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notiziario web - Confcooperative Brescia

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Se riusciremo a unirele nostre esperienze,le nostre caratteristichee le nostre fedeltà,non so se vinceremotutte le battaglie che ci aspettano,ma sicuramente non potremo uscireperdenti da un pezzo di storiache attende di essere scrittaAnzitutto un sincero grazie a chi mi ha rivolto l’augurio di un“buon inizio”: ce n’è bisogno, perché abbiamo davanti unasalita, sia per il Paese sia per noi. Ma l’affrontiamo con coraggio,perché consapevoli di disporre di buone energie, chenon saranno sprecate, semmai valorizzate.Spesso noi ci raffiguriamo come buon esempio di responsabilitàsociale nella produzione di beni e servizi, dove il socioè protagonista del suo futuro individuale e dove il principiodella “porta aperta” consente alle comunità locali di divenireprotagoniste del loro futuro. Ma tutto ciò non è dato per sempre:le nostre cooperative rendono il socio protagonista virtuoso del suo futuro? Siamo capacidi aprire le nostre porte alla comunità locale coinvolgendola con rinnovata passione? Comepossiamo tutelare maggiormente i “più deboli” che, nelle nostre cooperative, hanno trovato rispostee spesso dignità lavorativa? Come possiamo rilanciare queste specificità senza metterein dubbio la necessaria efficienza organizzativa?La risposte a questi interrogativi ci orientano sulla strada di un rinnovato impegno politico. Abbiamobisogno di persone in grado di gestire la confusione e l’attuale disorientamento delle comunitàlocali, così come le passioni e le potenzialità nascoste, assumendosi responsabilità nonsempre gradite. Abbiamo bisogno di nuove chiavi di lettura per interpretare lo sviluppo e unarinnovata capacità progettuale. Abbiamo bisogno di riscrivere le alleanze sociali, ma di più, abbiamobisogno di trovare nuove sintesi per governare nuovi processi: vogliamo dialogare conuna “buona politica”. Per questo dovremo anche riscrivere le alleanze con la politica, con gli Entie le Istituzioni che, come diceva il documento congressuale, sono “diversi per missione, manon per finalità”. Ma dovremo essere preparati: per questo studieremo e ci formeremo con continuità,per poter essere portatori di analisi e progetti, per essere capaci di cambiare, magari ancheradicalmente, senza farci determinare solo dalle imposizioni del mercato e della finanza odalle ristrettezze economiche degli enti locali.Perché si devono proporre alternative al modello del tagliare per risparmiare? Molte cooperativedi lavoro segnalano l’impossibilità di garantireuno stipendio equo ai propri soci indeterminate condizioni di mercato. Già oggialcune cooperative sociali stanno mettendolavoratori in cassa integrazione, perchéle Amministrazioni non vincolano piùalcune commesse storicamente destinateagli inserimenti lavorativi. Ovviamente inquesto modo si risparmia. Ma ha senso chesiano i più “deboli” a pagare per primi l’assenzadi lavoro, rischiando poi di tornare acarico dei servizi sociali? Come introdurreLETTERA DEL PRESIDENTECONFCOOPERATIVE BRESCIA PAGINA 3

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