” conteso continuamente<br />
tra Como e Milano.<br />
Teglio non è un anonimo insediamento<br />
di montagna, ma presenta una sua<br />
“particolare e profonda anima” che si<br />
salda ad un passato facile da ritrovare<br />
e riscoprire nelle sue anguste e caratteristiche<br />
vie e nelle sue contrade.<br />
Grazie al clima dolce ed asciutto, alla<br />
pace, alle bellezze naturali, al verde<br />
incontaminato dei boschi e dei prati,<br />
ed alle testimonianze di un vivo e sentito<br />
passato, il ridente “borgo” valtellinese<br />
rappresenta un luogo ideale di<br />
vacanza per qualsiasi età ed in ogni<br />
stagione. Teglio, infatti, consente di<br />
praticare numerosi sport sia in inverno<br />
come lo sci alpino, lo sci di fondo, lo<br />
sci alpinismo, il pattinaggio su ghiaccio<br />
e sia d’estate come il trekking a<br />
piedi, la mountain bike, il tennis, il tiro<br />
con l’arco, l’equitazione, la pesca<br />
85
86<br />
L’ingresso dell’ufficio “Teglio Turismo”<br />
sportiva presso il ridente laghetto di<br />
Somasassa. Chi sceglie Teglio, per le<br />
sue vacanze, oltre alla squisita ospitalità<br />
potrà deliziarsi nell’assaggiare e<br />
gustare i suoi prelibati piatti gastronomici<br />
come i pizzoccheri (originari proprio<br />
di Teglio), a base di farina di grano<br />
saraceno, gli sciatt e la polenta<br />
taragna, accompagnati da bresaola,<br />
salumi e formaggi di montagna, oltre<br />
a degustare un ottimo Valgella, il generoso<br />
vino rosso prodotto dalle locali<br />
aziende vitivinicole locali. Teglio è<br />
anche storia, arte e cultura con la torre<br />
“De Li Beli Miri”, il Palazzo Besta<br />
(museo nazionale e la più bella dimora<br />
cinquecentesca valtellinese) e la<br />
Collegiata di S. Eufemia.<br />
Luciano Andreoli<br />
A conclusione di un’estate 2006 ricca<br />
di appuntamenti di cartello, sapientemente<br />
organizzati dal Consorzio “Teglio<br />
Turismo” e dall’Accademia del<br />
Pizzocchero, unitamente al Centro<br />
Tellino di Cultura e alla Parrocchia,<br />
con la stagione invernale (2006/2007)<br />
oramai decollata ufficialmente, siamo<br />
riusciti ad incontrare - in quel di Teglio<br />
- il presidente del locale consorzio turistico,<br />
Luciano Andreoli, noto imprenditore<br />
di Teglio e vice presidente (con<br />
Vittorio Pola) dell’Accademia del Pizzocchero,<br />
per farci raccontare la storia<br />
di questo prestigioso consorzio e le<br />
iniziative che verranno proposte durante<br />
il prossimo inverno.<br />
- Luciano Andreoli ci può tracciare,<br />
molto brevemente, un profilo del<br />
vostro consorzio?<br />
“Ufficialmente il nostro consorzio (Teglio<br />
Turismo) nasce nel 1999 ed allora<br />
fu uno dei primi in Valtellina ad essere<br />
creato in considerazione del fatto<br />
che la regione Lombardia, in una sua<br />
precisa “nota”, disponeva proprio la<br />
creazione di consorzi turistici “ad hoc”<br />
in tutte le località a vocazione turistica<br />
disseminate sul territorio lombardo in<br />
sostituzione delle “obsolete” A.P.T.<br />
(Aziende di Promozione Turistica). In<br />
relazione a ciò un gruppo nutrito di<br />
operatori tellini, con il testa il sottoscritto<br />
e a fianco l’amico Fabio Valli,<br />
unitamente all’amministrazione comunale<br />
di Teglio, coglie al volo questa<br />
importante opportunità e fonda “Teglio<br />
Turismo”.<br />
Un anno dopo (2000) inizia, così, ad<br />
essere completamente operativo”.<br />
- Quali sono le manifestazioni turistiche<br />
di spicco che siete stati in<br />
grado di proporre in questi ultimi<br />
anni?<br />
“Tra le manifestazioni di spicco organizzate<br />
ultimamente, in collaborazione<br />
con l’attuale amministrazione comunale<br />
con in testa il “borgomastro” e<br />
primo cittadino, Giorgio Grolli, vorrei<br />
ricordare quelle degli ultimi due anni;<br />
mi riferisco, in particolare, al 2005 con<br />
“Volumi in equilibrio” e al 2006 con<br />
“Superfici in equilibrio”, entrambe presentate<br />
dal critico d’arte Vittorio Sgarbi.<br />
Per il prossimo anno (2007) proporremo<br />
una sorpresa “in equilibrio”<br />
… Invece, per quanto riguarda l’estate<br />
2006, abbiamo proposto un ricco calendario<br />
di eventi (in stretta collaborazione<br />
con l’Accademia del Pizzocchero,<br />
il Centro Tellino di Cultura e l’Amministrazione<br />
Comunale) che hanno<br />
spaziato dall’arte, alla cultura, all’enogastronomia,<br />
musica e poesia. Un carosello<br />
di iniziative che non trovano,<br />
sicuramente, riscontro in nessun altra<br />
località della provincia di Sondrio nonostante<br />
la nostra sia una piccola<br />
identità comunale. Il nostro ufficio,<br />
collocato accanto alla casa comunale,<br />
è stato per quasi tre mesi un “crocevia<br />
privilegiato”: mi riferisco, in particolare,<br />
alle molteplici informazioni fornite<br />
ai turisti che hanno scelto, quale momento<br />
di ferie e di relax, la nostra cittadina<br />
attraverso la consegna di materiale<br />
divulgativo come cartine del<br />
comune, depliant illustrativi delle diverse<br />
manifestazioni estive, ricerca di<br />
locazioni e tanti “sorrisi e aiuti” a tutti<br />
quelli che hanno frequentato l’ufficio<br />
di “Teglio Turismo”.<br />
Le “bizze” del tempo hanno alcune<br />
volte bagnato i nostri prati, ma non<br />
hanno scalfito in nessun modo i grandi<br />
eventi che abbiamo organizzato<br />
magistralmente. Un lavoro silenzioso<br />
quello del consorzio proprio nell’ottica<br />
del nostro essere valtellinesi (fatti e<br />
non parole … ); lavoro, lavoro e ancora<br />
lavoro con molta sobrietà e concre-
tezza, con la certezza di avere contribuito<br />
a rendere la mia, la nostra e la<br />
vostra Teglio diversa, godibile e allegra”.<br />
- Sappiamo che lei, oltre ad essere<br />
presidente del Consorzio Teglio Turismo,<br />
è anche vice presidente di<br />
una prestigiosa (istituzione) associazione,<br />
ovvero l’Accademia del<br />
Pizzochero di Teglio; ci può raccontare<br />
come è nata l’idea di raggruppare,<br />
in una “ristretta” cerchia,<br />
gli estimatori del “Re Pizzocchero”?<br />
“Nel 2002 nasce l’idea di fondare l’attuale<br />
accademia del pizzocchero, presieduta<br />
dal Rezio Donchi; questa associazione<br />
ha lo scopo di tutelare,<br />
promuovere e diffondere il “Pizzocchero<br />
fresco di Teglio” e tutte le<br />
espressioni tipiche dell’enogastronomia<br />
della provincia di Sondrio. Ha il<br />
compito, quindi, di intraprendere ed incoraggiare<br />
tutte le iniziative che possono<br />
contribuire a valorizzare ed accrescere<br />
la conoscenza della stessa<br />
enogastronomia valtellinese anche<br />
come espressione di costume, di civiltà,<br />
di cultura e di scienza. Quindi promozione,<br />
organizzazione e partecipazione<br />
a studi, convegni, dibattiti … l’informazione<br />
attraverso i media … la<br />
pubblicazione di notiziari periodici<br />
(vedi “La Voce dell’Accademia del Pizzocchero”)<br />
… promozione e partecipazione<br />
attiva a manifestazioni enogastronomiche<br />
…scambi con manifestazioni<br />
di altri Paesi … registrazione<br />
di denominazione di origine protetta<br />
oppure di indicazione geografica protetta.<br />
Diversi sono i soci fondatori (circa<br />
una trentina) e molteplici quelli onorari<br />
tra i quali ricordiamo: il Procuratore<br />
della Repubblica del Tribunale di<br />
Sondrio, Gianfranco Avella, l’ex azzurro<br />
dell’atletica leggera Livio Berruti, il<br />
cantautore Massimo Bubola, la presentatrice<br />
televisiva e conduttrice Gabriella<br />
Carlucci, l’ex azzurra di sci alpino<br />
ed olimpionica Deborah Compagnoni,<br />
Gianfranco De Laurentis, l’ex<br />
azzurra di sci di fondo ed olimpionica<br />
Manuela Di Centa, l’alpinista Fabio<br />
Meraldi, lo scrittore Ernesto Ferrero,<br />
l’onorevole Franco Frattini, l’attrice<br />
Don Antonio Mazzi con<br />
Luciano Andreoli<br />
Claudia Kohl, il sacerdote Don Antonio<br />
Mazzi, l’attrice Ottavia Piccolo, l’ex<br />
tele - radio cronista sportivo Bruno<br />
Pizzul, il pittore Aldo Pogliani, l’azzurro<br />
di sci ed olimpionico Giorgio Rocca,<br />
il conduttore televisivo Jerry Scotti,<br />
l’onorevole e critico d’arte Vittorio<br />
Sgarbi, tanto per citarne alcuni … Ringrazio,<br />
infine e vivamente la redazione<br />
del magazine “<strong>Concreta</strong>” per lo spazio<br />
concessomi; a questo punto vorrei<br />
concludere, questa simpatica chiacchierata,<br />
con una frase che ritengo<br />
emblematica per definire quanto sia<br />
suggestiva la “mia” Teglio: “Esiste un<br />
sommesso rigore d’arte in ogni testimonianza<br />
dell’illustre passato di<br />
Teglio; ne nasce, così, il senso di<br />
Luciano Andreoli con da sinistra a destra,<br />
Fabio Valli, Don Mazzi e Rezio Donchi<br />
un’armonia compiuta e raccolta che<br />
felicemente si sposa alla dolcezza<br />
serena del paesaggio circostante.<br />
Tra le innumerevoli sorprese di Teglio<br />
esiste, come motivo ricorrente,<br />
la continua scoperta di elementi<br />
nobilissimi inseriti nella trama della<br />
più semplice ed umile realtà. Non<br />
di rado, la modesta abitazione di un<br />
contadino è affrescata ed istoriata<br />
come un palazzo antico. E l’incuria<br />
degli uomini e le offese del tempo<br />
non hanno fatto altro che coprire di<br />
una patina affascinante queste lontane<br />
memorie, conferendo loro un<br />
patetico accento che colma di commozione<br />
anche il più distratto degli<br />
osservatori … ” .<br />
Da sinistra a destra Luciano Andreoli, Rezio Donchi, Lorenza Maffescioni, Gabriella<br />
Carlucci, il prefetto di Sondrio Sante Frantellizzi e la giornalista Daniela Cuzzolin<br />
87
eferenze referenze referenze referenze referenze referenze<br />
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SOLE MALE’ (TN)<br />
SPLENDID BELLAGIO (CO)<br />
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STEINBOK LIVIGNO (SO)<br />
SUISSE POSCHIAVO (CH)<br />
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TENDA ROSSA MASSA CARRARRA (MS)<br />
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TOURING LIVIGNO (SO)<br />
THURVIESER S. CATERINA (SO)<br />
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VALDIGNE SPA COURMAYEUR (AO)<br />
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VICTORIA LUGANO (CH)<br />
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AGRITURISMO LA CIVETTA LONATO (BS)<br />
AGRITURISMO LA FLORIDA COSIO (SO)<br />
AI LAGHETTI VALDISOTTO (SO)<br />
AL CANTUN SONDRIO (SO)<br />
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