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articolo completo in formato pdf - Panorama Numismatico

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IL CAVALLOTTO E’ UNA DELLE PIU’ COMUNI MONETE DI CORREGGIO. FU BATTUTAPER MOLTI ANNI ED IN UN COSPICUO NUMERO DI VARIANTI.IL CAVALLOTTO DI CORREGGIOE LE SUE IMITAZIONI ECONTRAFFAZIONINella seconda metà del C<strong>in</strong>quecento la zecca di Correggio batté una monetache dovette riscuotere un certo successo nella zona perché ne vennero emessegrandi quantità, almeno a giudicare dai coni identificati e dal numero di esemplarigiunti a noi, e perché fu imitata da altre zecche vic<strong>in</strong>e. Di certo fu battuta,sia <strong>in</strong> forma anonima che col nome dei conti Fabrizio e Camillo, dall’aperturadella zecca f<strong>in</strong> verso la sua chiusura negli anni Venti del Seicento.Nella sua tipologia più comune questa moneta presentava al diritto il bustodi fronte del Santo locale, San Quir<strong>in</strong>o 1 , ed al rovescio Pegaso <strong>in</strong> volo a s<strong>in</strong>istra.Era però anonima, nel senso che non vi era <strong>in</strong>dicata l’autorità emittente e lazecca di produzione si deduce solamente dalla presenza di San Quir<strong>in</strong>o e dallasua precisa qualificazione come Santo protettore della città di Correggio.E già qui sorge un piccoloproblema: qual è il diritto e qualeil rovescio?In effetti la mia sommariadescrizione non combacia affattocon quella della pur cospicua letteraturasull’argomento. Il Bigi 2 ,credo il primo a descrivere questamoneta, <strong>in</strong>dicava come dirittoPegaso e come rovescio il bustodel Santo. Lo stesso ha fatto ilCNI salvo poi spostare Pegasoal rovescio descrivendo le varietànon anonime, cioè dei fratelliCamillo e Fabrizio 3 (1580-1597),del solo Camillo 4 (1597-1605) edei fratelli Gerolamo, Giberto,Camillo e Fabrizio 5 che sullemonete erano <strong>in</strong>dicati semplicementecome comites Corrigii(1569-1580). Lo stesso ha fattoLusuardi nella sua monografiasulla zecca di Correggio 6 .San Quir<strong>in</strong>o.di Lorenzo Bellesia1 Quir<strong>in</strong>o fu vescovo di Siscia e morìmartire durante la persecuzione di Diocleziano.Fu gettato nel fiume Sava conuna pietra al collo. Sulla sua figura e sulsuo culto a Correggio cfr. C. Corrad<strong>in</strong>i,W. Pratissoli, Correggio e San Quir<strong>in</strong>o:un culto tra storia e letteratura, Modena1984.2 Q. Bigi, Di Camillo e Siro da Correggioe della loro zecca, Modena 1870, p. 65.3 CNI, vol. IX, p. 43.4 CNI, p. 40.5 CNI, p. 25.6 V. Mioni, A. Lusuardi, La zecca diCorreggio. Catalogo delle monetecorreggesi 1569/1630, Modena 1986, p.179, e A. Lusuardi, La zecca di Correggio(1569/1630), 2a ed., Carpi 2002, p. 57.11


nuovo contratto col nobile bresciano Marc’Antonio Ferranti. Questa volta ilcontratto 29 menzionava esplicitamente il cavallotto che dovrebbe essere quelloqui di seguito descritto:D/ (croce) CAM · ET · FAB · DNI · CIV · CORRIStemma ornatoR/ (rosetta) PERCVRRAM · QVACVNQVE · VELOXCavallo corrente a destraMI - Nomisma, 10 ottobre 2009, lotto 2055 (g 2,49)Lusuardi 35E’ <strong>in</strong>teressante notare come nel detto contratto fossero citate le monete dabattere <strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e di valore ma senza <strong>in</strong>dicarne il nom<strong>in</strong>ale <strong>in</strong> soldi. Erano previsti<strong>in</strong>fatti: mezzi scudi, quarti di scudo, giulii, cavallotti, parpaiola, soldi, ses<strong>in</strong>i equattr<strong>in</strong>i. I valori nom<strong>in</strong>ali dovevano essere i seguenti:mezzo scudoquarto di scudogiuliocavallottoparpaiolasoldoses<strong>in</strong>oquattr<strong>in</strong>o60 soldi30 soldi10 soldi6 soldi2 soldi e mezzosoldo6 denari3 denariSi tratta di valori monetari standard, cioè senza quelle peculiarità come potevanoessere stati i valori da 8 e 6 soldi battuti <strong>in</strong> precedenza. A parte, il contrattoprevedeva la possibilità di battere talleri, il cui valore nom<strong>in</strong>ale dipendeva dalmercato monetario esterno a Correggio, e bagatt<strong>in</strong>i. Il bagatt<strong>in</strong>o era una monetadi puro rame che nelle zecche dell’area tra le attuali prov<strong>in</strong>ce di Parma, ReggioEmilia, Modena e Mantova aveva conosciuto un grande successo a partire dallaf<strong>in</strong>e del Quattrocento e f<strong>in</strong>o agli anni Sessanta del C<strong>in</strong>quecento. Del valore diun denaro, era stato poi via via abbandonato per il progressivo aumento de<strong>in</strong>om<strong>in</strong>ali ma il fatto che a Correggio se ne prevedesse la produzione dopo che<strong>in</strong> tutte le altre zecche era cessata, credo potesse celare il consueto abuso deicontraffattori. Vittorio Mioni 30 nel commentare questo contratto scrive che lazecca di Correggio non ha mai battuto bagatt<strong>in</strong>i. In realtà, è vero che questadef<strong>in</strong>izione non viene utilizzata da alcun autore che ha trattato delle monetecorreggesi ma tra quelle attribuite ai conti Gerolamo, Giberto, Camillo e Fabrizioche usualmente si def<strong>in</strong>iscono quattr<strong>in</strong>i è probabile che si cel<strong>in</strong>o dei bagatt<strong>in</strong>idi puro rame.Credo <strong>in</strong>fatti sia un bagatt<strong>in</strong>o la moneta con la scritta COMITES COR aldiritto e la pisside al rovescio 31 così come lo sono tre plateali contraffazioni deiquattr<strong>in</strong>i di Ferrara 32 , Lucca 33 e Massa di Lunigiana 34 . Queste ultime erano probabilmenteemesse come bagatt<strong>in</strong>i, cioè monete da un denaro, ma poi spacciatecome quattr<strong>in</strong>i. L’unico quattr<strong>in</strong>o vero e proprio dovrebbe essere stato quellocon al diritto il busto frontale di San Quir<strong>in</strong>o ed al rovescio una croce fogliata 35 .29 V. Mioni, A. Lusuardi, op. cit., p. 93.30 V. Mioni, A. Lusuardi, op. cit., p. 28.237.31 A. Lusuardi, op. cit., p. 68 e CNI 214-219.32 A. Lusuardi, op. cit., p. 67 e CNI195-213. C. Gamber<strong>in</strong>i di Scarfea, Leimitazioni e le contraffazioni monetarienel mondo. Parte terza. Le pr<strong>in</strong>cipaliimitazioni e contraffazioni italiane estraniere di monete di zecche italianemedioevali e moderne, Bologna 1956, p.178, lo crede tipo autonomo contraffattoda Rodolfo Gonzaga a Castiglione. Inrealtà è evidente che il tipo orig<strong>in</strong>ale èquello ferrarese.33 A. Lusuardi, op. cit., p. 70 e CNI 225-230.34 A. Lusuardi, op. cit., p. 71 e CNI 231-35 A. Lusuardi, op. cit., p. 69 e CNI 220-224.15


Ci sono però alcuni punti da chiarire. Non si capisce perché la sigla A // C · Gsi debba sciogliere, come scrivono diversi autori, <strong>in</strong> Albertus 42 Comes Gazoldi,quando non c’è alcun conte Alberto nel periodo di attività della zecca che ilNavarr<strong>in</strong>i 43 comprende tra il 1590 ed il 1609 circa. E’ più probabile che A C Gstia per a comitibus Gazoldi, cioè dai conti di Gazzoldo. Proprio per questo ho<strong>in</strong>dicato come diritto il lato con Pegaso.Come capita spesso nelle contraffazioni, le leggende sono molto simili aquelle orig<strong>in</strong>ali ma volutamente artefatte. Al diritto <strong>in</strong>vece del futuro s<strong>in</strong>golarePETAM si legge il presente plurale PETENT che ben si addice ai conti di Gazzoldo.Perciò la leggenda si può così tradurre: (i conti di Gazzoldo) puntanoverso le stelle con queste ali.La leggenda del rovescio dovrebbe essere <strong>in</strong>centrata sul vocativo Quir<strong>in</strong>eseguito da EPiscopE mentre le altre due parole dovrebbero essere imperativi:correge, cioè guarisci, e protege, cioè proteggi.Ci sono altre due monete che riproducono Pegaso e che devono qu<strong>in</strong>di essereconsiderate dei cavallotti. Ecco la prima:D/ AD · MONTEM · DC · NOSSanta Cater<strong>in</strong>a stante di fronte con la mano destra sulla ruota posta al suofianco ed un ramo di palma nella s<strong>in</strong>istraR/ IN · ACCESIBILE · NIHIL ·Pegaso <strong>in</strong> volo a destraBellesia 44 p. 57a) Nomisma, 22 e 23 marzo 2005, lotto 400 (g 2,22)b) Nomisma, 22 e 23 marzo 2005, lotto 401 (g 1,39)Questa moneta è stata assegnata a Bozzolo dal CNI, dal Papadopoli 45 , dalGuidetti 46 e dal Marg<strong>in</strong>i 47 ed a Guastalla per Ferrante Gonzaga (1575-1630) dalMagnaguti 48 .Ed ecco la descrizione della seconda:D/ SANCTA CATHERINASanta Cater<strong>in</strong>a stante di fronte con la mano destra sulla ruota posta al suofianco ed un ramo di palma nella s<strong>in</strong>istraR/ (aquila) (triscele) SVBLIMI (triscele) ORA (triscele) QVERENS (triscele)Pegaso <strong>in</strong> volo a destraBellesia p. 58Nomisma, 22 e 23 marzo 2005, lotto 402 (g 1,88)42 Il Grillo scrive <strong>in</strong> realtà Paolod’Alberto, abbreviato semplicemente <strong>in</strong>Alberto dagli autori successivi.43 R. Navarr<strong>in</strong>i, La zecca degli Ippolitidi Gazoldo. Nuovi documenti ed ipotesi,Padova 1976, p. 27.44 L. Bellesia, Ricerche su zeccheemiliane. I. Guastalla, Suzzara s.d., p.57.45 N. Papadopoli, Monete <strong>in</strong>edite dellezecche m<strong>in</strong>ori dei Gonzaga esistenti nellaraccolta Papadopoli, <strong>in</strong> Periodico diNumsismatica e Sfragistica, 1873, annoV, fasc. VI, pp. 309-310.46 G. Guidetti, Le zecche di Bozzolo,Pomponesco, San Mart<strong>in</strong>o Arg., Mantova1967, p. 85.47 G. Marg<strong>in</strong>i, Monete e medaglie diMantova e dei Gonzaga dal XII al XIXsecolo. La collezione della Banca AgricolaMantovana. Le zecche e le monete deirami cadetti dei Gonzaga, Milano 2002,p. 131.48 A. Magnaguti, Ex nummis historia,VIII, I Gonzaga nelle loro monete e nelleloro medaglie, Roma 1961, nn. 390-391.17


Bozzolo, Scipione Gonzaga, <strong>in</strong>dicata <strong>in</strong>letteratura come parpaiola.Il CNI e Magnaguti hanno assegnato questa seconda moneta a Guastalla:a Cesare Gonzaga (1557-1575) il CNI, a Ferrante Gonzaga il Magnaguti. IlCNI 49 ha spiegato <strong>in</strong> nota che si è attribuito a Cesare Gonzaga questo cavallotto,basandosi sull’asserto dell’Affò, che ne fosse stato allestito l’improntonell’anno 1573, <strong>in</strong> cui regnava ancora D. Cesare. In effetti l’Affò 50 ha riportatoun documento da cui risulta che il 23 gennaio 1573 furono pagati 8 scudi per lastampa del cavallotto de ord<strong>in</strong>e di S. Ecc. tuttavia non è specificato quale fosseeffettivamente il soggetto del conio.Le due monete hanno <strong>in</strong> comune al diritto Santa Cater<strong>in</strong>a che compare sulleemissioni di Guastalla <strong>in</strong> particolar modo, ma anche su quelle di Mirandola eBozzolo. Nella seconda moneta poi si trova un simbolo, che può essere identificato<strong>in</strong> un’aquila, che qu<strong>in</strong>di potrebbe essere quella gonzaghesca come s<strong>in</strong>ota, per esempio, nei bianchi di Cesare Gonzaga ma che il CNI vede come ungiglio, nel qual caso potrebbe essere lo stesso simbolo che si è visto presentenelle monete correggesi.Santa Cater<strong>in</strong>a e la leggenda AD · MONT · DVC · NOS si trovano peròanche <strong>in</strong> una moneta di 1,60 grammi di Scipione Gonzaga mancante sia al CNIche alla collezione Magnaguti 51 .Il quadro è perciò piuttosto complesso.49 CNI p. 86.50 I. Affò, Delle zecche cit., p. 23. Quasicertamente aveva ragione U. Rossi,Documenti sulla zecca di Guastalla, <strong>in</strong>Gazzetta Numismatica, marzo 1883, pp.18-19, quando riteneva che il cavallottodi Guastalla a nome di Cesare e FerranteII Gonzaga fosse la moneta che il CNIdef<strong>in</strong>isce da 7 soldi con al diritto lostemma ed al rovescio l’Annunciazione.51 G. Guidetti, Le zecche cit., pp. 89-91,che la <strong>in</strong>dica come parpaiola. L’unicoesemplare noto è quello della venditaHess, Münzensammlung Erzherzog Sigismundvon Oesterreich, 28 marzo 1933,lotto 169, poi pubblicato dal Guidetti equ<strong>in</strong>di passato nuovamente nella venditaNomisma, 20 e 21 febbraio 1993, lotto540.52 L’impostazione di alcuni bianchi diGuastalla e di Correggio è praticamenteidentica. In particolare <strong>in</strong> entrambe lemonete il leone si presenta rampante as<strong>in</strong>istra e nel vessillo compare la correggiaper le emissioni correggesi e l’aquilagonzaghesca <strong>in</strong> quelle di Guastalla.53 A. Maestri, Documenti <strong>in</strong>editi dizecche italiane. Giovan Agost<strong>in</strong>o Rivarolazecchiere suo processo alla Mirandolaper monetario, Modena 1909, p. 11.Particolari dei rovesci dei bianchi di Guastalla, a s<strong>in</strong>istra, e Correggio, a destra. Sul vessillosventolato dal leone si nota un’aquila nel bianco di Guastalla e una correggia nel bianco diCorreggio.A Guastalla operò dal 1570 il modenese Gem<strong>in</strong>iano Magnavacca che avevapreso <strong>in</strong> locazione anche la zecca di Correggio col Signoretti e non a caso ledue zecche coniarono le stesse monete come le contraffazioni dei bianchi diBologna 52 ed i tirol<strong>in</strong>i. Il Magnavacca nel 1580 venne condannato a morte peraver coniato monete false.La zecca di Mirandola <strong>in</strong>vece fu riaperta soltanto a partire dal 1617, qu<strong>in</strong>dimolti anni dopo le emissioni orig<strong>in</strong>ali. Tuttavia negli atti del processo 53 <strong>in</strong>tentatonel 1623 allo zecchiere di Mirandola e Correggio, Giovan Agost<strong>in</strong>o Rivarola,tra le monete che si diceva essere state falsificate ve ne era una <strong>in</strong> cui apparetequus Pegaseus alatus cum diademate et literis his petam sidera poenis e ab aliaparte iustitia sedens super scopalo cum litteris quae dicunt juditium rectum. E’vero che la moneta qui descritta non è altrimenti conosciuta ma è <strong>in</strong>teressantenotare come nel diritto compaia Pegaso con quella strana leggenda artefattahis petam literis poenis al posto di pennis, segno che probabilmente si volevaimitare una tipologia ancora <strong>in</strong> voga nella circolazione locale o che nella stessazecca della Mirandola si coniavano ancora cavallotti di quel tipo.18


CATALOGO DEI CAVALLOTTI ANONIMI DI CORREGGIOCome si è detto, la varietà dei cavallotti è notevole, prova di produzioni cospicue e protratte nel tempo, certamentedall’apertura della zecca f<strong>in</strong> verso gli anni Venti del Seicento. Vorrei qui proporne le varietà r<strong>in</strong>tracciate suddividendoleper simbolo o sigla ed evidenziando le più significative anche senza dilungarmi nel riportare con precisione leleggende 59 .1 - SENZA SIMBOLI(busto con o senza nimbo, con o senza le lettere S Q)a b c dVariante senza nimbo e senza le lettere S Qa) Lusuardi 17; b) Artemide, 4 aprile 2001, lotto 63; c) Nomisma, 9 ottobre 2001, lotto 800; d) F<strong>in</strong>arte, 16 marzo1995, lotto 7 (g 2,37)a b cdVariante con nimbo e con le lettere S Qa) Nomisma, 25 settembre 2003, lotto 1552; b) Nomisma, 25 settembre 2003, lotto 1554; c) Collezione privata (g2,26) dagli stessi coni dell’esemplare precedente; d) Nomisma, 9 ottobre 2001, lotto 80159 Questo elenco vuole essere soltanto un tentativo. Il nucleo di gran lunga più cospicuo di cavallotti anonimi correggesi è quello dellacollezione reale che attende ancora, come quasi tutto il resto, una pubblicazione.20


Variante senza nimbo e senza le lettere S QSantamaria, Collezione Magnaguti, 28 gennaio 1954, lotto 253 (g 2,27) - Lo stile del diritto lega questa variante algruppo di cavallotti con al rovescio la croce.2 - LETTERE A // I · S 60(busto con o senza nimbo, con o senza lettere S Q)Variante senza nimbo e senza lettere S QMilano, Civiche Raccolte Numismatiche 61 , n. 7 (g 2,37)a b c eVariante con nimbo e con lettere S Qa) Nomisma, 25 settembre 2003, lotto 1555 - Si legge CORRIGII PRO mentre nella precedente si legge PROTECORRIGII. Questi cavallotti presentano spesso delle vistose ribattiture; b) InAsta, 12 e 13 novembre 2005, lotto 742(g 2,8), ex ArsAntiqva, 8 novembre 2002, lotto 339; c) Nomisma, 9 ottobre 2001, lotto 798; d) Collezione privata(g 1,98)Variante con nimbo e senza lettere S QArsAntiqva, 8 novembre 2002, lotto 340 (g 2,5)60 Le lettere A // I · S si trovano anche sulle monete da 8 soldi.61 S. Di Virgilio, La monetazione dell’Emilia-Romagna nelle Civiche Raccolte Numismatiche di Milano. Parte I: Bologna- Ferrara, Milano2000.21


3 - GIGLIO 62(busto senza nimbo, con o senza le lettere S Q)Variante con le lettere S QNomisma, 25 settembre 2003, lotto 1551 – I cavallotti con questo simbolo si dist<strong>in</strong>guono anche per alcuni punti, daquattro a sei, alla f<strong>in</strong>e della leggenda del rovescio.abcdVariante senza le lettere S Qa) Nomisma, 25 settembre 2003, lotto 1553; b) Negr<strong>in</strong>i, 18 marzo 2007, lotto 1269 ; c) Nomisma, 9 ottobre 2001,lotto 799; d) Aes Rude, Chiasso, 11 e 12 aprile 1980, lotto 8164 - CROCE 63(busto con o senza nimbo, senza le lettere S Q)abVariante con San Quir<strong>in</strong>o con nimboa) S<strong>in</strong>toni, 7 agosto 2009, lotto 1501 (g 2,21); b) Collezione privata (g 2,06) dallo stesso conio di diritto dell’esemplareprecedente62 Il giglio, che è un elemento araldico dello stemma dei da Correggio. Si trova anche nei bagatt<strong>in</strong>i (quattr<strong>in</strong>i per il CNI) con al rovescio lapisside e sopra lo stemma delle monete da 8 soldi.63 Questo tipo di croce si trova anche su scudi d’oro e monete da 8 soldi che hanno anche le lettere A // I · S e sui talleri del leone battuti anome di Camillo (1597-1605).22


e f g ilme) Sole (elemento araldico dei Da Correggio) con punto al centro - Negr<strong>in</strong>i, 19 marzo 1995, lotto 251; f) Sole conpunto al centro tra due croci – Ars et Nummus, 16, 17 e 18 maggio 1963, lotto 304; g) Sole con punto al centro eornat<strong>in</strong>i <strong>in</strong> basso - Nomisma, 9 ottobre 2001, lotto 795; h) Stella - Nomisma, 10 ottobre 2009, lotto 2046; i) Punto- Milano, Civiche Raccolte Numismatiche, n. 3; l) Tre punti - Lusuardi 11; m) Croce alla f<strong>in</strong>e della leggenda delrovescio - Artemide, 12 aprile 2008, lotto 54824

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