Non per niente il depliant divulgativo facevariferimento a Pavese e al suo modo non ancora contaminatodi intendere la notte: ÒMa la notte ventosa- la limpida notte - che il ricordo sfiorava soltanto -remota, un ricordo. - Perdura una calma stupitafattaanchÕessa di foglie e di nulla. - Non resta, diquel tempo - di lˆ dai ricordi - che un vago ricordareÓ.Ma forse il momento di spiegare megliocosa sono le masche. La descrizione ricorrentequella che anche i libri torinesi hanno divulgato:ÒMasca un termine dialettale che indica streghe,molto usato nelle Langhe, nel Canavese ed in altriluoghi del Piemonte. Le masche sono donne inpossesso di facoltˆ naturali che operano incantesimi,tolgono od indirizzano fatture, prevedono il futuro esono in grado di curare mali inguaribili con medicamentistrani e possiedono capacitˆ di guarire conpoteri occulti. Queste donne hanno ereditato laconoscenza di cui sono in possesso dalla madre, dauna nonna o da una zia: in ogni caso per via matrilineare,la quale prima di morire deve Òpassare ipoteriÓ. La nuova masca eredita anche un libro cheviene detto Libro del comando dove sono scritteformule varie per incantesimi con inchiostri di varicoloriÓ. Il discorso pi completo sulle masche vienefuori da un curioso Millelire di Stampa Alternativache ha divulgato in tuttÕItalia lÕidentikit che oggi vaper la maggiore: ÒLÕimmagine tradizionale che si hadella masca quella di una vecchia sdentata, gobba,dal naso adunco e la faccia grinzosa, vestita di nero,ma con la facoltˆ di trasformarsi in fanciulla. Pareche potesse diventare per˜ anche un lupo mannaroo una siepe, per sbarrare il passo a quegli ardimentosiche si avventuravano per strade poco conosciutedi notte. Quando il contadino, vinta la paura, riuscivaa dare una bastonata alla capra, o a sparare un colpodi fucile contro lÕanimale sospetto, la creatura malignasi dileguava nel buio, ma il giorno dopo lamasca, questa volta nelle sue sembianze umane,veniva trovata stecchita, oppure fasciata nel puntoin cui lÕanimale era stato ferito, alla gamba o allaspalla, oppure mancante di qualche arto, se era statastrappato qualche ramo alla siepeÓ. Naturalmente lemasche hanno trascinato con loro anche altre creaturedella notte e del mistero. Ad esempio, avete maiassistito ad una ciabra? Ne avete giˆ sentito parlare?Sapete di cosa si tratta? Massimo Centini, antropologodel Centro Studi Tradizioni Popolari di Torino,studioso di cultura alpina, ha riproposto recentementenelle pagine del periodico Coumboscuro ilpercorso di questa antica consuetudine, richiamandoatmosfere di sapore medioevale non abbastanzaconosciute. Ecco una sintesi di quanto il ricercatoreha scritto in proposito: ÒAbbiamo notizie, nelle fontimedievali piemontesi, della pratica della ciabra, pinota con il nome francese di ÒchiarivariÓ, una sortadi chiassoso corteo mascherato, che aveva la funzionedi deridere il secondo matrimonio delle vedove e deivedovi... Le ÒciabreÓ, costituite dalla chiassata vera epropria e dalla richiesta di riscatto ai vedovi, eranospesso organizzate da gruppi strutturati, con unÒAbateÓ della festa a capo. Per frenare queste formetradizionali che nascevano nella religiositˆ, ma nefuoriuscivano quasi subito, Amedeo VIII di Savoia,commin˜ una multa di 25 soldi a quanti sarebberostati sorpresi a partecipare alla ciabra:ÒCondanniamo in modo assoluto i ludibri dellemaschere e mostruosi cammuffamenti che alcuniosano fare in disprezzo e beffa del sacramentomatrimoniale degli sposi, col nome di chiarivari;e cos“ pure i detestabili mascheramenti che si fannoin certi giorni festivi, specialmente nelle feste diSan Nicol˜ e Santa Caterina: alcuni vestendosi inmodo di diavoli e girando per le vie e i mercatidella cittˆ, fermano i contadini e le persone semplicie li costringono, con la violenza e spesso con percosse,a riscattarsi per danaroÓ. Altre testimonianzehanno documentato nelle valli alpine di CuneolÕusanza del Òcomperare la CapraÓ, allorchŽ in unafamiglia i figli pi giovani si sposavano prima deifratelli anziani, una forma di chiarivari nostrano chesi avvicina a quello riproposto dallÕAssociazioneÒMasche di ParoldoÓ che ha saputo spettacolarizzarele ÒciabreÓ ed pronta ad esportare e far conoscerein giro per il Piemonte questa sua perfomanceculturale: ÒI fratelli anziani che ancora non riuscivanoa sposarsi erano costretti a Òchatar la chabroÓ,a comprare la capra. Nel giorno delle nozze, dopola cerimonia religiosa, durante il pranzo, qualcheinvitato andava a prendere una capra e la portavadavanti al fratello o alla sorella pi anziani.Le tiravano le orecchie per farla belare pi forte edicevano: Ò...guardate che bella capra ha compratoÓe tutti battevano le mani. Quindi la mungevano econ il latte facevano i tomini che venivano mangiatida coloro che si erano fatti precedere nel matrimonio.Ma non era ancora tutto finito perchŽ poi venivanogli scherzi della prima notte. Alcuni invitatipreparavano qualche sorpresa nel letto agli sposi.Facevano il sacco, oppure mettevano dei campanellio dei campanacci delle mucche sotto il letto.Se riuscivano li bagnavano o infilavano mazzi diortiche in fondo al letto. Si nascondevano in camerae li spaventavanoÓ.82 • RASSEGNA N. 10 DICEMBRE 2000
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