6KmpercorsiKm pxalbergKm dalocalilocalità0 0 0 SIVIGLIA*N/B/R*vari H(Benedizione <strong>de</strong>lpellegrino inCattedrale alla Messa<strong>de</strong>lle 8,30)rifugio, indicazioni varie*P, albergue privato TRIANA BACKPAKERS, 50 posti, cucina, 12 euro con colazione, internet gratis, tel. 0046.954459960,calle Rodrigo <strong>de</strong> Triana,69 – E.mail: sevillatriana@gmail.com . Oltre il fiume a 1,5 km dalla cattedrale, 400 mt dalCammino. Disponibile cre<strong>de</strong>nziale a 2 euro oppure si può pren<strong>de</strong>re la cre<strong>de</strong>nziale ed aggiornamenti sul percorso, pressol’adiacente Associazione amici <strong>de</strong>l Cammino AACS, tel 696600602, calle Castilla, 82. Il Triana Backpackers con la bellastagione é quasi sempre pieno e quindi si consiglia di prenotare con anticipo (www.trianabackpackers.com/inicio);OTTIMO.*P, hospe<strong>de</strong>ria convento Santa Rosalia, 15/20 euro con cre<strong>de</strong>nziale,calle car<strong>de</strong>nal Spinola 8. Prenotazione obbligatoria. Ricezione ore9-13 e 16-20,30Tel 954383209 – 682313072 – E.mail: casa<strong>de</strong>oracion.capuchinas@gmail.com*A albergue juvenil, 300 posti, 18,50 euro, calle Isaac Peral 2, a due km dal centro, bus n° 34 o n° 6, Prenotazione obbligatoria tel0046.955056500-902510000, pellegrini ammessi anche senza tessera, calle Isaac Peral 2. Disponibile cre<strong>de</strong>nziale a 2 euro.*H Pensione Vergara, 18 euro, tel 954215668,calle Ximenez <strong>de</strong> Enciso 11, nel barrio Santa Cruz, vicino alla cattedrale Y los RealesAlcazares* Taberna Miami” Triana Casco Antiguo,in calle Jacinto,21. Tel 954 34 08 43. Il pernotto costa 12 euro con la colazione che ci siprepara da soli. Internet gratisOT: avenida <strong>de</strong> la Costitucion 21\b tel. 954221404-si parte da Calle <strong>de</strong> la Vinuesa, di fronte allo spigolo ovest <strong>de</strong>lla Cattedrale: nell’angolo <strong>de</strong>lla via c’è una mattonella con la conchiglia. Sicosteggia la Plaza <strong>de</strong> Toros e si raggiunge il lungofiume (transitando per le vie Jimios, Saragoza, Ferdinando e Isabella fino al ponte).Lo si segue a dx fino a incontrare il ponte di Triana (Isabel II) che si attraversa immettendosi nell’omonimo quartiere (coloro cheprovengono dal TRIANA BACKPAKERS raggiungono in breve il ponte Isabel II). Si gira subito a dx alla calle San Jorge e subito incalle Castilla. Qui si seguono le frecce gialle che portano ad attraversare alcune stra<strong>de</strong>, un piazzale e infine un altro ponte sulGuadalquivir. Al termine una freccia indica di proseguire per Camas; un’altra manda a dx a seguire il percorso <strong>de</strong>l fiume. Sisegue quest’ultima. Si segue una pista di terra, rettilinea, fra campi coltivati. Dopo circa 2 km, all’altezza <strong>de</strong>lla fattoria Cortijo <strong>de</strong>Gambogaz (km 5,5), si lascia il fiume e si pren<strong>de</strong> a sx (attenti alle frecce, NON seguire quelle che mandano diritti nel nulla!). Sipassa sotto la A6. La strada diventa asfaltata. Si ve<strong>de</strong> il Monastero di S. Isidoro. Si costeggia un impianto sportivo. Il campanile <strong>de</strong>lMonastero di Santiponce, davanti a noi, ci guida fino a Santiponce (10 km). Se invece si passa da Camas, arrivati di fronte alla chiesafar caso alla strada sulla sx: una concha in bronzo indica la strada per Santiponce. Si supera una zona industriale con varie rotatorie esi arriva a Santiponce da dietro la chiesa, che rimane a sx. Si prosegue poi a dx seguendo le indicazioni per Italica.5,4 5 5,4 CAMAS *H *Chie<strong>de</strong>re alla Policia local per il poli<strong>de</strong>portivo10 4,6 4,6 SANTIPONCE*H23 13,0 13 GUILLENA*B\N* H: Casa rural “Casa Carmen” tel 955996637-si segue la via principale che raggiunge, appena passato il paese, la zona archeologica <strong>de</strong>lla città romana di Italica. Sosta al Miradorper fotografare il Teatro romano, zona con fonti d’acqua. Visitare Italica (11,5 km) (ingresso gratuito per pellegrini, apertura ore 9,00).Si percorre un tratto di strada (A-8078) trafficata fino a raggiungere un gran<strong>de</strong> incrocio che si attraversa (è la N630 e poi si passa sottol’autovia A66) in direzione La Algaba (gran<strong>de</strong> cartello illustrativo <strong>de</strong>lla Via). In fondo si ve<strong>de</strong> un boschetto di pioppi, che occorreraggiungere. A dx c’è un vecchio ponte con un cartello che vieta il transito. Si imbocca a sx (km 13,2) una strada bianca rettilinea, trala A66 e il fiume, che per 4 km attraversa coltivazioni. Si attraversa un ruscello (km 17,1): se è piovuto va guadato. La seguiamo peroltre due ore sino a che si immette in un’altra strada traversa. Davanti a noi s’intrave<strong>de</strong> Guillena; verrebbe da andare a sx, seguendo lacarrettiera A406 che in fondo è ben visibile e che conduce a Guillema. Invece si <strong>de</strong>ve andare a dx per un tratto e poi a sx lungo unastradina che segue alcuni campi e attraversa un torrente. E l’arroyo <strong>de</strong>l Rivera <strong>de</strong> Huelva, che in estate è asciutto ma se si allaga lavia(non ci sono pietroni per l’attraversamento ed è molto fondo con acqua putrida) lo si può superare ritornando per 200 mt sui propripassi e pren<strong>de</strong>ndo a dx, dove ora c’è un piccolo sentiero, e proseguire dritto fino a che non si incontra la Statale. Quindi voltarenuovamente a dx camminando lungo la strada asfaltata (in pratica stiamo camminando paralleli al sentiero tagliato dall’arroyo) per trekm circa. Al distributore di benzina andare ancora a <strong>de</strong>stra. Guillena da lì dista un chilometro), risale attraverso aranceti ed entra inGuillena. All’ingresso <strong>de</strong>l paese c’è un cimitero. Si segue la strada sino ad arrivare nella piazzetta centrale con panchine e pergolati dibounganvillea. Fare attenzione all’entrata in paese a Guillena, perché le indicazioni non sono chiare: proseguire dritto scen<strong>de</strong>ndo al letto<strong>de</strong>l fiumiciattolo e risalire sulla sponda opposta.*M, 20 posti, cucina con solo microon<strong>de</strong>, aria condizionata, 10 euro, orario 14-21, NUOVO 2011, Avenida <strong>de</strong> la Vega, allafine <strong>de</strong>l paese presso poli<strong>de</strong>portivo, sopra il bar dove si può cenare a 8 euro (gestori simpatici), hospitalera Jaqueline tel
70034.672373099, oppure Veronica. BUONO, ACCOGLIENTE.*H, HR Frances, 21 euro, tel0034.9557856177, in centro.-dal poli<strong>de</strong>portivo si va a dx per la avenida <strong>de</strong> la Vega. 400 mt, dopo pren<strong>de</strong>re a dx per passare sopra al rio Rivera (in estate seasciutto si può scen<strong>de</strong>re nel letto <strong>de</strong>l fiume). Si continua su una strada polverosa di campagna tra coltivazioni e mo<strong>de</strong>ste casetterisalendo alla A-460. La si attraversa verso il poligono industriale e tramite le vie Diprasa e Carpinteira prendiamo, fra le fabbricheTALLERES e ZAMBRANA, la Via Pecuaria Canada Real <strong>de</strong> las Islas (3 km).In alternativa, da Guillena si può anche seguire la carretera ed alla prima rotonda girare a sx (via Diprasa), poi dx e sx pren<strong>de</strong>ndo unastradina bianca).DiarioIeri sera ostello zeppo di ragazzi francesi. Ogni mondo è paese. Fanno lo stesso chiasso <strong>de</strong>i nostri. Tutti fino all’una. L’ultimo è andato a letto alle tre mentre i tregiovani inglesi con cui ero in camera sono rientrati alle cinque facendo, se possibile, più baccano <strong>de</strong>i francesi. Tanto vale alzarsi. La colazione è compresa nel prezzo edè a disposizione in cucina. Faccio con comodo e alle 6,30 sono pronto alla partenza. Come esco ricevo da un passante il primo “Buon Camino, peregrino” di quest’anno.Buon segno! Butto un occhio al termometro <strong>de</strong>lla farmacia che incontro per ritornare al Ponte Isabelle II e segna 26°C. Se tanto mi da tanto e sono solo le sette, miauguro solo di terminare la tappa prima <strong>de</strong>lle 14. Mantenendo il ponte sulla dx proseguo per calle S. Jorge che diventa subito calle Castilla e, seguendo le indicazioni inmio possesso, proseguo fino al secondo ponte sul canale. Percorso comunque ben segnalizzato con frecce gialle sui segnali stradali, sulle piante o per terra. Oltre ilcanale prendo subito a dx lungo uno sterrato che lo costeggia. Lo seguo e trovo un po’ di difficoltà solo poco oltre la fattoria Cortijo <strong>de</strong> Gambaz dove due freccecontraddittorie sullo stesso albero mi mettono in crisi. La direzione giusta è quella verso sx per poi transitare per un tunnel sotto l’autopista e giungere al monasterodi S. Isidro e successivamente a Santiponce. Subito dopo raggiungo la zona archeologica di Italica ma non è ancora accessibile perché apre alle nove. Pervaso dal sacrofuoco <strong>de</strong>l raggiungimento <strong>de</strong>lla meta (nella prima tappa è molto forte!) e da un po’ di nazional-snobismo, <strong>de</strong>cido di proseguire. Da quel che intravedo dall’esterno e per le informazioni raccolte ho lasensazione di non aver comunque perso molto.Pochi minuti e raggiungo il primo <strong>de</strong>i luoghi che mi hanno affascinato durante la fase di preparazione. Si tratta <strong>de</strong>ll’inizio di un’ampia sterrata che si per<strong>de</strong> all’orizzonte, diritta come un fuso, lunga almeno10 kilometri, attraversa brulle distese di stoppie segno inequivocabile di una passata lussureggiante stagione di verdi e bion<strong>de</strong>ggianti campi di granoturco. Ah, come avrei voluto essere qui, allora!!. Me l’eroimmaginata come il Riff nell’oceano ver<strong>de</strong>, la scopro come una cicatrice sull’epi<strong>de</strong>rmi<strong>de</strong> consumata dal sole. Né persone, né case, né alberi. Solitaria all’orizzonte una torre, forse un acquedotto, funge damirino per il proseguo <strong>de</strong>l Cammino. Qui mi sento veramente pellegrino. Solo io e la strada ... e queste note http://www.youtube.com/watch?v=BHZJSJoYSDg di sottofondo. Nessuna alternativa, nessunafacile scorciatoia, nemmeno la rassicurante presenza di un ricovero intermedio. Calpesto questa strada polverosa sotto un sole che si fa sempre più a picco. La strada segue l’andamento ondulatorio <strong>de</strong>lterreno: sul fondo <strong>de</strong>lla <strong>de</strong>pressione il senso di isolamento è completo e l’orizzonte è dato dal profilo <strong>de</strong>l vallo successivo. I piedi procedono in linea retta, la mente va altrove, per sentieri suoi, a volte ancheardui, faticosi. Quando sopraggiunge la stanchezza <strong>de</strong>l girovagare, si rifugia nell’innocente gioco di cercare di individuare in cosa consistono quei puntini neri all’orizzonte: in che direzione procedono?saranno pellegrini? a piedi o in bicicletta? Il più <strong>de</strong>lle volte si materializzano semplici biker che utilizzano la sterrata per una sgambata fuori porta. Incontro un solo appiedato…ma non un pellegrino. Unpastore che con il suo cane accudisce alle capre che, in un campo vicino, fanno tabula rasa di quanto ancora commestibile. Nella mia fanta<strong>sia</strong> e fino a poco prima <strong>de</strong>l ren<strong>de</strong>z-vous, erano una madre conbambina un po’ vivace. (anche a causa forse di qualche <strong>de</strong>cimo che si è perso … verificherò a casa!).Non c’è neppure bisogno di chie<strong>de</strong>re quanto manca a Guillena; una volta raggiunta la torre la si ve<strong>de</strong> laggiù, quasi a portata di mano. Ma come avrò modo di imparare nei giorni seguenti non sempre è oroquello che luccica, come d’altra parte le distanze da coprire non sempre sono una semplice retta tra A e B. C’è da passare l’arroyo <strong>de</strong> Huelva. In questa stagione bisogna usare tutta la fanta<strong>sia</strong> di questomondo per chiamarlo rio e se mi fossi anche solo bagnato le suole <strong>de</strong>lle scarpe mi sarei dato <strong>de</strong>l pirla. Ma sembra che in primavera <strong>sia</strong> invalicabile e si <strong>de</strong>bba fare una leggera <strong>de</strong>viazione.Nella piazza <strong>de</strong>l paese il termometro segna 37°C. Alle tredici sono davanti all’albergue. Sulla porta chiusa un cartello invita, dopo le quattordici, a chiamare un numero di telefono. Attendo pazientementeaccovacciato all’ombra oggetto <strong>de</strong>lla curiosità di quanti vanno e vengono dalla piscina comunale alla quale l’Albergue è annesso. Un signore che esce dal poli<strong>de</strong>portivo chiama per me l’hospitaleraassicurandomi l’arrivo a breve. In realtà solo alle quattordici gli ad<strong>de</strong>tti al bar <strong>de</strong>lla piscina aprono l’esercizio e l’albergue. Molto gentili mi spiegano regole e modalità di godimento <strong>de</strong>lla struttura. Dopoessermi sistemato scendo al bar per mangiare qualcosa. Poco dopo arriva Veronica (con il suo bambino ancora in grembo), l’hospitalera che sostituisce la mitica Jaqueline tuttora in vacanza. Moltosimpatica e disponibile parliamo a lungo <strong>de</strong>lla Via e <strong>de</strong>i pochissimi pellegrini che la percorrono in estate. Dopo Paolo, transitato da qui il 14, solo un austriaco il 15, uno spagnolo il 21, due belgi il 23 ed unte<strong>de</strong>sco ieri. Consi<strong>de</strong>rando che questo è un posto tappa quasi obbligato (il prossimo tra altri 20km) credo proprio che non ci sarà possibilità di incontri. Forse qualche meteora ciclista. Da Veronica vengo asapere che più tardi ci sarà un funerale: buona occasione per una S. Messa. L’albergue è nuovo, bello e ben tenuto. Ha un indispensabile condizionatore che lo ren<strong>de</strong> fruibile e senza il quale, esposto com’è alsole, sarebbe invivibile. Dopo la doccia, il riposo. Nel pomeriggio inoltrato si alterna un altro hospitalero (di cui non ricordo il nome) e, sorpresa, si tratta <strong>de</strong>lla stessa persona che ha telefonato per me al mioarrivo. Va e viene in continuazione ma ci accordiamo per la chiave in modo che possa andare in paese per la S. Messa.La funzione funebre è molto partecipata: chissà se il <strong>de</strong>funto era una personalità <strong>de</strong>l luogo oppure più semplicemente un uomo buono benvoluto da tutti. La chiesa è afosa, inondata dal sole, strapiena didonne, ognuna con il proprio ventaglio che agita velocemente alla vana ricerca di un po’ di refrigerio. Tutti gli uomini (ma proprio tutti) sono all’esterno <strong>de</strong>lla chiesa. Consuetudine o opportunismo? Altermine <strong>de</strong>lla funzione entrano e si pongono tutti in coda per porgere le condoglianze ai parenti in prima fila. Un gran bazar: coppie che si richiamano a gran voce e si ricongiungono per il mesto rituale,senoras che possono finalmente e calorosamente salutarsi da un banco all’altro, bimbi che scorazzano dall’ingresso alla bara. Sola, dimenticata, paziente…atten<strong>de</strong>. Trascorre un’ora prima che la salma possa
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