DAL DRAGO AL PELLICANO, UN ITINERARIO DI MISTERO E LUCE PER VIVERE L’INIZIAZIONELe maschere e l’Angelo,<strong>il</strong> segreto della comunità dei costruttoriNe Il viaggio iniziatico Christian Jacq ci accompagna alla conquista dei33 gradi della Saggezza. Tutto inizia con un incontro: un Maestrod’Opera guida alla scoperta delle pietre parlanti“In una bella e fredda giornata d’inverno, ebbi la fortuna di incontrareun Maestro d’Opera del XX secolo, uno di quegli uomini che continuanoa trasmettere un rituale e dei valori iniziatici”. E’ l’incipit del nuovolibro di Christian Jacq, Il viaggio iniziatico ovvero i 33 Gradi della Saggezza(Edizioni L’Età dell’Acquario, pp. 188, euro 19), pubblicato in Francianel 2003 e finalmente tradotto in italiano. Queste pagine di grande profonditàdell’egittologo e scrittore di fama mondiale, sono un continuo rimandoa scoprire la verità dei segni e dei simboli, a sedersi “alla tavoladi quei tagliapietre” che custodiscono gli antichiracconti per “scrutare l’universo dei costruttoriche creavano pietre parlanti”. Dopole pagine della Confraternita dei Saggi del Norde Il messaggio dei costruttori di cattedrali, l’autoredel “romanzo di Mozart” ci porta ora ascoprire <strong>il</strong> cammino che porta dall’alberosecco all’albero fiorito. Un viaggio che avvieneattraverso l’analisi delle sculture sulacattedrale di Metz, per comprendere laforza di quegli uomini del dubbio che costruironocattedrali alla speranza, “comedopodomani continueranno a costruirei <strong>il</strong>tempio. Perché l’iniziazione è indispensab<strong>il</strong>eall’uomo, come l’aria e <strong>il</strong> cibo”. Ilmaestro Pierre Deloeuvre, custode delpercorso iniziatico, condurrà l’interrogantea scoprire <strong>il</strong> vero significato dellepietre che invitano ad andare oltre <strong>il</strong> dragosul sagrato, <strong>il</strong> Graoully, e a comprendere<strong>il</strong> sette, numero della vita nelsuo aspetto più segreto. Ma “colui chenon ha dato un nome alle cose non leconosce”: bisogna porsi in viaggio e saperascoltare nel lungo cammino dove“<strong>il</strong> diavolo è affrettarsi”. Il cuore sache “nessuno potrà mai uccidere l’iniziazione”.E’ la luce a dar vita allapietra, dice <strong>il</strong> Maestro d’Opera. Mac’è anche un’altra lezione da portarea sera: “Sappi che i costruttori ditempli non sono stati mai né dei dottrinariné dei fanatici”. Se rimani fedelea te stesso, non sarai mai un v<strong>il</strong>e, “tieni la tua spada di lucee rimani un guerriero”, perché l’orgoglio è <strong>il</strong> coraggio del viaggiatoreche non si dichiara mia sconfitto davanti al mistero. L’Albero seccoappare soltanto a colui “che lotta contro i suoi ostacoli”. Apparentementeè secco ma non è affatto la fine del viaggio: è <strong>il</strong> suo inizio. E’ l’albero d’invernoin cui sono presenti tutti i possib<strong>il</strong>i, benché siano nascosti. Una leggendanarra che un re partì per l’<strong>Oriente</strong> per scoprire la saggezza. Terminatal’iniziazione, tornò al punto di partenza: l’Albero secco. Appesele sue armi a uno dei suoi rami e subito l’albero morto rinverdì.Lo sguardo di colui che cerca va posto in alto, verso l’Aqu<strong>il</strong>a e <strong>il</strong> compagnoche la segue, <strong>il</strong> Toro. Sulla pietra della cattedrale formano <strong>il</strong>gruppo dei guardiani. E <strong>il</strong> loro messaggio non è semplice. “Per i nostripadri – scrive Jacq – la cultura era una cosa essenziale: un lavoro incessantesulla nostra terra interiore”. Non a caso gli alchimisti chiamavanola loro scienza “arte dell’aratura”. Aveva ragione Ermete Trismegisto:<strong>il</strong> drago si lascerà addomesticare da chi saprà parlargli. Maponi mente anche alla colomba, che “ritrova sempre la strada del tempio”.Un altro animale si incontra nel viaggio iniziatico: l’elefante.Poiché non può piegare lezampe, se cade l’animaleè incapace di rialzarsi. Alloraarrivano altri elefantiche lanciano forti grida attirandonealtri. “Tutti,grandi e piccoli, grazie auna mirab<strong>il</strong>e intesa riesconoa sollevare quel loro fratelloevitandogli la morte.Tutto ciò significa che l’iniziatopuò crollare nel camminoe trovarsi nell’incapacitàdi riprendersi dai proprierrori”, ma gli altri – la comunità– sanno come aiutarlo.Non fuggono, né si nascondono:stanno con lui fin quandonon si è rimesso in piedi. Sarà<strong>il</strong> serpente della scienza iniziaticaa indicare all’iniziato <strong>il</strong> sentieromediano, attraversando <strong>il</strong>vuoto. L’insegnamento è guardarela figura interiore: la Feniceè testata d’angolo del Tempio.Occorre anche vig<strong>il</strong>are al bivioperché l’ignoranza è in agguato,e non dimenticare che “<strong>il</strong> costruttoremedioevale sapeva ridere”perché era certo che i cicli del tempocompiranno la loro opera. “Manon preoccuparti né del posto nédell’ora, allora vedrai nel Pellicano”.Trasmettere lo spirito dei simboliè <strong>il</strong> primo dovere di un iniziato. Ma anche le parole devono averesempre un senso: “Impara a non soddisfarti mai di nulla, perché laSperanza è l’apertura delle porte più chiuse”. Soprattutto, è la lezioneforse più forte di queste pagine, “non dimenticare che la Carità è lalegge del Maestro. E’ la Carità che mantiene uniti. Più sappiamo, piùsiamo responsab<strong>il</strong>i e meno abbiamo <strong>il</strong> diritto di vantarci”. La rete delleluci passa anche per questa verità.202010 6
Addio a Manlio Cecovini,Maestro di Pensieronel vento di TriesteIl 6 novembre scorso si è spento a Trieste Manlio Cecovini. Scrittore, uomo politico, GranMaestro Onorario a vita del <strong>Grande</strong> <strong>Oriente</strong> d’Italia, Cecovini aveva 96 anni ed era stato dal1978 al 1983 sindaco del capoluogo giuliano e parlamentare europeo nelle liste del Partito liberaleitaliano. Della sua storia profonda, come delle sue pagine libere, restano molte tracce.E saranno tanti anche i sentieri che dovranno prendere partenza dalle sue riflessioni. La vastabiblioteca di Cecovini, lasciata pressoché intatta nella sua casa di Padriciano, verrà donataalla città. Si tratta di quattro o cinquem<strong>il</strong>a volumi che, per volontàdella famiglia, andranno ad arricchire le collezioni della Biblioteca civicao di altre strutture cittadine. Un corpus che l’ex sindaco conservavanello “studio grande” della sua v<strong>il</strong>la sul Carso, quello che progressivamenteaveva abbandonato a favore dello studiolo, la stanza lungae stretta affacciata sul giardino della v<strong>il</strong>la dove preferiva lavorare dopo<strong>il</strong> ritiro dalla vita pubblica. Come ha ricordato nei giorni scorso ‘IlPiccolo’ di Trieste, sul finire degli anni Novanta, Cecovini sintetizzò inuno scritto inedito la storia della sua famiglia e le tappe più importantidella propria vita. Riproponiamo per Erasmo <strong>il</strong> ‘coccodr<strong>il</strong>lo’ che scrissedi sé:“Dubito di essere un personaggio degno di tanto onore, ma per l’ipotesiche mi tocchi, a risparmio di tempo e per fac<strong>il</strong>itare <strong>il</strong> compito di chi dovesseesserne incaricato, collega sia pureprecario nella fatica dello scrivere, hopensato di offrirgli un aiuto, redigendoda me, in terza persona, laminuta del mio coccodr<strong>il</strong>lo, ovviamentecon piena licenza dimodificarlo secondo le esigenzedel momento, soprattutto nell’aggettivazione.Manlio Cecoviniè stato una figura poliedrica.Sportivo nell’adolescenza e primagiovinezza (scherma, alpinismo, sci,nuoto, calcio, ecc.) giurista e politico attivonella maturità, prevalentemente pensatore e scrittorequando si ritirò dalla vita attiva. Fu anche combattente,nelle truppe alpine, nella campagna di Grecia, massoneeminente nell’ambito del <strong>Grande</strong> <strong>Oriente</strong> d’Italia e delRito Scozzese Antico e Accettato. Come scrittore, pubblicòuna quarantina di libri, sia di narrativa (romanzi eracconti), che di saggistica. Usava dire che gli sarebbepiaciuto essere ricordato come scrittore”.Nato a Trieste <strong>il</strong> 29 gennaio 1914 da genitori entrambitriestini, diceva anche, senza malizia o ironia, di esserenato austriaco e divenuto italiano “prima dell’uso dellaragione”. Nei suoi primissimi anni fu testimone inconsciodella prima guerra mondiale, nella parte svoltasi percosì dire alle porte di casa. A quel tempo, e fino al 1927,si chiamava Cehovin e quando i cognomi triestini vennero«italianizzati» divenne Cecovini, tale rimanendoanche quando, dopo la seconda guerra mondiale, vennedi moda riprendere i cognomi originari. Un cognome <strong>il</strong>lustre,fra l’altro, Cehovin, per essere stato onorato altempo delle guerre dell’indipendenza italiana da un giovanesloveno, nato ai piedi del monte Nanos e divenutoIl cordoglio della sua città el’affetto del Goi, di cui è statoGran Maestro Onorario. Nelsuo auto-coccodr<strong>il</strong>lo avevascritto: “Gli sarebbe piaciutoessere ricordato comescrittore”Il Gran Maestro del <strong>Grande</strong> <strong>Oriente</strong> d’Italia,Gustavo Raffi, la Giunta del GOI e tutta la LiberaMuratoria di Palazzo Giustiniani si stringe attornoai fam<strong>il</strong>iari e agli amici diMANLIO CECOVINIGran Maestro Onorario, insigne giurista, scrittore e testimone diuna politica alta, intesa come servizio alle persone e promozione didialogo. Protagonista assoluto della vita sociale e culturale nonsolo nel Friuli Venezia Giulia, ma a anche a livello nazionale ecomunitario, avendo egli rappresentato la Circoscrizione Nord Estnel primo Parlamento Europeo, Cecovini è stato una pietra m<strong>il</strong>iaredel <strong>Grande</strong> <strong>Oriente</strong> d’Italia. Nell’Obbedienza, ha portato la forza diidee e di confronti che dalla sua Trieste, laboratorio di nuovipercorsi, hanno saputo farsi azioni concrete per la promozione dellalibertà di pensiero in ogni spazio e vissuto. Piangiamo commossiun esempio di umanità, un riferimento sicuro, una coscienzasempre controcorrente che sapeva parlare al popolo. Da alpino,massone e sindaco, con la sua penna sempre attenta a cogliere imutamenti della realtà, Cecovini ha vissuto di valori profondi.Mentre un nastro nero avvolge i nostri labari, più forte si fa la sualezione di vita e <strong>il</strong> patrimonio ideale di pagine vere che ci farannosempre strada.www.grandeoriente.it202010 7