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A valle dell'Arno, lungo il fiume, tra gli alberi e verso ... - Sport Informa

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La mappa – itinerario blu


Percorso baseTra l’antico Parco delle Cascine e <strong>il</strong> nuovo Parco dell’ArgingrossoPiazzaletto dell'Indiano - V.le dell’Aeronautica - Via del Galoppatoio dei Barberi - V.le del Pegaso - Prato del Quercione - P.le Kennedy -Via della Piramide - Via della Catena - V.le Stendhal - V.le de<strong>gli</strong> Olmi - P.za Vittorio Veneto - V.le Lincoln - Ponte nuovo della <strong>tra</strong>mvia -Via Baccio Bandinelli - L.no dei Pioppi - Via dell'Isolotto - Podere S. Leopoldo - Via Gubbio - Via dell’Argingrosso (argine rialzato) - Viadelle Isole - Via dell’Isolotto - Ponte all’Indiano (at<strong>tra</strong>versamento pedonale)Il nostro percorso prende avvio ai piedi del Ponte all’Indiano, nell’omonimo Piazzaletto. Alla nos<strong>tra</strong> des<strong>tra</strong> -Ponte all’IndianoRealizzato <strong>tra</strong> <strong>il</strong> 1972 e <strong>il</strong> 1978, è <strong>il</strong> primo ponte s<strong>tra</strong>llato, cioè sostenutoda cavi di acciaio collegati a due grandi p<strong>il</strong>oni, con impalcato ancorato aterra, di grande luce (206 metri la lunghezza) realizzato nel mondo euno dei più grandi del XX secolo di questa tipologia costruttiva. Costruitoa <strong>valle</strong> della confluenza del torrente Mugnone in Arno e dotato di unasottostante passerella pedonale pens<strong>il</strong>e, unisce i quartieri di Peretola inriva des<strong>tra</strong> a quelli dell’Isolotto in riva sinis<strong>tra</strong>sul punto di confluenza del torrente Mugnone in Arno - <strong>il</strong> Monumento all’Indiano segna <strong>il</strong> limite nord delParco delle Cascine.Monumento all’indianoCostruito dallo scultore inglese Fuller, èdedicato alla memoria del giovaneprincipe indiano Rajaram Chut<strong>tra</strong>putti,stroncato da un malore a Firenze, nel1870, sul viaggio di ritorno da Londra,le cui ceneri furono sparse, secondo <strong>il</strong>rito indù, alla confluenza di due fiumi(qui l’Arno e <strong>il</strong> Mugnone).Il Parco delle CascineE’, con i suoi 118 ettari di superficie, <strong>il</strong> piùgrande parco pubblico di Firenze. Deriva <strong>il</strong>suo nome “Cascine” dal cerchio di faggio incui si premeva <strong>il</strong> latte rappreso per farneformaggio (la cascina appunto), atestimoniare dell’antica vocazione dell’area.Nate nella seconda metà del ‘500 cometenuta agricola di proprietà di Alessandro eCosimo I de’ Medici, originariamentedestinate a riserva di caccia e allevamentodei bovini, le Cascine, con <strong>il</strong> passaggio delGranducato alla fami<strong>gli</strong>a Lorena, venneroaperte in ricorrenze speciali all’interacittadinanza ma è solo nel periodonapoleonico, sotto Elisa Baciocchi, chedivengono Parco pubblico, poi acquisito(1869) dal Comune di Firenze.


Noi però teniamo la nos<strong>tra</strong> sinis<strong>tra</strong>, percorrendo per poco più di 50 mt., <strong>il</strong> Viale dell’Aeronautica (prende <strong>il</strong>suo nome dalla Scuola di guerra aerea costruita nel 1937-38 che potremo in<strong>tra</strong>vedere sul seguito dell’itinerario),per poi prendere - al primo spiazzo a des<strong>tra</strong> - Via del Galoppatoio dei BarberiVia del Galoppatoio dei BarberiPrende <strong>il</strong> suo nome della omonima corsa di cavalli berberi che nell’anticoprendeva le mosse dall’odierna Via Ponte alle Mosse, corsa che a Firenzesi svolgeva <strong>il</strong> 24 giugno, festa di S. Giovanni Battista, patrono della città.Questa lunga via dritta costeggia, sul lato sinistro, la zona piùinterna detta delle “Otto Viottole” (zona di caccia di impiantoseicentesco della tenuta medicea, conserva ancora <strong>il</strong> suoaspetto originale di stella a otto raggi) e ci conduce all’areadell’Anfiteatro delle Cornacchie, accanto al quale sorge laCasa delle Guardie progettata nel Settecento da GiuseppeManetti..Anfiteatro delle CornacchieRealizzato a partire da<strong>gli</strong> anni Sessanta, l’anfiteatro sorge sul luogoprecedentemente occupato da una cava di rena.La sua posizione all’interno del Parco, prossima alla Via delle Otto Viottole,in zona aperta e soleggiata, vicina al <strong>fiume</strong>, completamente chiusa al <strong>tra</strong>ffico(salvo ai mezzi di servizio e soccorso) ne fa un luogo ideale per lasocializzazione e lo svago.Dopo aver percorso circa 1 km. su Via del Galoppatoio dei Barberi, ci immettiamo, a sinis<strong>tra</strong>, su Viale delPegaso (prende <strong>il</strong> suo nome dal mitologico cavallo alato, assunto anche a simbolo della Scuola di Guerra Aerea)per giungere al grande Prato del Quercione, che at<strong>tra</strong>verseremo nella sua lunghezza per mezzo della s<strong>tra</strong>dellasolo pedonale che <strong>gli</strong> corre sul fianco destro (a sinis<strong>tra</strong>, parallelo, <strong>il</strong> Viale dell’Aeronautica con la Scuola M<strong>il</strong>itareAeronautica Giulio Douhet, opera di Raffaello Fagnoni del 1937-38,inalterato e ottimo esempio di architetturarazionalista).


Prato del QuercionePrende <strong>il</strong> suo nome da una grande quercia secolare(abbattuta ai primi del ‘900 perché ormai secca equindi sostituita) questo vastissimo prato, un tempodestinato al pascolo dei bovini. Il piccolo edificio informa di edicola ottagonale è l’abbeveratoio, dettoanche “fontana dei mascheroni” a motivo dellecaratteristiche decorazioni dalle quali zamp<strong>il</strong>lal’acqua. Fu progettato da Giuseppe Manetti suincarico di Pietro Leopoldo per nob<strong>il</strong>itare la pompaidraulica con la quale, nel periodo estivo e con lapenuria d’acqua, si garantiva l’abbeveraggio aibovini delle vicine stalle che pascolavanoliberamente nel prato.Al termine del Prato del Quercione si apre Piazzale John Fitzgerald Kennedy, con le sue aiuole quadripartite e lavasca circolare con, sullo sfondo, <strong>il</strong> Piazzale Vittorio Veneto e l’antica Palazzina RealePalazzina RealeRealizzata su progetto di Paoletti e soprattutto diGiuseppe Manetti, fu voluta dal Granduca PietroLeopoldo come Casino residenziale allorché leCascine (Fattoria Granducale) furono da lui<strong>tra</strong>sformate in Parco pubblico intorno al 1765.Destinata poi nel tempo a vari usi, <strong>tra</strong> i quali Scuolaagraria femmin<strong>il</strong>e, Comitato per l’istruzione AgricolaColoniale, Istituto Superiore Forestale, dal 1936 ospitala Facoltà di Scienze Agrarie e Forestalidell’Università di Firenze.Proseguiamo adesso imboccando Via della Piramide (vialetto solo pedonale che corre interno e quasi parallelo alViale Lincoln) <strong>il</strong> cui nome deriva da una vicina piramide di pie<strong>tra</strong>, un tempo ut<strong>il</strong>izzata come ghiacciaia, cioè comedeposito di neve.


PiramideOggi solo ornamentale, un tempo era ut<strong>il</strong>izzata come ghiacciaia, depositandovi in inverno laneve necessaria alla conservazione dei formaggi prodotti nella Fattoria Granducale.Proseguiamo adesso su Via della Catena (prende <strong>il</strong> suo nome da una catenaposta al suo ingresso per vietare <strong>il</strong> <strong>tra</strong>nsito delle carrozze), che percorreremo intutta la sua lunghezza e dove incontreremo anche <strong>il</strong> complesso de Le Pavoniere.Le PavoniereUn tempo così venivano definiti duetempietti neoclassici (detti anchefagianiere), ut<strong>il</strong>izzati come gabbieper <strong>gli</strong> uccelli a decoro del Parco.Oggi fanno parte della omonimapiscina. L’adiacente palazzina,realizzata da Giuseppe Manetti allafine del ‘700 per le GuardieGranducali, costituisce <strong>il</strong> fondaledell’intero complesso (oggi acco<strong>gli</strong>ei servizi per <strong>il</strong> pubblico dellaomonima piscina).Al termine del Viale della Catena, dove immette <strong>il</strong> ponte della <strong>tra</strong>nvia, imbocchiamo a sinis<strong>tra</strong> Via Stendhal (nel <strong>tra</strong>ttofinale la vista sull’Ippodromo del Visarno), per immetterci, a des<strong>tra</strong>, sul Viale de<strong>gli</strong> Olmi.Ippodromo del Visarno1847: la Società Anonima Fiorentina Corse,che già organizzava gare nello stretto Pratodel Quercione alle Cascine, riuscì a ottenerein concessione stab<strong>il</strong>e <strong>il</strong> Prato del Visarno,più ampio, dove fu realizzato <strong>il</strong> circuito adanello per le corse al galoppo, prima attivitàsportiva insediatasi ufficialmente alleCascine.


Alla fine del Viale de<strong>gli</strong> Olmi giungiamo al Piazzale Vittorio Veneto (da qui la vista sul nuovo Parco della Musica) cheperò non at<strong>tra</strong>verseremo, piegando invece subito a des<strong>tra</strong> per poi imboccare, di nuovo a des<strong>tra</strong>, Viale Lincoln, <strong>lungo</strong> <strong>il</strong><strong>fiume</strong>. Percorriamo <strong>il</strong> viale fino all’intersezione del ponte nuovo della <strong>tra</strong>mvia e – at<strong>tra</strong><strong>verso</strong> <strong>il</strong> marciapiede pedonale -scavalchiamo l’Arno per immetterci, a des<strong>tra</strong>, sulla s<strong>tra</strong>da bianca <strong>lungo</strong><strong>fiume</strong> interna a Via Baccio Bandinelli.Parco dellaMusicaIn fase dicompletamento,ospita un teatrolirico (2000 posti),una sala concerti(1000), unauditorium (3000)e un anfiteatroall’aperto (2000).part. del Parco della MusicaIl ponte della linea 1 della <strong>tra</strong>mviaLa s<strong>tra</strong>da bianca interna a Via BandinelliSempre proseguendo <strong>lungo</strong> <strong>il</strong> <strong>fiume</strong> percorriamo i giardini interni del Lungarno dei Pioppi (dove si apre lapasserella pedonale di collegamento al Parco delle Cascine) e di Via dell’Isolotto (con la sua grande pescaia).Passerella dell’Isolotto. Sullo sfondo le CascineGiardini sul LungarnoLa pescaia dell’Isolotto


,Parco dell’ArgingrossoRicco di percorsipedonali, piste ciclab<strong>il</strong>i,oasi per l’osservazionede<strong>gli</strong> uccelli, aree digioco, numerosi ortisociali (nei quali è <strong>tra</strong>l’altro vietato l’uso diconcimi e fert<strong>il</strong>izzantichimici), è stato realizzatoin questi anni grazie a uncostante lavoro diriqualificazioneambientale teso, <strong>tra</strong>l’altro, a creareun’ulteriore saldatura <strong>tra</strong> <strong>il</strong>sistema del verde in rivasinis<strong>tra</strong> e des<strong>tra</strong> d’Arnoat<strong>tra</strong><strong>verso</strong> la creazione diuna passerellapedociclab<strong>il</strong>e dicollegamento al Parcodelle Cascine.At<strong>tra</strong>verseremo <strong>il</strong> Parco immettendoci all’interno dell’area pedonalelimitrofa al numero civico 51. Qui, con una diagonale a sinis<strong>tra</strong>,imboccheremo <strong>il</strong> vialetto che introduce in una s<strong>tra</strong>da vicinale(denominata Interno di Via dell’Argingrosso) seguendo la qualegiungeremo allo s<strong>tra</strong>dello parallelo all’argine rialzato di viadell’Argingrosso. Tenendo alla nos<strong>tra</strong> des<strong>tra</strong>, ci immetteremo aquesto punto in Via delle Isole (percorrendola in direzione dell’Arno)per incon<strong>tra</strong>re un centro di riab<strong>il</strong>itazione equestre, moltissimi orti sociali(solo qui più di 250), un bel laghetto di escavazione. Immettendoci dinuovo su Via dell’Isolotto (<strong>lungo</strong><strong>fiume</strong>) raggiungeremo <strong>il</strong> Ponteall’Indiano, dal quale è iniziato e col quale si conclude <strong>il</strong> nostroitinerario.


Info tecnicheLunghezza del percorso km. 8,7Dislivello mt. 15Pendenza massima -Tempo medio di percorrenza passeggiata: 2h 10’ – corsa: 55’Impegno *Caratteristiche tecniche e sportive (a cura di Training Consultant, di Fulvio Massini)Fondo e sede s<strong>tra</strong>daleAdattoTipologia di allenamentoCalzatureIl percorso, interamente pianeggiante (due sole le variazioni di pendenza, all’altezza deiponti di at<strong>tra</strong>versamento dell’Arno) si svolge in gran parte all’interno di aree pedonali, neiparchi delle Cascine e dell’Argingrosso su manto s<strong>tra</strong>dale regolare (terra battuta e, a <strong>tra</strong>tti,asfalto).A tutti i camminatoria tutti i runnersAlle fami<strong>gli</strong>e con bambini (un po’ di attenzione nei <strong>tra</strong>tti interessati dalla <strong>tra</strong>mvia,laddove siano presenti solo i cordoli e non le ringhiere)Per le sue caratteristiche, questo tipo di <strong>tra</strong>cciato permette di allenare piùcapacità sulla base del proprio livello. Ottimo per lo sv<strong>il</strong>uppo della resistenza. Sipresta bene anche per <strong>gli</strong> allenamenti su prove ripetute per lo sv<strong>il</strong>uppo della potenzaaerobicawalking o runningCome arrivareServizi di linea AtafTramviaCon fermata diretta o prossima all’inizio del percorsoLinea 35, fermata Pistoiese 03 (Stazione SMN - Indicatore)Con fermata vicina a uno dei punti del percorsoLinea 17, fermata Piazzale Kennedy (Coverciano - Cascine)Linea 60, fermata Cascine 02 (Careggi - Cascine)Linea 1, fermata Cascine (Scandicci - Stazione SMN)


Ideazione, realizzazione, coordinamentoProgettoTesti, layout, coordinamentoTracciato de<strong>gli</strong> i itinerariDirezione Cultura, Turismo e <strong>Sport</strong> - Comune di Firenze: Carla GianniniDirezione Cultura, Turismo e <strong>Sport</strong> - Comune di Firenze: Paolo ManginiFotografieRingraziamentiDirezione Cultura, Turismo e <strong>Sport</strong> - Comune di Firenze: Giulio MonastaAltri contributi fotografici - Walter Braschiper i <strong>tra</strong>cciati: Bardazzi Andrea, Bardazzi Giulia, Bugetti Stefano,Verzieri Daniele, Gensini MarcoPresidenti delle Commissioni <strong>Sport</strong> dei Quartieri del Comune di FirenzeAtafTraining Consultant di Fulvio MassiniMappe e applicativiCoordinamento e sv<strong>il</strong>uppoDirezione Sistemi <strong>Informa</strong>tivi – Comune di Firenze : Gianluca Vannuccini,Leonardo Ricci, Enrico Castagnoli, Elena Marrassini, Stefano Gecchele e Annita Bandini- Giacomo Scarzanella – Giulio MonastaLinea Comune S.p.A.: Bianca Maria Beconi e Gabriele AndreozziApplicativo mob<strong>il</strong>eGeoIn s.r.l.


La mappa – itinerario azzurro


Percorso collegatoLa campagna e <strong>gli</strong> antichi borghi della piana: Peretola, Quaracchi e BrozziPonte all’Indiano - Via S. Biagio a Petriolo - Via de’ Vespucci - Piazza Garibaldi - Via di Peretola - Via di Brozzi - Via dell’Agio - Via San Pieroa Quaracchi - Via San Bonaventura - Via della Sala - Via di Brozzi - Viuzzo della Croce - Via Campania - Via di San Donnino - Via della Navedi Brozzi - s<strong>tra</strong>della pedo-ciclab<strong>il</strong>e <strong>lungo</strong> l’Arno - Ponte all’IndianoDal Ponte all’Indiano, in riva des<strong>tra</strong> d’Arno, sempre seguendo l’argine del <strong>fiume</strong> <strong>verso</strong> <strong>valle</strong>, imbocchiamo la primas<strong>tra</strong>da a des<strong>tra</strong>: Via San Biagio a Petriolo.Ponte all’IndianoQuesta lunga s<strong>tra</strong>da, cui siRealizzato <strong>tra</strong> <strong>il</strong> 1972 e <strong>il</strong> 1978, è <strong>il</strong> primo accede at<strong>tra</strong><strong>verso</strong> <strong>il</strong>ponte s<strong>tra</strong>llato, cioè sostenuto da cavi di sottopasso ferroviario, èacciaio collegati a due grandi p<strong>il</strong>oni con caratterizzata, nel primoimpalcato ancorato a terra, di grande luce<strong>tra</strong>tto, da edifici residenziali(206 metri la lunghezza) realizzato nel mondoe uno dei più grandi del XX secolo di questadi recente costruzionetipologia costruttiva. Costruito a <strong>valle</strong> della mentre - proseguendo -confluenza del torrente Mugnone in Arno e propone una cortina ed<strong>il</strong>iziadotato di una sottostante passerella pedonale di v<strong>il</strong>lini bassi, in prevalenzapens<strong>il</strong>e, unisce i quartieri di Peretola in rivanovecenteschi, che giungonodes<strong>tra</strong> a quelli dell’Isolotto in riva sinis<strong>tra</strong>.sino all’altezza di ViaPistoiese.At<strong>tra</strong>versata questa importante e <strong>tra</strong>fficata arteria, riprendiamo la nos<strong>tra</strong> s<strong>tra</strong>da che subito, a des<strong>tra</strong>, ci propone la vistadella bella Chiesa di San Biagio a Petriolo, parrocchia dell’antico omonimo borgo, oggi considerato periferia diPeretola, ma un tempo autonomo dal punto di vista ecclesiastico.Chiesa di S. Biagio a PetrioloRisale al XI secolo la struttura originaria della Chiesa.Preceduta dal loggiato quattrocentesco, presenta unportale romanico con stemmi della fami<strong>gli</strong>a P<strong>il</strong>li e,nella lunetta, un affresco trecentesco (danneggiato)della “Madonna con Bambino e Santi”. L’interno acroce latina, ampliato nell’Ottocento, racchiude un belfonte battesimale, <strong>il</strong> sed<strong>il</strong>e presbiteriale e <strong>il</strong> ciborio(attribuito a Mino da Fiesole). Nell’attigua Compagniadi San Sebastiano era conservato un crocifisso ligneodella bottega di Antonio da Sangallo, attualmenteposto all’interno della ChiesaProseguiamo la nos<strong>tra</strong>s<strong>tra</strong>da, fiancheggiata dauna cortina di casebasse, sino a incrociareVia de’ Vespucci, cheimboccheremo piegandoa des<strong>tra</strong>. Di Via de’Vespucci percorreremola parte interna, quelladei giardini, piacevole esicura.


Nei giardini di Via de’ VespucciIl ponticello pedonalePeretola: passaggio ad arcoCasa di corteAl secondo incrocio che troveremo a sinis<strong>tra</strong>, imbocchiamo <strong>il</strong> ponticello pedonale per raggiungere Piazza Garibaldi,centro dell’antico borgo di Peretola, su cui si apre la Chiesa di Santa Maria con <strong>il</strong> suo portico a cinque arcateIl borgo di PeretolaDi origine alto medioevale, conobbe <strong>il</strong> suo periodo dimassimo splendore nel Quattrocento, nel pieno dellosv<strong>il</strong>uppo economico e culturale che con<strong>tra</strong>ssegnòFirenze. Al centro di due grandi vie di comunicazione(la Pistoiese e la Pratese), dipese fino al 1928 dalComune di Brozzi, poi soppresso.La zona antica del borgo è caratterizzata da s<strong>tra</strong>destrette su cui affacciano f<strong>il</strong>e di case “a schiera” (le piùantiche – come quella al civico 8 di Via di Peretolaappartenuta alla fami<strong>gli</strong>a Vespucci da cui discende <strong>il</strong>grande navigatore Amerigo - di origine trecentesca,molte del periodo sei-ottocentesco), prive di elementidecorativi, corredate da corti e cort<strong>il</strong>i interni separati dalfronte s<strong>tra</strong>dale a mezzo di passaggi ad archi (alcuni deiquali dotati ancora delle antiche <strong>tra</strong>vature in legno).Una tipologia insediativa dal carattere suburbano econtadino (la terra fert<strong>il</strong>e qui era coltivata soprattutto agrana<strong>gli</strong>e e la ricchezza del borgo era costituita, anche,dalla lavorazione della pa<strong>gli</strong>a, anzi delle trecce per icappelli di pa<strong>gli</strong>a, tanto in voga nell’Otto-Novecento)funzionale alle esigenze di relazione e contiguità <strong>tra</strong>fami<strong>gli</strong>e..Piazza Garibaldi e la Pieve di S. Maria a PeretolaPieve di Santa Maria a PeretolaRisalente al 1100, ospita al suo interno preziosetestimonianze d’arte quali <strong>il</strong> Tabernacolo delSacramento, capolavoro di Luca della Robbia, <strong>il</strong> fontebattesimale di Francesco di Simone Ferrucci e <strong>gli</strong>affreschi di Domenico Michelino nella cappella dedicataa San Leonardo.La casa che fu dellafami<strong>gli</strong>a VespucciCasa Vespucci (civ. 8)Inconfondib<strong>il</strong>e per laloggetta in facciata, fudei Vespucci fino al1483 quando Amerigo -<strong>il</strong> grande navigatore - e <strong>il</strong>fratello Antonio lavendettero al cugino


Adesso percorriamo tutta Via di Peretola, con la sua cortina continua di vecchie casette basse. Dopo circa 1 km. las<strong>tra</strong>da prende la denominazione di Via di Brozzi. La percorreremo per ritrovare la stessa tipologia ed<strong>il</strong>izia: la f<strong>il</strong>acontinua di case basse con le “corti” interne, comuni e condivise da numerose abitazioni, a testimoniare del tipo divita e di lavoro un tempo svolti dalla comunità, dedita soprattutto alla lavorazione della pa<strong>gli</strong>a e alla coltivazione deicampi (grana<strong>gli</strong>e, canapa e saggina, fieno e gelso), prendendo poi, a des<strong>tra</strong>, a un trivio, per Via dell’Agio(con<strong>tra</strong>ssegnata da un tabernacolo votivo, come tipico nelle campagne e nei paesi, ai “crocicchi”), al termine dellaIl tabernacolo d’angoloTabernacoli nei borghi del contadoLa zona del nostro percorso è ricca di tabernacoli votivi, quasi tutti dedicati allaMadonna e tutti situati <strong>lungo</strong> i percorsi dell’antica viab<strong>il</strong>ità. L’originaria reteviaria si snodava in una campagna fert<strong>il</strong>e, estesa e ben coltivata, dove fortierano le <strong>tra</strong>dizioni della religiosità popolare, legata - come quasi ovunque - alculto di Maria.Oggi è piuttosto diffic<strong>il</strong>e “leggere” questo territorio nelle sua vera vocazione, amotivo della creazione di infrastrutture di r<strong>il</strong>ievo e di una espansione ed<strong>il</strong>iziaspesso non ordinata, ma segni tangib<strong>il</strong>i del suo passato sono, per l’appunto, inquesti antichi <strong>tra</strong>cciati e nelle testimonianze di fede ad essi associate.Il tabernacolo del 1950quale ci immetteremo, a sinis<strong>tra</strong>, su Via San Piero a Quaracchi dove troveremo un altro tabernacolo (recente, risaleal 1950). Per quanto <strong>il</strong> nostro itinerario prosegua a sinis<strong>tra</strong>, non manchiamo di gettare lo sguardo sulla bella Chiesa diSan Pietro a Quaracchi (a des<strong>tra</strong>).Il Borgo di QuaracchiCompreso <strong>tra</strong> la Via di Brozzi e la Via Pratese, facevaparte fino al 1928 (come Peretola e San Biagio a Petriolo)del Comune di Brozzi, a quella data annesso al Comune diFirenze. Celebre per i “padri Editori di Quaracchi”(fondatori, <strong>tra</strong> l’altro, dell’Archivium FranciscanumHistoricum), per la Chiesa di San Pietro e per la bella V<strong>il</strong>laLo Specchio, (appartenuta a Giovanni Rucellai, autore delle“Zibaldone”) vi si svolgevano le attività tipiche della zona:l’agricoltura e, soprattutto nell’Ottocento e nel Novecento, lalavorazione delle trecce di pa<strong>gli</strong>a per i cappelli all’epocatanto in voga.Il toponimo Quaracchi è da riferirsi al latino “Ad clarasaquas” e rimanda alla presenza di specchi di acqua epaludi disseminate nella zona.Chiesa di S. Pietro a QuaracchiDocumentata fin dalla seconda metà IX sec., fu patronato di molteimportanti fami<strong>gli</strong>e fiorentine. Rimaneggiata a metà del XVIII e ai primi delXX sec, ne<strong>gli</strong> anni ’60 è stata riportata all’aspetto originario. All’interno, l’affresco (1428) “S. Antonio Abate in trono e Santi” attribuito a Bicci diLorenzo.


Proseguendo, in fondo a Via dell’Agio, proprio davanti a noi, sulla Via di San Bonaventura, la V<strong>il</strong>la Lo SpecchioVeduta della facciata di V<strong>il</strong>la Lo SpecchioV<strong>il</strong>la Lo SpecchioProgettata nel Quattrocento da Leon Battista Alberti perGiovanni Rucellai (autore dello “Zibaldone”), fu luogo diritrovo di dotti e letterati del tempo, e bello era <strong>il</strong>giardino rinascimentale su cui affacciava <strong>il</strong> doppiochiostro sovrapposto. Una serie di vicissitudin<strong>il</strong>’avevano nel tempo ridotta a “palazzaccio”, finanche afabbrica di scope di saggina e a ricovero per malaticontagiosi quando – nel 1877 – fu comprata dai Padri(poi frati) francescani riuniti attorno a Padre FedeleMaddalena da Fanna – veneziano e bonaventuriano.Ecco I “Padri editori di Quaracchi”, <strong>il</strong> cui scopo eraricercare , studiare e pubblicare in un’apposta edizione,l’Opera Omnia di San Bonaventura, frutto di quantoesplorato in 400 biblioteche disseminate <strong>tra</strong> le frontieredella Russia e quelle della Spagna (manoscritti eantiche edizioni).A questo principale obiettivo ai aggiunsero via via nuovi studi intorno ad Alessandro di Hales e poi - ancora – l’Opera Omnia su DunsScoto. Già a fine Ottocento i Frati di Quaracchi avevano creato una loro tipografia, poi danneggiata – assieme al Collegio – alla fine dellaII Guerra Mondiale. L’alluvione del 1966 compromise seriamente i lavori di ripristino e mi<strong>gli</strong>oramento in<strong>tra</strong>presi dopo la fine del Conflitto.Nel 1971 i Frati si <strong>tra</strong>sferirono a Grottaferrata, nella zona dei Castelli Romani. Oggi V<strong>il</strong>la Lo Specchio è una delle sedi della Facoltà diAgraria dell’Università di Firenze.Percorriamo tutta Via San Bonaventura, che alterna <strong>tra</strong>tti meno edificati a <strong>tra</strong>tti che presentano la tipica cortinaed<strong>il</strong>izia della zona, per giungere a Via della Sala (<strong>il</strong> toponimo rimanda al significato che i longobardi attribuivano allaparola, cioè: insediamento rurale, e occorre ricordare che questi territori furono fortemente marcati dalla presenzalongobarda, tanto che lo stesso toponimo Brozzi deriva dal nome di persona germanico “Brozo”), che imboccheremoa sinis<strong>tra</strong> e che ci riporterà su Via di Brozzi sulla quale ci immetteremo a des<strong>tra</strong>. Questa lunga e stretta s<strong>tra</strong>da, chiusa<strong>tra</strong> un doppia cortina di casette basse ove di tanto in tanto si aprono i passaggi ad arco sulle corti interne, un tempocostituiva un’importante asse di collegamento <strong>tra</strong> Firenze e Pistoia (questa era la “S<strong>tra</strong>da Maes<strong>tra</strong> pistoiese”). Stiamoat<strong>tra</strong>versando la parte storica del borgo di Brozzi.


Il borgo di BrozziUno dei borghi storici delcontado fiorentino, Brozzi fuComune in periodo napoleonico(da esso dipendevano le frazionidi Peretola, San Biagio aPetriolo, Quaracchi, La Sala eSan Donnino) e tale rimase finoal 1928 quando, in periodofascista, fu soppresso e i suoiterritori divisi <strong>tra</strong> i comuni diSesto Fiorentino, CampiBisenzio e Signa.L’origine medioevale del borgo,posto sulla s<strong>tra</strong>da dicollegamento <strong>tra</strong> Firenze ePistoia, è testimoniata da antichiedifici quali Palazzo OrsiniBaroni (XIII sec, già de<strong>gli</strong>Strozzi) e la Pieve di S.Martino (risalente ai primi annidel M<strong>il</strong>le).Famoso per la lavorazionedella pa<strong>gli</strong>a (attività che, nelSettecento-Ottocento, nedecretò <strong>il</strong> forte sv<strong>il</strong>uppoeconomico e demografico equindi l’espansione urbana) edelle granate di saggina,mantiene ancor oggi viva partedelle sue <strong>tra</strong>dizioni, <strong>tra</strong> le quali èda annoverare un piatto tipicodel luogo: i ranocchi fritti (lapesca dei gamberi e dei granchiin Arno e nei fossidell’Osmannoro, un tempoattività diffusa, è un ricordo delpassato) .Palazzo Orsini Baroni, XIII secolo (Via di Brozzi)Via di Brozzi : Oratorio della Madonna del Pozzo (inizi XVIIsec.). All’interno, “Madonna” , affresco del XV sec.La Pieve di San Martino a Brozzi,nell’omonima via (fuori percorso)Giunti all’altezza dell’incrocio conVia San Martino a Brozzi,caratterizzato dalla presenza diun’anticacostruzione(recentemente ristrutturata,dominata da una torretta),imbocchiamo, sul versanteopposto della s<strong>tra</strong>da, <strong>il</strong> Viuzzodella Croce. Percorriamo adessoin tutta la sua lunghezza <strong>il</strong> Viuzzosino ad incrociare la ViaPistoiese, che at<strong>tra</strong>verseremosulle vicine strisce pedonali allanos<strong>tra</strong> des<strong>tra</strong>.Davanti a noi, Via Campania, sucui ci immetteremo. Questa lungas<strong>tra</strong>da, che si dirige <strong>verso</strong> l’Arno,scarsamente edificata concostruzioni relativamente recenti,fa parte dell’area de Le Piagge.


Le PiaggeInsediamento popolare nato ne<strong>gli</strong> anni ’80 nell’ambito del Piano Andreatta perrispondere al fabbisogno abitativo seguito a una serie di sfratti che avevano colpito lefasce più deboli della popolazione, sorge nell’area compresa <strong>tra</strong> la Via Pistoiese, lavecchia linea ferroviaria Firenze - Pisa, l’Autos<strong>tra</strong>da A1 e l’Arno. Questa, un tempo,era la “campagna” de<strong>gli</strong> abitanti “storici” della zona di Via Pistoiese (famosa per laproduzione di cocomeri e meloni, a motivo della presenza, nel terreno, di adeguatequantità di sabbia necessaria a questo tipo di coltivazioni). Un’area verde disseminatatuttavia dalle cave di es<strong>tra</strong>zione della rena d’Arno ut<strong>il</strong>izzata per l’ed<strong>il</strong>izia cittadina (chene<strong>gli</strong> anni ’60 conosce un vero e proprio boom) e dalle discariche abusive di inerti.Le Piagge - <strong>il</strong> cui complesso più marcato, dal punto di vista architettonico, è costituitodalle “Navi” - sono da tempo al centro di interventi di riqualificazione tesi a“riamma<strong>gli</strong>are” l’area al contesto circostante (strutturale e infrastrutturale),riqualificandone <strong>il</strong> tessuto e le connessioni. Importante, a Le Piagge, la presenza dicomunità sociali “di base” (cristiane e laiche), impegnate attivamente nell’ascolto deldisagio sociale e nel contributo concreto al mi<strong>gli</strong>oramento delle condizioni culturali esociali della popolazione, di cui costituiscono un fondamentale punto di riferimento.Le Piagge: <strong>il</strong> complesso detto “le Navi”Giunti al termine di Via Campaniaincrociamo Via San Donnino (inquesto <strong>tra</strong>tto molto scarsamenteedificata), che imboccheremo a sinis<strong>tra</strong>e percorreremo sino ad incon<strong>tra</strong>re Viadella Nave di Brozzi, che prenderemoa des<strong>tra</strong> <strong>verso</strong> <strong>il</strong> <strong>fiume</strong> (<strong>il</strong> toponimoindica che un tempo, in questa zona,<strong>lungo</strong> <strong>il</strong> <strong>fiume</strong>, era attestata la “nave”,cioè <strong>il</strong> <strong>tra</strong>ghetto a collegamento delledue sponde dell’Arno). Al termine,continuiamo sulla s<strong>tra</strong>della pedo -ciclab<strong>il</strong>e <strong>lungo</strong> l’Arno che correparallela alla linea ferroviaria e che ciriporta al Ponte all’Indiano.S<strong>tra</strong>della pedo-ciclab<strong>il</strong>e <strong>lungo</strong> l’Arno <strong>tra</strong> Le Piagge e <strong>il</strong> Ponte all’Indiano


Info tecnicheLunghezza del percorso km 7,7Dislivello mt. 10Pendenza massima -Impegno *Tempo medio di percorrenza passeggiata 1h 55' - corsa 50‘Caratteristiche tecniche e sportive (a cura di Training Consultant, di Fulvio Massini)Fondo e sede s<strong>tra</strong>daleAdattoTipologia di allenamentoCalzatureIl percorso, interamente pianeggiante, si compone di una prima parte su s<strong>tra</strong>da regolareasfaltata con at<strong>tra</strong>versamenti di incroci a raso. La parte terminale è totalmente lineare esu terreno battuto.A tutti i camminatoria tutti i runnersPer le sue caratteristiche, questo tipo di <strong>tra</strong>cciato permette di allenare l’organismo asostenere uno sforzo prolungato nel tempo, ovvero la resistenza. Soprattutto la partefinale del percorso si presta bene anche per <strong>gli</strong> allenamenti su prove ripetute per losv<strong>il</strong>uppo della potenza aerobicawalking o runningCome arrivareServizi di linea AtafTramviaTrenoCon fermata diretta o prossima all’inizio del percorsoLinea 35, fermata Pistoiese 03 (Stazione SMN - Indicatore)Con fermata vicina a uno dei punti del percorsoLinea 17, fermata Piazzale Kennedy (Coverciano - Cascine)Linea 60, fermata Cascine 02 (Careggi - Tramvia 1)Linea 1, fermata Cascine (Scandicci - Stazione SMN)http://www.e656.net/orario/stazione/le_piagge.html


IDEAZIONE, REALIZZAZIONE, COORDINAMENTOProgettoTesti, layout, coordinamentoTracciato de<strong>gli</strong> i itinerariDirezione Cultura, Turismo e <strong>Sport</strong> - Comune di Firenze: Carla GianniniDirezione Cultura, Turismo e <strong>Sport</strong> - Comune di Firenze: Paolo ManginiFotoRingraziamenti specialiDirezione Cultura, Turismo e <strong>Sport</strong> - Comune di Firenze: Giulio MonastaAlla Soprintendenza Speciale per <strong>il</strong> Patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico per <strong>il</strong> Polomuseale della città di FirenzeAi Responsab<strong>il</strong>i dei luoghi d’arte, fede, natura e culturaper l’autorizzazione alla realizzazione di immagini e per la collaborazioneRingraziamentiper i <strong>tra</strong>cciati: Bardazzi Andrea, Bardazzi Giulia, Bugetti Stefano,Verzieri Daniele, Gensini MarcoPresidenti delle Commissioni <strong>Sport</strong> dei Quartieri del Comune di FirenzeAtafTraining Consultant di Fulvio MassiniMappe e applicativiCoordinamento e sv<strong>il</strong>uppoDirezione Sistemi <strong>Informa</strong>tivi - Comune di Firenze : Gianluca Vannuccini, Leonardo Ricci,Enrico Castagnoli, Elena Marrassini, Stefano Gecchele e Annita Bandini- Giacomo Scarzanella – Giulio Monasta.Linea Comune S.p.A.: Bianca Maria Beconi e Gabriele AndreozziApplicativo mob<strong>il</strong>eGeoIn s.r.l.


La mappa - itinerario rosso


Percorso collegatoDalle Cascine a<strong>gli</strong> antichi borghi di Mantignano, Ugnano e San Bartolo a CintoiaVia dell’Argingrosso - Via del Fosso de<strong>gli</strong> Ortolani (ponte s<strong>tra</strong>dale) -Via del Ponticino - Via di Mantignano -Via di Ugnano - Via di Fagna - Viadel Donicato - Via del Ferrale - Via di Castelnuovo - Via di Ugnano - Via di Mantignano - Via del Ponticino - Via del Fosso de<strong>gli</strong> Ortolani (pontes<strong>tra</strong>dale) - Via di San Bartolo a Cintoia - Viuzzo di S.Maria a Cintoia - Via del Saletto - Via Lunga - Via delle Torri- passaggio interno algiardino (area can) i- Via Canova - Via de’ Bassi- Via Massa - Via GubbioIl nostro percorso parte da Via dell’Argingrosso (<strong>il</strong> toponimo si ricollega alla presenza di un argine di consistenzamassiccia eretto per contenere le acque del <strong>fiume</strong> in caso di grande piena), all’altezza di Via delle Isole. Poco dopo <strong>il</strong>sottopasso del Viadotto proseguiamo sempre sulla stessa s<strong>tra</strong>da che, dopo poche decine di metri, piega a sinis<strong>tra</strong>,assumendo un aspetto di<strong>verso</strong>, divenendo più stretta e meno <strong>tra</strong>fficata. Di fronte a noi, in lontananza, le colline diScandicci e ai lati della s<strong>tra</strong>da una striscia di campi coltivati o a uso promiscuo, in un paesaggio che alterna bei <strong>tra</strong>ttipaesaggistici a elementi di recente urbanizzazione. La s<strong>tra</strong>da ci porta adesso all’altezza del Ponte del Fosso de<strong>gli</strong>Ortolani che scavalca la Greve (qui converge, appunto, <strong>il</strong> “fosso de<strong>gli</strong> ortolani”, che attualmente racco<strong>gli</strong>e le acquereflue de<strong>gli</strong> scarichi del quartiere dell’Isolotto, e che a breve sarà “intubato” e convo<strong>gli</strong>ato al nuovo collettore in rivasinis<strong>tra</strong> d’Arno, destinato a far confluire al depuratore di San Colombano tutti <strong>gli</strong> scarichi della parte fiorentina e bagno aripolese non ancora collegati). Superato <strong>il</strong> ponte, ci immettiamo in Via del Ponticino (ponticino, dal vecchio ponte ascavalco del <strong>fiume</strong> di ben più modeste proporzioni rispetto all’attuale e, al momento, chiuso). Da qui svoltiamo a des<strong>tra</strong>per Via di Mantignano, en<strong>tra</strong>ndo nel borgo.Case nel borgo di MantignanoA maggio, i campi arati e dissodati


MantignanoDeriva <strong>il</strong> suo nome da “Amantinius”, cioè fondo, prediale del romanoAmantinius. Siamo nella piana fert<strong>il</strong>e, nella campagna che riforniva (etuttora, anche se in minor quantità, rifornisce) i mercati di frutta e verdurafiorentini. Una estesa ma<strong>gli</strong>a di poderi a seminativo, orto e frutteto,avvantaggiata dall’ abbondante presenza d’acqua e dalla vicinanza allacittà, che ancor oggi sopravvive tenacemente nonostante l’assediourbanistico e la crescita delle infrastrutture vicine. Questa porzione diterritorio rimane una delle più vaste aree di piana non del tuttocompromesse tanto che - nonostante lo storico e crescente abbandonodelle pratiche agricole, qui come altrove - alcune centinaia di ettari sonoancora ben coltivati e restano a presidio e difesa della sua originariavocazione.L’ingresso al borgo è annunciato dalla vecchia quercia (la “quercia diMantignano”) che <strong>gli</strong> abitanti non hanno voluto venisse sacrificata almomento della costruzione del nuovo ponte. Lungo la via, v<strong>il</strong>lini, piccolepalazzine otto-novecentesche, qualche casa colonica e, proseguendo, dovela s<strong>tra</strong>da di apre sulla vista dei campi, <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o della Badia di S. Maria aMantignano.I campi coltivati, ai primi di maggioS. Maria a Mantignano: l’abside semicircolare e i bracci del <strong>tra</strong>nsettoLa Badia di Santa Maria a MantignanoRisale all’anno M<strong>il</strong>le, all’epoca del governo dei Conti Cadolingi -potenti signori di origine longobarda i cui territori si estendevanodalla piana di Settimo a Fucecchio, giungendo a lambire la pianalucchese - questa Abbazia da loro voluta e fondata anche pergarantire <strong>il</strong> controllo della viab<strong>il</strong>ità nel Valdarno. Il Monastero, sindalle origini legato a quello camaldolese di Badia a Settimo,ospitava una comunità femmin<strong>il</strong>e benedettina e fu al centro di unoscontro con <strong>il</strong> potere vescov<strong>il</strong>e fiorentino che mal sopportava lerichieste di autonomia e protezione apostolica avanzate da alcuneBadesse alla Santa Sede, scontro concluso ai primi del 1200 con ladefinitiva risoluzione che esse fossero elette dal Vescovo diFirenze. Già a fine XII sec. intorno al Monastero, certo non privo dirisorse, aveva cominciato a sv<strong>il</strong>upparsi un borgo. Nel 1441 fu unitoalla Badia di Sant’Apollonia e divenne ospedale femmin<strong>il</strong>e, purmantenendo le monache <strong>il</strong> patronato sulla Chiesa. Soppresso nel1785 , la chiesa divenne semplice parrocchia e, ne<strong>gli</strong> anniseguenti, i locali del Monastero furono adibiti ad abitazioni private.


Proseguiamo la nos<strong>tra</strong> s<strong>tra</strong>da che ci conduce <strong>verso</strong> la parte “moderna” del borgo, con le sue v<strong>il</strong>lette basse, sino adincrociare a des<strong>tra</strong> Via di Ugnano, al cui lato, per <strong>lungo</strong> <strong>tra</strong>tto, corre <strong>il</strong> muro di confine di una proprietà privata.Il borgo di UgnanoIl nome risale a un prediale romano e significa “possedimento di Aunius”.Documentato in cronaca sin dal XII secolo, era dominato dall’omonimocastello, proprietà del ramo fiorentino de<strong>gli</strong> Alberti, potente fami<strong>gli</strong>a chedominava la parte montuosa del territorio pratese e un <strong>tra</strong>tto di quellobolognese. Come tutti i borghi della piana, ebbe a soffrire delle frequenti,terrib<strong>il</strong>i inondazioni dell’Arno e fu proprio nel corso dell’alluvione del 1623che <strong>il</strong> castello venne distrutto.E che le piene del <strong>fiume</strong> e <strong>gli</strong> impaludamenti nell’area fossero un fatto con<strong>il</strong> quale <strong>gli</strong> abitanti avevano a convivere lo dimos<strong>tra</strong> la tipologia ed<strong>il</strong>iziadelle vecchie case coloniche in cui spesso cantine e stalle erano rialzateper proteggere animali e provviste alimentari dai danni de<strong>gli</strong> allagamenti.Per la Via di UgnanoPercorriamo Via di Ugnano sino a giungere a Via di Fagna.All’incrocio <strong>tra</strong> le due s<strong>tra</strong>de, la Chiesa di Santo Stefano aUgnano.Chiesa di S.Stefano aUgnanoDocumentata sindl M<strong>il</strong>le, fu oggettodi molti lavori direstauro a fineXVIII sec.,compreso <strong>il</strong> rialzodel pavimento acausa deinumerosiallagamenti.Antica casa colonica nei dintorni del borgoRicostruita interamente ai primi del XIX sec., danneggiata dal terremotonel 1895 e quindi distrutta interamente dalle mine tedesche nel 1944, furicostruita ex novo nel 1953.


Imbocchiamo adesso, sullanos<strong>tra</strong> sinis<strong>tra</strong>, Via di Fagna,s<strong>tra</strong>da tipica della viab<strong>il</strong>ità minorerurale, che presenta sul fiancodestro una <strong>lungo</strong> muro a secco aconfine di terreni coltivati a orto efrutteto. Dopo poco, troviamo - allanos<strong>tra</strong> sinis<strong>tra</strong> - Via del Donicato(<strong>il</strong> toponimo deriva dall’aggettivolatino “dominicus”, cioè padronale,e quindi significa “terra di proprietàprivata non gravata da vincolifeudali) che, via via, accentua <strong>il</strong>suo carattere tipicamentecampestre e agrario, offrendo lavista dell’ordinata distesa deicampi coltivati.In Via di FagnaVia del Donicato: pronti per la raccolta de<strong>gli</strong> ortaggiVia del Donicato: i campi dissodati e arati, a maggioVia del Donicato: la fert<strong>il</strong>ità della terra, a maggio


Percorriamo per <strong>lungo</strong> <strong>tra</strong>tto questa bella s<strong>tra</strong>da che ci porta davvero dentro la campagna fert<strong>il</strong>e, ben ordinata e lavorata,quella che ancora ci consente di assaporare sulla nos<strong>tra</strong> tavola <strong>gli</strong> ortaggi e i frutti di produzione locale, cresciuti in natura.La percorriamo fino ad incon<strong>tra</strong>re, sulla nos<strong>tra</strong> des<strong>tra</strong>, all’altezza delle nuove costruzioni sorte alle spalle di Ugnano (areaPEEP), Via del Ferrale (deriva <strong>il</strong> suo nome dalle antiche coltivazioni di farro). Noi proseguiamo <strong>il</strong> nostro percorso incampagna, su Via del Ferrale, per incon<strong>tra</strong>re, su di una curva, la bella V<strong>il</strong>la Lisi (non visitab<strong>il</strong>e).V<strong>il</strong>la LisiGià documentata in epoca medioevalecome <strong>il</strong> “Palagiaccio di Agnano”costituiva, assieme al Castello diUgnano e alla Badia di Santa Maria aMantignano, una delle strutture piùimportanti di tutto questo vastoterritorio. L’attuale aspetto risale al XVsec.; di epoca seicentesca è invece lacappella sul fianco della costruzione.Appartenne ai Nerli, a<strong>gli</strong> Andreini(ricchi orafi fiorentini), ai Piccolomini e,alla fine del XVII ai Medici, perpassare poi ai Lisi, attuali proprietari.Via del Ferrale: anche qui la bella campagna lavorataV<strong>il</strong>la Lisi: part. della cappella (XVII sec.)V<strong>il</strong>la Lisi: vista parziale della facciataV<strong>il</strong>la Lisi: parte del giardino


Percorriamo tutta Via del Ferrale per giungere a Via di Castelnuovo (da un castello, posteriore a quello di Ugnano, perciò“nuovo”, poi totalmente distrutto), che imboccheremo a sinis<strong>tra</strong>.Giunti al borgo di Ugnano, prenderemo a des<strong>tra</strong> Via di Ugnano fino ad arrivare all’incrocio con Via di Mantignano.Imbocchiamo a sinis<strong>tra</strong> questa lunga s<strong>tra</strong>da, con la sua teoria di serre, le sue vaste distese di campi lavorati e coltivati equalche antica casa colonica.La percorreremo interamente sino a giungere al borgo di Mantignano dove - riat<strong>tra</strong>versando <strong>il</strong> ponte di Via del Fossode<strong>gli</strong> Ortolani – ci immetteremo, a des<strong>tra</strong>, in Via di San Bartolo a Cintoia. Questa s<strong>tra</strong>da - che presenta uno scenariomisto, di campagna residuale e di insediamenti produttivi - ci porta al vecchio borgo di San Bartolo.At<strong>tra</strong>versata la cortina continua di case basse, imbocchiamo, a sinis<strong>tra</strong>, <strong>il</strong> Viuzzo di S. Maria a Cintoia (Cintoia da“centuria” romana).Da qui prenderemo, in fondo e a des<strong>tra</strong>, per Via del Saletto (<strong>il</strong> toponimo deriva da “salceto” a indicare <strong>il</strong> luogo in cuicrescevano i salci) che prosegue nella Via Lunga (un tempo, quando era circondata dai campi, tale doveva apparire). Altermine di Via Lunga, <strong>il</strong> borgo di Le Torri.Prendendo a sinis<strong>tra</strong> Viuzzo del Crocifisso delle Torri (prende nome da un tabernacolo con crocifisso - mal conservato- vicino a V<strong>il</strong>la Le Torri, oggi V<strong>il</strong>la Vogel) si giunge a Via delle Torri (prende anch’essa <strong>il</strong> nome da V<strong>il</strong>la Le Torri, oggiV<strong>il</strong>la Vogel).V<strong>il</strong>la Vogel: prospetto su Via delle TorriV<strong>il</strong>la Vogel


V<strong>il</strong>la VogelOriginariamente denominata V<strong>il</strong>la Le Torri, nacque comeedificio rurale fortificato e dotato di torre a sovrastare lastruttura. Nel Trecento fu modificata e, nel tardoQuattrocento, fu ampliata da un cort<strong>il</strong>e porticato addossatoalla torre. Già nel secolo successivo era fulcro dei varipossedimenti che la fami<strong>gli</strong>a Capponi vantava nella zona efu proprio per questa sua cen<strong>tra</strong>lità che ebbero luogo lavoridi ristrutturazione e ampliamento, con l’aggiunta de<strong>gli</strong>ambienti settentrionali e del loggiato a sud e con lacreazione della cinta muraria che, collegando tutti <strong>gli</strong>ambienti, chiudeva la proprietà.Nel 1814 la V<strong>il</strong>la passò ai Franceschi e, successivamente,ai Benucci sino a quando, nel periodo di Firenze Capitale,venne frazionata e così data in affitto. Nel 1923 la V<strong>il</strong>la fuacquistata dalla fami<strong>gli</strong>a svizzera Vogel, per subire quindiuna fase di abbandono sinchè, nel 1981, <strong>il</strong> Comune diFirenze ne r<strong>il</strong>evò la proprietà, destinandola alle attivitàconnesse al Quartiere e a usi di tipo sociale. Dopo un lentoe impegnativo restauro concluso nel 1999, la V<strong>il</strong>la èdivenuta sede del Consi<strong>gli</strong>o di Quartiere Quattro. Il cort<strong>il</strong>einterno, la limonaia e <strong>il</strong> cort<strong>il</strong>e porticato ospitano spessomostre di arte contemporanea. La V<strong>il</strong>la è circondata da unParco pubblico, molto frequentato dalla cittadinanza,attrezzato con aree sportive e di gioco, spesso ut<strong>il</strong>izzatoper eventi artistici e spettacoli. Belle le alberature, daquelle di nuovo impianto a quelle “storicizzate” costituite inprevalenza da pini, cipressi, lecci e ti<strong>gli</strong>.Ut<strong>il</strong>izzando ora un passaggio pedonale che ci portaa un vicino giardino (lo at<strong>tra</strong>verseremo), giungiamoin Via Canova, che imboccheremo a sinis<strong>tra</strong> e chepercorreremo per un centinaio di metri per poiprendere, a des<strong>tra</strong>, Via dei Bassi.Da qui svoltiamo a sinis<strong>tra</strong> in Via Massa per poi imboccare (a des<strong>tra</strong>) Via Gubbio che ci riporta in Via dell’Argingrosso,dalla quale è iniziato e con la quale si conclude <strong>il</strong> nostro itinerario.


Info tecnicheLunghezza del percorso km 10,6Dislivello mt. 10Pendenza massima -Impegno *Tempo medio di percorrenza passeggiata 2h 39' - corsa 1h 10’Caratteristiche tecniche e sportive (a cura di Training Consultant, di Fulvio Massini))Fondo e sede s<strong>tra</strong>daleAdattoTipologia di allenamentoCalzatureIl percorso, interamente pianeggiante, si svolge per la maggior parte su s<strong>tra</strong>da regolareasfaltata e in alcuni <strong>tra</strong>tti è sprovvisto di marciapiede con at<strong>tra</strong>versamenti di incroci a raso.A tutti i camminatoria tutti i runnersPer le sue caratteristiche, questo tipo di <strong>tra</strong>cciato permette di allenare l’organismo asostenere uno sforzo prolungato nel tempo, ovvero la resistenza.walking o runningCome arrivareServizi di linea AtafCon fermata diretta o prossima all’inizio del percorsoLinea 5, fermata Canova 12 (Rifredi - Canova -Soffiano)linea 44 fermata Castelnuovo (Federiga - Ugnano - Mantignano)linea 77 (Foggini - La Casella - Canova)


IDEAZIONE, REALIZZAZIONE, COORDINAMENTOProgettoTesti, layout, coordinamentoTracciato de<strong>gli</strong> i itinerariDirezione Cultura, Turismo e <strong>Sport</strong> – Comune di Firenze: Carla GianniniDirezione Cultura, Turismo e <strong>Sport</strong> - Comune di Firenze: Paolo ManginiFotoRingraziamenti specialiRingraziamentiDirezione Cultura, Turismo e <strong>Sport</strong> - Comune di Firenze: Giulio Monasta e Carla GianniniAi Responsab<strong>il</strong>i dei luoghi d’arte, fede, natura e culturaper l’autorizzazione alla realizzazione di immagini e per la collaborazioneper i <strong>tra</strong>cciati: Bardazzi Andrea, Bardazzi Giulia, Bugetti Stefano,Verzieri Daniele, Gensini MarcoPresidenti delle Commissioni <strong>Sport</strong> dei Quartieri del Comune di FirenzeAtafTraining Consultant di Fulvio MassiniMappe e applicativiCoordinamento e sv<strong>il</strong>uppoDirezione Sistemi <strong>Informa</strong>tivi – Comune di Firenze : Gianluca Vannuccini, Leonardo Ricci,Enrico Castagnoli, Elena Marrassini, Stefano Gecchele e Annita Bandini- Giacomo Scarzanella – Giulio MonastaLinea Comune S.p.A.: Bianca Maria Beconi e Gabriele AndreozziApplicativo mob<strong>il</strong>eGeoIn s.r.l.

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