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Strada dei vini

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VINO E DINTORNIEsplorare il luogo d’origine, conoscere il produttore, visitare il vigneto e infine degustare il vino in una tradizionalecantina, gustando le prelibatezze locali mentre un esperto illustra le diverse fasi della lavorazione: è un’esperienzadi forte emozione a cui molte persone si stanno avvicinando.Il viaggio diventa un’occasione privilegiata per immergersi completamente, lasciandosi trasportare dai sensi.Non è un caso che in Italia ci siano ormai più di 100 “Strade del Vino” e siccome, per una curiosa coincidenza,il vino pregiato si produce esclusivamente in luoghi storici e di qualità, anche la Marca Trevigiana, attraverso lesue celebri strade – <strong>Strada</strong> del Prosecco e <strong>vini</strong> <strong>dei</strong> Colli Conegliano – Valdobbiadene, <strong>Strada</strong> <strong>dei</strong> <strong>vini</strong> del Piave,<strong>Strada</strong> del vino del Montello e Colli Asolani - ha saputo dar vita ad una serie di percorsi dove il piacere <strong>dei</strong> sensiviene magnificamente accostato all’arricchimento culturale e al godimento estetico, nel rispetto delle tradizioni edell’ambiente locali.2Leonardo MuraroPresidente della Provincia di Treviso


LE STRADE DEI VININELLA MARCA TREVIGIANA4STRADA DEL PROSECCOE VINI DEI COLLICONEGLIANOVALDOBBIADENELa Marca Trevigiana deve il suo prodigiososviluppo al lavoro dell’uomo e al suocontinuo interagire con il territorio ele risorse naturali. E’ in questo quadroche si inserisce la nostra vocazioneviti<strong>vini</strong>cola, che vanta uno <strong>dei</strong> percorsipiù antichi d’Italia, quella che da sempreè stata indicata come la “<strong>Strada</strong> del VinoBianco”, oggi sapientemente ridisegnatae ribattezzata “<strong>Strada</strong> del Prosecco e Vini<strong>dei</strong> Colli Conegliano - Valdobbiadene”.Costituitasi nel 2003, la nuova <strong>Strada</strong>rappresenta l’erede diretta di quello storicotracciato, riproposto per lunghi tratti eaffiancato, oggi, da altri suggestivi percorsitematici, sorti con l’intento di valorizzare ilterritorio circostante, dove rigogliosi filari divigneti si alternano ad eccellenze storicoartistiche,in attesa di rivelarsi.Associazione<strong>Strada</strong> del Prosecco e Vini <strong>dei</strong> ColliConegliano - ValdobbiadeneSTRADA DEI VINIDEL PIAVE“La civiltà…”, ha scritto uno storico, ”…segue i corsi <strong>dei</strong> fiumi”.Dei dieci fiumi che, a raggiera, percorronole Venezie, il Piave rappresenta la chiavedi un sistema culturale che ha visto lamillenaria e amorosa cura del paesaggiorurale in un ambiente carico di storia, miti,valenze simboliche.Grandi <strong>vini</strong> legano il loro nome a questofiume, grazie alla favorevole composizionedel terreno circostante, ideale per lacrescita di magnifiche viti, ma grazie anchealla presenza, in passato, della civiltàveneziana, che ha importato nel territoriopreziose idee, valori e conoscenze.Attorno alle belle ville e barchesse,appartenute ai nobili della Serenissima,prosperano molti ettari di vigneto, oggilaboratori naturali dove studi e ricerche


hanno ottenuto <strong>vini</strong> di pregio, rispettosi diantiche leggi della natura modernamenterivisitate. Ogni vino nasce con la stessadedizione e gode per intero della culturadel territorio trevigiano, che trasparechiaramente lungo la “<strong>Strada</strong> <strong>dei</strong> <strong>vini</strong> delPiave”, attraverso i suggestivi centri storici,ricchi di monumenti e vestigia del passatoromano e medievale, le antiche pievi e lemaestose ville venete.Comitato Promotore<strong>Strada</strong> <strong>dei</strong> <strong>vini</strong> del PiaveSTRADA VINI DOCLISONPRAMAGGIORELa <strong>Strada</strong> <strong>dei</strong> Vini D.O.C. LisonPramaggiore è attiva fin dal 1986 conlo scopo principale di promuovere epropagandare l’immagine e la diffusione<strong>dei</strong> prodotti enologici ed agroalimentaridella zona. Riconosciuta nel dicembre2002 la strada continua nella suamissione di promozione del territorio e<strong>dei</strong> suoi “giacimenti golosi”, attraversouna serie di importanti attività comel’omologazione <strong>dei</strong> soggetti aderenti,la verifica <strong>dei</strong> requisiti necessari e ilcontrollo degli standard minimi di qualità.La collaborazione con la Regione, glienti locali e tutti i soggetti interessati hapermesso la progettazione di campagnedi informazione sulla <strong>Strada</strong> sia in ambitonazionale che internazionale.Associazione <strong>Strada</strong> <strong>dei</strong> Vini D.O.C.Lison-PramaggioreSTRADA DELVINO DEL MONTELLOE COLLI ASOLANITra il Monte Grappa e il fiume Piavela strada si snoda lungo dolci collineverdi di vigneti e boschi dove l’anticatradizione viti<strong>vini</strong>cola vede nel Proseccoe nel Rosso del Montello e Colli Asolaniprodotti di grande pregio.Tra una visita in cantina e unadegustazione in un territorio cheè capitale mondiale della scarpasportiva, si possono ammirare i tesoridelle splendide ville che i Venezianicostruivano per sovrintendere ai lavoridelle terre, andare alla scoperta delletestimonianze della Grande Guerra,visitare antichi borghi medievali, oapprofittare della cucina tipica che traepregiata materia prima dai tanti prodottilocali, lungo un percorso fortementeemozionale d’interazione con il territorio econ la natura.Associazione<strong>Strada</strong> del Vino del Montelloe Colli Asolani5


STRADA DEL PROSECCOE VINI DEI COLLI CONEGLIANO - VALDOBBIADENE6“Muoviamo i nostri passi dalla MarcaTrevigiana. E per essere precisi, più di làche di qua del Piave, in riva sinistra delfiume, ch’è la più generosa di <strong>vini</strong>, perarrivare fino alle terre d’oltreconfine chea lungo son state partecipi <strong>dei</strong> destinienologici e gastronomici nostrani, nellemescolanze di cucine e conoscenza, traMitteleuropa e percorsi mediterranei”.(U. Bernardi, La festa delle vigne)Vissuto un po’ come una caccia al tesoro,questo itinerario riserva ad ogni angolo,o meglio ad ogni curva, piacevoli sorprese.Suggestioni che catturano il viaggiatore elo introducono alla scoperta delle ricchezzedel territorio che sta esplorando.La nostra guida è strutturata in modosemplice e propone un percorsobidirezionale, agevolato da una chiaratabellazione.Quattro i grandi segmenti in cui percomodità l’abbiamo suddiviso:A. da Conegliano a Refrontolo;B. da Refrontolo a Colbertaldo;C. da Valdobbiadene a Campea;D. da Campea a Conegliano.Sono stati inoltre scelti tre percorsiintegrativi, unidirezionali:Il feudo di Collalto - Marca Storica;Itinerario storico naturalistico - Marca Storica;Il Torchiato di Fregona.C


CostaGranigoViragoVettorazziastelciesStramareSegusinoPederobbaCastelliMiliesCurogna<strong>Strada</strong> del Prosecco e <strong>vini</strong> <strong>dei</strong> ColliConegliano-ValdobbiadeneIl Feudo di Collalto - Marca StoricaItinerario storico naturalisticoMarca StoricaIl Torchiato di FregonaS. VitoFunerVitipanValdobbiadeneRiveOnigoBarbozzaBigolinoLevadaSaccolSan GiovanniCovoloS. StefanoVidorGuizzettaGuiaColbertaldoCarlotBoscoSavassa Bassa SonegoOsigoLucaPasso San BoldoLonghereBreda MezzavillaSerravalleFregonaMontanerPraderadegoS. MariaOlarigoRevine LagoFratteLagoCostaRugoloCaiadaNogarolo Borgo VillaAnzanoSotto CrodaColmaggioreVittorio VenetoSarmedeTovenaPalu'VillaCeneda AltaMuraSollerTarzoCappella Maggioredi VillaValmarenoGaiCeneda BassaCozzuoloSilvellaCison di ValmarinoArfantaSan Giacomo di Veglia B.Go MassimiPrapianIntrivigneFormenigaPinidelloSan MartinoCordignanoRollePecolFollinaCosta di La'CorbaneseCarpesicaPine'Colle UmbertoMianePremaor Farro'Ponte MasetScomigoOrsagoMolinettoManzanaVergomandella CrodaMenare'Godega di Sant'urbanoLa BellaSan Pietro di FelettoCampeaPedeguardaOglianoCombaiSan FiorSalvarotondaRefrontoloCol San MartinoPiazza RovereGiussinMosnigoFarra di SoligoPosmon BoschetCastellettoMoriago della BattagliaSoligoSernaglia della BattagliaSolighettoPieve di SoligoCastelloBarbisanoFalze' di PiaveSanta CroceCollaltoS.MariaRocchettaRuaS. MicheleCrevadaParrocchia ColfoscoMercatelliSuseganaBagnoloGuizzaPare'ConeglianoSanta Lucia di PiaveCampagnolaPianzanoSan Vendemiano Capo di SottoCollalbrigo Borghetto CosnigaBocca di <strong>Strada</strong>RameraSoffrattaMareno di PiaveVazzolaBaverLevadaCimavilla7


8Ciascun segmento sviluppa una visionecomplessiva ed è corredato da una serie dispunti che spiegano e approfondiscono lepeculiarità della zona presa in esame.Come punto di partenza e di arrivosi suggerisce la Scuola Enologica diConegliano, dove la ricerca scientifica siincrocia con l’antica tradizione produttiva.Le tre varianti aggiuntive possonoessere visitate separatamente o, per chidisponesse di maggior tempo, nel corsodello stesso soggiorno.Ognuno <strong>dei</strong> quattro segmenti propone,al suo interno, una descrizioneparticolareggiata, alcune schede, lecuriosità. Una mappa principale sarà diutilità durante il tragitto.Il sottile filo che lega l’intero viaggioenologico si srotola intorno al temadell’evoluzione e della modificazione delterritorio nel corso <strong>dei</strong> secoli.Il tempo di percorrenza della “<strong>Strada</strong> delProsecco e <strong>vini</strong> <strong>dei</strong> Colli Conegliano -Valdobbiadene” è ovviamente lasciato alladiscrezione di chi viaggia.Va però detto che il turistaenogastronomico è fortemente interessatoalle produzioni locali e pertanto si consigliala programmazione di un intero weekend,al fine di poter davvero assaporare (qui nelsenso letterale del termine) quel doratonettare, grazie al quale la Marca Trevigianaè famosa in tutto il mondo.


IL PROSECCOQuello che c’è da sapereLa Pedemontana trevigiana comprendequell’ampia fascia collinare che, partendodal bastione delle prealpi bellunesi, in unasequenza discontinua, degrada dolcementefino a lambire le rive del Piave.Restringendo il campo visivo, la porzione dicolli della Marca Trevigiana che da VittorioVeneto, passando per Conegliano, arrivaa Valdobbiadene, è una terra sulla qualeBacco, nel suo girovagare instancabile, si èsenz’altro fermato per qualche tempo…In realtà la composizione fisico-chimicadel terreno, l’abbondanza di acque, laposizione al riparo dalle correnti freddee l’esposizione prevalentemente a Sudhanno creato l’habitat ideale necessario allacoltivazione della vite. Ma che vite!E’ questo infatti il luogo di produzione del9


10Prosecco, il vino italiano oggi più richiesto almondo. La zona comprende 15 comuni e siestende su di una superficie agricola di oltre5.000 ettari sparsi nelle zone più soleggiatedelle colline, ad un’altitudine che va dai 50ai 500 metri s.l.m. La storia del Proseccoè documentata dagli ultimi decenni dellaRepubblica di Venezia, ma è risaputo che ilvitigno, di antichissima origine, è addiritturaprecedente alla colonizzazione romana(II sec. a.C) e conosciuto a quei tempicol nome di Pucinum.Si tratta di una pianta rustica e vigorosa, contralci di colore marrone nocciola piuttostograndi; una calda tonalità giallo doratacontraddistingue gli acini che si immergononel bel verde brillante delle foglie.Tranquillo, frizzante e spumante sono letre diverse tipologie che caratterizzano ilProsecco di Conegliano-ValdobbiadeneD.o.c.. Il colore che lo caratterizza è unbel giallo chiaro paglierino, un topaziopuro; l’aroma è fresco e leggero e ricordala frutta: la mela, la pera, la mandorla, conuna coda agrumata che sfuma in una notafloreale.PROSECCOTerminologia enologicaVendemmiaIl momento è seguito dal Consorzio di Tutelache, controllata la maturazione dell’uva,dispensa gli ultimi consigli ai produttori,quindi, durante la riunione <strong>dei</strong> viticoltori,dà il via alle operazioni.PressaturaViene fatta con macchine che lavorano gliacini in modo del tutto soffice e delicato cosìda estrarre solo il mosto fiore: la parte piùpregiata che proviene dal cuore dell’acino.DecantazioneIl mosto torbido viene lasciato riposarea bassa temperatura (5-10˚) in vasche diacciaio. Dopo 10 ore o poco più le impuritàsi posano sul fondo della vasca. La partelimpida viene spostata in nuovi e appositicontenitori e avviata alla fermentazione.VinificazioneI lieviti provocano la fermentazione alcolica.La temperatura delle vasche d’acciaio, doveavviene la <strong>vini</strong>ficazione, deve rimanere costantesui 18-20˚ e si protrae per circa 15-20 giorni.


12Struttura: energica.Il perlage finale assicura la persistenza delsapore e la pienezza delicata del gusto.Temperatura e abbinamenti: a 6-9˚ ottimoin ogni occasione, si accompagna bene apiatti di carne e di pesce.Extra DryColore: paglierino brillanteProfumo: frutta, mela, pera, agrumi e fioriStruttura: morbido e al tempo stesso asciuttograzie alla sua acidità.Temperatura e abbinamenti: a 7-9˚ su frutti dimare, sughi leggeri, formaggi freschi, biscottie dolci secchi.Il Prosecco Superiore di Cartizze*Colore: intenso con riflessi doratiProfumo: frutta matura: dalla mela alla pera,dall’albicocca agli agrumi. Si sente l’aromadella rosa e arriva inaspettato un retrogustodi mandorle glassate.Struttura: morbido e al tempo stesso pieno econvincente con un leggero perlage finaleTemperatura e abbinamenti: a 7-8˚ alla fine<strong>dei</strong> pasti sul dessert che prevede dolci dipastafrolla, crostate di frutta, focacce e biscottidi casa. Ottimo per i brindisi di buon augurionelle cerimonie servito nelle apposite flûte.* il Cartizze e il suo territorio di produzionevengono trattati con dovizia di particolarie informazioni nella sezione dedicata aVaIdobbiadeneI VITIGNI DA RICORDARELa BianchettaCitata sin dal Cinquecento, sembra essereoriginaria del Trevigiano.Di struttura morbida ed equilibrata, ha unlieve odore di muschio e viene solitamenteusata per ingentilire il Prosecco.La PereraPresente dal XIX secolo, viene usata in piccolepercentuali nella <strong>vini</strong>ficazione del Prosecco,per aumentarne il profumo e l’aroma.E’ incerta l’origine del nome, derivante dallaforma lievemente piriforme degli acini opiuttosto dall’aroma dolce della pera.Il VerdisoColtivato sin dal 1700, viene impiegatonella <strong>vini</strong>ficazione del Prosecco peraumentarne la gustosità e l’acidità edequilibrare la componente acidadelle annate calde.


Itinerario principale, tratto ADA CONEGLIANO A REFRONTOLO14Romani, Longobardi, Franchi, Veneziani,chiunque abbia soggiornato in queste terrese n’è innamorato. Quali sostantivi usare?Sentimento, idillio, dolcezza? E’ quasitroppo poco, troppo banale. Tale è l’incantodi questi luoghi che sembrano dipintidalla mano di un pittore naïf. Gli angolisono smussati, tutto è a misura, levigato,ogni dettaglio risalta sulla tela. Una casacolonica, un vigneto inerpicato su unripido pendio, una chiesetta, i resti di unafortificazione, un prato fiorito. L’insiemedi questo paesaggio viticolo e agro-silvopastoralerisveglia emozioni sopite.E’ da Conegliano che parte il viaggiodella <strong>Strada</strong> del Vino più antica d’Italia. Ilpercorso prevede alcune modifiche rispettoall’antico tracciato originario. Il punto dipartenza sarà l’Istituto Enologico fondatonel 1876 da Antonio Carpenè e, da qualcheanno, anche la facoltà di Agraria che ospitail Corso di Laurea in Viticoltura ed Enologia.Una volta visitata la Cantina dell’Istituto eimboccata la strada che lo costeggia, saliteverso il piccolo centro rurale di Collalbrigo:noterete che, a poche centinaia di metridal centro di Conegliano, il paesaggio sipresenta immediatamente in tutta la suabellezza. La visuale si apre sui colli circostantiche hanno un andamento lento e dolce;coperti da vigneti, sono punteggiati da alberisparsi, mentre negli impluvi si intravedonopiccole macchie boschive. In lontananza, icampanili delle numerose chiese diventanoun punto di riferimento per il visitatore.Continuando verso nord la strada siricongiunge al tracciato originario in localitàGuizza. Proseguendo a sinistra entrerete


16SCUOLA ENOLOGICADI CONEGLIANOConegliano15 gennaio 1877”Signori! L’Italia è la terra del vino edovrebb’esser anche ‘la prima cantinad’Europa’”.”...da Conegliano, comeraggi di una ruota si spanderanno nellaVeneta Regione e più in là, i benefici lumidella scienza applicata alla più bella e piùlucrosa fra le produzioni del suolo”. Questealcune delle parole pronunciate da AntonioCarpenè il giorno dell’inaugurazione.La Scuola nasce nel 1876 dalla proficuacollaborazione fra il chimico A. Carpenè el’agronomo-enologo G.B.Cerletti.Con una impostazione di tipo universitarioe con il contributo significativo di importantinomi dell’enologia, quali L. Manzoni eG. Dalmasso, si è conquistata un postodi grande prestigio in Italia ed è tuttoraall’avanguardia per lo studio e la ricercaviti-enologica. Prestigio che si rafforza oggianche grazie alla presenza della sede dellafacoltà di Agraria. Questa ospita infatti icorsi di laurea e dottorato per la formazioneuniversitaria degli operatori e <strong>dei</strong> ricercatoriin campo viticolo ed enologico.Non mancate la visita alla Cantina, dove unesperto condurrà il visitatore attraverso levarie sezioni della lavorazione del vino.Orari:da lunedì a venerdì dalle 8.00 alle 14.00T: +39 0438 453617Email: cantina@scuolaenologica.it


18ALCUNE CURIOSITA’DEL FELETTOI nobili veneziani e la vendemmiaGoldoni ci racconta, senza tralasciarealcun particolare, come trascorressero iltempo i signori di città che arrivavano pervilleggiare fra queste colline. Le commedienarrano che facevano “sosta”, ma la sostapoi si prolungava e diventava una “curadell’uva”, che finiva dopo l’estate, perché infondo era poi inutile tornare in Laguna conquel caldo insopportabile... .L’eremo di Rua saccheggiato daNapoleoneNel 1670 il patrizio veneto Alvise Canaldonò ai monaci eremiti di San Romualdola Chiesa di Rua. I monaci vi costruironointorno 14 cellette, ognuna con il giardino,l’orto, i muretti divisori, l’oratorio, i servizie le mura claustrali. Ma, ahimé, l’interocomplesso fu soppresso a causa delledisposizioni napoleoniche del 1806 e 1810.Oggi ci piace ricordare la pace dell’eremo.Le cellette si trovano ancora al loro posto,anche se poco resta di quello che dovevaessere l’antico luogo di preghiera.La Pieve La Pieve di San Pietro è documentatafin dal 1124, ma sembra esistesse giànell’VIII secolo, con buone probabilità chesorgesse addirittura sulle rovine di un altareromano di rito pagano. Una bella scalinataintroduce il visitatore nell’arioso porticodal quale si ammira il panorama circostantea 360 gradi. All’esterno, fra i numerosiaffreschi, una nota in più merita senz’altroil Cristo della Domenica, un monumentaleCristo a figura intera, circondato dagliattrezzi del lavoro quotidiano, monito a nonsvolgere alcun tipo di attività pratica nelgiorno domenicale. Si tratta di una preziosatestimonianza diretta della vita quotidianae <strong>dei</strong> suoi strumenti della seconda metàdel Trecento, periodo in cui è attivo questoanonimo frescante locale che ha in Tomasoda Modena il suo riferimento più moderno.


LA NATURA NELLA PITTURA:CIMA DA CONEGLIANOA volte, ingenuamente, viene da chiedersise i pittori abbiano copiato il paesaggioveneto o se qualcuno si sia preoccupatodi adeguare il paesaggio a quellerappresentazioni.Nelle opere di Giovan Battista Cima, lafedeltà alla natura si mescola con il gustoe il senso estetico.La verità si fonde con la bellezza. I datinaturali a disposizione dell’artista vengonorielaborati grazie alla riconsiderazioneintellettuale. Nelle tele del Cima predominaun’atmosfera dolce e sottile, una languidanostalgia, sia che il paesaggio si trovial centro, sia che appaia nello sfondo.La composizione è determinata dalpaesaggio, che ne diventa la ragione e lagiustificazione. Da vedere: Madonna col Bambino Santie Angeli pala d’altare del Duomo di SanLeonardo a Conegliano.IL MOLINETTO DELLA CRODAUNA PASSEGGIATA NEL BOSCOTRA GNOMI E FATEMalgrado nella bella stagione sia piuttostoaffollato, il Molinetto della Croda è davveroun luogo magico.L’edificio, in parte scavato nella pietra ein parte costruito in mattoni, rappresentauno <strong>dei</strong> rari esempi di architettura ruraledel XVI secolo. La cascata del fiume Lierzaha un dislivello di 12 metri e, nel bacinosottostante, una corrente circolare nonpermette agli oggetti galleggianti di usciredallo specchio d’acqua.Solo dopo una pioggia intensa il bacinoriesce a svuotarsi.Il Molinetto macinò farina fino al 1953,rimase poi per anni disabitato e abbandonato.E’ stato recentemente sottoposto a scrupolosiinterventi di restauro e consolidamento el’antica macina fedelmente ricostruita e resafunzionante. Una passeggiata nei boschi èconsigliata. Dal Molinetto partono alcunisentieri che si inerpicano sopra la cascata,altri si addentrano nel bosco: le querceavvolgono il viandante e piccoli ciclaminiviola spuntano fra le foglie cadute.Profumi e silenzi nutrono lo spirito.Piccoli momenti d’incanto.19


Queste vestigia sono tutto ciò cherimane della struttura fortificata <strong>dei</strong> daCamino. La fortificazione, documentatadal 1233, passò ai Collalto, per poiessere distrutta nel 1413 al passaggiodegli Ungari. Una volta giunti aCol San Martino, vi suggeriamo diabbandonare il tracciato stradale perraggiungere a piedi l’Oratorio di Sangrande orologio bianco, Stramarein re rustico stileSegusinoMilies iesVigilio, caratteristico per la sua torre dalromanico e con affreschi. La deviazioneè ben segnalata e, malgrado la salitasia abbastanza ripida, vale la pena diaffrontarla: il premio, una volta in alto,è assicurato. Il panorama che si godeabbraccia tutta la vallata del Piave,BarbozzaS.VitoValdobbiadenebiadeFunerlasciando lo sguardo libero di spaziare Saccololtre le contrade.Da Col San Martino a Colbertaldo ilpaesaggio è particolarmente bello: gliSan GiovanniPederobbaColbertaldoCostaMosnigoinsediamenti Granigourbani scompaiono e leBigolinoViragoVitipanipancolline Vettorazzisi presentano di nuovo con i filariVidor CarlotCurognaRivedella vite posti a gradoni. Piccole casere,BoscoOnigoCovolousate un tempo per mettere al riparoCastelciess CastelliLevadaafieno e attrezzi, si intravvedono li nel verde.GuiaS. StefanoGuizzettaCombaiMianeVergomanFollinaCampeaPremaorCol San MartinoPiazza RovereGiussinValmarenoLa BellaCison di ValmarinoSoligoFarra di SoligoPosmon BoschetCastellettoMoriago BattagliaFarro'MuraGaiPedeguardaSernaglia della BattagliaTovena SollerSolighettoPieve di SoligoCastelloS. MariaLagoNogaroloCaiadaColmaggioreSotto CrodaIntrivigne ArfantaPecolCosta di La'BarbisanoFalze' di PiaveSanta CroceCollaltoRefrontoloTarzoPrapianCorbaneseS.MariaRuaSuseganaBorgo VillaCozzuoloS. MicheleCrevadaParrocchia ColfoscoMercatelliPare'OlarigoPonte MasetMolinetto della CrodaManzanaSan Pietro di FelettoRocchettaFormenigaVittorio VenetoBagnoloGuizzaCollalbrigoCeneda AltaCarpesicaOglianoConeglianoSanta Luciadi Piave21


IL CONSORZIO DI TUTELADEL PROSECCOCONEGLIANO E VALDOBBIADENEViene fondato il 7 giugno 1962 e, doposette anni, ottiene il riconoscimento dalMinistero dell’Agricoltura come organodi tutela del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene a denominazione diorigine controllata. Nel corso degli anniil Consorzio ha sviluppato varie attività,puntando soprattutto sulla diffusionedella qualità del Prosecco. Tre sono i filonidi sviluppo: quello tecnico-scientifico,quello di tutela e quello che riguarda lapromozione. In quest’ottica vengonoorganizzate numerose rassegne dedicate alProsecco in tutto il territorio del trevigiano.22


FARRA DI SOLIGOUN NOME CHE ARRIVADA LONTANOL’origine di questo nome, come del restomolti della zona, è longobarda.Le fare erano i gruppi parentali chevantavano una comune discendenza,costituendo l’organizzazione socialedel popolo.La storia ci racconta che nel 569 ilcondottiero Alboino, dopo la faticosatraversata delle Alpi, prima di scendere inpianura scelse uno di questi luoghi ameniper trascorrere un periodo di riposo.Costituita la fara continuò la sua marciaverso Treviso. Gli insediamenti longobardisi susseguirono per due secoli, finoall’arrivo <strong>dei</strong> Franchi. Per anni, i longobardidifesero strenuamente il territorio, poi siconvertirono al cristianesimo. Con l’aiuto<strong>dei</strong> monaci cistercensi e benedettini <strong>dei</strong>piccoli monasteri della zona, appreserocome si coltivava la terra e da guerrieri sitrasformarono in agricoltori.23


Itinerario principale, tratto CDA VALDOBBIADENE A CAMPEA24Una volta passato Colbertaldo, la stradaprosegue verso nord e, dopo pochichilometri, introduce all’area del Cartizze.C’è chi dice che questo vino sia degnodi esser servito alla mensa degli <strong>dei</strong> e ineffetti è difficile smentire questo detto.Per il turista enologico questa è una tappadavvero pregnante.Qui si noterà che la coltivazione dellavite occupa declivi più scoscesi e arriva alambire la carreggiata. I tutori <strong>dei</strong> vignetisono in legno. Le viti, che sono vecchiedi cent’anni, hanno un aspetto grevema sono forti e tenaci. La morfologia diquesti colli è del tutto particolare: ripidi macompletamente vitati nelle zone soleggiate,sono invece coperti di boschi nei versanti anord. La vendemmia qui è più tardiva, cosìda dare la possibilità agli acini di appassirenaturalmente sulla pianta.Questo permette di ottenere un Proseccocon una ancor più elevata concentrazionedi profumi. Questa parte di tragitto èveramente godibile, sia per quello cheriguarda il paesaggio, sia per la particolarità<strong>dei</strong> comuni e delle contrade che attraversa.Santo Stefano con l’antico borgo di Follo,che prende il nome dalla follatura <strong>dei</strong> tessutidi lana in uso fin dal XV secolo; San Pietro diBarbozza con le sue caratteristiche borgate a“corte chiusa”, tipico esempio di architetturaspontanea. E poi ancora Saccol, il centro piùrinomato della produzione del Cartizze.Una sosta merita Valdobbiadene con unavisita a Villa <strong>dei</strong> Cedri, edificio in stile libertye sede dell’Associazione Altamarca, che


ospita ogni anno a fine settembre ilForum Spumanti d’Italia.Nella cittadina, posta sul pianoro allependici <strong>dei</strong> monti Barbaria e Cesen,si presuppone passasse la via romanaAugusta-Altinate.Oggi meritano una visita la chiesasettecentesca, con le opere di Palma ilGiovane, F. Beccaruzzi e Paris Bordon,e quella quattrocentesca di SanGregorio, con la pala di D. Brusasorzi.Una volta lasciata Valdobbiadene,riprendete la strada verso SantoStefano, dove poco dopo siCostaGranigoViragoSegusinoincontrano Guia e Guietta con le bellecase in pietra. I loro nomi derivanodal gotico wid, che vuol dire “ampio,vasto”. Superate Guia e Guietta earrivati alla strada provinciale 123,girate a sinistra in direzione Campea.PederobbaerE nuovamente vi ritroverete immersi inun ambiente rurale del tutto integro:Vettorazzila valle si snoda sinuosa fra due pendii.CurognaTutto è racchiuso ancora una voltain un disegno perfetto: prati,vigneti, casere.CastelciessCastelliliMiliesiesStramareFunerS. VitoValdobbiadeneRiveOnigoCovoloS. VettoreBarbozzaSan GiovanniBigolinoLevadaSaccolS. UrbanoVidorBarcheGuiaS. StefanoGuizzettaColbertaldoCarlotBoscoFarra di SoligoPosmon BoschetCastellettoCol San MartinoPiazza RovereGiussinMosnigoMoriago della BattagliaSoligoSernaglia della BattagliaSolighettoPieve di SoligoCastelloBarbisanoFalze' di PiaveSanta CroceCollaltoS. MariaColmaggioreSotto CrodaTovena SollerMuraTarzoValmarenoGaiCison di Valmarino Intrivigne ArfantaPrapianPecolCosta di La'FollinaCorbaneseMiane PremaorFarro'Molinetto della Croda San PietroVergoman Campeadi FelettoLa BellaCombaiPedeguardaRefrontoloSanta MamaSanti AngeliRocchettaS.MariaCrevadaRuaSuseganaParrocchia ColfoscoMercatelli25


26IL CRU DEL CARTIZZE106 ettari di vigneto che sulla cartageografica hanno la forma di un piccolocerchio irregolare, racchiusi e protettifra le colline di Santo Stefano, San Pietrodi Barbozza e Saccol, nel comune diValdobbiadene.Questo è quello che, rubando il nome aifrancesi, si chiama cru, cioè un vigneto ditipo aristocratico.La conformazione geologica fa di quest’areaun habitat particolarmente adatto allaviticoltura. Il terreno è roccioso in profonditàe friabile in superficie. E’ formato inprevalenza da calcari, argille e arenarie, chemantengono l’umidità necessaria perchéla pianta possa attingere regolarmente ecostantemente il nutrimento, anche neiperiodi più assolati e di siccità. Inoltre questazona gode di uno speciale dolce microclima;l’uva che matura lentamente sviluppa uncorredo acido più ricco e completo.UN PERSONAGGIO FAMOSO:VENANZIO FORTUNATONato verso il 530 in una imprecisata localitàdella regione del Piave, identificata poi comeValdobbiadene, Venanzio Fortunato vieneconsiderato l’ultimo poeta della latinità e ilprimo poeta medievale.Malgrado fosse molto vicino agli ambientivescovili di Aquileia, non volle intraprenderela carriera monastica e fece i suoi studia Ravenna. Per sciogliere il voto fattoa San Martino che lo aveva guaritomiracolosamente da una grave malattia agliocchi, decise di recarsi in pellegrinaggioa Tours. Ma la vocazione religiosa era inqualche modo segnata. Con l’incontrodi Redegonda, moglie di Clotario I re <strong>dei</strong>Franchi, a Poitiers e soprattutto con la figliaAgnese, badessa del convento di Sainte-Croix, la sua vita cambiò radicalmente.Entrò a far parte del clero e venne poinominato vescovo di Poitiers. Il suo ruolofu importante quasi esclusivamente comecantore di inni dedicati ai Santi (Vita SanctiMartini, Ave Maris Stella…), mentre alcunecomposizioni profane trattano di gastronomiaovvero del piacere della buona tavola cheancor oggi caratterizza la cultura trevigiana.


LA CONFRATERNITA DELPROSECCO A SAN PIETRODI BARBOZZANasce nel 1946 e ne fanno parte non soloproduttori ma anche studiosi, personalitàe proprietari di locali.E’ presieduta da un Gran Maestro esi riunisce in una suggestiva cantinasotterranea di San Pietro di Barbozza.Qui si fanno le investiture <strong>dei</strong> nuoviconfratelli, discussioni enologiche,degustazioni e così via.Ogni anno viene scelta “la bottiglia”, fratutte quelle prodotte dai confratelli titolaridi aziende viti<strong>vini</strong>cole; bottiglia che faparte di un numero limitato di 5000 pezzi,che rappresentano la migliore qualitàd’annata e le caratteristiche di tipicitàdella produzione del Prosecco diValdobbiadene - Conegliano.TRA MITI E DEI:LA STORIADI ENDIMIONEUna leggenda racconta che Endimione, unsemplice pastorello di queste colline, era ungiovane di straordinaria bellezza.Selene, dea della Luna, persa di lui, ogninotte scendeva a cercarlo. Il loro amoredurò così a lungo che Selene diede aEndimione 500 figli. Per conservarne labellezza, Giove lo fece diventare immortale.Immortale sì, ma addormentato persempre! Selene, perdutamente innamorata,si dovette accontentare di guardarlonelle notti di luna piena: ormai si trattavasoltanto di un bel corpo che non poteva piùrisponderle…27


Itinerario principale, tratto DDA CAMPEA A CONEGLIANO28Il viaggio ormai volge al termine.Dopo avere attraversato le aree di maggiorinteresse, il Feletto, il Quartier del Piave,la zona di Valdobbiadene, aver visitato lenumerose cantine, le aziende viti<strong>vini</strong>cole,assaggiando le varie qualità di Prosecco,la strada del ritorno vi riporta versoConegliano.A Campea va messa in conto unapasseggiata per l’antico borgo. Questoè da sempre un luogo di caccia dovela natura selvaggia e incontaminata hafavorito la presenza di molti animali; infattifino a due secoli fa da qui si partiva perla battuta all’orso. La contrada fu inoltreteatro di rivalità tra i nobili Brandolini (chein quelle zone spadroneggiavano) e lafamiglia Savoini, tanto che Brandolino VIcadde sotto i colpi dell’archibugio del rivaledurante una battuta di caccia.Lasciata Campea, attraversate il fiume Soligoe, arrivati nella località di Pedeguarda,proseguite verso Farrò.Lo sguardo abbraccia i panorami dellevallate sottostanti.Anche se la conformazione geologicanon è molto diversa da quella da pocolasciata, salta agli occhi che il paesaggio quiè nettamente diverso: i vigneti sono isoleche emergono dal verde di fitte foreste dicastagni.Proseguendo giungerete ad Arfanta, quindia Tarzo e infine a Corbanese.I rilievi degradano rapidamente verso le


S. MariaLagoNogaroloCaiada ColmaggioreSotto CrodaTovena SollerBorgo Villa CostaVittorio VenetoCeneda AltaAnzanoMuraValmarenoGaiCison di ValmarinoFollinaIntrivigne ArfantaPecolCosta di La'TarzoCozzuoloPrapianFormenigaCorbaneseCarpesicaCeneda BassaSan Giacomodi Vegliapianure di Vittorio MiliesVeneto e Conegliano.La direzione è ora Cozzuolo, per poiStramarereproseguire verso Carpesica e perultima Ogliano, il cui nome rimandaa quell’inverno del 1707, quando unfreddo polare Segusinodistrusse gran parte dellepiante di questi luoghi tra cui gli olivi.L’intensità <strong>dei</strong> paesaggi, ormai dietroalle spalle, lascia S. Vito il posto ValdobbiadenebiadedeneFuneralla dolcezzaSaccolcolColbertaldoPederobbaCostaSanGiovanniniIl panorama è ancora una volta a perditaMosnigoGranigoBigolinood’occhio: Viragoi campanili delle Pievi, leVitipanipanVettorazziVidorville sulle sommità Carlot BoscoCurogna<strong>dei</strong> colli, Rivele aziendeOnigoCovolooloagricole, i paesi... la dolce MarcaRovigoBarcheCastelciessCastelliliLevadaaS. VettoreeBarbozzazadella bassa distesa collinare dove,accanto alla vite, trovano posto altri tipidi colture.Trevigiana.S. UrbanoGuiaS. StefanoGuizzettaMianePremaorVergomanCampeaCombaiLa BellaFarra di SoligoPosmon BoschetCastellettoCol San MartinoPiazza RovereGiussinMoriago della BattagliaSanta MamaFarro'PedeguardaSoligoSernaglia della BattagliaSanti AngeliSolighettoPieve di SoligoCastelloBarbisanoFalze' di PiaveSanta CroceMolinetto della CrodaCollaltoRefrontoloRocchettaPonte MasetManzanaSan Pietro di FelettoS.MariaRuaS. MicheleCrevadaSuseganaParrocchia ColfoscoMercatelliPare'BagnoloGuizzaCollalbrigoScomigoMenare'OglianoConeglianoBocca di <strong>Strada</strong>Santa Lucia di Piave29


BOSCHI DI CASTAGNI SULLEPENDICI DEI MONTINei tempi antichi i boschi, sia quelli dicastagni che quelli di altre specie arboree,insieme ai pascoli facevano parte di ungrande patrimonio collettivo.Fu la Repubblica di Venezia che decise, apartire dal XVI sec., di consegnare questiterreni alla comunità e ne disponevano iregolieri, vale a dire i componenti dellefamiglie originarie <strong>dei</strong> villaggi.Il 65% del territorio dell’intera superficieboschiva era formato da alberi di castagno:la legna serviva per ardere e per alimentarefornaci, si usavano i rami più giovani per ipali della vite, mentre le piante più maturevenivano tagliate per farne travature,ma tutto questo era niente in confrontoall’importanza che aveva il frutto.La castagna fu nei secoli un alimento digrande importanza; la sua raccolta e poila spartizione venivano regolamentate daparticolari norme.Dal Settecento in poi, fino all’Ottocento,le tradizioni collettive vennero meno finoa scomparire del tutto quando i boschidiventarono demanio dello Stato.Durante il Novecento, l’esodo verso lezone più basse e verso le città mise fine aquesta tradizione.Oggi la coltura di questo frutto conosceun rinato interesse e soprattutto, con lapassione per i prodotti biologici, le tecnichedi coltivazione, non prevedendo l’utilizzodi fitofarmaci, ne fanno un frutto moltoricercato.Da non perdere la Festa <strong>dei</strong> Marroni che sitiene a Combai nel mese di ottobre.30


Primo itinerario di scopertaIL FEUDO DI COLLALTO - MARCA STORICA32Il Feudo di Collalto comprende quelleterre che, a est di Conegliano, fanno partedel comune di Susegana e che furonoun tempo di proprietà della famiglialongobarda <strong>dei</strong> Collalto, poi conti diTreviso.Ancora prima dell’anno Mille ai Collalto,in qualità di funzionari imperiali, furonodonate molte terre. Dapprima sulla sinistraPiave e in seguito verso il lato nord dellaprovincia di Treviso.Abili nei rapporti politici e negli intrighi,riuscivano sempre a ricoprire caricheimportanti e di conseguenza ad avere unpeso nella vita politica cittadina.Il centro del potere era concentrato alCastello di Collalto, edificato intorno al1110 da Ensedisio I e in seguito passato alCastello fortificato di San Salvatore, fattoerigere da Rambaldo VIII intorno al 1300.L’itinerario indicato tocca appunto ilCastello di San Salvatore, che è senzadubbio la più forte testimonianzaiconografica di questa zona, e si addentrapoi nelle terre dell’antico feudo.Qui tra le dolci colline scorgerete di tantoin tanto le antiche case <strong>dei</strong> mezzadri,tipicamente dipinte di giallo con le duefasce orizzontali rosse. Alla volta di Collaltopotrete ammirare i ruderi del Castello cheriservano sempre un grande fascino.


VidorBarcheS. StefanoGuizzettaGuiaColbertaldoCarlot BoscoCombaiCol San MartinoPiazza RovereGiussinMosnigoMianeVergomanFollinaValmarenoPosmon BoschetCastellettoFarra di SoligoMoriago della BattagliaCison di ValmarinoParro'PremaorLa BellaCampeaPedeguardaSanta MamaMuraSoligoSernaglia della BattagliaSanti AngeliGaiArfantaIntrivignePecolCosta di La'SolighettoPieve di SoligoCastelloBarbisanoFalze' di PiaveSanta CroceCollaltoMolinettodella CrodaCastellodi CollaltoRefrontoloTarzoPrapianRocchettaCorbaneseSan Pietro di FelettoS.MariaCrevadaCastello diS.SalvatoreRuaParrocchia ColfoscoMercatelliSuseganaCozzuoloFormenigaPonte MasetCollalbrigoS. MicheleManzanaPare'BagnoloGuizzaCarpesicaOglianoConeglianoCeneda BassaSan Giacomo di VegliaSan MartinoScomigoMenare'Bocca di <strong>Strada</strong>Santa Lucia di PiaveCampagnolaColle UmbertoCappella MaggioreSan FiorSan Vendemiano Capo di SottoCosnigaBorghettoRameraGodega di Sant'urbanoSoffrattaMareno di Piave VazzolaVilla di VillaSilvellaB.Go MassimiPinidelloPianzanoBorgo BellussiBaverLevadaCimavilla33


34ANDAR PER CASTELLI TRALEGGENDE E STORIE VERENon è possibile soffermarci qui araccontare l’intera storia della casata<strong>dei</strong> Collalto, lo fanno bene i libri di testoe alcune guide specializzate. Tuttavia,forse qualche “istruzione per l’uso” sucome ci si comporta quando si incappa inun fantasma è bene darla… Fra le moltepersonalità importanti ed eccentriche,come si conviene ad una nobile famiglia,spiccano Rambaldo VIII, uomo di gran<strong>dei</strong>nfluenza politica nella prima metà delXIV secolo al quale si devono gli statutiche per molti secoli regolarono le conteedella famiglia, e Rambaldo XIII, sedicesimoconte di Collalto. A lui, comandante <strong>dei</strong>lanzichenecchi, si imputano i saccheggidi Mantova del 1629, che ben ci descriveAlessandro Manzoni nei Promessi Sposi.Il personaggio che desta maggioreinteresse è quello di Bianca, detta diCollalto benché fosse solo una dama dicorte, sulla cui triste storia è stata ricamatauna leggenda. Si racconta che nel XIIsecolo Tolberto di Collalto prese in mogliela lunatica Aica da Camino che, resasiconto dell’affetto che legava il marito allasua damigella, non perdeva occasione perriservarle crudeli trattamenti. Un giorno ilnobiluomo, alla vigilia di un viaggio, mentresalutava la moglie che si faceva pettinarei capelli da Bianca, incrociò lo sguardo diquest’ultima nello specchio e Aica capìin un instante il sentimento che univa idue innamorati. Partito il marito, rinchiuseBianca in una torre e la poveretta morì distenti. Pare che il fantasma della sventuratasi sia spesso presentato ai Collalto e siaggiri ancora per il castello.


Secondo itinerario di scopertaITINERARIO STORICO NATURALISTICOMARCA STORICAUna volta arrivati a Refrontolo è possibileproseguire verso Nord e raggiungereRolle. Questa deviazione vi condurrà nellazona che interessa l’ultimo segmentodell’itinerario principale, che però verràabbandonato quasi subito per dirigersiverso Follina. Tale percorso, moltosuggestivo dal punto di vista paesaggistico,tocca zone di grande interesse storico,architettonico e culturale, come l’Abbaziadi Follina e, a Cison di Valmarino, il CastelloBrandolini. Quest’ultimo, di origineduecentesca, fu ampiamente rimaneggiatotra il 1510 e il 1525 da Anton MariaBrandolini, in stile rinascimentale veneto,per essere poi ristrutturato e ampliato nelXVIII secolo. Oggi è un rinomato albergo ecentro congressuale.36


Proseguendo l’itinerario siincontrano altri paesi che hannoconservato il sapore di un tempocome Tovena, Santa Maria, Revine;si raggiungono infine Serravallee Ceneda.Tale percorso del vino rientra nelpiù vasto itinerario di “Marca Storica”(per maggiori approfondimenti siveda la brochure relativa, intitolata“Marca Storica”).PraderadegoFollinaPasso San BoldoLonghereSavassa BassaSerravalleS. Maria Revine Lago OlarigoBorgo VillaCostaLagoNogaroloCaiadaColmaggioreVittorio VenetoSotto CrodaSollerTovenaCeneda AltaMuraTarzoValmarenoGaiCeneda BassaCozzuoloCison di ValmarinoArfantaIntrivignePrapianFormenigaPecolRolle'Costa di La'CorbaneseCarpesicaMiliesStramarearCombaiMianeVergomanFarro'PremaorLa BellaCampeaPedeguardaMolinetto della CrodaRefrontoloPonte MasetSan Pietro di FelettoManzanaScomigoOglianoSegusinoS. VitoFunerBarbozzaValdobbiadeneSaccolGuiaS. StefanoColbertaldoSolighettoSoligoPieve di SoligoFarra di SoligoCastelloPosmon BoschetCastellettoCol San MartinoRocchettaPiazza RovereGiussinBarbisanoSernaglia della BattagliaCollaltoRuaBagnoloGuizzaS.MariaCollalbrigoS. MicheleCrevadaPare'Conegliano37


ORA ET LABORAL’OPEROSITÀ DEI MONACI38Follina spunta in mezzo ai vigneti ai piedi dellePrealpi bellunesi. Il torrente omonimo cheattraversa il paese nasce dal fondale lacustre diuna valle che probabilmente nell’antichità eraoccupata da un lago.Così come quello di Follo (nell’area delCartizze), anche il nome Follina deriva dafolli, gli opifici per la lavorazione della lana.Questo mestiere fu, a quanto pare, introdottodai monaci in epoca alto-medievale e, solo nelXVIII secolo, prese forma e diventò una risorsaeconomica. E’ infatti lungo il corso del fiumeSoligo che sorsero all’epoca moltissimi opifici,come l’ex lanificio Andretta che sfruttava laforza motrice dell’acqua per la produzioneindustriale che permane nei lanifici Busatti-Bonsenbiante e Paoletti; lungo il percorso sivedono i lavatoi, il maglio Bottarel ed il mulinoFiorin. Nell’Ottocento la lavorazione e la tinturadella lana subirono una battuta d’arresto perriprendere poi a prosperare nel secolo scorsoinsieme alla lavorazione della seta.L’ABBAZIA DI FOLLINAAnche se importante luogo di preghiera esicuramente un po’ fuori dai percorsi piùpropriamente enologici, l’Abbazia di Follinaresta una sosta obbligata.In quanto alle origini, un balletto didate caratterizza il primo insediamentobenedettino: alcuni testi lo fanno risalire al1170 circa, altri invece al 1145 o al 1155.Ovvio che tutte queste date vanno presecon le dovute cautele.Quello che invece è certo è il periodo dimaggior splendore del monastero checopre un arco di tempo compreso fra il XIIe il XIV secolo, quando l’opera <strong>dei</strong> monacicontribuì a dare alla zona una grandeprosperità economica e spirituale.Con l’annessione di Follina alla Repubblicadi Venezia (1388) la comunità <strong>dei</strong>Cistercensi viene soppressa e nei primianni del XVI secolo l’Abbazia passa aiCamaldolesi.Nell’Ottocento l’ameno luogo di preghieravive un brutto e triste periodo di decadenzae solo dopo il 1915 con i nuovi lavori direstauro ritrova il suo antico splendore.Il Chiostro di forma quadrata è chiuso dauna serie di eleganti colonnine in pietralocale e viene da domandarsi se l’architettoche ha disegnato i Cloisters a New York(Museo di Arte Medievale del MetropolitanMuseum) non avesse soprattutto in mentequello dell’Abbazia di Follina…


SERRAVALLE E CENEDA,OGGI VITTORIO VENETONon tutti sanno che l’antica ed eleganteSerravalle fu nei secoli una grandepotenza economica. Grazie alla suaposizione strategica, dal Medioevo allacaduta di Venezia, l’antico borgo fu uncentro di commercio importantissimo.Pare che addirittura la grande piazza, doveartigiani e imprenditori facevano i loroaffari, fosse diventato luogo di quotazionidelle merci. La grande importanza eradovuta soprattutto alla lavorazione diferro, rame, piombo e metalli preziosi,ma anche a quella della lana e del cotone.E a proposito di metalli e di produzioni diarmi pare che Serravalle fosse secondasolo a Toledo.Basti dire che nel Cinquecento la dittaBorsoi (in concorrenza serrata con quella<strong>dei</strong> Marsoni) era in grado di produrre inun anno 12.000 spade e 12.000 archibugiper la Repubblica di Venezia!Tali erano il benessere e la ricchezzache nel 1600, per frenare il lussosmodato, furono imposte delle restrizioniche vietavano alle donne di vestirecon pellicce e broccati e di portareinnumerevoli e preziosi gioielli (solo unfilo di perle era ammesso).Neppure agli uomini erano permessi imonili in oro e pietre preziose.Bella e ricca, ma anche forte e generosa,Serravalle è un lembo di Venezia interraferma.3939


Terzo itinerario di scopertaIL TORCHIATO DI FREGONA40Anzano, Fregona, Osigo, Montaner,Sarmede e Cappella Maggiore, questopercorso ad anello comprende l’intera zonadi quel vino che porta il nome di Torchiatodi Fregona. I vigneti qui si alternano a fittiboschi e tra le viti si scorgono alberi da frutto(fico, susino, ciliegio, melo, pero), mentre iprati che una volta erano adibiti a pascoli sitrovano verso le sommità delle alture.Il Torchiato di Fregona è un delizioso vinoche resta ancora sconosciuto ai più, mache meriterebbe certamente maggiorfama. Nasce da uve di Verdiso, Prosecco eBoschera e richiede durante la lavorazionela pazienza necessaria per i <strong>vini</strong> passiti.La vendemmia avviene a ottobre, le uvevengono fatte riposare in ceste, poi appesea travi e poste su graticci dove restano adappassire in luoghi asciutti.A Pasqua c’è la selezione degli acini cheandranno nella follatrice e, torchiati almenodue volte, lasceranno colare un liquidodenso e zuccherino che sarà poi lasciatoa fermentare in botti di rovere, acacia ocastagno. Il vino viene immesso sul mercatosolo dopo il 1˚ dicembre dell’anno successivoalla vendemmia. Il dolce e prezioso nettareha un solo difetto: se ne produce così pocoche è impossibile soddisfare tutti i suoiestimatori. Una sosta va messa in contonel borgo di Sarmede, caratterizzato dagliaffreschi di Zavrel, ispiratore della mostrainternazionale di illustrazione per l’infanzia.La rassegna, che si tiene ogni anno tragennaio e febbraio, espone opere di artistiprovenienti da tutto il mondo.


NoveBotteonBreda MezzavillaLonghereSerravalleFregonaRevine LagoOlarigoFratteS. MariaBorgo Villa CostaLagoNogaroloCaiadaColmaggioreAnzanoVittorio VenetoCeneda AltaArfantaTarzoPrapianCorbanesePonte MasetCozzuoloFormenigaManzanaSan Pietro di FelettoSavassa BassaCeneda BassaCarpesicaSonegoOsigoLucaMontanerCappella MaggioreRugoloSarmedePalu'Villadi VillaSilvellaB.Go MassimiSan Giacomo di VegliaPinidelloSan MartinoCordignanoColle UmbertoScomigoMenare'OrsagoGodega di Sant'urbanoPine'Ponte della Muda41


Alcuni cenni storici sul paesaggio della collina trevigianae le sue trasformazioni42E’ soprattutto grazie alla toponomasticache ci è consentito comprendere qualefosse l’assetto del territorio attraverso isecoli. Eccone qualche esempio: di origineromana è Manzana da Mancius nomeproprio; longobardo è invece Sbraide, dabraida o podere chiuso e ancora medievaleè Ronchel, da roncare, dissodare;mentre Castagné deriva da castagno.Testimonianze antecedenti il 1500tramandano parole di origine rurale, Prade,da prato; Carpesica, forse da carpinus;Maren da mara o palude; Vinera dal bassolatino vinarius.Informazioni queste che ci permettono dicapire come la collina fosse utilizzata peril pascolo e per la produzione della legna,mentre l’attività agricola si concentrassenelle fortificazioni o nei centri abitati.Tra il 1400 e il 1500, alcune immaginimostrano come, accanto a piccoli boschi ea notevoli estensioni di pascoli, ci fosseroappezzamenti coltivati a vigneto e altrotipo di semine. Questi erano contigui adalcune abitazioni sorte fuori dai centriurbani. Nelle parti superiori delle collinedominavano incontrastati il bosco e ilpascolo; pochissime erano le porzioni dicoltura specializzata a vigneto, mentre lacoltivazione della vite si trovava in largamisura entro le mura difensive.Tra la fine del 1600 e il 1700, le case sonoancora distribuite lungo le antiche straderomane, ma si incominciano a intravederealcuni centri rurali.Nel 1700 sono ormai presenti i paesaggitipici della viticoltura in collina. Il territorioè però fortemente determinato da formeirrazionali di sfruttamento. Dalle incisionidell’epoca si evince una quasi totaleassenza di alberi, non solo nella bassacollina, ma anche sui versanti più montuosi.Si tratta dunque di un quadro variegato macontroverso: ridotte coltivazioni intensivedi vite e altro; estensioni a perdita d’occhiodi pascoli e pochissimi alberi. L’iconografiaottocentesca mostra ancora collinedenudate e pochi alberi sparsi. La viticolturaspecializzata a metà ‘800 coinvolge solo lazona di Valdobbiadene.Occorrerà tuttavia arrivare al XX secolo eaddirittura agli anni ’60 e ’70, per assistere intutta la zona collinare del trevigiano al veroboom della viticoltura.


Tra prosa e poesiaNon è facile fare una scelta letteraria,decidere quale sia un autore che meglioesprima il sentimento per la sua terra.Non è facile perché si vorrebbero portaremille citazioni. Si vorrebbe non solo citarechi ha parlato del suo paese natale, maanche chi ha scritto di vino e vendemmie;chi ha parlato dell’ebbrezza; chi si ècimentato in elegie; chi ha cantato i miti;chi ha composto versi raffinati.E ancora, chi ha descritto il paesaggio e chiha cantato le gesta <strong>dei</strong> condottieri; chi haraccontato storie d’amore e chi ha scrittoromanzi autobiografici. Nominare gli autoriclassici, quelli del passato, quelli del secoloscorso e i contemporanei.Ma non è possibile. Abbiamo così sceltouna poesia di Andrea Zanzotto (Pieve diSoligo 1921) e una pagina di letteratura diGiovanni Comisso (Treviso 1895 - 1969).Ci è parso che il tutto fosse racchiuso inqueste due scelte.UNA PAGINA DIPOESIAOrmaiOrmai la primula e il caloreai piedi e il verde acume del mondoI tappeti scopertile logge vibrate dal vento ed il soletranquillo baco di spinosi boschi;il mio male lontano, la sete distintacome un’altra vita nel pettoQui non resta che cingersi intorno ilpaesaggioqui volgere le spalleAndrea ZanzottoDa “Dietro il paesaggio” (1940-1948)43


44UNA PAGINA DILETTERATURA(…) “Quando veniva l’autunno i pratisi facevano subito di un verde umidoe intenso. Improvviso si sentiva fermonell’aria lo sparo di qualche cacciatore cheandava lungo le siepi, dove si intanavanole lepri fuggite ai primi freddi. Per i campi,dove era stato raccolto il granone frullavanoi passeri a beccuzzare i chicchi caduti.Dalle case veniva l’odore forte del mosto.” (…) “Al primo sperdersi del calore estivosi fa la vendemmia. Quel giorno i ragazzi aiquali dai padri era stato sempre comandatodi non stare presso le vigne a piluccare,possono assaggiare l’uva nei chicchi checadono per terra e di sfuggita, dai tralci,qualche ciocca. Anche le vecchie vengonogolose ad aiutare. E’ un lavoro lento, chesegue il placarsi del sole, parlottando traun filare e l’altro, vi è sempre qualcunovenuto a opera che attrae le burle di tutti.La tinozza si colma al vuotare continuo delleceste e spinta sotto al portico si cominciaa pigiare. Il giovinetto che in quell’anno siè fatto forte verso la sua forma d’uomo e àmutato voce vuole assolutamente provare:la novità gli ravviva lo sguardo. Si scalzano,si rimboccano i calzoni, si lavano le gambealla fontana ed entrano a pigiare subitoattraendo con il dolciore le api. Il getto èdenso, rossastro e spumoso. E come leapi, le donne girano attorno ad annusare,a guardare e infine preso un bicchierevincono la timidezza e con la scusa chefa bene, lo riempiono fino ad arrossarsi lamano e bevono avide. Anche quelli chepigiano vogliono assaggiare, infine tuttigli altri. Ma quelli che pigiano, lentamentesi inebriano all’odore che sale sempre piùforte sotto l’impeto delle loro gambe el’ebbrezza li doma in silenzio operoso, poidi scatto irrompono in scherzi maneschia tingere di rosso le guance di quelli chepassano vicino. Declina il rapido giornoautunnale e le viti sui campi rimangonodiradate e lievi”. (…)Giovanni Comisso, La mia casa di campagna,Milano 1984, Longanesi & C.


GLIEVENTIDEL VINOPrimavera del ProseccoDa marzo a giugno – Le Colline delProsecco Doc Conegliano ValdobbiadeneIl più importante circuito enoturisticoattraverso 15 Mostre del VinoInfo: Unpli – Combai (TV)Tel. +39 0438. 893385 - Fax +39 0438.899600Altamarca – Valdobbiadene (TV)Tel. +39 0423.972372 – Fax +39 0423.975510www.primaveraprosecco.itinfo@primaveraprosecco.itVino in VillaFine maggio - Castello di San SalvatoreSusegana (TV)I produttori del Prosecco Doc presentanola vendemmia dell’annata precedenteagli enoturistiInfo: Consorzio Tutela Prosecco ConeglianoValdobbiadene – Solighetto (TV)Tel. +39 0438.83028 – Fax +39 0438.842700www.prosecco.it – info@prosecco.it“Cantine Aperte” - Di Vino in VinoFine maggio – Cantine dell’alta Marcatrevigiana, i produttori delle colline diConegliano e Valdobbiadene aprono leloro aziende per gli enoturisti nella giornatanazionale di “Cantine Aperte”Info: Consorzio Colli di ConeglianoTel. +39 0438.738241www.movimentoturismodelvino.itCalici di …<strong>vini</strong>Giugno - Degustazione delle migliorietichette dell’annata ed incontro con iproduttori “Campioni” della “Primavera delProsecco”dell’annata in corsoInfo: Unpli – Combai (TV)Tel. +39 0438.893385 - Fax +39 0438.899600Altamarca – Valdobbiadene (TV)Tel. +39 0423.972372 – Fax +39 0423.975510www.primaveraprosecco.itinfo@primaveraprosecco.itFesta dell’uvaFine settembre - ConeglianoIn degustazione, nello splendido centrostorico, oltre 300 <strong>vini</strong> selezionati dalconcorso enologico EnoConegliano,abbinati a prodotti gastronomici localiInfo: Dama CastellanaTel. +39 0438.455600 – Fax +39 0438.451961www.damacastellana.it – dama@damacastellana.itForum Spumanti d’ItaliaVilla <strong>dei</strong> Cedri – Valdobbiadene (TV)La massima rassegna delle “Bollicine nobili”italiane da quest’anno si articola in treappuntamenti: il primo a giugno dedicatoa convegni e operatori; il secondo ad iniziosettembre con degustazioni, laboratori delgusto, verticali; a fine anno in una grandecittà italiana per premiazioni ed incontri con ipersonaggi delle bollicine italianeInfo: Forum Spumanti d’ItaliaVilla <strong>dei</strong> Cedri – Valdobbiadene (TV)Tel. +39 0423.971999 – Fax +39 0423.975510www.forumspumantiditalia.it -segreteria@forumspumantiditalia.it45


46CISON DI VALMARINO (Rolle)Vigne MatteVia Tea, 8 - 31030 Cison di Valmarino (Rolle) (TV)Tel.0438/975798 - Fax 0438/977336www.vignematte.it - info@vignematte.itCONEGLIANOLECANTINEAz. Vinicola San GiovanniVia Manzana, 4 - 31015 Conegliano (TV)Tel.0438/31598 - Fax 0438/35300www.<strong>vini</strong>colasangiovanni.it<strong>vini</strong>sangiovanni@libero.itCantine GhettiVia Marsiglion, 85 - 31015 Conegliano (TV)Tel.0438/451234 - Fax 0438/61028www.cantineghetti.itinfo@cantineghetti.itCarminaVia Mangesa, 10 - 31015 Conegliano (TV)Tel.0438/23719 - Fax 0438/411974www.carmina.it - info@carmina.itCarpene’ MalvoltiVia Antonio Carpene’, 1 - 31015 Conegliano (TV)Tel.0438/364611 - Fax 0438/364690www.carpene-malvolti.cominfo@carpene-malvolti.comCORDIGNANOAz. Vinicola SalatinVia Doge Alvise IV Mocenico, 53 - 31016 Cordignano (TV)Tel.0438/995928 - Fax 0438/996727www.salatin<strong>vini</strong>.com - info@salatin<strong>vini</strong>.comCROCETTA DEL MONTELLOLa GioiosaVia Erizzo, 113/a - 31035 Crocetta del Montello (TV)Tel.0423/8607 - Fax 0423/860924www.lagioiosa.com - info@lagioiosa.itFARRA DI SOLIGO (Col San Martino, Soligo)Az. Agr. Andreola OrsolaVia Cal Longa, 52 - 31010 Col San Martino (TV)Tel.0438/989379 - Fax 0438/898822www.andreolaorsola.it - info@andreolaorsola.itAz. Agr. Bressan DanieleVia San Rocco, 18 - 31010 Farra di Soligo (TV)Tel.0438/801515 - Fax 0423/801515www.proseccobressan.itdanielebressan@libero.itAz. Agr. MarottaVia <strong>dei</strong> Pra’, 17 - 31010 Col San Martino (TV)Tel. e Fax 0438/989267m.merotto@libero.itPerlage s.r.l.Via Cal del Muner, 16 - 31020 Farra di Soligo (Soligo) (TV)Tel.0438/900203 - Fax 0438/900195www.perlagewines.cominfo@perlagewines.comFOLLINAAz. Agr. Al ColLoc. Col, 10 - 31051 Follina (TV)Tel.0438/970658 - Fax 0438/970658www.alcol.tv - info@alcol.tvMIANE (Premaor, Combai)Az. Vin. Gregoletto LuigiVia San Martino, 81 - 31050 Miane (Premaor) (TV)Tel.0438/970463 - Fax 0438/974308www.gregoletto.it - info@gregoletto.com


Spumanti SerreVia Casale Vacca, 8 - 31030 Miane (Combai) (TV)Tel.+39 0438/893502 - Fax +39 0438/899649www.proseccoserre.cominfo@proseccoserre.comPIEVE DI SOLIGO (Solighetto)Soc. Agr. Ballancin LinoVia Drio Cisa, 11 - 31050 Pieve di Soligo(Solighetto) (TV)Tel. +39 0438/842749 - Fax +39 0438/981648www.<strong>vini</strong>ballancin.com<strong>vini</strong>ballancin@<strong>vini</strong>ballancin.comREFRONTOLOAstoria ViniVia Crevada - 31020 Refrontolo (TV)Tel.+39 0423/6699 - Fax +39 0423/665077www.astoria.itinfo@astoria.itAz. Agr. Toffoli VincenzoVia Liberazione, 26 - 31020 Refrontolo (TV)Tel.+39 0438/978204 - Fax +39 0438/894556www.proseccotoffoli.itinfo@proseccotoffoli.itCantina BernardiVia Colvendrame, 25 - 31020 Refrontolo (TV)Tel.+39 0438/894153 - Fax +39 0438/894542www.cantinabernardi.itbernardi@cantinabernardi.itSAN FIOR (Castello Roganzuolo)Masottina - ConeglianoVia Bradolini, 54 - 31010 (Castello Roganzuolo) (TV)Tel.+39 0438/400775 - Fax +39 0438/402034www.masottina.it - info@masottina.itSAN PIETRO DI FELETTOBepin de EtoVia Colle, 32/a - 31020 San Pietro di Feletto (TV)Tel.+39 0438/486877 - Fax +39 0438/787854www.bepindeeto.it - info@bepindeeto.itIl ColleVia Colle, 15 - 31020 - San Pietro di Feletto (TV)Tel.+39 0438/486926 - Fax +39 0438/787958www.proseccoilcolle.it - info@proseccoilcolle.itSanfeletto Casa VinicolaVia Borgo Antiga, 39 - 31020 S. Pietro di Feletto (TV)Tel.+39 0438/486832 - Fax +39 0438/486030www.sanfeletto.it - sanfeletto@sanfeletto.itSAN VENDEMIANOAz. Agr. Furlan Pietro & FigliVia Saccon, 48 - 31020 San Vendemiano (TV)Tel.+39 0438/778267 - Fax +39 0438/478996www.furlan<strong>vini</strong>.com - info@furlan<strong>vini</strong>.comSUSEGANAAz. Agr. Conte CollaltoVia XXIV Maggio, 1 - 31058 Susegana (TV)Tel.+39 0438/738241 - Fax +39 0438/73538www.cantine-collalto.it - cantina@cantine-collalto.itAz. Agr. MalibranVia Barca II, 63 - 31058 Susegana (TV)Tel.+39 0438/781410 - Fax +39 0438/480978www.malibran<strong>vini</strong>.itinfo@malibran<strong>vini</strong>.itVALDOBBIADENE(Bigolino, Guia, Saccol, San Giovanni,San Pietro di Barbozza, Santo Stefano)Az.Agr. Bisol Desiderio & FigliVia Fol, 33 - 31040 Valdobbiadene(Santo Stefano) (TV)Tel.+39 0423/900138 - Fax +39 0423/900577www.bisol.it - bisol@bisol.it47


48Az. Agr. Canello AndreaVia Colmello del Col, 11 - 31040 Valdobbiadene(Guia) (TV)Tel.+39 0423/900640 - Fax +39 0423/900640www.canello.com - info@canello.comAz. Agr. Ca’ SalinaVia S. Stefano, 2 - 31040 Valdobbiadene(Santo Stefano) (TV)Tel.+39 0423/975296 - Fax +39 0423/975818www.casalinaprosecco.it - info@casalinaprosecco.itAz. Agr. DrusianLoc. San Giacomo - 31030 Valdobbiadene(Bigolino) (TV)Tel.+39 0423/982151 - Fax +39 0423/980000www.drusian.it - drusian@drusian.itAz. Agr. Il FolloVia Follo, 36 - 31040 Valdobbiadene(Santo Stefano) (TV)Tel.+39 0423/901092 - Fax +39 0423/900000www.ilfollo.it - info@ilfollo.itAz. Agr. La Casa VecchiaVia Callonga, 12 - 31040 Valdobbiadene(Santo Stefano) (TV)Tel.+39 0423/900455 - Fax +39 0423/900160www.lacasavecchia.it - info@lacasavecchia.itAz. Agr. Le ColtureVia Follo, 5 - 31040 Valdobbiadene(Santo Stefano) (TV)Tel.+39 0423/900192 - Fax +39 0423/900511www.lecolture.it - info@lecolture.itAz. Agr. Le MesineVia Cal Filigal, 13 - 31049 Valdobbiadene (TV)Tel. e fax +39 0423/980379www.lemesine.comlemesine@libero.comAz. Agr. Riva de MilanVia Erizzo, 148 - 31049 Valdobbiadene (TV)Tel.+39 0423/973030 - Fax +39 0423/973496www.agriturismorivademilan.itrivademilan@libero.itAz. Agr. RoccatVia Roccat e Ferrari, 1 - 31049 Valdobbiadene (TV)Tel.+39 0423/972839 - Fax +39 0423/971772www.roccat.com - info@roccat.comAz. Agr. SantantoniVia Cimitero, 52 - 31040 Valdobbiadene(Santo Stefano) (TV)Tel.+39 0423/900226 - Fax +39 0423/900226www.santantoni.it - santantoni_mirka@tiscali.itAz. Agr. Spagnol DenisP.zza Ugo A.Canello, 10 - 31049 Valdobbiadene (Guia) (TV)Tel.+39 0423/900303 - Fax +39 0423/904852www.spumantispagnol.cominfo@spumantispagnol.comAz. Agr. Vigneto VecioVia Grave, 8 - 31040 Valdobbiadene (S. Stefano) (TV)Tel.+39 0423/900338 - Fax +39 0423/904768www.vignetovecio.it - info@vigentovecio.itBortolin Angelo SpumantiVia Prade, 6 - 31040 Valdobbiadene (Guia) (TV)Tel.+39 0423/900125 - Fax +39 0423/901015www.spumantibortolin.cominfo@spumantibortolin.comBortolin F.lli SpumantiVia Menegazzi, 5 - 31040 Valdobbiadene(Santo Stefano) (TV)Tel.+39 0423/900135 - Fax +39 0423/901042www.bortolin.com - info@bortolin.comBortolomiol SpumantiVia Garibaldi, 142 - 31049 Valdobbiadene (TV)Tel.+39 0423/974911 - Fax +39 0423/975066www.bortolomiol.cominfo@bortolomiol.com


Bortolotti SpumantiVia Arcane, 6 - 31049 Valdobbiadene (TV)Tel.+39 0423/975668 - Fax +39 0423/975526www.bortolotti.com - info@bortolotti.comCiodet SpumantiVia Piva, 104 - 31049 Valdobbiadene (TV)Tel.+39 0423/973131 - Fax +39 0423/905301www.ciodet.it - spumanticiodet@libero.itRuggeriVia Pra’ Fontana, 4 - 31049 Valdobbiadene (TV)Tel.+39 0423/9092 - Fax +39 0423/973304www.ruggeri.it - ruggeri@ruggeri.itCanevel SpumantiVia Roccat e Ferrari, 17 - 31049 Valdobbiadene (TV)Tel.+39 0423/975940 - Fax +39 0423/975961www.canevel.it - info@canevel.itCantina Fasol & MeninVia Fasol & Menin, 20 - 31049 Valdobbiadene (TV)Tel.+39 0423/905533 - Fax +39 0423/905603www.fasolmenin.commyprosecco@fasolmenin.comCantina Ponte VecchioLoc. Ponte Vecchio - 31049 Valdobbiadene (TV)Tel.+39 0423/981363 - Fax +39 0423/981363www.pontevecchio.tv.itfloriano@pontevecchio.tv.itCantina Produttori di Valdobbiadene - Val D’OcaVia San Giovanni, 45 - 31030 Valdobbiadene(Bigolino) (TV)Tel.+39 0423/982070 - Fax +39 0423/982097www.valdoca.com - valdoca@valdoca.comCol de RoerVicolo Col Roer, 7 - 31049 Valdobbiadene (TV)Tel.+39 0423/976241 - Fax +39 0423/976241www.stramare.com - mario@stramare.comCol Vetoraz<strong>Strada</strong> delle Treziese, 1 - 31040 Valdobbiadene(Santo Stefano) (TV)Tel.+39 0423/975291 - Fax +39 0423/975571www.colvetoraz.it - info@colvetoraz.itFoss Marai Spumanti<strong>Strada</strong> di Guia, 109 - 31040 Valdobbiadene (Guia) (TV)Tel.+39 0423/900560 - Fax +39 0423/900570www.fossmarai.com - info@fossmarai.comLe BertoleVia Europa, 20 - 31049 Valdobbiadene (TV)Tel.+39 0423/975332 - Fax +39 0423/905007www.lebertole.com - lebertole@hotmail.comMionetto SpaVia Colderove, 2 - 31049 Valdobbiadene (TV)Tel.+39 0423/9707 - Fax +39 0423/975766www.mionetto.it - antonio@mionetto.itSpumanti GeminVia Erizzo, 187 - 31049 Valdobbiadene (TV)Tel.+39 0423/975450 - Fax +39 0423/976146www.spumantigeminbortolomiol.itinfo@spumantigeminbortolomiol.itTenuta Torre ZeccheiVia Capitello Ferrari, 3/A - 31049 Valdobbiadene (TV)Tel. +39 0423/987422- 976183Fax +39 0423/987422 - +39 0423/905041www.torrezecchei.it - info@torrezecchei.itTerre di San Venanzio FortunatoVia Capitello Ferrari, 1 - 31049 Valdobbiadene (TV)Tel. e fax +39 0423/974083www.terredisanvenanzio.itinfo@terredisanvenanzio.itValdoVia Foro Boario, 20 - 31049 Valdobbiadene (TV)Tel. +39 0423/9090 - Fax +39 0423/975750www.valdo.com - info@valdo.com49


50Villa SandiVia Tessere, 1 - 31049 Valdobbiadene (TV)Via Erizzo, 112 - 31035 Crocetta del Montello (TV)Tel.+39 0423/976239 Fax +39 0423/905588www.villasandi.it - info@villasandi.itVIDOR (Colbertaldo)AdamiVia Rovede, 27 - 31020 Vidor (Colbertaldo) (TV)Tel.+39 0423/982110 - Fax +39 0423/982130www.adamispumanti.itinfo@adamispumanti.itAz. Agr. ScandoleraVia Scandolera, 95 - 31020 Vidor (Colbertaldo) (TV)Tel.+39 0423/985107 - Fax +39 0423/985107www.scandolera.it - info@scandolera.itSpagnol Soc. AgricolaVia Scandolera, 51 - 31020 Vidor (Colbertaldo) (TV)Tel.+39 0423/987177 - Fax +39 0423/987177www.spagnolaziendaagricola.itinfo@spagnolaziendaagricola.itLa TorderaVia Banfi, 44 - 31020 Vidor (TV)Tel.+39 0423/985362 - Fax +39 0423/871023www.latordera.it - info@latordera.itSorelle BroncaVia Martiri, 20 - 31020 Vidor (Colbertaldo) (TV)Tel.+39 0423/987201 - Fax +39 0423/989329www.sorellebronca.com - info@sorellebronca.comVITTORIO VENETO (Carpesica)BellendaVia Giardino, 90 - 31029 Vittorio Veneto(Carpesica) (TV)Tel.+39 0438/920025 - Fax +39 0438/920015www.bellenda.it - info@bellenda.itAz. Agr. CenetaeVia Jacopo Stella, 34 - 31029 Vitorio Veneto (TV)Tel.+39 0438/552043 - Fax +39 0438/949399www.idsc-vv.it/CENETAE/CENETAE.htminfo@idsc-vv.itTonon ViniVia Carpesica, 1 - 31010 Vittorio Veneto(Carpesica) (TV)Tel.+39 0423/920004 - Fax +39 0438/920014www.<strong>vini</strong>tonon.com - info@<strong>vini</strong>tonon.com<strong>Strada</strong> del Prosecco e Vini <strong>dei</strong> ColliConegliano – ValdobbiadeneVia Piva, 89 – Villa <strong>dei</strong> Cedri31049 Valdobbiadene (TV)Tel/fax +39 0423 974019www.coneglinaovaldobbiadene.itinfo@coneglianovaldobbiadene.itBIBLIOGRAFIAAA.VV., Atlante del paesaggio trevigiano,Ed. Provincia di Treviso, 2000AA.VV., I piaceri della Marca gioiosa,Acelum Ed., Asolo 1988AA.VV., L’Alta Marca Trevigiana, a cura diD.Gasparini, Cierre Ed., (VR) 2000G. Rorato, Il Prosecco di Conegliano eValdobbiadene, Morganti Ed., Verona 2002G. Rorato, La pedemontana trevigiana,Dario De Bastiani Ed., Vittorio Veneto 2004L. Sanson, La vite in collina, Cierre Ed.,Canova Ed, Verona, Treviso 2002M. Ulliana, La Scuola Enologica diConegliano, Canova Ed., Treviso 1992,


STRADA DEI VINI DEL PIAVE“…quando in inverno spillate il vino,fate che nel vostro cuore vi sia unacanzone per ogni calice; e fate chenella canzone vi sia un ricordo <strong>dei</strong>giorni d’autunno, della vigna e deltorchio…”Gibran Kahlil Gibran52La scoperta del vino, prodotto nella MarcaTrevigiana, vi porta ora nei dintorni delfiume Piave, dopo aver esplorato zone chevanno da Conegliano a Valdobbiadene,ovvero il tradizionale percorso del Bianco.Benché i vigneti del Piave diano anch’essiottimi <strong>vini</strong> bianchi, la produzione piùcospicua è quella del Rosso.Le antiche culture, il mondo contadinoforte <strong>dei</strong> suoi valori, le peculiarità delpaesaggio sono ancora una volta i cardinidi questo percorso.Sgombrato il campo da ogni dubbio,gli amanti del rosso si armino di mappastradale, guida e voglia di degustare perchél’itinerario, che si dirama per circa 150 km,ha in serbo molte sorprese e soprattuttomolte scoperte.Il percorso attraversa luoghi carichi disignificato e di forte valenza evocativa, moltospesso poco conosciuti dal grande pubblico.


BarbozzaGuiaFarra di Soligo Pieve di SoligoCapo di SottoPosmon San VendemianoS. StefanoBoschet S.MariaCastello LevadaVALDOBBIADENECol San MartinoRocchettaGaiarinePiazza RovereCollalbrigo Borghetto CosnigaIl percorso èRoverbassoSaccol GiussinBarbisanoS. Michele CONEGLIANOlocalmenteCollalto CrevadaColbertaldoCodogne'Borgo ChiesaSernaglia della BattagliaPare'CimavillaPortobuffole'segnalatoSan Giovanni MosnigoCampomolinoBigolinoRamerada cartelliMoriago della BattagliaVidorFalze' di PiaveBocca di <strong>Strada</strong>Vallonto Fae'direzionaliRive Carlot BoscoSuseganaCampagnolaCornareCovoloMareno di PiaveRigoleSanta CroceSanta LuciaSoffrattaFontanelleLevadaParrocchia Colfosco di PiaveVisna'GuizzettaVazzolaBasalghelleSanta MamaMercatelliS. UrbanoSanti AngeliBorgo BellussiMansue'Cornuda CianoPonte della PriulaLutranoBrischeCrocettaNervesa della BattagliaTezzeNavole'MureLa Valle del MontelloSovillaS. Maria di PiaveBidasioRaiMedunaPra De Rodadi LivenzaSanta MariaBavariaSan Michele di PiaveTempioGorgo della ChiesaColfrancui FrattaCimadolmoGorgo <strong>dei</strong> Molini San Giovanni di MottaPederivaGiavera del MontelloSan Polo di PiaveODERZOCusignanaMotta di LivenzaBiadeneArcade SpresianoGraveOrmelleCaerano di San MarcoCaonadaSelva del Montellodi Pap.LorenzagaVenegazzu'San GiorgioGuarda BassaPiavonLovadinaGuizzaMalintrada VillanovaMONTEBELLUNASalettuol StabiuzzoVisnadelloRoncadelleCavalierPoveglianoSan GaetanoCamalò Camalo'Maseradasul PiaveLevadaBuscoSignoressaSantandra'Fossalta MaggioreBustaVillorbaCandelu'Falze'NegrisiaChiaranoVaragoTrevignanoCatenaSalettoPonte di Piave San NicoloVelapiccolaVascon Breda di PiaveCandoleCessaltoMusanoPadernoSan BartolomeoVigonovoS. AnastasioCarita'Santa MariaBarconPostiomaLancenigoFagare'SalgaredaMerlengodi CampagnaPonzano Carita'VacilLe MarchePeroBocca CallaltaCampo PietraFanzoloPorcellengoVenetoPezzanCavrie'San GiacomoCampobernardoSalaFontaneBiban MignagolaZensonFossalungaSan Martino San Biagio di CallaltaPezzandi PiaveCastagnole Santa BonaCarboneraRovare'VedelagoBorgo VerdePadernelloCastelloIstrana PaeseCarpenedoTREVISOOlmiSpercenigoSan Pietro NovelloAlbaredoLanzagoCavasagraVillanovaSileaMonastierCasacorba OspedalettoNerbonPralongoBiancadeSan MarcoMorganoQuinto di TrevisoCasierVallioFrescadaCastelminioDossonCendonRoncadeBadoere Santa CristinaSan TrovasoS. Elena S. CiprianoPiaveSilePiaveMonticanoPiaveMonticanoPiaveLivenzaLivenza53


54Il territorio della DOC Piave si estendeentro una vasta pianura che è delimitata asud dal mare, a nord-ovest dalle colline diConegliano e del Montello ed è attraversatain lunghezza dal fiume Piave, mentre anord-est confina con il Friuli.Tre le aree su cui puntare, con lo scopodi capire i vari momenti insediativi, letradizioni diverse e anche, perché no, perpotersi riposare.La prima (A), vede protagonisti i vignetiche furono della Serenissima Repubblica diVenezia. Si snoda, sia a sinistra che a destradel Piave ed è storicamente importanteper il passato romano, che ha il suo focusnella città di Oderzo, punto di partenza delnostro viaggio enologico. Questo primotracciato si ferma a Roncade.La seconda zona (B), che da Roncadearriva a Cimadolmo, è ancora disseminata dibelle dimore patrizie veneziane, oggi sedi dirinomate aziende viti<strong>vini</strong>cole.Definita come la zona <strong>dei</strong> “vigneti <strong>dei</strong>Dogi”, abbraccia a grandi linee la parte sude quella centrale della provincia di Treviso,sulla destra Piave.Per finire la terza parte (C), che daCimadolmo riporta a Oderzo e si estendenel comprensorio del Raboso.Anche qui non mancano le ville venete, maquello che più tocca il cuore del viaggiatore


è l’atmosfera della sinistra Piave, conle sue tradizioni antiche, gli scorci chelasciano intravedere il fiume, le chiesetteisolate che nascondono preziosi affreschie le cittadine-gioiello come Portobuffolé.Il percorso è unidirezionale a forma digrande anello, con una variante checollega San Polo di Piave a Ponte diPiave e due bretelle, una che conduce aConegliano e una che porta a Roncade.Una descrizione iniziale, che forniscele informazioni sulla direzione daprendere, verrà corredata da schedeparticolareggiate sui luoghi di maggiorinteresse, con dettagli, curiosità eaneddoti.55


IL CONSORZIO PIAVE DOCed il suo ruolo nella promozione <strong>dei</strong> <strong>vini</strong>del territorio del Piave56Il Consorzio Piave DOC nasce nell’ agosto1959, su felice intuizione di un gruppo diviticoltori che si prefiggono l’arduo compitodi “Tutelare la viticoltura nella zona diproduzione ‘Vini del Piave’ incoraggiandola diffusione di vitigni adatti e procurandoil miglioramento delle pratiche viticole edenologiche, per diffondere la conoscenza e lavalorizzazione commerciale di questi <strong>vini</strong>”.Si trattava e si tratta ancora oggi di un gruppodi produttori che hanno sempre creduto nellaqualità, si sono uniti sotto il marchio comuneall’interno dell’area DOC.Si sono dotati di un organo d’autocontrolloche garantisca il rispetto della produzione edelle strutture di assistenza tecnica.Frutto di questa politica è oggi unapresenza costante sul mercato e il profondoradicamento nel tessuto socioeconomicoche ha determinato un legame stretto esinergico tra vino e zona di origine.Oggi il Consorzio Piave cura tutte e tre lefasi del processo produttivo (produzione,trasformazione e commercializzazione) ecomprende i due terzi della superficie vitatae del vino prodotto e commercializzato.


LA PIANURADiamo un’occhiata a questa zona, chedalla laguna di Venezia si addentra nellaprovincia di Treviso arrivando ai piedidelle Prealpi. Questa pianura è il letto diun fiume. Lui, o forse faremmo meglio adire lei, è il Piave. Sì, perché il genere datoall’appellativo resta ancora incerto.Da decenni è in uso il maschile, ma inorigine era il femminile. E ciò vale non soloper il Piave, ma anche per il Sile, il Livenza emolti altri corsi d’acqua.Tornando al paesaggio, la pianura haun suolo composto di sabbie, ghiaie eargille particolarmente irrorato da vened’acqua profonde ed è da questa singolareconformazione del terreno che le vititraggono le loro caratteristiche.Malgrado il forte processo diindustrializzazione, avvenuto fra gli anniOttanta e Novanta, la pianura, a trattiancora ubertosa, offre al visitatore scorci digrande respiro.I paesi disseminati lungo il fiume hannoconservato il sapore di un tempo e lapassione per la natura degli abitanti hatrasformato le zone limitrofe in un grandegiardino. Il letto del Piave è un ambienteassai adatto all’agricoltura.Anticamente, in questa piana, l’uomo si57


58specializzò nell’allevamento del bestiame,in quello del baco da seta e nella colturadella vite. Infatti, si incontrano ancoragli antichi casali isolati in mezzo alle viti,con il bel portico ad archi e con la caneva(cantina) che occupa il posto più importanteassieme alla cucina con il foghér (focolare).E’ questa l’immagine rurale dellaMarca Gioiosa, che si coniugasplendidamente con le testimonianzedella dominazione veneziana, dove le villevenete sono ancor oggi un patrimonio digrande valenza architettonica e culturale.E da qui nasce la liason “vino-villa”, dove“l’andar per ville” corrisponde “all’andarper vino”: oggi infatti la maggior parte dellearistocratiche dimore ha creato il propriomarchio di <strong>vini</strong> di buon livello.


I VINI DEL PIAVEDal Merlot al RabosoSotto la denominazione di originecontrollata “Vini del Piave” o piùsemplicemente “Piave” si annoveranoi seguenti vitigni: Cabernet, CabernetSauvignon, Chardonnay, Merlot, Pinot(Nero, Bianco e Grigio), Raboso, Tocai,Verduzzo. La zona di produzioneoccupa gran parte della zona est dellaprovincia di Treviso.Qui, come in altre zone del Veneto, eradiffusa la tradizione di impiantare vitignidiversi alternati sullo stesso filare. Main tempi più recenti, per ottimizzare erazionalizzare le coltivazioni, i viticoltorihanno modificato i loro vigneti cambiandoprofondamente il profilo produttivo diquesta zona.Negli ultimi 25 anni l’introduzione delvigneto in monocoltura ha avuto la meglio.Molte aree ad esempio sono state riservateal Merlot, che costituisce di gran lunga laproduzione più significativa di tale zona.Notoriamente questi <strong>vini</strong> hanno un saporesecco e asciutto e si accompagnano benea carni, arrosti, pollame, cacciagione,insomma ai tipici piatti della cucina veneta.Eccellente in questo senso il Raboso del59


60Piave, autentica bandiera della viticolturaed enologia di questa terra. La sua lungastoria sconfina spesso nella leggendacui è legata anche l’origine del nome.C’è chi ritiene invece che il suo nomederivi dall’omonimo affluente del Piave.Un’ipotesi più suggestiva è quella che,tenendo conto della forte astringenzae acidità delle uve, ne attribuiscel’origine all’aggettivo “rabioso”, usatonel dialetto veneto per indicare un fruttoparticolarmente acerbo.Ad ogni modo si tratta di un vitignoautoctono le cui prime tracce dicoltivazione risalgono all’inizio del XVIIsecolo. In realtà la pianta è davvero forte,figuratevi che è riuscita a passare quasiindenne attraverso gli anni dell’epidemia difillossera che ha flagellato i vigneti italianidurante la prima metà del XX secolo.Il suo sapore è robusto e, se giovane,si accompagna splendidamente aitipici antipasti all’italiana, mentre una voltainvecchiato è ottimo con la selvaggina.VINO: DUE PAROLE SU COMECAMBIANO LE ABITUDINIFino agli anni Cinquanta, il vino eraconsiderato, da un lato, un bene di lusso,dall’altro una bevanda semplice e, inquanto tale, di scarsa qualità, che aveva ilcompito di accompagnare l’alimentazione odi portare all’ebbrezza.Si ricorda poi un “periodo nero” per iviticoltori, quello compreso tra la finedel XIX e la metà del XX secolo, in cui leepidemie raggiunsero il loro culmine conla fillossera che distrusse gran parte <strong>dei</strong>patrimoni viti<strong>vini</strong>coli.In più ci si misero anche la guerra e la crisieconomica.Fortunatamente oggi si è in grado digarantire raccolti sicuri e misure protettiveefficaci, che dal 1945 hanno caratterizzatoquesto tipo di coltura.Adesso siamo entrati in un’eracompletamente diversa. Il vino fa cultura.Fa cinema. Fa tendenza.Un prolificare di pubblicazioni aiutail grande pubblico ad orientarsi inquell’universo che era considerato diesclusivo dominio degli esperti. Lo si è vistoanche alla rassegna del Vinitaly a Verona,dove ormai non è solo il vino l’indiscussoprotagonista, ma tutto il mondo che vi giraintorno. Guide enologiche, concorsi, scuoleper sommelier e assaggiatori, sfide fraristoranti a suon di carte di <strong>vini</strong> prestigiosi.Insomma chi più ne ha più ne metta.


Per non parlare del packaging e del design.Cavatappi, decanter, taglia-capsule etermometri, bicchieri e calici molto speciali.L’estimatore non si accontenta più, vuoleil meglio. Basta solo dire che una rassegnacome “Cantine aperte”, nata in sordinanegli anni ‘90, è oggi una manifestazioneattesissima che per una giornata intera,l’ultima domenica di maggio, accomuna gliamanti del vino del mondo intero.VINO ROSSO FA SEMPREBUON SANGUE?Un bicchiere di vino rosso al giorno leva ilmedico di torno e fa buon sangue!Le proprietà salutari di questo “nettaredegli <strong>dei</strong>”, decantate da poeti e scrittorifin dall’antichità, sono state al centro dinumerosi studi di istituti di ricerca, chehanno tentato di fare il punto sugli evidentibenefici.Quali sono dunque le caratteristiche delvino rosso di cui tener conto?Prima regola, consumo limitato: non piùdi 30 g per gli uomini e 20 g per le donnedi alcol al giorno, il che corrisponde a duebicchieri di buon vino rosso. L’assunzionegiornaliera, in queste quantità, determinaun aumento delle HDL, cioè del colesterolocosiddetto buono, a scapito delle LDL,il colesterolo definito cattivo.Inoltre, l’alcol limita l’aggregazione dellepiastrine, mantenendo il sangue più fluido.L’azione protettiva del vino rosso, control’insorgere delle malattie cardiovascolari,è legata alla presenza di compostipolifenolici. Il loro contenuto dipendedalla varietà dell’uva, dalla posizione etipo di terreno della vigna e dai processi di<strong>vini</strong>ficazione.Tra i composti polifenolici, vanno citatialcuni acidi, ad esempio l’acido caffeico,le antocianine (che danno colore al vino),i flavonoidi, le catechine, le procianidine, itannini e il resveratrolo.Questi composti hanno marcate proprietàantiossidanti, cioè contrastano i radicaliliberi responsabili dell’invecchiamento e ilresveratrolo svolgerebbe addirittura ancheun’attività antitumorale.Si può quindi dire che il consumo costantee contenuto di vino rosso è un verotoccasana: contribuisce ad avere arterie piùelastiche, coronarie dilatate e un sanguecon meno colesterolo.61


Tratto ADA ODERZO A RONCADE.LE VIGNE DEI DOGI62“…chi abita in golena sa bene che ognitanto il fiume presenta il conto: è quelloda pagare per il privilegio di viveretra gli argini e il corso d’acqua, su unaterra tanto infida quanto seducente,subendone agguati e incantesimi.La golena, ora sassosa ora sabbiosa, èricca di aree boschive alternate a campicoltivati, a vigne rigogliose, a verdiradure in declivio. In autunno i vignetisi fanno rossicci, i faggi e i pioppiingialliscono a cominciare dalle frondepiù alte, s’accartoccia il fogliame ramato<strong>dei</strong> carpini e le siepi stinte mostrano,qua e là, la rossura delle bacche…”(“L’ira del fiume” in La carrozza del nonnodi Tommaso Tommaseo Ponzetta)Ed ecco la bella Opitergium(dal venetico terg e cioè Piazza) che, aiconfini del Veneto Orientale, è da sempreil punto nevralgico di questo territoriofortemente agricolo.Come a formare una serie distratificazioni, che sono però ben visibili,Oderzo mostra tutte le epoche senza chenulla stoni. Il complesso dell’area romana,con i meravigliosi mosaici, databili allafine del I sec a.C., è stato valorizzato dallaristrutturazione operata dall’architetto ToniFollina. Tra antico e moderno Oderzo viveun particolare e stabile equilibrio.


GuiaFarra di Soligo Pieve di SoligoBarbozzaS. StefanoPosmon Boschet Capo di SottoCastello S.MariaSan VendemianoLevadaVALDOBBIADENECol San MartinoRocchettaGaiarineCollalbrigo Borghetto CosnigaSaccol Piazza RovereRoverbassoGiussinBarbisanoS. Michele CONEGLIANOCollalto CrevadaColbertaldoCodogne'Borgo ChiesaSernaglia della BattagliaPare'CimavillaPortobuffole'San Giovanni MosnigoRameraCampomolinoBigolinoMoriago della BattagliaVidorFalze' di PiaveBocca di <strong>Strada</strong>Vallonto Fae'Rive Carlot BoscoSuseganaCampagnolaCornareCovoloMareno di PiaveRigoleSanta CroceSanta LuciaLevadaSoffrattaParrocchia Colfosco di PiaveVisna'GuizzettaVazzolaBasalghelleSanta MamaMercatelliFontanelleS. UrbanoSanti AngeliBorgo BellussiMansue'Cornuda CianoPonte della PriulaLutranoBrischeCrocettaNervesa della BattagliaTezzeNavole'MureLa Valle del MontelloSovillaS. Maria di PiaveBidasioRaiMedunaPra De Rodadi LivenzaSanta MariaBavariaTempioGorgo della ChiesaSan Michele di PiaveColfrancui FrattaCimadolmoGorgo <strong>dei</strong> Molini San Giovanni di MottaPederivaGiavera del MontelloSan Polo di PiaveODERZOCaerano diCusignanaMotta di LivenzaBiadeneArcade SpresianoGraveOrmelleSan MarcoCaonadaSelva del Montellodi Pap.LorenzagaVenegazzu'San GiorgioGuarda BassaStabiuzzoPiavonLovadinaGuizzaMalintrada VillanovaMONTEBELLUNASalettuolRoncadelleCavalierVisnadelloPoveglianoSan GaetanoCamalò Camalo'Maseradasul PiaveLevada BuscoSignoressaSantandra'Fossalta MaggioreBustaVillorbaCandelu'Falze'NegrisiaChiaranoVaragoTrevignanoCatenaSalettoPonte di Piave San NicoloVelapiccolaVascon Breda di PiaveCandoleCessaltoMusanoPadernoSan BartolomeoVigonovoS. AnastasioCarita'Santa MariaBarconPostiomaLancenigoFagare'SalgaredaMerlengodi CampagnaPonzano Carita'VacilLe MarchePeroBocca CallaltaFanzoloCampo PietraPorcellengoVenetoPezzanCavrie'San GiacomoCampobernardoSalaFontaneBiban MignagolaZensonFossalungaSan Martino San Biagio di CallaltaPezzandi PiaveCastagnole Santa BonaCarboneraRovare'VedelagoBorgo VerdePadernelloCastelloIstrana PaeseCarpenedoTREVISOOlmiSpercenigoSan Pietro NovelloAlbaredoLanzagoCavasagraVillanovaSileaMonastierCasacorba OspedalettoNerbonPralongoBiancadeMorganoCasierCastelminioQuinto di TrevisoVallioFrescadaDossonCendonSanta CristinaRoncadeBadoereSan TrovasoLughignano S. Elena S. CiprianoPiaveSilePiaveMonticanoPiavePiaveMonticanoLivenzaLivenza63


64L’abitato originale fu fondato tra il VIe V secolo a.C. dai Veneti. In seguitoalla costruzione della strada consolarePostumia (148 a.C.), che collegava laLiguria ad Aquileia, il territorio va afinire sotto l’influenza politico-militareromana e viene coinvolto nella lotta fraPompeo e Cesare. Quest’ultimo concedea Opitergium la cittadinanza romana (48a.C.) e la dichiara municipium. E’ poi sottoil regno di Augusto, durante il I secolod.C., che la città vive il suo momentodi massimo splendore sia economicoche culturale. Oderzo viene varie voltesaccheggiata e ricostruita: prima dai Quadie Marcomanni (167 d.C.), poi dagli Unnidi Attila (452 d.C.) e infine dai Longobardidi Teodorico (461 d.C.).In seguito alle rovinose devastazioni, gliabitanti si dirigono verso le coste, aiutatidal vescovo Magno e fondano Eraclea, inonore dell’Imperatore bizantino Eraclioe subito dopo la città di Equilium (oggiJesolo). E’ in epoca Medievale che Oderzoriprende fiato, costruendo mura di difesae nuove abitazioni. Va sottolineato che lacittà ha potuto risollevarsi ogni volta grazieallo spirito tenace delle sue popolazioni.Dopo essere stata contesa per vari anni daEzzelini, Caminesi e Carraresi, passa, nel1389, sotto il dominio della Serenissima.E’ durante questi lunghi secoli che,urbanisticamente, assume le attualisembianze, con i bei palazzi costruitiall’interno delle mura di cinta.La piazza, dietro alla quale scorre il fiumeMonticano, è stata di recente riconsegnataalla città con la nuova pavimentazione inmateriale d’uso veneto (trachite, pietrad’Istria e ciottoli). All’interno del vastospazio urbano, i tranquilli ritmi cittadinisono scanditi dal famoso mercato delmercoledì. Da un lato della piazzacampeggia il Duomo con i suoi notevolidipinti di Pomponio Amalteo, Bellunello,Palma il Giovane ed altri; dall’altra la lungafacciata di palazzo Saccomani; dalla parteopposta, la schiera delle vecchie case.


Di sicuro interesse, una visita al MuseoCivico e a Palazzo Foscolo, dove si trova laPinacoteca Alberto Martini.Il viaggio prosegue ora inoltrandosi nellacampagna a sud di Motta di Livenza.A Borgo Cavalier si farà una sosta pervisitare la piccola e suggestiva chiesaromanica, che al suo interno conservaalcuni affreschi.Un bosco spunta circondato dai vigneti,mentre verso nord si incontrano ancoradue ville di interesse architettonico.Villa Foscarini Cornaro, edificata intornoalla metà del Cinquecento, è un pregevoleesempio di architettura rinascimentale conil bel giardino all’italiana.Villa Revedin, immersa in un suggestivoparco secolare, costruita dai nobiliveneziani Morosini, testimonia losplendore della gloriosa Serenissima eha ospitato, verso la fine del XVIII secolo,personaggi provenienti da tutta Europa.Ecco ora Motta di Livenza, il cui nomederiva probabilmente da motta o mutteraa significare un rilievo del terreno.Di importanza strategica durante ilMedioevo, il piccolo centro ebbe funzionedi cuscinetto fra il Patriarcato di Aquileia, ilDogato veneziano, il Comune di Treviso ela Contea vescovile di Ceneda.Ancora alcune importanti ville venezianevengono incontro al viaggiatore.Spiccano Villa Morosini e Villa Rietti Rota,che comprende vari fabbricati, annessi,rustici, barchesse e una piccola chiesadedicata a Sant’Anna, la cui pala d’altare èattribuita alla Scuola del Tiepolo.I vigneti sono sempre parte integrantedel paesaggio e, insieme ai boschi, sialternano con altre coltivazioni.65


66Una deviazione va prevista verso Cessalto,per dare un’occhiata a Villa Zeno detta“Donegal”, una delle tre ville progettate daPalladio nella provincia di Treviso. Le altredue sono Villa Barbaro a Maser e Villa Emoa Fanzolo.Da Cessalto si prosegue per Chiarano,dove sorge un’altra Villa appartenutaalla famiglia Zeno, quindi si continuaper Campo di Pietra e Salgareda,attraversando un’area densamentecoltivata a vigneto.A Salgareda, il cui nome deriva daisalici (detti salghèri o salgàri in veneto),è imperativo assaggiare i biscotti daintingere (tociare) nel vino. Si chiamano“ossi da morto” forse per la loro forma aossicino.Una volta raggiunto Ponte di Piave, dovesi trova la villetta a lungo abitata dalloscrittore Goffredo Parise (1929-1986),oggi appunto “Centro Cultura G. Parise”,si prosegue sulla statale per Treviso,deviando poco dopo verso Zensondi Piave, teatro della grande battagliadel Solstizio del giugno 1918, e quindiproseguendo in direzione Monastier, ilcui nome si deve ai resti di un’abbaziabenedettina. Qui i frati, nel primoMedioevo, diedero un valido contributoalle bonifiche della zona.Arrivati a San Pietro di Novello, ancora unavolta va abbandonata la strada principaleper raggiungere l’Abbazia di Santa Mariadel Pero. Questo monastero Benedettino,era sorto nel X secolo e venne poiabbandonato in epoca napoleonica. Oggi èsede di una importante azienda agricola.Sono sempre le ville venete a fare dasfondo all’ultimo tratto di strada prima diraggiungere Roncade.


IL SANTUARIO DELLAMADONNA DEI MIRACOLIA MOTTA DI LIVENZALa Medjugore del Piave.Era il 9 marzo 1510 quando, in mezzoa un campo di grano, una bellissimagiovinetta vestita di bianco apparve aGiovanni Cigana. Il vecchio si rese subitoconto che era la Madonna che gli parlavaper assegnargli un compito importante ecorse a comunicare ai suoi concittadini leindicazioni ricevute. Bisognava costruireuna chiesa sul luogo dell’apparizione.Toccò a un membro del clero di raraintelligenza, nonché figura di alto spessoreumanistico seguire tutta la faccenda.Padre Francesco Zorzi, SuperioreProvinciale <strong>dei</strong> Frati Minori Osservanti delConvento di San Francesco della Vignaa Venezia era noto, oltre che per essereconsigliere particolare di Papa Clemente VII,per il suo stretto rapporto con il Sansovino.E fu soprattutto per questo motivo che lasua presenza durante la progettazione ela costruzione della chiesa e del conventosi rivelò di capitale importanza. La chiesa,terminata in tempi record nel 1513,è giocata su linee sobrie di impiantotradizionale. Anche dopo cinque secoli,rimane uno <strong>dei</strong> principali centri veneti dellareligiosità popolare.UN’IDEA DELLETRASFORMAZIONI DELPAESAGGIO RURALELe prime trasformazioni dell’assettopaesaggistico risalgono all’epoca romanacon la realizzazione di importanti viedi comunicazione, prima fra tutte la viaPostumia che collegava Genova ad Aquileia.67


68Per garantire la sicurezza lungo leprincipali arterie furono predispostinumerosi insediamenti, con una radicalepenetrazione in tutto il territorio dovutaall’usanza romana di assegnare terre aiveterani.Alla caduta dell’Impero Romano, questiterreni vengono man mano abbandonati eil bosco, che era meno folto, inizia di nuovoa crescere e non solo, alcune terre vengononuovamente coperte da paludi e acquitrini.In età Comunale e con l’aumento dellapopolazione, si ripropone l’esigenza dimettere a coltura vaste aree, che infattivengono di nuovo disboscate e bonificate.Va da sé che i primi centri di rinascitaagricola si trovano a ridosso <strong>dei</strong> Monasteri edelle principali Signorie Comunali.Cosicché il periodo antecedente alladominazione veneziana può essereconsiderato come un momento di bonifichee dissodamenti, nonché un’epoca dovevengono realizzate importanti opere dismaltimento delle acque con deviazionie sistemazioni del terreno. Stampe,disegni e incisioni dell’epoca testimonianol’importanza attribuita all’irrigazione, comein un disegno di Cristoforo Sorte del 1556,dove sono ben visibili le rogge derivatedal Piave.Lo sviluppo di una agricoltura più efficientedetermina un assetto paesaggistico benpreciso, come ad esempio la sistemazionedi campi chiusi.É inoltre interessante osservare come tuttala destra Piave fosse coltivata in modopiù intensivo rispetto alla sinistra, dovezone paludose e incolte erano ancoramolto estese. Infatti, dalle testimonianzecinquecentesche, nella destra, sonopresenti una serie di borghi rurali, mentredall’altra parte del fiume, la diffusione degliinsediamenti era minore.Dalla seconda metà del XV secolo, ci fu unnotevole incremento dell’acquisto di fondida parte <strong>dei</strong> patrizi veneziani, tendenzache si manifestò a fasi alterne fino alla metàdel XVIII secolo.


La realizzazione di splendide ville coinvolsemolti comuni lungo il Terraglio e nellaparte bassa della Marca.Le ville, che non erano solo un luogodi svago e villeggiatura (ma che lodiventeranno durante il Settecento), ebberoun ruolo sostanziale nel cambiamentodell’assetto paesaggistico delle campagne.Grandi estensioni vitate, allevateortogonalmente rispetto alla villa, sidipanavano verso la campagna.Malgrado il necessario disboscamento,messo in atto per fare posto alle nuovecostruzioni e alle pianificazioni di zoneagricole, la Repubblica di Venezia siadoperò con interventi legislativi perimpedire una continua e progressivaerosione del patrimonio forestale.Alla fine del Cinquecento, si arrivò all’affermazione del sistema <strong>dei</strong> 3 campi:frumento-mais-frumento, intercalati dacoltivazioni di gelsi; nei centri aziendalierano coltivati invece alberi da frutto,mentre lungo i fossati si piantavano alberi69


COMPENETRAZIONEFRA VILLE VENETEE AZIENDE AGRICOLE70da legna e un piccolo orto era semprepresente. La pianura trevigiana, durantel’Ottocento, vede un paesaggio cosìdipinto: vaste paludi lungo tutto il Sile,molte aree coperte da prati, numerosiboschi, una forte presenza di ville coi lunghiviali che si inoltrano nelle campagne.Per finire, dalla metà del Novecento,proseguirà l’espansione <strong>dei</strong> seminativi ascapito <strong>dei</strong> boschi e degli incolti produttivi,mentre la diffusione della viticoltura sitraduce pian piano in coltura specializzata.Alla fine del Medioevo gli antichicastelli cedettero il passo a una nuovatipologia di residenza.Buttate giù le torri e i muri di cinta,trasformati i fossati di protezione inpeschiere adorne di splendide sculturee, soprattutto, erette nuove e ariosecostruzioni, l’aristocratico sente ilbisogno di riposarsi in un’oasi di pace econtemporaneamente di creare un attivocentro economico basato sull’agricoltura,che comprenda anche granai, cantine,stalle e frantoi.Le ville costituiscono, dal XV al XVIIIsecolo, un patrimonio inesauribile che hafatto della villeggiatura un’arte.L’architettura di villa è ancora oggi unfenomeno unico al mondo.


RADIO E TRANSISTORPER TUTTI I GUSTIUna collezione immensa, di oltre 800apparecchi radio riceventi, cercati, scovatie collezionati con cura, in tanti anni, checoprono un periodo che va dal 1925 al1960, di produzione italiana, francese,tedesca e dell’Est europeo, sono esposti almuseo “Bella Radio”.L’insolita raccolta, unica nel suo genere nelterritorio regionale, si trova esposta nellasplendida cornice di Villa Navagero-Erizzo,a Rovarè (San Biagio di Callalta).Il museo, che per gli appassionatirappresenta una vera chicca, è aperto alpubblico il secondo e quarto sabato delmese (escluso agosto).Per informazioni:Tel. 0422/89510771


72LISON-PRAMAGGIORENella zona di Motta di Livenza, la <strong>Strada</strong><strong>dei</strong> <strong>vini</strong> del Piave tocca, seppur in minimaparte, l’area DOC Lison-Pramaggiore,che comprende oltre alle province diVenezia e Pordenone, anche quella diTreviso.Questa regione prende il nome dal borgodi Lison e dal paese di Pramaggiore,aree di origine (insieme a Belfiore) dellaproduzione enologica locale.La Denominazione d’Origine Controllataviene attribuita alle produzioni di14 vitigni e ad altri 4 <strong>vini</strong> prodottinell’area, che il Consorzio Vini DOCLison-Pramaggiore promuove e tutela,garantendo il rispetto degli standardprevisti.Nell’area si svolgono numerosemanifestazioni enologiche, mostre <strong>dei</strong><strong>vini</strong> e si incontrano vigneti a perditad’occhio. In molti casi, durante la visitaalle cantine, è possibile approfondire letecniche e le specificità <strong>dei</strong> <strong>vini</strong> prodotti,accompagnati da un enologo o dalproprietario.INDIRIZZI UTILI<strong>Strada</strong> <strong>dei</strong> Vini DOCLison-PramaggioreTel/Fax 0421-200731www.strada<strong>vini</strong>lisonpramaggiore.itinfo@strada<strong>vini</strong>.itConsorzio Vini DOCLison-PramaggioreTel 0421-799256Fax 0421-200066info@lison-pramaggiore.itwww.lison-pramaggiore.it


CastellettoRocchettaLevadaGaiarineSaccol Piazza RovereCollalbrigo Borghetto CosnigaRoverbassoGiussinS. Michele CONEGLIANOCrevadaColbertaldoCodogne'Sernaglia della BattagliaCimavillaBorgo ChiesaCollaltoPortobuffole'CampomolinoMoriago della BattagliaRameraVidorFalze' di PiaveBocca di <strong>Strada</strong>Vallonto Fae'Carlot BoscoSuseganaMareno di Piave SoffrattaCornare RigoleSanta CroceParrocchia Colfosco Santa LuciaVisna'di PiaveBasalghelleGuizzettaVazzolaFontanelleSanta MamaMercatelliSanti AngeliBorgo BellussiMansue'CrocettaNervesa della BattagliaLutranodel MontelloSovilla BidasioS. Maria di PiaveRaiSanta MariaBavariaTempioGiavera del MontelloCimadolmo San Polo di PiaveODERZOCaonadaCusignana ArcadeOrmelleSpresianoVolpago del MontelloSan GiorgioMONTEBELLUNAStabiuzzo GuizzaPoveglianoBel GiardinoMaseradaSul PiaveBuscoBarrucchella VillorbaCandelùNegrisiaTrevignanoSan NicoloSalettoPonte di PiaveBreda di PiaveCandoleVigonovoCarita' Carita'Fagare'SalgaredaLe MarchePonzanoVacilVenetoPezzan San Giacomo Cavrie'CampobernardoFontaneBibanZensonSan Martino San Biagio di Callaltadi PiaveVedelagoSanta BonaCarbonera Borgo Verde Rovare'CastelloIstrana PaeseTREVISOOlmiSpercenigoSan Pietro NovelloVillanovaSileaNerbonMonastierPralongoPiaveMorganoZSileQuinto di TrevisoPiaveSileMonticanoCasierCendonLughignanoPiaveS. ElenaVallioRoncadeS. CiprianoMonticanoPiaveNavole'ChiaranoLivenzaPROVINCIA DIPORDENONEBrischeMureMedunadi LivenzaMotta di LivenzaLorenzagaMalintradaVillanovaVelapiccolaCessalto S. AnastasioPROVINCIADI VENEZIAZona Produzione ViniConsorzio DOCLison-Pramaggiore73


Tratto BDA RONCADE A CIMADOLMO.LE VILLE DEI VENEZIANI.74“...Varcata la soglia di un cancelloe percorso un vialetto muscoso fraaltissimi pini mi trovai al cospetto diuna villa settecentesca immersa in unaangosciante segretezza.Il complesso casa e antica barchessa,mostrava vecchi e incongrui restaurima conservava intatto l’aspettoaristocratico, reso più seducente dallamacchia intricata <strong>dei</strong> sempreverdiche sembrava volerlo sottrarre a chi sitrovava a passare da quelle parti….”(“La Villa settecentesca” in La carrozza delnonno di Tommaso Tommaseo Ponzetta)Destra Piave. Il paesaggio nel quale ilviaggiatore si trova immerso è il prototipodella vera campagna veneta. La dorsaledelle Prealpi fa da sfondo al panoramasul versante Nord, mentre alla destrascorre il Piave con i suoi greti sassosi; ipaesi si susseguono e i campi coltivatilimitano le zone urbanizzate, dietro unacurva si staglia una villa di rara bellezza, ivigneti si alternano alle altre coltivazioni.E’ sicuramente la fine della primaverail momento più propizio da dedicare alviaggio che si sta per compiere.Il giardino del Piave si mostra allora intutta la sua esuberanza, i ritmi si fannopiù dolci e anche una passeggiata per ivigneti, costeggiando fresche rogge, dovesbocciano le calle, diventa un’esperienzaparticolare che soddisfa i sensi lievementesopiti durante l’inverno.


GaiarineVALDOBBIADENE Piazza RovereCollalbrigo Borghetto CosnigaRoverbassoGiussinBarbisanoS. Michele CONEGLIANOCollalto CrevadaColbertaldoCodogne'Borgo ChiesaSernaglia della BattagliaPare'CimavillaPortobuffole'San Giovanni MosnigoCampomolinoBigolinoRameraMoriago della BattagliaVidorFalze' di PiaveBocca di <strong>Strada</strong>Vallonto Fae'Rive Carlot BoscoSuseganaCampagnolaOnigoMareno di PiaveCornareCovoloRigoleSanta CroceSanta LuciaSoffrattaLevadaParrocchia Colfosco di PiaveVisna'GuizzettaVazzolaBasalghelleSanta MamaMercatelliS. UrbanoFontanelleSanti AngeliBorgo BellussiMansue'Cornuda CianoPonte della PriulaTezzeLutranoBrischeCrocettaNervesa della BattagliaNavole'MureLa Valle del MontelloSovillaS. Maria di PiaveBidasioRaiMedunaPra De Rodadi LivenzaSanta MariaBavariaSan Michele di PiaveTempioGorgo della ChiesaColfrancui FrattaCimadolmoGorgo Dei Molini San Giovanni di MottaPederivaGiavera del MontelloSan Polo di PiaveODERZOCusignanaMotta di LivenzaBiadeneArcade SpresianoGraveOrmelleCaerano di San Marco CaonadaSelva del Montellodi Pap.LorenzagaVenegazzu'San GiorgioGuarda BassaPiavonLovadinaStabiuzzo GuizzaMalintrada VillanovaMONTEBELLUNASalettuolRoncadelleCavalierVisnadelloPoveglianoSan GaetanoCamalò Camalo'MaseradaSul PiaveLevadaBuscoSignoressaSantandra'Fossalta MaggioreBustaVillorbaCandelu'Falze'NegrisiaChiaranoVaragoTrevignanoCatenaPonte di PiaveEdifizioSalettoSan NicoloVelapiccolaVascon Breda di PiaveCandoleCessaltoMusanoPadernoSan BartolomeoVigonovoS. AnastasioCarita'BarconPostiomaLancenigoFagare'Santa MariaSalgaredaMerlengodi CampagnaPonzano Carita'VacilLe MarchePeroBocca CallaltaCampo PietraFanzoloPorcellengoVenetoPezzanCavrie'San GiacomoCampobernardoSalaFontaneBiban MignagolaZensonFossalungaSan Martino San Biagio di CallaltaPezzandi PiaveCastagnole Santa BonaCarboneraRovare'VedelagoBorgo VerdePadernelloCastelloIstrana PaeseCarpenedoTREVISOOlmiSpercenigoSan Pietro NovelloAlbaredoLanzagoCavasagraVillanovaSileaMonastierCasacorba OspedalettoNerbonPralongoBiancadeSan MarcoMorganoQuinto di TrevisoCasierVallioFrescadaDossonCendonSanta CristinaRoncadeBadoereSan TrovasoS. Elena S. CiprianoLughignanoLe GrazieFrancenigaConscioPiaveZeroSilePiaveSileMonticanoSilePiaveMonticanoPiaveLivenza75


76Questo secondo tracciato parte da VillaGiustiniani a Roncade, quel piccolo centropoco lontano da Treviso ai confini dellaprovincia di Venezia. Proseguendo versosud per pochi chilometri, dove saltanoagli occhi i meravigliosi roseti sui muri dicinta delle ville, si incontra Silea adagiatasulle rive del Sile. Nel borgo di Lanzago lastrada, fattasi tortuosa, costeggia il vialeche porta a Villa Tiepolo Passi.Dopo una sosta, il tragitto continua versonord, dove altre ville venete accolgono ilvisitatore: Villa Perocco, i cui vigneti sonoben visibili di fronte alla costruzione; VillaGitta Caccianiga; Villa Valier Loredan ele barchesse di Villa Pastega Manera.Continuando supererete Vascon perraggiungere il paese di Maserada sulPiave. Il visitatore avrà la netta sensazionedi essere entrato in un comprensorioparticolare.E’ questa infatti la zona delle Grave diPapadopoli dove, sopra i terreni ghiaiosi,sono stati piantati numerosi vigneti.Eccolo, il Piave. Qui dal Ponte diMaserada, il fiume può essere ammiratoin tutta la sua bellezza, qui si allarga inun ampio letto diramandosi in vari corsid’acqua che scorrono fra i ciottoli e laghiaia. Una sosta e una passeggiata sulgreto sono indicati, prima di raggiungereCimadolmo e iniziare la terza partedell’itinerario.UNA VILLA O UN CASTELLO?Alterne vicissitudini avvolgono la storia delCastello di Roncade. Regalato da Ottone IIalla famiglia <strong>dei</strong> Collalto, fu poi distrutto da


Cangrande della Scala per essereinfine ricostruito dalla famiglia Giustiniani.La Villa fu edificata nel secondo decenniodel Cinquecento dal nobile venezianoGerolamo Giustiniani e viene così atrovarsi al centro di un grande recintoquadrato, chiuso da un’alta cortinamerlata e turrita, circondata da un fossato.Il richiamo all’architettura feudalenon è casuale e sottolinea la potenza ela grandiosità di uno <strong>dei</strong> primi e piùestesi possedimenti della nobiltàveneziana in terraferma.Varcata l’austera soglia di protezioneappare, nella sua bellezza, quello chesarà definito uno <strong>dei</strong> più innovativiedifici della campagna trevigiana:il primo esempio di villa veneta in purostile templare classico.Stile che verrà poi codificato da AndreaPalladio in modo magistrale.Ai lati, le due barchesse ospitano le cantinedell’azienda <strong>vini</strong>cola.77


78I NOBILI VENEZIANISCOPRONO LA CAMPAGNAEra una pianura ubertosa quella che sistendeva sulle rive del Piave, i venezianila amavano per le battute di caccia.Pian piano risalendo il Sile, scoprironoche si poteva riprodurre un modo divivere elegante e fastoso tanto quantoquello che era in uso nei Palazzi sulCanal Grande. Anzi, la campagnarasserenava le menti e le attività all’ariaaperta erano uno svago per i nobili,che facevano a gara per invitare CarloGoldoni piuttosto che Antonio Vivaldi.A differenza della “lottizzazione”, messain atto sulle rive del Brenta, le proprietàdella Marca Trevigiana, pur mantenendouna grande eleganza, si dimostraronopiù vivibili e godibili e forse menopretenziose delle loro cugine brentane.Esemplare in questo senso è VillaTiepolo Passi a Carbonera, edificataall’inizio del Seicento; circondata da


un folto parco, ha di fronte un giardinoall’italiana, separato dalla strada da unospecchio d’acqua, la classica peschiera.Molto belle anche Villa Gitta Caccianiga,costruita intorno al 1700 sulle rovine diun monastero; Villa Valier Loredan checonserva nel salone centrale un ciclo diaffreschi attribuito a Niccolò Bambini(1657-1736).Una curiosità: le Barchesse di VillaPastega Manera dove, grazie al progettodell’architetto Tadao Ando, è natauna scuola, Fabrica. Qui si producononuove idee di comunicazione e graficacontemporanea, si tratta di un centro diricerche con tanto di workshop e corsitenuti dai nomi più prestigiosi dellagrafica e dell’illustrazione internazionale.IL SILE E IL MUSESTRELe acque del Musestre, uno <strong>dei</strong> piùragguardevoli affluenti del Sile, sonofresche, veloci e limpide e scorrono perle campagne in mezzo ai vignetie ai prati, dove una volta veniva stesala biancheria ad asciugare.Era quella del lavandaio infatti laprincipale attività degli abitantidi Roncade, che trasportavano labiancheria su barche verso i centripiù importanti.Il Sile, oggi parco naturale protetto,fu nella cultura trevigiana un corsofluviale di grande importanza.Navigabile fino al capoluogo, consentìgli scambi tra la laguna e l’entroterrae ancora visibili sono i segnidell’intensa vita di un tempo.Le “alzaie” o “restere” sono, adesempio, quei percorsi dove glianimali potevano trainare le barchecontrocorrente; restano inoltre isegni <strong>dei</strong> vecchi mulini e degli opifici(squeri e fornaci), così come le traccelasciate da antiche cave di ghiaiae sabbia tra i salici, gli ontani e lequerce secolari.UN TESORO CHE ANCORANON SI TROVASi dice che in un luogo poco distante daBiancade (frazione di Roncade), sia sepoltoil tesoro lasciato dagli Altinati, quandosi trovarono a dover fuggire davanti agliUnni di Attila. Nel XIX secolo, un nobiledemolì la sua villa sperando di trovarlo,tuttavia l’operazione non diede l’esitodesiderato!Ma questa è una leggenda….79


Tratto CDA CIMADOLMO A ODERZO.LA SINISTRA PIAVE, LE TERRE DEL RABOSO.“…Quando sono lontano mi mancala luce dell’alba sul prato, il rosso deltramonto oltre le acacie, mi manca ilciarlare roco delle gazze sui carpini equello garrulo delle ghiandaie sottole querce, mi manca il ticchettio delpicchio sul tronco del pioppo, mi mancala civetta che all’imbrunire se ne stasulla punta del pino goffa e immobile…”80(“Amore per la casa di campagna” in La carrozzadel nonno di Tommaso Tommaseo Ponzetta)Superata Maserada e passato il Piave,è interessante sapere che si è entratinella zona delle “sparesere”, dove gliimpianti di vigneti si intercalano a questecoltivazioni che, come ben fa supporre ilnome, sono quelle degli asparagi.Rispetto a quelli di Bassano, gli asparagidi Cimadolmo vengono proposti,seguendo la tradizione più classica,accompagnati dalle uova sode o conditicon un trito di erbe odorose.Dopo la sosta a Cimadolmo e l’assaggiodell’asparago, si prosegue per San Polodi Piave. Prima di entrare nel paese, èpossibile, attraverso un tratto bidirezionale,ritornare verso Ponte di Piave. La strada,


RuaSoligoSolighettoBagnoloPianzanoBaver Bibano di Sotto FrancenigoGuiaGuizzaFarra di Soligo Pieve di SoligoBarbozzaPosmon San VendemianoS. StefanoBoschetCapo di SottoCastello S.MariaLevadaCol San MartinoRocchettaVALDOBBIADENEGaiarinePiazza RovereCollalbrigo Borghetto CosnigaRoverbassoSaccol GiussinBarbisanoS. Michele CONEGLIANOCollalto CrevadaColbertaldoCodogne'Sernaglia della BattagliaPare'CimavillaBorgo ChiesaPortobuffole'San Giovanni MosnigoRameraCampomolinoBigolinoMoriago della BattagliaVidorFalze' di PiaveBocca di <strong>Strada</strong>Vallonto Fae'Rive Carlot BoscoSuseganaMareno di PiaveCampagnolaCornareOnigo CovoloRigoleSanta CroceSanta LuciaSoffrattaLevadaParrocchia Colfosco di PiaveVisna'GuizzettaVazzolaBasalghelleSanta MamaMercatelliS. UrbanoFontanelleSanti AngeliBorgo BellussiMansue'Cornuda CianoPonte della PriulaTezzeBrischeCrocettaNervesa della BattagliaLutranoNavole' MureLa Valle del MontelloSovilla Bidasio S. Maria di Piave RaiMedunaPra De Rodadi LivenzaSanta MariaBavariaSan Michele di PiaveTempioGorgo della ChiesaColfrancui FrattaCimadolmoGorgo Dei MoliniSan Giovanni di MottaPederivaGiavera del MontelloSan Polo di PiaveODERZOCusignanaMotta di LivenzaBiadeneArcade SpresianoGraveOrmelleCaerano di San MarcoCaonadaSelva del Montellodi Pap.LorenzagaVenegazzu'San GiorgioGuarda BassaPiavonLovadinaStabiuzzo GuizzaMalintrada VillanovaMONTEBELLUNASalettuolRoncadelleCavalierVisnadelloPoveglianoSan GaetanoCamalò Camalo'MaseradaSul PiaveLevadaBuscoSignoressaSantandra'Fossalta MaggioreBustaVillorbaCandelu'Falze'NegrisiaChiaranoVaragoTrevignanoCatenaSalettoPonte di Piave San NicoloVelapiccolaEdifizioVascon Breda di PiaveCandoleCessaltoMusanoPadernoSan BartolomeoVigonovoS. AnastasioCarita'Santa MariaBarconPostiomaLancenigoFagare'SalgaredaMerlengodi CampagnaLe MarchePonzano Carita'Vacil PeroBocca CallaltaCampo PietraPorcellengoVenetoPezzanCavrie'San GiacomoCampobernardoSalaFontaneBiban MignagolaZensonFossalungaSan Martino San Biagio di CallaltaPezzandi PiaveCastagnole Santa BonaCarboneraRovare'VedelagoBorgo VerdePadernelloCastelloIstrana PaeseCarpenedoTREVISOOlmiSpercenigoSan Pietro NovelloAlbaredoLanzagoCavasagraVillanovaSileaMonastierCasacorba OspedalettoNerbonPralongoBiancadeMorganoQuinto di TrevisoCasierVallioFrescadaDossonCendonPiaveSilePiaveSileMonticanoPiaveMonticanoPiaveLivenzaLivenza81


82per un tratto, segue l’argine del fiume, dovemagnifici scorci si aprono in mezzo allavegetazione.San Polo di Piave vanta il primato <strong>dei</strong>gamberi di fiume. Pensate che sono statiimmortalati nell’affresco nella chiesa diSan Giorgio (risalente all’VIII secolo),raffigurante l’ultima cena!Prima di lasciare San Polo non si puòprescindere da una visita a VillaPapadopoli-Giol.Nelle vicinanze, merita innanzituttouna visita la Torre del Castello di Rai e,in seconda battuta, non dimenticate disostare a Ormelle, da dove si raggiunge laChiesa <strong>dei</strong> Templari, costruita dai Cavalieridell’Ordine del Tempio di Gerusalemme allafine del XII secolo. Ma soprattutto va presonota che questo è il cuore delle coltivazioniclassiche del Raboso Piave.Ritornate ora sul percorso principale, versonord, in direzione di Tezze, inevitabile saràuna sosta al Borgo Malanotte, suggestivoesempio di architettura rurale conclusa.Il binomio è esemplare delle due radiciculturali della Marca: quella patrizia equella popolare.Qui nelle vecchie abitazioni e nei “cortivi”del borgo seicentesco, rivivono gli antichimestieri, grazie all’allestimento di mostreartigianali, agricole e di rievocazionestorica. La strada si snoda in mezzo aivigneti che ne raggiungono spesso il ciglio.Sono di questi luoghi i più rinomati <strong>vini</strong> delPiave provenienti da vigne allevate con ilclassico metodo Bellussi.Si continua ora verso Mareno e volendoda qui si può fare una deviazione versoConegliano oppure proseguire versoVazzola, attraversando un territorioche ha conservato intatto il sapore diun tempo, dove i paesaggi integri e leborgate di campagna mantengono le lorocaratteristiche originarie, come Visnà oFontanelle.Una delle più rinomate aziende viti<strong>vini</strong>colecon la sua cantina per la degustazione è VillaMarcello, che si trova poco prima di Codognè,dove invece c’è la bellissima Villa Toderini conle sue suggestive e scenografiche peschiere.Superata Gaiarine, tra le cui splendide villenon va trascurata Villa Altan, felice luogo divilleggiatura <strong>dei</strong> conti che la acquistarononel 1426, oggi sede della BibliotecaComunale, si incontrano i resti di un boscoplaniziale e molti altri se ne troverannoancora più a sud.


Nelle vicinanze, a Francenigo, merita unavisita il maglio, significativo esempio diarcheologia industriale tutt’oggi funzionante.Avete ora toccato il punto più a Nord dellastrada del vino, resta il tempo per visitarelo splendido gioiello che è la cittadina diPortobuffolé sulle rive del fiume Livenza.Lungo la strada, a Campomolino, potetescorgere la mutera, o motta, detta anchecastellir, una forma geologica circolare diorigine artificiale alta circa 7 metri.Simili strutture rilevano in genere la presenzadi sepolture paleovenete.Ripartiti alla volta di Oderzo, vi ritroverete dinuovo immersi in un paesaggio di particolarebellezza. E’ l’estate che rende ancorauna volta omaggio a quest’angolo dellacampagna veneta.Prati, boschi, siepi e alberi sparsi, ecco il Prà<strong>dei</strong> Gai e il suggestivo borgo di Basalghelle,con, nello sfondo, come in un dipinto diGuglielmo Ciardi, un bosco di querce, tigli eaceri. Sempre accompagnati da estensionidi vite allevate col classico metodo Bellussi,si raggiunge Colfrancui, per poi approdare aOderzo, da dove il nostro itinerario ha avutoinizio.83


84IL CAVALLO “RAZZA PIAVE”.QUALCHE NOTIZIAE QUALCHE LEGGENDA“Artemide, signora di Limna marittimae degli stadi rimbombanti di cavalli, oh,poter essere nelle tue pianure, poterdomare i puledri veneti!”(Euripide, Ippolito, 228-231).Il grande tragico ateniese non fu il soloautore greco che abbia citato i cavalliveneti.Il primo fu Omero. Egli cantò l’impetoe il coraggio di quei destrieri dal mantobianco, che i Veneti di Paflagonia (regionedell’Asia Minore) impiegarono nel vanotentativo di portare aiuto alla città di Troiaassediata da anni.La fama di questa razza raggiunse inseguito Roma dove, durante i ludi circensiimperiali, una delle squadre in gara eradenominata la “veneta factio”. Per nonparlare delle battaglie contro i Galli in cuiancora si distinguevano per valore cavallie cavalieri.Il cavallo poi figurava come mercepregiatissima insieme all’ambra e alla lananelle liste d’esportazione a Porto Equiliumnel lido altinate. E ancora Strabone citramanda una affascinante leggenda chevede l’amicizia fra uno splendido lupobianco, scampato alla morte sicura permano <strong>dei</strong> cacciatori di frodo, e un brancodi candidi cavalli.Ma fuor da ogni leggenda la vera razzaPiave è documentata con sicurezza apartire dall’inizio dell’Ottocento e derivada incroci con stalloni di sangue arabo.Due erano le varietà, una più piccolaadatta alla corsa, la seconda inveceimpiegata per il traino.Si sa poi che l’appellativo “razza Piave”,come blasone popolare, è passato dalmondo animale a quello umano nel corsodella Grande Guerra.Le traversie vissute in quegli anni dallegenti nate sulle rive del Piave, non feceroaltro che rafforzare le loro tempre fieree orgogliose già indurite dalle alluvioni edalle carestie.“Non c’era più se non un fiume in Italia, ilPiave: la vena maestra della nostra vita”.Gabriele D’AnnunzioI PAPADOPOLI: UNA FAMIGLIADI CANDIA FA FORTUNA ASAN POLO DI PIAVEQuando si trasferiscono a Venezia nelSettecento sono una agiata famigliacretese. Poi pian piano riescono ad


avere la cittadinanza veneziana e infine iltitolo nobiliare. Grazie alle sue iniziativefinanziarie andate a buon fine, AngeloPapadopoli, il capofamiglia, riesce adacquistare molti possedimenti sullasinistra Piave. In particolare, organizzauna tenuta in maniera moderna e ne fauna fiorente azienda agricola, con tantodi cantine, scuderie e in seguito persinouna filanda. Spiridione poi, l’ultimo<strong>dei</strong> Papadopoli, personaggio dai gustibizzarri, nelle sue proprietà, fa costruireuna villa di gusto romantico ottocentesco,sul sito di un antico castello appartenutoai Da Tolentino.La prima versione della villa-castelloviene in seguito notevolmente ampliataseguendo i dettami dello stile “Tudor”e tuttora spunta con i suoi pinnacoli,contrafforti e bow windows dal foltodi un giardino ricco di specie arboreerare e bellissime, che è una dellemigliori realizzazioni del paesaggismoottocentesco in Italia.85


I CARIOTI DEL PIAVEQuel carrettiere specializzato neltrasporto di sassi, ghiaia o sabbia, checompare in questa zona nei primi decennidell’Ottocento prende il nome di “carioto”.All’inizio del Novecento quando il Piave èsottoposto a un massiccio sfruttamento perricavarne materiale edile, che per esserespostato richiede braccia robuste, rientranoin gioco i “carioti”.Questo personaggio diventa una presenzaabituale nel panorama di quelle contrade,economicamente legate allo sviluppoedilizio del primo dopoguerra. Lo si vedevainfatti percorrere impavido con il sigaroin bocca e coperto dal tabarro le stradepolverose che conducevano al fiume.IL RABOSO NEI TEMPI ANDATII GAMBERI DI GESÙVanno buttati nell’olio bollente insaporitoda più spicchi d’aglio.Una spruzzata di vino bianco e un po’di paprika e il gambero d’acqua dolce èservito. Non è detto che Giovanni di Franciasapesse di arte culinaria quando dipinse ilbell’affresco dell’Ultima cena, nella chiesa86Il Raboso era il vino più diffuso dellasinistra Piave. Lì i vitigni di rabosa eranogeneralmente maritati ad aceri, olmi etalvolta anche al gelso.Il grappolo era di maturazione tardiva ela vendemmia poteva protrarsi fino a finenovembre. Si racconta che i consumatoridi questo vino finissero, con l’andar deltempo, per assumere un colorito violaceoe marroncino, la famosa “siera da Raboso”(carnagione da Raboso).Il suo gusto era astringente, il colore cosìforte che tingeva le labbra.


di San Giorgio a San Polo di Piave (1466),sta di fatto però che la lunga tavolata èdisseminata di rossi crostacei d’acqua dolceche saltano agli occhi con le loro lunghechele. Non è solo l’affresco, seppur curioso,a catturare l’attenzione, anche la Chiesettastessa di San Giorgio è un vero gioiello.Malgrado l’origine sia incerta, è certamentemolto antica, come testimoniano iritrovamenti archeologici rinvenuti neipressi: un piccolo sarcofago romano delII sec. d.C. che sorregge oggi l’altaremaggiore. La costruzione sorge all’internodel suggestivo recinto del cimitero. Evidentisono le trasformazioni apportate nei secoli,da quelle romaniche, a quelle dell’absidericostruita nel Seicento.LA TORRE DEL CASTELLO DIRAI E LA CHIESA DEI TEMPLARIDa San Polo andando in direzione Nord,verso Vazzola, spunta la Torre di quelloche fu il Castello di Rai. La torre dimattoni sbrecciati sorge su una collinettaed è protetta da una fitta vegetazione.E’ in realtà tutto ciò che rimane di unimponente castello appartenuto dapprimaal Patriarca di Aquileia, poi passato agliEzzelini, per finire ai Conti di Collalto.Se ne ricorda la caduta nel 1411 permano degli Ungheresi capitanati da PippoSpano.A Ormelle invece, facendo anchequesta volta una piccola deviazione masulla destra, c’è la Chiesa <strong>dei</strong> Templari,che resta oggi una delle pochissimetestimonianze di quest’ordine, soppressoda Clemente V nel 1312. Il sempliceedificio romanico, databile tra la fine delsecolo XII e l’inizio del XIII, conservaancora le tracce delle caratteristiche crocirosse <strong>dei</strong> cavalieri del Tempio, dipinteentro alcuni archetti che ne coronano lafiancata.A pochi metri dalle absidi, in mezzo aicipressi scorre il fiume Lia che conferisceal luogo una serenità senza tempo.87


88CONEGLIANOTRA ARTE E CULTURASpartiacque fra la pianura e le primemontagne, contesa da trevigiani,cenedesi e bellunesi, Conegliano sicontraddistingue dalle altre cittadinedel Veneto per una varietà di elementi.Primo fra tutti la sua posizione geograficache, non a torto, le ha fatto meritarel’appellativo di Perla del Veneto, insiemealla bellezza della sua struttura urbanisticae alla dolcezza del paesaggio circostante.Centro di grande importanza per latradizionale produzione del vino e dellagrappa, Conegliano affida soprattutto aquesta attività la sua consolidata fama;oltre che naturalmente al Cima, il pittoreche ha tratto dall’incantevole paesaggiodi questa terra, il primo richiamo e laprima ispirazione della sua arte.Nella Contrada Granda, oggi via XXSettembre, centro vitale della cittàmedievale, sono andati sorgendo, tra‘400 e ‘600, i bei palazzi <strong>dei</strong> nobili e <strong>dei</strong>ricchi mercanti, che hanno preso il postodelle modeste case originarie.Tra le prestigiose facciate, che siincontrano passeggiando per il centro,spicca quella interamente affrescata delDuomo, noto soprattutto per la superba“Sacra Conversazione” del Cima.La Sala <strong>dei</strong> Battuti (XIV-XV sec.),soprastante il porticato del Duomo,ospita un ragguardevole ciclo di affreschi,raffiguranti, scene del Vecchio e NuovoTestamento; mentre lo splendido palazzorinascimentale Sarcinelli, centro culturaleed espositivo, vanta oggi prestigiosemostre d’arte di forte richiamo.Risalendo la suggestiva strada checosteggia i resti delle antiche mura, siraggiunge il castello medievale (X sec.).Ancora oggi è visibile la parte dell’anticarocca, mentre nel giardino internosvettano le superbe torri Campana, oggisede del Museo Civico e di una piccolama stupenda pinacoteca, e Saracena, cheospita invece un caratteristico ristorante.


UNA SOSTA A PORTOBUFFOLÉPER CAPIRE CHI ERAGAIA DA CAMINOGaia, moglie di Tolberto <strong>dei</strong> Caminesidi Sotto e figlia del “buon Gherardo”signore di Treviso, immortalata da Dantenel canto XVI del Purgatorio, visse inuna abitazione nel centro di Portobuffolèdove pare sia morta nel 1311.La fama di Gaia fu oggetto di una disputafra studiosi, divisi in opposte valutazionimorali. Il più antico commentatoredi Dante, Jacopo della Lana e tutto ilsuo seguito, la definì “donna di talereggimento circa le dilettazioni amorose,ch’era notorio il suo nome per tuttal’Italia”.Altri la descrissero come una donnapia e non erano certo meno numerosi<strong>dei</strong> primi.Portobuffolé, ad ogni buon conto, meritauna sosta prolungata.Adagiato sulle rive del fiume Livenza,questo piccolo gioiello dell’architetturarinascimentale, vanta, come il nomesottolinea, un passato di importante scalofluviale, dove primeggiava il commerciodel sale.In Piazza Vittorio Emanuele II, siconcentrano gli edifici pubblici costruitisotto la dominazione veneziana: prima laDogana, della fine del XIV secolo, poi ilMonte di Pietà, del XV secolo e la LoggiaComunale ricavata, nel Cinquecento,dal fondaco, edificato due secoli prima.Svetta al di sopra di tutti gli edifici laromanica Torre Comunale, alta 28 metri,ultima superstite delle sette torri checostituivano il sistema difensivo delcastello.Il Leone di San Marco spunta ad ogniangolo, a testimoniare che quel simboloera caro agli abitanti anche dopo lacaduta della Serenissima nel 1797.89


90LA MARCA NELLA PITTURADELL’OTTOCENTOLa pittura veneta dell’Ottocento haimmortalato i fiumi grazie alla maestria delpennello di Guglielmo Ciardi.All’ultimo piano di una villa venetaimmersa nella campagna vi era l’immensostudio del pittore.Qui nasceranno i capolavori di Guglielmoe <strong>dei</strong> suoi figli Beppe ed Emma, più tardi.Le visioni della campagna trevigiana,angoli intatti di paesaggio in cui il Sile, divolta in volta, si increspa sotto il soffio diventi autunnali, o riflette la luce del cieloprimaverile, il lavoro <strong>dei</strong> contadini, gliscorci con i mulini, l’animazione nei giornidi mercato, fanno parte di un mondo, chedal Ciardi viene rappresentato con grandelirismo e con una luce naturale diffusa sullatela, che cela la sapienza costruttiva,memore della più alta tradizionevedutistica veneta.


IL PIAVE E GLI ZATÈRILe acque del Piave sono infide.In superficie tutto pare idillico, ma lacorrente sotterranea non lascia scampo.E la storia delle zattere è a volte anchela storia di piccoli eroi che si trovavano alottare con i gorghi del fiume.“L’Arte de la Zataria e de Mercantìadi legnami” era una compagnia checomprendeva dal 1492 tutti quelli chesi impegnavano in quel particolaremestiere.Dalle Alpi fino alla Laguna scendevanocon zattere che arrivavano anche allalunghezza di 25 metri e che a bordoaccoglievano prodotti di svariato genere(dai sacchi di carbone, al rame allo zolfodelle miniere, dai chiodi alle ferramenta)e anche molti passeggeri.Gli zattieri indossavano un cappello neroa falde larghe, calzettoni di lana grezzaal ginocchio e zoccoli chiodati per nonscivolare, ma la loro nota distintiva eradata da quella fascia rossa allacciatain vita; durante il viaggio masticavanocarne secca e bacche di ginepro.Chi meglio di loro conosceva quelfiume? Nessuno oggi riuscirebbe piùin un’impresa del genere.91


92LECANTINEAntonio Facchin & Figli Soc. Agr.Via Barucchella, 10 - 31020 San Polo di Piave (TV)Tel. – Fax +39.0422.743550 - lisa172@interfree.itAstoria ViniVia Crevada 12/A - 31058 Susegana (TV)Tel. +39.0423.454333- Fax +39.0423.665077info@astoria.it - www.astoria.it - www.astoria-lounge.itAz. Agr. Bellussi A. & L. s.s. Soc. Agr.Borgo Bellussi, 2, Loc. Tezze di Piave - 31028 Vazzola(TV) Tel. +39.0438.28439 - Fax +39.0438.28992info@azienda-agricola-bellussi.itwww.azienda-agricola-bellussi.itAz. Agr. Bonotto GiorgioVia Tezze, 31/2, Loc. Rai - 31020 San Polo di Piave (TV)Tel. +39.0422.855976 - Fax +39.0422.802995bonotto<strong>vini</strong>@alice.itAz. Agr. Buffon Giorgio Soc. Agr. S.s.Via Ferrovia, 18, Loc. Castello Roganzuolo31020 San Fior (TV)Tel. +39.0438.400624 - Fax +39.0438.405639buffonq@tiscalinet.itAz. Agr. Busolin MassimoVia Ferralini, 51, Loc. Tempio - 31024 Ormelle (TV)Tel. - Fax +39.0422.745718Az. Agr. Casa Roma S.s.Via Ormelle, 19 - 31020 San Polo di Piave (TV)Tel.+39.0422.855339 - Fax +39.0422.802091info@casaroma.com - www.casaroma.comAz. Agr. Castello di RoncadeVia Roma, 141 - 31056 Roncade (TV)Tel. +39.0422.708736 - Fax +39.0422.840964info@castellodironcade.com - www.castellodironcade.comAz. Agr. Cecchetto Giorgio Soc. Agr. S.s.Via Piave, 67 , Loc. Tezze di Piave - 31028 Vazzola (TV)Tel. +39.0438.28598 - Fax +39.0438.489951info@rabosopiave.com - www.rabosopiave.comAz. Agr. Cecchetto LorisVia Risera, 31/2 - 31020 San Polo di Piave (TV)Tel.e Fax +39.0422.856447info@casapiave.it - www.casapiave.itAz. Agr. Conte Collalto di Collalto IsabellaVia XXIV Maggio, 1 - 31058 Susegana (TV)Tel. +39.0438.738241 - Fax +39.0438 735338cantina@cantine-collalto.it - www.cantine-collalto.itAz. Agr. del CapitanoVia Francolin, 8 - 31020 San Polo di Piave (TV)Tel. - Fax +39.042 .855196 -info@canevadelcapitano.it - www.canevadelcapitano.it


Az. Agr. Fratelli Corvezzo di Corvezzo RenzoVia Palù, 17 - 31040 Cessalto (TV)Tel. +39.0421.327203 - Fax +39.0421.328330info@corvezzo.it - www.corvezzo.itAz. Agr. Feletto di Marciano EgleVia Campane, 16 - 31024 Ormelle (TV)Tel. - Fax +39.0422.745757Az. Agr. Frassinelli GianlucaVia della Vittoria, 7 - 31010 Mareno di Piave (TV)Tel. - Fax +39.0438 .30119info@frassinelli.it - www.frassinelli.itAz. Agr. Giol S.s. Soc. Agr.Viale della Repubblica, 2/A - 31020 San Polo di Piave (TV)Tel. +39.0422.855032 - Fax +39.0422.856812<strong>vini</strong>.giol@libero.it - www.<strong>vini</strong>giol.comAz. Agr. Girardi GabrieleVia Vicinale Davanzo, 13, Loc. Saletto31030 Breda di Piave (TV)Tel. +39.0422.686136 - Fax +39.0422.689441Az. Agr. Introvigne AntonioVia Roma, 275 - 31043 Fontanelle (TV)Tel. e Fax +39.0422.749106<strong>vini</strong>.introvigne@libero.it - www.introvigne.comAz. Agr. Moletto di Stival MarioVia Moletto 19 - 31045 Motta di Livenza (TV)Tel. +39.0422.860576 - Fax +39.0420.861041moletto@moletto.com - www.moletto.comAz. Agr. Nardin Walter S.s. Soc. Agr.Via Fontane, 5, Loc. Roncadelle - 31024 Ormelle (TV)Tel. +39.0422.851622- Fax +39.0422.851863bevi@vinwalternardin.it - www.vinwalternardin.itAz. Agr. TessèreVia Bassette, 51, Loc. Santa Teresina30020 Noventa di Piave (VE)Tel. +39.0421.320438 - Fax +39.0421.320965info@tessereonline.it - www.tessereonline.itAz. Agr. Vigna Dogarina S.a.s.Via Arzeri, 35, Loc. Campodipietra31040 Salgareda (TV)Tel . +39.0422.804129 - Fax +39.0422.804141info@vignadogarina.com - www.vignadogarina.comAz. Agr. Salatin Antonio S.n.c.Via Doge A. IV Mocenigo, 57, Loc. Villa di Villa31016 Cordignano (TV)Tel. +39.0438 .995928 - Fax +39.0438.996727info@salatin<strong>vini</strong>.com - www.salatin<strong>vini</strong>.comCantina del Terraglio s.c.a.Via Croce, 82 , Loc. Zerman31021 Mogliano Veneto (TV)Tel.+39.0422.93452 - Fax +39.0422.633445cantinaterraglio@tiscali.itCantina Mareno S.c.a.Via Madonnetta, 51, Loc. Bocca di <strong>Strada</strong>31010 Mareno di Piave (TV)Tel. +39.0438 .492321 - Fax +39.0438.308279info@cantinamareno.it - www.cantinamareno.itCantina Produttori Campodipietra s.a.c.Via Arzeri, 6, Loc. Campodipietra - 31040 Salgareda (TV)Tel.+39.0422.744018 - Fax +39.0422.804053info@campodipietra<strong>vini</strong>.it - www.campodipietra<strong>vini</strong>.itCantina Sociale di Orsago S.c.a.Via Pontebbana, 24 /A - 31010 Orsago (TV)Tel. +39.0438.992108 - Fax +39.0438.992128cantina.orsago@libero.itCantina Sociale Tezze di Piave S.a.c.Via della Colonna, 20, Loc. Tezze di Piave - 31028 Vazzola (TV)Tel. +39.0438.488190 - Fax +39.0438 .488011cantinatezze@cantinatezze.it - www.cantinatezze.it93


94Cantina Viticoltori di Ponte di Piave S.c.a.Via Verdi, 50 - 31047 Ponte di Piave (TV)Tel. +39.0422.857650 - Fax +39.0422.857657info@viticoltoriponte.it - www.viticoltoriponte.itCapo di Vigna Lunardelli S.a.s.Via Molmenti, 64 , Loc. Villanova31045 Motta di Livenza (TV)Tel. +39.0422.863828 - Fax +39.0422.863644capodivigna@iol.itCasa Vin. Botter Carlo S.p.a.Via Cadorna, 17 - 30020 Fossalta di Piave (VE)Tel. +39.0421.67194 - Fax +39.0421.67309info@botter.it - www.botter.itCunial Valerio & Mario S.s Soc. Agr.Via dal Zotto, 9, Loc. Campobernardo - 31040 Salgareda (TV)Tel. e Fax +39.0422.804907cunialdavide@yahoo.itDe Stefani S.s. Soc. Agr..Via Cadorna, 92 - 30020 Fossalta di Piave (VE)Tel. +39.0421.67502 - Fax +39.0421.67836info@de-stefani.it - www.de-stefani.itFurlan Soc. Agr. S.s..Vicolo Saccon 48, Loc. Saccon - 31020 San Vendemiano (TV)Tel. +39.0438.778267 - Fax +39.0438.478996info@furlan<strong>vini</strong>.com - www.furlan<strong>vini</strong>.comGalileo Soc. Agr. S.s.Via Busche, 24 , Loc. Tezze di Piave - 31028 Vazzola (TV)Tel. +39.0422.206092 - Fax +39.0422.802905galileo<strong>vini</strong>@yahoo.it - www.galileo<strong>vini</strong>.comGambrinus S.a.s.Via Capitello, 22 - 31020 San Polo di Piave (TV)Tel. +39.0422.855246 - Fax +39.0422.855044gambrinus@gambrinus.it - www.gambrinus.itIris Vigneti S.s. Soc. Agr.Via Grave, 1, Loc. Santa Maria del Piave31010 Mareno di Piave (TV)Tel. +39.0438.488302 - Fax +39.0438.489937info@irisvigneti.it - www.irisvigneti.itLa Cantina Pizzolato S.a.s.Via IV Novembre, 12 - 31020 Villorba (TV)Tel. +39.0422.928166 - Fax +39.0422.629343info@lacantinapizzolato.com - www.lacantinapizzolato.comLa’ di Motte Soc. Agr. S.s..Via Callunga, 9, Loc. Villanova - 31045 Motta di Livenza (TV)Tel. e Fax + 39.0422.863815info@ladimotte.it - www.ladimotte.itLa Gioiosa S.p.a.Via Romanziol, 70 - 30020 Noventa di Piave (VE)Tel. +39.0421.307280 - Fax +39.0421.307433info@lagioiosa.itLa Marca Vini e Spumanti S.c.a.Via Baite, 14 - 31046 Oderzo (TV)Tel. +39.0422.814681 - Fax +39.0422.716331lamarca@lamarca.it - www.lamarca.itLe Vigne di San Giacomo di Giacomin GianlucaVia Pantiera, 100, Loc. San Giacomo - 31056 RoncadeTel. e Fax +39.0422.340640info@vignesangiacomo.itLorenzon Angelo Espedito Soc. Agr. S.s.Via Negrisia, 44 , Loc. Roncadelle - 31024 Ormelle (TV)Tel. +39.0422.851117 - Fax +39.0422.851700espeditolorenzon@libero.itLuigino Zago Agr. S.s.Vicolo Battisti, 12, Loc. Candelù - 31052 Maserada sul Piave (TV)Tel. - Fax +39.0422.98426info@luiginozago.it - www.luiginozago.itMasottina S.p.a.Via Bradolini, 54, Loc. Castello Roganzuolo - 31020San Fior (TV)Tel. +39.0438.400775 - Fax +39.0438.402034info@masottina.it - www.masottina.itMercante F.lli S. Soc. Agr.Via Postumia, 53, Loc. Rustignè - 31046 Oderzo (TV)Tel. +39.0422.853744 - Fax +39.0422.852059mercantefratelli@libero.it


Ornella Molon Traverso S.n.c.Via Risorgimento, 38 , Loc. Campodipietra31040 Salgareda (TV)Tel.+39.0422.804807 - Fax +39.042.804510info@ornellamolon.it - www.ornellamolon.itRechsteiner di Von Stepski DoliwaVia Frassenè, 2, Loc. Piavon - 31046 Oderzo (TV)Tel.+39.0422.752074 - Fax +39.0422.752155rechsteiner@rechsteiner.it - www.rechsteiner.itRigoni Vittorino & Figli S.n.c. Soc. Agr.Via Malintrada, 17 - 31040 Gorgo al Monticano (TV)Tel. +39.0422.746121 - Fax +39.0422.746459info@rigonivittorino.comSoc.Agr. 47 Anno Domini s.s.Via Treviso Mare, 2 - 31056 Roncade (TV)Tel +39.0422.849976 - Fax +39.049.9386570info@47annodomini.itwww.47annodomini.itSoc. Agr. Buffon Paolo & Renzo S. S.Via Belcorvo, 38 ,Loc. Bibano - 31010 Godega Sant’Urbano (TV)Tel. +39.0438.782292 - Fax +39.0438.783183info@tenutabelcorvo.tv - www.tenutabelcorvo.tvSoc. Agr. Ca’ di Rajo S.s.Via del Carmine, 2/2, Loc. di Rai - 31020 San Polo di PiaveTel. e Fax +39.0422.855885info@cadirajo.itSoc. Agr. Ca’ Franco.Via Saletto, 17, Loc. Roncadelle - 31024 Ormelle (TV)Tel. +39.0422.851074 - Fax +39.0422.851842info@cafranco.com - www.cafranco.comSoc. Agr. Forniz William & Giambattista S.a.s.Via Piave, 9, Loc. Roncadelle - 31024 Ormelle (TV)Tel. +39.042 .851173 - Fax +39.042 .851856info@forniz.it - www.forniz.itSoc. Agr. Cantine Grassi di Simome & Pier Luigi S.s.Via Maggiore, 25, Loc. Rai - 31020 San Polo di Piave (TV)Tel. e Fax +39.0422.855219agricolagrassi@libero.it - www.<strong>vini</strong>grassi.itSoc. Agr. Lucchese Silvio & Figli S.s.Viale della Repubblica, 118 - 31020 San Polo di Piave (TV)Tel. +39.0422.855195 - Fax +39.0422.856190info@lucchese<strong>vini</strong>.com - www.lucchese<strong>vini</strong>.itSoc. Agr. Marcello del Majno Marco,Umberto S.s.Via Spinada, 6 - 31043 Fontanelle (TV)Tel. +39.0422.809201 - Fax +39.0422.809642villamarcello@genie.it95


96Soc. Agr. Marcuzzo di Roberto e Figli S.s.Via Guietta, 22 , Loc. Malintrada - 31045 Motta di Livenza (TV)Tel. e Fax +39.0422.860021az.agr-marcuzzo@libero.itSoc. Agr. Sandre S.s.Via Risorgimento, 16, Loc. Campodipietra31040 Salgareda (TV)Tel. e Fax +39.0422.804135info@sandre.it - www.sandre.itSoc. Agr. Sutto S.s.Via Arzeri, 34/1, Loc. Campodipietra31040 Salgareda (TV)Tel. +39.0422.744063 - Fax +39.0422.804599sutto@sutto.it - www.sutto.itSoc. Agr. Tenuta Olivi S.s.Via Dal Vesco, 10 - 31030 Breda di Piave (TV)Tel. +39.0422.90019 - Fax +39.0422.607259tenuta.olivi@gmail.comSoc. Agr. Vecchia Postumia S.s.Via Bidoggia, 5, Loc. Roncadelle - 31024 Ormelle (TV)Tel. - Fax +39.0422.851317info@vecchiapostumia.it - www.vecchiapostumia.itTenuta Belcorvo S.r.l.Via Belcorvo, 38 , Loc. Bibano - 31010 GodegaSant’Urbano (TV)Tel. +39.0438 .782292 - Fax +39.0438.783183info@tenutabelcorvo.tv - www.tenutabelcorvo.tvTenuta Bonotto delle Tezze di Bonotto AntonioVia Duca d’Aosta, 16, Loc. Tezze di Piave - 31028 Vazzola TVTel. +39.0438.488323 - Fax +39.0438.488891info@bonottodelletezze.it - www.bonottodelletezze.itTenuta Duca di CasalanzaVia Bianchi, 1/C - 31021 Mogliano Veneto (TV)Tel.+39.041.5937554 - Fax +39.041.5937511info@ducadicasalanza.com - www.ducadicasalanza.comTenuta San Giorgio S.r.l. Soc. Agr.Via Piave, 11 - 31052 Maserada sul Piave (TV)Tel.+39.0422.743135 - Fax +39.0422.743721staff@tenutasangiorgio.com - www.tenutasangiorgio.comTenuta Santome’ di Spinazze’ AlanVia Carboncine, 71, Loc. Biancade - 31056 Roncade (TV)Tel.+ 39.0422.848189 - Fax +39.0422.848738info@tenutasantome.com - www.tenutasantome.comVilla Brunesca S.r.l.Via Serenissima, 12 - 31040 Gorgo al Monticano (TV)Tel. +39.0422.800026 - Fax +39.0422.800282villabrunesca@villabrunesca.it - www.villabrunesca.itViti<strong>vini</strong>cola Canova S.s.Via Callunga, 17, Loc. Villanova – 31045 Motta di Livenza (TV)Tel. e Fax +39.0422.863821<strong>vini</strong>canova@cheapnet.itPer la visita alle cantine:<strong>Strada</strong> <strong>dei</strong> <strong>vini</strong> del PiaveC.C.I.A.A. – Via Toniolo, 1231100 TrevisoTel. +39 0422 591277Fax +39 0422 412625info@strada<strong>vini</strong>delpiave.comwww.strada<strong>vini</strong>delpiave.com


BIBLIOGRAFIAAA.VV., Atlante del paesaggiotrevigiano, Ed. Provincia di Treviso, 2000AA.V.V., Marca Nobilissima, Ed. GraficheVianello Srl, Ponzano/Treviso, 2004E. Bellò, Razza Piave, il cavallo venetofra storia e leggenda, Sismondi Editore,2004E. Bellò, Dal cavallo Piave ai bisonti delleautostrade, TrevisoU. Bernardi, La festa delle vigne, SantiQuaranta Ed., Treviso, 2003V. Boatto e altri, Studio delle tradizionilocali eno-gastronomiche correlate alterritorio e ridefinimento del tracciatodella <strong>Strada</strong> <strong>dei</strong> <strong>vini</strong> del Piave,Dipt T.E.S.A.F. Università di Padova2003-2004Z. Bocci, I <strong>vini</strong> veneti a denominazionedi origine controllata, Espro Editore,Verona, 1980 G. Bruno, Lungo il Piave,sulla strada del vino rosso, BiblosEdizioni, 1983E. Ciaccia, Ulderico Bernardi, Il Piave dalPeralba all’Adriatico, Celio Libri, 1992I. Feltrin, La via del Piave, Lungo il fiumetra natura arte e storia, C. Pavan Editore,Treviso, 2002M. Fregoni, Viticoltura di qualitàEdizioni l’Informatore Agrario S.r.l.,1999.A. Dominé, Vino, Gribaudo/Könemann,2004L. Giardini, Agronomia generale, PatronEd., Bologna, 1986P. Pittaro, L. Plozner, L’uva e il vino,Magnus Edizioni, Udine, 1982T. Tempesta, Paesaggio agrario delVeneto, Suppl.n. 5 “Veneto agricoltura”,1989T. Tommaseo Ponzetta, La carrozza delnonno, Santi Quaranta, 200097


PREMESSASTRADA DEL VINO DEL MONTELLO E COLLI ASOLANI98“Non piantare che un albero: la vite”Alceo di MitileneAttraverso un paesaggio che definire idilliacoè dire poco, si snoda il terzo percorso <strong>dei</strong><strong>vini</strong> prodotti nelle fertili terre della MarcaTrevigiana. Si tratta della “<strong>Strada</strong> del vinodel Montello e Colli Asolani”. Come per glialtri itinerari di ambito enologico, si è volutoprivilegiare la storia del territorio con lepeculiarità che lo contraddistinguono, cercandoun metodo nel procedere che tenesse contosì della valorizzazione <strong>dei</strong> beni architettonici estorici, ma anche <strong>dei</strong> cambiamenti avvenuti dalpunto di vista naturalistico, in seguito a recentiinsediamenti urbani.


StramareVergomanCombaiCampeaLa BellaPedeguardaMolinetto delle CrodeSan Pietro di FelettoRefrontoloOBassanodel GrappaRuaSoligoSolighettoBagnoloSegusinoGuizzaGuiaFarra di SoligoPieve di SoligoBarbozzaS. Stefano Posmon BoschetCastelloPROVINCICIA DICastellettoS.MariaS. Vito VALDOBBIADENECol San MartinoRocchettaBELLUNOFuner SaccolCollalbrigoPiazza RovereGiussinBarbisanoS. Michele CCrevadaColbertaldoPederobbaSernaglia della Battaglia CollaltoSan Giovanni MosnigoPare'GranigoCima GrappaBigolinoMoriago della BattagliaCavaso del Tomba ViragoFalze' di PiaveVitipanVidorVettorazzi Curogna RiveCarlot BoscoSuseganaOnigo CovoloSanta CroceSanta LuciPossagno CaniezzaCastelcies CastelliLevadaParrocchia Colfosco di PiaveGuizzettaFiettaSanta MamaMercatelliS. Vettore S. UrbanoCrespanoSanti Angelidel GrappaMonfumoCornuda Ponte della PriulCassanegoCastelcuccoCrocetta CianoNervesa della BattagliaLa Valle del MontelloS.PadernoSovilla BidasioBorso deldel GrappaGrappa S. EulaliaPra de RodaCasonettoSanta MariaBavariaMaserFonte Alto Pagnano ASOLOSemonzoCrespignaga CostePederivaGiavera del MontelloCusignanaBiadeneSelva del MontelloArcadeLiedoloCaerano di San MarcoCaonadaSpresianoSopracastello One'Casella d'AsoloVolpago del MontelloFonteMadonna della SaluteSant'ApollinareGuarda Bassa Venegazzu'San Zenone degli EzzeliniLovadiVilla d'AsoloMONTEBELLUNAVillaraspaVisnadelloPoveglianoLauroSan VitoSan GaetanoBel GiardinoCamalo'Ca' Rainatidi Altivole AltivoleSignoressaSantandra'SpinedaBustaVillorbaCaselleFalze'BarrucchellaTrevignanoCatenaEdifizioBessicaRiese Pio XMusanoLoriaPadernoBarcon99PostiomaLanceMerlengoCarita'Borgo CampagnolaPonzanoPoggianaPROVINCIA DIVICENZAMusonePiaveMONTELLO


100L’area presa in analisi ha però conservatoquasi del tutto intatta quella magia chein altri luoghi si va perdendo. La fasciacollinare che dalla ruga del Montello sisviluppa verso occidente andando adunirsi ai Colli Asolani, delimitata a suddalla pianura trevigiana, non ha nulla dainvidiare al comprensorio viti<strong>vini</strong>colo diConegliano e Valdobbiadene.


Più raccolta forse, ma non menointeressante della precedente, sidifferenzia invece dall’area DOC Piave,che ha le caratteristiche della pianurafluviale, altrettanto affascinante, forse piùdura, nell’accezione positiva del termine,che sta a significare la fierezza e la forzadelle genti che vivono sulle rive del fiume.101


L’itinerario102“Dalle Prealpi al mare la Marca Trevigiana nonha mai distacchi assoluti, e le città nascondonoi loro parchi sontuosi non per modestia, maper signorilità. Perché il dato archetipico nonsovrasti la tenuità <strong>dei</strong> colori, la bellezza <strong>dei</strong>castelli, delle rocche intonate a questa quietapianura di operosità, equilibrio, sapienzacampestre. E le ambiguità, le tenerezze,il candore, certa millanteria, la dolcezzafemminile, le carezze degli argini <strong>dei</strong> fiumi cosìteneri d’erba e punteggiati di marmi, hannolasciato in me quasi intatta, perché inesauribilela miniera <strong>dei</strong> sentimenti”.(da Marca Nobilissima. Presentazione di Giorgio Saviane)


La strada del vino del Montello e ColliAsolani segue un percorso semplice elineare, che tocca luoghi di grande rilevanzastorica dove il visitatore troverà svariatispunti di interesse, ma allo stesso tempoanche di svago e diletto, dove le classichesoste alle cantine per la degustazione dellaproduzione DOC si tradurranno, comevuole la tradizione del viaggio enologico, inquei magici istanti di profonda sintonia tral’uomo e i frutti della natura. Si è scelto didividere l’itinerario in due tappe.La prima parte, che da Nervesadella Battaglia, seguendo le pendicidel Montello, arriva a Cornuda (trattobidirezionale).La seconda da Cornuda forma un anello,che passando per Asolo ritorna a Cornuda103


104(tratto da percorrere in senso orariouni-direzionalmente). Questo secondosegmento ha come fulcro la città di Asolo etocca punti di forte impatto paesaggistico,tanto da chiedersi se un pittore vi abbiamesso mano. Anzi, meglio sarebbe dire:matita e pennello.Molte sono le strade provinciali cheattraversano il comprensorio <strong>dei</strong> ColliAsolani. Varrebbe la pena di inoltrarvisicuriosando qua e là, ma sapendo che perragioni di tempo tutto non si può vedere,abbiamo scelto due facili deviazioni chepermettono di godere del dolce paesaggiocollinare, includendo alcuni luoghi diinteresse storico. La prima proposta parteda Asolo, in direzione di Casonetto eraggiunge Monfumo, per terminare aCastelli. La seconda invece indirizza ilvisitatore, una volta arrivato a Fonte Alto,verso San Zenone degli Ezzelini.Entrambi i percorsi saranno segnalati con


indicazioni bi-direzioniali.Desideriamo inoltre avvisare il viaggiatoreche da Paderno del Grappa a Crespignagae da Asolo a Fonte Alto troverà una doppiatabellazione.Infatti qui il percorso denominatoMarca Storica e quello Enologico sisovrappongono. Consigliamo perciò a chivolesse approfondire ulteriormente questavisita di consultare anche la guida dedicataa Marca Storica, in modo da avere unquadro completo del comprensorio inquestione. La nostra guida, dunque nonvuole riproporre le notizie classiche chegià sono riportate in maniera esemplareed esaustiva nelle altre pubblicazioni, maci è sembrato utile puntare su tematichedifferenti (letterarie, storiche, artistiche),che comunque sottolineano i punti dimaggior interesse.Ora non resta che partire.105


Il territorioCOLLINE, COLLINEE ANCORA COLLINE…106“Quando risalì il sentiero dapprima largo e poiostruito a tratti da siepi e arbusti, era davverostanco. Non vedeva l’ora di sedersi sul bordodella pozza limpida da cui sorgeva il torrenteGiavera e bere un sorso d’acqua fresca.Sapeva che gli abitanti fatati e gli animali delbosco gli avevano già preparato qualcheleccornia: fragoline di bosco e ciliegie mature,dolci fiori di ortica da succhiare avidamente emazzi di funghi chiodini impastati in croccantifrittelle. Gli sembrava di sentirne il profumo


e aveva l’acquolina in bocca; non appenaoltrepassò il largo tronco che fungeva daponte tra le due sponde del torrente si sentìfinalmente a casa”.(“Il ritorno la notte di San Lorenzo” in Fiabe eleggende del Montello di Laura Simeoni)IL MONTELLO TRA NATURA,CENNI STORICI EPRELIBATEZZEIl Montello è una sorta di panettoneallungato che, all’interno della fasciapedemontana, si stacca configurandosicome un comparto autonomo. Non sitratta solo di un susseguirsi di panorami,vallette e radure, ma è uno <strong>dei</strong> capitoli piùsignificativi della civiltà veneta.La lezione di storia che ci impartisce ilMontello è molto più di quanto ci si possaaspettare e i luoghi, che sono stati teatrodi forti sofferenze durante la Prima GuerraMondiale, meritano senza dubbio unavisita approfondita.Per gli amanti della natura, il Montelloè un’autentica palestra. Ma vediamodi descriverlo un po’ più nel dettaglio.Il nome deriva da monticellum, ma isuoi abitanti preferiscono chiamarlosemplicemente il Bosco. Fino a qualchesecolo fa, infatti, era costituito da unmanto verde scuro di roveri che coprivainteramente tutti i seimila ettari di questagrande collina, lunga 20 chilometri la cuialtezza non supera i 368 metri sul livellodel mare. Abitato sin dal Paleolitico, ilMontello assume un’importanza rilevantesolo durante la Repubblica di Venezia;107


108è infatti noto come la Serenissima fossemolto legata a quei boschi di querce, tantoda catalogarli per distinguere le piante utilialla costruzione delle sue galee, quelleinvece da impiegare per opere lagunari ofluviali e, infine, quelle che avevano unafunzione semenziale. Un ruolo importantehanno a quell’epoca gli “Spacazoc”, i famositaglialegna, che per conto della Repubblicadella Serenissima, tagliavano gli alberi. Illoro mestiere viene ancora oggi evocatonelle fiere di paese, in particolare nel mesedi ottobre durante la festa che si svolge aSelva del Montello.E’ bene poi ricordare cosa accadde alla finedell’Ottocento. In seguito all’approvazione,nel 1892, della Legge Bertolini da parte delParlamento del Regno Unito d’Italia, perpromuovere un progetto di ripopolamentoe per sfruttare i terreni, furono abbattuti1.700 roveri e costruiti 132 chilometridi strade, chiamate “prese”. Il terrenodato per le colture era però talmenteimproduttivo che, poco dopo, le coltivazionifurono abbandonate e gli appezzamenti siricoprirono di robinie, fatta eccezione perle aree pedecollinari, in cui storicamentesi coltivava la vite. Oggi un’operazione delgenere sappiamo non sarebbe permessa.Schiere di ambientalisti si incatenerebberoagli alberi di quercia allo scopo di vincereuna battaglia, ma l’Italia di allora aveva altriproblemi e quelle selve, che la Serenissimaaveva gelosamente conservato e censito percentinaia di anni, erano viste solo come unimpedimento all’agricoltura.Di quei meravigliosi seimila ettari nerimasero soltanto 2.500. Oggi le robiniehanno invaso il sottobosco, ma sullestrade del Montello è sempre piacevolepasseggiare. Tra gli ombrosi sentieri, il fittodella vegetazione offre riparo a numerosespecie di uccelli, a piccoli animali enell’umido crescono varie qualità di funghi,usati nei piatti tipici della cucina veneta. Ifunghi vengono citati da scienziati-umanistiin svariate opere di prosa e poesia.A partire dal 1591, con l’Istoria di Trivigi di


Giovanni Bonifaccio, che descrive le variequalità di funghi, continuando con il poetaNicolò Zotti, che nel 1683 decanta le dotidi circa cinquanta specie, fino al 1824 dovesempre un poeta, questa volta CamilloNalin, scrive che i funghi venivano preparatiin cento modi.Oggi è il chiodino del Montello quello piùusato per i piatti prelibati che si possonogustare da queste parti. Molte altre leprelibatezze che il Montello ha in serboper i buongustai: dalle minestre, ai risotti,alle frittate con le erbe (fortajé co le erbe);nella bella stagione infatti se ne utilizzanomolte di selvatiche come il creson, legalinéle, l’otiga, le rosoline, gli s-ciopeti, ibruscandoi, le sparasine. Una regina dellatavola è, senza ombra di dubbio, la patata.Introdotta all’inizio dell’Ottocento dalletruppe napoleoniche, nei cinque comunidel Montello (Crocetta, Giavera, Nervesa,Volpago e Montebelluna), ha trovato ampiadiffusione solamente a partire dall’ultimodecennio del XIX secolo.Nel Novecento con l’introduzione di nuovevarietà selezionate la patata del Montelloè divenuta via via più squisita, tant’è chei veneziani stessi arrivano fin quassù pergustare i piatti che la propongono.E’ probabile che il successo di questa patataderivi dalla natura del terreno, argilloso a talpunto da trattenere a lungo l’umidità cheaccompagna in modo ideale la maturazione<strong>dei</strong> tuberi. Da non perdere, nella secondadomenica di settembre, alla Presa 18 sulMontello la Mostra-Mercato della Patata.Si può concludere la carrellata <strong>dei</strong> piattitipici con il coniglio in tegame e contorno dipatate al forno.L’area del bacino del Piave è infatti la culladella moderna coniglicoltura, grazie adallevamenti all’avanguardia. Un’altissimaconcentrazione di allevamenti di coniglisi trova nei comuni di Volpago e diTrevignano.Il Montello ha anche una importantetradizione casearia: va assaggiata lamorbida casatella.109


110QUALCHE NOZIONE DI GEOLOGIALa caratteristica principale del Montelloè la terra rossa che ricopre un insiemedi ciottoli calcarei, porfido e granitoimpastati con argilla. Oltre alla terra rossa,le doline, le caverne e il diffuso carsismorendono questo ambiente ideale per laricerca ambientalista. Varie sono le teoriesulla formazione geologica del Montello.Secondo Saccardo la vasta area delMontello era un unico cono di deposito delbacino del Piave a cui potevano unirsi ancheil fiume Brenta e il Soligo.Questo conoide fu probabilmentesommerso dalle acque del mare che, inquel periodo, arrivavano fino ai piedi delleAlpi. L’azione dell’acqua, ricca di sali e dianidride carbonica, provocò lo scioglimento<strong>dei</strong> detriti che in seguito si addensarono.Successivamente si ebbe il sollevamentodella terra.L’abbondante presenza di rocce calcareeha favorito il formarsi di fessure in cui èiniziata l’opera di erosione delle acque unitaa quella di scioglimento.A nord, però, la corrente del Piave hafavorito, ancora prima delle glaciazioni,un inizio del carsismo. Infatti su questoversante i valloni sono molto limitati e corti.Questo perchè l’acqua si insinua subito nelsottosuolo per la presenza del terreno ditipo carsico.A sud invece, l’acqua ha scavato fortementeil terreno e solo dopo è riuscita a penetrarenel sottosuolo.I COLLI ASOLANICarducci chiamò Asolo “la cittadina daicento orizzonti”. La definizione andrebbeestesa a tutto il distretto, infatti daqualunque parte ci si volti, l’orizzonte mutacostantemente.Il motivo è presto detto.


L’area, ad esclusione del lembopianeggiante, è un anfiteatro conmoltissimi colli, il che genera un frequentee rapido cambiamento di prospettive.Il comprensorio collinare, di circa 88chilometri quadrati si estende dai piedidel Grappa e abbraccia un quarto diquesto nodo montuoso, mentre il restodel territorio è costituito da una serie dicolli talvolta spiegati a ventaglio, altrevolte foggiati ad anello chiuso e dovezone con declivi più arditi si alternano a unondeggiare lento e sinuoso.Sembra che i colli asolani conservinointatta la fisionomia primitiva, del resto lamano dell’uomo non è riuscita ad alterarnela figura e i contorni: i declivi non sono,né arati e né piantati, ma messi a pascoloe fienili. I boschi che un tempo furonosradicati, hanno fatto posto a vigorosepiante da frutto e alla vite.E’ strano come le sagome abbiano varieforme. Colli piccoli e tondi, altri solitari,altri ancora addossati l’un l’altro.Un gruppo presenta scoscesi burroni e unaltro dolci pendii.A due passi da un orrido o da unprecipizio c’è una conca dolcissima.E poi ancora, alcuni sono sterili, altrifertilissimi e anche le colture seguonoquesto armonioso disordine, le viti sonomaritate alle piante da sostegno e tra filaree filare si alternano gli alberi da frutto:ciliegi, peschi, meli, susini, albicocchi,fichi e noccioli, cotogni e giuggioli, unaimmensa varietà di ramificazioni e ditonalità di verde si intreccia, si abbraccia.Altre volte poi le colture singole sonoseparate da colle a colle e così uno èvitato, l’altro pascolivo e un altro ancoraè boschivo. Tutto scorre in un’armoniasenza tempo.111


Prima parte.DA NERVESA DELLA BATTAGLIA A CORNUDAut112“EXPLICUIT VINO CONTRACTAESERIA FRONTIS”(Orazio, Satire, II, 3)*Ed è la cittadina di Nervesa della Battagliail punto di partenza della <strong>Strada</strong> del vinodel Montello e Colli Asolani.Superata la Piazza principale e presa lasalita verso il Montello, si innalza davantiagli occhi il Sacrario <strong>dei</strong> Caduti al Piave.Bianco, con la sua mole squadrata, aricordare al viaggiatore l’importanza diuna pace duratura. Il Sacrario è dedicatoa 9.325 caduti, <strong>dei</strong> quali soltanto 6.999furono identificati.Poco dopo, inoltrandosi nella Via <strong>dei</strong>Mercanti e <strong>dei</strong> frati, scorgerete fra il ver<strong>dei</strong> resti dell’Abbazia di Sant’Eustachio,distrutta durante la Prima GuerraMondiale, luogo d’elezione di MonsignorGiovanni della Casa, autore del Galateo.L’Abbazia riveste anche un interessestorico-enologico, perché viene citatain un documento del 985, dove siraccontano i metodi usati dai MonaciBenedettini per la coltivazione della vite.La strada prosegue in un susseguirsidi scorci panoramici sui pendii delMontello, dove si alternano prati, vignetie seminativi. A partire da Giavera delMontello la carreggiata è costeggiatadal Canale Brentella. La macchiaboschiva a destra e a sinistra, vede une


VitipanrognaelliCosteAltivoleBigolinoRiveOnigo CovoloLevadaPiaveS. Vettore S. UrbanoCornudaCrocetta CianoLa Valle del MontelloMaserPra de RodaCaerano di San MarcoMadonna della SaluteVidorCarlotGuizzettaPederivaMONTEBELLUNABoscoBiadeneCaonadaGuarda BassaSan GaetanoMoriago della BattagliaCamalo'Ponte deNervesa della BattagliaSovilla BidasioGiavera del MontelloCusignanaSelva del MontelloArcadeVolpago del MontelloVenegazzu'Santa MamaMONTELLOSanta MariaSignoressaFalze' di PiaveSanta CroceSanti AngeliBavariaMercatelliPoveglianoBel GiardinoSantandra'SuseganaParrocchia ColfoscoSadiSpresiaVisnade113


114ininterrotto susseguirsi di vigne, nellapace della campagna. Tra appezzamentidi un’agricoltura ben curata e una seriedi piacevoli posti di ristoro, il paesaggiooffre spesso immagini e scorci incantati,inducendo il visitatore a deviazioni a piediverso sentieri all’ombra <strong>dei</strong> castagni.A Venegazzù non dimenticate di visitareVilla Spineda Gasparini Loredan.Il progetto è opera del celebre architettoFrancesco Maria Preti, appartenenteal circolo illuministico <strong>dei</strong> Riccati diCastelfranco Veneto, il quale affidò il suodisegno a Giovanni Miazzi (1699-1797),che lo portò a compimento nel 1770.La Villa riprende i modelli dellearchitetture di Andrea Palladio che,però, sono qui sapientemente rielaboratinel tentativo di perfezionare le regolegeometriche, tese a raggiungere unrapporto armonico, matematico-musicale.Dalla seconda metà del Novecentosi produce qui il Venegazzù, un vinoottenuto da un sapiente uvaggio chericorda la tradizione <strong>dei</strong> <strong>vini</strong> francesi, inparticolare il Bordeaux. Uno <strong>dei</strong> <strong>vini</strong> è il“Capo di Stato”, come lo definì De Gaulle.Giunti a Biadene, nel centro del paese, sipuò ammirare Villa Correr Pisani, costruitanei primi decenni del Settecento su unedificio seicentesco, ereditato dai Correrdal Doge Alvise Pisani, al quale si deveanche la costruzione di una chiesa checonserva ancora un affresco del Tiepolo.La zona è costellata da altre prestigioseville che vale la pena andare a vedere.Villa Pola con la sua barchessa di epocapre-palladiana. Si narra a proposito diquesta dimora nobiliare che, nel luglio1509 dopo la formazione della lega diCambrai, le truppe francesi guidate daMonsieur de La Palisse, in marcia allaconquista di Treviso e Venezia, restaronoincantate davanti alla bellezza dellacostruzione.Poi c’è Villa Zuccareda-Binetti, oggi sede


del Museo dello Scarpone. Ci troviamoinfatti nella rinomata zona di produzionedelle calzature sportive.Da vedere anche Villa Guillon Mangilli,la cui pianta originale risale al XV secolo,mentre le ultime modifiche sono stateapportate nel XIX.In direzione Crocetta del Montello siincontra Villa Sandi, del Pagnossin, lacui peculiarità consiste nell’altezza delpronao centrale che supera nettamentequella della villa. La villa e il parco sonoimpreziositi dalle statue dello scultoreOrazio Marinali.Una curiosità: sotto l’edificio è statoscoperto un dedalo di gallerie, disposte inpiù piani, che risalgono alla Prima GuerraMondiale. Oggi vengono usate per ilrinomato spumante, prodotto col metodochampenois. La Villa è sede delle famosecantine Sandi.Villa Bolzanello, costruita sulle rovine diun antico castello, è l’ultima della primasezione del nostro itinerario.*(Questo motto è leggibile insieme adaltri nel fregio della trabeazione dell’AulaMagna all’Istituto Cerletti di Conegliano)LA CERTOSA DI SANTA MARIAE SAN GEROLAMODella Certosa di Santa Maria e SanGerolamo possiamo solo tentare diricostruire la storia, perché purtroppoormai non ve ne resta più alcuna traccia.Sembra che l’dea di costruire un luogodi culto in una valle amena, più voltecomparsa in sogno, sia stata di Giovanni,un uomo nativo di Santa Giuliana di Fassa,ma che per motivi di lavoro viveva aVenezia. Una notte Giovanni, che si erada poco coricato, sognò che la Verginelo esortava ad andare e rimanere in“quella valle dove più volte nel sonnogià ti trovasti”. E’ proprio così che iniziala cronaca della Certosa del Montello,redatta tra il 1398 e il 1419, da Antonio de115


116Macis da Chiarenza, monaco della Certosae futuro abate di Santa Maria di Parma.Con un salto di parecchi anni, durantei quali la Certosa conosce splendori ecupe discese, dovute a carestie, guerre einvasioni, arriviamo al 1556.Alcuni documenti e planimetrieconfermano la vastità e l’importanzadell’intero complesso, che appare esteso ildoppio, se non il triplo dell’area occupatadalla vicina Abbazia di Nervesa.Il tracollo della Certosa viene determinatodall’ottusa politica anticlericale avviatadal Governo Provvisorio Napoleonico nel1796. Si noti, ancora una volta, la quantitàdi monasteri e abbazie distrutti dalletruppe dell’esercito napoleonico!Poi la Prima Guerra Mondiale ha dato allaCertosa il colpo finale. Le pietre, i marmie i preziosi mattoni antichi sono diventatimateriale di cava per l’edificazione dinuove costruzioni nel bosco.Di tanta magnificenza non sono rimasteche poche reliquie, che qualche buonprete è riuscito a portare in salvo e acustodire nella sua parrocchia.PISNENTI E MASSARIOTTIIl bosco del Montello ha sempre datomolto alle genti che vivevano nei comunilimitrofi e, allo stesso tempo, è statotestimone di molte avversità. Su questotema ci piace raccontare un eventoimportante agli occhi del visitatore.Il 1817 viene ricordato come “l’anno dellafame”. Quell’inverno fu il peggiore di unaserie di stagioni particolarmente ostili.Gli abitanti si trovarono a dover


fronteggiare una difficile situazionesull’approvvigionamento delle risorsealimentari che avrebbero garantito la lorosopravvivenza.A quell’epoca, la popolazione delMontello si divideva in Massariotti ePisnenti. I primi erano affittuari e avevanoa disposizione un po’ di terra e qualcheanimale, mentre i secondi erano boscaiolie non possedevano nulla. Per far fronteal periodo di crisi, i Massariotti cercaronodi ampliare la coltura agricola, senza peròricorrere al lavoro <strong>dei</strong> Pisnenti, comeinvece facevano in tempi più floridi, per ilsolo fatto che non potevano accollarsi altrebocche da sfamare.Ai Pisnenti non rimaneva che ricorrereal bosco, pur consapevoli delle gravisanzioni nelle quali sarebbero incorsi (erameglio un mese di galera - almeno lì ilpasto era assicurato - che la fame nera diquel periodo!). Il governo austriaco avevaposizionato 19 punti di guardia al boscoed era perciò impossibile anche solamenteavvicinarvisi.Fatto sta che in una relazione, speditadal Pretore di Montebelluna al Prefettodi Treviso, si legge che i Pisnenti nonavevano che una strada da percorrere,ovvero: “recidere le siepi e devastare levigne <strong>dei</strong> Massariotti”.Si cercarono varie vie di trattativa, mal’Austria non vedeva che i propri diritti.I Pisnenti si convinsero sempre più cheera il loro diritto ad essere stato usurpatoe presero così una decisione, che oggi cifa un po’ sorridere, ma che allora era seria:dichiarare una guerra privata all’Austria!117


118Verso i primi del 1824 i Pisnenti diCornuda e Volpago creano unaconfederazione di Boscaioli e iniziaronoa modo loro lo sfruttamento del bosco,senza temere l’intervento delle guardie.Anzi, successe addirittura che una guardiaandata per arrestare alcuni boscaioli, sitrovasse ad aiutarli a portare la legna avalle! Era nata una specie di battaglia allaRobin Hood. In una delle scorribande, nonsi sa come, gli Austriaci vennero persinosopraffatti. Infine L’Austria, dopo varieincursioni fatte nelle case <strong>dei</strong> Pisnenti,riuscì a impadronirsi di un bottino checonsisteva in 110.000 “fascetti” e oltre 200fusti di quercia. Che utilità ne abbia potutotrarre non lo si comprende, sta di fatto chefu l’unico modo che seppe trovare perdimostrare la propria superiorità.La Grande GuerraLa notorietà del Montello si fonda anchee purtroppo sugli eventi bellici del1915-18. Dopo la sconfitta di Caporetto,l’esercito Italiano si schierò sul Montelloe sul fiume Piave come ultimo baluardocontro l’invasione dell’esercito Austriaco,che mirava alla Pianura Padana.Dal Montello e precisamente da Cianodel Montello, partì la controffensivache portò alla vittoria finale nel 1918.Sul Montello, l’Ossario <strong>dei</strong> Caduti eil Monumento a Francesco Baraccaricordano agli italiani quel gloriosoperiodo. Qui si svolse, nel giugno 1918,la Battaglia del Solstizio. L’Austria,sferrò una grande offensiva control’Italia, nella zona del Montello, perannientare l’esercito italiano. Sanguinosicombattimenti si protrassero dal 15 al23 giugno con gravissime perdite perentrambi gli schieramenti. L’offensivaaustroungarica non ebbe gli esitidesiderati e si concluse senza risultatiapprezzabili.La disgregazione dell’ImperoAustroungarico era ormai alla porte!


SACCARDOE IL SUO HERBARIUMCHIARE, FRESCHEE DOLCI ACQUE….Il Museo Civico di Storia e ScienzeNaturali “Bellona” è ospitato dallasettecentesca Villa Mocenigo aMontebelluna. Il Museo si sviluppa su duesettori, uno archeologico-preistorico e unonaturalistico con sezioni di astronomia,mineralogia, zoologia.Alle raccolte originarie che appartenevanoal gruppo naturalistico Bellona, sonoandate aggiungendosi una collezioneornitologica proveniente dal Delta del Po egli erbari Saccardo e Mugna.Saccardo nacque nel 1845 e trascorsela gran parte della sua vita a Selva delMontello. Con una laurea in Filosofia e unain Scienze Naturali, si immerse subito nellostudio della natura, in particolare dellabotanica e <strong>dei</strong> funghi, lavorando all’OrtoBotanico di Padova.Fu uno <strong>dei</strong> primi scienziati a costruire unerbario che avesse tutti i requisiti tecnicie scientifici necessari e le sue opere, cosìcome la sua micoteca, rappresentanoancora oggi un valido punto di riferimentoper gli studiosi di tutto il mondo.La terra della pianura ai piedi del Grappaera il fondo di un grande mare fossile che,dopo molti millenni di riposo silenzioso, hainiziato a muoversi.Dai movimenti sotterranei è sorta unaserie di rigonfiamenti e ne sono venutefuori forme coniche con le sommitàarrotondate, oggi coperte di prati e alberi.I colli di Maser, Asolo, Cornuda e tutte lecolline che sorgono dalla pianura sononutriti dalle acque del Canale Brentella,filtrate dal Piave e condotte fuori dal suoalveo per abbeverare un territorio fattodi ghiaia, dove altrimenti le acque siincontrerebbero solo in profondità. Infatti,i terreni del Montello sono interessanti peri fenomeni di carsismo.Qui l’acqua scorrendo su rocce calcareeprovoca una serie di erosioni siasuperficiali che sotterranee, da cui lapresenza di doline e fossilizzazioni.119


120La Brentella nutre quindi il ventre delMontello e tra le rive scorrono velocile fresche acque color verde smeraldo,mentre gli argini sono rinforzati da bianchimassi della tipica pietra del luogo (roccegranitiche, porfiriche e quarzifere).E’ una gioia per i sensi poter percorrereun tragitto, magari in bicicletta, a piedi oanche lentamente in automobile, ma coni finestrini abbassati, annusando l’aria chesa di acqua. Sì perché l’acqua di un canaledi campagna ha un particolare odore difresco, un odore buono di fiori e di erba,fieno tagliato. E poi il suono, che non è ilrumore fragoroso di un fiume, ma il lentoe continuo canto delle anguane, quellefanciulle dai capelli d’alga, lontane parentidelle sirene di mare.Le vigne e gli alberi da frutto costellano lerive del canale durante tutto il tragitto.QUALCHE NOTIZIA SULCANALE DELLA BRENTELLANel 1436 il Senato Veneto predisponela grande opera di irrigazione che verràportata a compimento in 15 anni a spesedelle comunità e <strong>dei</strong> privati interessati.Questo grande intervento artificiale haun vasto impatto con la natura arida diquei luoghi. Infatti l’ambiente arido vienereso coltivabile, anche per la viticoltura.Si tratta di una mirabile ed equilibrataopera di ingegneria idraulica e di bonifica,ritratta nel ‘700 dal Prati nel suo “Dissegnogenerale della Brentella”. A Pederobbaviene aperta una presa del Piave adalimentare un Canale che prende svariatinomi: Brentella, Piavesella, PiavesellaGrande. Sotto Crocetta del Montello la viad’acqua si divide in 2 rami: uno scende perCaerano e Montebelluna, l’altro quello disinistra, che porta un quinto della portatadisponibile, è quello che si chiama Canaldel Bosco e corre ai piedi del Montello.L’Abbazia di Sant’Eustachio e


Monsignor della CasaL’Abbazia di Sant’Eustachio fu fondataverso la metà dell’XI secolo da RambaldoIII di Collalto e dalla madre Gisla, che ladonarono ai Benedettini.Divenne ben presto un raffinato centrodi cultura e ospitò, fra i molti personaggiillustri, Giovanni della Casa, che visoggiornò tra il 1550 e il 1555.In una atmosfera dolce e rarefatta,protetto nella quiete del monastero eincantato dalla gentilezza degli abitanti,trovò ispirazione per scrivere il suoGalateo, prima di essere avvelenatodalla Curia romana. Il Galateo non è unsemplice manuale di buone maniere,quanto un trattato umanistico sulla virtù atavola e nella vita. Forse oggi, a maggiorragione, andrebbe letto con la giustainterpretazione.CAVERNE E GROTTEDai toponimi presenti nella lingua venetaci si imbatte in una serie di denominazioniche si riferiscono a grotte, gallerie e cavitàlegate alla storia locale.Il Montello di questi nomi ne è ricco.Per esempio, durante la Grande Guerra sisentiva parlare di: Busa <strong>dei</strong> Todeschi, Busde le Bombe, Grotta dell’Alpino.A seguire alcuni esempi di nomi relativialla località o al nome del proprietario delfondo: Busa de Castelvior, Bus de Fraredito Trache.Non vanno poi dimenticate le grotte chesono indicate con il nome di animali:Bus del Volpe, Bus del Gat; mentre Busde la Pecora e Bus de l’Agneo richiamanol’attività pastorizia e precisamente quandoquesti anfratti servivano da rifugio,durante i temporali, a o<strong>vini</strong> e a pastori.Non va dimenticato, sempre nel quadro<strong>dei</strong> toponimi, uno dettato dalla fantasiapopolare che riguarda il Bus de la Regina121


122o Grotta della Regina. Si fa riferimento,ovviamente, a Caterina Cornaro che,secondo la leggenda, amava attraversarele contrade sottoterra. Entrava in unanfratto a Biadene, per poi riapparirecome nulla fosse ad Asolo.Le cavità del Montello, un ambiente chepotremmo definire fatto di “vuoti” e di”pieni”, servirono spesso da rifugio auomini e animali. Gli stessi armigeri nelcorso <strong>dei</strong> secoli le usarono per i loro scopibellici. Durante l’invasione degli Ungheri,all’epoca degli Ezzelini, nel periodo dellaLega di Cambrai e per finire durante lecampagne napoleoniche.E ancora due parole per gli amanti dellaspeleologia. La Busa del Castel Sotterra èuna bellissima grotta che ha uno sviluppoplanimetrico di 7 km, circa 125 m disviluppo verticale che le fa raggiungereal fondo una quota altimetrica di 140m.s.l.m. Alle conoscenze attuali vieneconsiderata la quarta grotta al mondoin un sistema carsico come quello checontraddistingue il Montello.VOLPAGO DEL MONTELLO:IL PAESE DELLE VOLPINarra una leggenda come un tempo levolpi dominassero su tutti gli abitanti delMontello. Bestie sagge e buone sapevano


dirimere ogni controversia. La comunità,guidata da una anziana volpe vivevasulle pendici della collina nel paese cheprendeva da loro il nome: Volpago.Non erano animali carnivori, si nutrivanodi foglie, vivevano in stretta simbiosi conl’uomo aiutandolo in molti lavori.Ad esempio, custodivano i bambinimentre i genitori erano nei campi, oriuscivano addirittura a portare stretti fra identi, secchi per innaffiare le piante.La loro popolarità si era rafforzata daquando, molti anni prima, una volpeaveva salvato un vecchio e un bambinodall’attacco di un lupo. Ma poi le cosecambiarono. Con l’avvento dell’eramoderna, l’uomo decise che potevapermettersi di maltrattarle e fu così chele volpi se ne andarono da Volpago,trovando nella montagna un antronascosto. Con la saggezza, le più anziane,placando l’ira delle sorelle più giovani,che si consideravano delle deportate,le convinsero che la pazienza avrebbereso loro merito e un giorno quando lecose fossero cambiate, sarebbero potuteritornare al luogo natio, la loro amataVolpago.Da “Fiabe e leggende del Montello” diLaura Simeoni123


Tutto quello cheavreste voluto saperesul vino e che nonavete mai osatoapprofondire…Sono sei le fasi necessarie per ottenereil miglior risultato in questa delicata ecomplessa operazione. Innanzitutto lapreparazione e il controllo del vino, doveverranno valutate l’acidità, evitandopossibili ossidazioni; la fermentazione;contenitori e <strong>dei</strong> tappi. Quindi bottiglieperfettamente pulite; quelle nuove divetreria si presentano già sterilizzate,quelle usate vanno lavate accuratamente.Per quanto riguarda i tappi invece, incommercio ne esistono molti. Il tappoL’imbottigliamentoCome qualsiasi operazione di travaso,anche l’imbottigliamento del vino dovràavvenire nel migliore <strong>dei</strong> modi e dovràessere fatto con cura. Ogni errore è unaperdita di qualità.Quindi, imbottigliare bene è la premessaper salvaguardare la qualità del vino, permettere le basi migliori all’invecchiamentoe per esaltarne la fragranza.la limpidezza; la stabilità <strong>dei</strong> sali,controllando la temperatura in cantina; ilcontrollo analitico, che prevede l’analisidell’alcool, dell’acidità fissa e volatile,dell’anidride solforosa libera e totale.Ultima, ma non meno importante èla degustazione meditata e attenta.L’esperto sa che il vino morbido durameno all’invecchiamento, mentre quellopiù acerbo, di corpo tanninico, nonossidato, è quello più adatto ai lunghi annicorona che chiude benissimo e costamolto poco. E’ sempre stato usato per ilvino comune, non perché funzioni male,ma è poco poetico: una bottiglia coltappo corona non è ben considerata daldegustatore. Quello a vite viene usatoper i <strong>vini</strong> dolci e liquorosi. Meno comuneil tappo a strappo, fatto da una lamina dialluminio munita di linguetta da strappare.Il tappo in materiale plastico sta tentando,in questi ultimi anni, di sostituire quello124Preparare il vino per la bottiglia significainiziare ad operare dalla vigna.di riposo nelle cantine.Poi si passa alla preparazione <strong>dei</strong>classico in sughero, ma nulla riesce ascalzare la tradizione. Il tappo in sughero


è certamente il più bello e il più poetico.Alcune cantine dispongono di impiantiIn effetti, da che esiste la bottiglia,di filtrazione dove si può eseguireesiste il tappo in sughero. Il sugherol’imbottigliamento sterile, ma in altre, menoviene prodotto da la Quercus suber (laattrezzate, bisognerà fare attenzione aQuercia da sughero), coltivata in tutto ilnon imbottigliare durante la fase biologicabacino del Mediterraneo ed è importantedel vino, cioè in primavera con l’arrivo delsapere che solo dopo trent’anni dal suocaldo.impianto si potrà estrarre il sugheroIl vino va imbottigliato in giornate limpideper la fabbricazione <strong>dei</strong> tappi. La piantacon assenza di vento, mai quando piove o èviene decorticata fino all’altezza <strong>dei</strong>umido e ventoso.rami più grossi, poi le cortecce vengonoaccatastate per circa sei mesi, quindisono bollite e nuovamente essiccate.L’operazione successiva consiste neltaglio a strisce, poi nella preparazione <strong>dei</strong>Una curiosità: il difetto principale di untappo di sughero è quello di conferire alvino il famoso “gusto di tappo”, infatti, iltappo dopo la preparazione può ancoraSi passa poi al riempimento delle bottiglie,dove va tenuto conto delle importantinorme di pulizia. E non solo, il metodo delriempimento delle bottiglie è un’arte, il vinodeve scendere nella bottiglia lentamente,cubetti che, una volta smerigliati neglicontenere, al suo interno, muffe che,non deve gorgogliare, non deve fareangoli, diventano <strong>dei</strong> cilindri. Sarannofuoriuscendo, contaminano il vino.schiuma. Il livello del vino deve essere piùancora lavati, sbiancati e sterilizzatiprima di essere posti in commercio.La terza fase importante è la scelta delmomento più adatto all’imbottigliamento.alto possibile in modo da ridurre al massimola quantità d’aria tra questo e il tappo.125


126La penultima fase è ovviamente latappatura. Va scelta una buona macchina,e si consiglia di usare tappatrici il cuipistone che comprime il sughero scendaverticalmente, al posto di quelle a leva.La sesta e ultima fase consiste nellaconservazione delle bottiglie, che devonoessere posizionate orizzontalmente e,se il vino è ben preparato non formeràdepositi. La cantina deve essere fresca atemperatura costante, la luce altera il vinoe per questa ragione non si usano maibottiglie bianche, ma solo verdi, marronio gialle.Come stappare il vinoSe si tratta di un vino da servire freddo,come la maggior parte <strong>dei</strong> bianchi,basterà metterlo nell’apposito cestellodel ghiaccio, o lasciarlo in frigorifero,nella parte meno fredda, in modo chearrivi a temperatura. Per i <strong>vini</strong> rossi digran corpo, invecchiati, è consigliabileaprire la bottiglia qualche ora primadella degustazione, lasciando il tappoappoggiato sull’imboccatura. Un’altraoperazione corretta è stappare la bottigliapoco prima dell’assaggio e versarne ilcontenuto in una apposita caraffa.Con questo travaso il vino liberalentamente la grande quantità di profumoa lungo imprigionata nella bottiglia chiusa.Per finire, va sottolineato che c’è un ritualedella stappatura: la bottiglia va apertain presenza dell’ospite. Prima si taglia lacapsula, poi usando un buon cavatappisi infila il “verme” per tre quarti della sualunghezza, al fine di evitare spiacevolisbriciolamenti di tappo nella bottiglia, poidopo aver pulito l’imboccatura si annusa iltappo e si versa una piccola quantità di vinonel bicchiere, per l’assaggio preliminare.Si consiglia di versare dolcemente elentamente e in seguito di non riempire mai ilbicchiere oltre la metà.Le temperatureOgni vino per esprimere il meglio di se stessodeve avere una temperatura ideale. In realtàla temperatura ideale per l’abbinamentovino/cibo è quasi del tutto soggettiva.


I bicchieriSi sa che il vino non è una bevanda qualsiasi,racchiude in sé storia, civiltà, fatica, amore,passione ed è per questo che il bicchieredeve essere all’altezza di tale nettare.Il concetto del bicchiere è presto detto: nondeve mai per nessuna ragione nasconderequalcosa del vino. Sia un calice lungo estretto, sia invece panciuto e grande, siaingentilito con una forma a corolla, o cheabbia uno stelo sottile, ogni bicchiere ha ilsuo fascino.La degustazioneLa degustazione si riassume infine inun’analisi sensoriale, un momento poeticomolto personale. Il primo senso ad esserecoinvolto è la vista. Si osserva perciò ilvino mentre scorre, se ne ammira il colore,la tonalità, la limpidezza. Questi i primigesti che compiono gli amanti del vino.Poi l’olfatto. È questo il grande laboratoriodove vengono riconosciuti pregi edifetti. Si usa dire che l’analisi olfattivasia importante più di quella gustativa,non foss’altro per il contatto stretto chequesto senso ha con la più profonda partedel nostro lato emozionale. Si inspireràil profumo del vino due volte, lasciandoriposare l’olfatto tra una inspirazionee l’altra. Verranno in mente i fiori, ifrutti, le erbe, le foglie, il fieno tagliato,il profumo del sottobosco e così via.Franchezza, finezza, intensità e armoniaqueste le qualità che verranno prese inconsiderazione in sequenza.Per finire il gusto. Il momento magico,l’apoteosi dopo una lunga preparazione.Un piccolo sorso e il mondo dellesensazioni ha campo libero. Non vale lapena di aggiungere altro, bisogna soloprovare.127


Seconda parte.DA CORNUDA SI PERCORRE UN ANELLOPER POI RITORNARE A CORNUDA.128“Voglio che sia dato a Mad.a Marietta daCanal mia carissima sorella botte due divino all’anno fino che viverà, come si èfatto sempre fino adesso…”[Dal testamento di Marcantonio Barbaro (1518-1595), committente del Palladio nella costruzionedella Villa Maser, a proposito <strong>dei</strong> <strong>vini</strong> della tenuta]Una volta arrivati a Cornuda e lasciato allespalle il Montello il paesaggio, seppur dipoco, cambia la sua fisionomia.Si sta entrando nel comparto <strong>dei</strong> colliAsolani. Da questo momento in poi ilvisitatore deve sapere che ha avuto accesso aun piccolo Paradiso. Sì, perché di argomentiper dire che questo luogo è stato toccatodagli <strong>dei</strong>, non ve ne sono mai abbastanza:dalle variazioni di luce al dolce microclima,per non parlare poi dell’intrinseca bellezzanaturale. E che dire del fenomeno della nevedi primavera? Quell’improvviso imbiancaredi tutti i colli per la fioritura di mille ciliegi i cuipetali, con un leggero colpo di vento, volanoe si posano ovunque, un effetto di neve,impalpabile e profumato.Lungo il tragitto che conduce ad Asolo siincontrano ancora numerose ville, fra lequali spicca, per magnificenza e meritatafama, Villa di Maser, il capolavoro di AndreaPalladio. Oggi sede operativa del Consorziodi Tutela <strong>dei</strong> Vini del Montello e ColliAsolani.


Cima GrappaSemonzoCassanegoBorso delGrappaPROVINCIA DIVICENZACrespanodel GrappaFiettaS. EulaliaPossagnoPederobbaGranigoCavaso del Tomba Virago VitipanVettorazzi CurognaPadernodel GrappaFonte AltoCaniezzaCastelcuccoPagnanoCastelciesMonfumoCasonettoASOLOCrespignagaCastelliLiedoloSopracastello One'Casella d'AsoloFonteSant'ApollinareSan Zenone degli Ezzelini Villa d'AsoloVillaraspaLauroCosteSan GiovanniBigolinoVidorRiveCarlotOnigo CovoloLevadaGuizzettaPiaveS. Vettore S. UrbanoCornudaCrocetta CianoLa Valle del MontelloMaserPra de RodaCaerano di San MarcoMadonna della SalutePederivaMONTEBELLUNABiadene129


130Continuando verso Asolo, costellano iltragitto altre ville di enorme pregio storicoe stilistico, che nemmeno il paragone con laVilla di Maser riesce a mettere in ombra.Villa Rinaldi, una graziosa costruzioneseicentesca, al centro di una vasta tenutache si sviluppa tra colle e piano. Scalinate ebalaustre conducono a una bella terrazza.Nel 1663 Francesco Rinaldi, attento cultoredell’arte, si propone di farne una dellepiù belle ville del Veneto e dispone unambizioso progetto di ampliamento, nondimenticando di commissionare ai pittori diScuola veneta una serie di affreschi. AndreaCelesti dipinge il salone e le stanze centralicon scene mitologiche.Lasciando la pianura si sale verso Asolo,girando al bivio di Casella, percorrendo un“foresto” (così si chiamano le strade che siinerpicano fino ad Asolo) orlato di cipressie boschi, lungo il quale una serie di scorci epanorami lascia il visitatore senza parole.Dopo una visita alla città di Asolo, sarebbeconsigliabile prendere la strada checonduce a Castelli.E’ questa una deviazione che davveroraccomandiamo.Il paesaggio <strong>dei</strong> colli retrostanti Asolo, purtrattandosi di un’area di limitata estensione,rappresenta la quintessenza di tutte quellequalità e peculiarità che, da molte pagine,andiamo decantando in questa guida.Superata Asolo, si raggiunge Pagnano.Qui merita una visita il bellissimo magliodel XV secolo, utilizzato fino al 1979 per lalavorazione del metallo.La data di costruzione, 1468, è incisa sullapietra. Il complesso architettonico è voltoa sud e consiste in tre distinti corpi, così daformare una corte fatta a “U”.A ridosso del canale c’è l’officina, con dueruote a pale e un raro esempio di tromba


eolica di concezione leonardesca.Fra i luoghi da visitare consigliamoMonfumo, che se ne sta abbarbicataintorno alla sua candida chiesa parrocchiale.Qui, anticamente, c’era il Castello <strong>dei</strong>Maltraversi, di cui restano poche pietre.I colli hanno profili dolci e sono in granparte ricoperti da prati e boschi. Sono icipressi a rendere ancor più suggestivo ilpanorama. Lungo i pendii meglio espostisi trovano i vigneti coltivati su piccoliciglioni o a tagliapoggio, mentre i casalirurali sulle sommità conservano le tipologiedel passato. I punti panoramici intornoa Monfumo sono numerosissimi, versoCastelli è frequente incontrare ancora oggi ipagliai a forma di cupola.Dopo questa full immersion nella natura, siripercorre la strada a ritroso per immettersinuovamente nel percorso principale.La direzione da prendere ora è Fonte Alto,la parte più elevata dal territorio comunale.Paesaggio di straordinaria suggestione:il Massiccio del Grappa a Nord e lecolline a Sud. A Fonte Alto una sosta saràd’obbligo per visitare la chiesa e la “Casa<strong>dei</strong> Mestieri”. Superata Fonte si entra nelcomprensorio di San Zenone degli Ezzelini.Qui, dal Santuario della Madonna Rossa,su una collina di 220 metri, luogo dove unavolta si ergeva il Castello degli Ezzelini, losguardo è libero di spaziare verso il Grappae giù fino a Bassano.Il panorama a 360˚ ha sicuramente ispiratomolti artisti veneti, quali Noé Bordignon eWolf Ferrari.Continuando a vagare con lo sguardonon si può non pensare alle tristi vicendemedievali, quando infinite e truci lotte trafeudatari, divenuti guerrieri senza pietà,facevano scorrere fiumi di sangue perl’ottenimento di qualche pezzo di terra.131


132Impossibile non ricordare la storia diquesta regione, disseminata di castelli,ruderi, rovine di torrioni, siti fortificati chearrivano fino alle rive del Piave! Infatti, dal Xsecolo d.C. l’Europa cristiana vede sorgereinnumerevoli castelli e fortificazioni, intornoai quali si organizza un nuovo assetto delterritorio. In tutta l’Italia settentrionalee in quello che oggi è il nostro Venetola fortuna di questo nuovo sistema dipopolamento è dovuto in sostanza a duemotivi: primo il diffuso bisogno di sicurezzacausato, non solo dalle incursioni degliUngheri, in seconda analisi, la situazionedi instabilità politica e quindi dal desideriodi attrarre i cittadini attorno al castello.Sulle colline trevigiane sono numerose letestimonianze, ora sotto forma di rovina,di questi insediamenti. Sicuramente iruderi architettonici più significativi sitrovano a San Zenone, Fonte, Rovèr, Asolo,Castelcucco, Castelciès, Cavaso, Onigo,Maser, Monfumo, Cornuda, Pederobba,Crespignaga e Castelli. Va ricordato inoltreche la fortezza ezzeliniana di San Zenone(metà del XIII secolo), rappresenta l’esempiopiù ardito di tale sistema architettonico. Letecniche innovative, messe in atto grazieai contatti fra le maestranze venete diEzzelino III e gli architetti arrivati dall’Italiameridionale, inviati dall’Imperatore FedericoII, hanno fatto sì che la residenza degliEzzelini si distinguesse al di sopra delle altre,anche se oggi i pochi resti ci lasciano solointuire la magnificenza di questa costruzione.La strada si dirige ora verso Paderno delGrappa, tocca Possagno, da qui ridiscendea destra verso Castelli, Onigo, San Vettoree rientra a Cornuda, dove meritano unavisita il Santuario della Madonna dellaRocca, edificio risalente al XVI-XVII secolo,e l’Oratorio di San Rocco, lungo la stradadel vino, che porta a Maser. E’ la Val Cavasiaquella al centro della quale si trova Possagno.Una grande distesa di prati tra i contraffortimeridionali del Monte Grappa a Nord e unasuccessione di colline che arrivano fino allariva occidentale del Piave, a sud.


Basta dire Possagno e a tutti viene in menteCanova. La sua casa natale è lì, nel cuoredella cittadina. Lì è dove il meravigliososcultore fece ritorno per passareindisturbato gli ultimi anni della sua vita.Una visita è d’obbligo alla Gypsoteca, checonserva bozzetti, calchi e modelli originaliin gesso, e al Tempio Canoviano che si trovanon lontano dalla casa natia dell’artista.VILLA DI MASER. TRE NOMICHE DANNO VITA A UNCAPOLAVORO. PALLADIO,VERONESE E VITTORIALa sapienza architettonica di AndreaPalladio, il virtuosismo illusionistico di PaoloVeronese e l’arte scultorea di AlessandroVittoria hanno fatto della Villa di Maser uno<strong>dei</strong> vertici assoluti dell’arte di tutti i tempi.Costruita nel 1560 per i fratelli umanistiDaniele, patriarca di Aquileia, eMarcantonio Barbaro, ambasciatore dellaRepubblica di Venezia, doveva rievocare ilmodello della villa classica. Non unicamentedimora di campagna, ma soprattutto illuogo dove i fratelli, lontano dalla vitaveneziana, potevano esercitare i loroimmensi interessi umanistici.Addossata ai Colli Asolani, la costruzioneè leggermente sopraelevata e spicca inmezzo al verde del grande parco che lacirconda.Ritornando ai tre maestri che hannocontribuito a renderla quello che è, cipiace rievocare le parole del grande storicodell’arte Federico Zeri, che spesso diceva“non c’è nulla secondo me, di più classicoche il connubio tra la scultura del Vittoria,l’architettura del Palladio e la pittura diPaolo Veronese”.Per quanto riguarda Palladio, certo si puòdire che ha applicato in toto il suo notoprincipio secondo cui, “la bellezza risulteràdalla corrispondenza del tutto con le parti,delle parti tra loro, e di quelle al tutto”.La composizione architettonica è imperniataattorno al corpo centrale, che ospita lestanze del soggiorno, ispirato al fronte di133


134un tempio greco; ai lati si snodano le duebarchesse arretrate e più basse rispetto alcorpo centrale, costituite da un porticatoa otto arcate. Infine alle estremità si alzanodue ampie volute che nascondono lecolombare.Le sculture, realizzate da AlessandroVittoria, adornano il giardino, una voltaassai ricco di aiuole, oggi semplice elineare. L’opera del Vittoria culmina oltrela strada con le due esedre semicircolari,di cui una più grande, con la magnificafontana di Nettuno. In questa specie digiardino segreto è racchiusa tutta l’artedel Vittoria che vi ha dedicato una curaparticolare, forse anche per far contentoMarcantonio Barbaro, scultore dilettante.E, per finire, la decorazione a frescodel corpo centrale messa a punto dallageniale intuizione di Paolo Veronese.L’artista porta i modelli decorativicinquecenteschi ad un risultato sommo.Con la magistrale tecnica dell’affresco, ilpittore crea continue illusioni prospettichedando vita a scorci e panorami.Spalanca soffitti, apre finestre, creabalconate.L’ambiente si popola di di<strong>vini</strong>tà olimpichee figure allegoriche che si mescolano,grazie alla sapiente tecnica del trompel’oeil,ai ritratti <strong>dei</strong> padroni di casa, deglianimali e degli oggetti. Che aggiungereancora? Nulla. Meglio guardare insilenzio.ASOLO. ASOLANDO.UN POETA:ROBERT BROWNING“How many a year, my Asolo, Since– one step just from sea to land –I found you, loved yet feared you so, fornatural objects seemed to stand palpablyfire-clothed! No”…(Quanti anni, Asolo mia, da quando -un passo appena dal mare alla terra – ti scoprii,tanto ti amai e anche ti temetti, poiché gli elementinaturali parvero presentarsi tangibilmente rivestitidi fuoco! No.) Robert BrowningVolendo, Asolo la si gira in mezza giornata,ma si avrebbe voglia di passarci una vita,soggiogati dalla stessa malia che colpì nonpochi personaggi famosi. Uno fra questi, ilpoeta inglese Robert Browning, il primo adusare la parola asolando.In realtà questo è il titolo del sua ultimovolume in versi, che fu pubblicato a


Venezia nel 1889. Maestro del monologodrammatico e dell’introspezione psicologica,egli ha anticipato alcuni motivi della poeticanovecentesca.Asolo è una gemma preziosa incastonata fraluoghi incantati. Sul colle c’è la Rocca, unafortificazione a forma di poligono irregolarecon una unica entrata, costruita conmuraglie di sassi alte quindici metri e spessequattro, risalente all’XI secolo e edificataintorno a quello che doveva essere l’anticoinsediamento. Subito sotto la fortificazionesi dispone, sul dorso e sui fianchi del rilievo,quella che viene chiamata “la città daicento orizzonti”. E’ banale dirlo, eppuresi continua a ripeterlo: la città è romanticacome poche al mondo, raffinata ed elegante,è il luogo dove l’arte, la storia, la natura sisono fuse in un disegno armonico. Sempreil nostro Browning in una lettera scriveva”…Questo luogo mi riempie d’ammirazione…L’immenso incanto del paese circostanteè indescrivibile, e non ne vidi mai altrod’eguale”. Qui egli visse le più belle giornatecon la poetessa Elisabeth Barret che divennepoi sua moglie.Asolando di qua e di là è consigliabile unavisita al Duomo che custodisce alcunesplendide tele, in particolare l’Assuntadi Lorenzo Lotto e una seconda Assuntadi Jacopo da Ponte detto il Bassano.Una curiosità da non perdere, la CasaLongobarda, chiamata così dall’iscrizioneche attesta l’origine lombarda dell’autoreproprietario. La bizzarra residenza, operadello scultore/artista Francesco Graziolo, ècostruita in pietra tufacea ed è sovraccaricadi motivi simbolici, misteriosi e inquietanti.CATERINA CORNARO,ELEONORA DUSE,FREYA STARK. LE TRE DAMECHE AMARONO ASOLOCaterina Cornaro nasce a Venezia nel 1454da Marco Corner, pronipote del Doge e daFiorenza Crispo, duchessa dell’Arcipelago.A quattordici anni viene data in sposa aGiacomo Lusignano, re di Cipro, che avevausurpato il trono a Carlotta di Lusignano,legittima erede. Dopo il matrimoniocelebrato per procura, viene accompagnataal Lido con il Bucintoro da dove si imbarcasulle galee della Serenissima, alla volta diCipro. E qui si apre una delle pagine piùmisteriose della Repubblica Veneta: la morte,in circostanze mai chiarite, di Giacomo diLusignano, consente al Senato veneziano,il 21 febbraio 1478, di annettere il regno di135


136Cipro. Sempre il Senato successivamenteprovvederà a spedire in “dorato” esilioCaterina ad Asolo ed ordinerà al fratelloGiorgio Corner di raggiungere il CapitanoGenerale a Cipro e di esercitare tutta lasua influenza per convincere la sorella adabdicare in favore della Serenissima.Il 26 febbraio a Famagosta, dopo unsolenne “Te Deum”, la bandiera <strong>dei</strong>Lusignano viene ammainata e sale ilgonfalone di San Marco. La cerimonia vieneripetuta alla presenza della Regina in tuttele città cipriote, compresa Nicosia.Caterina consegna la corona di Ciproal Doge ed esautorata del suo potereviene rimpatriata a Venezia. Il 18 marzo1489, vestita di nero, la Regina lascia persempre l’isola di Cipro. Venezia le preparaun’accoglienza magnifica, ma il 20 giugnodello stesso anno parte per Asolo.Anche se la sovranità ad Asolo sarà moltolimitata, ella stabilisce la sua corte a PalazzoPretorio, sontuoso castello di originemedievale.Si fa poi costruire una villa ad Altivole, ilBarco in mezzo a un parco, dove l’artegareggia con la natura. Pietro Bembo,umanista, scrittore e buon amico dellaRegina di Cipro, non esagera quandodefinisce questo luogo il Paradiso.Oggi purtroppo della splendida dimorarimane ben poco.Quando Eleonora Duse arrivò ad Asolo,ospite della sua amica Lucia Casale, siinnamorò subito del luogo e desiderò avereuna casa per lei.Acquistò un bel palazzo in via Canova, chea dire il vero abitò ben poco, preferendo


sostare in albergo. Qui ricevette le visitedi Gabriele D’Annunzio e la loro storiad’amore fece il giro del mondo.Dopo 12 anni di riposo la Duse sentì dinuovo il richiamo delle scene. Il ritornoal suo amato pubblico durò però solo treanni, infatti morì nel 1924 a Pittsburg, mavolle essere sepolta ad Asolo, nel cimiterodi Sant’Anna, rivolta per suo preciso volerealla montagna che riteneva sacra, il Grappa.Freya Stark fu portata ad Asolo, bambina,dai suoi genitori. La sua vita non conobbesoste. Nata in Inghilterra nel 1883, crebbefra il paese d’origine, la Francia e l’Italia, inun turbinio di spostamenti, nuove lingue edevoluzioni familiari.Instancabile viaggiatrice e assetatadi conoscenza, investì gran partedelle sue energie e <strong>dei</strong> suoi denarinell’apprendimento dell’Arabo e di altrelingue, che diventarono strumenti dilavoro. Viaggiò in Turchia, Medio Oriente,Grecia. Fu Crocerossina in Carso durantela Prima Guerra Mondiale e nel 1927 partìper l’Oriente, dove fino al 1937 organizzòspedizioni in Libano, Siria, Iraq, Persia eArabia. Allo scoppio della Seconda GuerraMondiale si impegnò nello Yemen e inEgitto, dove fu la promotrice di una rete dipropaganda clandestina la “Fratellanza”.Nel dopoguerra ricominciò a viaggiare, finoa compiere una spedizione in Nepal all’etàdi 88 anni, ripercorrendo il cammino diAlessandro il Grande. La sua vita si lega allepersonalità del suo tempo, da Churchill, allaRegina Madre, fino a Lawrence d’Arabia.Anche il Foreingn Office le affidò importantimissioni.137


138Asolo fu sempre il suo “buen retiro”, illuogo dove amava ritornare e dove morìall’età di 100 anni. Riposa al cimitero diSant’Anna, a pochi passi dalla tomba dellaDuse.GLI EZZELINI A SAN ZENONEVicino a San Zenone, su di un colle, sistaglia, solitaria, una torre. A discapito dellabellezza paesaggistica, questo luogo futeatro di vicende tristi e cruente che vale lapena di ricordare.La piccola torre è ciò che rimane di uno<strong>dei</strong> castelli della potente famiglia degliEzzelini. Ed è proprio qui che ebbero illoro epilogo le vicende di Ezzelino III e disuo fratello Alberico.Gli Ezzelini erano distirpe germanica e, al seguito di Corradoil Salico, erano arrivati in Italia nell’XIsecolo. Il più famoso resta Ezzelino III, tantovaloroso ed audace quanto spietato, conpretese di dominio assoluto, tant’è cheverso la metà del Duecento decise di faredell’Italia settentrionale un grande regnounito di Comuni e Signorie. Ben presto siimpadronisce di Treviso, Padova, Vicenza,Verona, cinge d’assedio Mantova e occupaBrescia. Si prepara poi a sferrare il grandeattacco al Milanese. Si tratta del “grandeassalto” di cui parla Dante nel IX canto delParadiso. Ad ogni buon conto viene fermatoe sconfitto dai Guelfi a Cassano d’Adda.Fatto prigioniero è ferito e muore, secondoquanto viene tramandato, per essersistrappato le bende, che coprivano le ferite,in un impeto d’ira.Nelle leggende che narrano la sua storia, diappellativi gliene sono stati affibbiati molti:Tizzon d’Inferno, il Diavolo Nero, il Crudele.La via dell’odio è ormai segnata ed un altrocomponente della famiglia subisce a suavolta una sorte infausta. E’ Alberico, fratellodi Ezzelino III, che viene tradito e assediatonel Castello di San Zenone.E dopo aver assistito allo strazio della mortedi sua moglie e <strong>dei</strong> figli, è squartato, portatoa Treviso e bruciato in Piazza Maggiore.La sorella Cunizza, invece, si sposa tre volte


e colleziona vari amanti. Infatuata dellapoesia, si innamora di Sordello da Goitodal quale si fa rapire, ma lui le preferisceun’altra dama. Cunizza ebbe però l’onoredi essere messa nel terzo cielo del Paradisotra gli spiriti amanti, forse anche per lenumerose opere di penitenza che compìalla fine della sua vita, riscattando lareputazione di tutta una famiglia che si eramacchiata di sangue.CANOVA E POSSAGNOCertamente una delle soste d’obbligo èPossagno, la patria dell’insigne scultoreAntonio Canova, dove è possibile visitarnela casa natia, la Gypsoteca che, annessaalla casa, raduna il materiale provenientedallo studio romano dell’artista. Quello cheforse stupisce maggiormente il visitatoreè il Tempio, non foss’altro perché èdavvero strano trovarsi al cospetto di unacostruzione classica che, invece di essere inMagna Grecia o comunque verso il Sud delMediterraneo, si proietta nel vasto spazio diuna immensa valle del Nord Italia.L’edificio, che fonde i due archetipidell’architettura classica greco-romana,il pronao dorico del Partenone e il corpocircolare a cupola del Pantheon, era statoideato dallo stesso Antonio Canova comenuova chiesa del paese, nel 1819. Fu luistesso a sostenerne tutte le spese, mentregli abitanti, secondo un’antica tradizioneveneta, offrivano la loro manodoperagratuitamente nei giorni festivi eprocuravano i materiali.Il Tempio fu terminato nel 1830, dopo lamorte dello scultore e infatti egli ebbesolo modo di iniziare la grande opera didecorazione scultorea interna, che si eraripromesso di fare.IL CLIMA PERFETTO PER I FIORIIl clima dell’Asolano è mite e sanissimo;l’aria è di carattere alpino, ma senza quellarigidezza propria delle montagne, qui è solofine e pulita. A febbraio l’inverno è già finitoe i Mandorli iniziano a fiorire.139


140Le pendici del Grappa e il Montello sono dasempre celebrati dai botanici per la grandevarietà e la rarità di alcune specie di fiori.Sempre da Saccardo apprendiamo chenelle zona esistevano “oltre 150 piantequasi tutte alpine”. Nel suo trattato (Floradel Trivigiano – Flora del Montello), sicitano, fra le altre, la Peonia peregrina, laMyrris odorata, il Leonthopodium alpinum(Edelweiss), la Nigritella, il Rhododendrume così via.I colli Asolani rispecchiano la flora delGrappa: i pendii soleggiati e le umidevallette sono zone adatte alla vegetazionedi svariatissime specie di fiori. In primavera,i primi a spuntare sono le Mammoleprofumate, gli Ellebori e le Genziane;seguono dopo pochi giorni gli Anemoni e ilLeucoium vernum, una candida campanuladall’intensa fragranza amarognola. Fra lerocce e le erbe ancora secche occhieggianofiorellini di varie tonalità. A marzo la fiorituraè al culmine e nei punti più esposti inizianoa fare capolino le Pratoline, i Narcisi sono inboccio, Mandorli e Biancospini si ricopronodella prime infiorescenze.


AREA DOC “MONTELLO E COLLIASOLANI”La zona di produzione DOC “Montelloe Colli Asolani” si sviluppa a Nord dellacittà di Treviso, nella prima fascia collinarepedemontana. La parte che riguarda ilMontello inizia a Nervesa della Battagliae va fino a San Zenone degli Ezzelini, aNord invece, nel comprensorio asolano,comprende le fasce collinari e la pianura diconnessione fra queste, dalle pendici delGrappa alla città di Asolo.I terreni di queste colline, al limitesettentrionale della pianura padana,tra Piave e Monte Grappa, sembranorincorrersi e accavallarsi nel sinuoso elento movimento di un’onda verde. Il climaè mite e temperato, senza sbalzi eccessivitra una stagione e l’altra e quindi, sottol’aspetto climatologico, la zona rivelacondizioni favorevoli alla coltura della vite.La tradizione viti<strong>vini</strong>cola dell’area inanalisi affonda le sue radici nei tempidella Serenissima Repubblica di Venezia,che conosceva bene e preferiva i <strong>vini</strong>provenienti dalla Marca Trevigiana.A quell’epoca, nelle grandi proprietàterriere, sorgevano le famose ville venete eil vigneto ricopriva un ruolo fondamentaleper l’attività <strong>dei</strong> proprietari terrieri. Già nel1400 vi sono ambienti strutturati a cantinaall’interno delle barchesse.Anche in queste zone è presente lavocazione alla produzione di uve diProsecco, che si differenzia, graziealla diversa conformazione geologica<strong>dei</strong> terreni, da quello di Conegliano eValdobbiadene, per un leggero, mainconfondibile retrogusto mandorlato.La denominazione “Montello e ColliAsolani” è riservata ai <strong>vini</strong> ottenuti da uvei cui vigneti corrispondono per l’85% avitigni di: Prosecco, Chardonnay, Pinot141


142Bianco, Pinot Grigio, Merlot, CabernetFranc e Cabernet Sauvignon.Da alcuni anni si affiancano due varietàautoctone, la Bianchetta, il Carmenere.La zona produce <strong>vini</strong> rossi di stoffa comeil Cabernet, nobile vino reso ancorapiù importante dall’invecchiamento; disapore intenso, è molto gradevole, segiovane è invece lievemente erbaceo. Vaservito a temperatura di 18˚ ed è adattoper accompagnare piatti di una certaimportanza.Il Merlot è un buon vino giovane, intensoe caratteristico, diventa un gran vino seinvecchiato.Il Prosecco, che viene commercializzatoin 2 versioni, tranquillo e spumante, ècaratterizzato dall’aroma fruttato ed èadatto a qualsiasi occasione.Ultimi arrivati sono il Pinot e loChardonnay, <strong>vini</strong> di ottima qualitàsoprattutto se in versione tranquilla.Il Consorzio. Buone notizie e progettiDal 1994 il Consorzio si è prefissato ilcompito di aprirsi alla realtà produttivalocale, diventando un interlocutore valido,punto di riferimento per varie iniziativeche mirano a valorizzare la tipicità <strong>dei</strong> <strong>vini</strong>e tutelano la denominazione di originecontrollata e infine ne promuovonol’immagine. Un consistente numerodi nuove adesioni di produttori sta asottolineare la crescente attenzione e lasempre maggior consapevolezza versoi compiti di tutela, di promozione e divalorizzazione della viti<strong>vini</strong>coltura. Oggi leaziende socie del Consorzio, di piccole egrandi dimensioni, di produzione direttaed industriali, rappresentano il 50%dell’intera produzione a denominazione.Nell’area del Montello e <strong>dei</strong> Colli Asolani,assistiamo in questi ultimi anni a unaprogressiva evoluzione della viticolturache ora sta vivendo un momento felice


di crescita costante. Negli ultimi tre anniinfatti, ha visto aumentare la superficieinscritta dai 272 ha del 2000, ai 473 ha del2003.Il rosso del Generale De GaulleNel 1967 il Generale De Gaulle sitrovava ad una cena dove i <strong>vini</strong> non losoddisfacevano per nulla. Ad un certopunto arrivò in tavola un nuovo rosso esi narra che il Generale se ne uscì conquesta battuta:”Questo si è uno <strong>dei</strong>nostri”. In realtà il vino non era francese,ma aveva solamente un taglio bordolese,fatto con uve venete. Il vino prese il nomedi “Capo di Stato” e il produttore era ilConte Loredan Gasparini, discendentedel Doge Leonardo Loredan, proprietariodi una Villa alle pendici del Montello.Il “Colli Trevigiani Capo di Stato” nascedallo storico vigneto denominato “Le100 piante”, dove crescono filari vecchidi mezzo secolo. Le uve di CabernetSauvignon (65%), Cabernet Franc (20%),Merlot (10%) e Malbech (5%) vengonofermentate per una ventina di giorni primadi essere affinate per almeno 24 mesi inbotti di rovere francese e poi in bottigliaper un anno. Di questo vino colpisconoil colore rosso rubino, i profumi erbacei espeziati e l’equilibrio tra acidità e tannicità.Il gusto è morbido e possente allo stessotempo.143


144LECANTINEAz. Agr. Agnoletti Idavia Saccardo, 55Selva del Montello - Volpago del MontelloTel. e fax +39 0423 620947agnoletti.<strong>vini</strong>@gmail.comwww.agnoletti.itAz. Agr. Amistani Guarda Venegazzù s.r.l.via Piave, 27Crocetta del MontelloTel. 0423 9707 - fax 0423 869355mionetto@mionetto.itAz. Agr. Barchessa Loredan GaspariniVia Frà Giocondo, 57Selva del MontelloTel. e fax +39 0423 620244info@barchessaloredan.itwww.barchessaloredan.itAz. Agr. Basei s.n.c.via General Vaccari, 11Venegazzù, Volpago del MontelloTel. e fax +39 0423 22127info@agriturismobasei.itAz. Agr. Bele Casel - Ferraro Lucavia Moresca, 136/C - Caerano S. MarcoTel. +39 0423 859795 - fax +39 0423 650909info@belecasel.it - www.belecasel.itAz. Agr. Biondo Jeo di De Lucchi MariniAnnalisavia Biss, 1 - Castelli - MonfumoTel. e fax +39 0423 560204biondojeo@alice.itAz. Agr. Bolzonello Luigivia Franzoia, 22 - CornudaTel. +39 0423 639362 - fax +39 0423 821063villabolzonello@libero.it - www.villabolzonello.comAz. Agr. Cant. Soc. Montelliana e <strong>dei</strong> ColliAsolanivia Caonada, 2/A - MontebellunaTel. +39 0423 22661 – fax +39 0423 22650info@montelliana.it - www.montelliana.itAz. Agr. Case Paolin - Az. Agr. PozzobonEmilio s.s.via Madonna Mercede, 53Volpago del MontelloTel. e fax +39 0423 871433info@casepaolin.it - www.casepaolin.itAz. Agr. Ca’ Rossa - Saporiti Angelovia Bassanese, 290 - Crespignaga -MaserTel. +39 0423 546041 - fax +39 0423 928106savina.saporiti@carossadoc.it - www.carossadoc.itSoc. Agr. Colli Asolani di Bedin Enrico & C. s.s.via Pasubio, 22 - CornudaTel. +39 0423 83317 - fax +39 0423 639411info@colliasolani.it - www.colliasolani.itAz. Agr. Costa Nerinovia Cimitero, 24Biadene - MontebellunaTel. e fax +39 0423 600673<strong>vini</strong>costa@libero.itAz. Agr. Di Serafini Francesco, VidottoAntonello e C. s.s.via Luigi Carrer, 8/12 - Nervesa della BattagliaTel. +39 0422 773281 - fax +39 0422 886707serafinievidotto@serafinievidotto.com


Az. Agr. Dal Bello Antoniovia Belli, 2 - FonteTel. +39 0423 949015 - fax +39 0423 949928info@dalbello<strong>vini</strong>.it - www.dalbello<strong>vini</strong>.itAz. Agr. Furlan Albinovia VIII Armata, 30 c/o Ristorante “La Panoramica”Nervesa della BattagliaTel. +39 0422 885170 - fax +39 0422 885274info@ristorantelapanoramica.comAz. Agr. La Colombera di Corti Michelevia Bassanese, 338 - MaserTel. +39 0341 660229 - fax +39 0341 660243michele.corti@lacolombera.euAz. Agr. Loredan Gasparinivia Martignago Alto, 24Venegazzù - Volpago del MontelloTel. +39 0423 870024 - fax +39 0423 620898info@venegazzu.com - www.venegazzu.comAz. Agr. Montel<strong>vini</strong> s.p.a.via Cal Trevigiana, 51Venegazzù - Volpago del MontelloTel. +39 0423 8777 - fax +39 0423 621303montel<strong>vini</strong>@montel<strong>vini</strong>.it - www.montel<strong>vini</strong>.itAz. Agr. Pat del Colmel - Colmello di FornerLino e Matteo s.s.via Costeselle, 5 - CastelcuccoTel. e fax +39 0423 545292colmello_ss@libero .itAz. Agr. Pellizzon Antoniovia Matteotti, 31 - MaserTel. +39 0423 565757Az. Agr. Pozzobon Comm. Rosaliovia Madonna della Mercede, 58Volpago del MontelloTel. e fax +39 0423 871425info@cantinepozzobon.comwww.cantinepozzobon.comAz. Agr. Rive della Chiesavia Luigi Pastro, 166Selva del Montello - Volpago del MontelloTel. +39 0423 870200 - fax +39 0423 879786info@rivedellachiesa.comwww.rivedellachiesa.comAz. Agr. Sartor Emilio di Sartor Carlo e Paolovia Montegrappa, 9Venegazzù - Volpago del MontelloTel. +39 0423 620567 - fax +39 0423 879534<strong>vini</strong>sartor@gmail.com - www.<strong>vini</strong>sartor.itAz. Agr. Vettorel Nicolavia Solstizio, 20 - Giavera del MontelloTel. +39 0422 776045 - fax +39 0422 883849info@vettorel.it - www.vettorel.itAz. Agr. Villa di Maservia Cornuda, 1 - MaserTel. +39 0423 923003 - fax +39 0423 923002wine@villadimaser.itwww.villadimaser.itAz. Agr. Villa Sandivia Erizzo, 112Crocetta del MontelloTel. +39 0423 665009 / 665033 - fax +39 0423 860924info@villasandi.it - www.villasandi.itAz. Vinicola Asolana Sas di Cirotto G e C.via Bassanese, 51 - AsoloTel. +39 0423 952396 - fax +39 0423 55602info@cirotto<strong>vini</strong>.com - www.cirotto<strong>vini</strong>.com145


<strong>Strada</strong> del vino del Montelloe Colli AsolaniVia Cornuda, 1- MaserTel +39 0423 923003Fax +39 0423 923002www@stradamontellocolliasolani.itinfo@stradamontellocolliasolani.itBIBLIOGRAFIAAA.VV., Atlante del paesaggio trevigiano,Ed. Provincia di Treviso, 2000AA.VV., Marca Nobilissima, Ed. GraficheVianello Srl, Ponzano/Treviso, 2004AA.VV., I piaceri della Marca gioiosa, AcelumEd., Asolo 1988U. Bernardi, La festa delle vigne, SantiQuaranta Ed., Treviso, 2003V. Boatto e altri, Studio delle tradizioni localieno-gastronomiche correlate al territorio eridefinimento del tracciato della <strong>Strada</strong> <strong>dei</strong> <strong>vini</strong>del Montello e Colli AsolaniDipt T.E.S.A.F. Università di Padova2003-2004L. Comacchio, Storia di Asolo, AsoloMCMLXXXV, Treviso, 1984V. L. Paladini, Asolo ed il suo territorio dalGrappa al Montello, Atesa Editrice, Bologna1978G. Rorato, La pedemontana trevigiana, DarioDe Bastioni Ed., Vittorio Veneto 2004L. Simeoni, Fiabe e leggende del Montello,Santi Quaranta, Treviso 2003-2004T. Tempesta, Paesaggio agrario del Veneto,Suppl.n.5 “Veneto agricoltura”, 1989G. Rossi-Osmida, Vivere il Montello, Edizionidella Galleria, Treviso, 1984146Z. Bocci, I <strong>vini</strong> veneti a denominazione diorigine controllata, Espro Editore, Verona,1980


UFFICIDI INFORMAZIONEE ACCOGLIENZATURISTICAPROVINCIA DI TREVISOI.A.T. TREVISOPiazza Monte di Pietà, 8Tel. 0422.547632 - Fax 0422.419092e-mail: iattreviso@provincia.treviso.itI.A.T. TREVISO AEROPORTOVia Noalese, 63Tel. e fax 0422.263282e-mail: iataeroporto@provincia.treviso.itI.A.T. ASOLOPiazza Garibaldi, 73Tel. 0423.529046 - Fax 0423.524137e-mail: iatasolo@provincia.treviso.itI.A.T. CASTELFRANCO VENETOVia F. M. Preti, 66Tel. 0423.491416 - Fax 0423.771085e-mail: iatcastelfrancoveneto@provincia.treviso.itI.A.T. CONEGLIANOVia XX Settembre, 61Tel. 0438.21230 - Fax 0438.428777e-mail: iatconegliano@provincia.treviso.itI.A.T. MONTBELLUNAPiazza Aldo Moro, 1Tel. 348.6093050e-mail: iatmontebelluna@provincia.treviso.itI.A.T. ODERZOCalle Opitergium, 5Tel. 0422.815251 - Fax 0422.814081e-mail: iatoderzo@provincia.treviso.itI.A.T. VALDOBBIADENEVia Piva, 53Tel. e fax 0423.976975e-mail: iatvaldobbiadene@provincia.treviso.itI.A.T. VITTORIO VENETOViale della Vittoria, 110Tel. 0438.57243 - Fax 0438.53629e-mail: iatvittorioveneto@provincia.treviso.itPer info:www.provincia.treviso.itwww.turismo.provincia.treviso.itPer prenotazione soggiornoCONSORZIO DI PROMOZIONE TURISTICATel. +39.0422.541052 - Fax +39.0422.591195e-mail: info@marcatreviso.travelsito web: www.marcatreviso.travelAssessorato al TurismoIdeazioneAssessorato al TurismoDirezione AmministrativaUberto Di RemigioSupervisioneElena BisiolPaolo PagnaniApporto tecnico-scientificoTESAF (Dipartimento Territorioe Sistemi Agro-forestalidell’Università di Padova)TestiGiovanna Wurmbrand StuppachOttimizzazione testiConsuelo CeolinCartografiaSistema Informativo Territoriale IntegratoProvincia di TrevisoDistribuzioneUnità Organizzazione TuristicaSegnaleticaFederico NardelottoFotoFrancesco Galifi, Maurizio Sartoretto, Andrea Pellizzer,Lio Attilio Gemignani, Ruggero Piccoli, Az. Agr Cecchetto,OPO Veneto, Paolo Spigariol, Mara Zanato, ArchivioConsorzio Tutela, Prosecco Doc di Conegliano-Valdobbiadene,Archivio Confraternita del Prosecco, Archivio FotograficoStorico Provincia di Treviso, Ufficio TurismoImpaginazioneEurekip.comStampaGrafiche Gifiex di Roncade (TV)Si ringraziano tutti i Comuni, gli enti e le associazioni coinvolti.147


<strong>Strada</strong> del VinoMontello e Colli AsolaniConfraternita del Raboso PiaveSTL N3 Sistema Turistico Locale Marca Trevigiana03/09

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