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NO BINDS n.3 anno scolastico 2008/9 - Convitto Nazionale Vittorio ...

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Natale<br />

in <strong>Convitto</strong><br />

Il Sottosegretario<br />

Pizza in visita<br />

al <strong>Convitto</strong><br />

MOBILITÀ<br />

STUDENTESCA


3<br />

Redazione<br />

Federico Blundo<br />

Rachele Buonomo<br />

Edoardo D’Agnolo<br />

Niccolò Ferracuti<br />

Martina Kander<br />

Maria Luisa Mancini<br />

Greta Mastroianni<br />

Luca Muscianese<br />

Federico Macchia<br />

Alessia Mezza<br />

Marcello Newman<br />

Agnese Ratzenberger<br />

Francesca Sabatini<br />

Ginevra Sorbelli<br />

Caterina Unia<br />

Giulia Valenti<br />

Filippo Vandenbulcke<br />

Francesca Ventimiglia<br />

Giacomo Visioli<br />

Giulia Baccarini<br />

Direttore<br />

Emilio Fatovic<br />

Direttore responsabile<br />

Francesco Alario<br />

Copertina<br />

Giulia Valenti<br />

Disegni di<br />

Giulia Baccarini, Ginevra<br />

Sorbelli e Giulia Gargano<br />

Impaginazione e stampa<br />

Alcagraf Srl<br />

alcagraf@fastwebnet.it<br />

Editoriale<br />

Francesco Alario Pag. 3<br />

Simpatico scambio<br />

di esperienze tra l’ex convittore<br />

Pizza e gli attuali convittori<br />

e convittrici<br />

Laura Giannini<br />

e Valentina Giovannini Pag. 4<br />

Il <strong>Convitto</strong>, un modello per la<br />

scuola del futuro: un augurio,<br />

non solo natalizio<br />

Filippo Sodi<br />

e Amedeo Bellagamba Pag. 5<br />

Tra innovazione e tradizione,<br />

una serata all’insegna<br />

della riscoperta del <strong>Convitto</strong><br />

Silvia Russo<br />

e Ginevra Sorbelli Pag. 6<br />

Aspettando Natale Pag. 7<br />

Spettacolo di Natale<br />

Francesca Ventimiglia Pag. 8<br />

Banlieue Show<br />

Francesca Sabatini Pag. 9<br />

Un occhio veglia beffardo<br />

Costanza Astore Pag. 10<br />

Quando un compito scritto<br />

può anche essere poetico<br />

Silvia Russo, Laura Papi,<br />

Luca Missori Pag. 11<br />

Sogno infinite margherite<br />

ogni notte d’estate<br />

Maria Luisa Mancini Pag. 11<br />

Corso di lingua cinese<br />

Giulia Baccarini Pag. 12<br />

Me voilà à Paris<br />

Chiara Carmazzi Pag. 14<br />

Une expérience qui vaut<br />

tous les efforts<br />

Elisa Palana Pag. 15<br />

Viva Nissa la bella!<br />

Andrea Petolicchio Pag. 15<br />

Bilan personnel sur l’expérience<br />

de la mobilité européenne<br />

Benedetta Cerasoli Pag. 16<br />

My Exchange in New Zealand<br />

Andrea Luciani Pag. 17<br />

Do It Irish<br />

Radivoje Prizia Pag. 18<br />

Pizza, Pasta e Guinnes<br />

Edoardo Arrigo Pag. 19<br />

Just a castaway an Island<br />

lost at sea<br />

Claudio Clementi Pag. 19<br />

My irish peace<br />

Dara Giannini Pag. 20<br />

La scelta del Liceo<br />

Isabella Pochini e Benedetta<br />

Platania Pag. 21<br />

Suggestioni d’inverno<br />

Carlo Panella La Capria Pag. 22<br />

Valzer con Bashir<br />

Martina Kander Pag. 23


<strong>NO</strong> <strong>BINDS</strong><br />

pagina 3<br />

EDITORIALE<br />

Editoriale<br />

Desidero esprimere, anche a nome di tutti i redattori, viva soddisfazione per<br />

l’accoglienza positiva e per gli apprezzamenti che finora <strong>NO</strong> <strong>BINDS</strong> ha ricevuto,<br />

sia da coloro che ne h<strong>anno</strong> letto copia cartacea sia dai tanti che lo h<strong>anno</strong><br />

consultato sul nuovo sito del <strong>Convitto</strong>. Ma ancor maggiore soddisfazione è<br />

procurata dal fatto che moltissimi di loro manifestano il desiderio di produrre<br />

articoli su diversi argomenti o disegni illustrativi; alcuni dei quali sono talmente<br />

belli da assurgere – ci si perdoni la forzatura retorica – a vere opere d’arte. Il<br />

materiale disponibile, in continua crescita e che sarà pubblicato prossimamente,<br />

ha determinato la scelta di far uscire anche questo numero con ventiquattro<br />

pagine, circostanza di cui ringrazio, ancora una volta, il Rettore Emilio<br />

Fatovic e il dott. Gino Capponi che, nella loro funzione di amministratori del<br />

<strong>Convitto</strong>, investono sullo sviluppo delle doti e delle capacità dei nostri studenti;<br />

il che sprona ad un ulteriore impegno per realizzare un prodotto all’altezza<br />

delle attese.<br />

Questo terzo numero di <strong>NO</strong> <strong>BINDS</strong> esce dallo schema rigido delle rubriche<br />

perché vuole offrire molto spazio ad alcuni eventi significativi.<br />

Il <strong>Convitto</strong>, in occasione della tradizionale Cena di Natale, è stato onorato<br />

dalla visita del Sottosegretario al Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca<br />

On. Giuseppe Pizza. Non è circostanza frequente che un rappresentante del<br />

Governo visiti un <strong>Convitto</strong>, si trattenga a cena, conversi con i convittori e le<br />

convittrici, ricordando il suo passato di convittore e confrontandolo con<br />

l’esperienza degli attuali convittori. Il Sottosegretario ha illustrato in breve i<br />

percorsi di riforma del sistema <strong>scolastico</strong> e ha affermato che il <strong>Convitto</strong> può<br />

essere assunto a modello per le scuole di eccellenza del futuro. Durante il suo<br />

intervento augurale ha anche espresso la disponibilità a ritornare in <strong>Convitto</strong><br />

per tenere agli studenti dei licei una “lectio magistralis” su un argomento storico<br />

o su altra tematica scelta dall’uditorio.<br />

Nei giorni precedenti il Natale, dalla scuola elementare all’Europeo, è stato<br />

tutto un fiorire di attività teatrali: intere classi h<strong>anno</strong> recitato, cantato, molti<br />

h<strong>anno</strong> partecipato a esibizioni esterne al <strong>Convitto</strong>, per tutti è stato un<br />

momento di gioia e divertimento e un’occasione per lo scambio degli auguri<br />

natalizi con i molti genitori intervenuti ai vari appuntamenti.<br />

Particolare evidenza viene dato all’articolo proposto da Giulia Baccarini -<br />

autrice anche dei bei disegni contenuti nelle stesse pagine - sul corso di studio<br />

della lingua cinese, che quest’<strong>anno</strong> per la prima volta è stato organizzato in<br />

<strong>Convitto</strong> come attività extra scolastica e che ha visto l’adesione entusiasta di<br />

una cinquantina di studenti.<br />

Con grande piacere socializziamo i report dei liceali dell’Europeo che tornano<br />

dopo aver trascorso un trimestre all’estero nell’ambito della mobilità studentesca.<br />

A ciascuno è stato fornito lo spazio necessario per raccontare, con<br />

resoconti e foto, le interessanti esperienze formative vissute, i benefici dello<br />

studio in loco della lingua prescelta, la capacità sviluppata di comparare i diversi<br />

sistemi scolastici, il soggiorno presso un’altra famiglia e l’instaurazione di<br />

nuovi legami affettivi, la conoscenza e lo scambio di esperienze con altri studenti<br />

provenienti dai diversi paesi; tutti elementi che certamente segner<strong>anno</strong><br />

il percorso di maturazione di ciascuno di loro.<br />

Pubblichiamo, inoltre, – con valenza di orientamento universitario – un articolo<br />

di Chiara Carmazzi, alunna che, diplomatasi nel 2006, sta seguendo un particolare<br />

percorso universitario di studi italo-francesi in Giurisprudenza, il cui<br />

completamento le permetterà di conseguire una doppia laurea.<br />

A me non resta che porgervi un arrivederci a presto con il quarto numero, sperando<br />

che <strong>NO</strong> <strong>BINDS</strong> rappresenti sempre più per i nostri studenti un’opportunità<br />

per esprimere il meglio di sé nei settori di loro interesse.<br />

Francesco Alario


<strong>NO</strong> <strong>BINDS</strong><br />

pagina 4<br />

NATALE AL CONVITTO<br />

AL TRADIZIONALE CE<strong>NO</strong>NE DI NATALE: ALLEGRIA E BRINDISI AUGURALI<br />

IL SOTTOSEGRETARIO<br />

GIUSEPPE PIZZA VISITA<br />

IL CONVITTO E PARTECIPA<br />

ALLA CENA DI NATALE<br />

SIMPATICO SCAMBIO DI ESPERIENZE<br />

TRA L’EX CONVITTORE PIZZA E GLI<br />

ATTUALI CONVITTORI E CONVITTRICI<br />

Quest'<strong>anno</strong>, o forse sarebbe meglio dire l'<strong>anno</strong> scorso, in<br />

<strong>Convitto</strong> è stata organizzata la consueta cena di Natale,<br />

un'occasione per scambiarci gli auguri e pregustare insieme<br />

l'allegria delle festività.<br />

A partecipare all'evento, oltre a tutto il corpo educativo<br />

e alcuni professori dei licei, era presente anche il personale<br />

amministrativo.<br />

Ma questa volta il tradizionale menù è stato accompagnato<br />

da una nuova carta dei vini...la famigliare cena si è congiunta<br />

con la novità, con il ragguardevole obiettivo di<br />

aumentare il prestigio del <strong>Convitto</strong> a livello nazionale.<br />

Quindi da bravi padroni di casa abbiamo aperto le porte<br />

a personalità di rilevalente importanza per la nostra istituzione<br />

come il Sottosegretario al Ministero della<br />

Pubblica Istruzione, Università e Ricerca Giuseppe Pizza.<br />

Egli ha mostrato un grande interesse nei nostri confronti<br />

poiché a legarlo al <strong>Convitto</strong> non è solamente un rapporto<br />

lavorativo, istituzionale, ma anche un passato da convittore,<br />

esperienza a suo avviso traumatica che è tutt'oggi<br />

causa di incubi notturni! Ma l'atmosfera più serena e conviviale<br />

del nostro <strong>Convitto</strong> l'ha fortemente rassicurato<br />

riguardo le realtà convittuali, facendogliele apparire non<br />

come rigide istituzione, ma come momenti formativi della<br />

vita alla base di una convivenza civile. Concetto questo<br />

ribadito dal Commissario straordinario del Consiglio di<br />

amministrazione del <strong>Convitto</strong>, dott. Gino Capponi.<br />

Il tradizionale discorso di apertura del Rettore mirava a<br />

sottolineare il prestigio della nostra istituzione in quanto<br />

formatrice di persone "di classe" pronte ad affrontare con<br />

dignità ed entuiasmo il mondo che le attende.<br />

Successivamente il Sottosegretario Pizza ha preso la<br />

parola promettendo di ritornare a farci visita per tenere<br />

una lectio magistralis agli studenti dei licei interni.<br />

Durante la cena il Rettore e il Sottosegretario sono passati<br />

spesso tra i tavoli per instaurare con noi convittori un<br />

rapporto più ravvicinato, informandosi sui nostri studi<br />

presenti e sui nostri progetti futuri.<br />

Speriamo che il grande interesse mostrato durante la<br />

cena non fosse di circostanza, ma che in futuro abbia un<br />

riscontro concreto per il nostro <strong>Convitto</strong>.<br />

La cena si è conclusa con il brindisi per l'<strong>anno</strong> nuovo e<br />

noi dell'ultimo <strong>anno</strong> abbiamo voluto brindare per la<br />

nostra ultima cena di Natale in <strong>Convitto</strong> e soprattutto...per<br />

gli esami di giugno!<br />

La nostalgia legata alla consapevolezza di dover lasciare<br />

quella che per cinque anni è stata la nostra casa si è unita<br />

alla curiosità (e anche un po' all'invidia nei confronti dei<br />

postumi) di non vivere i cambaimenti positivi che render<strong>anno</strong><br />

il <strong>Convitto</strong> sempre migliore.<br />

Alle 23,30 eravamo già nelle nostre camere e, nonostante<br />

la stanchezza dovuta a una lunga giornata e allo studio<br />

ancora da terminare, sentivamo di essere fortunati di<br />

essere qui e ad aver trascorso una serata diversa...e che<br />

in fondo a volte è bello essere convittori.<br />

Laura Giannini e Valentina Giovannini


<strong>NO</strong> <strong>BINDS</strong><br />

pagina 5<br />

NATALE AL CONVITTO<br />

IL CONVITTO, UN MODELLO<br />

PER LA SCUOLA DEL FUTURO:<br />

UN AUGURIO, <strong>NO</strong>N SOLO NATALIZIO<br />

Come ogni <strong>anno</strong> la cena di Natale è stata l’occasione per<br />

riunirsi tutti insieme e salutarsi prima delle meritate<br />

vacanze. Noi convittori, i nostri educatori, gli insegnanti e<br />

tutto il personale, come un’unica grande famiglia, abbiamo<br />

simbolicamente salutato il <strong>2008</strong> con il Rettore dello<br />

scorso <strong>anno</strong> Rosella Puzzuoli, un graditissimo ritorno, e il<br />

nuovo Rettore Emilio Fatovich. E per il primo Natale<br />

insieme abbiamo ricevuto da lui un inaspettato e sorprendente<br />

regalo: un ospite speciale.<br />

Quest’<strong>anno</strong>, infatti, a tavola con noi c’era il vice Ministro<br />

della Pubblica Istruzione Giuseppe Pizza che è riuscito a<br />

trovare uno spazio tra tutti i suoi impegni istituzionali ed<br />

è venuto a conoscere più da vicino e in un giorno particolare<br />

la nostra realtà così diversa dalla maggior parte<br />

delle altre scuole. Il vice Ministro ci ha brevemente intrattenuto<br />

con un discorso in cui ha ricordato l’importanza<br />

dello studio, la grande opportunità che il <strong>Convitto</strong> può<br />

costituire per noi e ha accennato ai progetti e alle idee<br />

sulla nuova scuola, ma ci ha anche fatto capire, con la sua<br />

presenza, che siamo un modello interessante per i cambiamenti<br />

che si st<strong>anno</strong> prospettando nella scuola.<br />

Il nostro augurio è che il nuovo <strong>anno</strong> e quelli che verr<strong>anno</strong><br />

ci offrano sempre maggiori opportunità di conoscenza<br />

e crescita sperando di continuare ad avere l’attenzione<br />

delle persone che contribuiscono attivamente alla<br />

costruzione di una scuola migliore.<br />

Filippo Sodi e Amedeo Bellagamba


<strong>NO</strong> <strong>BINDS</strong><br />

pagina 6<br />

NATALE AL CONVITTO<br />

TRA IN<strong>NO</strong>VAZIONE E TRADIZIONE,<br />

UNA SERATA ALL’INSEGNA DELLA<br />

RISCOPERTA DEL CONVITTO<br />

Rispettando una tradizione ormai consolidata all'interno<br />

del <strong>Convitto</strong> <strong>Nazionale</strong> ''<strong>Vittorio</strong> Emanuele II'', anche quest'<strong>anno</strong>,<br />

nel periodo più prossimo alle festività una serata<br />

è stata dedicata alla cena natalizia.<br />

La cena di Natale è un' importante occasione per le convittrici<br />

e i convittori per condividere un momento diverso<br />

dalla routine scolastica con il Rettore, le educatrici e gli<br />

educatori in un' atmosfera di sfavillante complicità.<br />

Inaspettatamente, però, il giorno giovedì 18 novembre<br />

dell'<strong>anno</strong> che può dirsi ormai terminato, chiunque avesse<br />

già preso parte ai festeggiamenti degli anni trascorsi, si è<br />

trovato catapultato in una nuova formula della serata, abilmente<br />

innovata dal Rettore Emilio Fatovic. Infatti, oltre a<br />

un'evidente e simpatica rimessa in gioco di un'atmosfera<br />

di mondanità scolastica che ha coinvolto ragazzi e adulti, a<br />

ufficializzare l'evento ha senz'altro contribuito in modo<br />

essenziale la partecipazione del Sottosegretario del<br />

Ministero della Pubblica Istruzione, Giuseppe Pizza.<br />

La presenza di una figura di spicco nell'ambito dell'istruzione<br />

ha permesso a educatori e ragazzi di avvicinarsi<br />

all'aspetto politico e organizzativo della scuola; inoltre il<br />

sottosegretario Pizza ha condiviso con l'attento pubblico<br />

presente alla cena alcuni racconti della propria esperienza<br />

di convittore, coinvolgendo i ragazzi e iniziandolo alle novità<br />

e ai cambiamenti che si prospettano per il prossimo<br />

futuro nell'istituzione scolastica.<br />

A coronare la lista delle presenze al tavolo delle ''autorità''<br />

erano presenti anche il dirigente del MIUR, il dottor Gino<br />

Capponi e il dottor Antonio Rotondo che è anche illustre<br />

membro dell'Associazione ''Amici del <strong>Convitto</strong>'' e infine,<br />

circondato dall'affetto dei ''suoi'' convittori, l'amatissimo<br />

professor Mauro Colombi.<br />

Sebbene alcuni inizialmente temessero che la presenza di<br />

autorità istituzionali potesse irrigidire l'atmosfera della<br />

serata, h<strong>anno</strong> dovuto ricredersi. Infatti la vivacità dei dialoghi,<br />

l'attaccamento e l'attenzione che ogni presente condivideva<br />

con gli altri nei confronti del <strong>Convitto</strong> ''<strong>Vittorio</strong><br />

Emanuele II'', nonchè l'ottima cena organizzata dalla<br />

Vivenda e la distribuzione in anteprima di numerose copie<br />

dell'ultima edizione del giornalino <strong>scolastico</strong> <strong>NO</strong> <strong>BINDS</strong>,<br />

h<strong>anno</strong> reso l'incontro di Natale un evento ricco di colpi di<br />

scena e di interessanti interventi che h<strong>anno</strong> coinvolto ogni<br />

commensale.<br />

La serata, riuscita in modo eccellente, si è conclusa tra i<br />

saluti e i brindisi suggeriti dal Rettore Fatovic, augurando<br />

un sereno Natale e un inizio d'<strong>anno</strong> positivo, nell'auspicio<br />

della realizzazione di sogni e progetti.<br />

Silvia Russo e Ginevra Sorbelli


<strong>NO</strong> <strong>BINDS</strong><br />

pagina 7<br />

NATALE AL CONVITTO<br />

ASPETTANDO IL NATALE<br />

Anche quest’<strong>anno</strong> si è svolta la IV edizione della<br />

Mostra di Natale, allestita ed accuratamente organizzata<br />

da tutti gli educatori e che ha visto il coinvolgimento<br />

sia delle insegnanti che dei piccoli alunni del<br />

settore elementare, all’insegna del Progetto<br />

“Immagine e Fantasia”.<br />

Nel salone dell’anti-cappella sono stati esposti tutti i<br />

disegni fatti dai bambini di tutte le classi ed è stato<br />

costruito un grande presepe anche con il materiale<br />

realizzato negli anni passati.<br />

Il 15 dicembre si è celebrata, nella Cappella interna al<br />

<strong>Convitto</strong>, la S. Messa. Tutti gli alunni h<strong>anno</strong> indossato<br />

per l’occasione una felpa rossa e pantaloni scuri, all’insegna<br />

dell’uguaglianza e dell’appartenenza alla comunità<br />

convittuale.<br />

Il riscontro è stato notevole, i genitori si sono<br />

mostrati entusiasti, sono venuti in tanti a vedere le<br />

“opere” dei loro piccoli, apprezzando positivamente il<br />

lavoro svolto. Il percorso augurale si è poi concluso il<br />

giorno prima delle vacanze, quando ogni classe ha<br />

incontrato i propri genitori salutandoli con canti, recite<br />

e poesie di Natale.


<strong>NO</strong> <strong>BINDS</strong><br />

pagina 8<br />

NATALE AL CONVITTO<br />

SPETTACOLO DI NATALE<br />

Il talent show del Liceo Classico Europeo<br />

Giovedì 18 dicembre si è svolto nell’aula Magna del<br />

<strong>Convitto</strong> il nostro spettacolo di Natale, il talent show<br />

del Liceo Classico Europeo. Come ogni <strong>anno</strong> le adesioni<br />

sono state numerose, grazie anche agli assidui<br />

interventi dell’educatore Strada, che da settembre a<br />

dicembre si aggira per l’Europeo alla ricerca di nuovi<br />

talenti e cura lo spettacolo nei vari aspetti organizzativi<br />

e nell’articolazione artistica. Come ogni <strong>anno</strong> abbiamo<br />

assistito ad uno stupendo spettacolo composito. La<br />

scaletta comprendeva 18 interventi da parte degli studenti.<br />

Tra questi spiccavano i nomi di Greta<br />

Mastroianni, Rachele Bonomo, Simone Biondi, Alberto<br />

Zamparelli, Marcello Newman e Federico Blundo che<br />

sono ormai considerati le macchine da guerra del professor<br />

Strada. Il Rettore è intervenuto in apertura, e<br />

poi via… Lo spettacolo è iniziato con una riflessione<br />

dell’educatore Strada sul significato del Natale, sul<br />

compito di costruttori di una società più giusta di quella<br />

ricevuta in eredità, sul senso di dare alle nostre vite.<br />

Il nostro beneamato educatore,come è ormai noto, è<br />

un grandissimo fan di Vasco Rossi e in particolare della<br />

canzone “ Un Senso” su cui basa sempre i suoi discorsi.<br />

A seguire musiche, suoni, parole, gesti, poesia, movimenti,<br />

risa e microfoni poco funzionanti h<strong>anno</strong> cominciato<br />

ad alternarsi aritmicamente. La danza sta acquisendo<br />

nuovi talenti: Lucia Rodinò ancora una volta si è<br />

esibita nel suo ballo acrobatico mentre la new entry<br />

Silvia Russo ha improvvisato la sua performance sulle<br />

note di un remix di “ Dimonds Are Girls Best Friends”.<br />

Nella poesia ai testi in italiano e in francese, di cui sono<br />

autrici delle nostre colleghe di redazione Giulia Valenti<br />

e Maria Luisa Mancini accompagnata al pianoforte da<br />

Irene De Rosa, si è aggiunto anche un bel componimento<br />

in Inglese di Lisiane Cobicchi. Con la musica<br />

siamo passati dalla classica alla Pop non trascurando il<br />

Rock e il Jazz. Non abbiamo ancora citato la coppia<br />

che anche l’<strong>anno</strong> scorso ha animato la scena: Edoardo<br />

Tancioni e Luisa Ferrante. Anche il professor<br />

Pietrosanti si è assiso sul trono di regista, realizzando<br />

un’esilarante scenetta scritta da questi in cui ha concentrato<br />

alcuni must teatrali dell’Europeo: Zamparelli,<br />

Giulia Valenti e Francesco Ciamei. Da non dimenticare<br />

l’eccezionale esibizione della IIA che, accompagnata<br />

dai malcapitati “maestri” Federico Blundo e Marcello<br />

Newman, ha cantato “Le Cornichon”. Tengo ad aggiungere<br />

una cosa per i primini: state attenti perché Strada<br />

è sempre dietro l’angolo, in agguato e in meno di un<br />

giorno, anche se siete veramente stonati, potreste trovarvi<br />

a cantare davanti a tutta la scuola…<br />

Francesca Ventimiglia<br />

Martedì 20 gennaio ore 8.30 è<br />

stato inaugurato il nuovo BAR<br />

della scuola.<br />

La stanza dove ora è sito il bar si<br />

dice che un tempo ci sia stata la “sala da scherma”.<br />

Le quattro mura verde acido non sono niente male, per<br />

di più una di queste è stata lasciata libera dai gestori<br />

per eventuali murales o decorazioni future su richiesta<br />

degli studenti.<br />

Al di là del bancone persone gentili e disponibili, pronte<br />

a servire centinaia di ragazzi dalla colazione mattutina<br />

al tardo pranzo delle 14.00, fino alla fine dell’orario <strong>scolastico</strong>.<br />

Il Rettore durante la festosa cerimonia non ha mancato<br />

di ricordare a tutti gli studenti che esiste un regolamento<br />

che è affisso sulla porta.<br />

Dunque ragazzi:<br />

FATE ATTENZIONE AGLI ORARI<br />

E… lunga vita al BAR!<br />

Marzia Orsini


<strong>NO</strong> <strong>BINDS</strong><br />

pagina 9<br />

TEATRO IN FRANCESE<br />

17 DICEMBRE <strong>2008</strong> ORE 15.00<br />

TUTTO L’EUROPEO A<br />

TEATRO, IN FRANCESE…<br />

Tutto l’Europeo ? no, i “piccoli” delle due prime<br />

sono rimasti al palo, dovr<strong>anno</strong> aspettare l’<strong>anno</strong> prossimo.<br />

Banlieue Show<br />

Siamo davanti<br />

a San Luigi dei<br />

Francesi, sono le 15 di un freddo 17 dicembre e, insieme<br />

alle professoresse stiamo aspettando che anche gli<br />

ultimi ritardatari arrivino. Quando finalmente l’appello<br />

delle prof. è completato, entriamo e ci accomodiamo<br />

nella sala del piccolo teatro. Dopo poco, lo spettacolo<br />

ha inizio : la storia ruota attorno a quattro donne di<br />

Parigi. Donne di periferia, donne di banlieue. Donne<br />

che combattono e resistono in una realtà dura. E queste<br />

quattro donne sono le finaliste di un reality show.<br />

Nei mesi di convivenza h<strong>anno</strong> imparato a conoscersi<br />

e a farsi conoscere dal pubblico televisivo francese<br />

che, però, in loro non vede donne o semplicemente<br />

essere umani, non vede le loro difficoltà, non vede il<br />

loro lottare; vede l’estrazione sociale, vede il luogo di<br />

provenienza, vede un’icona, un archetipo ben definito,<br />

una convinzione chiusa in se stessa.<br />

Lo spettacolo, quindi, si svolge<br />

durante l’ultima puntata del reality<br />

show, nello scontro finale<br />

durante il quale dovrebbe essere<br />

decretata la vincitrice. Tra<br />

prove e momenti di riflessione<br />

delle protagoniste scopriamo le<br />

loro vite, le loro verità sottovalutate<br />

o ignorate e soprattutto lo<br />

scopo principale dei produttori<br />

del reality, quello di recluderle nel<br />

ruolo di emarginate sociali, di dar<br />

loro un’identità che non appartiene<br />

loro, di renderle stereotipi di<br />

una mentalità ottusa e bigotta. Ma<br />

quelle che dovrebbero essere le vinte<br />

alla fine risultano vincitrici ; vincitrici a<br />

livello morale, personale. Coloro che<br />

sarebbero destinate a una vita nell’ombra<br />

ribaltano la loro sorte dimostrando al<br />

mondo, ma prima di tutto a se stesse, di<br />

poter vincere. La vincitrice del reality, invece,<br />

non viene decretata ma, a questo punto, non è più<br />

rilevante ; la fine, ognuno la immagina come vuole.<br />

Quando si è chiuso il sipario gli applausi non sono<br />

stati risparmiati e, colpo di scena, le attrici sono tornate<br />

sul palco e h<strong>anno</strong> intrattenuto con noi un dibattito<br />

sullo spettacolo rivelandosi molto contente della<br />

soddisfazione che, come ultimo pubblico dell’<strong>anno</strong>,<br />

avevamo dato loro.<br />

Insomma : non abbiamo avuto difficoltà linguistiche, è<br />

stata un’esperienza positiva e interessante, nonché<br />

per noi “secondini”, nuova, come la particolare attenzione<br />

e le raccomandazioni della prof. Mannarelli non<br />

h<strong>anno</strong> mancato di sottolineare. Quindi grazie ; grazie<br />

alle professoresse per aver organizzato l’uscita, ma<br />

anche agli ideatori e ai realizzatori dello spettacolo,<br />

per averci dato la possibilità di assistere a una presentazione<br />

teatrale intelligente, completa e icastica che,<br />

come tutte le migliori storie, lascia intuire una morale<br />

sottile ma terribilmente vera.<br />

Francesca Sabatini


<strong>NO</strong> <strong>BINDS</strong><br />

pagina 10<br />

TEATRO IN FRANCESE<br />

UN OCCHIO<br />

VEGLIA BEFFARDO…<br />

Quattro donne. Quattro vite difficili pesano sulle loro<br />

spalle. La banlieue le tiene prigioniere in una vita non<br />

voluta, fatta di droga, di figli indesiderati, di morti incerte,<br />

di sogni di carta velina.<br />

Voglia di scappare, sì, un giorno andarsene, avere una<br />

nuova vita, non dover più lottare contro il veleno che<br />

scorre per le strade e nelle vene della gente.<br />

Come uscirne ?<br />

Ecco che la società, subdola salvatrice, penetra come un<br />

presunto antidoto nella banlieue ed accende un lume di<br />

speranza che attira a sé la povera gente come falene a<br />

un grosso lampione.<br />

Un Reality Show.<br />

Chi vince verrà strappato dalle braccia sudicie del<br />

degrado per passare a miglior vita.<br />

Quattro donne finaliste ; le vediamo a un passo dalla vittoria,<br />

dopo mesi di convivenza e puntate televisive che<br />

le h<strong>anno</strong> ritratte in scene di vita quotidiana, ripetitiva,<br />

falsa, come la società vuole, come quella di manichini<br />

viventi nelle vetrine di un centro commerciale.<br />

Banlieue Show.<br />

Dopo aver affrontato prove, dopo aver seguito pedissequamente<br />

gli ordini di un brioso presentatore ecco che,<br />

all’ultimo momento, all’ultima prova, le quattro ignare<br />

cavie da laboratorio vengono a contatto con ciò che il<br />

pubblico vuole davvero a fauci spalancate : buonismo,<br />

lieto fine, lacrime di pietà per sentirsi a posto con la<br />

coscienza.<br />

Il prezzo è alto: ing<strong>anno</strong>, prevaricazione.<br />

Non ci sono vincitori, era tutto deciso, organizzato,<br />

come da copione.<br />

Niente può l’onestà quando l’audience è un fattore<br />

troppo importante.<br />

Non c’è un lieto fine. Verr<strong>anno</strong> tutte ricacciate nell’abisso<br />

della banlieue mentre il miraggio si sgretola lontano<br />

in un fiume di applausi.<br />

Costanza Astore


<strong>NO</strong> <strong>BINDS</strong><br />

pagina 11<br />

POESIE<br />

Dopo le vacanze<br />

natalizie: quando<br />

un compito scritto<br />

può anche essere<br />

poetico<br />

Sogno infinite<br />

margherite<br />

ogni notte d’estate<br />

Ah, les belles vacances de Noël !<br />

Je me suis amusée<br />

Avec la Tour Eiffel<br />

J’ai joué avec la Joconde !<br />

J’ai dansé dans le Louvre !<br />

J’ai chanté à Disneyland !<br />

J’AI ETE A PARIS !!!<br />

Ah, les belles vacances de Noël !<br />

Le Nouvel An, je l’ai passé à la lumière<br />

du plus beau sapin de Noël !<br />

Silvia Russo<br />

Ah, les tristes vacances !<br />

avec toute la famille<br />

la grand-mère qui t’embrasse tout le temps<br />

les oncles, les tantes et les cousins<br />

que tu ne connais pas<br />

Ah, les tristes vacances !<br />

avec tous les gâteaux qui effacent tous<br />

les régimes de toute l’année<br />

et l’angoisse de devoir faire des cadeaux<br />

à tout le monde<br />

Ah, les tristes vacances !<br />

qui finalement sont terminées !<br />

Laura Papi<br />

Ah, les belles vacances !<br />

Rien à penser<br />

tous les jours jouer<br />

ne jamais travailler<br />

cuisiner avec ma grand-mère<br />

parler avec mon grand-père<br />

et les devoirs.....<br />

rire avec mes cousins<br />

ne pas penser à la fin<br />

ni aux devoirs...<br />

Luca Missori<br />

Danzo su questo mondo che semina follia,<br />

che nella sua logica tratteggiata di illusione,<br />

mi da caldo di giorno,<br />

e mi gela le labbra di notte.<br />

Piango su questa gente sull'orlo della pazzia,<br />

che mi guarda con disprezzo,<br />

e mi getta per terra, nel fango,<br />

senza odio né amore.<br />

Piango per la gente che ha paura di amare,<br />

che ride senza aver mai pianto prima,<br />

e che tra i soffi di seta e l'ipocrisia di un'intera vita<br />

sogna un misero mondo di vincitori e vinti.<br />

Piango su questa gente che non sa più sognare,<br />

che non sa guardare oltre la siepe e la collina,<br />

e che nella miseria della sua ricchezza<br />

muore, nella sua vita senza gioia né amore.<br />

Sorrido per questo uomo che trema nella sera,<br />

che con una stella e la tristezza negli occhi,<br />

sogna un mondo vivo<br />

senza odio né dolore.<br />

Sorrido per questa donna dagli occhi d'erba<br />

che piange margherite con lo stelo spezzato,<br />

che mi tende una mano per aiutarmi a rialzare,<br />

che sogna un mondo libero senza angoscia né rancore,<br />

Danzo per i bimbi che corrono per le strade sterrate,<br />

che non per gioco, non per poesia,<br />

si contano le costole come un rosario,<br />

e sognano un mondo che sia pura fantasia.<br />

Danzo per coloro che s<strong>anno</strong> ancora volare,<br />

che girano veloci sulla punta della dita,<br />

alla musica del vento e al battito del cuore,<br />

e che nella maestosità della loro danza<br />

mi tendono comunque la mano per danzare con loro.<br />

E sorrido al calore delle tue mani e del tuo cuore,<br />

che mai soffrir<strong>anno</strong> l'illusione del pianto,<br />

che mai con una lacrima si lascer<strong>anno</strong> andare,<br />

e rido, rido e danzo,<br />

su te che canti la vita,<br />

che vivrai in eterno tra le pieghe del mio sorriso,<br />

tra le giravolte della mia risata,<br />

e tra le interminabili note della mia danza.<br />

Maria Luisa Mancini


<strong>NO</strong> <strong>BINDS</strong><br />

pagina 12<br />

A. EXTRASCOLASTICHE<br />

CORSO DI LINGUA CINESE<br />

汉 语 (hàn yǔ)<br />

La proposta dello studio della lingua cinese, come attività extra scolastica, era stata già avanzata lo scorso <strong>anno</strong>, ma<br />

quest’<strong>anno</strong> è stata concretizzata ed ha avuto ulteriore spinta dopo la visita del Rettore Fatovic in Cina, avvenuta a<br />

Novembre. Il Rettore, quale componente della delegazione italiana del Confucio Institute e della Facoltà degli Studi<br />

Orientali dell’Università la Sapienza, ha visitato tre prestigiosi Istituti (modello <strong>Convitto</strong> <strong>Nazionale</strong>) di Pechino e<br />

collegati alle rispettive Università e precisamente: The Experimentale High School Attached to Beijing Nornal University;<br />

The Second High School Attached to Beijing Nornal University; Beijing Foreign Language School, Beijing Foreign Studies<br />

University. È facile prevedere sviluppi relazionali e scambi culturali tra il <strong>Convitto</strong> di Roma e i tre Istituti citati.<br />

Leggiamo, intanto, ciò che ci dice una nostra studentessa, corsista della lingua cinese.<br />

Quest’<strong>anno</strong> il <strong>Convitto</strong> <strong>Nazionale</strong> ci ha proposto un<br />

gran numero di attività didattiche extracurricolari, che<br />

incontrano gli interessi didattici e ‘pratici’ dei ragazzi di<br />

ogni età, dalla scuola elementare al liceo.<br />

Il corso di cinese, in particolare, della durata di due anni,<br />

è proposto ai ragazzi del triennio dei tre licei classico,<br />

scientifico e classico-europeo.<br />

Questo prevede una lezione a settimana di due ore, attiva,<br />

a scelta, il martedì o il giovedì.<br />

Con la professoressa Tiziana Loi, vissuta diversi anni in<br />

Cina, i ragazzi imparer<strong>anno</strong> a sostenere una conversazione<br />

base in lingua cinese. Sembra facile, ma è una<br />

vera impresa scrivere e pronunciare tutti quei caratteri.<br />

Le cose si complicano soprattutto quando si ripetono<br />

i ‘dialoghi fondamentali’ bisogna nutrire un grande<br />

interesse, altrimenti si finirà con l’avere una gran<br />

confusione in testa e non riuscire più a capire<br />

neanche le parole italiane.<br />

Ci sar<strong>anno</strong> approfondimenti su usi e costumi<br />

del popolo cinese per meglio comprenderlo.<br />

Sono più di quaranta gli studenti che partecipano<br />

al corso, è un modo simpatico e<br />

costruttivo per passare un pomeriggio in<br />

compagnia dei propri amici.<br />

In questo corso sarà insegnato, quindi,<br />

non solo a parlare correttamente<br />

in lingua cinese, ma anche la<br />

scrittura e l’origine delle diverse<br />

parole in caratteri originali ed in pinyin,<br />

traslitterazione delle parole nel nostro alfabeto<br />

per individuare e conoscere la pronuncia,<br />

come anche le principali regole di ortografia. È un<br />

corso non solo divertente, ma anche utile per il nostro<br />

futuro. La popolazione della Cina conta infatti più di un<br />

miliardo e trecento milioni di abitanti e questo Paese è<br />

sempre più attivo e presente nei rapporti con<br />

l’Occidente. Per cui l’importanza nel comprenderne<br />

mentalità, usi ed esigenze cresce ogni giorno. Inoltre è<br />

sempre utile e comodo conoscere una nuova lingua per<br />

poterla esibire in ogni occasione, anche quando si incontrando<br />

per le strade di Roma turisti cinesi, dimostrando<br />

così di avere padronanza della lingua, naturalmente non<br />

solo per questo!! E’ soprattutto necessaria una grande<br />

curiosità nel confronto e nella scoperta della realtà che<br />

ci circonda.


<strong>NO</strong> <strong>BINDS</strong><br />

pagina 13<br />

A. EXTRASCOLASTICHE<br />

Curiosità<br />

La Cina, o Repubblica Popolare Cinese, ha un’estensione di quasi 10 milioni di chilometri quadrati, come tutta<br />

l’Europa dagli Urali fino al Portogallo, dall’Islanda alla Grecia: quindi è più grande degli Stati Uniti d’America.<br />

La capitale è Pechino 北 京 (běi jīng), situata a settentrione; le città principali sono Shanghai 上 海 (shàng hǎi),<br />

che si trova sul mare a nord, e Guangzhou (Canton) all’estremo sud.<br />

L’organizzazione didattica del popolo cinese presenta delle differenze da quella occidentale. I bambini frequentano<br />

infatti l’asilo nido 幼 儿 园 (yòu ér yuán) fino ai 3 anni.<br />

La scuola elementare 小 学 (xiǎo xué) inizia a 6 anni e dura 6 anni, comprende 40 settimane di lezione divise<br />

in 2 semestri, dal lunedì al sabato, tempo pieno, e si studiano principalmente i caratteri ed il pinyin.<br />

Superato l’esame di licenza elementare, si è ammessi alla scuola media 初 级 中 学 (chū jí zhōng xué) che dura<br />

tre anni e approfondisce l’insegnamento ricevuto, sempre con esame finale.<br />

Si arriva quindi alla scuola superiore 高 中 学 (gāo zhōng xué) che dura 3 anni, con frequenza mattina e<br />

pomeriggio, ed esame finale per l’accesso all’università. L’esito dell’esame è importantissimo per poter<br />

accedere ad una buona università 大 学 (dà xué) che è di durata variabile a seconda della facoltà e dove si<br />

accede soprattutto per merito.<br />

Nella lingua cinese una singola sillaba può avere significati diversi a seconda del suo accento.<br />

Esistono infatti 5 diversi tipi di accenti che si pronunciano in 5 modi diversi:<br />

primo: mā secondo: má terzo: mǎ quarto: mà quinto: ma<br />

妈 (mamma) 麻 (canapa) 马 (cavallo) 骂 (insultare) (particella interrogativa)<br />

I caratteri possono essere semplici o composti: semplici, formati da un solo corpo indivisibile( spesso sono<br />

formai da più tratti, ma, se divisi, d<strong>anno</strong> origine appunto ad un insieme di tratti senza significato)<br />

Es. 女 ( nǚ: donna); 马 (mǎ: cavallo)<br />

Caratteri composti, formati da 2 o più parti divisibili, possono anche ritrovarsi come caratteri autonomi.<br />

Generalmente le parti che compongono i caratteri complessi sono componenti semantiche (cioè contribuiscono<br />

al significato del carattere) o componenti fonetiche (cioè contribuiscono a segnalare la pronuncia del<br />

carattere).<br />

Es. 女 (‘donna’ componente semantica) + 马 (‘cavallo’, componente fonetica).<br />

Bisogna inoltre seguire un ordine di scrittura ben preciso altrimenti, quando si arriverà a scrivere qualcosa di più complesso<br />

sarà molto difficile. È un corso divertente che ci permette di riscoprire ed avvicinarci ad una cultura tanto diversa dallanostra.<br />

Un modo per esercitare la mente e far sfoggio della nostra conoscenza in maniera molto divertente, anche se,<br />

forse, un pò impegnativo.<br />

Giulia Baccarini


<strong>NO</strong> <strong>BINDS</strong><br />

pagina 14<br />

VOCI DALL’ESTERO<br />

Me voilà à Paris.<br />

Chiara Carmazzi, diplomatasi nel 2006, sta facendo un percorso universitario particolare di studi italo-francesi in<br />

Giurisprudenza, che ci racconta in questa sua lettera da Parigi - Sorbonne. Anche lei, come Maria Chiara Ventura<br />

rievoca il suo Europeo, ma soprattutto testimonia del fatto che esistono molteplici possibilità che sono offerte<br />

ai diplomati dell’Europeo grazie ai protocolli firmati fra Italia e Francia. Potete iniziare, come lei, i vostri studi<br />

universitari in Italia, completarli in Francia e uscire con una doppia laurea !<br />

Est-ce que je rêve? Est-ce que c’est seulement un voyage ou<br />

de simples vacances ?<br />

Je me lève le matin, je prends mon petit déjeuner, et avec<br />

mon manteau hyper chaud, mon écharpe en laine, mes<br />

gants, je sors de la maison… et voilà, ce n’est pas un rêve…<br />

je me trouve à la Sorbonne, à la Faculté de Droit, l’Université<br />

parisienne que j’ai toujours désiré fréquenter.<br />

Comment suis-je arrivée ici ?<br />

Tout d’abord, c’était un objectif que j’ai toujours eu : partir<br />

pour l’étranger, avoir une carrière universitaire<br />

multiculturelle, même si cela impliquait d’étudier et de se<br />

stresser pendant plusieurs mois chaque année.<br />

On le sait bien: si on travaille beaucoup, le résultat qu’on<br />

obtiendra sera vraiment satisfaisant !<br />

Mon parcours a ainsi commencé au Liceo Europeo.<br />

Pourquoi ai-je fait ce choix ?<br />

A l’origine le Liceo Europeo me semblait le meilleur endroit<br />

pour cultiver toutes mes passions. On pouvait faire du latin<br />

et du grec sans perdre les langues européennes.<br />

C’était une école totalement différente dans le panorama<br />

italien, où ce que l’on retrouve, c’est simplement des lycées<br />

à option scientifique, classique ou artistique, que je n’aurais<br />

pas pris, en tout cas, en considération, vu mes<br />

capacités minimales dans le domaine de l’art !<br />

En plus je venais d’un collège où le “tempo pieno” était un<br />

usage bien solide !<br />

Toutefois, rester à l’école jusqu'à cinq heures de l’aprèsmidi,<br />

et surtout avoir cours jusqu’à cette heure-là….cela me<br />

bouleversait un peu ! Je me souviens encore de la sensation,<br />

en sortant de l’école à cinq heures, en plein hiver, avec<br />

l’obscurité : il faisait déjà nuit ? Non,non…ce n’était pas<br />

encore le soir, l’après-midi venait de commencer et il fallait<br />

encore étudier !<br />

Je me souviens des nuits sur les livres, car le jour après il<br />

pouvait y avoir huit heures de cours, avec huit cours<br />

différents !<br />

Je me souviens que la troisième année de lycée a été la plus<br />

difficile : la classe entière pleurait en moyenne deux fois par<br />

jour, car le poids des devoirs à la maison et des contrôles<br />

était insoutenable.<br />

Et je me souviens encore que la cinquième année, tous les<br />

matins, lorsque je me réveillais, je me disais : « c’est quoi ça ?<br />

le mythe de l’éternel retour ? ». J’en avait vraiment marre<br />

d’aller tous les jours à l’école !<br />

Tout à coup le jour du Bac est arrivé… je n’ai pas obtenu<br />

100/100, mais j’étais particulièrement contente du résultat<br />

de mon « Attestation », car la langue, la culture et la<br />

littérature française m’ont toujours passionnée !<br />

Déjà avant la Maturità je savais ce que je voulais faire : une<br />

double maîtrise franco-italienne en Droit !<br />

En septembre 2006 j’ai réussi à entrer dans cette filière<br />

d’accès difficile : mon parcours avait commencé.<br />

J’ai ainsi étudié 2 ans à Giurisprudenza all’ Università degli<br />

Studi di Firenze et la troisième année j’ai déménagé à Paris<br />

où je suis en train de suivre des cours de droit à la<br />

Sorbonne, et cela pendant 2 ans encore.<br />

Finalement, je devrais obtenir une double maîtrise -una<br />

doppia laurea- en droit/giurisprudenza qui sera reconnue<br />

aussi bien en Italie qu’en France et qui constituera une plusvalue<br />

d’importance pour ma future vie professionnelle.<br />

En tout cas, aujourd’hui je regrette intensément mon temps<br />

scolaire !<br />

C’est grâce à toutes mes nuits sur les livres, c’est grâce aux<br />

cours jusqu’à cinq heures de l’après-midi que maintenant<br />

je peux étudier pendant une journée entière, que je ne me<br />

décourage pas si je vois que dehors il fait déjà nuit…<br />

Le Liceo Europeo m’a donné une importante capacité<br />

d’organisation, une rigueur dans l’étude.Il a su stimuler mes<br />

capacités à comprendre et à développer mes centres<br />

d’intérêt. Il m’a procuré une culture générale que peu<br />

d’Européens possèdent (je suis en train de découvrir que<br />

les Français, par exemple, connaissent surtout ce qui<br />

concerne la France).<br />

Et enfin, disons-le : le rythme universitaire n’est pas si<br />

différent de celui de notre lycée ! Il faut bien commencer à<br />

se préparer dès le début, les petits jeunes !<br />

Maintenant j’ai presque réalisé mon rêve. Et je souhaite que<br />

vous aussi, vous compreniez ce que vous voulez faire de<br />

votre vie et quelles sont vos aspirations. Poursuivez-les ! Ne<br />

vous découragez-pas face aux contraintes matérielles et<br />

émotives ! Le jeu en vaut la chandelle !<br />

Chiara Carmazzi


<strong>NO</strong> <strong>BINDS</strong><br />

pagina 15<br />

MOBILITÀ STUDENTESCA<br />

Une expérience<br />

qui vaut tous les efforts.<br />

Rien de plus gratifiant que de passer quelques mois à<br />

l’étranger. On est seul, c’est vrai. C’est dur parfois, mais<br />

ça veut dire aussi se gérer soi-même. Rien ne vaut le fait<br />

d’apprendre à se connaitre, à découvrir ses limites, à les<br />

accepter et à chercher à les franchir. Une expérience à<br />

l’étranger c’est ça : faire face à n’importe quoi, en<br />

sachant que toute réussite sera atteinte grâce à ses<br />

propres forces, grâce a un effort entièrement personnel<br />

et responsable. Ceci a un goût différent, nouveau ; on<br />

est plus fier de soi. C’est comme quand on a le premier<br />

petit métier pendant les vacances d’été : l’argent qu’on<br />

gagne a une autre valeur. Il n’est pas évident de n’avoir<br />

personne qui te dise quoi faire ou qui pour le moins te<br />

conseille au sujet d’une décision importante ; il n’est pas<br />

évident d’être indépendant. A part les résultats au<br />

niveau de la langue, c’est aussi une occasion pour se<br />

mesurer, pour grandir sur le plan personnel mais aussi<br />

social. On rencontre des gens, on doit leur faire<br />

confiance et apprendre à les connaître, et parfois<br />

reconnaître en eux ce qui ne va pas.<br />

La solitude fait partie de l’expérience à l’étranger, loin<br />

de la famille, des amis et de la routine, mais ça ne doit<br />

pas affaiblir les convictions qu’on a ou bien nos rêves. Si<br />

on est persuadé, il n’y a rien qui puisse en empêcher la<br />

réalisation. Jetez-vous à l’eau ! ça vaut vraiment la peine.<br />

Elisa Palana<br />

Viva Nissa<br />

la bella!<br />

Septembre <strong>2008</strong>-décembre<strong>2008</strong>, quatre mois de<br />

bonheur sur la Côte d’Azur. J’ai eu la chance et le plaisir<br />

d’être élève au Lycée Albert Calmette de Nice. Dans cet<br />

établissement, plus de mille élèves étudient les plus<br />

différentes matières : langue russe, biologie, allemand,<br />

niçois… évidemment tous les cours ne sont pas<br />

obligatoires, mais chacun peut s’amuser à choisir quelques<br />

matières facultatives pour améliorer sa moyenne au<br />

Baccalauréat. Souvent les jeunes choisissent la langue du<br />

pays dont ils sont originaires ou même d’où ils viennent.<br />

En fait il n’est pas bizarre de demander « Et toi , tu viens<br />

d’où ? », parce que dans la plupart des cas ces personnes<br />

réservent des surprises inattendues pour un Italien, qui<br />

n’est pas habitué à une réalité aussi cosmopolite : « Moi,<br />

je suis née à Paris mais j’ai grandi en Martinique », ou bien<br />

« Mon grand-père est italien et ma grand-mère est russe,<br />

mais dans la famille de ma mère tous sont Niçois et<br />

parlent un peu de Nissart ».<br />

Et c’est comme ça que Nissa ‘la bella’ abrite gens et<br />

mœurs venus de loin, mais garde son identité irrésistible<br />

de port de la Méditerranée au cœur de la Côte d’Azur.<br />

VIVA, VIVA NISSA LA BELLA<br />

Andrea Petolicchio


<strong>NO</strong> <strong>BINDS</strong><br />

pagina 16<br />

MOBILITÀ STUDENTESCA<br />

Bilan personnel<br />

sur l’expérience de la<br />

mobilité européenne<br />

Cela ne me parait qu’un rêve, mais c’est la réalité. J’ai<br />

vraiment vécu cette expérience qui demeure dans ma<br />

mémoire comme une image.. magique. Oui, ces quatre<br />

mois où j’ai été à Paris, au Lycée Henri IV pour le premier<br />

trimestre ont été vraiment magiques. Je n’ai aucun<br />

doute, je ne regrette pas l’expérience pour laquelle j’ai<br />

tant lutté, pour laquelle je me suis tant appliquée et qui<br />

par mes seules forces est devenue, de songe qu’elle<br />

était, un passé réalisé autant que satisfaisant. Cela a été,<br />

mais c’est encore, et cela sera toujours. Ce n’est pas fini,<br />

et je sais que ces moments-là font désormais partie de<br />

moi, et qu’ils en feront toujours partie. C’est sûr : un<br />

jour, quand on me demandera pourquoi je suis celle<br />

que je suis, je pourrai dire que c’est aussi grâce à Paris.<br />

Parce que Paris m’a changée, et non pas seulement<br />

pour la langue que j’ai plus ou moins améliorée, sur<br />

laquelle j’ai aussi des doutes, car je pensais rentrer à<br />

Rome parfaitement bilingue alors que je ne le suis<br />

guère. Mais bon, je disais, cela a sûrement été important<br />

pour le français, mais jamais autant que pour la VIE. Ça<br />

a été une véritable expérience de vie, elle m’a d’abord<br />

appris à vivre. Ces quatre mois m’ont aidée car ils m’ont<br />

grandie, ils m’ont mûrie, ils m’ont rendue meilleure que<br />

la fille qui avait quitté Rome fin août. Ils m’ont appris la<br />

tolérance, le respect, la responsabilité. Ils m’ont fait<br />

devenir plus indépendante, autonome, j’ai géré mon<br />

argent, mon temps, mes horaires, tout ce qui d’habitude<br />

à Rome m’était imposé par quelqu’un d’autre. Pour tout<br />

cela, même si je sais que maintenant ça va être très dur<br />

de rattraper ces quatre mois de cours que j’ai perdus,<br />

je vais tout affronter, avec cette nouvelle force qui<br />

provient de mon moi intérieur et qui dorénavant ne va<br />

jamais me quitter. Je ne vais jamais arrêter de remercier<br />

tous ceux qui m’ont permis de vivre cette expérience,<br />

et tous ceux qui l’ont rendue si.. magnifique. MERCi.<br />

Benedetta Cerasoli


<strong>NO</strong> <strong>BINDS</strong><br />

pagina 17<br />

MOBILITÀ STUDENTESCA<br />

My Exchange<br />

in New Zealand<br />

If I had to speak about my exchange in NZ in three words,<br />

I would say Adventure, Fun, Self-Development. I will<br />

explain why I would choose these three words:<br />

Adventure, because I went to the other side of the world<br />

without knowing anyone or anything. I went to New<br />

Zealand ready to try any sports or activities, ready to take<br />

the challenge, ready to learn.<br />

My adventurous course took me, so, through many experiences<br />

which I couldn’t have had if I had remained in Italy,<br />

like skiing down a volcano, surfing, playing squash, rugby<br />

and cricket, mountain biking downhill, performing a Maori<br />

Haka, water skiing, rafting down a seven-meter waterfall,<br />

sailing on the ocean, bungy jumping and more…<br />

In addition to this, I spent 10 days on the Spirit of New<br />

Zealand (a 45-meter long yacht with 14 sails) with another<br />

40 guys and girls from every school in NZ. This was<br />

part of a youth development program. We were the crew<br />

and we had to learn how to govern such a big yacht. It was<br />

incredibly challenging, both physically and psychologically, in<br />

fact we had to learn some rules of navigation but we also<br />

had to jump into the ocean at 6:30 every morning to take<br />

our “daily shower” (it was freezing).<br />

It is easy to realize that all these activities were really a lot<br />

of fun, but all of them together were not the best part of<br />

my experience. In fact I spent the best moments with my<br />

friends and with my host family. First of all, to let you<br />

understand better, I have to say that almost every one in<br />

NZ is relaxed. What I mean is that they are not affected<br />

by stress. I’m not sure if it is the environment (a natural<br />

paradise), the lack of traffic, the good economical situation<br />

but they live in a relaxed way and when you are relaxed<br />

having fun and laughing and studying and learning about<br />

yourself and others is so much easier.<br />

About every month, my exchange organization<br />

“Intercultura, AFS”, the only ONLUS exchange organization,<br />

whose aim is to promote peace in the world, organised<br />

camps to find how our exchanges were going and to<br />

help us in learning English and other different subjects in<br />

NZ, such as Drama, Food Tech, Sport Science. Now imagine<br />

60-70 guys and girls from many countries in the world,<br />

on an exchange in NZ, together for a weekend. That’s<br />

what I call Fun and learning about other countries and cultures.<br />

Most of all, my experience helped my self-development<br />

and my personal growth. I learnt to speak English,<br />

even though I have a “Kiwi accent”, I learnt how to cook,<br />

to manage my bank account, to organise my schoolwork,<br />

my sport, and my travels…<br />

My host-family witnessed the change in my level of maturity<br />

and I think that now I’m probably more independent.<br />

I established deep relationships with friends, teachers and<br />

most of all my family, which is now a second family to me.<br />

They are always ready to host me again. Finally I’d like to<br />

thank every one here in Italy, my teachers, family and<br />

friends, who encouraged me to go. I hope that all of you<br />

guys will have the opportunity to go on an exchange and<br />

consider another country your homeland.<br />

Andrea Luciani<br />

IL CONVITTO NAZIONALE DI ROMA<br />

OSPITERA’ DAL 2 AL 5 MARZO 2009<br />

IL 9° CONVEG<strong>NO</strong> NAZIONALE<br />

DEI LICEI CLASSICI EUROPEI


<strong>NO</strong> <strong>BINDS</strong><br />

pagina 18<br />

MOBILITÀ STUDENTESCA<br />

DO IT IRISH<br />

Chronicles of a green experience<br />

“Fáilte go Bhaile Átha Cliath!”: the great kindness Irish people<br />

are famous for is fully expressed in this phrase, which<br />

is very welcoming because of the use of the Irish language,<br />

less spoken than ever, and the smiling faces of girls and<br />

boys living in Dublin.<br />

All I got from my stay in Dublin is happiness, culture, enjoyment<br />

and white clouds floating in the most impressive<br />

blue sky you can ever see.<br />

When I first arrived in Dublin airport, I thought it could be<br />

so stressful to get used to a new lifestyle, even for only<br />

four months. Anyway, the joy of being far away from home<br />

gave me the strength to go on during the first few days,<br />

while at the same time thinking of coming back and forgetting<br />

everything about living in another world for half a<br />

year.<br />

It’s not unusual to talk about Ireland as a completely different<br />

country, since many traditions are new for other<br />

people.<br />

However, because Ireland has been said to be the world’s<br />

most globalized country, and because Western countries<br />

differ for less and less things, it is more usual to say that<br />

Italians in Dublin feel they are home.<br />

This is true also because so many people in Dublin are<br />

from…Italy.<br />

I used to meet Italians on the train, on the streets, in shops,<br />

in restaurants: anywhere but in my school, fortunately.<br />

I think this could be one of the reasons why I kept in<br />

touch with young people and traditions without feeling<br />

the need to speak Italian, and then being held back by this.<br />

Dublin is a gorgeous town, loved by the young and generally<br />

by the people who love enjoying their life in a “city<br />

of blinding lights”, as Bono Vox says, even though he<br />

doesn’t actually talk about his hometown.<br />

Love lives in Irish people’s hearts: their sense of welcoming<br />

and respect for the visitors always inspires happiness.<br />

The Irish always seem to be happy, and their friends from<br />

abroad never look confused while travelling through this<br />

country.<br />

Even for a traveller, this land is a totally unique heavenly<br />

place: you can hardly find such a breathtaking view, when<br />

you walk across the Connemara, above all when the sky<br />

feels like a soft blue cover.<br />

It is difficult to forget about a green ocean of lights, clouds,<br />

rain, great traditions, amazing music and pints of black and<br />

creamy stout beer: I feel I own a piece of this heaven in<br />

my heart, as a part of me remains in the air, over there.<br />

Radivoje Prizia


<strong>NO</strong> <strong>BINDS</strong><br />

pagina 19<br />

MOBILITÀ STUDENTESCA<br />

Pizza, Pasta e Guinness<br />

I lived 4 months in Dublin from the end of<br />

August to Christmas. It was a wonderful period<br />

because for once in my life I had a lot of responsibilities<br />

and I had to take care of myself.<br />

I was a guest in a very nice friendly family and I’m still in<br />

contact whit them. I think that the main aspect of that<br />

experience was the international context of the school<br />

and friendship. I knew a lot of Irish, French and Spanish<br />

guys who will be in the future a network of international<br />

friends. My English, I think, has improved, but, in particular,<br />

I have shown to myself and to my family that I can live<br />

alone. I think that this one has been the main result.<br />

I can testify that this is an extremely positive experience,<br />

to all those who are doubtful. I would suggest every one<br />

to try it as a moment of life and personal grown.<br />

Edoardo Arrigo<br />

Just a<br />

castaway<br />

an island<br />

lost at sea<br />

Few weeks ago I came back from the best experience in<br />

my life. I stayed in Dublin for four months. Even if I might<br />

sound banal and ordinary I am sure I will never forget it.<br />

As soon as I landed in Ireland I felt pretty nervous and worried.<br />

I did not know anything about what was in store for<br />

me, I only knew the name of the family I would stay with<br />

and their address. Ireland taught me that first impressions<br />

are usually wrong, in fact at first everybody seemed<br />

unfriendly and boring to me. My first day at school was even<br />

worse than a nightmare. I was the only student in the whole<br />

school who did not wear the uniform, so everybody kept<br />

on staring at me without saying a word. But things change<br />

in life, and after a couple of days I started looking at things<br />

with different eyes. I realized my first impression was wrong.<br />

I made many friends at school and I really got on well with<br />

them, everybody was friendly and helpful to me. I tried to<br />

live as an Irish fellow there, I played gaelic football, went out<br />

with some friends, and watched some matches at the stadium.<br />

My Irish school was huge, but rules were very strict, for<br />

instance you are not allowed to chew gum, to bring in a<br />

mobile phone, or to wear a jacket during classes. That was<br />

not a problem because I soon got used to these rules.<br />

Boredom was a big thing to deal with. After school most of<br />

my friends played a lot of sport, those who did not had a<br />

job in some sort of shop in our area. Finding a job was too<br />

complicated so I began to play soccer and gaelic football (a<br />

sort of rugby and soccer), I really enjoyed it.<br />

At weekends I often went out with some friends coming<br />

from all over Europe, we usually stayed in town all day long<br />

in some cafés talking about anything. Night time was pretty<br />

boring, we were not allowed to get in any pub or disco or<br />

even arcade because we were not eighteen, therefore we<br />

organized some sort of house party with lots of people and<br />

loud music.<br />

Living in a foreign country for a quite long period of time is<br />

the best thing you could do to learn to live on your own<br />

and grow up. You live in a totally different situation therefore<br />

you are forced to get used to it and fit in, you have to count<br />

on yourself for any difficulties you might find. It really helps<br />

to grow up. It is not just about the language it about life.<br />

Finally I would like to suggest to everybody who may like<br />

this kind of experience to leave and take this opportunity<br />

which you rarely have in life<br />

Claudio Clemente


<strong>NO</strong> <strong>BINDS</strong><br />

pagina 20<br />

MOBILITÀ STUDENTESCA<br />

MY IRISH PEACE<br />

I was just ten when I decided to spend few months<br />

abroad during my forth year of High School, looking with<br />

admiration at some “big” guys who had spent a fantastic<br />

period in a far, weird place somewhere in the world, so it<br />

became a dream which I waited for, for a long time.<br />

I decided to go to Ireland, a country that has always fascinated<br />

me, maybe because of its green fields, its people’s<br />

kindness, its fresh air and its music.<br />

Well, now I’m back in Italy, but when living in Ireland, I realized<br />

that life there is as magic as in fairy tales.<br />

I actually don’t know why, but here in Italy I feel that our<br />

lives are always under pressure, I never have time for<br />

myself to think and dream; to be in a rush is normal for<br />

me: I spend hours stuck in traffic every day, hours studying<br />

something that I will forget soon after, hours being afraid<br />

to be wrong in something, looking at myself hoping that<br />

no one will judge me. Our lives are under the power of<br />

society, always in competition with each other, leaving no<br />

time for ourselves, for our souls.<br />

In the country of leprechauns (folletti irlandesi) I saw how<br />

people can live in peace, without getting crazy over small<br />

problems; even if life is hard, as it is, the Irish keep going<br />

ahead.<br />

They have time for themselves, because school is over at<br />

4,00 p.m. and they have to study less then half an hour<br />

every day. That’s the reason why young people are more<br />

involved in sports or other activities then we are; and<br />

older people do so, too, as the working day is shorter and<br />

they have more time to take care of the family.<br />

Moreover, during those four months I got to know a culture<br />

totally different from ours, in fact I think that it is necessary<br />

to have an open mind when travelling. I found<br />

many traditions that I don’t agree with, but I just tried to<br />

look at the positive aspects of Ireland to enjoy as much as<br />

possible my stay there.<br />

By the way, I loved it, and I would do it again!<br />

Dara Giannini


<strong>NO</strong> <strong>BINDS</strong><br />

pagina 21<br />

MOBILITÀ STUDENTESCA<br />

LA SCELTA DEL LICEO<br />

Una svolta per il futuro di ogni ragazzo.<br />

Per ragazzi come noi che frequentano il <strong>Convitto</strong><br />

<strong>Nazionale</strong> dalle Elementari, il momento di scegliere la<br />

Scuola Superiore è sempre sembrato estremamente<br />

lontano…<br />

E invece eccoci qua… ci guardiamo allo specchio e ci<br />

riconosciamo come ragazzi maturi e adolescenti che,<br />

anche se con qualche difficoltà, sono cresciuti… ma<br />

dove sono finiti i bambini spensierati che vedevano la<br />

vita come un gioco?<br />

Ormai siamo diventati grandi e nonostante la presenza<br />

di problemi e incertezze, siamo pronti a prendere questa<br />

decisione che per la prima volta coinvolgerà direttamente<br />

il nostro futuro.<br />

Ognuno di noi ha progetti diversi e cercherà di fare la<br />

scelta giusta per realizzare i propri sogni…ma essendo i<br />

desideri di ciascuno uno differente dall’altro, questa<br />

decisione comporterà la separazione di molti di noi che<br />

prender<strong>anno</strong> strade diverse. Ognuno spera che il compagno<br />

con il quale ha trascorso e sta trascorrendo tuttora<br />

i tre anni della Scuola Media, sia felice.<br />

La fortuna, per alcuni di noi, è rappresentata in un primo<br />

momento dalla possibilità di compiere tutto il percorso<br />

<strong>scolastico</strong> (elementari, medie e liceo) nello stesso<br />

Istituto. Inoltre, per quanto riguarda il liceo, la nostra<br />

scuola ci propone tre indirizzi: Scientifico, Classico e<br />

Classico Europeo, e questa è una fortuna che non tutti<br />

h<strong>anno</strong>! Quindi anche se non saremo tutti nella stessa<br />

classe speriamo di continuare a frequentarci.<br />

Comunque sia, le vere amicizie non sar<strong>anno</strong> condizionate<br />

dalla lontananza, anzi, molti di noi rester<strong>anno</strong> in contatto<br />

e gli amici più stretti anche se non intraprender<strong>anno</strong><br />

la stessa strada, rester<strong>anno</strong> tali!<br />

Noi abbiamo scelto di frequentare il Liceo Classico<br />

Europeo, restando al <strong>Convitto</strong> e continuando a stare in<br />

classe insieme. Prima di arrivare a una conclusione è trascorso<br />

molto tempo in quanto eravamo insicure tra<br />

l’Europeo e lo Scientifico.<br />

L’unica cosa di cui eravamo certe era il fatto di restare<br />

sempre e comunque insieme. Abbiamo riflettuto sulle<br />

differenze di orientamento tra i due indirizzi e alla fine<br />

abbiamo optato per il Liceo Classico Europeo, consapevoli<br />

del fatto, che qualunque fosse la scelta, comunque<br />

ci sarà da “rimboccarsi le maniche”.<br />

Siamo certe che frequentare questa scuola ci permetterà<br />

di compiere nuove esperienze e, ancor più importante,<br />

di avere in futuro, maggiori possibilità per l’accesso<br />

al mondo del lavoro.<br />

Questa scelta è stata indirizzata, in qualche modo, dai<br />

nostri professori e dal nostro educatore, che in ogni caso<br />

ci spronano ogni giorno ad impegnarci e ci insegnano un<br />

metodo di studio valido per qualsiasi tipo di liceo.<br />

Un altro aiuto è rappresentato dai genitori che, spesso,<br />

ci sostengono, e che anche in questa situazione ci sono<br />

stati vicini.<br />

La scuola, inoltre, ha provato ad aiutarci tramite l’ “orientamento”,<br />

cercando di indirizzarci secondo gli elementi<br />

che ci distinguono caratterialmente gli uni dagli altri.<br />

Un po’ tutti h<strong>anno</strong> cercato di consigliarci. Ma ora spetta<br />

solo a noi!<br />

Isabella Pochini e Benedetta Platania


<strong>NO</strong> <strong>BINDS</strong><br />

pagina 22<br />

RACCONTI<br />

SUGGESTIONI<br />

D’INVER<strong>NO</strong><br />

“Arriva una ruspa, un ascensore mobile e<br />

delle scale. L’albero si guarda intorno e capisce,<br />

una miriade di pensieri, oscillanti tra ricordi del<br />

passato e il timore dell’immediato, lo assalta…”<br />

La ruspa, goffo dinosauro metallico, scava, batte senza posa<br />

sulle radici e urla parole di nero fumo che si disperdono<br />

vuote nell’aria; l’ascensore mobile, le motoseghe e gli<br />

uomini, sì ormai anche gli uomini, sono macchine lente che<br />

si uniscono in quella danza di morte. L’albero è antico e ha<br />

esperienza, conosce bene quella procedura, quanti compagni<br />

ha visto cadere in quel modo! E’ davanti alla fine ma<br />

non riesce a provare terrore ora che ce l’ha davanti; al<br />

contrario nel suo animo si insinua un tiepido timore che<br />

porta con sé il “Calcolo”, la conta di attimi infiniti che valgono<br />

mesi, stagioni, anni, il pensiero di quanto gli rimane da<br />

vivere e di come impiegare quel tempo. Come lasciarsi<br />

trascinare in fretta verso l’oscuro momento dell’ignoto<br />

senza dilatare il tempo col pensiero, prezioso telecomando<br />

della realtà? La mente dell’albero esce così dal torpore<br />

iniziale dello sgomento e riesce a elaborare pensieri, gli<br />

sovvengono ricordi… Pensa dunque alla sua fine, essa ha<br />

un volto di metallo e la voce di un cigolar di bulloni. Lo<br />

pervade una rabbia immensa nel valutare la presunzione<br />

illimitata di quegli uomini arancioni, ma subito si ridesta da<br />

quello stato di rancore poiché vuole rivolgere i suoi pensieri<br />

a sentimenti ben più elevati dell’odio e del dolore. A<br />

quel punto percepisce una scossa molto forte, sente freddo,<br />

brividi veloci percorrono il suo fusto lasciando dietro<br />

di loro una scia tiepida di calore. Capisce che la morte<br />

cinge più stretto il suo fatale abbraccio. Gli tornano alla<br />

mente ricordi lontani e sfocati dalla nebbiolina luminosa<br />

del tempo. Quante cose ha visto, quante albe, quanti<br />

dorati tramonti! Quanti giovani sotto ai suoi rami ha visto<br />

giocare, crescere! Quanti amori dichiarati e rotti ha visto<br />

sbocciare o perire sulla panchina scrostata di vernice<br />

verde! Storie silenziose e schive bisbigliano (ed è poco più<br />

di un sussurro) i loro echi tra i suoi rami, quegli stessi rami<br />

che ora cadono uno ad uno al suolo e versano odorose<br />

lacrime di resina. Il sole, le pietre, il vento, sono testimoni<br />

immobili della morte di quell’antico custode di vita che<br />

stremato esala dalle foglie i suoi ultimi respiri. Prima di<br />

crollare al suolo ha però la sensazione che il mondo non<br />

andrà sempre così, ha la forse folle speranza che in futuro<br />

i freddi ingranaggi delle ruspe non stritoler<strong>anno</strong> del tutto<br />

la poesia di cui gli alberi sono partecipi, che i loro rami<br />

potr<strong>anno</strong> ancora conservare quelle storie che molti<br />

potrebbero definire banali o ancora “secondarie” ma che<br />

effettivamente condizionano inconsapevolmente la nostra<br />

vita. Alberi come scogli immobili nell’oceano del tempo e<br />

custodi della memoria.<br />

Carlo Panella La Capria


<strong>NO</strong> <strong>BINDS</strong><br />

pagina 23<br />

CINEMA<br />

Valzer con Bashir<br />

Voto: 9<br />

Che cos’è “Valzer con Bashir”?<br />

Un cartone animato un documentario un film storico<br />

un’autobiografia uno studio sulla memoria un film di<br />

guerra un’analisi psicologica?<br />

E’ prismatico.<br />

Ma di che cosa parla?<br />

Principalmente dell’eccidio di Sabra e Shatila, il 15 settembre<br />

1982 ad opera dei falangisti di Gemayel.<br />

Tutto sommato siamo abituati alla guerra. Vediamo<br />

morte, dolore, distruzione, abusi tutti i giorni in tivù, sui<br />

giornali, al cinema, nei libri e nei fumetti. La studiamo in<br />

storia. Nulla di nuovo.<br />

La rivoluzione di “Valzer con Bashir” infatti è il COME. La<br />

grafica sconvolge. Fin dalla prima scena è terribilmente<br />

coinvolgente, ti trascina su quella strada bicromatica,<br />

buia, fa sì che ti schiacci nell’ombra di un portone per<br />

non essere travolto dal branco di cani schiumanti e rabbiosi,<br />

con gli occhi arancioni quanto il cielo illuminato dai<br />

lampioni. La prima scena è un tranello. Se ci caschi, un<br />

uncino ti penetra il cuore e non ti fa più prendere le distanze.<br />

La musica è perfetta. Interviene in ritardo, quando la tua<br />

mente è già sincronizzata sul sangue, quando i tuoi occhi<br />

si sgranano ad ogni sparo. Non ti fomenta come nei soliti<br />

film di guerra, non ti permette di distrarti, di allontanarti<br />

dall’immagine. Anche la musica ti inchioda.<br />

E ti costringe a guardare.<br />

Folman cuce la vicenda con una psicanalisi della<br />

memoria. Quando ci troviamo davanti a qualcosa di<br />

schiacciante la nostra mente cerca di cancellarla, di<br />

convertirla in qualcos’altro, di renderla sopportabile.<br />

Così successe al regista, che quel giorno di settembre<br />

si trovava a duecento metri dall’eccidio palestinese.<br />

Dimenticò tutto.<br />

Le parole non bastano a descrivere la guerra. Le<br />

immagini, simulandola, riescono ad arrivare alla<br />

verosimiglianza. Ma attento, la tua mente come la mia<br />

taglia e converte anche le immagini. Bisogna violentarsi<br />

per riuscire a vedere, bisogna tentare di annullare i<br />

filtri. La nostra mente sa che non possiamo farcela. La<br />

guerra è troppo grande. Ci carica di responsabilità<br />

schiaccianti se attivi o passivi, da qualunque lato stiamo,<br />

per il solo fatto di esistere. Come se non bastasse<br />

abbiamo allungato le nostre dita con la tecnologia<br />

per afferrare meglio. Da una parte tendiamo all’impossibile,<br />

dall’altra il nostro sistema immunitario<br />

psichico offusca ciò che inevitabilmente ci porterebbe<br />

a rompere l’equilibrio, ad impazzire. Perché coscienti<br />

di aver superato ogni limite.<br />

E la guerra continua.<br />

L’immagine è tratta dal sito: http://wonderlandward.com/photos/thumb_waltz_with_bashir1.jpg<br />

Guardati attorno. Sai bene che nel Villaggio Globale<br />

ogni distanza è stata annullata. Vai oltre la tua quotidianità<br />

di casa-lavoro. Allora perché continuiamo a studiare<br />

la Storia? Tanto vale rinunciare visto che si<br />

ripetono sempre gli stessi errori. Siamo incapaci di<br />

imparare o semplicemente non vediamo, non siamo<br />

coscienti di ciò che ci circonda?<br />

Apriamo gli occhi. Farà male. La realtà che abbiamo<br />

creato tenterà di annientarci quando cercheremo di<br />

comprenderla. Ma avremo compiuto un grande passo<br />

avanti, perché saremo in grado di chiederci:<br />

“Che posso fare?”.<br />

Martina Kander


Cena di Natale <strong>2008</strong>

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