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intervento di F.Nardocci - Gruppo Asperger

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ipotizzando che in alcuni bambini vi possa essere un meccanismo protettivo, reattivo ad uno stresstraumatico.Ma si afferma che la percezione del trauma è una percezione illusoria e non reale e che questo meccanismoreattivo ad un trauma illusorio possa essere determinato da una base genetica. Se pure sembranopermanere contrad<strong>di</strong>zioni caratteristiche dell'approccio psico- <strong>di</strong>namico come quello <strong>di</strong> attuare praticheterapeutiche senza che le teorie che in<strong>di</strong>rizzano e sovrintendono quelle pratiche siano concretamente<strong>di</strong>mostrate e rese in qualche modo misurabili , da questi lavori emerge chiaramente non solo la convinzionedella Tustin della impossibilità <strong>di</strong> comprendere la patologia autistica al <strong>di</strong> fuori del contesto delleneuroscienze , ma anche l'immagine <strong>di</strong> una pratica psicoterapeutica in<strong>di</strong>rizzata a bambini a livellointellettivo " normale " e capaci <strong>di</strong> comunicare verbalmente, e orientata ad affrontare un <strong>di</strong>sturbo dellerelazioni considerato come la conseguenza della patologia autistica e non certamente come la causa.Ma la ampia e <strong>di</strong>versificata eterogeneità che si mostra nell'ambito della psicopatologia autistica in<strong>di</strong>rizza aconsiderare 1' "autismo", allo stato attuale delle conoscenze, una patologia la cui origine è da riferirsi amolteplici fattori biologici che interessano il Sistema Nervoso Centrale e quin<strong>di</strong> ad un rapporto biologicopsichicocaratterizzato da accentuata complessità e la relazioni non lineare o elementari <strong>di</strong> causa-effetto.L'autismo quin<strong>di</strong> non ha una singola causa: la ricerca scientifica in<strong>di</strong>ca che numerosi fattori possono farsorgere il <strong>di</strong>sturbo autistico. Come già segnalato sono state riscontrate anomalie in <strong>di</strong>versi componenti delSistema Nervoso Centrale, cosi come nel funzionamento delle sostanze chimiche deputate al collegamentoe alla trasmissione della stimolazione tre le cellule nervose anche se queste anomalie non si presentanocostantemente. Si è ormai a conoscenza <strong>di</strong> elementi tonsiffettivi con una specifica causalità neldeterminismo dell'autismo, così come della rilevanza <strong>di</strong> fattori genetici.Se vi è una ampia variabilità <strong>di</strong> situazioni in cui il <strong>di</strong>sturbo autistico si può manifestare, ci si trova <strong>di</strong> frontead una altrettanto importante eterogenicità anche per quanto riguarda la gravità della sintomatologia edelle limitazioni intellettive: la definizione "spettro autistico" tende a rappresentare in qualche modoquesta variabilità.In questo contesto <strong>di</strong> eterogeneità e <strong>di</strong> variabilità dell'espressione sintomatologica, la stima dellaprevalenza epidemiologica dell'autismo in<strong>di</strong>ca che questa patologia non è poi così rara come si riteneva untempo; l'autismo compare infatti con una frequenza <strong>di</strong> circa il 2per 1000 nati.Recentemente, una delle più importanti stu<strong>di</strong>ose internazionali <strong>di</strong> autismo, Lorna Wing segnalavasull'autorevole Rivista dell'Associazione Me<strong>di</strong>ca Britannica, che la prevalenza dell'insieme dei <strong>di</strong>sturbiautistici nelle fasce <strong>di</strong> età al <strong>di</strong> sotto dei 16 anni e per ogni livello <strong>di</strong> Quoziente Intellettuale poteva esserestimata al 9.1 per l00 ( L. Wing British Me<strong>di</strong>ca Journal Febbraio 1996).Questa stu<strong>di</strong>osa sottolinea che la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong>pende dal riconoscimento dei complessi pattern <strong>di</strong>comportamento rivelati dallo sviluppo storico e dalla attuale descrizione clinica dell'autismo e che vi èquin<strong>di</strong> una forte esigenza <strong>di</strong> competenze acquisite e <strong>di</strong> esperienza anche se rimane molto spazio perl'interpretazione in<strong>di</strong>viduale dei criteri <strong>di</strong>agnostici.Al fine quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> evitare che eterogeneità e variabilità possano ulteriormente produrre confusione e<strong>di</strong>spersione <strong>di</strong>viene essenziale per i vari operatori impegnati su queste tematiche riferirsi stabilmente alleClassificazioni Internazionali attualmente già utilizzate <strong>di</strong>ffusamente , come il DSM. IV ( Manuale<strong>di</strong>agnostico e statistico dei <strong>di</strong>sturbi mentali della American Psychiatric Association ) e come l'ICD 10( Classificazione delle sindromi e dei <strong>di</strong>sturbi psichici e comportamentali della Organizzazione Mon<strong>di</strong>ale

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