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linee guida del trattamento cognitivo comportamentale dei - Sinpia

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L’iperattività è spesso associata a un’ampia varietà di difficoltà infantili. La valutazioneiniziale di un bambino iperattivo deve quindi essere sistematica e comprensiva di una serie di provecognitive e comportamentali in modo chele difficoltà presenti associate possano essere identificate evengano escluse diagnosi alternative (Weinberg e Emslie 1991). Possono coesistere alcuni problemicon l’ADHD (es. comportamento oppositivo, disturbo specifico di apprendimento), sebbene spessosi dia priorità diagnostica all’ADHD, non sempre è facile stabilire come Disturbi associati siano inrelazione tra loro in uno specifico quadro clinico. Per esempio, il DSM-IV indica che una diagnosidi ADHD non dovrebbe essere fatta se i sintomi <strong>del</strong>l’iperattività ricorrono nel contesto di unDisturbo Generalizzato <strong>del</strong>lo Sviluppo, come l’autismo. La distinzione diagnostica serve a stabilireuna gerarchia di difficoltà, la quale ha importanti implicazioni per il <strong>trattamento</strong>.Le difficoltà più comuni, associate all’ADHD, sono l’oppositività e la condotta.Nell’insieme gli studi suggeriscono che il 40-90% <strong>dei</strong> bambini con ADHD soddisfa i criteridiagnostici per il Disturbo Oppositivo Provocatorio o per il Disturbo <strong>del</strong>la Condotta (Tannock1998). Tali difficoltà comportamentali spesso persistono fino all’adolescenza, le stime indicano cheil 68% degli adolescenti con ADHD hanno anche un Disturbo Oppositivo Provocatorio (Barkley etal. 1991). Spesso è difficile distinguere gli atti volitivi di non compliance dalle caratteristiche<strong>del</strong>l’impulsività, ovvero da quegli atteggiamenti non curanti nei confronti <strong>del</strong>le regole. I bambinicon ADHD non sono in grado di conformarsi alle richieste semplicemente perché dimenticano leistruzioni complete o perché hanno <strong>del</strong>le difficoltà ad inibire le risposte. I bambini posso presentareuna combinazione di entrambi i tipi di non compliance. Le ricerche longitudinali suggeriscono chel’ADHD è un fattore di rischio per il Disturbo <strong>del</strong>la Condotta (Loeber et al. 1994). Queste scopertesottolineano la necessità di identificare precocemente i segni di un Disturbo <strong>del</strong>la Condotta, comead esempio l’aggressività, come aree bersaglio durante il <strong>trattamento</strong>.Sono associate all’ADHD anche <strong>del</strong>le difficoltà scolastiche (Cantwell e Baker 1991). Oltreun terzo <strong>dei</strong> bambini diagnosticati clinicamente con ADHD hanno difficoltà nella lettura (August eGarfinkel 1990). Il comportamento disattento e impulsivo può rendere scarsa la performance <strong>del</strong>bambino a scuola, rispetto al livello generale <strong>del</strong>la classe. Comunque, i disturbi specifici diapprendimento coesistono con l’iperattività. Se tali difficoltà specifiche non vengono identificateprecocemente durante la valutazione iniziale, allora il <strong>trattamento</strong>, che si prefigge di diminuire icomportamenti iperattivi all’interno <strong>del</strong>la classe, non otterrà i miglioramenti prefissati.Nei bambini con ADHD vengono generalmente notate anche <strong>del</strong>le difficoltà nel fare nuoveamicizie e nel mantenerle. Gli stessi problemi possono essere particolarmente evidenti quandol’ADHD si presenta in combinazione con difficoltà specifiche di apprendimento (Flick 1992) o conl’aggressività. I bambini con ADHD tendono ad essere più polemici, dominanti, aggressivi e3

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