Una breve lezione seminariale e introduttiva su Seneca del prof ...
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<strong>Una</strong> <strong>breve</strong> <strong>lezione</strong> <strong>seminariale</strong> e <strong>introduttiva</strong> <strong>su</strong> <strong>Seneca</strong> <strong>del</strong> <strong>prof</strong>. Mauro Trentadue, Docente di Storia <strong>del</strong>la<br />
Filosofia, presso l’Università degli studi E-campus, Novedrate (Co), <strong>lezione</strong> <strong>del</strong> 29 maggio 2009<br />
<strong>Seneca</strong> e la Terapia filosofica<br />
La testimonianza di Lucio Anneo <strong>Seneca</strong> è una <strong>del</strong>le più vivide fra quelle consegnateci dalla storia <strong>del</strong><br />
pensiero romano. Con lui la filosofia diviene a tutti gli effetti uno strumento essenziale per vivere bene<br />
entro il caos degli eventi: la razionalità filosofica aiuta l’individuo anche nella concretezza di scelte difficili,<br />
così essa sembra – in un certo senso – risolversi nella ricerca individuale <strong>del</strong>la massima tranquillità e<br />
auto<strong>su</strong>fficienza. A questo proposito il nostro pensatore si esprime molto chiaramente:<br />
“Senza la filosofia l’anima è malata; anche il corpo, se pure è in forze, è sano come può esserlo quello di un<br />
pazzo o di un forsennato. Perciò, se vorrai stare bene, cura soprattutto la salute <strong>del</strong>l’anima, e poi quella <strong>del</strong><br />
corpo, la quale non ti costerà molto.” Lettere a Lucilio, 15,1-2<br />
E ancora:<br />
“Ti dirò allora che cosa mi è stato di conforto: ma prima voglio dirti che queste cose in cui trovavo sollievo<br />
hanno avuto per me l’efficacia di una medicina; i buoni conforti si trasformano in medicine, e qualunque<br />
cosa sollevi l’anima finisce col giovare anche al corpo. Gli studi sono stati la mia salvezza; è merito <strong>del</strong>la<br />
filosofia se mi sono alzato dal letto, se sono guarito: a lei sono debitore <strong>del</strong>la vita, anche se questo è il<br />
debito minore che ho con lei.” Lettere a Lucilio, 78,3.<br />
La testimonianza di Lucio Anneo <strong>Seneca</strong> è una <strong>del</strong>le più vivide fra quelle consegnateci dalla storia <strong>del</strong><br />
pensiero romano. Con lui la filosofia diviene a tutti gli effetti uno strumento essenziale per vivere bene<br />
entro il caos degli eventi: la razionalità filosofica aiuta l’individuo anche nella concretezza di scelte difficili,<br />
così essa sembra – in un certo senso – risolversi nella ricerca individuale <strong>del</strong>la massima tranquillità e<br />
auto<strong>su</strong>fficienza. A questo proposito il nostro pensatore si esprime molto chiaramente:<br />
“Senza la filosofia l’anima è malata; anche il corpo, se pure è in forze, è sano come può esserlo quello di un<br />
pazzo o di un forsennato. Perciò, se vorrai stare bene, cura soprattutto la salute <strong>del</strong>l’anima, e poi quella <strong>del</strong><br />
corpo, la quale non ti costerà molto.” Lettere a Lucilio, 15,1-2<br />
E ancora:<br />
“Ti dirò allora che cosa mi è stato di conforto: ma prima voglio dirti che queste cose in cui trovavo sollievo<br />
hanno avuto per me l’efficacia di una medicina; i buoni conforti si trasformano in medicine, e qualunque<br />
cosa sollevi l’anima finisce col giovare anche al corpo. Gli studi sono stati la mia salvezza; è merito <strong>del</strong>la<br />
filosofia se mi sono alzato dal letto, se sono guarito: a lei sono debitore <strong>del</strong>la vita, anche se questo è il<br />
debito minore che ho con lei.” Lettere a Lucilio, 78,3.<br />
La testimonianza di Lucio Anneo <strong>Seneca</strong> è una <strong>del</strong>le più vivide fra quelle consegnateci dalla storia <strong>del</strong><br />
pensiero romano. Con lui la filosofia diviene a tutti gli effetti uno strumento essenziale per vivere bene
entro il caos degli eventi: la razionalità filosofica aiuta l’individuo anche nella concretezza di scelte difficili,<br />
così essa sembra – in un certo senso – risolversi nella ricerca individuale <strong>del</strong>la massima tranquillità e<br />
auto<strong>su</strong>fficienza. A questo proposito il nostro pensatore si esprime molto chiaramente:<br />
“Senza la filosofia l’anima è malata; anche il corpo, se pure è in forze, è sano come può esserlo quello di un<br />
pazzo o di un forsennato. Perciò, se vorrai stare bene, cura soprattutto la salute <strong>del</strong>l’anima, e poi quella <strong>del</strong><br />
corpo, la quale non ti costerà molto.” Lettere a Lucilio, 15,1-2<br />
E ancora:<br />
“Ti dirò allora che cosa mi è stato di conforto: ma prima voglio dirti che queste cose in cui trovavo sollievo<br />
hanno avuto per me l’efficacia di una medicina; i buoni conforti si trasformano in medicine, e qualunque<br />
cosa sollevi l’anima finisce col giovare anche al corpo. Gli studi sono stati la mia salvezza; è merito <strong>del</strong>la<br />
filosofia se mi sono alzato dal letto, se sono guarito: a lei sono debitore <strong>del</strong>la vita, anche se questo è il<br />
debito minore che ho con lei.” Lettere a Lucilio, 78,3.<br />
<strong>Seneca</strong> e il buon uso <strong>del</strong> tempo<br />
La testimonianza di Lucio Anneo <strong>Seneca</strong> è una <strong>del</strong>le più vivide fra quelle consegnateci dalla storia <strong>del</strong><br />
pensiero romano. Con lui la filosofia diviene a tutti gli effetti uno strumento essenziale per vivere bene<br />
entro il caos degli eventi: la razionalità filosofica aiuta l’individuo anche nella concretezza di scelte difficili,<br />
così essa sembra – in un certo senso – risolversi nella ricerca individuale <strong>del</strong>la massima tranquillità e<br />
auto<strong>su</strong>fficienza. A questo proposito il nostro pensatore si esprime molto chiaramente:<br />
“Senza la filosofia l’anima è malata; anche il corpo, se pure è in forze, è sano come può esserlo quello di un<br />
pazzo o di un forsennato. Perciò, se vorrai stare bene, cura soprattutto la salute <strong>del</strong>l’anima, e poi quella <strong>del</strong><br />
corpo, la quale non ti costerà molto.” Lettere a Lucilio, 15,1-2<br />
E ancora:<br />
“Ti dirò allora che cosa mi è stato di conforto: ma prima voglio dirti che queste cose in cui trovavo sollievo<br />
hanno avuto per me l’efficacia di una medicina; i buoni conforti si trasformano in medicine, e qualunque<br />
cosa sollevi l’anima finisce col giovare anche al corpo. Gli studi sono stati la mia salvezza; è merito <strong>del</strong>la<br />
filosofia se mi sono alzato dal letto, se sono guarito: a lei sono debitore <strong>del</strong>la vita, anche se questo è il<br />
debito minore che ho con lei.” Lettere a Lucilio, 78,3.<br />
Puoi indicarmi qualcuno che dia un giusto valore al <strong>su</strong>o tempo, alla <strong>su</strong>a giornata e che si renda conto di<br />
come egli muoia ogni giorno? (qui intellegat se cotidie mori?) In questo ci inganniamo, nel vedere la morte<br />
da lontano: gran parte di essa ci è già passata alle spalle. Ogni ora <strong>del</strong> nostro passato le appartiene.<br />
Dunque, mio Lucilio, fai ciò che mi scrivi: abbraccia tutti i tuoi momenti; capiterà così che dipenderai meno<br />
dal futuro, se avrai messo mano <strong>su</strong>l presente. Mentre si rimanda, la vita trascorre. (Dum differtur vita<br />
transcurrit)” L.A.<strong>Seneca</strong>, Lettere a Lucilio, 1,1, 1-3. trad.mia.
<strong>Seneca</strong>, allora, incarna appieno l’istanza morale tipicamente romana di una filosofia divenuta pratica di<br />
scelte concrete. Non c’è più traccia di un interesse verso la logica, o la metafisica, e la stessa fisica resta<br />
oggetto di studio solo in quanto è in grado di dare risposte interessanti <strong>su</strong>l piano etico.<br />
Di seguito trascrivo una <strong>breve</strong> riflessione di Michel Foucault (1926-1984) <strong>su</strong>ll’Ellenismo greco e romano,<br />
inteso come periodo in cui la filosofia diventa principalmente “cura di sé”:<br />
“Nel lento sviluppo <strong>del</strong>l’arte di vivere sotto il segno <strong>del</strong>la cura di sé, i primi due secoli <strong>del</strong>l’era imperiale<br />
possono essere considerati come l’apice di una curva: una sorta di età <strong>del</strong>l’oro nella cultura di sé, fermo<br />
restando, ovviamente, che il fenomenoConcerneva solo i gruppi sociali, molto limitati numericamente, che<br />
erano portatori di cultura e per i quali una tecne tou biou poteva avere un qualche senso e una qualche<br />
realtà.” Michel Foucault, La cura di sé, Storia <strong>del</strong>la ses<strong>su</strong>alità,volume 3, Feltrinelli, Milano, 2006, p.48.<br />
E’ ancora Foucault ad osservare che questa filosofia, divenuta cura di sé, ha come esito secondario un<br />
rinnovato, libero, franco, contatto con se stessi: “La conversio ad se è anche una traiettoria: una traiettoria<br />
grazie alla quale, sfuggendo a ogni dipendenza e a ogni asservimento, si finisce per raggiungersi, per<br />
raggiungere se stessi, come un’oasi al riparo dalle tempeste o una fortezza protetta dai <strong>su</strong>oi bastioni.[…]<br />
Questo rapporto con se stessi che costituisce il punto finale <strong>del</strong>la conversione e l’obiettivo ultimo di tutte le<br />
pratiche di sé rientra ancora in un’etica <strong>del</strong>la padronanza. […]Colui che è finalmente giunto ad avere<br />
accesso a se stesso è, per se stesso, oggetto di piacere.” Michel Foucault, Ibidem, passim, pp.68/69.