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Slide relative al Simposio di Platone - Univirtual.it

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Il <strong>Simposio</strong> <strong>di</strong> <strong>Platone</strong><strong>Platone</strong>, <strong>Simposio</strong>, a cura <strong>di</strong> G.Re<strong>al</strong>e, Rusconi, Milano 1997


<strong>Platone</strong>Nasce ad Atene nel 427 a.c. da famiglia aristocratica<strong>di</strong> grande tra<strong>di</strong>zioneIl suo vero nome è Aristocle (<strong>Platone</strong> è un nomignolo)A venti anni <strong>di</strong>venta <strong>al</strong>lievo <strong>di</strong> Socrate. Prima si erade<strong>di</strong>cato ad attiv<strong>it</strong>à poeticheNel 399 Socrate viene condannato a morte. Questoevento segna profondamente il giovane <strong>Platone</strong> e lo<strong>al</strong>lontana d<strong>al</strong>l’attiv<strong>it</strong>à pol<strong>it</strong>ica <strong>di</strong>retta in patria387 fonda una scuola: Accademia347 muore <strong>al</strong>l’età <strong>di</strong> ottant’anni


Presentazione del testo La data <strong>di</strong> composizione del <strong>di</strong><strong>al</strong>ogo non èfacilmente determinabile Si tratta certamente <strong>di</strong> una delle operedella matur<strong>it</strong>à <strong>di</strong> <strong>Platone</strong> Gli interpreti pensano che sia stato scr<strong>it</strong>totra gli anni Ottanta e Settanta del IVsecolo (400 a.c. – 300 a.c.) La data in cui avvengono gli avvenimenti <strong>di</strong>cui si parla è il 416 a.c. (data della v<strong>it</strong>toria<strong>di</strong> Agatone con la sua trage<strong>di</strong>a) Il tema centr<strong>al</strong>e del testo è EROS


Che cos’è un simposio? Sun-posion: etimologicamente laparola significa ‘bere insieme’. Il simposio era una pratica <strong>di</strong>ffusa neicostumi della Grecia classica Terminata la cena si incominciava a berefacendo girare in or<strong>di</strong>ne la coppa delvino, a turno e attraverso un or<strong>di</strong>nepreciso. V<strong>al</strong>ore r<strong>it</strong>u<strong>al</strong>e e sacro del simposio


I simposi erano <strong>di</strong>ffusi non solo nei ceti elevatima anche <strong>al</strong>l’interno delle scuole Si parlava <strong>di</strong> temi importanti: questioni etichee v<strong>al</strong>ori della v<strong>it</strong>a V<strong>al</strong>ore educativo e <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> idee “E non avevamo anche detto che in t<strong>al</strong>icircostanze le anime dei bev<strong>it</strong>ori fondono comeil ferro e perciò si fanno più m<strong>al</strong>leabili er<strong>it</strong>ornano <strong>al</strong>lo stato infantile sì da risultarefacile oggetto <strong>di</strong> educazione nelle mani <strong>di</strong>chi può e sa formarle e plasmarle appuntocome fossero in giovane età?” (<strong>Platone</strong>, Leggi,671 B-C)


I pericoli del simposio Il vino facil<strong>it</strong>a la m<strong>al</strong>leabil<strong>it</strong>à, toglie i freniinib<strong>it</strong>ori e permette <strong>di</strong> iniziare un percorsoeducativo che può essere pos<strong>it</strong>ivo e negativo Nei simposi spesso si utilizzava la musica(suonatrici <strong>di</strong> flauto) <strong>Platone</strong> cr<strong>it</strong>ica questo utilizzo della musicaperché impe<strong>di</strong>sce i <strong>di</strong>scorsi person<strong>al</strong>i: “essendoincapaci <strong>di</strong> trarre da se stessi la materia <strong>di</strong>conversazione per il simposio ed esprimerlacon voce e <strong>di</strong>scorsi propri, per mancanza <strong>di</strong>formazione spir<strong>it</strong>u<strong>al</strong>e, fanno rincarare lesuonatrici <strong>di</strong> flauto”. (<strong>Platone</strong>, Protagora, 347C-D).


La struttura del <strong>Simposio</strong> Il <strong>Simposio</strong> non è un <strong>di</strong><strong>al</strong>ogo platonico insenso stretto. Sono presenti molti personaggi (maschere) cherappresentano <strong>di</strong>verse posizioni della tra<strong>di</strong>zionesul tema del testo: EROS I <strong>di</strong>scorsi si succedono in or<strong>di</strong>ne senza ilclassico botta e risposta. (parte <strong>di</strong>struttivaironica e parte costruttiva maieutica) Fa eccezione solo il <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> Socrate cheripropone la struttura classica del <strong>di</strong><strong>al</strong>ogoplatonico


I personaggi I personaggi non sono solo singoli in<strong>di</strong>vidui marappresentano correnti <strong>di</strong> pensiero dell’epoca <strong>di</strong>Socrate-<strong>Platone</strong> Apollodoro: apre il <strong>di</strong><strong>al</strong>ogo, è un <strong>al</strong>lievo <strong>di</strong>Socrate che fa domande sul simposio Aristodemo: si reca <strong>al</strong> simposio con Socrate enarra l’avvenimento Fedro: pronuncia il primo <strong>di</strong>scorso su EROS.Ama i <strong>di</strong>scorsi, ma è più abile a sollec<strong>it</strong>are gli<strong>al</strong>tri a parlare che a parlare lui stesso


Pausania: è un retore-pol<strong>it</strong>ico molto esperto.Esprime le concezioni comuni sul tema <strong>di</strong>amore che <strong>Platone</strong> vuole superare Erissimaco: me<strong>di</strong>co pronuncia un <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong>carattere natur<strong>al</strong>istico su EROS Aristofane: comme<strong>di</strong>ografo celebre che nelsuo <strong>di</strong>scorso espone il m<strong>it</strong>o sulle due metàdell’uomo Agatone: poeta tragico che osp<strong>it</strong>a il simposioed è il vinc<strong>it</strong>ore del premio nel 416 a.c. Alcibiade: celebre uomo pol<strong>it</strong>ico ateniese chefarà un <strong>di</strong>scorso-elogio a Socrate.


Socrate: protagonista del testo, pronuncia il<strong>di</strong>scorso che esprime la posizione <strong>di</strong> <strong>Platone</strong> suEros Diotima: creazione drammaturgica <strong>di</strong> <strong>Platone</strong>che Socrate utilizza come interlocutrice per ilsuo <strong>di</strong><strong>al</strong>ogo. È sacerdotessa e indovina.


Le scene e i luoghi del testo La scena inizi<strong>al</strong>e: evidenzia una narrazionein<strong>di</strong>retta. Apollodoro narra della riunionesenza essere stato presente. Aristodemo che èstato presente ha narrato ad Apollodoro. Narrazione in<strong>di</strong>retta:“Ebbene, quei <strong>di</strong>scorsi furono <strong>al</strong>l’incirca questi[…] O meglio, cercherò anch’io <strong>di</strong> raccontarli avoi da principio, come lui me li ha raccontati”(<strong>Platone</strong>, <strong>Simposio</strong>, p. 43 – 174 A)


Il simposio: la scena del simposio sisvolge a casa si Agatone per festeggiare lasua v<strong>it</strong>toria per la rappresentazione dellasua trage<strong>di</strong>a Socrate è tra gli inv<strong>it</strong>ati, ma arriva a metàdella cena perché rimane a me<strong>di</strong>tare <strong>al</strong>ungo fuori d<strong>al</strong>l’ab<strong>it</strong>azione Dopo la cena Erissimaco propone il temadel simposio: un elogio del <strong>di</strong>o EROS (ma ilvero ideatore del tema è Fedro checomincia a parlare)


Conclusione: irrompe Alcibiade ubriacodopo il <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> Socrate Alcibiade pronuncia un <strong>di</strong>scorso su Socratee non su EROS Alcibiade rappresenta l’amante innamoratoe rifiutato da Socrate. Il testo si conclude con la fine della festa.Solo Socrate, Aristofane e Agatonerimangono svegli e continuano a parlarefino <strong>al</strong> mattino


Il <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> Fedro Eros è un <strong>di</strong>o antichissimo perché non hagen<strong>it</strong>ori Eros ispira gli uomini ad azioni coraggioseed eroiche:“Solo gli amanti accettano <strong>di</strong> morire per gli<strong>al</strong>tri; non solo gli uomini, ma anche ledonne. […] In questo modo anche gli deionorano l’impegno e la virtù a serviziodell’amore”. (Ivi, p. 57 – 179 D)


Il <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> PausaniaCr<strong>it</strong>ica a Fedro perché Eros non è un Dio con un’unicanatura.Esiste un Eros volgare che spinge <strong>al</strong>l’amore solo delcorpo e esiste un Eros celeste che spinge a elevarel’amore verso l’anima“Non si tratta <strong>di</strong> cosa semplice e, come si è detto<strong>al</strong>l’inizio, in sé e per sé non è né bella né brutta,ma è bella se è fatta in maniera bella e brutta se èfatta in maniera brutta. Ed è fatta in maniera brutta,se si concedono ad un uomo m<strong>al</strong>vagio e in modom<strong>al</strong>vagio, invece è fatta in maniera bella, se siconcedono i propri favori ad un uomo nobile e inmodo bello. E m<strong>al</strong>vagio è quell’amante che èvolgare e che ama il corpo più dell’anima”. (Ivi,p, 67 – 182 E)


Il contesto specifico <strong>di</strong> cui sta parlando Pausania èl’amore per i ragazzi (amore omosessu<strong>al</strong>e). Egliconfronta le norme che su questo argomento sonopresenti in vari luoghi (Sparta – Beozia – Ionia)Il <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> Pausania rappresenta il buon sensocomune e un pensiero molto <strong>di</strong>ffuso nella Grecia deltempo. Pensiero che <strong>Platone</strong> vuole cr<strong>it</strong>icare“Da noi, infatti questa è la norma: se uno vuol servirel’<strong>al</strong>tro, convinto che ad opera <strong>di</strong> quello <strong>di</strong>venteràmigliore o per sapienza o per qu<strong>al</strong>che <strong>al</strong>tra parte dellavirtù, questa serv<strong>it</strong>ù volontaria non è da considerarsibrutta e nemmeno atto <strong>di</strong> adulazione” (Ivi, p. 69 –184 D).


Il <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> Erissimaco Erissimaco cr<strong>it</strong>ica il <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> Pausania perchési lim<strong>it</strong>a a prendere in considerazione l’uomo. Il suo <strong>di</strong>scorso esprime il punto <strong>di</strong> vistame<strong>di</strong>co-natur<strong>al</strong>istico sull’uomo La me<strong>di</strong>cina (riferimento <strong>al</strong>la teoria degliumori) come la musica hanno il comp<strong>it</strong>o <strong>di</strong>infondere nei corpi l’amore e la concor<strong>di</strong>a:capac<strong>it</strong>à <strong>di</strong> sintetizzare armonicamente lecomponenti in <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>a


Eros è una potenza univers<strong>al</strong>e“Eros ha una potenza così vasta e grande, e anzi, unapotenza univers<strong>al</strong>e. Ma l’amore che tende <strong>al</strong>le cosebuone e si accompagna a temperanza e a giustizia, siapresso <strong>di</strong> noi sia presso gli dei, ha la potenza più grandee ci procura ogni felic<strong>it</strong>à, rendendoci capaci <strong>di</strong> stare gliuni con gli <strong>al</strong>tri, e facendoci essere amici con gli esseriche sono <strong>al</strong> <strong>di</strong> sopra <strong>di</strong> noi, cioè con gli dei”. (Ivi, p. 81 –187 E)L’amore degli uomini non è <strong>al</strong>tro che un riflesso (a livelloantropologico) della struttura ontologica <strong>di</strong> tutta lare<strong>al</strong>tà.


Il <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> Aristofane Aristofane inizia a parlare dopo chegli è passato il singhiozzo. Avrebbedovuto parlare prima <strong>di</strong> Erissimaco. Aristofane incomincia, per spiegare lanatura <strong>di</strong> Eros, cerca <strong>di</strong> an<strong>al</strong>izzare lanatura dell’uomo. Il suo <strong>di</strong>scorso ripropone la tecnicadella comme<strong>di</strong>a classica perraffinatezza ed eleganza.


L’origine dell’uomoI generi umani erano tre: maschio, femmina eandrogino. La figura dell’uomo era tonda (con 4 manigambee due volti)La presunzione dell’uomo lo porta ad attaccare gli dei. Lapunizione <strong>di</strong> Zeus consiste nella <strong>di</strong>visione in duedell’uomoGli uomini si trovano così separati a ricercare la lorometà perduta.“Ciascuna metà, desiderando fortemente l’<strong>al</strong>tra metà cheera sua, tendeva a raggiungerla. E gettandosi attornole braccia e stringendosi forte l’una <strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tra, desiderandofortemente <strong>di</strong> fondersi insieme, morivano <strong>di</strong> fame e <strong>di</strong>inattiv<strong>it</strong>à, perché ciascuna delle parti non voleva farenulla separata d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tra” (Ivi, p. 89 – 191 B)


Zeus preso da compassione trasportò gli organi sessu<strong>al</strong>isul davanti e fece in modo che la generazione avvenissetra il maschio e la femmina. (prima ‘generavano non giàfra loro, ma in terra come fanno le cic<strong>al</strong>e’)L’uomo quin<strong>di</strong> cerca attraverso l’amore <strong>di</strong> tornare <strong>al</strong>lasua antica natura e <strong>di</strong> fare del due l’uno“E la ragione <strong>di</strong> ciò sta nel fatto che questa era la nostraantica natura, e che noi eravamo tutti interi. Perciò <strong>al</strong>desiderio e <strong>al</strong>l’aspirazione dell’intero si riferisce ilnome <strong>di</strong> Eros. Prima come <strong>di</strong>cevo eravamo uno; orainvece, per colpa nostra, siamo stati separati <strong>di</strong> <strong>di</strong>morad<strong>al</strong> <strong>di</strong>o” (Ivi, p. 93 – 193 A).


I lim<strong>it</strong>i del <strong>di</strong>scorso Eros è desiderio dell’uno (nost<strong>al</strong>giadell’un<strong>it</strong>à). Ma il raggiungimento dell’<strong>al</strong>tra metà non èsufficiente per raggiungere l’un<strong>it</strong>à. (l’un<strong>it</strong>ànon è la somma delle due parti) Non è possibile oggettivare l’amore eintenderlo solo come completamento L’un<strong>it</strong>à e il bene è qu<strong>al</strong>cosa che trascendel’uomo come spiegherà Socrate (non puòcoincidere solo con l’<strong>al</strong>tra metà)


Il <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> Agatone Agatone cr<strong>it</strong>ica i <strong>di</strong>scorsi precedenti perchénon si ancora arrivati a <strong>di</strong>re la natura el’essenza <strong>di</strong> Eros. “Quelli che hanno parlato prima <strong>di</strong> me,infatti, non mi pare che abbiano encomiatoil <strong>di</strong>o, bensì la felic<strong>it</strong>à degli uomini per i beniche il <strong>di</strong>o procura loro. Ma come sia quel <strong>di</strong>oche procura questi doni, non lo ha dettonessuno”. (Ivi, p. 101 – 195 A)


Eros è il <strong>di</strong>o più felice perché è il più bello eil più buono Eros fugge la vecchiaia. È il <strong>di</strong>o piùgiovane (contrad<strong>di</strong>ce il <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> Fedrosulla vecchiaia <strong>di</strong> Eros) Le antiche vicende <strong>di</strong> guerra degli dei nonsarebbero state possibili se ci fosse statoEros Eros è libertà, sapienza, coraggio,temperanza. Anche il <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> Agatone non arriva acogliere l’essenza <strong>di</strong> Eros


Prologo <strong>al</strong> <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> Socrate“Io credevo, per la mia ingenu<strong>it</strong>à, che sulla cosa cheveniva elogiata si dovesse <strong>di</strong>re la ver<strong>it</strong>à, e che questodovesse cost<strong>it</strong>uire il fondamento e che, scegliendo lepiù belle fra le cose vere, si dovessero presentare<strong>di</strong>sposte nel modo più conveniente. […] E invece, comemi sembra, non consisteva, piuttosto, nell’attribuire <strong>al</strong>lacosa i pregi più gran<strong>di</strong> e più belli, sia che essa abbiaquesti pregi, sia che non li abbia. E se poi questo eraf<strong>al</strong>so, non importava per nulla. […] Ma se volete, iosono <strong>di</strong>sposto a <strong>di</strong>rvi le cose vere secondo la miamaniera, e non già in relazione ai vostri <strong>di</strong>scorsi, per nonattirarmi la vostra derisione” (Ivi, pp. 110-111 – 198 D,199 AB).


Le <strong>di</strong>fferenze tra il <strong>di</strong>scorsosocratico e i precedentiIl <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> Socrate punta <strong>al</strong>la ver<strong>it</strong>à: pianoconosc<strong>it</strong>ivo (ver<strong>it</strong>à <strong>di</strong> amore – tentativo <strong>di</strong> conoscereEros)Negazione degli aspetti retorici ed elogiativi presentinei <strong>di</strong>scorsi precedenti: la ver<strong>it</strong>à va cercata in quantot<strong>al</strong>e, senza preoccuparsi <strong>di</strong> cercare parole raffinate.Il mezzo per giungere <strong>al</strong>la ver<strong>it</strong>à è il <strong>di</strong><strong>al</strong>ogo (primacon Agatone e poi con Diotima)La ver<strong>it</strong>à viene raccontata d<strong>al</strong>la sacerdotessa Diotima(che <strong>di</strong>viene maestra, mentre Socrate è <strong>al</strong>lievo)Le ver<strong>it</strong>à che la sacerdotessa propone sono in qu<strong>al</strong>chemodo rivelazione sacre.


La nasc<strong>it</strong>a <strong>di</strong> Eros Eros è un demone (in quanto èinterme<strong>di</strong>o tra gli dei e gli uomini) Egli è figlio <strong>di</strong> Poros (abbondanza) ePenia (povertà) “E per sua natura non è né mort<strong>al</strong>e néimmort<strong>al</strong>e, ma, in uno stesso giorno, t<strong>al</strong>orafiorisce e vive, quando riesce nei suoiespe<strong>di</strong>enti, t<strong>al</strong>ora, invece, muore, ma poi tornain v<strong>it</strong>a, a causa della natura del padre. E ciòche si procura gli sfugge sempre <strong>di</strong> mano,sicché Eros non è mai né povero <strong>di</strong> risorse, néricco”. (Ivi, p. 123 – 203 E)


Eros è filosofo Il filosofo è colui che non possiede ilsapere, ma colui che desidera il sapere “Perciò è necessario che Eros sia filosofo, e,in quanto filosofo, che sia interme<strong>di</strong>o frail sapiente e l’ignorante. E causa <strong>di</strong>questo è la sua nasc<strong>it</strong>a: infatti, ha il padresapiente pieno <strong>di</strong> risorse, e la madre nonsapiente priva <strong>di</strong> risorse”. (Ivi, p. 125 – 204A).


Eros è la tendenza <strong>al</strong> Bene “Però si sente fare un certo <strong>di</strong>scorso,secondo cui quelli che amano sono coloroche cercano la loro metà. Il mio <strong>di</strong>scorso<strong>di</strong>ce, invece, che l’amore non è amore nédella metà né dell’intero, a meno che, caroamico, essi non siano il Bene. […] Inbreve l’amore è tendenza a essere inpossesso del bene per sempre”. (Ivi, p.129 – 205 E). La gravidanza e la generazionemostrano la tendenza <strong>al</strong>l’immort<strong>al</strong><strong>it</strong>àpresente nei mort<strong>al</strong>i.


Eros è l’aspirazione <strong>al</strong>l’immort<strong>al</strong><strong>it</strong>à “La natura mort<strong>al</strong>e cerca, nella misura delpossibile, <strong>di</strong> essere sempre e <strong>di</strong> essereimmort<strong>al</strong>e. E le è possibile solo in questamaniera, ossia con la generazione, in quantoessa lascia dopo <strong>di</strong> sé sempre un <strong>al</strong>tro esseregiovane in luogo del vecchio”. (Ivi, p. 133 –207 D). Eros spinge così l’uomo verso il Beneimmort<strong>al</strong>e. (ciò che è bene per l’anima)


I gra<strong>di</strong> della sc<strong>al</strong>a <strong>di</strong> Eros Primo grado: si parte d<strong>al</strong>la comprensionedella bellezza dei corpi. La bellezza <strong>di</strong> uncorpo è affine a quella <strong>di</strong> <strong>al</strong>tri Secondo grado: bisogna comprendere chela bellezza delle anime è superiore a quelladei corpi Terzo grado: comprendere il bello che ènelle varie attiv<strong>it</strong>à umane Quarto grado: bisogna comprendere labellezza che è nella conoscenza


La visione del Bello in sé“Chi sia stato educato fino a questo punto rispetto<strong>al</strong>le cose d’amore, contemplando una dopo l’<strong>al</strong>tra enel modo giusto le cose belle, costui, pervenendoormai <strong>al</strong> termine delle cose d’amore, scorgeràimme<strong>di</strong>atamente qu<strong>al</strong>cosa <strong>di</strong> bello, per sua naturameraviglioso. […] In primo luogo, qu<strong>al</strong>cosa chesempre è, e che non nasce né perisce, non cresce né<strong>di</strong>minuisce, e inoltre non è da un lato bello e d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>trobrutto in relazione ad un’<strong>al</strong>tra, né bello in una parte ebrutto in <strong>al</strong>tra parte, né in quanto bello per <strong>al</strong>cuni ebrutto per <strong>al</strong>tri. […] Ma si manifesterà in se stesso,per se stesso, con se stesso, come forma unicache è sempre”. (Ivi, pp. 140-141 – 211 A)


Il <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> Alcibiade Alcibiade non ha sent<strong>it</strong>o il <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong>Socrate Si presenta, ubriaco, <strong>al</strong> simposio perfesteggiare Agatone È geloso del rapporto tra Socrate edAgatone Accetta <strong>di</strong> parlare, non <strong>di</strong> Eros, bensì<strong>di</strong> Socrate


L’elogio <strong>di</strong> Socrate Alcibiade confessa la sua vergognanei confronti <strong>di</strong> Socrate e confessa <strong>it</strong>entativi f<strong>al</strong>l<strong>it</strong>i <strong>di</strong> conquistarlo. Socrate è temperante, bruttoesteriormente e bello interiormente.Mostra coraggio in guerra. L’abil<strong>it</strong>à maggiore <strong>di</strong> Socrate risiedenel fare <strong>di</strong>scorsi


Amante-Amato Socrate mostra una doppia natura È colui che si propone come amante epoi si mette in con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventareamato. “Del resto, non ha fatto questo solo a me,ma anche a Carmide figlio <strong>di</strong> Glaucone, aEutidemo figlio <strong>di</strong> Diocle e a moltissimi<strong>al</strong>tri, che costui ha ingannatopresentandosi loro come amante, permettersi nelle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare luistesso l’amato invece che l’amante” (Ivi,p. 167 – 222 B)


La cr<strong>it</strong>ica <strong>di</strong> <strong>Platone</strong> ad Alcibiade“Sarebbe davvero bello se la sapienza fosse ingrado <strong>di</strong> scorrere d<strong>al</strong> più pieno <strong>al</strong> più vuoto <strong>di</strong>noi, quando ci accostiamo l’uno <strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tro, come l’acquache scorre nelle coppe attraverso un filo <strong>di</strong> lana daquella più piena a quella più vuota”. (Ivi, p. 49 – 175E)Socrate cr<strong>it</strong>ica una visione util<strong>it</strong>arista dell’amore che èquella che Alcibiade propone.Alcibiade propone l’idea <strong>di</strong> amore come scambio: ilsapiente scambia la sua saggezza con la bellezzafisica del giovane.


Conclusione“Tu vedresti in me una bellezza straor<strong>di</strong>naria,molto <strong>di</strong>versa d<strong>al</strong>la tua avvenenza fisica. Ese, contemplandola, cerchi <strong>di</strong> averne partecon me, e <strong>di</strong> scambiare bellezza conbellezza, pensi <strong>di</strong> trarre non poco vantaggioai miei danni: in cambio dell’apparenzadel bello, tu cerchi <strong>di</strong> guadagnarti laver<strong>it</strong>à del bello, e veramente pensi <strong>di</strong>scambiare armi d’oro con armi <strong>di</strong> bronzo”.(Ivi, p. 159 – 219 A)

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