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Cavalleria rusticana - Società Filarmonia

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Ministero per i Beni<br />

e le Attività Culturali<br />

Dipartimento dello Spettacolo dal vivo<br />

Provincia<br />

di Udine<br />

CAVALLERIA<br />

RUSTICANA<br />

MELODRAMMA IN UN ATTO SU LIBRETTO DI GIOVANNI TARGIONI-TOZZETTI<br />

E GUIDO MENASCI DAL MELODRAMMA OMONIMO DI GIOVANNI VERGA<br />

Musica di<br />

PIETRO MASCAGNI<br />

Prima rappresentazione: Roma, Teatro Costanzi 17 maggio 1890<br />

Circuito 2006<br />

ORCHESTRA DELLA SOCIETÀ FILARMONIA<br />

CORO QUODLIBET<br />

CORO “G. B. CANDOTTI” - “GRUPPO CORALE DI MELS”


ORCHESTRA DELLA SOCIETÀ FILARMONIA<br />

CORO QUODLIBET<br />

CORO “G. B. CANDOTTI” - “GRUPPO CORALE DI MELS”<br />

CAVALLERIA<br />

RUSTICANA<br />

MELODRAMMA IN UN ATTO SU LIBRETTO DI GIOVANNI TARGIONI-TOZZETTI<br />

E GUIDO MENASCI DAL MELODRAMMA OMONIMO DI GIOVANNI VERGA<br />

Musica di<br />

PIETRO MASCAGNI<br />

Prima rappresentazione: Roma, Teatro Costanzi 17 maggio 1890<br />

Circuito 2006<br />

Presenta<br />

Francesca Fransoni<br />

Si ringrazia per la gentile collaborazione<br />

il tenore Beniamino Prior e la M.a Enza Ferrari


Pietro Mascagni


CAVALLERIA RUSTICANA<br />

Il contesto storico, la genesi, i retroscena e le polemiche, le stimolanti<br />

prospettive stilistiche della partitura, costantemente<br />

oscillanti tra conservazione e innovazione nei confronti del<br />

recente passato musicale italiano, il rivoluzionario taglio complessivo<br />

del lavoro, il fulmineo successo, infine, che, a partire<br />

dalla prima rappresentazione ancor oggi arride senza alcun cedimento<br />

all’atto unico <strong>Cavalleria</strong> <strong>rusticana</strong>, sono elementi talmente<br />

noti da costituire uno dei “casi” memorabili della storia della<br />

musica di tutti i tempi.<br />

Pietro Mascagni apprezzò entusiasticamente i colori accesi e il<br />

taglio essenziale della vicenda che ben presto avrebbe dato vita<br />

al suo primo e forse unico capolavoro operistico, attraverso la<br />

visione della versione teatrale della novella omonima di<br />

Giovanni Verga, pubblicata nel 1880 nella raccolta Vita nei campi;<br />

l’aveva interpretata al teatro Manzoni di Milano l’11 febbraio<br />

1884 la celebre Compagnia Pasta, dopo che, nel gennaio dello<br />

stesso anno, l’adattamento scenico, tenuto a battesimo da<br />

Eleonora Duse e Flavio Andò, aveva regalato a <strong>Cavalleria</strong> <strong>rusticana</strong><br />

quel successo che era mancato al libro di Verga, scrittore condannato<br />

ben presto a diventare “l’autore de I Malavoglia”, così<br />

come Mascagni sarà “il compositore di <strong>Cavalleria</strong> <strong>rusticana</strong>”.<br />

Fu probabilmente l’amico, commediografo e giornalista livornese<br />

Giovanni Salvestri a proporre la sanguigna vicenda siciliana a<br />

Mascagni, allora sconosciuto e irrequieto musicista poco più che<br />

ventenne e in procinto di abbandonare gli studi di armonia e<br />

contrappunto presso il Conservatorio di Milano, studi che da<br />

alcuni anni aveva intrapreso nelle classi di Amilcare Ponchielli e<br />

Michele Saladino, -pure insegnante, quest’ultimo, del medico e<br />

compositore udinese Carlo Conti- per trasferirsi a Cerignola, in<br />

provincia di Foggia, e svolgervi l’umile mansione di direttore<br />

della locale Società Filarmonica, attività che gli permetterà per<br />

alcuni anni di sostentare la moglie e il primo figlio appena nato.<br />

L’occasione propizia ad affrontare quella vicenda si presentò soltanto<br />

quattro anni dopo, l’11 luglio 1888, quando Mascagni,<br />

ancor impegnato a Cerignola, sognava il completamento del suo<br />

Guglielmo Ratcliff, opera romantica su soggetto di Heine che


CAVALLERIA RUSTICANA<br />

vedrà le scene soltanto nel 1895; quel giorno la rivista “Teatro<br />

Illustrato” pubblicò il bando del quarto concorso per giovani<br />

operisti indetto dalla casa musicale Sonzogno.<br />

Pietro Mascagni affidò immediatamente la stesura del libretto ad<br />

un poco convinto Giovanni Targioni Tozzetti, poeta istintivo e<br />

“scapigliato”, il quale si lasciò volentieri affiancare da un altrettanto<br />

giovanissimo Guido Menasci, impostosi in futuro nel settore<br />

della critica letteraria.<br />

L’elaborazione musicale dell’atto unico si rivelò fulminea, senza<br />

ripensamenti, all’insegna di un “rapporto immediato”, di<br />

un’“identificazione musica-testo, musica-realtà rappresentata”,<br />

che vede Mascagni “tutto impegnato ad ‘illustrare’ gli sfoghi<br />

passionali e lirici con melodie a piena voce nel registro acuto,<br />

oppure gli alterchi, i rimbrotti e le confessioni con uno stile recitato<br />

rotto, scarnito: in tutti i casi con un’estrema chiarezza della<br />

parola”, tutto ciò conducendo naturalmente ad “una grande ricchezza<br />

di situazioni musicali: la forma chiusa, ad imitazione del<br />

canto popolare strofico; lo sfogo lirico ad arco melodico tesissimo;<br />

il trapassare continuo dal parlato alla melodia; preludio<br />

sinfonico con melodia “tematica” che ritornerà riconoscibilissima<br />

in vari punti del dramma; intermezzo orchestrale a melodia<br />

spiegata; baldanza ritmica in orchestra e nei cori nelle scene di<br />

festa paesana; un certo far di banda al culmine del dramma;<br />

scene ‘di genere’ di vera volgarità stradaiola; momenti di partecipazione<br />

orchestrale alla vicenda” (GUIDO SALVETTI, Il<br />

Novecento I, Storia della Musica a cura della Società Italiana di<br />

Musicologia, vol. IX, Torino, E.D.T., 19771 , p. 156).<br />

Risulta evidente come al di sopra di questa congerie di eterogenei,<br />

ma perfettamente funzionali elementi, aleggiassero tanto i<br />

presupposti stilistici delle più recenti tendenze della musica teatrale<br />

italiana, compresi quelli derivanti dall’operetta e dal teatro<br />

di varietà, quanto le elaborate tecniche compositive di Wagner,<br />

dell’ultimo Verdi, di Bizet e degli autori russi armonizzate con<br />

una sensibilità melodica che in quegli anni imperversava nel fortunato<br />

genere della Romanza da salotto, elevata a forma d’arte<br />

da Francesco Paolo Tosti.


CAVALLERIA RUSTICANA<br />

Mascagni, peraltro, trattandosi pur sempre di un concorso, era<br />

consapevole di non potersi permettere una rivoluzione radicale<br />

rispetto alle consuetudini del melodramma italiano ottocentesco,<br />

almeno per quanto riguarda l’assetto formale complessivo dell’opera,<br />

che rimane esteriormente articolata in numeri chiusi;<br />

tuttavia tali numeri chiusi non corrispondono affatto alle tradizionali<br />

forme chiuse, poche e con carattere di citazione popolare,<br />

ma raggruppano situazioni drammatiche trattate a livello musicale<br />

con estrema libertà, all’insegna di una capillare frammentazione<br />

tematica e di continue concatenazioni di percorsi melodici<br />

costruiti sulla base di schemi asimmetrici o, più spesso, liberamente<br />

ondeggianti nel recitativo secco o arioso, fino a raggiungere<br />

la cruda e disperata esclamazione parlata del celebre verso<br />

finale “Hanno ammazzato compare Turiddu!”.<br />

La prestigiosa commissione convocata da Sonzogno per esaminare<br />

le settantatre partiture concorrenti, formata da Francesco<br />

D’Arcais di Valverde, Amintore Galli (allievo del grande udinese<br />

Alberto Mazzucato e a sua volta insegnante di composizione,<br />

assieme a Vincenzo Ferroni, di un altro tra i principali rappresentanti<br />

della musica in Friuli, Mario Montico), Filippo<br />

Marchetti e Giovanni Sgambati, si riunì per la prima volta il 23<br />

febbraio 1890; tre giorni dopo ascoltò interamente, con l’autore al<br />

pianoforte, <strong>Cavalleria</strong> <strong>rusticana</strong>, una delle diciotto opere selezionate<br />

durante la fase eliminatoria e pochi giorni dopo fu reso noto<br />

il verdetto che avrebbe inciso profondamente sulle sorti della<br />

musica italiana del Novecento: primo premio a <strong>Cavalleria</strong> <strong>rusticana</strong>,<br />

secondo a Labilia di Nicola Spinelli, terzo a Rudello di<br />

Vincenzo Ferroni. Al primo turno era stata scartata Mala Pasqua<br />

di Stanislao Gastaldon, oggi ricordato soltanto per la fortunata<br />

romanza Musica proibita, l’autore volle nondimeno presentare la<br />

sua opera a Roma in anticipo su <strong>Cavalleria</strong> <strong>rusticana</strong>, già programmata<br />

per maggio, ma ottenne un completo insuccesso.<br />

Nemmeno tre mesi più tardi dalla vittoria al concorso, dunque,<br />

si giunse alla prima rappresentazione del lavoro di Mascagni,<br />

allestita il 17 maggio 1890 al Teatro Costanzi di Roma per la direzione<br />

di Leopoldo Mugnone e con la partecipazione di Gemma


CAVALLERIA RUSTICANA<br />

Bellincioni, Santuzza dalla voce esile e chiara ma dalla notevole<br />

intensità interpretativa, e del marito Roberto Stagno nel ruolo di<br />

Turiddu, cinquantenne tenore siciliano ancora nel pieno della<br />

carriera, una coppia che realizzava pienamente l’ideale del cantante-attore<br />

che l’opera esigeva, nella perfetta fusione fra suono,<br />

parola e gestualità e all’insegna di una vocalità che insisteva<br />

sulla zona media e la spingeva frequentemente ai limiti del passaggio<br />

acuto, sfumando i confini fra canto vero e proprio e declamazione.<br />

Si trattò, come è noto, di un trionfo, con venti chiamate, numerosi<br />

bis e la presenza in teatro della Regina d’Italia e di uno stupefatto<br />

Giovanni Verga, il quale, nel marzo precedente la prima<br />

rappresentazione, probabilmente non convinto del successo di<br />

Mascagni, aveva con leggerezza concesso a lui, così come a<br />

Gastaldon, la piena autorizzazione ad elaborare <strong>Cavalleria</strong> <strong>rusticana</strong><br />

e Mala Pasqua, offrendosi pure di collaborare alla stesura del<br />

libretto della prima opera quando già Targioni Tozzetti e<br />

Menasci l’avevano da tempo compiuto. Da parte sua Mascagni<br />

assicurò a Verga l’impegno di corrispondere gli utili spettanti,<br />

secondo le norme della Società Italiana degli Autori e degli<br />

Editori, fondata a Milano nel 1882.<br />

Giovanni Verga, tuttavia, all’indomani di quell’inaspettato e<br />

incondizionato trionfo del giovane Mascagni, dovette pentirsi di<br />

quella leggerezza e, ai sensi delle stesse norme S.I.A.E., citò<br />

Pietro Mascagni in giudizio di fronte al tribunale di Milano,<br />

reclamando la metà dei proventi derivanti dalle rappresentazioni<br />

di <strong>Cavalleria</strong> <strong>rusticana</strong> in qualità di vero autore del libretto. Una<br />

prima sentenza del tribunale, datata 12 marzo 1891, diede ragione<br />

a Verga, relegando Targioni Tozzetti e Menasci al semplice<br />

ruolo di versificatori e adattatori di un libretto già esistente.<br />

Qualche mese dopo, il 16 giugno 1891, la Corte d’Appello territoriale<br />

attenuò la dura sentenza precedente, riconoscendo ai due<br />

librettisti la loro reale dignità sulla base del principio della comunione<br />

d’ingegno fra musicista e librettisti, fermo restando il diritto<br />

del musicista di disporre della parte letteraria, ormai indissolubilmente<br />

legata alla musica. Verga dapprima accettò una forte


CAVALLERIA RUSTICANA<br />

somma di denaro da parte dell’editore Sonzogno a titolo di risarcimento<br />

di tutti i proventi passati e futuri ma, alcuni anni più<br />

tardi, nel 1907, forse a causa delle precarie condizioni economiche,<br />

concesse al compositore genovese Domenico Monleone il<br />

diritto di musicare <strong>Cavalleria</strong> <strong>rusticana</strong>. Questa volta sia il<br />

Tribunale che la Corte d’Appello diedero piena ragione a<br />

Mascagni, costringendo i fratelli Domenico e Giovanni<br />

Monleone, compositore e librettista, a ritirare per sempre la loro<br />

opera, che con un certo successo era stata allestita in numerose<br />

città europee e a Torino e a rielaborarla con il titolo La giostra dei<br />

falchi.<br />

Retroscena a parte, <strong>Cavalleria</strong> <strong>rusticana</strong> di Pietro Mascagni si erge<br />

solitaria nel panorama operistico italiano fra Ottocento e<br />

Novecento, principale artefice della nascita di quella che sarà<br />

d’ora in avanti riconosciuta come “Giovane scuola italiana”, o<br />

attraverso la meno appropriata, e difficilmente applicabile a<br />

livello generale, definizione di “Verismo”. Si trattò di una breve<br />

e intensa stagione compositiva che tralasciando il più complesso<br />

caso di Giacomo Puccini, vedrà, sull’onda dell’entusiasmo per il<br />

successo mascagnano, scaturire dalla penna di compositori quali<br />

Francesco Cilea, Alberto Franchetti, Umerto Giordano, Antonio<br />

Smareglia, Pierantonio Tasca e tanti altri, innumerevoli, più o<br />

meno fortunati, esperimenti operistici; ma tra tutti questi, soltanto<br />

Pagliacci di Ruggero Leoncavallo, terminato nel 1892 sull’onda<br />

del clamoroso trionfo di <strong>Cavalleria</strong> <strong>rusticana</strong>, sarà ritenuto<br />

degno di figurare accanto all’insuperato capolavoro di Pietro<br />

Mascagni.<br />

Note a cura di David Giovanni Leonardi


CAVALLERIA RUSTICANA<br />

SOGGETTO<br />

Turiddu, tornato dal servizio militare, canta una serenata a Lola<br />

sulla piazza di un paese siciliano, mentre i fedeli stanno affluendo<br />

in chiesa per il rito del mattino di Pasqua. Perdutamente<br />

innamorato di lei, ha appreso che è stata data in sposa al carrettiere<br />

Alfio ed ha tentato di consolarsi seducendo Santuzza per<br />

poi trascurarla. Santuzza chiede a Lucia, madre di Turiddu, dove<br />

sia suo figlio; la risposta, dopo l’iniziale rifiuto, che il figlio si è<br />

recato a Francofonte a prendere del vino, accende la gelosia di<br />

Santuzza, gelosia accresciuta dalla notizia, giunta da Alfio, che<br />

Turiddu era stato visto quella mattina nelle vicinanze di casa<br />

sua. Lucia non nasconde un moto di sorpresa, ma Santuzza la<br />

obbliga a tacere, prevenendola con un cenno, e le confessa una<br />

verità che lascia Lucia profondamente turbata. Sopraggiunge<br />

Turiddu, che, interrogato da Santuzza, vorrebbe far credere di<br />

essere andato a Francofonte, ma quando la donna glielo contesta,<br />

ha uno scoppio di collera, mentre s'ode la voce di Lola che<br />

intona uno stornello d'amore e s’intrattiene con Santuzza, provocandola,<br />

prima di entrare in chiesa. Rimasta sola con Turiddu,<br />

Santuzza implora una parola d'amore ma l’uomo la respinge<br />

spavaldamente e corre verso Lola; accecata dal dolore e dalla<br />

gelosia, Santuzza rivela ad Alfio che Lola lo tradisce con<br />

Turiddu. Mentre i fedeli stanno uscendo dalla chiesa, Turiddu<br />

invita i paesani per un brindisi all’osteria di Mamma Lucia; nel<br />

momento in cui Alfio si rifiuta di bere alla sua salute, tutti i presenti<br />

fuggono, spaventati da un oscuro presentimento.<br />

Improvvisamente Turiddu sfida Alfio a duello ma è subito assalito<br />

da profonda tristezza al pensiero del torto fatto a Santuzza.<br />

Rimasto solo, chiede alla madre di essere benedetto, la abbraccia<br />

e le raccomanda di aver cura di Santuzza, allontanandosi precipitosamente.<br />

Santuzza getta le braccia al collo di Mamma Lucia,<br />

mentre si ode un mormorio lontano, seguito dal grido disperato<br />

di una popolana, ad annunciare il tragico esito del duello.


CAVALLERIA RUSTICANA<br />

Melodramma in un atto<br />

Libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti<br />

e Guido Menasci<br />

tratto dalla novella di Giovanni Verga<br />

dallo stesso titolo<br />

Personaggi:<br />

SANTUZZA, una giovane contadina<br />

(a peasant girl) soprano<br />

TURIDDU, un giovane contadino<br />

(a young peasant) tenore<br />

LUCIA, sua madre (his mother) soprano<br />

ALFIO, un carrettiere (a carter) baritono<br />

LOLA, sua moglie<br />

(his wife) mezzosoprano<br />

La scena rappresenta una piazza in un paese<br />

della Sicilia. Nel fondo, a destra, chiesa con<br />

porta praticabile. A sinistra l'osteria e la casa<br />

di Mamma Lucia. È il giorno di Pasqua.<br />

Siciliana<br />

TURIDDU<br />

(a sipario calato)<br />

O Lola ch'ai di latti la cammisa<br />

Si bianca e russa comu la cirasa,<br />

Quannu t'affacci fai la vucca a risa,<br />

Biato cui ti dà lu primu vasu!<br />

Ntra la porta tua lu sangu è sparsu,<br />

E nun me mporta si ce muoru accisu...<br />

E s'iddu muoru e vaju mparadisu<br />

Si nun ce truovo a ttia, mancu ce trasu.<br />

Scena<br />

La scena sul principio è vuota. Albeggia.<br />

Coro d'introduzione<br />

DONNE<br />

(di dentro)<br />

Gli aranci olezzano<br />

Sui verdi margini,<br />

Cantan le allodole<br />

Tra i mirti in fior;<br />

Tempo è si mormori<br />

Da ognuno il tenero<br />

Canto che i palpiti<br />

Raddoppia al cor.<br />

(Le donne entrano in scena.)<br />

UOMINI<br />

(di dentro)<br />

In mezzo al campo<br />

Tra le spiche d'oro<br />

Giunge il rumor<br />

Delle vostre spole,<br />

Noi stanchi<br />

Riposando dal lavoro<br />

A voi pensiam,<br />

O belle occhi-di-sole.<br />

A voi corriamo<br />

Come vola l'augello<br />

Al suo richiamo.<br />

(Gli uomini entrano in scena.)<br />

DONNE<br />

Cessin le rustiche<br />

Opre: la Vergine<br />

Serena allietasi<br />

Del Salvator;<br />

Tempo è si mormori<br />

Da ognuno il tenero<br />

Canto che i palpiti<br />

Raddoppia al cor.<br />

(Il coro attraversa la scena ed esce.)


Scena<br />

Santuzza e Lucia<br />

SANTUZZA<br />

(entrando)<br />

Dite, mamma Lucia...<br />

LUCIA<br />

(sorpresa)<br />

Sei tu? Che vuoi?<br />

SANTUZZA<br />

Turiddu ov'è?<br />

LUCIA<br />

Fin qui vieni a cercare<br />

Il figlio mio?<br />

SANTUZZA<br />

Voglio saper soltanto,<br />

Perdonatemi voi, dove trovarlo.<br />

LUCIA<br />

Non lo so, non lo so,<br />

Non voglio brighe!<br />

SANTUZZA<br />

Mamma Lucia, vi supplico piangendo,<br />

Fate come il Signore a Maddalena,<br />

Ditemi per pietà dov'è Turiddu...<br />

LUCIA<br />

È andato per il vino<br />

A Francofonte.<br />

SANTUZZA<br />

No! l'han visto in paese<br />

Ad alta notte.<br />

LUCIA<br />

Che dici?<br />

Se non è tornato a casa!<br />

(avviandosi verso l'uscio di casa)<br />

Entra!<br />

SANTUZZA<br />

(disperata)<br />

Non posso entrare in casa vostra.<br />

Sono scomunicata!<br />

LUCIA<br />

E che ne sai<br />

Del mio figliolo?<br />

SANTUZZA<br />

Quale spina ho in core!<br />

Sortita di Alfio con Coro<br />

Alfio, Coro e dette<br />

ALFIO<br />

Il cavallo scalpita,<br />

I sonagli squillano,<br />

Schiocca la frusta. E va!<br />

Soffi il vento gelido,<br />

Cada l'acqua o nevichi,<br />

A me che cosa fa?<br />

CORO<br />

O che bel mestiere<br />

Fare il carrettiere<br />

Andar di qua e di là!<br />

ALFIO<br />

M'aspetta a casa Lola<br />

Che m'ama e mi consola,<br />

Ch'è tutta fedeltà.<br />

Il cavallo scalpiti,


I sonagli squillino,<br />

E Pasqua, ed io son qua!<br />

Scena e preghiera<br />

LUCIA<br />

Beato voi, compar Alfio,<br />

Che siete sempre allegro così!<br />

ALFIO<br />

Mamma Lucia,<br />

N'avete ancora<br />

Di quel vecchio vino?<br />

LUCIA<br />

Non so;<br />

Turiddu è andato<br />

A provvederne.<br />

ALFIO<br />

Se è sempre qui!<br />

L'ho visto stamattina<br />

Vicino a casa mia.<br />

LUCIA<br />

(sorpresa)<br />

Come?<br />

SANTUZZA<br />

(rapidamente)<br />

Tacete.<br />

(Dalla chiesa odesi intonare l'Alleluja.)<br />

ALFIO<br />

Io me ne vado,<br />

Ite voi altre in chiesa.<br />

(Esce.)<br />

CORO<br />

(interno della chiesa)<br />

Regina coeli laetare.<br />

Alleluja!<br />

Quia quem meruisti portare.<br />

Alleluja!<br />

Resurrexit sicut dixit.<br />

Alleluja!<br />

SANTUZZA, LUCIA E CORO ESTERNO<br />

(sulla piazza)<br />

Inneggiamo,<br />

Il Signor non è morto,<br />

Ei fulgente<br />

Ha dischiuso l'avel,<br />

Inneggiam<br />

Al Signore risorto<br />

Oggi asceso<br />

Alla gloria del Ciel!<br />

CORO<br />

(interno della chiesa)<br />

Ora pro nobis Deum.<br />

Alleluja!<br />

Gaude et laetare, Virgo Maria.<br />

Alleluja!<br />

Quia surrexit Dominus vere.<br />

Alleluja!<br />

(Tutti entrano in chiesa tranne Santuzza e<br />

Lucia.)<br />

Romanza e Scena<br />

Lucia e Santuzza<br />

LUCIA<br />

Perché m'hai fatto<br />

Segno di tacere?<br />

SANTUZZA<br />

Voi lo sapete, o mamma,


Prima d'andar soldato,<br />

Turiddu aveva a Lola<br />

Eterna fè giurato.<br />

Tornò, la seppe sposa;<br />

E con un nuovo amore<br />

Volle spegner la fiamma<br />

Che gli bruciava il core:<br />

M'amò, l'amai.<br />

Quell'invidia d'ogni delizia mia,<br />

Del suo sposo dimentica,<br />

Arse di gelosia...<br />

Me l'ha rapito...<br />

Priva dell'onor mio rimango:<br />

Lola e Turiddu s'amano,<br />

Io piango, io piango!<br />

LUCIA<br />

Miseri noi,<br />

Che cosa vieni a dirmi<br />

In questo santo giorno?<br />

SANTUZZA<br />

Io son dannata.<br />

Andate o mamma,<br />

Ad implorare Iddio,<br />

E pregate per me.<br />

Verrà Turiddu,<br />

Vo' supplicarlo<br />

Un'altra volta ancora!<br />

LUCIA<br />

(avvicinandosi alla chiesa)<br />

Aiutatela voi,<br />

Santa Maria!<br />

(Esce.)<br />

Scena<br />

Santuzza e Turiddu<br />

TURIDDU<br />

(entrando)<br />

Tu qui, Santuzza?<br />

SANTUZZA<br />

Qui t'aspettavo.<br />

TURIDDU<br />

È Pasqua,<br />

In chiesa non vai?<br />

SANTUZZA<br />

Non vo.<br />

Debbo parlarti...<br />

TURIDDU<br />

Mamma cercavo.<br />

SANTUZZA<br />

Debbo parlarti...<br />

TURIDDU<br />

Qui no! Qui no!<br />

SANTUZZA<br />

Dove sei stato?<br />

TURIDDU<br />

Che vuoi tu dire?<br />

A Francofonte!<br />

SANTUZZA<br />

No, non è ver!<br />

TURIDDU<br />

Santuzza, credimi...<br />

SANTUZZA<br />

No, non mentire;


Ti vidi volger<br />

Giù dal sentier...<br />

E stamattina, all'alba,<br />

T'hanno scorto<br />

Presso l'uscio di Lola.<br />

TURIDDU<br />

Ah! mi hai spiato?<br />

SANTUZZA<br />

No, te lo giuro.<br />

A noi l'ha raccontato<br />

Compar Alfio<br />

Il marito, poco fa.<br />

TURIDDU<br />

Cosi ricambi<br />

L'amor che ti porto?<br />

Vuoi che m'uccida?<br />

SANTUZZA<br />

Oh! questo non lo dire...<br />

TURIDDU<br />

Lasciami dunque, lasciami;<br />

Invan tenti sopire<br />

Il giusto sdegno Colla tua pietà.<br />

SANTUZZA<br />

Tu l'ami dunque?<br />

TURIDDU<br />

No...<br />

SANTUZZA<br />

Assai più bella<br />

È Lola.<br />

TURIDDU<br />

Taci, non l'amo.<br />

SANTUZZA<br />

L'ami...<br />

Oh! maledetta!<br />

TURIDDU<br />

Santuzza!<br />

SANTUZZA<br />

Quella cattiva femmina<br />

Ti tolse a me!<br />

TURIDDU<br />

Bada, Santuzza,<br />

Schiavo non sono<br />

Di questa vana<br />

Tua gelosia!<br />

SANTUZZA<br />

Battimi, insultami,<br />

T'amo e perdono,<br />

Ma è troppo forte<br />

L'angoscia mia.<br />

Stornello di Lola<br />

Lola e detti<br />

LOLA<br />

(dentro alla scena)<br />

Fior di giaggiolo,<br />

Gli angeli belli<br />

Stanno a mille in cielo,<br />

Ma bello come lui<br />

Ce n'è uno solo.<br />

(entrando)<br />

Oh! Turiddu... È passato Alfio?<br />

TURIDDU<br />

Son giunto ora in piazza.<br />

Non so...


LOLA<br />

Forse è rimasto<br />

Dal maniscalco,<br />

Ma non può tardare.<br />

(ironica)<br />

E... voi<br />

Sentite le funzioni in piazza?<br />

TURIDDU<br />

Santuzza mi narrava...<br />

SANTUZZA<br />

(tetra)<br />

Gli dicevo che oggi è Pasqua<br />

E il Signor vede ogni cosa!<br />

LOLA<br />

Non venite alla messa?<br />

SANTUZZA<br />

Io no, ci deve andar chi sa<br />

Di non aver peccato.<br />

LOLA<br />

Io ringrazio il Signore<br />

E bacio in terra.<br />

SANTUZZA<br />

(ironica)<br />

Oh, fate bene, Lola!<br />

TURIDDU<br />

(a Lola)<br />

Andiamo, andiamo!<br />

Qui non abbiam che fare.<br />

LOLA<br />

(ironica)<br />

Oh! rimanete!<br />

SANTUZZA<br />

(a Turiddu)<br />

Sì, resta, resta,<br />

Ho da parlarti ancora!<br />

LOLA<br />

E v'assista il Signore:<br />

Io me ne vado.<br />

(Entra in chiesa.)<br />

Duetto<br />

Santuzza e Turiddu<br />

TURIDDU<br />

(irato)<br />

Ah! lo vedi,<br />

Che hai tu detto...?<br />

SANTUZZA<br />

L'hai voluto, e ben ti sta.<br />

TURIDDU<br />

(Le s'avventa.)<br />

Ah! perdio!<br />

SANTUZZA<br />

Squarciami il petto!<br />

TURIDDU<br />

(s'avvia)<br />

No!<br />

SANTUZZA<br />

(trattenendolo)<br />

Turiddu, ascolta!<br />

TURIDDU<br />

No!


SANTUZZA<br />

No, no, Turiddu,<br />

Rimani ancora.<br />

Abbandonarmi<br />

Dunque tu vuoi?<br />

TURIDDU<br />

Perché seguirmi,<br />

Perché spiarmi<br />

Sul limitare<br />

Fin della chiesa?<br />

SANTUZZA<br />

La tua Santuzza<br />

Piange e t'implora;<br />

Come cacciarla<br />

Così tu puoi?<br />

TURIDDU<br />

Va, ti ripeto<br />

Va non tediarmi,<br />

Pentirsi è vano<br />

Dopo l'offesa!<br />

SANTUZZA<br />

(minacciosa)<br />

Bada!<br />

TURIDDU<br />

Dell'ira tua non mi curo!<br />

(La getta a terra e fugge in chiesa.)<br />

SANTUZZA<br />

(nel colmo dell'ira)<br />

A te la mala Pasqua, spergiuro!<br />

(Cade affranta ed angosciata.)<br />

Duetto<br />

Santuzza e Alfio<br />

(Sorte Alfio e s'incontra con Santuzza.)<br />

SANTUZZA<br />

Oh! Il Signore vi manda<br />

Compar Alfio.<br />

ALFIO<br />

A che punto è la messa?<br />

SANTUZZA<br />

E tardi ormai, ma per voi<br />

Lola è andata con Turiddu!<br />

ALFIO<br />

(sorpreso)<br />

Che avete detto?<br />

SANTUZZA<br />

Che mentre correte<br />

All'acqua e al vento<br />

A guadagnarvi il pane,<br />

Lola v'adorna il tetto<br />

In malo modo!<br />

ALFIO<br />

Ah! nel nome di Dio,<br />

Santa, che dite?<br />

SANTUZZA<br />

Il ver. Turiddu<br />

Mi tolse l'onore,<br />

E vostra moglie<br />

Lui rapiva a me!<br />

ALFIO<br />

Se voi mentite,<br />

Vo' schiantarvi il core!


SANTUZZA<br />

Uso a mentire<br />

Il labbro mio non è!<br />

Per la vergogna mia,<br />

Pel mio dolore<br />

La triste verità<br />

Vi dissi, ahimè!<br />

ALFIO<br />

Comare Santa,<br />

Allor grato vi sono.<br />

SANTUZZA<br />

Infame io son<br />

Che vi parlai cosi!<br />

ALFIO<br />

Infami loro:<br />

Ad essi non perdono;<br />

Vendetta avrò<br />

Pria che tramonti il di.<br />

Io sangue voglio,<br />

All'ira m'abbandono,<br />

In odio tutto<br />

L'amor mio finì...<br />

(Escono.)<br />

Intermezzo sinfonico<br />

(Tutti escono di chiesa, Lucia traversa la scena<br />

ed entra in casa.)<br />

Scena, Coro e Brindisi<br />

Lola, Turiddu e Coro<br />

UOMINI<br />

A casa, a casa,<br />

Amici, ove ci aspettano<br />

Le nostre donne,<br />

Andiam.<br />

Or che letizia<br />

Rasserena gli animi<br />

Senza indugio corriam.<br />

DONNE<br />

A casa, a casa,<br />

Amiche, ove ci aspettano<br />

I nostri sposi,<br />

Andiam .<br />

Or che letizia<br />

Rasserena gli animi<br />

Senza indugio corriam.<br />

(Il coro si avvia.)<br />

TURIDDU<br />

(a Lola che s'avvia)<br />

Comare Lola,<br />

Ve ne andate via<br />

Senza nemmeno salutare?<br />

LOLA<br />

Vado a casa:<br />

Non ho visto compar Alfio!<br />

TURIDDU<br />

Non ci pensate,<br />

Verrà in piazza.<br />

(al Coro)<br />

Intanto amici, qua,<br />

Beviamone un bicchiere.<br />

(Tutti si avvicinano alla tavola dell'osteria e<br />

prendono i bicchieri.)<br />

Viva il vino spumeggiante<br />

Nel bicchiere scintillante,<br />

Come il riso dell'amante<br />

Mite infonde il giubilo!


Viva il vino ch'è sincero<br />

Che ci allieta ogni pensiero,<br />

E che annega l'umor nero,<br />

Nell'ebbrezza tenera.<br />

CORO<br />

Viva il vino spumeggiante, ecc.<br />

(Si riprende il brindisi.)<br />

TURIDDU<br />

(a Lola)<br />

Ai vostri amori!<br />

(Beve.)<br />

LOLA<br />

(a Turiddu)<br />

Alla fortuna vostra!<br />

(Beve.)<br />

TURIDDU<br />

Beviam!<br />

CORO<br />

Beviam! Viva il vin!<br />

(Entra Alfio.)<br />

Finale<br />

Alfio e detti<br />

ALFIO<br />

A voi tutti salute!<br />

CORO<br />

Compar Alfio, salute.<br />

TURIDDU<br />

Benvenuto!<br />

Con noi dovete bere:<br />

(Empie un bicchiere.)<br />

Ecco, pieno è il bicchiere.<br />

ALFIO<br />

(respingendolo)<br />

Grazie, ma il vostro vino<br />

Io non l'accetto.<br />

Diverrebbe veleno<br />

Entro il mio petto.<br />

TURIDDU<br />

(Getta il vino.)<br />

A piacer vostro!<br />

LOLA<br />

Ahimè! che mai sarà?<br />

ALCUNE DONNE<br />

(a Lola)<br />

Comare Lola,<br />

Andiamo via di qua.<br />

(Tutte le donne escono conducendo Lola)<br />

TURIDDU<br />

Avete altro a dirmi?<br />

ALFIO<br />

Io? Nulla!<br />

TURIDDU<br />

Allora sono agli ordini vostri.<br />

ALFIO<br />

Or ora?<br />

TURIDDU<br />

Or ora!<br />

(Alfio e Turiddu si abbracciano. Turiddu<br />

morde l'orecchio destro di AIfio.)


ALFIO<br />

Compare Turiddu,<br />

Avete morso a buono...<br />

(con intenzione)<br />

C'intenderemo bene,<br />

A quel che pare!<br />

TURIDDU<br />

Compar Alfio!<br />

Lo so che il torto è mio:<br />

E ve lo giuro<br />

Nel nome di Dio<br />

Che al par d'un cane<br />

Mi farei sgozzar,<br />

Ma... s'io non vivo,<br />

Resta abbandonata...<br />

Povera Santa!...<br />

Lei che mi s'è data...<br />

(con impeto)<br />

Vi saprò in core<br />

Il ferro mio piantar!<br />

ALFIO<br />

(freddamente)<br />

Compare,<br />

Fate come più vi piace;<br />

Io v'aspetto qui fuori<br />

Dietro l'orto.<br />

(Esce.)<br />

Lucia e Turiddu<br />

TURIDDU<br />

Mamma,<br />

Quel vino è generoso, e certo<br />

Oggi troppi bicchieri<br />

Ne ho tracannati...<br />

Vado fuori all'aperto.<br />

Ma prima voglio<br />

Che mi benedite<br />

Come quel giorno<br />

Che partii soldato.<br />

E poi... mamma... sentite...<br />

S'io... non tornassi...<br />

Voi dovrete fare<br />

Da madre a Santa,<br />

Ch'io le avea giurato<br />

Di condurla all'altare.<br />

LUCIA<br />

Perché parli così, figliuol mio?<br />

TURIDDU<br />

Oh! nulla!<br />

È il vino che mi ha suggerito!<br />

Per me pregate Iddio!<br />

Un bacio, mamma...<br />

Un altro bacio... addio!<br />

(L'abbraccia ed esce precipitosamente.)<br />

Lucia, Santuzza e Coro<br />

LUCIA<br />

(disperata, correndo in fondo)<br />

Turiddu?! Che vuoi dire?<br />

Turiddu? Turiddu? Ah!<br />

(Entra Santuzza.)<br />

Santuzza!...<br />

SANTUZZA<br />

(Getta la braccia al collo di Lucia.)<br />

Oh! madre mia!<br />

(Si sente un mormorio lontano.)<br />

DONNE<br />

(correndo)<br />

Hanno ammazzato compare Turiddu!<br />

(Tutti gettano un grido.)


PIERO MARIN Tenore<br />

Nato a Salon de Provence (Francia), Piero Marin studia canto con<br />

Mario Bigazzi (Monte Carlo) e, successivamente si perfeziona con<br />

Angelo Loforese e Leo Nucci. Vince il “Concours de Béziers” ed è<br />

finalista nel 1998 del “Voix Nouvelles” di Parigi. Dal 1993 al 2000,<br />

intraprende la carriera di baritono che lo porta ad interpretare<br />

tutti i grandi ruoli del repertorio italiano: “Rigoletto” (Opèra de<br />

Dijon, Busseto con l’”Orchestra Toscanini” diretto da M° De<br />

Bernart, per Rai 2 nel film “Fine secolo”…), Figaro del “Barbiere<br />

di Siviglia” (Teatro Antico di Bellinzona, Rovigo, Dijon….),<br />

Scarpia nella “Tosca” (Politeama di Prato, Festival di Como,<br />

Madrid, Giappone, Germania…), Gerard nell’”Andrea Chenier”,<br />

“Il Trovatore”, “Nabucco”, “Carmen”, “La Bohème”…<br />

È nel 2002 che debutta come tenore nel ruolo di Radames in “Aida” in Francia. Interpreta<br />

poi Alfredo nel “La Traviata” in Francia ed in Italia sotto la direzione di David Miller e partecipa<br />

a numerosi concerti.<br />

Nel 2003, debutta come Rodolfo ne “La Boheme” all’Opera di Sofia (Bulgaria), a Bordeaux<br />

(Francia) e a Buscoldo (Mantova) sotto la direzione di Daniele Anselmi.<br />

Si produce sotto la direzione di Claudio Micheli a Como e a Milano ne “I Pagliacci” e<br />

“Turandot” in forma di concerto. Canta il ruolo di Pinkerton (“Madama Butterfly) in una<br />

tournée mondiale (Germania, Francia, Corea, Giappone…). Nel 2004, ha ripreso il ruolo di<br />

Alfredo (“La Traviata”) a Perugia, all’Opera Nazionale di Rousse (Bulgaria), si produce in<br />

concerto a Berlino, interpreta Cavaradossi (Tosca) e Otello (con grandi riscontri di critica e<br />

di pubblico) in numerosi teatri francesi.<br />

Nel 2005, ha cantato Cavaradossi a Massa Carrara sotto la direzione del Maestro Giacomo<br />

Loprieno, poi Pinkerton all’Opera del Cairo, è stato di nuovo Cavaradossi a Rieti diretta<br />

dal Maestro Claudio Micheli, con la regia di Dario Micheli.<br />

WALTER FRANCESCHINI Baritono<br />

Ha studiato canto sotto la guida del maestro Vito Maria Brunetti a<br />

Bolzano.<br />

Nel Settembre 2004 si aggiudica al terzo premio al concorso lirico<br />

“val di Sole” e nel mese successivo debutta a San Giovanni in<br />

Persiceto ne “la Traviata” di G. Verdi nel ruolo di Giorgio<br />

Germont.<br />

Al suo attivo numerosi concerti sia in ambito nazionale (TRENTO<br />

- BOLZANO - VERONA - BOLOGNA - VENEZIA - MILANO) ed<br />

anche in campo internazionale (ROMANIA E REPUBBLICA<br />

CECA).<br />

ANNALISA CARBONARA Soprano<br />

Nasce a Bari nel 1973. Nel 1996 si diploma brillantemente presso<br />

il Conservatorio “N. Piccinni” di Bari, sezione di Monopoli, sotto<br />

la guida della Prof.ssa Serafina Tuzzi.<br />

Prosegue nello studio sotto la guida di insegnanti quali Marenzi,<br />

Corelli, Rigosa, Dedseri, Ricciarelli, De Corato ottenendo grandi<br />

successi di pubblico e di critica ai relativi concerti finali.<br />

Nel 1998, su 150 concorrenti, risulta 1° premio assoluto al<br />

Concorso Internazionale “Bel Canto Italia” con la presidenza del<br />

tenore Franco Corelli, che le vale il ruolo principale in “<strong>Cavalleria</strong><br />

Rusticana” di P. Mascagni. Debutta quindi in varie città pugliesi


nei ruoli principali d’opere quali: “La Farsa della Tinozza” del M° Milella, “Suor Angelica” e<br />

“Bohéme” di G. Puccini e ancora “<strong>Cavalleria</strong> Rusticana”.<br />

È 1° premio assoluto nella “Selezione Internazionale per giovani cantanti lirici - Circuito<br />

2000” a Rovigo e 1° premio assoluto al “Concorso Europeo per cantati lirici di Busseto”<br />

(Pr) nel febbraio 2001 dove si specializza con i grandi maestri Beppe DeTomasi e Virginia<br />

Zeani. Frequenta in questi anni l’accademia “Paolo Grassi” di Martina Franca (Ta) sotto la<br />

guida del M° Sergio Segalini, debuttando a partire dalla 26^ edizione al “Festival della<br />

Valle d’Itria” (anno 2000) in vari concerti. Il debutto in vari ruoli invece a partire dalla 27^<br />

edizione con “La Reine de Saba” di Gounod (2001); 28^ “Les Huguenots” di Meyerbeer<br />

(2002); 29^ “Siberia” di U. Giordano (2003); 30^ “Salvator Rosa” di Gomes - “Messa per l’incoronazione<br />

di Napoleone” - “La marche funébre à l’occasion de la mort du gènèral Hoche” di G.<br />

Paisiello - “Missa de nossa Senhora da Conceicào” di Gomes (2004). Nel 2000 vince il 1° premio<br />

al Concorso Internazionale “N.Piccinni” a Bari, con la presidenza del grande soprano<br />

Magda Olivero e partecipa risultando finalista al “Concorso Europeo per giovani cantanti<br />

lirici di Spoleto” (Pg) e al Concorso “Tito Schipa” a Lecce.<br />

Nel maggio 2001, a conclusione dei festeggiamenti per la visita di Riccardo Muti al<br />

Conservatorio di Bari, si esibisce in un concerto per il Maestro nella splendida cornice del<br />

Castello Svevo di Bari. Nel 2002 è Berta ne “Il Barbiere di Siviglia” di G. Rossini, al<br />

Politeama di Lecce. In questo stesso anno prende parte ad una delegazione italiana in<br />

Corea del Sud recandosi nella città di Shanghai (Cina), per diversi concerti, su invito delle<br />

autorità locali. Nell'anno 2003 debutta nei ruoli di “Tosca” di G. Puccini e “Pagliacci” di R.<br />

Leoncavallo a Milano alla presenza del M° Franco Corelli, e pure nel ruolo di “Mimì” in<br />

“La Bohéme” di G. Puccini. Esegue anche lo “Stabat Mater” di G. Rossini al Teatro Novelli<br />

di Rimini.<br />

Collabora con l’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari in qualità di cantante solista.<br />

Nel 2004 impegni internazionali la portano prima nella Repubblica Popolare Cinese per<br />

una serie di concerti tra Pechino e Shanghai, in Germania con l’Orchestra del<br />

Conservatorio di Lecce è protagonista in “I due baroni di Rocca Azzurra” di Cimarosa, e<br />

ancora in Messico per concerti in Città del Messico e Monterrey con l’Orchestra della<br />

Magna Grecia di Taranto.<br />

È “Valencienne” in una produzione di “La Vedova Allegra” di F. Lehar al Teatro San Babila<br />

di Milano, sotto la guida del M.o S. Casarin Rizzolo. Registra con la VS Record un CD de<br />

“La buona novella” di F. De Andrè,per conto della “Fondazione Piccinni” di Bari.<br />

Nel 2005 è 1° premio assoluto al Concorso Mattia Battistini di Rieti: grazie a ciò è la protagonista<br />

di “Tosca” nel mese dicembre 2005 nella stagione del Teatro Flavio Vespasiano di<br />

Rieti, direttore M.o Claudio Micheli.<br />

È 2° classificata al Festival della Lirica di Sanremo 2005, Premio Sanremo Musica Classica<br />

International.<br />

Nell’ottobre 2005 ha ricevuto il “Premio Basiola” presso il Teatro Comunale di Soresina,<br />

quale soprano emergente dietro segnalazione del M.o Sergio Segalini, Direttore Artistico<br />

della Fenice di Venezia e del Festival delle Valle d’Itria. In occasione dell’Oscar della Lirica<br />

2006 al tenore Carlo Bergonzi, riceve a Milano il “Premio Alessandro Volta” come giovane<br />

promessa della lirica.<br />

È nel cast di “Madama Butterfly” nell’ aprile 2006 al Teatro N. Piccinni di Bari, sotto la prestigiosa<br />

direzione del M.o Daniel Oren.<br />

GABRIELLA BOSCO mezzosoprano<br />

Laureatasi in Medicina e Chirurgia nel 1997 presso l'Università degli Studi “G.<br />

D’Annunzio” di Chieti, si diploma in Canto nel 2000 col massimo dei voti e la lode sotto<br />

la guida dei Maestri E. Battaglia e L. Gallo, dei quali, inoltre, ha seguito per molti anni i<br />

corsi sul Lied Tedesco presso la Scuola Superiore per cantanti e pianisti collaboratori


“Hugo Wolf” di Acquasparta (TR).<br />

Si aggiudica premi in alcuni concorsi (XVIII Concorso Nazionale<br />

di Musica vocale da camera Città di Conegliano; III Concorso<br />

Internazionale per cantanti lirici “Palermo capitale della musica”;<br />

migliore interpretazione di aria giordaniana femminile al VII<br />

Concorso lirico Internazionale “U. Giordano” di Foggia) e tiene<br />

con successo numerosi concerti in Italia e all’estero, tra i quali lo<br />

Stabat Mater di G.B. Pergolesi, il Miserere di J.A. Hasse, la Petite<br />

Messe Solennelle di G. Rossini al Festival dei Due Mondi di<br />

Spoleto, il Gloria ed il Dixit Dominus di A. Vivaldi ed il Concierto<br />

Grosso di L. Bacalov.<br />

Intensa anche l'attività operistica: Falstaff, Luisa Miller e Rigoletto<br />

di G. Verdi, Mirandolina di B. Martinù, Estaba la madre di L. Bacalov (2004, prima esecuzione<br />

mondiale assoluta), Pollicino di Henze, I cavalieri di Ekebù di R. Zandonai, Ariadne<br />

auf Naxos di R. Strauss, L’isola disabitata di F.J. Haydn, Madama Butterfly di G. Puccini e<br />

Il pipistrello di J. Strauss, sotto la direzione di maestri quali D. Oren, L. Bacalov, R.<br />

Gandolfi, S. Mercurio, S.A. Reck, D. Callegari.<br />

Attualmente studia e si perfeziona con la Sig.ra Cecilia Fusco.<br />

ALESSIA NADIN mezzosoprano<br />

Inizia la sua formazione musicale studiando pianoforte sotto la<br />

guida del M° Danilo Zeni e conseguendo il “Compimento inferiore<br />

di pianoforte”.<br />

Avvicinatasi già al canto grazie all M.a Mariagrazia Biancolin e<br />

successivamente iscrittasi al Conservatorio “B. Marcello” di<br />

Venezia, nel Giugno del 2003 si diploma in canto lirico con il massimo<br />

dei voti, sotto la guida della M.a Stella Silva. Ha preso parte<br />

a master classes presso l’accademia Musicale Serenissima di Sacile<br />

con la M.a Stella Silva e a Venezia con il M° Maurizio Arena.<br />

Attualmente si sta perfezionando con il M° Beniamino Prior. Nel<br />

maggio del 2003 esordisce con l’intermezzo in musica “La<br />

Canterina” di F. J. Haydn, nel ruolo di Apollonia, svoltasi al Teatro Piccolo arsenale a<br />

Venezia.<br />

Nello stesso anno partecipa, nel ruolo di Lisetta, al dramma giocoso “Il caffè di<br />

Campagna” di B. Galuppi svoltosi nel palazzo Ca’ Rezzonico di Venezia.<br />

Nel 2004 è tra i quattro finalisti, premiati con una Borsa di Studio e con dei Concerti<br />

Premio, al Concorso “La fabbrica delle note” di Padova. A Pieve di Soligo è Ines ne “Il<br />

Trovatore” di G. Verdi e a Venezia è Livietta ne “La partenza e il ritorno dei marinai” di<br />

B. Galuppi. Nello stesso anno, presso il Teatro G. Donizetti di Bergamo, partecipa alla conferenza-Concerto<br />

per la presentazione della nuova partitura dell’opera “Don Sébastien”<br />

di G. Donizetti ricoprendo il ruolo di Zayda. Nel 2005 è finalista al Concorso “Comunità<br />

Europea” 2005 per giovani cantanti lirici indetto dal Teatro Lirico sperimentale “Adriano<br />

Belli” di Spoleto (PG) e ritenuta idonea. Nel maggio del 2005 interpreta, dall’opera “La<br />

Cenerentola” di G. Rossini il ruolo di Angelina al teatro Malibran di Venezia e Berta ne “Il<br />

Barbiere di Siviglia” di G. Rossini. Per il circuito As.Li.Co, è Giovanna nel “Rigoletto” di<br />

G. Verdi e Cherubino nelle “Nozze di Figaro” di W. A. Mozart. Nel maggio di quest’anno<br />

è Terza Dama e Papagena nel “Flauto magico” di W. A. Mozart. È stata inoltre impegnata<br />

in concerti di musica sacra tra cui si segnalano gli “Inno e Responsori per il Natale” di G.<br />

A. Perti, la Messa in C/C Major KV220 di W. A. Mozart, lo “Stabat Mater” di G. Pergolesi<br />

eseguito con l’orchestra “Ensamble Serenissima” di Sacile e la “Petite Messe Solennelle”<br />

di G. Rossini con il Teatro Verdi di Trieste.


ORCHESTRA DELLA SOCIETÀ FILARMONIA<br />

L’Associazione “Società Filarmonìa” è sorta nel 1998 con lo scopo di promuovere la cultura<br />

musicale e proporre concerti di alto profilo artistico riunendo esperienze e competenze<br />

musicali diversificate. Musicisti operanti nelle maggiori orchestre italiane sono quindi<br />

entrati a far parte di una struttura assai duttile, al fine di assicurare la presenza di esecutori<br />

di elevato livello e di offrire opportunità ai talenti emergenti, sia in qualità di solisti<br />

che di membri dei due organici sinfonici costituitisi al suo interno, l’Orchestra della Società<br />

<strong>Filarmonia</strong> e “I Virtuosi di Aquileia”. La Società <strong>Filarmonia</strong> ha promosso importanti stagioni<br />

concertistiche, dapprima, tra marzo e aprile 1999, Mozart, Concerti e Sinfonie al Teatro<br />

Nuovo “Giovanni da Udine” di Udine, cinque appuntamenti che hanno ottenuto il prestigioso<br />

patrocinio dell’Internationale Stiftung Mozarteum Salzburg, progetto a cui è affiancata<br />

una successiva edizione tra gennaio e maggio 2001, ancora al Teatro Nuovo di Udine,<br />

seguita da una terza edizione, nel maggio 2001, culminata nel concerto inserito nel cartellone<br />

2000-2001 della Società dei Concerti di Parma. Nel maggio 2000 è stato varato il progetto<br />

culturale Musica per il Friuli 2000, ricerca d’archivio, trascrizione ed esecuzione, spesso<br />

in prima assoluta, di pagine del repertorio sinfonico e sinfonico-vocale di autori friulani,<br />

giuliani ed istriani. I tre concerti tenuti al Teatro Nuovo “Giovanni da Udine” nel maggio<br />

2000 e nel marzo 2003, gli appuntamenti al Teatro “Adelaide Ristori” di Cividale del<br />

Friuli nel novembre 2000, presso la Chiesa di S. Francesco di Cividale del Friuli e la Sala<br />

Maggiore del Mozarteum di Salisburgo nel giugno 2001, e le esecuzioni di pagine sacre in<br />

diversi contesti liturgici presso il duomo di Udine e il duomo di Pordenone, la basilica di<br />

Aquileia e l’abbazia di Rosazzo (Manzano), hanno riportato alla luce pagine dimenticate<br />

dei più importanti compositori della Regione Friuli-Venezia Giulia, contribuendo notevolmente<br />

all’attuale dibattito sulla cultura e l’arte in Friuli negli ultimi due secoli. La Società<br />

<strong>Filarmonia</strong> è stata altresì protagonista di numerosi appuntamenti concertistici di grande<br />

rilievo, tra i quali vanno ricordati il concerto inaugurale della stessa, tenuto nell’ambito del<br />

cartellone Udine d’Estate 1998, il “Grande Concerto d’Estate” per Udine d’Estate 1999, i concerti<br />

udinesi per il “FAI - Fondo per l’Ambiente Italiano” del 1998 e 1999, Rossiniana in collaborazione<br />

con “Friuli Doc 1999”, il programma mozartiano presentato nel novembre<br />

1999 nell’ambito del prestigioso cartellone concertistico del Teatro Regio di Parma, il concerto<br />

inserito nella stagione musicale del Teatro Nuovo “Giovanni da Udine” di Udine nell’aprile<br />

2000, l’omaggio a Giuseppe Verdi nel centenario della scomparsa, concerti sinfonico-vocali<br />

tenuti nel luglio 2001 all’Arena Alpe Adria di Lignano Sabbiadoro, Udine per il<br />

cartellone di Udine d’Estate, Aquileia e Klagenfurt, il concerto per la Croce Rossa Italiana<br />

al Teatro Nuovo di Udine nel novembre 2001, il progetto per l’estate 2002, “I’ mi trovai, fanciulle,<br />

un bel mattino..., Un itinerario nella fiaba musicale”, interpretato da Paolo Villaggio,<br />

il progetto per l’estate 2003, “Mediterraneo, Un itinerario fra poesia, canzone d’autore e…”,<br />

al quale hanno partecipato le voci di Pamela Villoresi e Omero Antonutti, il concerto svolto<br />

nell’ambito del “Mittelfest” di Cividale del Friuli, edizione 2003, il progetto Suite 1797,<br />

dedicato alla figura di Napoleone in Friuli e ai compositori contemporanei Valter Sivilotti,<br />

Marco Sofianopulo e Daniele Zanettovich, progetto inserito nel cartellone 2003-2004 del<br />

Teatro Nuovo “Giovanni da Udine” di Udine, il Concerto-intervista “Omaggio del Friuli a<br />

Fellini” del 23 settembre 2004 con musiche di Rota. Bacalov, Plenizio eseguite da “I Virtuosi<br />

di Aquileia”, con l’intervista all’attrice Sandra Milo curata dalla giornalista Gloria De<br />

Antoni. Il 20 maggio 2005 l’Orchestra ha riscontrato un notevole successo nell’esecuzione<br />

dell’Opera inedita di Walter Sivilotti “Cagion d’Onore” in cartellone 2004-2005 al Teatro<br />

Nuovo Giovanni da Udine.<br />

Il Consiglio d’Amministrazione dell’Associazione Società <strong>Filarmonia</strong> è così formato:<br />

Christiano Sacha Fornaciari Presidente<br />

Gabriele Damiani Vice Presidente<br />

Paolo Alberto Amodio Consigliere


Alfredo Barchi Consigliere<br />

Emanuela Benedetti Consigliere<br />

Paolo Braida Consigliere<br />

Andrea Franceschini Consigliere<br />

Paolo Marin Consigliere<br />

Mario Miconi Consigliere<br />

Irmtraud Thurn Valsassina Consigliere<br />

CORO DEL FRIULI VENEZIA GIULIA<br />

Il Coro del Friuli Venezia Giulia ha debuttato presso il Teatro Nuovo di Udine nel gennaio<br />

del 2001. Negli ultimi anni, in formazione cameristica, ha collaborato con due grandi jazzisti,<br />

John Taylor e John Surman, nell’oratorio Proverbs and Song presentato a Udine, Modena e<br />

Ruvo di Puglia. Nello stesso periodo, ha partecipato ad un lavoro di rivisitazione di musiche<br />

popolari friulane rilette dal musicista jazz Glauco Venier con la collaborazione del saxofonista<br />

Klaus Gesing e del trombettista Enrico Rava, lavoro quest’ultimo registrato su CD. Nei<br />

successivi anni il coro ha proposto un repertorio che va dalla musica rinascimentale a cappella<br />

fino alle grandi pagine sinfoniche. Da segnalare il Dixit Dominius di Haendel, la Johannes<br />

Passion e molte Cantate di Bach con l’Orchestra Barocca “G. B. Tiepolo”, una tournèe con programma<br />

interamente dedicato alla policolorità e alla musica per doppio coro, la Petite Messe<br />

Solennelle di Rossini nella versione per due pianoforti e in quella orchestrale con la Junge<br />

Phiharmonie Wien, i Chichester Psalms di Bernstein, il Gloria di Vivaldi, la Grande Messa in do<br />

minore di Mozart con l’Orchestra Sinfonica del FVG. Ha inoltre preso parte, spesso inaugurandoli,<br />

a stagioni e festival musicali tra i quali Carniarmonie, Nei Suoni dei luoghi, Estate in<br />

città, Natale in musica, Talos Festival di Ruvo di Puglia, Festival Monteverdi di Cremona,<br />

Concerti Sacri nel Duomo di S. Stefano a Vienna. L’altro Suono del Teatro Comunale di<br />

Modena, Amici della Musica di Padova. Il 26 novembre 2002, in occasione dell’Anno<br />

Internazionale della Montagna, il coro, in formazione virile ha cantato, in diretta Eurovisione<br />

dal Monte Lussari, collegato via satellite con l’Orchestra Sinfonica di Pecs (H) che suonava in<br />

Sala Nervi alla presenza di Papa Giovanni Paolo II. In collaborazione con l’Orchestra Barocca<br />

“G. B. Tiepolo” nasce il progetto del coro che si prefigge l’obiettivo di eseguire tutte le oltre<br />

200 Cantate di J. S. Bach nel corso degli anni, progetto a cui hanno già preso parte artisti quali<br />

Emma Kirkby e Gustav Leonhardt. Il coro tiene circa 30 concerti l’anno suddivisi in 10 produzioni<br />

diverse ed è stato diretto da Enzo Rojatti, Paolo Paroni, Paolo Faldi, Davide De Lucia,<br />

Davide Pitis, Francesco Belli, Paolo Pollastri, Michael Lessky, Ernst Hoetzl, Howard Moody,<br />

Gustav Leonhart. Il maestro del coro fin dalla sua fondazione è Cristiano Dell’Oste.<br />

CORO QUODLIBET<br />

Il Coro e l’Orchestra “Quodlibet” sono due compagini di recente formazione. I componenti<br />

del Coro provengono da una pluriennale esperienza come Artisti del coro, mentre<br />

l’Orchestra è costituita esclusivamente da Professori d’orchestra professionisti altamente<br />

qualificati. Il nome “QUODLIBET” è un termine latino il cui significato è “ciò che piace”. In<br />

musica si riferisce ad una composizione di carattere scherzoso, consistente nella contrapposizione<br />

di melodie (sacre o profane) diverse sia per il tono del testo sia per la musica. Nei secc.<br />

XVI-XVII, in cui ebbe la massima fioritura, il QUODLIBET veniva scritto in forma polifonica:<br />

le diverse melodie, eseguite simultaneamente, davano luogo ad una mescolanza di effetto<br />

comico. Attualmente l’organico del coro è di oltre sessanta elementi, mentre quello<br />

dell’Orchestra può variare da un minimo di dieci fino ad un massimo di quaranta elementi.<br />

Il repertorio è assai articolato ed è costituito da brani composti da autori di diverse epoche<br />

con differenti stili ed organici. Il periodo preso in esame per lo studio e la concertazione di<br />

tale repertorio spazia dal XVII sec. fino ai compositori contemporanei. Il Maestro Emanuele<br />

Pedrini è Direttore artistico e musicale di entrambi i complessi.


CORO “G.B. CANDOTTI”<br />

Il coro “Giovanni Candotti” nacque come coro di servizio della Parrocchia di Codroipo<br />

nel 1970 ed ancora interviene nelle maggiori festività religiose della comunità. Il Coro,<br />

nel tempo, ha sviluppato un repertorio che va dalle monodie aquileiesi alla polifonia<br />

contemporanea; fa spicco l’opera di riscoperta e divulgazione del patrimonio della<br />

musica corale friulana, frutto delle ricerche del musicologo don Gilberto Pressacco,<br />

che ne fu direttore dal 1970 alla morte, avvenuta nel 1997. Il complesso ha tenuto oltre<br />

ottocento concerti in Italia e in numerosi Paesi europei, risultando premiato al<br />

Concorso Internazionale Seghizzi di Gorizia, al Festival Int.le del Baltico in Polonia e<br />

al Concorso Nazionale di Arezzo. Nel 1985 fu insignito del Premio “L’Angelo del<br />

Castello” per l’impegno profuso nell’opera di diffusione della cultura musicale friulana.<br />

Ha partecipato a tre spettacoli multimediali più volte replicati (“Il passat al ven<br />

doman”, “Borboròs”, “Mistero Contadino” per Mittelfest) e ha pubblicato tre dischi LP<br />

ed un CD di musiche di autori friulani. Alla morte di don Pressacco la direzione fu<br />

assunta dal m.o Claudio Zinutti, già collaboratore nella preparazione; dall’ottobre<br />

2004 il coro è diretto dalla m.a. Liliana Moro. Annualmente, in ottobre, organizza una<br />

rassegna corale, un concorso di elaborazione di temi popolari biennale e convegni di<br />

musicologia.<br />

“GRUPPO CORALE DI MELS”<br />

Nato per iniziativa di alcuni appassionati della musica e del canto, nel 1988 si è costituito<br />

in Associazione Culturale. Dal 1999 la direzione è affidata al m.o LILIANA<br />

MORO, diplomatasi in canto presso il Conservatorio “J. Tomadini” di Udine. Oltre<br />

all’attività concertistica in qualità di solista, svolge anche attività didattica presso alcuni<br />

gruppi corali e scuole di musica. Con lei, il “Gruppo Corale di Mels” continua nella<br />

sua attività di studio della musica corale nonché nell’ampliamento del proprio repertorio.<br />

Il coro, con la sua presenza, accompagna cerimonie religiose, partecipa a rassegne<br />

corali e promuove incontri per la conoscenza e la diffusione della cultura musicale.<br />

ALFREDO BARCHI<br />

Titolare dal 1989 della cattedra di Esercitazioni Orchestrali presso<br />

il Conservatorio “J. Tomadini” di Udine, si è diplomato in<br />

oboe presso il Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna con il<br />

M° Siviero ed ha svolto attività concertistica con il Sestetto<br />

Poulenc. Nel 1979 è stato premiato al 2° Concorso<br />

Internazionale di Ancona ed è stato invitato al Festival<br />

Internazionale di Langeais. Tra le registrazioni effettuate si<br />

annoverano “Un concerto per domani”, trasmesso sulla 1° rete<br />

nazionale a cura di G. Carli Ballola e, per “Nuovi Concertisti”,<br />

sulla 3° rete R.A.I.<br />

In seguito ha scelto la strada della direzione d’orchestra ed ha<br />

studiato con il M° Masini, collaborando con Daniel Oren per l’allestimento di Lucia di<br />

Lammermoor al Teatro Regio di Parma, indi per Adriana Lecouvreur al Teatro La Fenice di<br />

Venezia. La sua prima direzione risale al 1984 al Teatro dell’Aquila di Fermo con il<br />

Requiem di Mozart. Dal 1991 al 1996 è stato direttore artistico e direttore principale<br />

dell’Orchestra Filarmonica di Udine, alla direzione della quale ha eseguito il maggiore<br />

repertorio sinfonico, Don Pasquale (1995) e La Bohème (1996).<br />

Per il ventennale del terremoto in Friuli ha diretto il Requiem di Luigi Cherubini, trasmesso<br />

sulla 1° rete nazionale. Nel 1998 è stato tra i fondatori di Società <strong>Filarmonia</strong>,<br />

di cui è direttore artistico e direttore d’orchestra principale per tutti i progetti concertistici<br />

promossi ed organizzati dalla stessa.


EMANUELE PEDRINI<br />

Nato a Livorno nel 1972,si è diplomato in Canto lirico, Musica corale e Direzione di coro,<br />

Strumentazione per banda al conservatorio "Arrigo Boito" di Parma e Composizione presso<br />

il Conservatorio "Benedetto Marcello" di Venezia, città dove vive tuttora e dove lavora<br />

in qualità di Artista del Coro nella Fondazione Teatro La Fenice.<br />

Nel 2005 si è diplomato, con il massimo dei voti, in Direzione d'orchestra sotto la guida del<br />

M.o Giorgio Proietti presso il Conservatorio "B.Marcello" di Venezia, quale primo allievo<br />

assoluto nei Conservatori del Triveneto.<br />

Dal 1990 al 1996 ha diretto il Coro Lirico Lombardo, nel 1998 è stato Direttore del Coro del<br />

Teatro Arena Sferisterio di Macerata, riscuotendo numerosi consensi ed ottime critiche sia<br />

sulla stampa locale che nazionale. Nel 2001 ha preparato il coro della Fondazione Teatro<br />

La Fenice per la messa in scena dell'opera "Camera Oscura" di Marco di Bari, proposta in<br />

prima esecuzione assoluta alla Biennale di Venezia.<br />

E' Direttore artistico e musicale dell'Associazione Culturale Musicale QUODLIBET -<br />

orchestra e coro.<br />

Si sta inoltre dedicando alla concertazione ed alla direzione d'orchestra, prendendo parte<br />

ad importanti manifestazioni e coadiuvando il lavoro di prestigiosi direttori.<br />

FRANCESCO BELLOTTO<br />

Ha curato numerose monografie e collezioni di saggi musicologici.<br />

Ha pubblicato per i più importanti teatri di tradizione e fondazioni<br />

liriche italiane. Suoi articoli e saggi sono editi da riviste specializzate<br />

nazionali ed estere. Insegna teoria e tecnica del teatro<br />

musicale presso il Conservatorio “Benedetto Marcello” di<br />

Venezia, Istituzioni di regia teatrale nelle Università di Cremona e<br />

Bergamo. Tiene corsi e conferenze per le più prestigiose università<br />

e istituti culturali internazionali.<br />

È vicedirettore scientifico della Fondazione Donizetti di Bergamo.<br />

Fa parte del comitato scientifico della Edizione Nazionale delle<br />

Opere di Gatano Donizetti, su nomina del Ministero per i Beni e le<br />

Attività culturali; nella istituzione ricopre anche la carica di Segretario Tesoriere.<br />

Da tre anni è Direttore artsitico del Teatro Donizetti di Bergamo.<br />

In campo teatrale ha lavorato come assistente di affermati registi lirici (tra i quali Filippo<br />

Crivelli e Ugo Gregoretti). Dalla metà degli anni Novanta comincia a firmare alcuni spettacoli,<br />

fra i quali: Elisir d’amore (S. Pellegrino, 1996), Don Pasquale (S. Pellegrino, 1997),<br />

Rita (Bergamo, Sta-gione celebrativa del Teatro Donizetti, 1998), La prova di un’opera seria<br />

(Udine, 1999), Lo scoiattolo in gamba (Udine, 2000), Arlecchinata (Piacenza, 2000),<br />

Uccellatrice (Piacenza, 2000), Teresina (Venezia, 2002). Nel 2000 cura la ripresa dell’allestimento<br />

di Jonathan Miller dell’Anna Bolena di Donizetti (Bergamo e Cremona); nel 2001 la<br />

ripresa dell’allestimento di Ugo Gregoretti del Don Pasquale di Donizetti (Bergamo e<br />

Lucca); nel 2002 è regista assistente di Gregoretti per un nuovo allestimento di Elisir d’amore<br />

(Teramo) e per la prima escuzione tea-trale moderna de Il filosofo di campagna di<br />

Galuppi-Goldoni nella sua edizione filologica. Nel 2002 è regista assistente di Rocco<br />

Mortelliti per il nuovo allestimento de Il fantasma nella cabi-na su musica di Marco Betta<br />

e libretto tratto da un racconto di Andrea Camilleri (Teatri di Berga-mo, Modena, Lucca).<br />

Nel 2003 ha firmato gli spettacoli per Cenerentola di Rossini (Piacenza, Comunale) e La<br />

canterina di Franz Joseph Haydn (Venezia, Piccolo Arsenale). Regìe recenti: Che originali<br />

di Giovanni Simone Mayr (Venezia, Arsenale, prima esecuzione moderna della prima versione);<br />

Canterville Ghost Party (prima esecuzione assoluta, musica di Gianni Possio,<br />

Piacenza, Comunale, 2004); Cenerentola (Venezia, Malibran, La Fenice per le Scuole, maggio<br />

e dicembre 2005), Bastiano e Bastiana (Venezia, Arsenale, 2005), Monster’s Gallery


(prima e-secuzione assoluta, Trento, Festival Musica ‘900). L’impresario in angustie<br />

(Cimarosa) e Schauspieldirektor (Mozart); Don Giovanni di Mozart (Venezia, Piccolo<br />

Arsenale).<br />

FILIPPO GUGGIA<br />

Figlio d’arte, nasce a Vienna il 26 febbraio 1972.<br />

Studia varie discipline artistiche quali: la danza, la musica, la recitazione, il canto.<br />

Come assistente alla regia debutta nel 1990 con Madama Butterfly al “Dallas Opera House”,<br />

poi con Boheme ed Elisir d’amore a Udine.<br />

Nel ’95 firma la regia di Don Pasquale per l’orchestra Filarmonica di Udine.<br />

Dopo un anno apre la sartoria teatrale F.G.TEATRO focalizzando la propria attenzione sui<br />

costumi, produce e fa assistenza a vari spettacoli quali: Elisir d’Amore, Butterfly, Ritratto,<br />

Traviata, Tosca, Andrea Chenier, oltre alla produzione operistica, disegna e crea costumi storici.<br />

Firma di spettacoli di prosa, fa l’assistente di sartoria al Teatro Nuovo di Udine e agli enti<br />

ed agenzie di produzione locali e nazionali.<br />

Nel 2001 realizza e firma i costumi per Il Gabbiano (A.Cecov) regia di E.Nekrosius, per il<br />

Teatro Stabile d’Innovazione del Friuli Venezia Giulia, ne segue la tournee nazionale.<br />

Nel 2002, firma e realizza i costumi per Sogno di una notte….del 45, regia di G. Bonanni per<br />

l’Accademia degli Sventati, che partecipa al Mittelfest di Cividale del Friuli.<br />

Alla fine del 2003 realizzerà e firma i costumi dell’opera: Don Pasquale (G. Doninzetti) nell’ambito<br />

dell’allestimento per il concorso Battistini nella città di Rieti e per il Comune di<br />

Carrara nel 2004.<br />

Da settembre 2004 comincia la collaborazione con la sartoria FARANI di Roma, per la<br />

quale lavora a prestigiose messe in scena di Franca Squarciapino - VESPRI SICILIANI al<br />

teatro Massimo di Palermo, TRISTANO ED ISOTTA al teatro San Carlo di Napoli, LE<br />

GENIE DE LA FORETE al teatro Studio24 di Lione, CELEBRATION al teatro RondPoint<br />

di Parigi .<br />

Nell’estate 2005, in Friuli, firmerà i costumi di BARBIERE DI SIVIGLIA, regia scene e<br />

costumi per DON PASQUALE e costumi per un adattamento in commedia dell’arte delle<br />

BARUFFE CHIGGIOTTE.<br />

MICHELE UGO GALLIUSSI<br />

Nato a Udine nel 1963 ove vive e lavora.<br />

Divide il proprio tempo tra l’insegnamento della letteratura e<br />

della storia (presso scuole superiori della provincia di Udine) e le<br />

attività pittoriche e grafiche, da anni rivolte anche all’ideazione ed<br />

alla realizzazione di scenografie teatrali.<br />

Dalle sue prime sperimentazioni scenografiche per le “via crucis”<br />

rappresentate sul sagrato del Duomo di Udine nel 1981 e 1982, si<br />

passa al suo ripetuto intervento per le sacre rappresentazioni del<br />

venerdì santo di Ciconicco di Fagagna (1987 – 1992; 1999 – 2000;<br />

2006) e per le manifestazioni epifaniche di Tarcento (1993 – 2005).<br />

Nel 1987 realizza le scene per la commedia in friulano “Il quilibrio”,<br />

di Alviero Negro, rappresentata al Palamostre di Udine.<br />

Nel 1994 progetta l’allestimento cittadino di Udine in occasione del “Palio di S. Giorgio”,<br />

dipingendo pure l’omonimo stendardo (ora conservato presso la chiesa del Carmine).<br />

La collaborazione con il M° Alfredo Barchi ha origine con le scene dipinte del “Don<br />

Pasquale” di Donizetti, messa in scena a Udine, in Piazza Matteotti, nel 1995.<br />

Nel 1996, invece, realizza scene per i “Diari delle identità – testi di giovani friulani, giuliani,<br />

sloveni, istriani nel mondo”, opera presentata al Mittelfest di Cividale del Friuli.


Per quanto concerne l’allestimento della “<strong>Cavalleria</strong> Rusticana” di Mascagni, Galliussi ha<br />

inteso rappresentare – nel rispetto dell’analisi verista, e per la precisione verghiana – una<br />

piazzetta dell’entroterra catanese, così come potenzialmente poteva apparire allo scadere<br />

del XIX secolo.<br />

Per la realizzazione si è avvalso dell’aiuto di Tommaso Chiavegato e della collaborazione<br />

delle cooperative “La Ragnatela” di Majano ed “Hattiva” di Colugna per la costruzione<br />

delle strutture.<br />

HATTIVA<br />

È una Cooperativa nata nel 1997 per volontà di un gruppo di famiglie coinvolte nelle problematiche<br />

dell’handicap. La Cooperativa si occupa dell’inserimento lavorativo di persone<br />

con disabilità psico-fisica, svantaggio sociale e della promozione di attività socio-educative<br />

e riabilitative.<br />

Hattiva inoltre è nata per fornire servizi e prodotti nell’ambito della grafica pubblicitaria<br />

e, negli anni, ha sviluppato anche una serie di servizi di assemblaggio e confezionamento<br />

in cui opera un cospicuo numero di persone con disabilità.<br />

Nel tempo i due settori sono stati aggiornati con attrezzature all’avanguardia e potenziati<br />

con personale altamente qualificato attraverso cui possiamo attualmente rispondere alle<br />

più svariate necessità progettuali e realizzative in ambito grafico e numerose esigenze di<br />

confezionamenti e assemblaggi.<br />

Hattiva non è solo produzione. L’obiettivo con cui è nata la cooperativa è quello di dare<br />

una risposta variegata e il più possibile completa alla disabilità adulta, occupandosi di<br />

molti aspetti della vita dei soci svantaggiati e non solo, dunque di quello lavorativo. In<br />

questa prospettiva sono stati sviluppati numerosi progetti di formazione e sostegno.<br />

RAGNATELA<br />

La cooperativa Ragnatela è nata nel 2000 su iniziativa dell’Associazione Nostro Domani<br />

Pontello Valentino ONLUS, è costituita da famiglie di ragazzi disabili del territorio della<br />

Comunità Collinare del FVG. Si tratta di una cooperativa di tipo B che si propone come<br />

obiettivo l’integrazione e la crescita dell’autonomia dei disabili attraverso l’inserimento<br />

lavorativo in un ambiente protetto.<br />

Nell’ambito della cooperativa prestano la loro attività persone qualificate, tecnicamente<br />

preparate, che garantiscono la realizzazione di prodotti competitivi per qualità e convenienza.<br />

La prima attività lavorativa è sorta a S. Daniele del Friuli con l’apertura di un laboratorio<br />

tessile.<br />

Nell’anno 2002 l’attività si è amplificata con l’apertura di un laboratorio di legno a Majano.


Comune<br />

di Fagagna<br />

Comune<br />

di Latisana<br />

Comune<br />

di Pordenone<br />

Comune<br />

di Venzone<br />

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