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Leggi i testi - Edoardo De Angelis

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Anche nel segno del CapricornoUna giornata di fantasiaPerché l’oroscopo di questo giornoParla soltanto di nostalgia...Amore senza amore dove seiCi sono qui pensieri che ti toccanoE ti direi parole che si vedonoE resterei a guardarle insieme a teAmore senza amore senza meMi scoppia una canzone dentro l’animaChe dici se la chiudo in una letteraLa chiudo in una lettera per te...


LA GARA DI SOGNI(E. <strong>De</strong> <strong>Angelis</strong>)È troppo grande e nuova questa notteChe non ti fa dormireEntra negli occhi e ti spaventa il cuoreTi gira intorno e dove va a finire...Così disse il ragazzo agli altri due compagniLa febbre che ho nel cuore non è una malattiaStanotte noi faremo una gara con i sogniA chi pensa più lontanoA chi getta più lontano la sua fantasia...Ma tanto io lo so che vinceròLo so perché lo sentoForse sarà per il carattere che hoPazzo e improvviso come gira il ventoAppassionato come un bacio d’amoreCome l’amore tenero e violento...E tutti e tre con l’anima alla notteSi misero a sognareFigli del mondo che ci sta nel cuoreE che con gli occhi non si può toccare...Le storie del ragazzo accesero la notteNel giorno che veniva lanciarono una sciaQuindici anni alle spalle e un ponte sulla vitaLa vita che correvaLa vita che arrivava per portarlo via...Ma tanto io lo so che vinceròLo so perché lo sentoForse sarà per il carattere che hoPazzo e improvviso come gira il ventoAppassionato come un bacio d’amoreCome l’amore tenero e violento...


LA CASA DI HILDE(F. <strong>De</strong> Gregori - E. <strong>De</strong> <strong>Angelis</strong> – F. <strong>De</strong> Gregori)L’ombra di mio padre due volte la miaLui camminava ed io correvoLungo il sentiero di aghi di pinoE la montagna era verdeOltre quel monte il confineOltre il confine chissàOltre quel monte la casa di Hilde...Io mi ricordo che avevo pauraQuando bussammo alla portaMa lei sorrise e ci disse di entrareEra vestita di chiaroE ci mettemmo sedutiAd ascoltare il tramontoHilde nel buio suonava la cetra...Venne la notte mio padre dormivaMa io guardavo la lunaDalla finestra potevo toccarlaNon era più alta di meE non avevo pauraE mi sentivo già uomoHilde nel buio suonava la cetra...Il doganiere aveva un fucileQuando ci venne a svegliareDisse a mio padre di alzare le maniE gli frugò nelle tascheMa non trovò proprio nienteSolo una foto ricordoHilde nel buio suonava la cetra...Il doganiere ci strinse la manoE se ne andò desolatoE allora Hilde aprì la sua cetraE tirò fuori i diamantiE insieme bevemmo del vinoMa io solo mezzo bicchiereQuando fu l’alba lasciammo la casa di Hilde...Oltre il confine con molto doloreNon trovai fiori diversiMa sul sentiero incontrammo una capraChe era curiosa di noiMio padre le andò più vicinoE lei si lasciò catturareCosì la legammo a una corda e venne con noi...


CANTARE IN ITALIANO(E. <strong>De</strong> <strong>Angelis</strong>)Voglia di andare lontanoA imparare parole nuoveCresce con le unghie e i capelliCresce ogni giorno come il soleCercare il mondoIn un’altra piazzaCambiare aria cambiare soldiE i tuoi occhi di ragazza...Mio padre che un giorno è partitoSicuramente non è tornatoMia madre che guarda e non dice<strong>De</strong>ntro agli occhi non è feliceNella pancia di ferroTra le nuvole e il cieloSaremo tutti quantiFigli dell’aeroplano...Cantare in italianoCantare in italianoQualcuno che ti chiama con un nomeE quello lì è il tuo nome americano...Cantare in italianoCantare in italianoVento di sole d’estateQuando si parla e si beveQui che è Natale ogni giornoDi ricordi e di neveE si muore ogni giornoOgni giorno di ogni mesePer le luci che si accendonoNel buio di un altro paese...Abbiamo una casa coi figliE i figli parlano un po’ stranoPortano il nome del nonnoE già guardano lontanoHanno una carta geograficaCon gli anni e con le stradeUna carta geograficaSegnata sulla manoCantare in italianoCantare in italianoQualcuno che li chiama con un nomeIl loro nome quasi americano...Cantare in italiano…..


SULLA ROTTA DI CRISTOFORO COLOMBO(E. <strong>De</strong> <strong>Angelis</strong> – L. Dalla)La mia casa era sul portoI miei sogni in riva al mareDiventavo marinaioEro pronto per partireSulla rotta di Cristoforo ColomboIo volevo andare viaAi confini del mio marePer scoprire un nuovo mondoE scordare casa mia...Fu una sera di gennaioChe mio padre mi portòSu una barca senza velaChe sapeva dove andareA gettare la mia rete dietro il faroPoi mi disse: figlio mioQuesta rete è la tua vitaManda a fondo tutti i sogniCome un giorno ho fatto io...E ogni sera torno a casaCon il sale sulla pelleMa negli occhi e nel mio cuoreHo le stelleChe potrebbero guidareLa mia nave in mare apertoMentre invece qui nel portoIo comincio ad invecchiare...E ogni sera all’osteriaIo racconto al mio bicchiereDi tempeste che ho incontratoQuando il cielo incontra il mareE una notte senza stelle ho visto Dio<strong>De</strong>ntro nuvole leggereEra ad ovest di TahitiAnche lui è un marinaioE a vederlo fa piacere...Ogni giorno c’è chi parteVerso isole lontaneMa la gente qui nel portoÈ sempre ugualeOgni sera guarda il mareE non ha niente da direA pensarci sembra quasiChe lo voglia ringraziare...


BRUTTA STORIA(E. <strong>De</strong> <strong>Angelis</strong>)A metà strada tra nord e sudIndeciso su cosa farePrendi sotto braccio la vitaE cominci a contareUno! Tiri un sasso in ariaE non lo vedi più ritornareDue! Punti un dito nel cielo,Il sole scende e la luna saleTre! Trattieni il respiroE il tempo smette di camminare,E quando arrivi a Quattro!È la musica a parlare...È una musica che sembra nienteChe ti fa solo battere il piedeAlla radio però si senteIn questa notte che non ci si vedeIn questa notte che succede tuttoE non succede nienteIl mondo sta cambiando la sua pelleLa sua pelle di serpente...C’è nel cielo una pioggia dorataDi stelle e di aeroplaniTi cadono così viciniChe li puoi prendere con le maniUn bambino fa andare nel ventoLe sue bolle di saponeSi diverte a vederle centrareDai colpi di cannoneLa tua ragazza ti chiedeQuanti uomini hai già uccisoE tu non sai che direE la guardi un po’ indecisoE mastichi un sorrisoL’ultimo che rimaneLo spezzi in mezzo ai dentiCome briciole di paneE pensi questo film non vale nienteHa una sola inquadraturaChe non ti fa vedere il cielo<strong>De</strong>l resto è un cielo che fa paura...


E corri nel tuo quartierePer vedere cosa fa la genteTutti pensano ai fatti loroO non pensano per nienteE in questa brutta storiaQuello che capisci menoÈ perché fanno finta di nienteE non saltano su un trenocon questi fuochi artificialiCome fate a vivere lo stesso?E tutti ti rispondono tranquilliMa perché cos’è successo?C’è una musica che sembra nienteChe ti fa solo battere il piedeAlla radio però si senteIn questa notte che non ci si vedeIn questa notte che succede tuttoE non succede nienteE quasi tutti gli uomini del mondoBattono il piede allegramente...


NOVALIS(E. <strong>De</strong> <strong>Angelis</strong>)Amore mio con l’anima negli occhiTi è rimasto un sorriso nelle cigliaE la luna del mattino gli somigliaÈ ancora prigioniera in mezzo ai ramiChissà che cosa pensiChissà che cosa ami...Amore mio con l’anima nel cuoreSe i tuoi pensieri avessero un coloreSarebbe rosso più del fuocoPiù del soleE anche rosso così non è abbastanzaAccendiamo una stella<strong>De</strong>ntro la nostra stanza...Amore mio con l’anima nei fianchiTi sento così forte che mi fai tremareTi sento così forte che mi manchiMi manchi così forte da non poter pensareChe adesso tu sei quiE ti potrei toccare.


ACQUA SALATA(E. <strong>De</strong> <strong>Angelis</strong>)Alzarsi come sempre una mattinaPuntare il naso al cielo e il cielo è sempre ugualeConservare un dolore chiuso in un cassettoE pensare che in fondo è una cosa normaleE avere voglia di vedere il mareIl mare non è solo acqua salataAvere voglia di vedere la tua vitaRicordami quando vuoi parlareQuando in mezzo alla gente resti solaE accendi una speranza per domaniE ripensare a ieri ti fa maleRicordami quando spezzi il paneE quando appoggi un passo sulla terraRicordati di me che ho due anime in guerraE che strana abitudine che abbiamoDi curarci le ferite con il saleE di fare la guarda sul confine<strong>De</strong>i nostri sguardi e delle nostre paroleVorrei sapere dove è andato il soleUna giornata senza sole è vuotaE la radio trasmette una canzone idiotaE questo è un giorno in cui potrei perdere il cuoreCercando di inventarti un nomignolo stranoSeguendo il volo buffo di una mosca nel cieloE d’altra parte qui non c’è nessun gabbianoE l’importante non è sentirsi beneL’importante è pensare un po’ più pianoAltrimenti i pensieri ti scappano lontano


LUCI FUOCHI E STELLE(E. <strong>De</strong> <strong>Angelis</strong> – R. <strong>De</strong> Rosa – E. <strong>De</strong> <strong>Angelis</strong>)Il mio amico che fa il fotografoCon l’arte della professioneDà la caccia a rughe e pentimentiSulla faccia delle personeNei sorrisi appena accennatiTi indovina voglie di partireIn un angolo delle labbraQuello che hai dentro e non volevi direMa se gira il raggio della luceCambia tutto quello che c’è intornoOgni cosa dà una faccia al buioEd accende un’altra faccia al giornoProspettive così diverseChe la tua anima salta in piediPer capire la differenzaTra com’è il mondo e come tu lo vediE intanto noi che dobbiamo camminarePer capire qual’è la strada in mezzo al mareE non abbiamo mai bisogno di bussareAbbiamo luci fuochi e stelle per viaggiareE un giorno un mese un annoChe durano eternamenteSono solo un soffio della vitaE non puoi farci stare dentro nienteE dividi le strade del mondoCon le anime più vicineEppure quando resti soloSei sempre solo e nudo sul confineUn uomo solo sotto la lunaNon è più grande di una formicaE cerca amore fortunaE il calore di una mano amicaMa sotto un cielo pieno di lunaPuoi sentirti in meno di un secondoUn’anima così grandeDa capire come gira il mondoE il mondo il mondo invece di affondareContinua tranquillamente a navigareRestiamo muti nel silenzio ad ascoltareCi sono luci fuochi e stelle per viaggiare...


LELLA(E. <strong>De</strong> <strong>Angelis</strong> – S. Gicca Palli)Te la ricordi Lella quella riccaLa moje de Proietti er cravattaroQuello che cia’ er negozio su ar TritoneTe lo ricordi te l’ho fatta vedeQuattr’anni fa e nun volevi credeChe ‘nsieme a lei ce stavo proprio ioTe lo ricordi poi ch’era sparitaE che la ggente e che la poliziaS’era creduta ch’era annata viaCo’ uno co’ più sordi der marito...E te lo vojo di’ che so’ stato ioSo’ quattr’anni che me tengo ‘sto segretoTe lo vojo di’ ma nun lo fa sape’Nun lo di’ a nessuno tiettelo pe’ teJe piaceva anna’ ar mare quann’è invernoFa’ l’amore cor freddo che facevaPerò le carze nun se le tojevaA la fiumara ‘ndo ce sta er barettoTra le reti e le barche abbandonateCor cielo griggio a facce su da tettoNa matina ch’era l’urtimo dell’annoMe dice co’ la faccia indifferente :Me so stufata nun ne famo gnenteE tireme su la lampo der vestito...E te lo vojo di’ che so’ stato ioSo’ quattr’anni che me tengo ‘sto segretoTe lo vojo di’ ma nun lo fa sape’Nun lo di’ a nessuno tiettelo pe’ teTu nun ce crederai nun cio’ più vistoL’ho presa ar collo e nun me so’ fermatoChe quann’è annata a tera senza fiatoNer cielo da ‘no squarcio er sole è uscitoE io la sotteravo co’ ‘ste manoAttento a nun sporcamme sur vestitoNun c’io’ rimorsi e mo’ ce torno pureMa nun ce penso a chi ce sta là sottoIo ciaritorno solo a guardà er mare...E te lo vojo di’ che so’ stato ioSo’ quattr’anni che me tengo ‘sto segretoTe lo vojo di’ ma nun lo fa sape’Nun lo di’ a nessuno tiettelo pe’ te…

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