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la cartografia geologica delle grandi aree urbane italiane: città di ...

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fusi accumuli <strong>di</strong> frana <strong>di</strong> estensione e spessore variabili, testimoni <strong>di</strong> un rischio idrogeologico da teneresotto il dovuto controllo; inoltre <strong>la</strong> progressiva migrazione dell’alveo del Fiume Po, legataagli ingenti apporti se<strong>di</strong>mentari del Fiume Dora Riparia, ha innescato fenomeni erosivi al<strong>la</strong> base deirilievi collinari.Le mutate con<strong>di</strong>zioni idro<strong>di</strong>namiche legate alle intense attività estrattive lungo i corsi d’acquanel<strong>la</strong> seconda metà del secolo scorso e <strong>la</strong> realizzazione <strong>delle</strong> opere <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa hanno provocatosensibili approfon<strong>di</strong>menti erosivi e un ra<strong>di</strong>cale cambiamento nel<strong>la</strong> morfologia dell’alveo del Po e <strong>di</strong>quello dei suoi principali tributari, che sono passati da una configurazione a canali intrecciati ad unaa canale singolo. A nord <strong>di</strong> Moncalieri il Po scorre profondamente incassato nei se<strong>di</strong>menti checostituiscono il settore <strong>di</strong>stale del conoide del<strong>la</strong> Dora Riparia, con andamento b<strong>la</strong>ndamente sinuoso.In questo tratto, come nei tratti urbani del<strong>la</strong> stessa Dora Riparia e del<strong>la</strong> Stura <strong>di</strong> Lanzo, sonopresenti opere <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa spondale che hanno stabilizzato e risagomato l’originaria configurazionedei corsi d’acqua. Solo a valle <strong>di</strong> S. Mauro Torinese, per <strong>la</strong> presenza <strong>di</strong> un’estesa fascia <strong>di</strong> <strong>di</strong>vagazioneche in alcuni tratti raggiunge una <strong>la</strong>rghezza <strong>di</strong> oltre 3 km, il Po riacquista un andamento piùnaturale, caratterizzato da un alveo a canale singolo e da bassa sinuosità.Il rischio connesso ad eventi alluvionali, pur essendo l’area in stu<strong>di</strong>o soggetta ad episo<strong>di</strong> piovosid’intensità e durata rilevanti, per <strong>la</strong> suddetta conformazione <strong>delle</strong> sponde fluviali sembra esserere<strong>la</strong>tivamente modesto e probabilmente limitato alle fasce golenali più prossime agli alvei deicorsi d’acqua.Il sottosuolo <strong>di</strong> Torino è sede <strong>di</strong> un acquifero multifalda ed in pressione, su cui giace un primo acquiferosuperficiale a falda libera <strong>di</strong> spessore variabile tra 15-30 m, costituito da depositi grosso<strong>la</strong>nicon lenti argillose che localmente posseggono un elevato grado <strong>di</strong> cementazione e possonosvolgere il ruolo <strong>di</strong> aquiclude. Le falde in pressione in<strong>di</strong>viduate nei livelli più sabbiosi confinati del<strong>la</strong>successione pliocenica hanno una produttività da buona a <strong>di</strong>screta, mentre hanno produttivitàelevata e sono <strong>di</strong> buona e ottima qualità quelle impostate nei livelli più grosso<strong>la</strong>ni e permeabilidel<strong>la</strong> successione vil<strong>la</strong>franchiana, confinati da setti siltoso-argillosi.La vulnerabilità intrinseca all’inquinamento degli acquiferi è variabile (da bassa ad elevata) ed alcunicorpi idrici, in partico<strong>la</strong>re quello superficiale, mostrano tracce <strong>di</strong> degradamento qualitativo (Civitaet al., 2005). Per questo motivo tutti i centri <strong>di</strong> prelievo acquedottistico realizzati negli anni1950-1970 sono stati progressivamente <strong>di</strong>smessi e sostituiti con campi pozzi in posizione perifericao esterna all’area urbana.Infine, <strong>la</strong> presenza nel sottosuolo, in corrispondenza del<strong>la</strong> Cittadel<strong>la</strong> <strong>di</strong> Torino, <strong>di</strong> una rete <strong>di</strong> gallerie<strong>di</strong> contromina (sviluppo originale <strong>di</strong> oltre 14 km), può costituire un elemento <strong>di</strong> rischio ed impe<strong>di</strong>mentoper lo sviluppo <strong>di</strong> alcune infrastrutture, quali <strong>la</strong> realizzazione del<strong>la</strong> Linea Metropolitana<strong>di</strong> Torino.Il Sistema Informativo Geologico dell’ARPA Piemonte raccoglie tutte le informazioni <strong>di</strong> caratteregeologico-tecnico re<strong>la</strong>tive al<strong>la</strong> superficie e al sottosuolo, presupposto essenziale per una conoscenzaapprofon<strong>di</strong>ta del territorio, per l’attività <strong>di</strong> prevenzione del rischio idrogeologico e per <strong>la</strong>programmazione degli interventi.146MODENALa città <strong>di</strong> Modena è compresa nel foglio geologico 201 “Modena”, <strong>la</strong> cui realizzazione è in fase <strong>di</strong>completamento da parte del<strong>la</strong> Regione Emilia Romagna (a cura <strong>di</strong> G. Gasperi e M. Pizziolo, concontributi <strong>di</strong> A. Annovi, L. Marino, N. Paltrinieri e G. Barelli per “Il fenomeno del<strong>la</strong> subsidenza nel<strong>la</strong>città <strong>di</strong> Modena”). L’area urbana sorge in un tratto del<strong>la</strong> Pianura Padana in cui affiorano depositialluvionali del fiume Secchia, costituiti da argille e limi argillosi <strong>di</strong> piana inondabile e, subor<strong>di</strong>natamente,da limi, con contenuto in sabbia < 20% e in argil<strong>la</strong> < 35%, <strong>di</strong> tracimazione fluviale.Tali depositi hanno un’età post V sec. d.C. – Attuale.La città <strong>di</strong> Modena, analogamente al resto del<strong>la</strong> pianura modenese, è soggetta al fenomeno del<strong>la</strong>subsidenza connesso sia a cause naturali (qualche mm/anno) sia a cause <strong>di</strong> tipo antropico (qualchecm/anno). Il fenomeno del<strong>la</strong> subsidenza è da mettere in re<strong>la</strong>zione, innanzitutto, all’assettostratigrafico dei depositi alluvionali nel sottosuolo; <strong>la</strong> città sorge, infatti, al <strong>di</strong> sopra del<strong>la</strong> parte terminaledell’antica conoide del fiume Secchia, caratterizzata dall’alternanza <strong>di</strong> se<strong>di</strong>menti grosso<strong>la</strong>-

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