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alberghi hotels ristoranti pizzerie rifugi residences ... - Concreta S.r.l.

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Valerio<br />

Gavazzi<br />

<strong>alberghi</strong> <strong>hotels</strong> <strong>ristoranti</strong> <strong>pizzerie</strong> <strong>rifugi</strong> <strong>residences</strong> ville res<br />

Pregiata finitura artigianale insieme ad<br />

alta tecnologia, design d’avanguardia<br />

in spazi perfettamente ottimizzati, qualità<br />

e funzionalità delle strutture, 16 anni<br />

di idee per la creazione di luoghi unici<br />

ed irripetibili. Questa è <strong>Concreta</strong> srl,<br />

un’azienda capace di progettare, realizzare<br />

e fornire “chiavi in mano” soluzioni<br />

d’arredo per <strong>alberghi</strong> e strutture commerciali<br />

di ogni genere. La professionalità<br />

e l’esperienza maturate consentono<br />

di offrire tutti i prodotti e i servizi legati<br />

all’arredamento avvalendosi delle tecnologie<br />

più avanzate e di un’equipe di<br />

lavoro altamente specializzata. Essere<br />

al tempo stesso progettisti e produttori<br />

consente di ottimizzare le caratteristiche<br />

del prodotto e rispondere me-<br />

glio alle esigenze della Clientela. Siamo<br />

qualificati per proporre un servizio<br />

“Chiavi in mano” dove viene richiesto<br />

un lavoro completo, un rapporto con un<br />

unico interlocutore, che garantisca costi<br />

definiti e tempi certi. Il concetto “Chiavi<br />

in mano” si basa infatti sul principio di<br />

sollevare il cliente da tutte le preoccupazioni<br />

gestionali ed avere un unico referente.<br />

Dalle esigenze del cliente alla<br />

realizzazione del prodotto, <strong>Concreta</strong><br />

offre un servizio completo in grado di rispondere<br />

a desideri sempre nuovi.<br />

Il contatto con il cliente<br />

È in questa fase che i requisiti di un<br />

progetto vengono raccolti in linea con i<br />

desideri del cliente; la combinazione dei<br />

Vostri bisogni e la nostra esperienza è il<br />

primo passo verso il progetto.<br />

La progettazione degli arredi e degli<br />

impianti<br />

Curata da importanti architetti e designer,<br />

garantisce lo sviluppo di un progetto<br />

sempre unico, che sviluppa e<br />

arricchisce gli arredi <strong>Concreta</strong>. Primo<br />

passo è la proposta planimetrica di layout.<br />

Seguono poi bozzetti per le parti<br />

<strong>Concreta</strong> srl - Via Nazionale 14/a - Postalesio (SO) - Tel. ++39 0342 49 35 67 - Fax 0342 49 39 86


idenziali bar-pub nights pasticcerie gelaterie negozi uffici<br />

più significative dell’arredo. Tutto l’arredo<br />

prende poi forma in un’immagine<br />

virtuale creata da designer con i più sofisticati<br />

strumenti di computer graphics.<br />

La realizzazione in falegnameria<br />

La lavorazione del legno e l’assemblaggio<br />

dell’arredamento nella nostra falegnameria<br />

(3000 mq.) unite a un gruppo<br />

di professionisti della lavorazione dell’acciaio,<br />

della verniciatura, del vetro,<br />

sono garanzia di un prodotto completo<br />

e inconfondibile. La falegnameria<br />

è senz’altro uno dei punti di forza dell’azienda.<br />

Sviluppa al proprio interno le diverse<br />

fasi della lavorazione del legno, dalla<br />

sezionatura alla laccatura e al premon-<br />

taggio prima della consegna. Il tutto<br />

sotto l’accurato controllo di architetti e<br />

progettisti che seguono ogni lavoro in<br />

ogni fase della produzione e del montaggio<br />

in cantiere.<br />

La consegna e il montaggio<br />

La consegna e il montaggio, effettuati<br />

con personale e mezzi nostri, assicurano<br />

i tempi concordati e un servizio<br />

di assistenza presente e puntuale nel<br />

tempo.<br />

Comunicazione e aggiornamento<br />

<strong>Concreta</strong> Magazine è un trimestrale di<br />

arredamento ed immagine, oltre a un<br />

versatile contenitore di storia, turismo<br />

e curiosità che viene redatto all’interno<br />

del nostro ufficio marketing. Viene spedito<br />

in 5000 copie ad operatori commerciali,<br />

professionisti e a coloro che lo<br />

richiedono.<br />

Corsi professionali per gelatieri, pasticceri,<br />

albergatori, barman, pizzaioli<br />

e cuochi, vengono proposti periodicamente<br />

nella nostra sala corsi, nella convinzione<br />

che l’aggiornamento, unito alla<br />

tecnologia, sia la chiave per qualunque<br />

successo imprenditoriale.<br />

www.concretasrl.com - info@concretasrl.com<br />

Umberto<br />

Paganoni


2<br />

PERIODICO TRIMESTRALE DI<br />

ARREDAMENTO, IMMAGINE E CULTURA<br />

Anno XI - N° 3 - Dicembre 2006<br />

Direttore responsabile:<br />

ROBERTA BERTOLATTI<br />

roberta.bertolatti@concretasrl.com<br />

Redazione:<br />

CONCRETA s.r.l.<br />

Via Nazionale 14 A<br />

Postalesio (SO)<br />

Tel. 0342/49.35.67<br />

Fax 0342/49.39.86<br />

www.concretasrl.com<br />

E-mail: info@concretasrl.com<br />

Aut. Trib. SO N° 258 del 5/12/95<br />

In copertina:<br />

Berry’s Lounge Cafè - Sondrio<br />

Foto:<br />

Andrea Basci ● Simone Pierfelice<br />

Giorgio De Giorgi ● Luca Salvadalena<br />

Fadri Cazin ● Archivio Consozio Teglio<br />

Archivio “Marco Mountain”<br />

Grafi ca:<br />

Lineagrafi ca s.a.s.<br />

Stampa:<br />

Bonazzi grafi ca - Sondrio<br />

CONCRETA RINGRAZIA<br />

PER LA COLLABORAZIONE:<br />

LA CASA DELLA PASTA pag. 11<br />

EDILBI pag. 25<br />

GEOCLIMA pag. 37<br />

PLOZZA pag. 44-45<br />

GR TENDAGGI pag. 55<br />

VDM pag. 59<br />

CREDITO VALT. pag. 81<br />

Sommario<br />

Dicembre 2006<br />

EDITORIALE - Roberta Bertolatti 3<br />

FRAMMENTI DI UNA VITA LUNGA UN SECOLO - Cecilia Paganoni 4<br />

UNIVALE PER UN SORRISO - Camillo Bertolini 8<br />

VENTI DI PASTA FRESCA... UNA FAMIGLIA UNA IMPRESA - Camillo Bertolini 10<br />

L’ALPINISTA VALTELLINESE MARCO CONFORTOLA 12<br />

INCORNICIA UN 2006 VERAMENTE INDIMENTICABILE- Silvio Mevio<br />

LA SCULTURA E LA PITTURA DI LUCA SALVADALENA: ISPIRAZIONE E FANTASIA - Donatella Micault 38<br />

“BIKE TRASALP CHALLANGE 2006”- Laura D’Amelio 40<br />

PIETRO VITALINI FIRMA UNA SIMPATICA E ACCATTIVANTE 60<br />

LINEA DI ABBIGLIAMENTO SPORTIVO-INVERNALE - Attilio Piazza<br />

MARIO TESTORELLI E IL “SUO” MUSEO: UNA VITA PER LA VALFURVA - Silvio Mevio 75<br />

UNA PUBBLICAZIONE DELL’ACCADEMIA DEL PIZZOCCHERO DI TEGLIO 82<br />

PER VALORIZZARE QUESTO PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE - Attilio Piazza<br />

CONSORZIO TURISTICO DI TEGLIO: 85<br />

UNA STRAORDINARIA E DINAMICAREALTÀ TURISTICA VALTELLINESE - Silver<br />

REFERENZE 88<br />

Arredamento<br />

ALBERGHI<br />

Hotel Selene 4 stelle - Pomezia (RM) 14<br />

Hotel Sonne - St. Moritz (Svizzera) 20<br />

Albergo Vittoria - Gromo (BG) 26<br />

Albergo Ristorante Bellavista - Valmadrera (LC) 34<br />

BAR<br />

Berry’s Lounge Cafè - Sondrio 46<br />

Cafè de la Gare - Tirano (SO) 52<br />

Caffè Lucignolo - Tirano (SO) 56<br />

NEGOZI<br />

Pirker Sport - Chiesa in Valmalenco (SO) 62<br />

Ape Regina - Tovo di Sant’Agata (SO) 68<br />

Buongustaio - Sondrio 72<br />

Macelleria Giumelli - San Giacomo di Teglio (SO) 78


Editoriale<br />

Abbiamo ancora nel cuore i ricordi dell’estate appena trascorsa, eppure<br />

siamo già alla fine dell’anno e anche quest’anno puntuale come sempre<br />

il Natale torna tra noi a portarci il solito carico colorato di regali, dolci,<br />

pensieri, speranze. Puntualmente come ogni anno ritornano le solite luci<br />

scintillanti, le vetrine straboccano di doni e decorazioni ma... sappiamo<br />

che è Natale? O siamo tanti automi che camminiamo e corriamo a testa<br />

bassa lungo i marciapiedi attanagliati dagli impegni di<br />

lavoro, dagli orari, dalle scadenze? Ci si chiede qual è lo<br />

spirito del Natale? Che cosa significa veramente fare un<br />

regalo a Natale? Gli antichi Romani, fautori della “traditio<br />

brevi manu”, ovvero il porre nella mani del destinatario<br />

l’oggetto da donare, davano un senso fortissimo all’atto<br />

del regalare che voleva rappresentare una dichiarazione<br />

di affetto e di stima.<br />

Oggi siamo molto lontani da ciò, basta solo pensare a<br />

quante volte facciamo un regalo solo per ricambiare. Il<br />

vero senso del Natale è quello che ancora oggi leggiamo<br />

in fondo agli occhi dei nostri figli, è quella luce misteriosa<br />

che fa sì che i nostri bimbi vivano la festa con la frenesia<br />

e la trepidazione che solo questi giorni speciali possono far provare.<br />

Giorni che evocano anche in noi ricordi di un’infanzia trascorsa, sensazioni,<br />

emozioni che negli anni hanno mantenuto gli stessi colori e gli<br />

stessi sapori.<br />

Possono cambiare i governi, le mode ma non il simpatico vecchietto un<br />

po’ in carne che capeggia tra i vetri delle case, sui panettoni, tra le vie.<br />

Teniamoci stretti i veri valori, quella felicità che solo le piccole, ma in<br />

realtà enormi cose possono dare. Cerchiamo di scoprire il vero spirito<br />

del Natale nel sorriso ingenuo e felice dei bimbi, nella carezza di un genitore<br />

o di un nonno lasciato troppe volte in disparte nel resto dell’anno.<br />

Il Natale vuole unire, accomunare gli spiriti e le emozioni. Condividere<br />

una serata felice con le persone care intorno ad un tavolo davanti ad un<br />

buon piatto fumante a volte può sciogliere nodi e tensioni emotive accumulatesi<br />

durante l’anno. Recuperare la semplicità di un evento che di per<br />

sé nasce in uno dei contesti più semplici ed umili che la storia ricordi, una<br />

stalla con due buoi ed un bambino avvolto negli stracci. E allora che sia<br />

un Natale semplice, senza inquinamento commerciale, recuperandone<br />

lo spirito vero. E che sia un Natale visto con gli occhi dei nostri figli, quando<br />

quel batticuore ci faceva sobbalzare al minimo rumore, con la gioia e<br />

la speranza di intravedere tra le luci che si accendono e si spengono la<br />

sagoma di qualche pacco sotto l’albero. E che sia un Natale dove un gesto<br />

di solidarietà diventa un momento di grande responsabilità<br />

sociale e di impegno in aiuto ad associazioni di<br />

volontariato , come l’Univale; associazione che vi presento<br />

in questo numero, nella speranza che coglierete<br />

questa occasione per fare un gesto che sarà sicuramente<br />

apprezzato. Partecipare significa contribuire alla crescita<br />

di un’esperienza locale di solidarietà dal valore profondamente<br />

umano.<br />

Ed è proprio con questo spirito che la direzione di <strong>Concreta</strong><br />

e Confa augura a tutti i dipendenti, a Voi lettori,<br />

giornalisti e collaboratori un sincero Buon Natale!<br />

Roberta Bertolatti<br />

IN RICORDO A FRANCESCO BONAZZI<br />

Ho provato grande commozione ed orgoglio quando la proprietà di<br />

<strong>Concreta</strong> mi ha chiesto di ricordare la figura di FRANCESCO BO-<br />

NAZZI sul nostro Magazine, che ha visto i Natali nella sua tipografia<br />

ben 13 anni fa. Io che ho vissuto 23 anni alle sue dipendenze è come<br />

ricordare un padre, un amico “grande”, ma non voglio assolutamente<br />

essere retorico. Voglio ricordarlo come industriale modello, timido<br />

e schivo ai riflettori, attento e assorbito completamente alla sua professione<br />

e alla sua famiglia. Una professione che lo ha distinto nella<br />

storia della stampa valtellinese; capostipite e pigmalione di quasi<br />

tutti i tipografi operanti nel nostro capoluogo e non solo. Ora la tecnologia<br />

ha trasformato la vecchia “tipografia” in “litografia” oppure<br />

“computergrafica”, ma Francesco Bonazzi rimarrà nell’immaginario<br />

collettivo come: “Bonazzi grafica - La stampa”. Beppe Aldrighetti<br />

3


4<br />

Testi e foto: Cecilia Paganoni<br />

Frammenti di una<br />

vita lunga un secolo<br />

Le nonne Enrica<br />

ed Elena raccontano<br />

uno dei momenti<br />

più felici<br />

della loro infanzia<br />

L’anziana bisnonna si guarda attorno<br />

con sguardo indagatore, verso le sei<br />

di sera le strade sono sempre molto<br />

trafficate, é il momento in cui la gente<br />

ritorna a casa dopo una intensa gior-<br />

nata di lavoro: é un continuo via vai di<br />

auto, un serpentone che dalla città si<br />

snoda lungo la strada che sale verso<br />

i paesini arroccati sulla collina soprastante.<br />

Osserva attentamente quelle scatole<br />

di metallo dai colori più svariati, poi<br />

alzando il bastone indica due auto,<br />

ecco stanno arrivando i miei nipoti,<br />

dice, tirando un sospiro di sollievo.<br />

Sempre in giro per lavoro, mai un attimo<br />

di riposo, quando la sera li vedo<br />

arrivare mi si allarga il respiro, la famiglia<br />

si ritrova tutta assieme, una grande<br />

famiglia come quella di una volta.<br />

Anche se tutto é cambiato.....tutto!<br />

Noi, da bambini non avevamo tutte<br />

quelle cose che hanno i ragazzi di<br />

oggi e la nostra vita trascorreva quasi<br />

solo tra il paese e gli alpeggi.<br />

Prati, vigne, boschi e i nuclei situati<br />

sulle Orobie erano i luoghi dove trascorrevamo<br />

le nostre giornate, i mesi<br />

e gli anni. Tra tante difficoltà avevamo<br />

anche qualche buona possibilità, per<br />

nostra fortuna.<br />

Avevamo una zia straordinaria, zia<br />

Maria, la ricordo sempre molto volentieri,<br />

una donna sempre molto sorridente<br />

con due grandi occhi verdi luminosi<br />

come due specchi d’acqua di<br />

montagna.


Fatto piuttosto insolito era l’unica proprietaria,<br />

lei donna, di una bottega di<br />

generi alimentari e di robe di ogni sorta,<br />

come si soleva dire allora, nel nostro<br />

paese.<br />

La bisnonna si fa pensierosa, cerca di<br />

richiamare alla memoria quella figura<br />

elegante dal fisico snello, flessuoso<br />

come un giunco, sempre pronta a<br />

dare una mano a chi ne aveva bisogno<br />

senza pretendere nulla in cambio.<br />

Zia Maria, come tutti la chiamavano<br />

come se fosse la zia di tutto il paese,<br />

era una donna molto religiosa, pregava<br />

molto, ma non era bigotta e appena<br />

nella bottega aveva qualche caramella<br />

o qualche biscotto in più lo regalava<br />

ai bambini che le gironzolavano intorno,<br />

e noi nipoti eravamo piuttosto gelosi<br />

di questa sua prodigalità.<br />

Non riuscivamo a capire il perché di<br />

certi gesti che ritenevamo sprecati.<br />

Quei mocciosi, confabulavamo tra di<br />

noi, non sono suoi parenti, mentre a<br />

testa bassa e piuttosto imbronciati tornavamo<br />

alle nostre case prendendo a<br />

calci i sassi della strada come se fossero<br />

responsabili dell’accaduto. Intanto<br />

i nostri rivali, si fa per dire, seduti su<br />

un muretto si leccavano ripetutamente<br />

le labbra gongolando in modo provocatorio,<br />

mentre gustavano quel succoso<br />

dolcetto. A pensarci adesso mi viene<br />

da ridere, ma allora i tempi erano<br />

diversi e una caramella o un biscotto<br />

non era cosa di tutti i giorni.<br />

Talvolta quando il gruppo dei ragazzi<br />

che aveva ricevuto l’omaggio, era a<br />

nostro avviso troppo numeroso, ci<br />

scappava pure qualche spintonata;<br />

ma bastava che sulla porta della bottega<br />

si affacciasse la figura silenziosa<br />

e autorevole di zia Maria che ci passava<br />

in rassegna ad uno a uno con<br />

uno sguardo severo e preoccupato e<br />

tutta quella tensione si sciogliesse<br />

come neve al sole. No, non potevamo<br />

recare dispiacere all’unica persona<br />

che dava un tocco di dolcezza alle nostre<br />

giornate; lasciavamo cadere i<br />

sassi e ritornavamo alle nostre case<br />

seguiti dal suo sguardo e da quella<br />

frase ormai nota: “ Solo chi si comporterà<br />

bene verrà con me alla festa di S.<br />

Luis.”<br />

Mancavano ormai pochi giorni al 21<br />

giugno, dovevamo perciò impegnarci<br />

a rispettare quelle regole di condotta<br />

per poter andare con la zia a Sazzo,<br />

nel comune di Ponte, ove ogni anno in<br />

occasione della festa del santo patrono<br />

si teneva una gran fiera che richiamava<br />

visitatori da tutti i paesi vicini e<br />

perfino dalla vicina Svizzera.<br />

Nel frattempo ciascuno cercava di<br />

raggranellare un piccolo gruzzolo per<br />

poter comperare ciò che da tanto tempo<br />

costituiva l’oggetto dei nostri desideri.<br />

Qualche soldino ci veniva dato dai genitori,<br />

noi ci impegnavamo nella raccolta<br />

di robe vecchie, stracci, pezzi di<br />

ferro e di alluminio, ossa, etc, che vendevamo<br />

poi allo “strascé” (straccivendolo).<br />

Facevamo a gara a chi trovava<br />

una quantità maggiore di rottami, questo<br />

significava più soldini. Alla sera<br />

eravamo stanchi morti, ma che soddisfazione<br />

al momento della paga. Bastavano<br />

quei pochi soldi in tasca per<br />

darci la possibilità di fantasticare,<br />

creare castelli in aria, di sentirci in un<br />

altro mondo. Per alcuni giorni vivevamo<br />

nel mondo delle favole...chissà se<br />

Sazzo era davvero un paese così bello<br />

come diceva zia Maria!<br />

La Vigilia Della Festa<br />

I giorni precedenti alla festa eravamo<br />

molto agitati, non riuscivamo a star<br />

fermi tanta era l’emozione per l’avvenimento<br />

che si avvicinava.<br />

Andare da Albosaggia fino a S. Luigi<br />

di Sazzo sul carretto trainato da un<br />

mulo e guidato da zia Maria era davvero<br />

straordinario. Una donna, un carro<br />

pieno di ragazzi e un mulo.....queste<br />

parole frullavano continuamente<br />

nella nostra testa. La sera a letto ripetevamo<br />

all’infinito questo gioco cercando<br />

le combinazioni possibili... un<br />

mulo, un carro di ragazzi, una donna,<br />

oppure una donna, un carro pieno di<br />

ragazzi da Albosaggia a Sazzo e così<br />

via. Ad un certo punto la mamma con<br />

una voce dura e per nulla amorevole<br />

tagliava corto: “Smettetela, disii su i<br />

5


6<br />

pater, se no el Signor al manda el Castigamat!”<br />

(Smettetela, recitate le preghiere<br />

altrimenti il Signore manda i<br />

castighi”)<br />

E zia Celesta la vecchia saggia della<br />

famiglia aggiungeva con voce dolente:<br />

“Pregate il Signore che ci dia un buon<br />

sentimento, non fate gli sciocchi!”<br />

A questo segnale sapevamo che dovevamo<br />

smettere, anche se era molto<br />

difficile contenere tutte quelle energie.<br />

Poi zia Celesta per tranquillizzarci ci<br />

raccontava una storia, ogni sera una<br />

storia diversa.<br />

La Storia Della Strega Giustiziera<br />

C’era una volta, incominciava zia Celesta,<br />

una donna che passava le giornate<br />

lavorando fino a tardi.<br />

Una sera mentre stava ancora filando<br />

al lume di candela, una vecchietta<br />

bussò alla sua porta offrendole il suo<br />

aiuto per completare il lavoro. La donna<br />

accettò con soddisfazione quell’aiuto<br />

insperato, non aveva lontanamente<br />

pensato alla Magada, la terribile<br />

strega che si aggirava di notte in<br />

paese combinando terribili misfatti.<br />

Era la sera del sabato e la donna sapeva<br />

che era proibito filare nei giorni<br />

di festa, la Magada era venuta apposta<br />

per controllarla!<br />

Lavora e lavora il tempo passava,<br />

quando la donna si accorse era ormai<br />

troppo tardi, era già passata la mezzanotte<br />

ed era già iniziato il giorno di<br />

festa, la poveretta si spaventò e non<br />

sapeva più cosa fare per rimediare.<br />

La strega rise con cattiveria e mentre<br />

pronunciava alcune parole strampalate:<br />

“Fila filota, fila giò per quella piota”<br />

scagliò la povera donna colpevole di<br />

aver lavorato nel giorno di festa, nel<br />

burrone sottostante”.<br />

Tutti pensierosi ce ne stavamo rannicchiati<br />

nel pagliericcio odoroso di sole<br />

e di grano fin quando stanchi morti ci<br />

abbandonavamo tra le braccia del<br />

sonno.<br />

Da Albosaggia a Sazzo<br />

La mattina del 21 giugno festa di S.<br />

Luigi Gonzaga patrono di Sazzo ci trovavamo<br />

di buon ora davanti alla bottega<br />

di zia Maria, belli puliti, tirati a lucido<br />

come le stoviglie prima delle festività<br />

natalizie. Eravamo una decina di<br />

cugini pronti ad affrontare l’avventura<br />

di un tragitto di circa dieci chilometri.<br />

Non era cosa da tutti, la maggior parte<br />

infatti andava a piedi, questa era<br />

per noi un’occasione unica per conoscere<br />

altri paesi oltre Sondrio. La strada<br />

sterrata era quasi tutta pianeggiante,<br />

il nostro mulo magro e spelacchiato<br />

trotterellava che era una meraviglia<br />

e zia Maria seduta a cassetta rivelava<br />

una insospettabile abilità di vetturale.<br />

Dopo Sondrio la strada era percorsa<br />

da numerosi carri provenienti dai paesi<br />

vicini.<br />

I maschietti incitavano la zia a non lasciarsi<br />

superare e a mantenere un’andatura<br />

più veloce, a ingaggiare insomma<br />

una specie di gara di velocità.<br />

Noi bambine preferivamo guardarci<br />

attorno, ammirare il paesaggio, le bellezze<br />

dei palazzi e delle dimore signorili<br />

che incontravamo lungo il percorso.<br />

Ci sembrava di attraversare un mondo<br />

completamente diverso e qualcuno ricordando<br />

i racconti degli emigranti<br />

che erano tornati dalla “Merica” come<br />

dicevano loro, speravano che il viaggio<br />

non avesse mai fine, ma continuasse<br />

fino a giungere in quei territori<br />

tanto lontani e così diversi da quelli<br />

soliti.<br />

Non c’era comunque posto per la noia,<br />

ognuno poteva trovare molteplici interessi;<br />

zia Maria procedeva con andatura<br />

sostenuta, di carattere bonario<br />

accettava con umorismo qualche


scherzetto, e il vociare eccessivo dell’allegra<br />

combriccola. Giunti alle Casacce<br />

bisognava lasciare la strada<br />

principale e imboccare una stradina laterale<br />

che saliva ripida sulla destra per<br />

alcune centinaia di metri tra ombrosi<br />

castagni.<br />

Qui purtroppo le cose cambiavano, il<br />

povero mulo dopo aver trotterellato a<br />

lungo e di buona lena rifiutava di affrontare<br />

la salita, inutili i vari tentativi<br />

della zia di infondergli coraggio ed<br />

energia con un po’ di zucchero e vino.<br />

Non c’era niente da fare, tutto era inutile,<br />

il mulo con il suo carretto se ne<br />

stava lì in mezzo alla strada e non<br />

c’era verso di spostarlo; a noi si presentava<br />

un’unica soluzione, scendere<br />

e proseguire a piedi fino alla meta, del<br />

resto ormai vicina.<br />

Finalmente il mulo libero dalla nostra<br />

zavorra riprendeva il cammino e noi al<br />

suo fianco.<br />

I soliti permalosi borbottavano “..proprio<br />

sul più bello ci doveva lasciare a<br />

piedi, che figura stiamo facendo..” Altri<br />

volgevano invece lo sguardo in alto<br />

verso il Santuario che si stagliava imponente<br />

verso il cielo. Ormai eravamo<br />

arrivati.<br />

Appena giunti sul sagrato zia Maria legava<br />

saldamente il mulo a una palizzata<br />

per potersi poi muovere liberamente;<br />

ci prendeva per mano, eravamo<br />

come tanti acini d’uva appiccicati<br />

al raspo.<br />

Il sagrato era già gremito, c’erano uomini,<br />

donne, bambini, venditori, semplici<br />

curiosi e pellegrini che erano<br />

giunti da ogni parte per partecipare<br />

alla solenne cerimonia. La zia ci guidava<br />

tra la ressa per poter entrare nel<br />

Santuario ad assistere alla Messa.<br />

Grande era il nostro stupore alla vista<br />

di quelle splendide tele tanto maestose<br />

e imponenti.<br />

Durante la cerimonia riuscivamo a fatica<br />

a stare fermi nonostante fossimo<br />

stipati come sardine in scatola. Una<br />

volta ultimata la celebrazione ci aspettava<br />

il paese dei balocchi con le sue<br />

mille attrazioni e c’era chi tirava da<br />

una parte e chi dall’altra. Ma il monito<br />

della zia suonava severo “Chi non obbedisce,<br />

la prossima volta resta a<br />

casa, state uniti non allontanatevi”.<br />

Ognuno metteva mano alla sua sacoccia<br />

tenendo ben stretto il piccolo<br />

gruzzolo: uno voleva comperare una<br />

pipa di zucchero, un altro dei biscotti<br />

e il più grande che aveva racimolato<br />

più soldi cercava un carretto di legno.<br />

C’era solo l’imbarazzo della scelta, zia<br />

Maria invece pensava alla sua bottega<br />

e alla sua casa, osservava con attenzione<br />

i pelotti le lenzuola di canapa, i<br />

paioli in rame e in pietra ollare.<br />

La piazza era molto rumorosa oltre al<br />

vociare dei venditori ogni tanto qualche<br />

raglio d’asino fendeva l’aria, né<br />

mancavano i muggiti delle mucche e i<br />

belati delle pecore e delle capre che i<br />

contadini avevano portato alla fiera<br />

per vendere.<br />

Sempre controllati dallo sguardo severo<br />

della zia giravamo ogni angolo<br />

passando da una sorpresa all’altra,<br />

non stavamo più nella pelle dalla felicità.<br />

Era una festa di suoni e colori<br />

dove non era difficile perdersi, purtroppo<br />

il pomeriggio volgeva al termine<br />

rapidamente e a malincuore dovevamo<br />

abbandonare quella splendida<br />

festa e avviarci col nostro carretto verso<br />

casa.<br />

Ognuno aveva fatto i suoi acquisti, divertendosi<br />

un mondo in mezzo a quella<br />

folla festante e al rientro, stanchi<br />

morti tiravamo le somme di quell’insolita<br />

giornata.<br />

Ognuno aveva da raccontare quello<br />

che aveva visto e udito , quante novità<br />

potremo raccontare ai nostri amici ri-<br />

masti a casa, ci sentivamo fortunatisssimi.<br />

Quella gita in carretto e la partecipazione<br />

alla fiera ci avevano proiettato in<br />

un’altra dimensione , grazie a zia Maria.E<br />

il ricordo nonostante siano passati<br />

tanti anni é ancora vivo.<br />

Per i ragazzi di oggi i divertimenti sono<br />

ben altri e non credo che un viaggio a<br />

ritroso nel tempo possa renderli contenti,<br />

nonostante abbiano un’infinità di<br />

cose, non mi sembrano più soddisfatti<br />

di noi quando eravamo piccoli e senza<br />

niente o quasi.<br />

Ho vissuto quasi un secolo eppure<br />

quei ricordi sono ancora nitidi nella<br />

mia memoria, basta un attimo a spolverarli<br />

e farli conoscere ai ragazzi di<br />

oggi.<br />

7


8<br />

Txt: Camillo Bertolini<br />

Univale per un sorriso<br />

Più di ottanta artisti<br />

espongono a<br />

Sondrio a sostegno<br />

di UNIVALE.<br />

Partecipare significa<br />

contribuire<br />

Entrati nell’ospedale di Sondrio, la segnaletica<br />

dei reparti riporta la sigla<br />

UNIVALE accanto all’ortopedia. Il cartello<br />

di colore giallo ci dirige quindi<br />

verso il padiglione est, meglio noto<br />

come “ospedale vecchio”. Il vecchio<br />

edificio nasconde però un’iniziativa<br />

alla crescita di<br />

un’esperienza<br />

locale di solidarietà<br />

dal valore profondamente<br />

umano.<br />

che, almeno per quanto riguarda il panorama<br />

valtellinese, rappresenta una<br />

felice e vivace novità.<br />

Al solo sguardo, una parte del reparto<br />

di oncologia presenta qualcosa di insolito.<br />

Prevenuti nel ritrovare il rigore<br />

bianco e lineare della tipica struttura<br />

ospedialiera, i sensi sono invece accerchiati<br />

da una strana sensazione di<br />

benessere. Qui i colori, le forme e persino<br />

gli odori non sono quelli che ci<br />

aspettiamo. Sembrano più casalinghi,<br />

in fondo più normali.<br />

Questi locali, appartenenti al nuovo<br />

ambulatorio di oncologia medica, sono<br />

stati inaugurati poco piu’ di un anno fa<br />

(settembre 2005), al termine della restaurazione<br />

di un’area prima adibita a<br />

magazzino. Al di là dello stile insolito,<br />

la novità più importante sta nel fatto<br />

che a farsi carico delle spese necessarie<br />

non sia stata la sanità nazionale,<br />

bensì un’associazione locale: UNIVA-<br />

LE appunto, ossia l’Unione Volontari<br />

Assistenza leucemici, Emopatici e Oncologici.<br />

Ci troviamo di fronte ad un<br />

esempio virtuoso di come le persone


appartenenti a una comunità (ristretta<br />

come lo è la nostra) possano organizzarsi<br />

e prendere iniziativa per sostituire,<br />

o semplicemente completare, le<br />

carenze delle strutture sociali.<br />

A presiedere l’associazione è il dottor<br />

Fiumanò. Lo incontro per una rapida<br />

chiaccherata proprio nel suo Studio<br />

ubicato nel nuovo ambulatorio oncologico.<br />

Dottor Fiumanò, che cos’è UNIVA-<br />

LE e cosa si propone di realizzare?<br />

UNIVALE è un’associazione di volontari<br />

nata nel 1990. Inizialmente ci occupavamo<br />

di dare sostegno alle famiglie<br />

e ai malati ematologici. A partire<br />

dal 2004 si è riusciti a intervenire anche<br />

nel campo oncologico, pure per<br />

dare sostegno al reparto di oncologia<br />

medica, al quale forniamo personale<br />

e siamo attivi nel miglioramento del<br />

confort ospedaliero.<br />

Che tipo di sostegno la sua associazione<br />

riesce a fornire?<br />

Certe malattie rappresentano un<br />

dramma sotto molti aspetti. Innanzitutto<br />

si cerca di dare sostegno di tipo<br />

psicologico perchè il paziente riesca<br />

in qualche modo a superare alcune<br />

fasi che può risultare molto critica anche<br />

dal punto di vista mentale. Ma ciò<br />

di cui ci occupiamo tenta di andare<br />

molto al di là. Si cerca di trovare una<br />

soluzione per varie difficoltà incontrate<br />

dai malati, dalla recerca di un’occupazione<br />

a un vero e proprio sostengo<br />

finanziario. Siamo inoltre molto attivi,<br />

grazie ad un accordo con la Croce<br />

Rossa, nel trasporto ospedaliero verso<br />

strutture spesso lontane e non facili<br />

da raggiungere.<br />

Come ho già detto, siamo un’associazione<br />

di volontari. Volontari che continuiamo<br />

a completare con corsi di formazione<br />

per offrire un’assistenza<br />

sempre più adeguata e qualificata.<br />

In che modo UNIVALE riesce a finanziare<br />

il suo operato?<br />

I finanziamenti che riusciamo ad ottenere<br />

provengono da due campi in<br />

qualche modo distinti. Le donazioni di<br />

privati e le iniziative che riusciamo a<br />

mettere in piedi. Questi locali, ad<br />

esempio, sono stati realizzati grazie al<br />

contributo dei Giovani Imprenditori e<br />

di tanta altra brava gente, che ha messo<br />

a disposizione la sua abilità professionale<br />

nella loro risistemazione. Inoltre<br />

UNIVALE e’ iscritta nel registro regionale<br />

delle Onlus, e ha quindi i requisiti<br />

necessari per poter essere<br />

destinataria del cinque per mille (codice<br />

93004650144). Riceviamo comunque<br />

con riconoscenza qualunque<br />

tipo di donazione volontaria. Per quanto<br />

riguarda le nostre iniziative, ne abbiamo<br />

una in programma a breve scadenza.<br />

Si tratta di una mostra che si<br />

terrà dall’11 al 30 dicembre presso la<br />

sala ‘Le Volte’ a Sondrio (ex enologica).<br />

Tutto è partito da un’artista che<br />

ha voluto donare alcune opere all’as-<br />

sociazione. Nel giro di poco tempo la<br />

cosa si è allargata, ed ora possiamo<br />

contare sull’adesione di ben ottantatrè<br />

pittori e scultori. Si tratta di artisti valtellinesi<br />

di fama ormai affermata (Pelizzatti,<br />

Mainardi, Gusmeroli, Bricalli,<br />

Gutu Pavel…), ma anche di alcuni abili<br />

“dilettanti”che si sono lanciati nell’impresa<br />

con entusiamo. I presupposti<br />

che l’iniziativa vada bene ci sono tutti.<br />

Per noi sarebbe importante perche’<br />

UNIVALE potrebbe così’ continuare a<br />

fornire i propri servizi e chissà , magari<br />

riuscire a raggiungere anche le<br />

altre strutture ospedaliere della provincia.<br />

Le coordinate bancarie di UNIVALE<br />

sono: Banca Popolare di Sondrio<br />

- C.C. 42673/90 (ABI 5696) - CAB<br />

11000 - CIN D)<br />

9


10<br />

Txt: Camillo Bertolini<br />

Venti di pasta fresca...<br />

una famiglia, un’impresa<br />

Remigio, Antonio,<br />

Luciano e un compleanno<br />

da festeggiare.<br />

A spegnere le<br />

venti candele è la<br />

Amore per il lavoro, iniziativa e professionalità<br />

sono gli ingredienti alla base di un<br />

traguardo costruito giorno per giorno,<br />

prova dopo prova, con la sveglia puntata<br />

sempre prima dell’alba. Si perché la storia<br />

d’amore tra i fratelli Urbani e la cucina<br />

parte da lontano, quando da ragazzini<br />

prepararono la valigia per rincorrere la<br />

loro passione fuori provincia, fino a raggiungere<br />

prestigiosi <strong>ristoranti</strong> europei. Si<br />

ritroveranno poi tutti e tre nel pavese per<br />

la gestione di un loro ristorante. Il Tabarro,<br />

dal nome di un’antica mantella che<br />

avvolgeva completamente gli uomini, diviene<br />

in poco tempo noto per le sue bontà<br />

di pasta fresca. Però la voglia di far<br />

ritorno tra le Alpi è sempre viva, e un’idea<br />

inizia a farsi strada nei loro pensieri.<br />

La Casa della Pasta nasce nel dicembre<br />

del 1986 in Piazzale Merizzi a Sondrio.<br />

Da subito punta al rapporto diretto con la<br />

clientela, ma anche alla fornitura dei <strong>ristoranti</strong><br />

della valle. – All’inizio ci furono<br />

Casa della Pasta,<br />

laboratorio artigiano<br />

sondriese del primo<br />

piatto che tutto il<br />

mondo ci invidia.<br />

anni difficili – ricorda oggi Antonio con il<br />

sorriso di chi il difficile se l’è messo alle<br />

spalle credendo nei propri mezzi. Negli<br />

anni novanta la pasta fresca si è fatta<br />

strada andando al passo della riformulazione<br />

del concetto di benessere. Il mangiare<br />

sano, l’acquisto dei piatti preparati<br />

artigianalmente da persone con le quali<br />

è possibile rapportarsi in modo fiduciario<br />

divengono sempre più necessità di una<br />

popolazione ritornata cosciente che il benessere<br />

fisico non può prescindere da<br />

un’alimentazione naturale. E la Casa della<br />

Pasta racchiude anche nel nome una<br />

piccola realtà familiare costruita sul lavoro<br />

e sulla professionalità dei tre fratelli<br />

Urbani e delle loro mogli.<br />

Dal settembre 2003 la Casa della Pasta<br />

si affaccia in via Trieste. Anche in una<br />

piccola cittadina come Sondrio pulsano<br />

differenti spiriti e molti cuori. Ecco che il<br />

nuovo punto vendita sorge nella zona degli<br />

uffici e dell’amministrazione. Qui la<br />

clientela aggiunge esigenze diverse,<br />

come quella del pasto caldo consumato<br />

nei pressi del luogo di lavoro. Alla pasta,<br />

ai pizzoccheri, alle molte qualità di gnocchi<br />

e ravioli si vanno ad aggiungere piatti<br />

pronti quali lasagne, crespelle, cannelloni,<br />

polenta, fino all’offerta di pesce, carni<br />

e contorni cucinati tenendo conto della<br />

stagionalità.<br />

Qual è il segreto della buona pasta? La<br />

scelta delle farine, come la limpida acqua<br />

delle nostre vallate ricoprono un ruolo di<br />

prim’ordine. Ma non basta. Bisogna entrare<br />

nel cuore della pasta, nel cuore di<br />

chi fa questo lavoro da anni con la stessa<br />

passione, nell’esperienza delle mani che<br />

si muovono sicure nella produzione.<br />

Sono questi gli ingredienti capaci di fare<br />

la vera differenza.<br />

Se i meriti del successo vanno attribuiti<br />

all’unione familiare dei fratelli Urbani, i tre<br />

hanno abilmente saputo differenziare il<br />

loro lavoro secondo le loro particolarità e<br />

le loro passioni. Se Luciano è il mago del<br />

raviolo, Remigio si dedica abilmente e<br />

con passione a lasagne, cannelloni e ai<br />

piatti più fantasiosi. – Sono loro gli artefici<br />

del successo, io sono solo il banconiere<br />

– scherza Antonio con un pizzico di<br />

modestia –. Ma entrando in via Trieste ci<br />

si rende subito conto di quanto la vendita<br />

sia un’arte essa stessa. Cordiale ed<br />

estroverso, Antonio ci fa uscire con l’acquolina<br />

in bocca e col sorriso.


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SONDRIO<br />

Laboratorio:<br />

Piazzale Merizzi, 14a<br />

esperienza, serenità, prezzo qualità<br />

imbattibile, prodotti freschi senza aggiunta<br />

di nessun conservante, colorante,<br />

additivi e dove la parola fresco<br />

non è un modo di dire, è una realtà.<br />

Tutti i giorni dal lunedì al sabato il<br />

meglio delle paste fresche e dei piatti<br />

pronti in Sondrio<br />

Parola di Remigio, Luciano e Antonio Urbani<br />

SONDRIO<br />

Punto vendita:<br />

Via Trieste, 14<br />

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11


12<br />

Txt: Silvio Mevio<br />

Foto: Archivio “Marco Mountain”<br />

Il prossimo aprile<br />

2007 il forte “himalaysta”<br />

della Valfurva<br />

partirà per l’Himalaya<br />

con l’<br />

Conquistare quasi tre “Ottomila” in un<br />

solo anno, ovvero il 9 maggio lo<br />

Shisha Pangma ( 8027m), il 19 maggio<br />

il Lothse (8450m) ed il 12 ottobre<br />

l’Annapurna (8091m) 2006, è un’impresa<br />

che ogni alpinista vorrebbe effettuare.<br />

Marco Confortola, il forte alpinista<br />

della Valfurva, se durante la passata<br />

estate un principio di congelamento<br />

alle dita dei piedi non gli avesse saggiamente<br />

consigliato di rinunciare al<br />

Lhotse (8450m) sarebbe riuscito nell’impresa.<br />

Ma sinceramente due e mezzo possono<br />

bastare … infatti, non ci sono stati<br />

“ostacoli” alla sua indescrivibile voglia<br />

di salire e di conquistare l’Annapurna<br />

(8091m - la “Montagna Maledetta”),<br />

Una bella immagine dell’Annapurna<br />

obiettivo di conquistare<br />

altri due ottomila:<br />

il Broad Peak<br />

(8047 m) ed il Cho<br />

– You (8200 m)<br />

una cima considerata da tutti gli alpinisti<br />

tra le più pericolose e difficili al<br />

mondo. Infatti dal 1950 al 2005 sono<br />

state 145 le spedizioni che hanno tentato<br />

di scalare questa vetta; meno di<br />

un terzo è riuscito nell’intento di raggiungere<br />

la sommità dell’Annapurna.<br />

Le quarantadue spedizioni alpinistiche<br />

che sono arrivate in cima hanno avuto<br />

una percentuale di successo del 40%<br />

in estate, del 26% in autunno e del<br />

10% in inverno. Questo importante risultato<br />

alpinistico, Marco Confortola<br />

l’ha voluto dedicare all’amico alto – atesino,<br />

Christian Kuntner, il quale nel<br />

2005 proprio durante la salita alla stessa<br />

montagna veniva travolto ed ucciso<br />

da una valanga. Compagni di cordata<br />

La salita alla cima dell’Annapurna<br />

in questa affascinante sfida oltre gli Ottomila<br />

sono stati Silvio “Gnaro” Mondinelli<br />

(originario della di Gardone Valtrompia<br />

– Brescia, ma residente ad<br />

Alagna - Valsesia), Marco Camandona<br />

(valdostano), Abele Blanc (valdostano<br />

– rientrato in Italia a causa di un lutto<br />

in famiglia) e Fabio Iacchini (Borca -<br />

Macugnaga – Valle Anzasca). Siamo<br />

stati invitati da Marco Confortola ad<br />

Uzza, una piccola frazioncina alle porte<br />

della Valfurva, dove lui stesso sta<br />

ultimando la sua abitazione arredata<br />

con gli eleganti elementi forniti da <strong>Concreta</strong>,<br />

uno dei suoi principali e più importanti<br />

sponsors che lo hanno aiutato<br />

in queste ultime imprese himalayane;<br />

con lui abbiamo fatto una simpatica e<br />

proficua chiacchierata dopo le sue ultime<br />

“performance” alpinistiche in Himalaya<br />

...<br />

- Marco Confortola, un 2006 da incorniciare;<br />

hai conquistato, infatti,<br />

quasi tre ottomila ma soprattutto<br />

hai fatto “tua” la cosiddetta “montagna<br />

maledetta” … raccontaci alcune<br />

tue sensazioni …<br />

.<br />

- Marco tra gli “Ottomila” che hai<br />

salito quale dei tre è stato il più impegnativo<br />

e quale quello più bello<br />

paesaggisticamente parlando?<br />

L’alpinista valtellinese<br />

incornicia un 2006 ver


.<br />

- Marco ci puoi raccontare , molto<br />

brevemente, il “diario” della tua salita<br />

all’Annapurna?<br />

.<br />

- Ringraziandoti per la tua squisita<br />

ospitalità e disponibilità, l’occasione<br />

ci è gradita per complimentarci<br />

con te per il “buon gusto” nell’arredamento<br />

della tua straordinaria<br />

abitazione; a questo punto ti chiediamo,<br />

Marco, di svelarci i tuoi programmi<br />

che ti vedranno protagonista<br />

nel 2007 ancora sull’Himalaya…<br />

.<br />

Marco Confortola<br />

amente indimenticabile<br />

13


14<br />

Situato tra i Castelli<br />

Romani e il mare,<br />

l’Hotel Selene offre ai<br />

propri ospiti la comodità<br />

di soggiornare<br />

vicino a Roma.<br />

Una suggestiva oasi<br />

dove sfuggire al caos cittadino<br />

Considerato il miglior polo congressuale<br />

della zona, offre anche un’offerta<br />

ristorativa molto apprezzata.<br />

Le 14 sale possono ospitare fino a<br />

1000 persone, il salone delle feste offerto<br />

anche per nozze può ospitare<br />

fino a 600 persone, il “Ristorante alla<br />

brace” esprime un’offerta ristorativa<br />

basata sui piatti laziali ed italiani in genere<br />

e non per ultimo la carta dei vini<br />

offre una selezione delle migliori bottiglie<br />

italiane. Il generale rinnovamento<br />

è stato concepito per rispondere<br />

HOTEL SELENE 4 stelle<br />

Immerso in un bellissimo<br />

parco di 23.000<br />

mq, vanta l’ambiente<br />

ideale per i vostri incontri,<br />

ospitalità genuina<br />

e comfort.<br />

alle esigenze della clientela femminile,<br />

un’idea di libertà trasformata in realtà,<br />

uno spazio d’incontro unico e moderno.<br />

E’ un’opera che sveglia i sensi dell’ospite,<br />

che rompe schemi grazie all’uso<br />

di materiali e forme semplici e<br />

lineari. Si tratta di un progetto capace<br />

di introdurre l’ospite in spazi innovatori,<br />

audaci, diversi da quelli abituali in<br />

questo tipo di proposte. Un albergo<br />

unico nel suo genere dove la calda atmosfera<br />

e i colori pacati aiutano l’ospite<br />

e rilassarsi e stare bene.<br />

PROPRIETÀ Sig. Di Mario Raffaele<br />

DIRETTORE GENERALE Sig. Piergiorgio Benfenati<br />

INDIRIZZO Via Pontina km. 30 – 00040 Pomezia (RM)<br />

TELEFONO 06 - 911701<br />

FAX 06 - 91601570<br />

SITO WEB www.<strong>hotels</strong>elene.com<br />

E-MAIL info@<strong>hotels</strong>elene.com<br />

ATTIVITA’ Albergo e Ristorante<br />

N. CAMERE 196<br />

STRUTTURE Palestra interna - Piscina Olimpionica - 4 campi da<br />

tennis all’aperto - Centro Wellness in costruzione<br />

N. RISTORANTI 1 ristorante e sale banchetti<br />

ALTRO 10 Sale per congressi<br />

PROGETTAZIONE: <strong>Concreta</strong> Srl - Arch. Steven Mufatti<br />

Studio G7 Associati - Arch. Negri e<br />

Arch. Positano - Roma<br />

REALIZZAZIONE: <strong>Concreta</strong> Srl<br />

TESTI: Roberta Bertolatti<br />

FOTO: Simone Pierfelice


16<br />

a l b e r g h i


TIPO DI INTERVENTO:<br />

Gli arredi delle suite al piano quarto dell’albergo<br />

sono realizzati in legno essenza<br />

wenghè, mentre quelli delle stanze al<br />

1°,2° e 3° piano in laminato wenghè. Le<br />

stanze si dividono in diverse tipologie<br />

(suite superior, suite, matrimoniale, doppia,<br />

singola, disabili) e sono tutte arredate<br />

secondo i medesimi criteri progettuali:<br />

● testate letto costituite da pannellature di<br />

rivestimento parete a tutta altezza, in<br />

legno o laminato, con fresature orizzontali<br />

simil doghe passo 80mm;<br />

● scatolato pensile a parete e a soffitto, in<br />

cartongesso tinto avorio, con corpi luce<br />

ad incasso e led luminosi per illuminazione<br />

scenografica della testata letto;<br />

● armadi con ante scorrevoli rivestite interamente<br />

a specchio e parti fisse in<br />

pannellature simil doghe come testate<br />

letto; vani interni a ripiani, tubo appenderia<br />

e cassettiera con cassetto blindato<br />

estraibile porta pc portatile (anziché<br />

la cassaforte di tipo tradizionale);<br />

● mobili scrittoio con annessi vano frigobar<br />

e cassetto per cestello portabicchieri,<br />

cassettino portabrochure integra-<br />

to perfettamente nel top a forte spessore,<br />

con vetro a filo sul piano;<br />

● angolo muke-up composto da boiserie<br />

a parete con mensola sospesa e specchiera<br />

retroilluminata;<br />

● per le suite al piano quarto, la separazione<br />

tra la zona notte e la zona salotto-ingresso<br />

avviene per mezzo di pareti<br />

divisorie composte da pannellature in<br />

legno con fresature orizzontali simil doghe<br />

passo 80mm; le pareti contengono<br />

un meccanismo girevole, studiato su<br />

misura, avente lo scopo di orientare a<br />

proprio piacimento il monitor lcd all’interno<br />

della stanza;<br />

● le stanze sono dotate di tutti i confort e<br />

servizi specifici per un utenza business:<br />

accesso, anche con modalità wireless,<br />

ad internet ed alla rete interna dell’albergo;<br />

● Le pareti dei corridoi sono rivestite con<br />

boiserie realizzate su misura composte<br />

da cornici in legno essenza wenghè con<br />

trattamento e ignifugo, e da gigantografie<br />

a colori ed in bianco e nero rappresentanti<br />

angoli specifici dell’antica<br />

Roma.<br />

17


a l b e r g h i<br />

19


20<br />

Eleganza, cura dei servizi<br />

unitamente ad una<br />

scrupolosa attenzione<br />

per il cliente sono i<br />

punti di forza che<br />

Accoglienza e design<br />

all’Hotel Sonne di St. Moritz<br />

Un caratteristico e rinnovato ristorante<br />

dove i clienti possono degustare innumerevoli<br />

pietanze in un ambiente elegante<br />

dove l’ottima cucina crea l’atmosfera<br />

ideale ed indimenticabile per piacevoli<br />

momenti d’incontro.<br />

Una struttura piacevole, un luogo dove<br />

riscoprire il piacere della conversazione<br />

tra amici, oppure suggestivo ambiente<br />

HOTEL SONNE<br />

l’hotel mette a disposizione<br />

del cliente<br />

per offrirgli un soggiorno<br />

piacevole e<br />

rigenerante.<br />

per incontri d’affari, aperitivo o per importanti<br />

incontri. E’ la filosofia dell’hotel<br />

quella di coccolare l’ospite, assecondandone<br />

le aspettative e prevedendone<br />

i desideri, seguendo uno stile che oggi<br />

è all’avanguardia nell’hotellerie mondiale.<br />

Un nuovo hotel che si esprime attraverso<br />

l’offerta dei servizi mirati, ma anche<br />

attraverso il design.<br />

INDIRIZZO Via Sela, 11- 7500 St. Moritz (Svizzera)<br />

TELEFONO 0041-81-8330363 / 66<br />

FAX 0041-81-8118336090<br />

SITO WEB www.sonne-stmoritz.ch<br />

E-MAIL hotel@sonne-stmoritz.ch<br />

ATTIVITA’ Hotel e Ristorante<br />

N. CAMERE 92<br />

PROGETTAZIONE: <strong>Concreta</strong> Srl - Arch. Francesco Venzi<br />

REALIZZAZIONE: <strong>Concreta</strong> Srl<br />

TESTI: Roberta Bertolatti<br />

FOTO: Andrea Basci


22<br />

TIPO DI INTERVENTO:<br />

● intervento di restiling;<br />

● sono rimasti invariati gli spazi destinati alle attività<br />

di pizzeria/ristorante, sale pranzo, zona ingresso –<br />

reception albergo;<br />

● a livello di arredi si sono mantenuti i controsoffitti in<br />

legno vecchio e alcuni mobili esistenti in legno vecchio,<br />

mentre si è progettato e costruito totalmente il<br />

banco bar, la bottigliera pensile, il forno pizza e il<br />

banco pizza, i mobili di servizio della sala ristorante,<br />

le luci, i serramenti, tavoli e sedie, il banco reception<br />

e i controsoffitti in gesso della reception.<br />

● Linee progettuali seguite: mantenere gli spazi molto<br />

simili a come erano in precedenza (sistema molto<br />

funzionale e collaudato nel tempo), linee moderne<br />

utilizzando materiali caldi e tipici dell’ambiente<br />

alpino;<br />

● Legno utilizzato per gli arredi: larice naturale o abete<br />

invecchiato leggermente tinto, pietra tipo Dorato<br />

della Valmalenco per piani e zoccoli a terra, oltre<br />

che per rivestire totalmente il banco reception, legno<br />

laminato marrone per alcune parti di servizio<br />

del banco bar e del retro;<br />

● Sono inoltre stati sostituiti i pavimenti, le luci in materiale<br />

metallico con finitura foglia oro e le tende<br />

delle ampie finestre della sala ristorante.


a l b e r g h i<br />

23


24<br />

a l b e r g h i


26<br />

Situato al centro di<br />

Spiazzi, a mt. 1200 in<br />

una conca salubre<br />

e soleggiata, a due<br />

passi dagli impianti di<br />

risalita, l’Hotel<br />

Vittoria offre ai<br />

suoi ospiti un ambiente<br />

familiare<br />

ed accogliente.<br />

La forza rude ed espressiva<br />

del legno all’Hotel Vittoria<br />

Per i suoi ampi spazi ed elasticità di<br />

gestione, si presta a soddisfare le esigenze<br />

di un turismo di gruppo e di comitive.<br />

La zona degli Spiazzi è una bellissima<br />

conca, ricca di distese prative, circondate<br />

da fitte abetaie in mezzo alle<br />

quali si snodano piste di sci.<br />

La bellezza del luogo, la cordiale ospitalità<br />

dei gestori fanno del soggiorno<br />

l’occasione per scoprire la semplice<br />

bellezza della natura, la suggestione<br />

degli oggetti circostanti, per vivere<br />

ALBERGO VITTORIA<br />

PROPRIETÀ Gestione familiare<br />

INDIRIZZO Via Spiazzi, 136 – 24020 Gromo (BG)<br />

TEL. 0364 – 47180<br />

FAX 0364 – 47180<br />

ATTIVITA’ Albergo e Ristorante<br />

N. CAMERE 29<br />

N. RISTORANTI 1<br />

come sospesi nel tempo. Circondato<br />

da un territorio magico, dove il tempo<br />

sembra essersi fermato, dove l’eleganza<br />

del panorama è arricchita da<br />

una vegetazione spettacolare e l’albergo<br />

riflette la tranquillità e la serenità<br />

di questa zona. Sembra che la forza<br />

rude ed espressiva del legno sia<br />

stata modellata e contenuta per lasciare<br />

spazio ad ambientazioni di<br />

charme, dove i tipici materiali si armonizzano<br />

con elementi di estrema semplicità<br />

e naturalezza.<br />

PROGETTAZIONE: <strong>Concreta</strong> Srl - Geom.Silvia Donini<br />

Geom.Bruno Balzarolo<br />

REALIZZAZIONE: <strong>Concreta</strong> Srl<br />

TESTI: Roberta Bertolatti<br />

FOTO: Andrea Basci


28<br />

TIPO DI INTERVENTO:<br />

● Nuovo progetto delle parti comuni: reception, hall,<br />

bar, sala ristorante.<br />

Gli spazi sono stati mantenuti come erano in precedenza.<br />

● Sono state recuperate alcune travi in legno esistenti,<br />

trattate ed utilizzate per realizzare i controsoffitti<br />

in legno vecchio.<br />

● Legno utilizzato per gli arredi: legno vecchio spazzolato<br />

e trattato a cera per controsoffitti, banco bar,<br />

rivestimenti a parete, panche e tavoli; per i mobili di<br />

servizio larice naturale spazzolato invecchiato.<br />

● Per gli zoccoli della reception, bar e per i rivestimenti<br />

a parete e pilastri della sala ristorante è stata<br />

utilizzata la pietra . Per la bancalina del bancobar<br />

e per il piano reception è stato utilizzato il porfido<br />

fiammato della Valcamonica tipico della zona.<br />

● I dettagli degli arredi sono stati curati nei minimi<br />

particolari come gli incastri a coda di rondine, gli<br />

intagli realizzati a mano sul legno vecchio, le maniglie<br />

mobili interamente in legno realizzate a mano.<br />

● Molto suggestiva la porta antica in legno vecchio<br />

originale inserita in un portale in vetro trasparente.<br />

● Corpi illuminanti con design moderno


a l b e r g h i<br />

29


a l b e r g h i<br />

31


32<br />

a l b e r g h i


34<br />

Non si può non<br />

amare il suggestivo<br />

lago di Como,<br />

i tramonti, e<br />

Una rinnomata proposta<br />

sulle rive del lago di Como<br />

Un clima insolitamente mite, il lungo<br />

lago offre un paesaggio elegantissimo<br />

dove passeggiare diventa relax e<br />

divertimento, un luogo considerato<br />

uno fra i migliori luoghi velistici sulle<br />

leggendarie rive dell’omonimo lago:<br />

così Valmadrera accoglie il visitatore.<br />

In questo bellissimo ed affascinante<br />

contesto ben si inserisce il nuovo albergo<br />

ristorante Bellavista.<br />

L’albergo è semplice ed essenziale, è<br />

arredato modernamente attraverso<br />

HOTEL RISTORANTE BELLAVISTA<br />

l’atmosfera tipica<br />

di un luogo dove<br />

il tempo sembra<br />

essersi fermato.<br />

l’impiego di materiali che garantiscono<br />

massima solidità e durata nel tempo,<br />

è accogliente e soprattutto rivolto ad<br />

una vasta clientela. Un’oasi in cui rilassarsi,<br />

che concretizza l’idea di luogo<br />

di incontro in cui la proposta estremamente<br />

varia e adatta ai diversi momenti<br />

della giornata riesce a soddisfare<br />

le molteplici esigenze di una<br />

clientela differenziata, formata tanto<br />

da giovani quanto da turisti di passaggio.<br />

NOME HOTEL HOTEL BELLAVISTA<br />

PROPRIETÀ Famiglia Rusconi Carlo<br />

INDIRIZZO Via Parè, 87 - 23868 Valmadrera (LC)<br />

TEL. 0341 – 581335<br />

FAX 0341 – 581335<br />

SITO WEB www.hbvl.it<br />

ATTIVITA’ Alloggio e Prima Colazione<br />

N. CAMERE 18 (camere singole con letto alla francese;<br />

provvisto di camere attrezzate<br />

per disabili). Accessi Internet in ogni<br />

camera.<br />

ALTRO Terrazza direttamente sul lago.<br />

NOME RISTORANTE RISTORANTE BELLAVISTA<br />

PROPRIETÀ Famiglia Corti<br />

INDIRIZZO Via Parè, 87 - 23868 Valmadrera (LC)<br />

TEL. 0341 – 583412<br />

FAX 0341 – 583412<br />

ATTIVITA’ Ristorante e Bar<br />

ALTRO Cucina tipica lacustre e piatti tradizionali.<br />

PROGETTAZIONE: <strong>Concreta</strong> Srl - Geom.Michela Bagiotti<br />

REALIZZAZIONE: <strong>Concreta</strong> Srl<br />

TESTI: Roberta Bertolatti<br />

FOTO: Andrea Basci


36<br />

a l b e r g h i<br />

TIPO DI INTERVENTO:<br />

● Arredo per albergo ristorante 3 stelle.<br />

● Progetto; ristrutturazione.<br />

● Disposizione; due piani di camere e piano terra<br />

rialzato con aree pubbliche per albergo (reception,<br />

sbarco ascensore, sala prima colazione con piccola<br />

cucina office).<br />

● Fornitura chiavi in mano ( Arredi e parti tecniche<br />

come cucina e armadiature di servizio).<br />

● Progetto: segue delle linee moderne mantenendo<br />

il calore della conduzione famigliare e dell’atmosfera<br />

creata dal paesaggio, con legno di rovere, pareti rasate<br />

a gesso tinteggiate con toni di colore chiaro. Camere<br />

realizzate in legno naturale abbinato a tessuti di ottima<br />

qualità funzionale ed estetica. Ampie e funzionali per<br />

rendere il soggiorno piacevole e riposante.<br />

● Illuminazione; ricercata e studiata con parte ad<br />

incasso nel controsoffitto e parte esterna.<br />

● Controsoffitti: Particolare attenzione ai controsoffitti<br />

in cartongesso che delimitano le varie zone della zona<br />

disimpegno ( ingresso, reception, disimpegno e sale<br />

colazione).<br />

● Cucina: Realizzata a rendere ottimale il lavoro, sono<br />

stati utilizzate attrezzature di prima qualità e la loro<br />

disposizione è stata studiata in collaborazione con il<br />

cliente. Questa collaborazione ha permesso di aver<br />

un ambiente di lavoro molto funzionale.


- IMPIANTI SALE<br />

FUMATORI<br />

- ESTRAZIONE ARIA PER<br />

IMPIANTI INDUSTRIALI<br />

- LAME D’ARIA<br />

- RISCALDAMENTO E<br />

IRRAGGIAMENTO<br />

- CONDIZIONAMENTO<br />

- CAPPE CUCINE<br />

INDUSTRIALI<br />

- CONTRATTI DI<br />

MANUTENZIONE<br />

- VIDEOISPEZIONE E<br />

PULIZIA CANALI<br />

www.geo-clima.com<br />

info@geo-clima.com<br />

RISCALDAMENTO A IRRAGGIAMENTO<br />

L’irraggiamento è una forma particolare di trasmissione dell’energia mediante onde elettromagnetiche<br />

(raggi infrarossi) che si trasforma in calore a contatto con qualsiasi tipo di<br />

corpo assorbente. Viaggia alla velocità della luce, non scalda l’aria dunque i volumi, ma<br />

solo le superfi ci.<br />

Queste onde elettromagnetiche si propagano in linea retta, in tutte le direzioni e sono rifl esse<br />

solo da alcuni materiali; si propagano naturalmente nel vuoto senza bisogno di energia supplementare<br />

e sono assorbite dai corpi solidi che le trasformano immediatamente in energia<br />

termica.<br />

L’ irraggiamento è oggi alla base delle tecnologie di climatizzazione più evolute: non solo i recenti<br />

sistemi radianti ad uso domestico e per piccoli spazi, ma soprattutto le più consolidate<br />

applicazioni per il riscaldamento delle grandi aree industriali.<br />

Dove si può applicare:<br />

- Ambienti aperti e terrazze di bar, <strong>ristoranti</strong>, <strong>alberghi</strong>, ecc.<br />

- Costruzioni con altezze interne elevate<br />

- Atri e tettoie esterne<br />

- Stabilimenti con lavorazioni metallurgiche<br />

- Serre ed ambienti agricoli<br />

- Aree produttive parziali o posti di lavoro<br />

Riscaldamento a convezione Riscaldamento a irraggiamento<br />

Il rispetto per l’ambiente:<br />

- Riduce l’inquinamento ambientale<br />

- Riduce notevolmente i consumi energetici<br />

- Salvaguarda le risorse naturali<br />

Riduzione dei costi di mantenimento:<br />

- Abbassa l’inerzia termica<br />

- Riduce le dispersioni<br />

- Diffonde correttamente il calore<br />

- Riduce la manutenzione<br />

Via Nazionale, 70 - 23012<br />

Castione Andevenno (SO)<br />

Tel. 0342 567600<br />

Fax 0342 567817<br />

Punto di forza del riscaldamento radiante è la miglior resa rispetto ad altri sistemi di pari potenzialità,<br />

con evidenti risparmi (anche più del 45%) nei consumi di combustibile.<br />

Riduzione dei costi d’impianto:<br />

- Non occorrono opere murarie nè centrali termiche<br />

- Meno potenza installata<br />

- Riduce le coibentazioni<br />

- Dà la possibilità di potenziare progressivamente<br />

CHIAMACI SUBITO PER UN PREVENTIVO GRATUITO!<br />

37<br />

Riscaldamento a convezione Riscaldamento a irraggiamento


38<br />

Txt: Donatella Micault<br />

Foto: Luca Salvadalena<br />

La scultura e la pittura di<br />

Luca Salvadalena: ispirazione e fantasia<br />

Parto Alieno con autore<br />

Luca Salvadalena, nato a Chiavenna<br />

il 14 ottobre 1967, è un caso anomalo,<br />

perché la sua vocazione per l’arte è<br />

nata in un modo quasi fortuito verso<br />

l’età di 33-34 anni, dopo aver conseguito<br />

un diploma di ragioneria, e avere<br />

avuto esperienze diverse, nell’ambito<br />

delle animazioni in vari villaggi turistici,<br />

essendo egli di natura aperta e socievole,<br />

molto comunicativa, e amante<br />

Uomo Testa53x21-ulivo-03<br />

delle relazioni sociali che lo predestinavano<br />

in primo luogo al dialogo con<br />

il prossimo, essendo egli di un naturale<br />

entusiasta e amante della vita, da<br />

cui cerca di trarre le maggiori soddisfazioni,<br />

anche per la sua creazione<br />

plastica.<br />

Egli dice di essere stato interessato<br />

dalla scultura, soprattutto su legno,<br />

vedendo un cucchiaio di legno leggermente<br />

scolpito in un crotto dove si trovava<br />

in compagnia di amici, e di avere<br />

avuto da questa visione fuggitiva la<br />

scintilla necessaria per avvicinare<br />

quest’arte difficile e cercare di approfondirla.<br />

Dopo avere eseguito alcune copie da<br />

grandi sculture egiziane, fra cui il bellissimo<br />

busto di profilo di Nefertiti che<br />

si trova a Berlino, e l’imponente maschera<br />

funeraria del faraone Tutankhamon,<br />

scoperta negli anni Venti<br />

da due grandi archeologi inglesi, lavoro<br />

eccezionale in smalti e oro, Luca si<br />

lanciò nella prima scultura di sua ideazione.<br />

Si trattava di un’opera, scultura<br />

in tiglio naturale, eseguita nel 2001, il<br />

cui soggetto era “La schiava”, 60x28<br />

cm, già di proporzioni armoniose e di<br />

una qualità tecnica notevole.<br />

Anche l’attitudine della giovane donna<br />

nuda, sebbene di un pudore aggraziato,<br />

rivelava uno sfondo erotico molto<br />

La Schiava-60x28-tiglio-2001<br />

Uomo insetto-48x66-tiglio-2005


Metamorfosi -93x40-noce-2002<br />

Moscone-100x70-olio-maggio 06<br />

marcato, e l’anatomia di questa figura<br />

era resa con grande naturalezza.<br />

Dopo questo primo incontestabile successo,<br />

Luca Salvadalena ha prodotto<br />

altri lavori dove il virtuosismo tecnico<br />

era molto visibile insieme allo sfoggio<br />

di doti ornamentali ottenute con la pazienza<br />

di un lavoro lungo e tenace,<br />

passando ai risultati eccellenti come,<br />

del 2002, “Metamorfosi”, scolpito in<br />

noce, dove si noterà l’increspatura eccezionale<br />

della pelle del coccodrillo<br />

che tiene tra le sue fauci una testa<br />

umana, lavoro, questo, che apre parecchie<br />

prospettive sull’immaginazione<br />

visionaria dell’artista, che scopre<br />

così la drammaticità e la verità propria<br />

di questi animali mezzo uomini, le cui<br />

anime ambigue ed inquiete convivono<br />

sotto le stesse spoglie.<br />

Altra scultura da citare, quella del<br />

“Parto alieno” (2003), in legno d’ulivo,<br />

dove l’autore ha messo tutte le sue interrogazioni<br />

davanti al mistero eterno<br />

della nascita. Infine, sempre nell’ambito<br />

della scultura, citeremo volentieri<br />

i “Prigionieri” del 2006 in platano, teste<br />

massiccie chiuse nel loro enigma,<br />

e per concludere questo rapido sguardo,<br />

ci soffermeremo ancora sull’uomoinsetto<br />

in tiglio del 2005, altra complicata<br />

simbiosi fra uomo e animale, che<br />

lascia presagire per lo scultore altre<br />

interpretazioni sofisticate del mondo<br />

umano e animale, strettamente legato<br />

nei soggetti da lui preferiti.<br />

Per quel che riguarda la pittura, l’attenzione<br />

di Salvadalena si volge verso<br />

dei soggetti più sorridenti, ed anche<br />

spesso ironici, come nel caso di “Che<br />

cavolo ho fatto?”, olio su tela di cm<br />

100x70, dipinto datato del gennaio<br />

2006, dove l’autore visibilmente stupefatto<br />

contempla uno splendido pupo<br />

che sorge radioso da un grosso cavolo.<br />

Altro soggetto trattato in modo sorridente,<br />

anche se vagamente inquietante,<br />

“Il moscone”, dell’estate 2006, dove<br />

una di quelle bianche imbarcazioni<br />

balneari chiamate appunto “mosconi”,<br />

che solcano i mari delle nostre spiagge<br />

leggere ed eteree, è qui come soprafatta<br />

da un’enorme mosca, che<br />

pare volerla affondare. Il talento generoso<br />

del Salvadalena ha attirato recentemente<br />

l’attenzione del critico<br />

Paolo RedaelIi, che, nell’occasione di<br />

un’ esposizione collettiva alla Galleria<br />

Camaver Kunsthaus di Sondrio, ha<br />

notato in un suo articolo su La Provincia<br />

settimanale di Sondrio del 23 settembre<br />

2006, le qualità compositive e<br />

le idee originali dell’artista, che ci sembra<br />

davvero promesso ad un avvenire<br />

di soddisfazioni artistiche e di ricono-<br />

Disperazione-91 x 94-radice di larice-2005<br />

Asinistra: Prigionieri-79x22-platano-2006<br />

scimenti del suo valore accompagnato<br />

per una volta dall’umiltà propria ai<br />

talenti importanti. Fra i suoi progetti<br />

futuri, ricordiamo l’intenzione di estendere<br />

il suo lavoro scultoreo a diversi<br />

tipi di pietre, da collegare eventualmente<br />

ai legni, che sono per ora la<br />

sua passione predominante.<br />

Per chi volesse contattare Luca Salvadalena<br />

o visitarne in sua compagnia<br />

lo studio, il suo indirizzo è: Luca Salvadalena,<br />

Via Tre Leghe, 7; 23022<br />

Chiavenna; tel.: 034334744, Cell.<br />

3284673577, salvadalena@virgilio.it ,<br />

www.valtellinaarte.it<br />

Aprimi Tutta-100x70<br />

olio-2006<br />

39<br />

Che cavolo ho fatto<br />

100 x 70-olio-genn.06


40<br />

Txt: Laura D’Amelio<br />

Foto: Fadri Cazin<br />

“Bike Trasalp<br />

Challenge 2006”<br />

La maratona<br />

“offroad”, a tappe,<br />

in mountain bike<br />

attraversole Alpi<br />

più dura al mondo<br />

In otto giorni<br />

(15 – 22 luglio),<br />

dalla Foresta<br />

Nera Tedesca<br />

alla spiaggia<br />

di Limone sul<br />

Garda, attraverso<br />

paesaggi<br />

suggestivi e difficili<br />

un’avventura<br />

straordinaria e<br />

mozzafiato per<br />

i due team di<br />

mountain bike<br />

dell’Alta Rezia<br />

Una “straordinaria pedalata”, con la<br />

mountain bike, attraverso le Alpi (Germania,<br />

Austria, Svizzera ed Italia)<br />

esclusivamente per “Ironmanbikers”<br />

preparati e pronti a soffrire, a sudare,<br />

a sputare “sangue” e, soprattutto, a<br />

misurarsi con se stessi e contro i chilometri<br />

e chilometri di strade sterrate,<br />

di mulattiere, di single trail (traccia singola)<br />

unitamente ad una serie interminabile<br />

di dure salite, salite e ancora<br />

salite per un dislivello di migliaia e migliaia<br />

di metri: insomma, una sorta di<br />

“tortura” giornaliera sotto il sole cocente,<br />

l’afa ed il caldo insopportabile<br />

per tante, tante e tante ore di pedalate<br />

Pedalando in Valle Forcola verso i Pianori di Pedenolo<br />

in sella all’inseparabile mountain<br />

bike.<br />

Una passione smodata di chi in lei (la<br />

mountain bike) vede un mezzo per allontanarsi<br />

dalla routine quotidiana ed<br />

immergersi, completamente, in un’altra<br />

dimensione, ovvero quella naturale<br />

di cime innevate ed incontaminate, distese<br />

di verdi prati e profumati, boschi<br />

freschi e resinosi, azzurri laghetti alpini<br />

e torrentelli chiari, impetuosi e<br />

chiassosi, tracce di sentiero sterrato<br />

impagabili e mozzafiato: questa è la<br />

vera “Bike Transalp Challenge” … provare<br />

per credere!!!<br />

La “Bike Transalp Challenge”, targata


2006, è stata organizzata dalla tedesca<br />

“Upsolut MV”; il “deus ex machina”<br />

dell’organizzazione è lo straordinario<br />

Ulrich “Uli” Stanciu che, dopo<br />

avere diretto con successo il magazine<br />

tedesco “Bike” negli anni dorati della<br />

mountain bike, si è dedicato anima<br />

e corpo allo sviluppo di questa manifestazione<br />

internazionale ludico – ricreativo<br />

– sportiva; da rimarcare che<br />

tutta la “mappatura”, tramite l’impiego<br />

del GPS, dei percorsi ciclabili che fanno<br />

parte del comprensorio bike di “Alta<br />

Rezia” sono proprio di Uli Stanciu a<br />

cui va, da parte del responsabile del<br />

progetto “Bike & Trekking” Fadri Cazin,<br />

un grazie particolare per la splendida<br />

collaborazione.<br />

Seicento le coppie che vi hanno partecipato;<br />

otto le tappe consecutive;<br />

settecento i chilometri percorsi e ventitremila<br />

i metri superati di dislivello in<br />

salita: questi i quattro elementi che<br />

hanno caratterizzato la “Bike Transalp<br />

Challenge”, targata 2006, maratona<br />

internazionale di mountain bike con<br />

partenza dalla Foresta Nera Tedesca<br />

– Baviera (Fussen) ed arrivo sulla<br />

spiaggia italiana di Limone sul Garda,<br />

in mezzo alle lussureggianti piantagioni<br />

di limoni, dopo avere attraversato,<br />

in lungo ed in largo, Germania, Austria,<br />

Svizzera ed Italia.<br />

Abbiamo avvicinato, a questo proposito,<br />

il responsabile dei due team italiani<br />

(e concorrente) di “Alta Rezia<br />

Bike”, Silvio Mevio, fondatore e presidente<br />

del Mountain Bike Alta Valtellina<br />

e della Scuola Mountain Bike Alta Valtellina;<br />

maestro, guida - istruttore di<br />

mountain bike della F.C.I. e della<br />

S.I.M.B. (appartenente allo staff di formazione<br />

della Scuola Italiana Mountain<br />

Bike – S.I.M.B.). Da più di 20 anni<br />

(1985) impegnato a diffondere la corretta<br />

pratica della mountain bike; autore<br />

di numerose pubblicazioni (Touring<br />

Club Italiano e De Agostini) inerenti<br />

il mondo “Off - Road” delle “ruote<br />

grasse”; profondo conoscitore delle<br />

realtà alpine dell’intera Alta Valtellina<br />

ed Alta Rezia per quanto concerne la<br />

sentieristica ed i percorsi GPS. Docente<br />

teorico – pratico di diversi corsi<br />

per la formazione di guide - istruttori<br />

ed accompagnatori di mtb a livello lo-<br />

Verso l’alpeggio Trela - Agriturismo Rini I terribili tornanti verso Pedenolo<br />

cale, provinciale, regionale e nazionale.<br />

A Silvio Mevio abbiamo chiesto di<br />

raccontarci la storia di questa bellissima<br />

esperienza sportiva, che ha veramente<br />

dell’incredibile, oltre ad evidenziare<br />

alcuni aneddoti e colpi di scena<br />

che hanno caratterizzato questa<br />

straordinaria ed indimenticabile avventura<br />

ciclistica “fuoristradistica” attraverso<br />

le Alpi.<br />

- Silvio Mevio, ci può raccontare<br />

quali sono state le tappe che hanno<br />

caratterizzato la “Bike Transalp<br />

Challenge”, targata 2006, e quali<br />

sono stati i chilometraggi ed i dislivelli<br />

in salita?<br />

“Panorami stupendi, tanta fatica e<br />

tanto sudore, ma tanto appagamento;<br />

queste alcune parole piene di signifi-<br />

Prima Tappa: Fussen – Imst – km. 90 –<br />

dislivello in salita: 2600m<br />

Seconda Tappa: Imst – Iscghl – km. 80<br />

– dislivello in salita: 3250m<br />

Terza Tappa: Iscghl – Scuol – km. 80 – dislivello<br />

in salita: 2600m<br />

Quarta Tappa: Scuol – Livigno – km. 85<br />

– dislivello in salita: 2700m<br />

Quinta Tappa: Livigno – Naturno – km.<br />

120 – dislivello in salita: 2950m<br />

Sesta Tappa: Naturno – Malè – km. 85 –<br />

dislivello in salita: 3450m<br />

Settima Tappa: Malè – Madonna di Campiglio<br />

– km. 50 – dislivello in salita:2400m<br />

Ottava Tappa: Madonna d. C. – Limone<br />

sul Garda – km. 100 – dislivello in<br />

salita:2700m<br />

cato per sintetizzare che cosa rappresenta<br />

la “Bike Transalp”.<br />

Gli appassionati “bikers” la conoscono<br />

molto bene, molti la sognano come un<br />

obiettivo che vale un’intera carriera<br />

agonistica, tanti ci pensano come ad<br />

un miraggio. Qualunque sia l’approccio<br />

mentale, la “Bike Transalp” rappresenta<br />

una di quelle esperienze che<br />

ogni “biker” vorrebbe vivere almeno<br />

una volta nella sua vita … un’avventura<br />

che lascia un segno indelebile sia<br />

sulle gambe che sulla testa e, soprattutto,<br />

nel “cuore”! Dicevamo … “Panorami<br />

stupendi” perché la “Bike Transalp”,<br />

in otto giorni di tappe, attraversa<br />

i più bei paesaggi delle Alpi italiane e<br />

straniere che ogni appassionato di natura<br />

possa immaginare (alpeggi, laghetti<br />

alpini, cascate, fiumiciattoli e<br />

In fila indiana in prox. della malga Pedenolo<br />

41


42<br />

I due team di Alta Rezia<br />

torrenti) con ben diciannove passi alpini,<br />

tra i più impegnativi e seducenti<br />

al mondo. “Tanta fatica e tanto sudore”<br />

perché i numeri, qui di seguito riportati,<br />

ne sono una prova inconfutabile<br />

... “Ma tanto appagamento” perché<br />

riuscire ad arrivare al traguardo<br />

(quello di Limone sul lago di Garda) e<br />

soprattutto arrivarci in qualità di “Finisher”,<br />

rappresenta una soddisfazione<br />

personale prima e poi sportiva che<br />

non teme confronti ... Otto durissime<br />

tappe senza un solo giorno di riposo<br />

(dal 15 al 22 di luglio): praticamente<br />

più o meno otto “marathon” di fila,<br />

senza riposo intermedio … un inferno<br />

per le gambe, per la schiena, per tutte<br />

le articolazioni e, soprattutto, per la testa<br />

da un punto di vista mentale! Giornate<br />

straordinariamente belle, assolate<br />

e molto calde. Mediamente, ogni<br />

giorno, almeno 2700/2800 metri di dislivello<br />

in salita, con 80/90 chilometri<br />

di cui l’80/90 % di sterrato ed il 10/20<br />

di asfalto; da un minimo di 6/7 ore ad<br />

un massimo di 9 ore in sella alla propria<br />

mountain bike. Penso che quanto<br />

in precedenza ricordato rappresenta<br />

un “riassunto”, abbastanza chiaro, di<br />

questa mitica e nel contempo indimenticabile<br />

“avventura” che lascia un<br />

segno indelebile in chi per la prima<br />

volta l’affronta. Quattro le tappe “straniere”:<br />

partenza da Fussen (in Germania)<br />

ed arrivo ad Imst; da Imst ad Ischgl<br />

(in Austria); da Ischgl a Scuol (in<br />

Svizzera) e quattro le italiane. Da<br />

Scuol a Livigno, in Alta Rezia - Alta<br />

Valtellina – Lombardia. Da Livigno a<br />

Saturno, in Valle Venosta – Bolzano:<br />

la tappa più lunga con centoventicinque<br />

chilometri per un dislivello totale,<br />

in salita, di quasi tremila metri. Da Naturno<br />

a Malè, in Val di Sole (Trento): la<br />

tappa più dura, in assoluto, con quasi<br />

tremilacinquecento metri di dislivello<br />

in salita per un totale di novanta chilometri.<br />

Da Malè a Madonna di Campiglio,<br />

in Val Rendena (Trento) e da qui<br />

all’arrivo in quel di Limone sul Garda:<br />

tappa altamente spettacolare con il<br />

passo Tremalzo ed il passo Nota<br />

(dove si disputa la “famigerata” Bike<br />

Extreme), ottanta chilometri per un dislivello<br />

totale in salita di duemilaottocento<br />

metri”.<br />

- Silvio Mevio quali sono stati gli<br />

equipaggi del team “Alta Rezia<br />

Bike” che hanno partecipato a questo<br />

“challenge” estremo di mountain<br />

bike ed alcune considerazioni<br />

sulla preparazione psicofisica ed<br />

atletica che avete affrontato per sostenere<br />

una simile “maratona” di<br />

mountain bike?<br />

“La partecipazione alla “Bike Transalp”<br />

è rigorosamente a coppie, con un<br />

compagno con il quale si deve avere<br />

un ottimo “feeling”, aspetto questo non<br />

da sottovalutare ed è assolutamente<br />

indispensabile per affrontare, in modo<br />

efficace, le mille e mille insidie che costellano,<br />

quotidianamente, l’intero percorso.<br />

I due “rider” devono percorrere<br />

tutte ed otto le tappe ad una distanza<br />

ravvicinata e passare ogni controllo<br />

orario - “gate” (porta) – ad una distanza<br />

massima di due minuti. Il compagno<br />

di team, inoltre, rappresenta l’unica<br />

persona che può aiutare l’altro<br />

biker in caso di difficoltà oppure di<br />

problemi tecnico – meccanici, in quanto<br />

non sono ammesse forme di aiuto<br />

esterno.<br />

Ogni infrazione a queste regole è punita<br />

con severe penalizzazioni di tempo<br />

più o meno gravi: un monito, questo,<br />

molto importante se si considera<br />

che ogni tappa deve essere portata a<br />

termine necessariamente entro le otto<br />

ore stabilite come “tetto massimo” …<br />

Basta infatti un solo passo falso, una<br />

giornata negativa oppure una tappa<br />

particolarmente “sfortunata” … ed il<br />

sogno di diventare uno dei pochi privilegiati<br />

“Finisher” (termine usato per<br />

“marchiare” quelli che hanno terminato<br />

la “Bike Transalp”) svanisce in una<br />

bolla di sapone ... Il team di “Alta Rezia<br />

Bike” ha schierato ai nastri di partenza<br />

due equipaggi: il sottoscritto in<br />

coppia con Leonardo Brunori per il<br />

team 1 e Guido Cardia con Fabrizio<br />

Borghesi per il team 2. Due le categorie<br />

“man” e “masters”, al maschile, a<br />

seconda della somma dell’età, oltre<br />

alla categoria Femminile e Mista. 600<br />

i team alla partenza per un totale di<br />

circa 1200 atleti provenienti da più di<br />

32 Paesi a livello mondiale.<br />

Esperienza indimenticabile e molto faticosa;<br />

per arrivare alla fine di questa<br />

massacrante maratona sportiva bisogna<br />

avere i nervi ben saldi e soprattutto<br />

un profondo spirito di sacrificio e di<br />

adattamento a qualsiasi tipo di “ostacolo<br />

esterno ed interno” che può compromettere<br />

l’integrità psicofisica del<br />

partecipante. Preparazione atletica e<br />

psicofisica al 100 % con massima<br />

concentrazione, oltre a recuperi<br />

straordinari tra una tappa e l’altra”.<br />

- Silvio Mevio, abbiamo saputo che<br />

dietro a questa vostra “massacrante<br />

avventura - gara” esiste anche<br />

un fine, ovvero quello della promozione,<br />

sul campo, del “Progetto<br />

Alta Rezia Bike & Trekking”; a questo<br />

proposito chi bisogna ringraziare<br />

per avervi dato la possibilità<br />

Silvio Mevio a Livigno


di aderire, con due team, alla Bike<br />

Transalp Challenge 2006?<br />

“La partecipazione a questa importante<br />

manifestazione sportiva, di respiro<br />

mondiale, giunta alla sua nona<br />

edizione (nel 2007 festeggerà il decennale)<br />

da parte dei due team di<br />

“Alta Rezia Bike” è servita a veicolare<br />

e a pubblicizzare, nel modo migliore,<br />

il nostro comprensorio “bike” collocato<br />

a cavallo tra l’Italia e Svizzera, offrendo<br />

una “vera cartolina suggestiva” al<br />

biker straniero soprattutto e, perché<br />

no, anche italiano anche se questo ultimo<br />

risulta essere ancora abbastanza<br />

timoroso, ma comunque in fase evolutiva<br />

per quanto riguarda il fenomeno<br />

del “mountain biking”. Quindi una vetrina<br />

migliore non poteva essere, senza<br />

alcuna ombra di dubbio, la “Bike<br />

Transalp Challenge” targata 2006 che<br />

ha richiamato ai nastri di partenza più<br />

di un migliaio di partecipanti (per lo più<br />

tedeschi, austriaci e svizzeri) i quali,<br />

proprio attraverso la prima tappa “italiana”<br />

che da Livigno li ha portati fino<br />

in Valle Venosta (Naturno), hanno potuto<br />

rendersi conto di quello che l’Alta<br />

Rezia può offrire in termini di sentieristica,<br />

di percorsi sterrati “off road” (tutti<br />

rigorosamente mappati GPS - www.<br />

bike-gps.com e di infrastrutture siano<br />

esse <strong>alberghi</strong>ere che tecniche come il<br />

nuovo Bike Park (Mottolino) di Livigno”.<br />

Perciò grazie infinite agli ideatori<br />

del progetto “Alta Rezia Bike &<br />

Trekking”, ovvero agli amici Fadri e<br />

Darko Cazin, entrambi della Valle Mu-<br />

Superata la bocchetta di Forcola verso il<br />

Passo Umbrail<br />

stair – Valle Monastero (Cantone Grigioni<br />

- Svizzera), che ci hanno permesso<br />

di prendere parte a questa bellissima<br />

“maratona” in mountain bike e,<br />

soprattutto, di conoscere nuove zone<br />

poste a cavallo delle Alpi dove la natura<br />

conserva, ancora intatto, il suo<br />

straordinario fascino. Non per ultimo<br />

perché meno importante, un grazie<br />

particolare va anche a Silvio Baroni<br />

della Comunità Montana Alta Valtellina<br />

che ha seguito e supportato, da vicino,<br />

tutta la fase di preparazione della<br />

“spedizione” di Alta Rezia Bike. Un<br />

ringraziamento va, inoltre, alla nostra<br />

segretaria Laura D’Amelio, coadiuvata<br />

da Giovanna Compagnoni, per gli<br />

aspetti logistico – organizzativi, al medico<br />

sportivo, dott. Giulio Rossi responsabile<br />

del Centro di Medicina<br />

Sportiva “Mario Mevio” di Sondalo per<br />

la superba preparazione atletica e al<br />

dott. Alberto Zoia, nutrizionista di fama<br />

internazionale, per gli aspetti alimentari;<br />

ringraziamenti vanno anche al<br />

pool di sponsor tecnici che, attraverso<br />

la fornitura di indumenti intimi (Mico) e<br />

da gara (Mem), caschi (Met), guanti<br />

(Level), occhiali (Salice), miele (Marco<br />

Moretti), marmellata (Vis), hanno supportato<br />

i due team di Alta Rezia<br />

Bike”.<br />

- Silvio Mevio ci può raccontare<br />

quali sono le zone su cui si “appoggia”<br />

il comprensorio ciclistico<br />

“offroad” di Alta Rezia? Abbiamo<br />

saputo, inoltre, che il prossimo<br />

anno ricorre il decennale di questa<br />

importante manifestazione sportiva<br />

internazionale (1997/2007) e che<br />

ritenterà la partecipazione con altri<br />

due team; sappiamo anche che,<br />

con molta probabilità, verrà pubblicato<br />

un romanzo che narrerà la storia<br />

di questa indimenticabile avventura<br />

attraverso alcuni aneddoti,<br />

e tanti, tanti colpi di scena … ci<br />

può dire qualcosa in merito?<br />

“L’Alta Rezia è un comprensorio di<br />

straordinaria bellezza paesaggistica<br />

che offre un incomparabile rete di sentieri<br />

(tutti mappati GPS per un totale di<br />

2500 chilometri) adatti alla pratica del<br />

mountain biking ed è conosciuto, anche,<br />

come l’ “Eldorado” della mountain<br />

L’elicottero Eliwork, con da sinistra a<br />

destra il cameramen, Maurizio Folini il<br />

pilota, la giornalista e Maurilio Cusini<br />

bike. Le zone che appartengono a<br />

questo vasto territorio sono: la media<br />

e l’alta Valtellina, ovvero Tirano, Grosotto,<br />

Grosio e Livigno, attraversando<br />

Sondalo, la Valdisotto, la Valfurva, la<br />

Valdidentro e Bormio; la svizzera<br />

Valposchiavina che, valicando il passo<br />

del Bernina ed il passo della Forcola,<br />

porta fino alle grigionesi S.Moritz, Celerina<br />

e Pontresina; quindi tutta la<br />

zona dell’incontaminata e suggestiva<br />

Val Mustair (Valle Monastero – patrimonio<br />

dell’UNESCO) fino al Passo<br />

Umbrail, per ritornare in Alta Valtellina<br />

attraversando la Valle del Braulio e<br />

dello Stelvio. Per quanto riguarda l’edizione<br />

del decennale (1997/2007), unitamente<br />

ai vertici di Alta Rezia “Bike<br />

& Trekking”, stiamo lavorando per<br />

creare due team che saranno formati,<br />

con molta probabilità, da quattro “bike<br />

scout” (nuova figura di guida – accompagnatore<br />

– istruttore di mountain<br />

bike) dell’Alta Rezia (uno per zona, ovvero<br />

Alta Valtellina – con Bormio e Livigno<br />

- e la Valposchiavo con l’Engadina).<br />

Grazie all’interessamento ed<br />

alla passione di una mia carissima<br />

amica (Gloria Ciapponi), affermata e<br />

nota scrittrice valtellinese di Morbegno,<br />

questa avventura ricchissima di<br />

colpi di scena e di aneddoti diventerà<br />

un romanzo che verrà pubblicato prossimamente.<br />

Per ulteriori informazioni<br />

su Alta Rezia “Bike & trekking” basta<br />

visitare i seguenti siti: www.alta-rezia.<br />

com, www.altarezia.eu, www.bikegps-com,<br />

www.mtb.stelvio.net”.<br />

43


46<br />

Il caos cittadino<br />

scompare appena<br />

la porta d’ingresso<br />

si chiude alle nostre<br />

spalle. Un solo suono<br />

Pillole di design... a due passi<br />

del centro storico di Sondrio<br />

All’interno ogni cosa, dagli elementi<br />

costruttivi fino all’arredo, è studiata<br />

con cura. La suddivisione degli spazi<br />

è fedele a quella sperata dal cliente.<br />

Il linguaggio architettonico è riuscito a<br />

raccogliere il carattere moderno del<br />

tema con estrema attenzione e rigore<br />

formale, conferendo allo stesso tempo<br />

un tocco di sobria modernità. All’insegna<br />

di un essenziale minimalismo l’arredo<br />

gioca la sua parte nel successo<br />

del locale. Legno wenghè, acciaio, ve-<br />

BERRY’S LOUNGE CAFÈ<br />

PROPRIETÀ Lo Pomo Alessandro - Marini Alessandro<br />

INDIRIZZO Via V.Veneto 21° - 23100 Sondrio<br />

TELEFONO 0342-219193<br />

ATTIVITA’ bar tradizionale, bar per happy hour, locale adibito a<br />

ristorante veloce per pausa pranzo e serale.<br />

PROGETTAZIONE: Arch.Francesco Venzi<br />

REALIZZAZIONE: <strong>Concreta</strong> Srl<br />

TESTI: Roberta Bertolatti<br />

FOTO: Andrea Basci<br />

ci accoglie e ci<br />

accompagna durante<br />

tutta la permanenza:<br />

il sottofondo di una<br />

dolce musica.<br />

tro e pelle color avorio rappresentano<br />

la nota materia dominante, in una<br />

combinazione che ne esalta il tono<br />

moderno ed essenziale senza pregiudicarne<br />

il calore e l’accoglienza.<br />

E’ il frutto del riuscito progetto di un<br />

locale a due passi dal centro storico di<br />

Sondrio, il Berry’s Lounge Cafè, che<br />

propone fin dall’esterno un’immagine<br />

semplice e sobria, preludio alle atmosfere<br />

fresche e frizzanti che ne connotano<br />

gli spazi interni.


48<br />

TIPO DI INTERVENTO:<br />

● intervento di ristrutturazione totale: variazione distributiva dei vani (soprattutto per quanto<br />

riguarda il piano interrato adibito a bagni), rifacimento di pavimentazioni, di controsoffitti,<br />

impianti elettrici, idraulici, di condizionamento etcc…;<br />

● progetto molto attuale che irrompe prepotentemente nel contesto cittadino Sondriese,<br />

mettendo in evidenza come sia possibile coniugare il design contemporaneo al concetto<br />

tradizionale dei locali pubblici di questo tipo, in cui confort, colore, accoglienza e calore<br />

sono condizioni fondamentali per accogliere il cliente.<br />

● il nuovo locale si propone non solo come bar tradizionale, ma anche come bar per l’happy<br />

hour, come locale ristorante per il momento pausa pranzo veloce e serale .<br />

● vista la tipologia dei locali, il progetto articola le diverse zone attorno alla centralità del<br />

banco bar, utilizzando allineamenti, volumi e colori per identificare e caratterizzare le diverse<br />

aree funzionali, senza creare separazioni fisiche o identificative molto forti, ma<br />

legando armoniosamente tali parti ad un “tutto” molto ben organizzato e armonico nei<br />

richiami architettonici;<br />

● molto importanti per il concetto sopra descritto sono , oltre alle linee degli arredi, i materiali<br />

utilizzati quali il legno wenghè , il vetro e l’acciaio, la pelle color avorio per i rivestimenti<br />

e il gioco volumetrico dei controsoffitti che aiutano (anche con la differenziazione<br />

dei colori e della tipologia dell’illuminazione) a riproporzionare il fuori scala dell’ambiente<br />

(molto alto e stretto e lungo) con la scala a misura d’uomo degli arredi;<br />

● elemento fondamentale per la scenografia del bar è il dipinto fatto eseguire su commissione<br />

specifica per il loco, con una dimensione che travalica quello che è il concetto solito<br />

del “quadro” (….ben 10 mq !...) ed una definizione cromatica fortissima che esalta (e<br />

si auto-esalta) la definizione cromatica degli arredi e delle tinte a parete;<br />

● oltre alle zone lunch, bar ed happy, di forte richiamo architettonico sono la piattaforma<br />

elevatrice in acciaio e vetro che collega il piano bar con i servizi sottostanti, e la parete<br />

autoportante in legno e vetro satinato che divide la zona happy dalla cucina.


a r<br />

49


a r<br />

51


52<br />

Leggero, luminoso<br />

dove acciaio, cuoio e<br />

wenghè sono gli assoluti<br />

protagonisti. Un<br />

Un nuovo locale...<br />

a tema!<br />

Un locale veramente multitarget dove<br />

tutti sono accomunati dal desiderio di<br />

passare un piacevole momento della<br />

giornata in compagnia in un ambiente<br />

veramente accogliente. L’esigenza di<br />

ricavare una serie di aree funzionali<br />

specializzate, senza penalizzare la<br />

fruibilità, ha imposto un attento studio<br />

delle soluzioni d’arredo. Obbiettivo primario,<br />

è stato lo sfruttamento ottimale<br />

della superficie.<br />

Per sottolineare il carattere multifunzionale<br />

dell’ambiente sono state create<br />

varie zone attrezzate con panchette.<br />

Le soluzioni d’arredo adottate si richia-<br />

CAFE’ DE LA GARE<br />

riuscito connubio che<br />

dona all’ambiente una<br />

felice atmosfera di eterea<br />

leggerezza e relax.<br />

mano all’intera impostazione moderna<br />

del locale. Acciaio, cuoio rosso per il<br />

frontale del banco e cuoio marrone<br />

scuro per gli imbottiti e le sedie, con un<br />

risultato di elegante essenzialità.<br />

Il palazzo dove trova posto al piano terra<br />

il nuovo “Cafè De La Gare” ospitava<br />

negli anni Trenta il vecchio “Cafè De<br />

La Gare”, vecchio ristoro vicino alla<br />

Stazione di Tirano.<br />

“Cafè De La Gare”, il nome del locale,<br />

è rubato al francese e letteralmente significa<br />

“Caffè della Stazione”. Il nuovo<br />

locale è una riesumazione del passato<br />

in chiave moderna.<br />

PROPRIETÀ Tognolini Maurizio<br />

INDIRIZZO Viale Italia, 61 (incrocio semaforo) - 23037 Tirano (SO)<br />

TELEFONO 347 - 9043695<br />

ATTIVITA’ Bar Caffè, piatti freddi e caldi, paninoteca e<br />

gelateria<br />

ALTRO Specialità strudel fatto in casa<br />

PROGETTAZIONE: <strong>Concreta</strong> Srl<br />

Geom.Stefano Gavazzi - Geom.Ivana Vanoni<br />

REALIZZAZIONE: <strong>Concreta</strong> Srl<br />

TESTI: Roberta Bertolatti<br />

FOTO: Andrea Basci


54<br />

b a r<br />

TIPO INTERVENTO<br />

● Tema de locale: IL ROSSO<br />

● Si tratta di un nuovo progetto. Il locale ha subito un<br />

cambio di destinazione d’uso, trasformandosi da negozio<br />

di lampade a Bar.<br />

● Intervento di separazione dei locali con realizzazione<br />

di nuovi spazi adibiti ad office, bagni, zona bar con<br />

panche;<br />

● Progettazione nuova terrazza esterna;<br />

● Arredo dal taglio moderno ed essenziale;<br />

● Rifacimento di pareti rasate a gesso, nuovi controsoffitti<br />

e studio illuminotecnico. Rifacimento tinteggiature<br />

e tinte serramenti esterni.<br />

● Banco bar moderno con frontale in cuoio rosso, bancalina<br />

in cristallo illuminato. Mix di alluminio, acciaio e<br />

vetro/specchio per il retro.<br />

● Parti in legno in rovere tino wengè;<br />

● Panca su misura con basamento in inox e seduta di<br />

grande spessore rivestito in tessuto marrone scuro.<br />

● Schienale panche con richiami in cuoio rosso e legno<br />

tinto wengè.<br />

● Sedute moderne con struttura in tubolare di inox satinato<br />

e seduta in cuoio marrone scuro con cuciture a<br />

vista.


TENDAGGI SU MISURA - TENDE D’ESTERNI - TESSUTI<br />

IN TREVIRA C.S - TENDAGGI E TESSUTI D’ARREDO<br />

“... ognuna delle nostre creazioni possiede<br />

un proprio carattere unico e incondondibile...“<br />

Auguri di Buone Feste<br />

GR TENDAGGI - Via Industriale, 159 - Berbenno di Valtellina (So) - Tel. e Fax 0342 49 25 15 - www.grtendaggi.com<br />

55


56<br />

Accorgimenti, luce,<br />

colori e materiali per<br />

assecondare il trend<br />

del nuovo locale<br />

posto in una<br />

posizione strategica<br />

del centro storico<br />

di Tirano.<br />

Un nuovo locale...<br />

nel centro storico di Tirano<br />

Progettato all’insegna di un elegante<br />

minimalismo rappresenta un ambiente<br />

raccolto che riesce a proporre atmosfere<br />

di accogliente convivialità.<br />

Gli spazi luminosi e accoglienti sono<br />

il risultato di un attento utilizzo di colori,<br />

forme e materiali. Tutto ciò contribuisce<br />

a creare un locale con un’immagine<br />

dall’impronta dinamica e tipicamente<br />

moderna.<br />

L’impronta fresca del locale è stata<br />

arricchita con un tocco di alta tecnologia<br />

molto apprezzata dalla clientela:<br />

CAFFÈ LUCIGNOLO<br />

la nuova vetrina gelato rotante della<br />

Ifi. La scelta dei materiali utilizzati per<br />

gli arredi è coerente alla pulizia delle<br />

forme che caratterizza questo locale.<br />

Per il banco bar si è optato il legno di<br />

mogano con inserti di vetro “cranè” e<br />

massima linearità è stata utilizzata<br />

anche per gli altri elementi di finitura.<br />

Il risultato è un’ambientazione che riesce<br />

a essere intima e conviviale ma,<br />

all’occorrenza anche fresca, dinamica<br />

e di tendenza.<br />

PROPRIETÀ Sig.ri Morelli Valerio e Moroni Elisabetta<br />

INDIRIZZO Piazza Marinoni, 28 – 23037 Tirano (SO)<br />

TELEFONO 0342 – 701876<br />

FAX 0342 – 701876<br />

ATTIVITA’ Bar, paninoteca e gelateria.<br />

ALTRO Sala per fumatori e Terrazzo esterno.<br />

PROGETTAZIONE: <strong>Concreta</strong> Srl - Geom.Stefano Gavazzi<br />

REALIZZAZIONE: <strong>Concreta</strong> Srl<br />

TESTI: Roberta Bertolatti<br />

FOTO: Andrea Basci


58<br />

b a r<br />

TIPO DI INTERVENTO:<br />

● Si tratta di un nuovo progetto. Il locale è posto all’interno<br />

di un palazzo storico nel centro di piazza<br />

Marinoni a Tirano. In posizione molto strategica, è<br />

situato di fronte al Cinema Mignon e vicino alla Stazione<br />

Ferroviaria.<br />

● Progettazione: avviene durante il restauro dell’intero<br />

fabbricato. Vengono quindi sostituite le pavimentazioni<br />

e riprogettata la distribuzione dei vari locali.<br />

● Il Bar Lucignolo è il locale completo a tutti gli effetti:<br />

- Grande terrazzo su Piazza Marinoni;<br />

- Spazioso banco bar;<br />

- Comoda sala fumatori;<br />

- Office di servizio pratico e funzionale<br />

● Materiali ed Estetica: - Design dal taglio moderno:<br />

il legno di mogano leggermente scurito è sicuramente<br />

il materiale dominante che troviamo lungo<br />

tutto lo sviluppo del locale. Bello il contrasto con il<br />

pavimento dalla tonalità grigio chiaro. Forte anche<br />

il contrasto creato mescolando inserti di vetro<br />

“cranè” con il legno di mogano. Di forte richiamo la<br />

vetrina “rotonda” della IFI Platinum posizionata all’entrata<br />

del locale. Donano un tocco del tutto personale<br />

i decori eseguiti a mano da una giovane artista<br />

amica della committenza.


Dalla natura e dalla tradizione nasce<br />

una sana dimensione del caldo<br />

������<br />

STUFE IN MAIOLICA<br />

di Emanuele Del Molino<br />

Postalesio (SO) - Via Nazionale, 18<br />

tel. 0342 590077 - Fax 0342 590166<br />

www.delmolino-stufe.com<br />

info@delmolino-stufe.com<br />

59


60<br />

Txt: Attilio Piazza<br />

Foto: Archivio Pietro Vitalini<br />

L’ex discesista<br />

(sci alpino) azzurro<br />

mette “in campo”<br />

la sua lunga esperienza<br />

maturata<br />

sui campi di gara<br />

Abbiamo incontrato nella sua Valfurva,<br />

l’ex discesista azzurro di sci alpino, Pietro<br />

Vitalini, il quale nel giro di pochi anni<br />

(una volta appesi gli sci al chiodo) ha<br />

ben pensato di trasferire la sua lunga<br />

esperienza sciistico – agonistica dalle<br />

piste innevate all’abbigliamento invernale<br />

– sportivo. Ha fondato un’azienda<br />

giovane e dinamica (la Skixo) - unitamente<br />

a suo fratello Marco - e nel giro<br />

di un lustro è riuscito a “sfondare” in un<br />

ambiente non del tutto facile come<br />

quello dell’abbigliamento invernale dedicato,<br />

soprattutto, agli appassionati<br />

degli sport della montagna. A lui abbiamo<br />

fatto alcune domande per mettere<br />

a fuoco questa bella realtà valtellinese.<br />

- Prima di entrare nel merito dell’intervista,<br />

Pietro ci puoi raccontare -<br />

per sommi capi - la tua carriera agonistica<br />

quando appartenevi alla<br />

squadra maschile di discesa libera<br />

della Nazionale Italiana di sci alpino<br />

(discipline veloci).<br />

.<br />

- Ci puoi raccontare – in sintesi – la<br />

storia della vostra azienda e quali<br />

sono le caratteristiche che la contraddistinguono<br />

rispetto alle altre<br />

che operano nel campo dell’abbigliamento<br />

tecnico – invernale?<br />


so la fine del 2002, unitamente a mio<br />

fratello Marco abbiamo pensato bene di<br />

avviare una nostra produzione con un<br />

nostro marchio che ci contraddistingueva<br />

dagli altri per una particolarità, ovvero<br />

quella che riguardava la produzione<br />

di piccoli quantitativi di capi con le relative<br />

personalizzazioni … questa scelta<br />

a lungo andare ci sta premiando.<br />

Attualmente collaboriamo sempre con<br />

la casa svedese della Beyond X che ci<br />

permette di vendere il nostro prodotto<br />

“Pietro Vitalini” negli show room dedicati<br />

e disseminati un po’ in tutto il mondo<br />

(Svezia - Austria – Norvegia – Germania<br />

– Francia – Canada – Inghilterra<br />

– U.S.A.); ci rivolgiamo soprattutto oltre<br />

che agli sci club anche alle scuole di sci<br />

(Sci Club Santa Caterina Valfurva – Sci<br />

Club Valdidentro – Sci Club Alpine Ski<br />

Team – Sci Club Aprica – Racing Team<br />

G.M. – Scuola Sci Santa Caterina Valfurva<br />

e Scuola Sci Oga - Valdisotto).<br />

Oltre a questo settore tipicamente “invernale”<br />

forniamo capi tecnico – sportivi<br />

anche al Marathon Club Livigno –<br />

Snowboard Club Livigno e al gruppo<br />

dei “Diversamente Abili”, ovvero l’Handysport<br />

di Livigno >>.<br />

- Sulla base di quanto hai evidenziato<br />

possiamo affermare che siete in<br />

grado di preparare capi come fosse<br />

un “prét a porter”, ovvero pochi capi<br />

e fatti su misura; ci puoi raccontare<br />

qualcosa in proposito?<br />

.<br />

Per ulteriori informazioni:<br />

Skixo di Pietro Vitalini & C.<br />

Via S.Antonio, 81 - 23030 Valfurva (SO)<br />

Tel. + 39 – 0342/94.54.53<br />

Cell. +39 – 335/ 6062036<br />

Cell. + 39 – 338/4286299<br />

E - mail: info@pietrovitalini.it<br />

Web site: www.pietrovitalini.com<br />

impatica e accattivante<br />

nto sportivo-invernale<br />

61


62<br />

Sulle candide nevi di<br />

Chiesa in Valmalenco<br />

in serbo per voi idee e<br />

novità per aggiungere<br />

alla vostra vacanza<br />

energia e divertimento,<br />

senza dimenticare il<br />

comfort dei servizi!<br />

Nell’incantevole scenario<br />

di una natura imbiancata<br />

il nuovo centro Pircher Sport<br />

Nel centro Picher sport, potrai noleggiare<br />

l’attrezzatura per lo sport che<br />

preferisci, per un giorno, per una settimana<br />

o per l’intera stagione, scivolando<br />

piacevolmente sulle piste del relax.<br />

Se sei un amante dello snowboard,<br />

troverai nuove e prestigiose tavole,<br />

con le quali mettere alla prova le tue<br />

capacità acrobatiche e vivere bianche<br />

emozioni da brivido. Per gli appassionati<br />

dello sci, alta qualità, completezza<br />

della gamma e sicurezza sono garantiti,<br />

con la possibilità di utilizzare marchi<br />

rinomati. Ma la novità più accattivante<br />

che ti proponiamo per questa<br />

PIRKER SPORT<br />

stagione è il “winterwalking”: passeggiate<br />

romantiche o percorsi avventurosi<br />

nell’incantevole scenario della natura<br />

imbiancata, con le racchette da<br />

neve, le tradizionali “ciaspole” che regaleranno<br />

emozioni anche a chi non<br />

scia.<br />

E da quest’anno un rinnovato e accogliente<br />

arredo studiato nei minimi particolari<br />

dove funzionalità ed estetica<br />

vanno di pari passo: sfruttamento di<br />

tutti gli spazi, dettagli curati, grande<br />

importanza ai materiali , alle luci, ai<br />

colori e alla morbidezza delle linee.<br />

Cosa aspetti? Il centro Pircher ti aspetta!<br />

PROPRIETÀ Sig.ri Pircher Matteo, Francesco e Rossano<br />

INDIRIZZO Via Roma, 150 – 23023 Chiesa In Valmalenco (SO)<br />

TELEFONO 0342 – 451301<br />

FAX 0342 – 454528<br />

ATTIVITA’ Negozio di articoli sportivi e tecnici,<br />

abbigliamento e calzature<br />

PROGETTAZIONE: <strong>Concreta</strong> Srl<br />

Arch. Isacco Brioschi - Geom. Stefano Boscacci<br />

REALIZZAZIONE: <strong>Concreta</strong> Srl<br />

TESTI: Roberta Bertolatti<br />

FOTO: Andrea Basci


64<br />

TIPO DI INTERVENTO:<br />

Store Concept Pircher<br />

L’idea progettuale è di rinnovare seguendo le necessità espositive del moderno marketing<br />

di un punto vendita, un negozio dotato di un carattere personale e tradizionale,<br />

senza annullarne le caratteristiche peculiari. Nasce quindi la volontà di coniugare tradizione<br />

e modernità, memoria e attualità. La tradizione non può prescindere dai materiali<br />

tipici della montagna: il legno, materiale durabile e duttile, invecchiato all’aspetto,<br />

utilizzato come rivestimento a parete ricorda il rivestimento delle malghe e dei fienili<br />

che popolano le valli circostanti, la pietra locale, testimone, grazie alla elevata curabilità<br />

degli anni e degli stili che trascorrono e passano oltre. Materiali come il rame e<br />

l’acciaio inox sono invece adatti a raffigurare la dinamicità e la sportività che animano<br />

lo spirito del luogo: gli sport invernali su neve e ghiaccio o le attività estive di escursione<br />

o arrampicata si praticano a breve distanza dal negozio stesso. I sistemi espositivi<br />

di display coniugano ampia versatilità modulare con un sistema adatto a promuovere<br />

i prodotti e comunicare col cliente in maniera molto moderna. Lo stesso concetto è<br />

ripreso nelle vetrine, che, oltre ai suddetti sistemi, utilizzano anche una base in vetro<br />

retroilluminata per esaltare le sagome dei manichini e dell’abbigliamento, provocando<br />

la curiosità dell’istante e invogliandolo ad entrare. Anche il rapporto tra interno ed<br />

esterno è stato studiato per creare scorci prospettici ottimali, che vadano oltre il piano<br />

antistante a livello della vetrina, facendo percepire lo spazio interno del negozio nella<br />

sua profondità e complessità.<br />

La scelta delle lampade e dei sistemi illuminanti segue il principio di valorizzare gli<br />

oggetti esposti, rendendoli maggiormente allettanti agli occhi dei avventori, sottolineando<br />

le loro forme ed i loro colori.<br />

Particolare attenzione è stata prestata alla zona cassa, pensata come “focal point” che<br />

cattura l’attenzione del cliente: è il primo punto che i suoi occhi incontrano all’ingresso<br />

e l’ultimo prima di uscire dopo aver visitato il punto vendita.


n e g o z i<br />

65


68<br />

Ancora una volta fuori<br />

dalle solite rotte, per<br />

farvi conoscere liberati<br />

dal traffico, in una<br />

posizione privilegiata<br />

e tranquilla, un<br />

angolo della bella<br />

Valtellina...<br />

Elegante, raffinato<br />

e accogliente<br />

E’ in questo contesto che si inserisce<br />

il nuovo negozio L’ Ape Regina, che<br />

rompe la scansione ritmica data dai<br />

tipici locali commerciali. Il nuovo negozio<br />

offre a tutte le donne e agli uomini<br />

un vasto assortimento di creazione<br />

per la biancheria intima e per la<br />

casa. Le richieste dei titolari sono state<br />

subito molto chiare; poter realizzare<br />

un negozio molto lineare, semplice,<br />

moderno e luminoso.<br />

Nel corso della sua progettazione si è<br />

APE REGINA<br />

voluto esaltare al massimo la richiesta<br />

del cliente evidenziando l’offerta<br />

merceologica attraverso arredi ed illuminazione.<br />

L’assemblaggio dei vari pezzi dà vita<br />

ad uno spazio avvolgente e continuo.<br />

Un luogo pensato minimale, caldo ed<br />

elegante, dove la semplicità e la scelta<br />

di toni monocromatici evidenzia la<br />

qualità del prodotto, donando all’ambiente<br />

un tono confidenziale che mette<br />

a proprio agio la clientela.<br />

PROPRIETÀ Sig.ra Armanasco Loredana<br />

INDIRIZZO Via Roma, 44 - 23030 Tovo di Sant’Agata (SO)<br />

TELEFONO 0342 - 775022<br />

FAX 0342 - 775022<br />

ATTIVITA’ Negozio di biancheria per la casa e intimo<br />

uomo-donna-bambino<br />

PROGETTAZIONE: <strong>Concreta</strong> Srl<br />

Arch.Valter De Pianto - Geom.Michela Bagiotti<br />

REALIZZAZIONE: <strong>Concreta</strong> Srl<br />

TESTI: Roberta Bertolatti<br />

FOTO: Andrea Basci


70<br />

TIPO DI INTERVENTO:<br />

● Progetto:<br />

Nuova realizzazione.<br />

n e g o z i<br />

● Disposizione:<br />

Due piani (piano terra negozio, interrato magazzino)<br />

● Fornitura chiavi in mano:<br />

Arredi, porte, pavimenti, controsoffitti, luci, rasature.<br />

● Progetto:<br />

Segue delle linee moderne, con legno di ciliegio abbinato<br />

con particolari in acciaio (zoccolino mobili,<br />

maniglie, ringhiere), pareti rasate a gesso tinteggiate<br />

con toni di colore chiaro.<br />

● Illuminazione:<br />

Ricercata e studiata con parte ad incasso nel controsoffitto<br />

e parte esterna.<br />

● Controsoffitti:<br />

Particolare attenzione ai controsoffitti in cartongesso<br />

che delimitano le varie zone del negozio (ingresso,<br />

vetrine espositive verso l’esterno e zona vendita).<br />

● Pavimenti:<br />

Parte centrale in corrispondenza dell’ingresso in ceramica<br />

e il resto in laminato legno colore chiaro,<br />

scale e piano interrato in ceramica.


72<br />

Con i prodotti del<br />

Buongustaio c’è più gusto.<br />

Anzi buon gusto!<br />

I migliori ingredienti e<br />

un controllo accurato di<br />

tutte le fasi produttive e<br />

I nuovi consumatori<br />

chiedono prodotti genuini...<br />

il Buongustaio li prepara!<br />

Il Buongustaio asseconda il desiderio di<br />

novità e genuinità dei nuovi consumatori,<br />

ben sapendo che è spesso un dettaglio<br />

di qualità a fare la differenza.<br />

Una cultura del mangiar bene basata<br />

sulla bontà, la semplicità, la salute, il<br />

rispetto dell’ambiente e la valorizzazione<br />

dei prodotti locali, indissolubilmente<br />

IL BUONGUSTAIO<br />

PROPRIETÀ Claudio Bagini - Mauro Paindelli<br />

INDIRIZZO Via Caimi, 54<br />

TELEFONO 0342 - 214774<br />

ATTIVITA’ Negozio piatti pronti, pasta fresca, carni<br />

salumi e formaggi - Prodotti tipici valtellinesi<br />

PROGETTAZIONE: <strong>Concreta</strong> Srl<br />

REALIZZAZIONE: <strong>Concreta</strong> Srl<br />

TESTI: Roberta Bertolatti<br />

FOTO: Andrea Basci<br />

● Tipo di intervento: arredo negozio gastronomia<br />

● Progetto: nuova realizzazione.<br />

della qualità fanno<br />

dei prodotti del Buongustaio<br />

un piacere<br />

sano e genuino, adatto<br />

per i consumatori più<br />

attenti.<br />

legati al territorio, portando sulla vostra<br />

tavola i sapori della cucina valtellinese.<br />

Il successo trova la sua naturale evoluzione<br />

dietro e fuori le quinte con l’esperienza<br />

e la competenza di Claudio Bagini<br />

e Mauro Paindelli artefici del nuovo<br />

negozio Il Buongustaio..<br />

● Fornitura chiavi in mano: arredo punto vendita e attrezzature cucina.<br />

● Progetto: è stato inserito il legno invecchiato per richiamare l’ambiente<br />

montano. Per i piani di lavoro è stato utilizzato il granito cachemire white.<br />

● Cucina: per la preparazione piatti pronti realizzata per rendere ottimale il<br />

lavoro, sono stati utilizzate attrezzature di prima qualità e la loro disposizione<br />

è stata studiata in collaborazione con il cliente per garantire la massima<br />

funzionalità.


74<br />

n e g o z i


Txt: Silvio Mevio<br />

Foto: Marco Andreola - Photo Flash (Bormio)<br />

Mario Testorelli e il “suo” Museo:<br />

una vita per la Valfurva<br />

Il Museo Vallivo<br />

della Valfurva -<br />

oggi più che mai<br />

- luogo di studio,<br />

di occasione per<br />

riflettere, di motivo<br />

per ricercare,<br />

nelle nostre origini<br />

e nei più profondi<br />

risvolti, la nostra<br />

identità…<br />

Chi era Mario Testorelli?<br />

Il Maestro Mario Testorelli (nato a Valfurva<br />

il 30 settembre 1926 e morto il<br />

10 dicembre 2002 ) fece parte, a pie-<br />

no titolo, di quella stirpe di uomini della<br />

montagna, assuefatti alla fatica<br />

quotidiana ed attaccati alle proprie radici<br />

e tradizioni, tanto da farsene una<br />

“seconda pelle”.<br />

Cresciuto in una numerosa famiglia<br />

contadina ed in un periodo di tempo<br />

non certo facile, dovette ben presto,<br />

come del resto tanti suoi coetanei,<br />

imparare che cosa significasse lavoro<br />

e responsabilità.<br />

Divenuto maestro elementare, nel<br />

1947, iniziò ad insegnare a Montagna<br />

in Valtellina.<br />

Passò poi a Semogo per breve tempo<br />

e quindi a Valfurva. Nella scuola portò<br />

tutto il suo entusiasmo giovanile,<br />

aprendo le porte a programmi innovativi,<br />

ricchi di attività culturali interessanti.<br />

L’insegnamento svolto nella sua valle<br />

gli permise anche di entrare nel vivo<br />

dei piccoli e grandi problemi della popolazione<br />

e di affinare quella innata<br />

sensibilità verso gli altri, che avrebbe<br />

poi caratterizzato tutta la sua vita.<br />

Dal 1953 al 1970 fu alla guida della<br />

Valfurva come sindaco e si adoperò al<br />

75


76<br />

fine di realizzare il sogno di vedere i<br />

suoi valligiani operare in un mondo<br />

nuovo, al passo con i tempi, ma con<br />

grande attenzione a conservare le<br />

loro ataviche origini di uomini di montagna.<br />

Furono, infatti, di quegli anni gli interventi<br />

importanti per la Valfurva riguardanti,<br />

in particolare, la viabilità, l’edilizia,<br />

il turismo che portarono ad un notevole<br />

miglioramento socio-economico<br />

tutta la comunità furvese (Valfurva).<br />

Svolse l’attività politica anche come<br />

assessore provinciale allo sport e al-<br />

l’emigrazione, prodigandosi soprattutto<br />

per rendere meno gravose le condizioni<br />

dei molti emigranti valtellinesi,<br />

fra i quali parecchi furvesi; molteplici<br />

furono, infatti, gli interessi che contraddistinsero<br />

la vita di Mario Testorelli<br />

e tutti, direttamente o indirettamente,<br />

legati all’amore per la sua gente.<br />

Fu guida alpina e socio fondatore del<br />

Soccorso Alpino; costituì una delle<br />

prime Unità Cinofile; fu socio attivo<br />

dello Sci Club S.Caterina Valfurva; per<br />

molti anni diresse il locale Corpo Musicale<br />

(Filarmonica della Valfurva) e fu<br />

alla guida del Gruppo A.N.A. (Associazione<br />

Nazionale Alpini) locale.<br />

Lasciata l’attività di insegnante ebbe,<br />

dalla Regione Lombardia, l’incarico di<br />

costituire il Servizio Valanghe Italiano<br />

di cui fu il direttore fino al pensionamento<br />

avvenuto nel 1986.<br />

Gli ultimi anni della sua vita li dedicò,<br />

a tempo pieno, alla sua “creatura”, ovvero<br />

al Museo Vallivo della Valfurva<br />

del quale era stato, anni prima, socio<br />

fondatore insieme ad altri concittadini,<br />

come lui convinti dell’importanza di<br />

raccogliere, conservare ed esporre i<br />

preziosi reperti del passato, ma soprattutto<br />

per lasciare ai giovani le testimonianze<br />

della storia, del proprio paese<br />

e del modo di vivere della gente.<br />

Perché un museo?<br />

L’idea di un museo nacque in Mario<br />

Testorelli come risposta all’amore per<br />

la sua Valle (Valfurva).<br />

Avendo vissuto e soprattutto operato<br />

negli anni del cambiamento, per molti<br />

aspetti positivo e auspicato, ma anche<br />

preoccupante per la rapidità nel cancellare<br />

il grande bagaglio materiale,<br />

culturale e spirituale della comunità, si<br />

prodigò con animo generoso e con<br />

grande intelligenza per salvaguardare<br />

le radici storiche della Valle, svolgendo<br />

un lavoro pionieristico nel campo<br />

etnografico. Si può dire tranquillamente<br />

che, dopo le ricerche del bormino<br />

Glicerio Longa agli inizi del Novecento,<br />

sia stato lui l’iniziatore di un’opera<br />

di recupero e di valorizzazione di questo<br />

importante patrimonio. Ebbe il merito<br />

di aver intuito, per tempo, i rapidi<br />

cambiamenti della realtà locale e di<br />

aver sempre ancorato i suoi studi ad<br />

un contesto ben preciso, favorendo il<br />

collegamento con la tradizione e i rapporti<br />

con la sua gente.<br />

Per anni il Maestro Mario Testorelli<br />

svolse con pazienza questo lavoro di<br />

ricerca, mettendo insieme un patrimonio<br />

etnografico di grande interesse,<br />

che molti studiosi gli avrebbero potuto<br />

invidiare, ma che per lui era semplicemente<br />

il frutto di un atto di rispetto e di<br />

riconoscenza verso le generazioni<br />

passate, verso i propri antenati, per<br />

quanto avevano saputo tramandarci in<br />

secoli di storia.


Nascita e sviluppo del museo<br />

Nel 1974 si costituì l’Associazione Museo<br />

Vallivo della Valfurva per dare una<br />

veste organica a tutto il lavoro svolto<br />

fino ad allora e per coinvolgere nuove<br />

forze. Occorreva trovare il modo di<br />

rendere fruibile tutto quel patrimonio,<br />

a cominciare dalla sede ove esporre i<br />

numerosi reperti.<br />

L’Oratorio dei Disciplini, a S.Nicolò<br />

Valfurva, divenne nel 1979 la sede<br />

del museo, alla quale si aggiunse, nel<br />

1981, una sede staccata in quel di<br />

S.Antonio Valfurva dove è stato sistemato<br />

il mulino ed il forno a legna.<br />

Mentre il Museo continuava a funzionare<br />

con i suoi orari di apertura, si<br />

pensò alla valorizzazione del materiale<br />

cine-fotografico, impiegandolo in<br />

manifestazioni, incontri, serate, mostre.<br />

Utilizzando poi altro materiale librario<br />

ebbe inizio la pubblicazione di<br />

monografie ed anche di prodotti audio-visivi.<br />

La provvisorietà e l’inadeguatezza<br />

delle due sedi, divenute<br />

troppo ristrette per contenere il continuo<br />

aumento dei reperti etnografici,<br />

rappresentavano un grosso ostacolo<br />

ed un serio punto di domanda circa la<br />

possibile continuità del museo.<br />

Furono questi i motivi che portarono<br />

alla decisione di donare il patrimonio<br />

museale alla comunità di Valfurva,<br />

nella persona giuridica che la rappresentava,<br />

cioè il Comune, in cambio di<br />

una nuova adeguata sede, identificata<br />

nell’ex-municipio a S.Antonio Valfurva.<br />

Approvata la soluzione ebbe inizio<br />

la lunga fase di ristrutturazione<br />

dello stabile comunale e della convenzione<br />

fra Comune e Associazione<br />

per la gestione del museo; nel 2003 il<br />

museo ebbe, finalmente, una casa<br />

nuova in cui ricevere degnamente i<br />

visitatori.<br />

Scheda museo<br />

Attualmente il Museo Vallivo della Valfurva<br />

si trova a S.Antonio Valfurva<br />

nello stabile adibito, in passato, a sede<br />

comunale, scuola elementare e materna,<br />

recentemente ristrutturato e<br />

dove è sapientemente distribuito, su<br />

più piani, l’ingente patrimonio storicoetnografico.<br />

La storia, la cultura, la tradizione con-<br />

tadina e artigiana della Valle sono offerte<br />

al visitatore grazie ad un allestimento<br />

che ha volutamente cercato di<br />

ricreare l’atmosfera reale, ma che ha<br />

nel contempo mirato ad un’attenta comunicazione<br />

didattica. Il percorso museale<br />

si snoda tra ambienti domestici,<br />

come la stanza, la cucina e le antiche<br />

botteghe dove lavoravano abili artigiani:<br />

falegnami, calzolai, funai, fabbri;<br />

altri settori documentano le attività casalinghe,<br />

agricole e pastorali. Sicuramente<br />

grande fascino suscitano il mulino<br />

per la macinazione della segale<br />

Esprimo il desiderio e l’augurio<br />

che il Museo Vallivo<br />

possa diventare<br />

luogo di studio,<br />

occasione per riflettere,<br />

motivo per ricercare<br />

nelle nostre origini<br />

e nei più profondi risvolti<br />

della nostra identità…<br />

(Mario Testorelli)<br />

ed il forno a legna per la cottura del<br />

pane.<br />

Vi sono anche i reparti dedicati al costume,<br />

alla scuola, all’arte sacra, alla<br />

montagna, all’alpinismo, alla Prima<br />

Guerra Mondiale (1915 - 1918), tutti<br />

molto ricchi di reperti e testimonianze<br />

che rievocano vicende che hanno toccato<br />

direttamente la valle ed i suoi abitanti.<br />

Un grazie di cuore a Ilde per la splendida<br />

collaborazione.<br />

77


78<br />

Di generazione in generazionel’attaccamento<br />

al lavoro ed alla<br />

salvaguardia del prodotto<br />

tradizionale si è<br />

tramandato<br />

Investire in sapore,<br />

genuinità e in salute<br />

alla nuova macelleria Giumelli<br />

Lo staff della macelleria Giumelli, vanta<br />

di una notevole esperienza nel settore<br />

della carne, continua a coltivare<br />

valori come lealtà e trasparenza, indispensabili<br />

affinchè il cliente rinnovi<br />

continuamente la sua fiducia. Le scelte<br />

accurate sono finalizzate alla tran-<br />

MACELLERIA GIUMELLI<br />

PROPRIETÀ Sig.ri Giumelli Giancarlo e Giumelli Eugenio<br />

INDIRIZZO Via Nazionale, 56/A – 23036 San Giacomo di Teglio (SO)<br />

TELEFONO 0342 – 786106<br />

FAX 0342 – 786106<br />

E-MAIL fratelli.giumelli@virgilio.it<br />

ATTIVITA’ Negozio di macelleria, produzione propria di<br />

insaccati, specialità cacciatorini al vino Valgella.<br />

PROGETTAZIONE: <strong>Concreta</strong> Srl<br />

Geom.Stefano Gavazzi<br />

REALIZZAZIONE: <strong>Concreta</strong> Srl<br />

TESTI: Roberta Bertolatti<br />

FOTO: Andrea Basci<br />

assieme alla custodia<br />

dei “segreti” nelle lavorazioni<br />

indispensabili<br />

per giungere a<br />

prodotti di massima<br />

qualità.<br />

quillità di chi gusta i suoi prodotti. Da<br />

anni garantisce le migliori carni del<br />

territorio e tutto questo rende il prodotto<br />

di elevata qualità. Spendere con<br />

fiducia nella macelleria Giumelli, esistente<br />

da ben 130 anni, significa investire<br />

in sapore, genuinità e in salute.


80<br />

n e g o z i<br />

TIPO DI INTERVENTO:<br />

Restyling a tempo di record<br />

Il progetto prevedeva il cambio di destinazione d’uso di<br />

parte della macelleria già esistente, trasformandola da<br />

negozio a laboratorio. Sono stati riprogettati e ripartiti gli<br />

spazi di lavoro adibiti a stoccaggio, celle, sezionamento,<br />

insaccati e vendita. In meno di una settimana lavorativa<br />

sono stati realizzati i seguenti interventi:<br />

● Demolizioni arredi esistenti e scrostamento muri;<br />

● Demolizioni pavimentazioni;<br />

● Demolizione impianto elettrico, idraulico e di riscaldamento.<br />

Rimozione dei vecchi serramenti;<br />

● Rifacimento nuovi impianti a norma e getto del nuovo<br />

sottofondo;<br />

● Nuova pavimentazione antiscivolo con formati di design<br />

cm. 40x40 rettificati;<br />

● Nuovi rivestimenti a parete con piastrelle a mosaico;<br />

● Nuovo banco carni refrigerato;<br />

● Nuovi controsoffitti, serramenti e arredi;<br />

● Nuovo banco cassa in legno vecchio e pietra dorata<br />

della Valmalenco.<br />

Il banco cassa e le scaffalature in legno vecchio combinate<br />

al taglio moderno della pavimentazione e al tecnologico<br />

banco carni creano un mix rustico-moderno molto<br />

accogliente.


82<br />

Txt: Attilio Piazza<br />

Foto: Archivio Consorzio di Teglio<br />

Giorgio De Giorgi<br />

Una pubblicazione dell’Accad<br />

per valorizzare questo patri<br />

Nostra intervista,<br />

in esclusiva<br />

al magazine<br />

“<strong>Concreta</strong>”, al<br />

dott. Gianfranco<br />

Avella Procuratore<br />

della Repubblica<br />

Bormio: reparto Buglio<br />

presso il Tribunale<br />

di Sondrio in<br />

occasione della<br />

presentazione del<br />

volume “Fontane<br />

di Valtellina e di<br />

Valchiavenna”<br />

Abbiamo incontrato il dott. Gianfranco<br />

Avella che, quale socio onorario dell’Accademia<br />

del Pizzocchero di Teglio, ha<br />

curato, unitamente al Presidente della<br />

stessa Rezio Donchi, le note introduttive<br />

del volume “Fontane di Valtellina e di<br />

Valchiavenna” recentemente presentato<br />

alla stampa presso la sala delle Acque<br />

di palazzo Sertoli Guicciardi in Sondrio,<br />

sede del B.I.M. (Bacino Imbrifero Montano)<br />

dell’Adda; a lui abbiamo chiesto<br />

alcune impressioni su questo pregevolissimo<br />

lavoro editoriale che ha colmato<br />

una lacuna editoriale in ambito provinciale.<br />

Prima di dare la parola al dott.<br />

Gianfranco Avella vorremmo sottolineare<br />

una frase utilizzata in occasione della<br />

festa per celebrare i cinquanta anni della<br />

fondazione del B.I.M dell’Adda sul<br />

tema “acqua” che ben si addice a questa<br />

presentazione: “L’acqua è vita.<br />

Molti sono lieti perché nelle loro terre<br />

sgorga il petrolio. Ma ricordiamoci<br />

che il bene più prezioso al mondo è<br />

l’acqua. E la Valtellina è patria dell’acqua.<br />

Amiamola, difendiamola:<br />

l’acqua è vita.”.<br />

Così Avella:<br />

“L’Accademia tratta non solo di pizzoccheri<br />

e gastronomia … ma anche e soprattutto<br />

della cultura e delle tradizioni<br />

locali in un’ ottica promozionale di Teglio,<br />

della Valtellina e della Valchiavenna.<br />

In questa prospettiva è nata la felice<br />

idea di una documentazione fotografica<br />

dell’importante patrimonio artistico costituito<br />

dalle fontane storiche della nostra<br />

provincia. Tutto è iniziato da una intuizione<br />

avuta, unitamente a Rezio Donchi,<br />

Presidente dell’Accademia del Pizzocchero<br />

di Teglio, davanti alla stupenda<br />

fontana in pietra ollare collocata nella<br />

piazzetta di S.Pietro, in quel di Chiaven-


emia del Pizzocchero di Teglio<br />

monio artistico e culturale<br />

na. Anche il bravissimo fotografo Giorgio<br />

De Giorgi stava maturando l’intenzione<br />

di pubblicare un volume sulle fontane:<br />

le due idee si sono così unite dando<br />

vita al nostro libro. Comunque colui<br />

che ha dato corpo e piedi a questa iniziativa<br />

editoriale, trasformandola in una<br />

bella realtà, è stato proprio il nostro Presidente<br />

Rezio Donchi, infaticabile trascinatore<br />

dell’intera associazione dell’Accademia<br />

del Pizzocchero di Teglio. Da<br />

questa prima idea, come recita il vecchio<br />

adagio “l’appetito vien mangiando”,<br />

quasi per partenogenesi, è nato il pensiero<br />

di sviluppare un percorso più complesso,<br />

quasi una “tetralogia”: secondo<br />

le nostre speranze e semprechè Dio ci<br />

conceda vita e salute, l’anno prossimo<br />

(2007) l’Accademia pubblicherà, ancora<br />

in bianco/nero, il volume dal titolo “Porte<br />

e Portali della Valtellina e della Valchiavenna”;<br />

come è noto di questi manufatti<br />

ne esistono di veramente splendidi<br />

in tutta la provincia di Sondrio, per<br />

es. a Bormio, a Teglio, a Ponte in Valtellina,<br />

a Sondrio, a Morbegno, a Chiavenna<br />

ed in altri comuni. L’anno successivo<br />

(2008), e questo sarà oggetto di un impegno<br />

veramente importante in collaborazione<br />

con gli amici dei Grigioni Italiani<br />

(Svizzera), l’Accademia è intenzionata a<br />

pubblicare un altro libro fotografico riguardante<br />

gli “Antichi Ambienti Lignei e<br />

le Stue della Rezia Italiana”: Valtellina,<br />

Valchiavenna, Val Bregaglia e Valposchiavo,<br />

questo interamente a colori per<br />

meglio esaltare i colori e le sfumature<br />

del legno. Infine, “dulcis in fundo”, nell’anno<br />

2009, a conclusione di questa importante<br />

percorso culturale ed editoriale,<br />

sempre mentore l’infaticabile Presidente<br />

Rezio Donchi, il libro fotografico, anch’esso<br />

a colori, dal titolo “Gioielli popolari<br />

dell’Alto Lago, della Valtellina e del-<br />

Grosio: impianto idroelettrico AEM Valdisotto: Piatta<br />

la Valchiavenna” nel quale, tra gli altri,<br />

troveranno una giusta rappresentazione<br />

gli splendidi orecchini di Grosio, di Sondalo,<br />

della costiera dei Cech e dell’Alto<br />

Lago. Tutto questo, e speriamo altro ancora,<br />

nella prospettiva di illustrare materie,<br />

oggetti ed anche opere d’arte che<br />

riguardano la tradizione e la storia del<br />

nostro territorio, nella salvaguardia della<br />

cultura locale ma senza alcun intento localistico”.<br />

Il volume “Fontane di Valtellina e Valchiavenna”<br />

Nella introduzione, a cura dell’Editore<br />

(Gerardo Monizza - Nodolibri - Como),<br />

si legge che il territorio attuale della provincia<br />

di Sondrio comprende settantotto<br />

comuni ed una quantità indefinita di piccole<br />

frazioni; imprecisato anche il numero<br />

delle valli e vallette che si “allungano”<br />

partendo dalle Alpi Retiche e dalle<br />

Prealpi Orobiche. Da quanto sopra<br />

esposto si evince che il tutto appartiene<br />

ad un fittissimo “reticolo” di informazioni<br />

storiche ed umane che sono quasi impossibili<br />

da tradurre per una facile ed<br />

immediata lettura. Per queste ragioni,<br />

come sottolinea l’Editore, si è scelto in<br />

questo volume di seguire un criterio differente<br />

dall’elencazione di luoghi e soggetti.<br />

Il titolo “Fontane di Valtellina e Valchiavenna”<br />

sembra ridurre l’indagine alle<br />

sole direttrici geografiche principali di<br />

una realtà assai più vasta e complessa<br />

che comprende zone altrettanto famose,<br />

importanti e belle. Tante e troppe e certamente<br />

impossibili da contenere in un<br />

titolo che riportasse in modo immediato<br />

a luoghi noti ed ai manufatti riconoscibi-<br />

Ponte in Valtellina: via Pozzaglio<br />

83


84<br />

Tirano: Palazzo Merizzi Bema<br />

li. Giorgio De Giorgi, il fotografo che ha<br />

curato l’intera indagine fotografica di tutte<br />

le fontane di Valtellina e Valchiavenna<br />

riportate nella pubblicazione, rappresenta<br />

il solo ed unico “giudice” per<br />

quanto riguarda la scelta di questa o<br />

quella fontana da “immortalare” … a lui<br />

ed alla sua sensibilità, di vero artista<br />

della fotografia, è stato affidato il compito<br />

di “scegliere” e di individuare quei<br />

soggetti che meglio si prestavano alla<br />

pubblicazione. De Giorgi da molti anni<br />

coltivava l’idea di fotografare un patrimonio<br />

immenso (si calcola, infatti, che<br />

siano quasi duemila le fontane dell’intera<br />

provincia di Sondrio) senza però volerlo<br />

rilevare nella sua interezza, ma<br />

solo cogliendone le emozioni formali, le<br />

caratteristiche ambientali e/o anche i<br />

“suoni” gorgoglianti dell’acqua che scorre.<br />

Il volume “Fontane di Valtellina e Valchiavenna”<br />

è diviso in sette parti: le prime<br />

cinque raggruppano le rispettive<br />

fontane appartenenti alle attuali comunità<br />

montane, ovvero quella dell’Alta<br />

Valtellina - Bormio, di Tirano, di Sondrio,<br />

di Morbegno e di Chiavenna che ricalcano<br />

le divisioni amministrative storiche;<br />

tutto ciò consentirà al lettore attento –<br />

come sottolinea l’Editore – di ritrovare<br />

con facilità i luoghi, di verificare uguaglianze<br />

nei modelli, le diversità dei materiali<br />

impiegati per la costruzione ed<br />

una eventuale omogeneità nelle disposizioni.<br />

La penultima parte (la sesta) è<br />

dedicata alle fontane contemporanee;<br />

questa separazione dagli altri manufatti<br />

indica anche una svolta riconoscibile nel<br />

ruolo storico della fontana: da un punto<br />

di incontro, di utilità e di comunicazione<br />

sociale, a punto di vista osservato come<br />

monumento, spesso solo celebrativo.<br />

L’ultima parte (la settima) raggruppa alcuni<br />

contributi storici stesi da esperti ricercatori<br />

ed attenti osservatori della<br />

realtà locale, della mentalità di questi<br />

territori, della linguistica e della storia<br />

(Remo Bracchi, Bruno Ciapponi Landi,<br />

Graziano Tognini, Michela Pedrana,<br />

Guido Scaramellini e Nella Porta Credaro).<br />

Bella, ricca di significato e molto didascalica<br />

la prefazione di Guglielmo<br />

Scaramellini il quale sottolinea che: “fontane<br />

che hanno marcato... il territorio,<br />

ma che... ancora marcano, nel tempo<br />

che scorre, come l’acqua, la vita di tutti<br />

noi”. Gerardo Monizza, l’Editore (Nodolibri<br />

-Como), evidenzia che ogni settore<br />

è preceduto da un testo per così dire<br />

evocativo e poetico che riporta “le azioni”<br />

dell’acqua: il suo scorrere, il suo fer-<br />

marsi, il suo dissetare, il suo lavorare, il<br />

suo riunire, etc. Si parte con lo “scorrere”<br />

… l’acqua che sgorga dalle sorgenti,<br />

scorre e scivola via dalle vallate, portando<br />

fertilità alla terra, alla natura ed all’uomo;<br />

poi l’acqua si ferma, costretta<br />

all’interno di una torretta di pietra oppure<br />

in metallo; esiste, inoltre, l’acqua che<br />

nutre e disseta uomini ed animali, lasciando<br />

sempre un senso di benessere,<br />

di appagamento e di freschezza; infine<br />

l’acqua come bene e risorsa insostituibile<br />

per il lavoro, un tempo a braccia nei<br />

lavatoi, in seguito meccanica nei laboratori<br />

e nelle industrie. Senza dimenticare<br />

la funzione prima delle fontane che era<br />

quella di riunire le genti a lavorare, a dissetarsi,<br />

a discutere ed alcune volte anche<br />

a litigare.<br />

Non da ultimo, perché meno importante,<br />

l’elogio al volume “Fontane di Valtellina<br />

e di Valchiavenna” arrivato, tramite e –<br />

mail, all’attenzione del dott. Gianfranco<br />

Avella (Procuratore della Repubblica Italiana<br />

al Tribunale di Sondrio) ed al presidente<br />

dell’Accademia del Pizzocchero<br />

di Teglio, Rezio Donchi, da parte del socio<br />

onorario della stessa accademia, Ernesto<br />

Ferrero (direttore della Fiera del<br />

Libro di Torino e Premio Stega 2000) …<br />

“Un omaggio molto felice e opportuno<br />

ad una civiltà austera che sa toccare le<br />

vette della poesia attraverso la toccante<br />

sobrietà dello stile. Ed è l’occasione di<br />

ripercorrere il significato di tante opere<br />

bellissime, che magari non riusciamo a<br />

vedere proprio perché le abbiamo sotto<br />

gli occhi”.<br />

La scheda del volume “Fontane di Valtellina e Valchiavenna”<br />

(240 pagine + sovraccoperta e custodia – formato 25X25 cm – stampa delle immagini in<br />

bicromia – carta patinata opaca – cucito a filo refe – custodia in cartoncino nero)<br />

Edizioni: Nodolibri – Como<br />

Produzione: Accademia del Pizzocchero di Teglio<br />

Realizzazione: Gerardo Monizza e Rezio Donchi<br />

Fotografie: Giorgio De Giorgi<br />

Introduzione: Rezio Donchi e Gianfranco Avella<br />

Prefazione: Guglielmo Scaramellini (Paesaggio, acqua e fontane)<br />

Testo: Gerardo Monizza (Forme, materia e rumori d’acqua)<br />

Contributi: Remo Bracchi (Parole d’acqua) - Bruno Ciapponi Landi (Gente<br />

alla fonte) – Graziano Tognini (Architetture d’acqua) – Michela Pedrana (Fontane<br />

nella storia) – Guido Scaramellini (Fontane nei documenti) – Nella Porta<br />

Credaro (Fontane nei ricordi)<br />

Stampa: Tipografia Ramponi - Sondrio


Txt: Silver<br />

Foto: Archivio Consorzio Teglio Turismo<br />

Giorgio De Giorgi<br />

Consorzio Teglio Turismo: una straordinaria<br />

e dinamica realtà turisticaValtellinese<br />

… Sapori (il<br />

Pizzocchero) e<br />

Sapere (il Palazzo<br />

Besta) … di<br />

Valtellina: questo<br />

il motto di Teglio, il<br />

ridente “borgo” che<br />

ha dato le origini al<br />

nome della nostra<br />

“Magnifica Vallata”<br />

La reception dell’ufficio “Teglio Turismo”<br />

Teglio<br />

E’ collocata nel cuore della Valtellina,<br />

adagiata sopra ad un ampio “terrazzo”<br />

soleggiato sul versante retico<br />

e posta a 900 m di altitudine; fu nei<br />

secoli passati il borgo più importante<br />

dell’intera “Vallata” a cui diede il<br />

nome; anticamente fu prescelta dai<br />

Romani, dopo l’occupazione della<br />

Rezia nel 15 a.C., come sede di una<br />

torre di vedetta e di difesa sul dosso<br />

a sud del paese; durante la dominazione<br />

bizantina Teglio si affermò<br />

come perno insostituibile nella difesa<br />

della valle e quale luogo principale<br />

della stessa; castello e castellanza<br />

non ebbero, però, vita facile poiché<br />

era troppo ambito il possesso<br />

del territorio “tellino” conteso continuamente<br />

tra Como e Milano.<br />

Teglio non è un anonimo insediamento<br />

di montagna, ma presenta una sua<br />

“particolare e profonda anima” che si<br />

salda ad un passato facile da ritrovare<br />

e riscoprire nelle sue anguste e caratteristiche<br />

vie e nelle sue contrade.<br />

Grazie al clima dolce ed asciutto, alla<br />

pace, alle bellezze naturali, al verde<br />

incontaminato dei boschi e dei prati,<br />

ed alle testimonianze di un vivo e sentito<br />

passato, il ridente “borgo” valtellinese<br />

rappresenta un luogo ideale di<br />

vacanza per qualsiasi età ed in ogni<br />

stagione. Teglio, infatti, consente di<br />

praticare numerosi sport sia in inverno<br />

come lo sci alpino, lo sci di fondo, lo<br />

sci alpinismo, il pattinaggio su ghiaccio<br />

e sia d’estate come il trekking a<br />

piedi, la mountain bike, il tennis, il tiro<br />

con l’arco, l’equitazione, la pesca<br />

85


86<br />

L’ingresso dell’ufficio “Teglio Turismo”<br />

sportiva presso il ridente laghetto di<br />

Somasassa. Chi sceglie Teglio, per le<br />

sue vacanze, oltre alla squisita ospitalità<br />

potrà deliziarsi nell’assaggiare e<br />

gustare i suoi prelibati piatti gastronomici<br />

come i pizzoccheri (originari proprio<br />

di Teglio), a base di farina di grano<br />

saraceno, gli sciatt e la polenta<br />

taragna, accompagnati da bresaola,<br />

salumi e formaggi di montagna, oltre<br />

a degustare un ottimo Valgella, il generoso<br />

vino rosso prodotto dalle locali<br />

aziende vitivinicole locali. Teglio è<br />

anche storia, arte e cultura con la torre<br />

“De Li Beli Miri”, il Palazzo Besta<br />

(museo nazionale e la più bella dimora<br />

cinquecentesca valtellinese) e la<br />

Collegiata di S. Eufemia.<br />

Luciano Andreoli<br />

A conclusione di un’estate 2006 ricca<br />

di appuntamenti di cartello, sapientemente<br />

organizzati dal Consorzio “Teglio<br />

Turismo” e dall’Accademia del<br />

Pizzocchero, unitamente al Centro<br />

Tellino di Cultura e alla Parrocchia,<br />

con la stagione invernale (2006/2007)<br />

oramai decollata ufficialmente, siamo<br />

riusciti ad incontrare - in quel di Teglio<br />

- il presidente del locale consorzio turistico,<br />

Luciano Andreoli, noto imprenditore<br />

di Teglio e vice presidente (con<br />

Vittorio Pola) dell’Accademia del Pizzocchero,<br />

per farci raccontare la storia<br />

di questo prestigioso consorzio e le<br />

iniziative che verranno proposte durante<br />

il prossimo inverno.<br />

- Luciano Andreoli ci può tracciare,<br />

molto brevemente, un profilo del<br />

vostro consorzio?<br />

“Ufficialmente il nostro consorzio (Teglio<br />

Turismo) nasce nel 1999 ed allora<br />

fu uno dei primi in Valtellina ad essere<br />

creato in considerazione del fatto<br />

che la regione Lombardia, in una sua<br />

precisa “nota”, disponeva proprio la<br />

creazione di consorzi turistici “ad hoc”<br />

in tutte le località a vocazione turistica<br />

disseminate sul territorio lombardo in<br />

sostituzione delle “obsolete” A.P.T.<br />

(Aziende di Promozione Turistica). In<br />

relazione a ciò un gruppo nutrito di<br />

operatori tellini, con il testa il sottoscritto<br />

e a fianco l’amico Fabio Valli,<br />

unitamente all’amministrazione comunale<br />

di Teglio, coglie al volo questa<br />

importante opportunità e fonda “Teglio<br />

Turismo”.<br />

Un anno dopo (2000) inizia, così, ad<br />

essere completamente operativo”.<br />

- Quali sono le manifestazioni turistiche<br />

di spicco che siete stati in<br />

grado di proporre in questi ultimi<br />

anni?<br />

“Tra le manifestazioni di spicco organizzate<br />

ultimamente, in collaborazione<br />

con l’attuale amministrazione comunale<br />

con in testa il “borgomastro” e<br />

primo cittadino, Giorgio Grolli, vorrei<br />

ricordare quelle degli ultimi due anni;<br />

mi riferisco, in particolare, al 2005 con<br />

“Volumi in equilibrio” e al 2006 con<br />

“Superfici in equilibrio”, entrambe presentate<br />

dal critico d’arte Vittorio Sgarbi.<br />

Per il prossimo anno (2007) proporremo<br />

una sorpresa “in equilibrio”<br />

… Invece, per quanto riguarda l’estate<br />

2006, abbiamo proposto un ricco calendario<br />

di eventi (in stretta collaborazione<br />

con l’Accademia del Pizzocchero,<br />

il Centro Tellino di Cultura e l’Amministrazione<br />

Comunale) che hanno<br />

spaziato dall’arte, alla cultura, all’enogastronomia,<br />

musica e poesia. Un carosello<br />

di iniziative che non trovano,<br />

sicuramente, riscontro in nessun altra<br />

località della provincia di Sondrio nonostante<br />

la nostra sia una piccola<br />

identità comunale. Il nostro ufficio,<br />

collocato accanto alla casa comunale,<br />

è stato per quasi tre mesi un “crocevia<br />

privilegiato”: mi riferisco, in particolare,<br />

alle molteplici informazioni fornite<br />

ai turisti che hanno scelto, quale momento<br />

di ferie e di relax, la nostra cittadina<br />

attraverso la consegna di materiale<br />

divulgativo come cartine del<br />

comune, depliant illustrativi delle diverse<br />

manifestazioni estive, ricerca di<br />

locazioni e tanti “sorrisi e aiuti” a tutti<br />

quelli che hanno frequentato l’ufficio<br />

di “Teglio Turismo”.<br />

Le “bizze” del tempo hanno alcune<br />

volte bagnato i nostri prati, ma non<br />

hanno scalfito in nessun modo i grandi<br />

eventi che abbiamo organizzato<br />

magistralmente. Un lavoro silenzioso<br />

quello del consorzio proprio nell’ottica<br />

del nostro essere valtellinesi (fatti e<br />

non parole … ); lavoro, lavoro e ancora<br />

lavoro con molta sobrietà e concre-


tezza, con la certezza di avere contribuito<br />

a rendere la mia, la nostra e la<br />

vostra Teglio diversa, godibile e allegra”.<br />

- Sappiamo che lei, oltre ad essere<br />

presidente del Consorzio Teglio Turismo,<br />

è anche vice presidente di<br />

una prestigiosa (istituzione) associazione,<br />

ovvero l’Accademia del<br />

Pizzochero di Teglio; ci può raccontare<br />

come è nata l’idea di raggruppare,<br />

in una “ristretta” cerchia,<br />

gli estimatori del “Re Pizzocchero”?<br />

“Nel 2002 nasce l’idea di fondare l’attuale<br />

accademia del pizzocchero, presieduta<br />

dal Rezio Donchi; questa associazione<br />

ha lo scopo di tutelare,<br />

promuovere e diffondere il “Pizzocchero<br />

fresco di Teglio” e tutte le<br />

espressioni tipiche dell’enogastronomia<br />

della provincia di Sondrio. Ha il<br />

compito, quindi, di intraprendere ed incoraggiare<br />

tutte le iniziative che possono<br />

contribuire a valorizzare ed accrescere<br />

la conoscenza della stessa<br />

enogastronomia valtellinese anche<br />

come espressione di costume, di civiltà,<br />

di cultura e di scienza. Quindi promozione,<br />

organizzazione e partecipazione<br />

a studi, convegni, dibattiti … l’informazione<br />

attraverso i media … la<br />

pubblicazione di notiziari periodici<br />

(vedi “La Voce dell’Accademia del Pizzocchero”)<br />

… promozione e partecipazione<br />

attiva a manifestazioni enogastronomiche<br />

…scambi con manifestazioni<br />

di altri Paesi … registrazione<br />

di denominazione di origine protetta<br />

oppure di indicazione geografica protetta.<br />

Diversi sono i soci fondatori (circa<br />

una trentina) e molteplici quelli onorari<br />

tra i quali ricordiamo: il Procuratore<br />

della Repubblica del Tribunale di<br />

Sondrio, Gianfranco Avella, l’ex azzurro<br />

dell’atletica leggera Livio Berruti, il<br />

cantautore Massimo Bubola, la presentatrice<br />

televisiva e conduttrice Gabriella<br />

Carlucci, l’ex azzurra di sci alpino<br />

ed olimpionica Deborah Compagnoni,<br />

Gianfranco De Laurentis, l’ex<br />

azzurra di sci di fondo ed olimpionica<br />

Manuela Di Centa, l’alpinista Fabio<br />

Meraldi, lo scrittore Ernesto Ferrero,<br />

l’onorevole Franco Frattini, l’attrice<br />

Don Antonio Mazzi con<br />

Luciano Andreoli<br />

Claudia Kohl, il sacerdote Don Antonio<br />

Mazzi, l’attrice Ottavia Piccolo, l’ex<br />

tele - radio cronista sportivo Bruno<br />

Pizzul, il pittore Aldo Pogliani, l’azzurro<br />

di sci ed olimpionico Giorgio Rocca,<br />

il conduttore televisivo Jerry Scotti,<br />

l’onorevole e critico d’arte Vittorio<br />

Sgarbi, tanto per citarne alcuni … Ringrazio,<br />

infine e vivamente la redazione<br />

del magazine “<strong>Concreta</strong>” per lo spazio<br />

concessomi; a questo punto vorrei<br />

concludere, questa simpatica chiacchierata,<br />

con una frase che ritengo<br />

emblematica per definire quanto sia<br />

suggestiva la “mia” Teglio: “Esiste un<br />

sommesso rigore d’arte in ogni testimonianza<br />

dell’illustre passato di<br />

Teglio; ne nasce, così, il senso di<br />

Luciano Andreoli con da sinistra a destra,<br />

Fabio Valli, Don Mazzi e Rezio Donchi<br />

un’armonia compiuta e raccolta che<br />

felicemente si sposa alla dolcezza<br />

serena del paesaggio circostante.<br />

Tra le innumerevoli sorprese di Teglio<br />

esiste, come motivo ricorrente,<br />

la continua scoperta di elementi<br />

nobilissimi inseriti nella trama della<br />

più semplice ed umile realtà. Non<br />

di rado, la modesta abitazione di un<br />

contadino è affrescata ed istoriata<br />

come un palazzo antico. E l’incuria<br />

degli uomini e le offese del tempo<br />

non hanno fatto altro che coprire di<br />

una patina affascinante queste lontane<br />

memorie, conferendo loro un<br />

patetico accento che colma di commozione<br />

anche il più distratto degli<br />

osservatori … ” .<br />

Da sinistra a destra Luciano Andreoli, Rezio Donchi, Lorenza Maffescioni, Gabriella<br />

Carlucci, il prefetto di Sondrio Sante Frantellizzi e la giornalista Daniela Cuzzolin<br />

87


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AL CRAP TRESIVIO (SO)<br />

AL TURBINE CHIAVENNA (SO)<br />

ALVO COMO (CO)<br />

ARRIGONI ERMANNO INTROBIO (LC)<br />

AZ. AGRIT. RAETHIA VALDIDENTRO (SO)<br />

BAFFO LUGANO (CH)<br />

BARADELLO APRICA (SO)<br />

BARCHETTA BELLAGIO (CO)<br />

BASILICO LUGANO (CH)<br />

BIOSOL SERVICE SONDALO (SO)<br />

BUCANEVE CAMPODOLCINO (SO)<br />

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CASTELVETRO TEGLIO (SO)<br />

CERVO LIVIGNO (SO)<br />

CIMA PIAZZI ISOLACCIA (SO)<br />

DA BEPU’ GROSIO (SO)<br />

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DA GIO’ PIZZA APRICA (SO)<br />

DI CECCO RIVA DEL GARDA (TN)<br />

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LA BARCHETTA BELLAGIO (CO)<br />

LA BOTTE TIRANO (SO)<br />

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BLISS SONDRIO (SO)<br />

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