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Etica della responsabilità - Grande Oriente d'Italia

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• 5 •<strong>Etica</strong> <strong>della</strong> libertà - <strong>Etica</strong> <strong>della</strong> responsabilità, G. Raffistemmia o per un’offesa a loro indirizzata:gli dei si adirano quando si compionoazioni che provocano lacerazioninella coesione sociale,indebolendo loStato, la Legge, la Giustizia.Non esistono religionivere e religioni false(e chi potrebbe stabilirein materia di fede ciò cheè vero e ciò che è falso?).Esistono religioni utili ereligioni dannose. E l’efficaciadi una religione sipuò misurare solo suglieffetti positivi o negativiche essa produce nella società”.Contano le opere.Non merita ricompensa “chi abbia sanatouno zoppo”, ma “chi ha liberata la patria eriformato un animo perturbato”.Eppure, l’amara constatazione – cheperò sorge spontanea – è che questa etica,questa tensione a vivere eticamente, sembraessere estranea a questa nostra società:a questa nostra Italia. I valori che la esprimonosembrano essere lontani dalla sensibilitàcomune. Ed un mondo fatto dicorrotti, faccendieri, millantatori, imbroglioni,ladruncoli e furbetti sembra prendereil sopravvento su quei galantuomini acui Mazzini voleva affidare il destino <strong>della</strong>Sua Patria: <strong>della</strong> nostra Patria. Una Patriache sembra distante se non estranea aglionesti, ai volonterosi, ai puri di cuore: aiveri cittadini. Per questo, la mancanza dieticità è una vera e propria patologia sociale.Non è da prendere sottogamba. Nonè da trascurare. Perché la mancanza di eticitàcausa il venir meno <strong>della</strong> giustizia. Ma“senza giustizia che cosa è lo Stato se nonuna banda di malfattori”:sono le parole accoratee profetiche di Sant’Agostino:uno deiPadri Fondatori <strong>della</strong> civiltàoccidentale e dellospirito cristiano. Semanca la fiducia nelloStato e nella giustizia sipuò dire – secolarizzandouna celebre frasedi Fedor MichajlovičDostoevskij – che “tuttoè permesso”. E il “permesso”generalizzato èl’anticamera del caos,<strong>della</strong> guerra per bande, di quella situazionesociale degenerata e degenerativa in cui –come scriveva Thomas Hobbes – “ogniuomo diventa un lupo per l’altro uomo”.Cosa questa che si può, drammaticamente,constatare. Occorre recuperare invece la responsabilitàdel pensiero nei confronti delpresente e ritrovare il valore <strong>della</strong> personaumana: del soggetto umano, al di là dietnie, fedi, ideologie e società. È l’unicomodo per rispondere al nuovo nichilismoche, da tempo, proclama il superamentodel soggetto, l’annientamento di ogni valoreetico e, con essi, <strong>della</strong> stessa giustizia.Sappiamo, però, purtroppo, che responsabilitàdel pensiero e persona umanatroppo spesso sono dimenticati. Ma quelloche succede altrove non può trovare cittadinanzada noi Liberi Muratori. Anzi deveessere respinto con tutte le nostre forze.Noi rivendichiamo la centralità dell’etica,2/2010HIRAM


• 7 •<strong>Etica</strong> <strong>della</strong> libertà - <strong>Etica</strong> <strong>della</strong> responsabilità, G. Raffivece, il coraggio etico di rivendicare il primato<strong>della</strong> qualità: qualità del pensiero equalità <strong>della</strong> vita.Senza di entrambi,il rischio <strong>della</strong> ricadutanell’irrazionale,nell’odio enella violenza è elevatissimo.Per questo,è necessario farpropria la qualitàche richiede, primadi tutto, di abbandonareil linguaggio<strong>della</strong> solitudinee aprirsi al mondo eagli altri. Ma aprirsial mondo ed agli altri equivale a svilupparela capacità di provare stupore: come è accadutonella nostra iniziazione. Per questo– convinti che sogno e stupore sono omologhi– dobbiamo percorrere il camminodei maestri del sogno. Per diventare noistessi maestri del sogno: ossia uomini checredono che la storia sia una terra che continuanel verde, senza sapere dove porta,ma sicuri che sarà bello percorrerla. Comescriveva il Fratello Goethe: “Noi, senza timore,andiamo avanti sulla nostra strada.Sempre noi vi chiamiamo alla speranza”.Certo, perché sogno, speranza e sensoetico sono i capisaldi <strong>della</strong> formazione e<strong>della</strong> ricerca massonica, secondo il dettosocratico che recita: “Una vita senza ricercanon è degna di essere vissuta.” Ed è ilmotivo per cui noi Massoni siamo gente inquieta,libera da dogmi, che non si accontenta,che cerca il meglio per sé e per glialtri. Ma ricercare non significa non credere.La Libera Muratoria non è infatti –come qualcuno ama ripetere, sbagliando –la moltiplica del relativismoe la madre delnichilismo. Al contrario,se la Massoneria– volterrianamente –ha sempre difeso, difendee difenderàl’ampio spettro deivalori altrui, non perquesto rinuncia aipropri. Non per questoritiene che l’uomonon debba avere valori.Non per questopensa che la vita pubblicadeve essere una giungla dove ha lameglio il più forte, il più violento o il piùfurbo. Anzi, crede, come Václav Havel, che:“Senza valori e obblighi morali comunementecondivisi e ampiamente radicati, néla legge, né il governo democratico, nemmenol’economia di mercato funzionerannocorrettamente”. La Libera Muratoriapone, così, al suo centro una eticità fattadei valori eterni dell’uomo: quei valori chelo costituiscono come tale. D’altronde, nonci può essere conoscenza <strong>della</strong> parola perduta– il simbolo stesso <strong>della</strong> ricerca –senza un amore infinito per l’uomo, senzaesitazione e senza tentennamenti. Comedimostra la costante militanza <strong>della</strong> LiberaMuratoria contro tutti coloro che – in ogniparte del mondo – li mettono in discussioneo li rifiutano. Non è un caso che la LiberaMuratoria sia stata perseguita eperseguitata da tutti quei regimi totalitariin cui l’etica viene sacrificata ad una ideo-2/2010HIRAM


• 8 •EDITORIALElogia fondata sulle istituzioni, sulle burocrazieo sui dogmi: politici o teocratici. Nonsull’uomo. Per questa etica, la Massoneriaha pagato un altissimocontributo disangue: sui campi dibattaglia, nei campidi concentramento,nelle celle di tortura,al confino, davanti aiplotoni d’esecuzione.O, più, quotidianamentenella sistematicaemarginazione,nel discredito, nel rifiutoo nel disprezzo.Questi grandi eroi – che il mondo non ricorda– sono nei nostri cuori e sono idealmentepresenti tra noi ogni qualvolta noici riuniamo e ci spronano ad essere comeloro.E, infatti la Libera Muratoria continuasulla loro strada: con i loro stessi, immutabili,principi etici. Lo fa utilizzando il metodoesoterico che le è proprio e che leviene dalla sua Tradizione. Si tratta di unmetodo che non ha nulla a che vedere conforme religiose, para–religiose o occultiste.La Libera Muratoria non è una Chiesa eneppure uno “specchietto per le allodole”,atto a illudere o derubare disillusi, frustratio creduloni. Il nostro esoterismo rappresentaun valore etico che ha il suo centronell’immagine di un uomo compiuto e realizzatoe che ha raggiunto questo livello attraversol’affinamento ottenuto dallapratica rituale e dallo studio dei simboli.Simboli che – e sia ben chiaro – non sonoformule magiche o patacche spiritistiche,ma oggetti materiali ed espressioni linguistiche,spesso performative, per il cui tramitepossiamo avere la percezione di queivalori eterni in cui simaterializza l’etica universale.Tutti i simboliche utilizza la LiberaMuratoria – così comele sue formule rituali –conducono ad esaltarecompletezza, dignità,senso <strong>della</strong> trascendenza,rispetto perl’uomo e per la natura,tolleranza, fraternità,miglioramento individualee collettivo, saggezza. Sono le virtùche vorremmo fossero i caratteri eticamentecostitutivi di ogni società. E di ogniessere vivente. Per questo motivo, ungrande saggio rinascimentale, come GirolamoCardano, poteva scrivere che “la vitaumana è simbolica: chi non lo capisce nonè un uomo”.Per questo motivo, uno dei punti su cuisempre ha insistito e sempre insisterà questaGran Maestranza riguarda sia l’assolutorispetto del Rituale e <strong>della</strong> pratica esotericanei vari Gradi, sia la comprensione che lacultura massonica costituisce una culturadell’eticità. E che entrambi sono assolutamenteinscindibili, giacché entrambi sonoil nostro messaggio: un messaggio di vitalitàe di speranza per una società esausta edemotivata.Tali valori propongono – prima di ognialtra cosa – un messaggio di libertà. Infatti,la libertà è l’essenza stessa <strong>della</strong> Libera Muratoria.Perché se una etica è veramente2/2010HIRAM


• 9 •<strong>Etica</strong> <strong>della</strong> libertà - <strong>Etica</strong> <strong>della</strong> responsabilità, G. Raffitale, essa è il veicolo <strong>della</strong> libertà. Dove libertànon è sinonimo di caos, di anarchia odi egoismo, ma di dovere e responsabilità.Dovere di essere felicicon gli altri e per glialtri e responsabilitàdi realizzare questafelicità individuale ecollettiva che passaper rapporti umanidiversi e per una diversasensibilità peril mondo. Ciò significaproporsi l’obiettivodi cambiare ilmondo, rendendolo piùgiusto e più felice. E quindi più libero. Perchésino a quando non ci sarà Fratellanzanon ci sarà vera libertà. Sino a quando nonci saranno decorose condizioni di vita pertutti, non ci sarà libertà. Sino a quando nonci sarà tolleranza non ci sarà libertà. E neppurefelicità.Sembra ovvio, ma non è così. Perché se– come scriveva Rousseau – “L’uomo è natolibero, dappertutto è in catene”. E le catenenon sono solo quelle, pesanti, dei carceri edei lager, ma anche quelle più leggere delcontrollo mass–mediatico e dell’odio che,subdolamente, stringe i polsi e le menti deipiù deboli. E che li può rendere inconsapevolischiavi. Per questo bisogna comprenderecosa sia la libertà, viverla sino in fondoe saper combattere, affinché tutti la possanoottenere. Questo è l’antico segreto chei Liberi Muratori portano nel cuore e checomunicano a tutti coloro che desideranopercorrere, con loro, un comune cammino.E che – come i Liberi Muratori – pensano,kantianamente, che “l’uomo non è unmezzo, ma un fine” eche per ottenere questofine val la pena vivere lavita. È in questo spiritoche la Libera Muratoriaaffronta la sfida per unaeticità che sia insiemelibertà e responsabilitàe chiama a sé tutti gliuomini liberi, forti epronti ad accettarla: pagandoneil prezzo, se èil caso. Più libertà e più responsabilità:questa è la sfida che lanciamo daRimini alla società italiana consci che ciò implicaessere d’esempio e portare in spalla –insieme alla bisaccia dell’Umiltà – il gradito,ma pesante fardello, del Rigore e <strong>della</strong>Misericordia. Senza di cui non esiste né libertàné responsabilità. E neppure una veraetica.Voglio terminare queste riflessioni conuna frase particolarmente significativa epoetica. È di uno scrittore che ha fatto proprimolti valori dell’esoterismo, <strong>della</strong> saggezza,dell’eticità, <strong>della</strong> libertà e <strong>della</strong>responsabilità. È di Paolo Coelho che scrive:“Non mi pento dei momenti in cui ho sofferto;porto su di me le cicatrici come sefossero medaglie, so che la libertà ha unprezzo alto, alto quanto quello <strong>della</strong> schiavitù.L’unica differenza è che si paga conpiacere, e con un sorriso … anche quandoquel sorriso è bagnato dalle lacrime”.2/2010HIRAM


EDITORIALEthics of Freedom - Ethics of Responsibility*by Gustavo RaffiGrand Master of the <strong>Grande</strong> <strong>Oriente</strong> d’Italia(Palazzo Giustiniani)Distinguished Authorities,Ladies and Gentlemen,Dear Brethren,The distinctive title of this GrandLodge is: “Ethics of Freedom,Ethics of Responsibility”. Thistitle was not randomly selected, nor is itbased on rhetoric: being free means bearingthe burden of a major ethical responsibility.As George Bernard Shaw said –both ironically and rightly - “Freedommeans Responsibility and that is why mostmen shun it”. Indeed, ethics of freedomand responsibility entail commitment,time, passion, and devotion. It means investigatingthe depth of things, in order toask wide-reaching question. The method tobe followed was described by Antoine deSaint-Exupéry, when he wrote: “If you wantto build a ship, don’t drum up people tocollect wood and don’t assign them tasksand work, but rather teach them to long forthe endless immensity of the sea. As soonas this thirst has been awakened in them,they will start to work to build the ship”.This is why society needs our words andour actions. Only real Masters can saywords and carry out actions with tenaciousnessand courage. And we want to bethe arm of hope in this task, not the sickpart. We want to be a firm and clear voice,which asks to be heeded among the clamour,which only aims at confusing people’sconscience. We want to be amongthose who try to decide for their own destiny- with freedom and responsibility andwe do not want to be muzzled. We want tobe the Light for a society which is fumblingto find ethics, which is looking for ethics -sometimes desperately – yet no longerknowing what ethics is, or where it is!Today’s ethics is a thorny and fearedproblem. For this reason, in this period,ethical topics are being discussed by everybody,and they often appear in newspaperarticles.* Annual Communication of the <strong>Grande</strong> <strong>Oriente</strong> d’Italia. Address of the M.W. Grand MasterBro. Gustavo Raffi, Rimini, March 26-28, 2010.2/2010HIRAM


• 11 •Ethics of Freedom - Ethics of Responsibility, G. RaffiBut above all, ethics is in the mind ofmany concerned individuals, who note –with sadness – that ethics ismore and more absentfrom private and publiclife.Yet, private and publiclife without ethics inevitablyleads to a motivationalvacuum that lies at thebasis of the decadenceand destruction of a State,a society, or a man. Ofcourse, we live in a liquidsociety, as aptly defined, asociety where thought iserrant, where everything –even political situations –runs the risk of being gelatinous,ill-defined. Yet, owing to such a situation,our task does not change. On thecontrary, our task - the task of Freemasons- is to rebuild lost ethics, giving room tofreedom and responsibility. This is the reasonwhy, if we are facing a building withshattered window glasses, we must notshatter the remaining glasses. We must, instead,repair the broken glasses. Then, thebuilding will be normal again. Metaphorsapart, repairing broken glasses means absorbingthe Aristotelian category of relationships,with the others, with things,with the world, not to destroy, but to rebuild.Only starting from relationships, isit possible to experience real ethics, ethicsof freedom and responsibility, which canrestore that “building with broken glasses”as our society, our States, our mankindhave become.Ethics – which must not be confusedwith morals – is undoubtedly the frameworkof a State, a society,and a man willing to definehimself as such. GiuseppeMazzini – sadlyalmost forgotten by everybody- recalled thisconcept when he placedethics at the basis of that“civil religion” in whichhe relied, so that newlyunified Italy couldthrive. Ethics is the setof all those human andcivil values that characterizelife within a community,and with it, alsoindividual life. It is almostsuperfluous to remind you of thosevalues: honesty, courage, civic sense, lovefor one’s neighbour, universal brotherhood,respect for those who are differentfrom us, generosity, altruism, the sense ofsacrifice, tolerance, religious sensitivity,and so on.Ethics, secular ethics, is made up ofthese values - simple, basic, yet sculpted inour hearts as the “Tables of the Law”. Nothingelse is needed to make ethics. Be carefulhowever, that ethics inspired by areligious belief is also very similar to secularethics. In his book titled Spaccio de la bestiatrionfante, the Italian philosopherGiordano Bruno wrote very clearly: “Godsdo not enrage for a swear or an offence addressedto them; gods enrage when actionsare made that cause splits in social cohesion,weakening the State, the Law, and Ju-2/2010HIRAM


• 12 •EDITORIALstice. There is no such thing as a true orfalse religion (and who could say – when itcomes to faith – what is trueand what is false?). Thereare, instead, useful religionsand harmful religions.And the effectivenessof a religion can only bemeasured according tothe positive or negativeeffects it produces in a society”.Actions matter.Reward must not go tothose who have ‘healed acripple’, but to those whohave freed their countryand healed a troubledsoul”.However, the bitterthough spontaneous remark is that thisethics, this aspiration to live ethically,seems to be alien to our society, to Italy asit is now. The values mentioned by Mazziniseem to be distant from common feeling. Aworld of corrupt people, wide boys, boasters,crooks, petty thieves, and smart fellowsseems to prevail over those men ofhonour to whom Mazzini wanted to entrustthe fate if his country - of our owncountry. This country seems to be distant -if not downright alien - to people of goodwill, those who have a pure heart, and realcitizens. For this reason, the lack of ethicalityis a real social disease. It is not a matterto be taken lightly. It is not a matter to beneglected, as the lack of ethicality causesthe weakening of justice. But “Without justice,what is a State, if not a band of malefactors”:these are the sad and propheticwords by St. Augustine, one of the FoundingFathers of Western Civilizationand Christianity. Ifthere is no trust in the Stateand justice, it can be said –secularizing a famous sentenceby Fedor MichajlovičDostoevskij – that “everythingis permitted”. And thegeneralized “permission”inevitably leads to chaos,the fight between gangs,and a degenerated and degenerativesocial situationin which – as Hobbes wrote -“homo homini lupus – Manis Wolf to Man”. This statementcan be – sadly – ascertainedtoday. Instead, it isnecessary to restore the responsibility ofthought towards the current situation, andrecover the value of individuals - of humanbeings, beyond ethnic groups, ideologies,and societies. This is the only way to reactto the new nihilism, which for a long timenow has been proclaiming the supersessionof individuals, the annihilation ofevery ethic value, and with them, the annihilationof justice.We know, however, that the responsibilityof thought and human beings are alltoo often forgotten. Yet, we as Free Masonscannot accept what happens elsewhere –in fact, we must reject it with all ourstrengths. We claim the central role ofethics, culture of ethics, and priority ofethics, of secular, intelligent, and far-reachingethics. It is distilled - historically -2/2010HIRAM


• 13 •Ethics of Freedom - Ethics of Responsibility, G. Raffifrom the Greek and Roman cultures, stemmingfrom the best elements of the Jewish-Christian tradition, from the spirit of theMedieval Knighthood, from the Renaissancedream of manat the centre of theuniverse, from thecourage of the heroesof the 15th and 16thCenturies (thinkabout Galileo Galileiand Giordano Bruno),from those Athletesof intelligence (theintellectuals of theEnlightenment), andfrom the Fathers of the Italian Risorgimento:those who sacrificed their youth,their life, their families and their wealthfor the ethics of a new Italy. They did it withouthesitating, without stepping back,without compromises, and without breakingdown. We must take stock of their experiences,knowing that what reallymatters is not accumulating knowledge,but the price we paid – and we will continueto pay – for what we believe is right tothink, say, and do.Giordano Bruno wrote in his work titledOratio Valedictoria: “By working I profited,by suffering I had experiences, by living inexile I learnt”. This is the path that all themen of doubt must cover.This is also the ethical way we look atand which makes up our own history, eventhough it sometimes seems a minimumethics. Actually, it is a path full of decisivechallenges: from bioethics to freedom ofthought, from politics intended as a projectand a fate, and not mere bureaucracy, tothe important topics concerning the environmentand relations between peoples.This path – which is apparently a “minimumethics” – developsthrough quest anddialogue. It goes beyonddifferences – beyondany difference –in the name of the onlyPantheon that we recognize,which is summarizedin one word:mankind. In the nameof mankind, whatseems “minimum” is actually“maximum”. Understanding this is asign of wisdom; experiencing this in oureveryday lives is a sign of a great strengthof mind. We have learnt this from ourLodge work, and for this reason we can viewith the ethical issues which are skirted bymany – including the Church - withoutasking the right questions and withoutclaiming that we can provide the right answers.We have been asking the right questionsfor long, and we have tried toprovide possible answers, by choosing to“fly high” like eagles. Other people are leftto fly low, like hens.By virtue of this aspiration to ethics, westrongly reaffirm the need – at least forItaly – for an ethic breakthrough, involvingeverybody, responsibly: from politicians tocitizens, from intellectuals to workers,from students to women, young people andpeople who migrate to Italy. It is a qualitativebreakthrough. From just a few lineswritten by Lewis Mumford, we realize that2/2010HIRAM


• 14 •EDITORIALthe opposite is happening; culture and societyare increasingly interested in quantity,and they tend to ignore quality. Wemust have the ethical courage,instead, to claim theprimacy of quality; qualityof thinking and quality oflife. Without these two elements,the risk of goingback to irrational behaviours,to hatred and violenceis very high. This iswhy it is necessary to embracethe quality that requires,first of all, abandonthe language of loneliness,and open up to the worldand other people. Yet, openingup to the world and toother people means developingthe capability tofeel astonishment; just aswe did during our initiation. For this reason– believing that dreams and astonishmentare similar – we must cover thesame path of the masters of dream, so thatwe can become masters of dream, men whobelieve that history is a path that continuesin the greenery; we do not know where itleads to, yet we are certain that it will benice to cover such a path. As Brother Goethewrote: “We continue on our path withoutfears. We always call upon you to befull of hope”.As dream, hope, and ethical sense arethe cornerstones of Masonic learning andquest, according to the Socratic words: “Alife without quest is not worth living”. Thisis why we, as Freemasons, are restless, freefrom dogmas, people who do not settle forsecond best, who look for what is best forthem and other people. Yet, searching doesnot mean being misbelievers.Freemasonry is not – as someonewrongly states – themultiplication of relativismand the mother of nihilism.On the contrary, althoughFreemasonry – as Voltairestated – has always defended,defends, and will continue todefend the wide spectrum ofother people’s values, thisdoes not mean that it renouncesits values. It doesnot mean that Freemasonrybelieves that man must nothave values. It does not meanthat according to Freemasonrypublic life must be ajungle, where the strongest,the most violent, or the smartest, prevail.In fact, Freemasonry believes, like VáclavHavel, that: “Without values and moralobligations, shared and deeply rooted, neitherthe law nor the democratic government,or market economy shall workcorrectly”. Freemasonry places at its corean ethicality made up of man’s timeless values;those values that make men as such.On the other hand, there cannot be knowledgeof the lost words – the very symbolof quest – without an endless love for man,without hesitation and without vacillation.This is shown by the constant militancy ofFreemasonry against those who questionor reject Freemasons, all over the world. Itis not by accident that Freemasonry has2/2010HIRAM


• 15 •Ethics of Freedom - Ethics of Responsibility, G. Raffibeen prosecuted and persecuted by all totalitarianregimes in which ethics was sacrificedin the name of an ideology basedon institutions, bureaucracy,and politicaland theocratic dogmas,not based onman. To pursue thisethics, Freemasonryhas paid a very highprice: on battlefields,in concentrationcamps, in torturecells, with exile, beforefiring squads. Theprice Freemasonry pays every day is systematicmarginalization, discredit, rejection,and scorn. These great heroes - whom theworld does not commemorate - are in ourhearts and are ideally among us each timewe meet, and they urge us to be like them.Indeed, Freemasonry follows their path,pursuing the same, unchanging ethicalprinciples. It uses the esoteric methodwhich is typical of Freemasonry and stemsfrom its Tradition. It is a method that hasnothing to do with religious, religious-like,or occultist forms. Freemasonry is not aChurch or a “fool’s gold”, used to deceiveor rob people who are disenchanted, frustrated,or gullible. Our esotericism is anethical value that focuses on the image ofaccomplished and fulfilled man, who hasachieved results through the improvementresulting from the ritual practice and thestudy of symbols. Symbols that are not magicalformulas or spiritistic junks (let’s beclear about this), but material objects andlinguistic – often performing - expressions,through which we can perceive those eternalvalues which are at the basis of universalethics.All the symbolsused by Freemasonry,as well as ritual formulas,aim at enhancingcompleteness, dignity,sense of transcendence,respect for manand nature, tolerance,brotherhood, improvementof individualsand communities, andwisdom. These are thevirtues that we would like to be the veryfoundations of every society and every livingbeing. For this reason, a great Renaissancesage man like Girolamo Cardano,wrote that “human life is symbolic; thosewho do not understand it are not men”.For this reason, one of the topics onwhich the Grand Master has always insisted,and will always insist, is absolutecompliance with the Ritual and the esotericpractice at the various Degrees, as wellas understanding that Masonic culture is aculture of ethicality. And that both are absolutelyinseparable, because both are ourmessage: a message of vitality and hope fora society that is exhausted and lacks motivation.These values propose, first of all, a messageof freedom. Indeed, freedom is thevery essence of Freemasonry. If ethics isreal ethics, it conveys freedom, where freedomdoes not mean chaos, anarchy, or selfishness,but rather duty andresponsibility: the duty to be happy with2/2010HIRAM


• 16 •EDITORIALothers, and for the others and the responsibilityto achieve individual and commonhappiness through humanrelationships and differentsensitivity towards theworld. This means changingthe world as a targetto be set, making theworld more right andhappy, hence freer. UntilBrotherhood is not achieved,no real freedom willexist. Until decent livingconditions are not availableto everyone, there willbe no freedom. Until thereis no tolerance, there willbe no freedom, and therewill be no happiness.It seems obvious, but it isnot. If – as Rousseau wrote – “Men wereborn free, they are in chains everywhere”.And chains are not just the heavy chains ofjails and concentration camps, but also thelighter chains of mass-media control andhatred, which subtly clutches the wristsand narrows the minds of the weakest,which can make them unaware slaves. Thisis why we must understand what freedomis, live it thoroughly, and be ready to fightso that everybody can obtain it. This is theancient secret that Freemasons have intheir hearts, and convey to all those whowish to cover, with them, a common pathand think, as Freemasons do and Kant said,that “man is not a means, but an end” andthat to obtain this end, life is worth living.With this in mind, Freemasonrystands up to thechallenge for an ethicalitythat is both freedom andresponsibility, inviting allmen who are free, strong,and ready to accept it, tojoin Freemasonry; payingthe price for this challenge,if necessary. Morefreedom and more responsibility:this is our challengefrom Rimini, to the Italiansociety.We are aware that thisentails being an exampleto others, and bearing –along with Humility - the welcome butheavy burden of Rigour and Mercy, withoutwhich neither freedom nor responsibilityexist, and not even real ethics. I wish toconclude these remarks by quoting a particularlymeaningful and poetic sentenceby a writer who has embraced many valuesof esotericism, wisdom, ethicality, freedomand responsibility. Paolo Coelho wrote: “Ido not regret the moments in which I suffered;I bear scars on me, as if they weremedals, I know that freedom has a highprice, as high as that of slavery. The onlydifference is that you pay for it with pleasure,and with a smile …even when thatsmile is drenched in tears”.2/2010HIRAM


La fenomenologia <strong>della</strong> Poiesis.Il legame sinottico tra fisica e metafisica*di Mario BullettiPsicologo, psicoterapeutaThe phenomenology of the poiesis tries to emphasize the central role played bythe universal strength of life, death and rebirth. Such a poiesis appears as aprimordial and never-ending seminal energy, which, showing a divine presence inthe cosmos, is a witness of our rebirth in the “Eternal Orient”.1 L’anteprima <strong>della</strong> PoiesisIniziamo qui ed ora con l’introdurrel’anteprima dell’insieme concettualeriguardante la Poiesis. Potremoaffermare che la Poiesis èquell’energia vitale che anima l’infinitotutto. È una e indivisibile e tanto molteplicequanto incommensurabile in ogni suaespressione e movenza. È in sé e per sécausa e fine di se stessa. È anche allo stessotempo trascendente ed immanente e si rigeneraad ogni istante con rinnovata energia.È il simbolo per eccellenza che unificaogni insieme di costituenti. Si muove inogni campo del nostro scibile, attraversandopanorami apparentemente incongruentifra di loro quali la morale e la fisica.Unifica in sé le relatività einsteiniane, passandoattraverso la matematica e la geometriaeuclideo-newtoniana, con quelle<strong>della</strong> meccanica quantistica. È pure quellospecchio nel quale si riflette l’universo infinitocon ognuno di noi. È quell’energia vitaleche anima il capolavoro dell’incommensurabilitàin ogni sua espressione. Uncapolavoro messo in opera nell’officina delmondo fisico e metafisico, il cui grande “architettoe costruttore è Dio stesso” 1 . Un ar-* La trascrizione dei dettati del testo è stata curata dalla dott.ssa Marina Puccetti a cui lo scriventerivolge i più sentiti ringraziamenti.1 Nuovo Testamento Interlineare, 2005: 1837.2/2010HIRAM


• 18 •chitetto definito, nel testo originale <strong>della</strong>Lettera agli Ebrei attribuita a San Paolo,come τεχνίτης καὶδημιουργὸς 2 , ovverocome “artista, arteficee demiurgo”. Un artistaanimato daun’energia vitalecreativa e nel contempodemiurgo cheopera, proprio comeun artigiano, per il“bene dell’umanità”.Un artista, artefice edemiurgo, la cui energiavitale e creativapervade tutto lo scibile ed ogni possibilitàdi sapere nell’immensità dello sconosciuto.Un’immensità che pervade a sua volta conla sua energia vitale l’artefice ed il demiurgostesso. Una Poiesis senza la qualenulla potrebbe essere ciò che è. La sua comprensioneè noetica. Richiede a tutti gli effettidue qualità inscindibili, quelladell’intelletto e quella <strong>della</strong> sensibilità piùsottile e profonda legata all’intellettostesso. Una sensibilità che va aldilà dellospazio e del tempo e che anima pienamentelo Zeitgeist o spirito dei tempi. Un aldilàdello spazio e del tempo che così vienedefinito da Duane P. Schultz 3 :La teoria naturalistica <strong>della</strong> storia è altresìconfermata da vari casi di scopertesimultanee. Per esempio, sonostate fatte scoperte molto similida parte di individui chelavoravano in luoghi geograficamentemolto distanti espesso completamente all’oscurol’uno del lavoro dell’altro.Postman (1962) ha giàosservato come nel 1900 bentre ricercatori diversi (che lavoravanoseparatamente e cheassolutamente non si conoscevanotra loro) scoprirono dinuovo il lavoro di Mendel. “Senon lo fa uno, in seguito lo faràun altro scienziato; o, se uno scienziato lofa al momento sbagliato, altri tre lo farannoal momento giusto!”. 4La noetica pertanto svela il comportamentopiù nascosto di ogni intelletto. Lasua etimologia a doppia composizione rivelala propria significazione derivante dall’unionedi due significanti: νοῦς o nousovvero “mente; intelligenza; intelletto; ragione”5 e ἦθος o ethos ovvero “consuetudine;uso; abitudine; costume” 6 in sintesi“comportamento”. La noetica animatadalla Poiesis rivela la sua immanente trascendenzaanche in un altro campo <strong>della</strong>2 S. Paolo, Lettera agli Ebrei, 11,10.3 D.P. Schultz, (tutt’ora vivente), già professore ordinario presso il Dipartimento di Psicologia<strong>della</strong> North Carolina University (Charlotte, USA), attualmente associato presso il Dipartimentodi Psicologia <strong>della</strong> Sud Florida University (Sarasota, USA). Ha pubblicato fino ad oggi 17 saggi e numerosiarticoli utilizzati come testi didattici in vari atenei.4 Schultz, 1978: 23.5 Rocci, 1995: 1288, voce: νοῦς, νοῦ, ὁ.6 Rocci, 1995: 849, voce ἦθος, ους, τό.2/2010HIRAM


• 19 •La fenomenologia <strong>della</strong> Poiesis, M. Bullettilogica dell’ethos ovvero in quella del comportamentodell’animale. Un animale chepossiede a sua volta quell’energiavitale e creativa <strong>della</strong> Poiesistanto che secondol’eminente esegeta Mons.Gianfranco Ravasi 7 :[...] Identificando cosìl’anima con la stessa personavivente. È facile, alloracomprendere perchéla bestia sia chiamata “animale”,riconoscendo inessa quella che la filosofiaclassica definisce “animavegetativa e sensitiva”. 8Quindi a proposito di quelsoffio vitale ed universale <strong>della</strong>Poiesis, potremo constatare che la Poiesisstessa anima persino la noetica non umana.È l’eminente scrittore Paolo Coelho 9 che ciinforma in merito del nous dell’animale o<strong>della</strong> noetica in Etologia:Uno scienziato che studiava le scimmie,in un’isola dell’Indonesia, riuscì a insegnaread una di esse a lavare le patatenel fiume, prima di mangiarle. Il cibo ripulitodalla sabbia e dalla sporcizia, erapiù gustoso. Lo scienziato che stava effettuandol’esperimento sulla capacità di apprendimentodegliscimpanzé non potevaneanche immaginarequello che sarebbesuccesso alla fine. Fuinfatti sorpreso nelloscoprire che tutte lescimmie dell’isola cominciaronoad imitarela prima. Finché ungiorno, quando ormaiun numero cospicuodi scimmie aveva imparatoa lavare le patate,anche le scimmiedelle altre isole dell’arcipelagoiniziaronoa fare lo stesso. La cosa più sorprendente,però, è che queste ultime impararono afarlo senza avere mai avuto alcun contattocon l’isola dove era in corso l’esperimento.[…] Esistono numerosi studiscientifici al riguardo. La spiegazione piùcomune è che quando un determinato numerodi individui evolve, finisce per evolversitutta la razza. Non sappiamo quantiindividui siano necessari, ma siamo sicuriche è così. 107 G. Ravasi, (1942-tutt’ora vivente), Presidente del Pontificio Consiglio <strong>della</strong> Cultura, <strong>della</strong>Pontificia Commissione per i Beni Culturali <strong>della</strong> Chiesa e <strong>della</strong> Pontificia Commissione di ArcheologiaSacra, Arcivescovo titolare <strong>della</strong> Sede Proconsolare di Villamagna.8 Ravasi, 2003: 17.9 P. Coelho (1947-tutt’ora vivente), scrittore e poeta brasiliano, nominato messaggero <strong>della</strong>pace (ONU, New York, 2007).10 Coelho, 1999: 146.2/2010HIRAM


• 20 •2 L’universalità <strong>della</strong> PoiesisPertanto la Poiesis in questo suo primoapparire sul palcoscenico concettuale,inizia a far intravederela sua universalitàpresente oltre che nelmondo organico anche inquello inorganico. La prova<strong>della</strong> noetica <strong>della</strong> Poiesis sievince attraverso la praticasperimentale. La dimostrazionedi quanto appena affermatoè tanto complicataquanto semplice:Facciamo sosta al Cerndi Ginevra, e seguiamo perqualche minuto un elettronee la sua antiparticella,il positrone, nella loro folle corsa lungo ilcircuito di un acceleratore. Quando le dueparticelle hanno raggiunto un’energiasufficiente si scontrino pure con inauditaviolenza. Annichilandosi. Daranno praticadimostrazione dell’equivalenza tra materiaed energia. Trascorso un istante daquel vuoto perturbato nasceranno ormainuove e ormai ben note coppie di particelle.Quark e muoni. Neutrini e mesoni. Ecosì via. Cosa è successo? È successo che lagrande energia prodotta dall’annichilazioneha perturbato a caso questo o quelcampo quantistico. Il quale essendo depositario<strong>della</strong> memoria di una specificaparte delle leggi fisiche, ha ritrasformatol’energia in particelle materiali. 11Pertanto la noetica inorganica si delineain un processo di riuniformazione costanteed universale. Un processo chenon esclude in alcun modocreatività e variabilità cosìonnipresenti nel mondoinorganico. Quindi la Poiesis,l’energia vitale cheanima tutto l’universo, possiedeinequivocabilmenteuna memoria. È come Mnemosine,la madre di ognimusa, che si muove in ognispaziotempo <strong>della</strong> creatività.La sua memoria è il significanteconsustanzialeche dà origine a quell’insiemecreativo che ha la suaespressione simbolica nell’insiemedelle nove muse figlie di Mnemosinee del padre degli dei Zeus. La contestualizzazioneleggendaria è oltremodo attraente:Mnemosine è la personificazione <strong>della</strong>memoria. È figlia d’Urano e di Gaia e appartieneal gruppo delle Titanidi. Zeuss’unì a lei, in Pieria, per nove notti di seguito,e, in capo a un anno, ella gli diedenove figlie, le Muse. 12La tematica <strong>della</strong> Poiesis si svolge comenell’estensione rappresentativa delle Muse,su molteplici localizzazioni. Localizzazioniod estensioni che si muovono all’interno diun insieme di fenomeni che variano dal definitoall’indefinibile. La Poiesis inizia qui11 Greco, 2002: 590, voce: Vuoto.12 Mitologia, 2006: 426, voce: Mnemosine.2/2010HIRAM


• 21 •La fenomenologia <strong>della</strong> Poiesis, M. Bulletticon il mostrare le sue movenze che, comela musa <strong>della</strong> danza Tersicore 13 , si apronoin ogni dimensione del nostro intelletto.Dopo questo primo abbozzointroduttorio cheanticipa nell’immediatoil dovuto preludio metodologico,ci inseriremomano a manonelle varie argomentazioniche vogliono precisaregli aspetti diquesta energia vitalecosì preziosa per tuttinoi. Citeremo per semplicitài quattro enunciati di Pierre Duhemcosì ben riassunti dal filosofo <strong>della</strong> scienzaPietro Greco 14 :Il processo che coinvolge la teorianella spiegazione di un fenomeno naturalesottoposto ad osservazione consiste,secondo il filosofo francese, di almenoquattro diversi passaggi: 1) la definizionee la misura delle grandezze fisiche coinvolte;2) la scelta delle ipotesi di spiegazione;3) lo sviluppo matematico <strong>della</strong>teoria; 4) il confronto <strong>della</strong> teoria conl’esperienza (esperimento). L’ultimo passaggioè l’unico che possa servire comecriterio per stabilire la verità <strong>della</strong> teoriascientifica proposta. Tenendo presenteche in ogni caso si tratta di una veritàprovvisoria e che, pertanto, la teoria è lostrumento con cui lo scienziato,più che cercare di attingerealla verità, cerca di “salvare ifenomeni”. Da notare, ancora,che secondo Duhem la teoriaè, in qualche modo, un’ipotesiscientifica matura, cioè matematizzata.È da notare, infine,che queste definizioni, perquanto articolate, ancoranulla ci dicono su come gliscienziati elaborano le teorie(psicologia <strong>della</strong> scopertascientifica) e, soprattutto come le teoriesi relazionano ai fenomeni <strong>della</strong> natura. 15La nostra teoria che si relaziona con i fenomeni<strong>della</strong> natura si propone come quell’assiomache tende ad unire il grado delpiù profondo con quello del più elevato. Unassioma che non può che appoggiarsi, comei nostri piedi, sul terreno del reale. Un realepervaso di logica proprio come quella <strong>della</strong>natura o <strong>della</strong> περὶ φύσεως o perí phyśeōsossia <strong>della</strong> descrizione <strong>della</strong> natura propostanei suoi epigrammi dal filosofo ionicoEraclito da Efeso 16 . Una perí phyśeōs che circoscriveestesamente la fisica. Una fisica13 Esiodo, Teogonia, 78.14 P. Greco, chimico, collaboratore del gruppo di ricerca ICS (Innovazioni nella Comunicazione<strong>della</strong> Scienza) <strong>della</strong> Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (Sissa) di Trieste.15 Greco, 2002: 525-526, voce: Teoria.16 Eraclito (535 - 475 a.C. circa), filosofo <strong>della</strong> natura presocratico, sacerdote nel tempio di Artemidead Efeso. I suoi frammenti scritti in greco ionico ed in prosa, sono giunti a noi sotto formadi aforismi ed epigrammi spesso incompleti con il titolo di περὶ φύσεως, od Intorno alla natura. È famosoper il suo principio del pańta rheȋ o del “tutto scorre” nel divenire del pólemos fra opposti.2/2010HIRAM


• 22 •che però, come gli Epigrammi eraclitei, è ilsignificante in chiaroscuro dell’analisi condottadall’umano. La natura di fatto veste ipanni <strong>della</strong> fisica e la fisica si trasmuta nell’ambito<strong>della</strong> nostra fisicità infisiologia.3 Dalla metamorfosi <strong>della</strong>Poiesis al DemiurgoDi fatto, come appenareso visibile dall’evidenza,è possibile far risaltare conimmediatezza una delleinfinite metamorfosi nellequali si muove e si rispecchiala Poiesis. Metamorfosiche si legano l’unaall’altra fra di loro senzasoluzione di continuità eprive di contraddizioni. Ledinamiche naturali <strong>della</strong> Poiesis confluisconoanche nei fatti in quella avvincenteelaborazione di teorie che diverranno, tral’altro, oggetto dell’indagine psicologica<strong>della</strong> scoperta scientifica. Una scoperta cherichiede una dose di creatività collegata,nella sua espressione più alta, con il campopiù poietico che esista nella mente dell’umanoovvero quello dell’arte. Un campoche ci riconduce a quell’artista, artefice edemiurgo del quale ogni essere umano èfatto ad “immagine e somiglianza” 17 . La Poiesissi rivela anche come un fattore transculturale.La sua etimologia ci riporta aiprimordi del mito teogonico dell’anticaGrecia che vide altresì gli agoni ogare poetiche fra Esiodo edOmero. Un mito che ci riconducenecessariamente allemuse, filiazioni rappresentativedi tutta la sfera artisticadell’umano. Un frutto questogenerato, come già accennato,dall’idillio di Zeus conMnemosine. L’ultima delleloro figlie regali, la più importantedi tutte, ebbe comenome quello di Calliope. Èl’antico poeta Esiodo 18 che citestimonia in merito a questamusa: Καλλιὸπη θ’ ̣ ὴ δὲπροφερεστάτην ἐστὶν ἀπασέων 19 ,ovvero “Calliope che è la più illustre ditutte”. Una preminenza nascosta proprioall’interno del nome <strong>della</strong> musa stessa,composto di καλὸς “bello” e ὄψ (gen. ὄπός)“voce” ovvero calòs e óps ossia “dalla bellavoce”. 20 Un’apertura particolare presenteproprio nella maschera teatrale greca:“fatta in modo da rafforzare il suono <strong>della</strong>voce (ut personaret): cosa resa necessariadalla ordinaria vastità degli antichi tea-17 Genesi, 1,26.18 Esiodo, (VIII-VII sec. a.C.) primo poeta didascalico <strong>della</strong> Grecia. Tradizionalmente passatoalla storia come competitore poetico di Omero. Vinse l’agone poetico in onore del principe Anfidamantenell’isola di Eubea. Scrisse il poema Le opere e i giorni ed il primo poema religioso greco, laTeogonia, giunti integri fino a noi. In modo frammentario e con attribuzione incerta abbiamo invecele opere: Il catalogo delle donne, Lo scudo di Eracle ed altre opere minori.19 Esiodo, Teogonia, 79.20 Rocci, 1995:1334, voce: ὄψ, ὄπός, ἡ.2/2010HIRAM


• 23 •La fenomenologia <strong>della</strong> Poiesis, M. Bullettitri”. 21 Quindi Calliope rappresenta la personificazione<strong>della</strong> poesia. È il mezzo attraversoil quale fluisce la forza,l’energia vitale <strong>della</strong> sacralitàpoetica. Una sacralitàrappresentata in quel tempiodove veniva celebratanella Grecia arcaica la liturgiadel sacrificio dell’animasul palcoscenico del primoteatro. Di fatto nello spaziotempodel V secolo:Le tragedie venivanorappresentate nel teatrodi Dioniso di Atene cheera collegato con il tempiodel Dio: qui, per la durata<strong>della</strong> festa venivaportata un’antica immagine di Dioniso,conservata per il resto del tempo in unsantuario di quel complesso sacro situatonella periferia <strong>della</strong> Città che si chiamavaAkademia. 22Un nome questo che ci riconduce all’Accademiadell’intelletto ovvero all’espressionepiù alta dell’apprenderepraticata dall’intelletto. Quindi nel temposacro celebrato nello spazio del tempio, ilrecitato calliopeo diveniva quel diaframma,quella porta che separava e separa il palcoscenico<strong>della</strong> rappresentazione sacra, daquello <strong>della</strong> platea del mondo profano. Undiaframma attraverso il quale siriflettevano però in pienasimmetria lo spirito evocatodall’insieme delle maschereconcelebranti con quellosempre concelebrante deglispettatori. Pertanto la catarsi,acclamata nel teatro,diveniva una vera e propriapurificazione creativa. Si rispecchiavanella perfettasimmetria <strong>della</strong> comunionenella quale la bella porta calliopeaagiva da diaframmafra sceneggiato e spettatore.Una porta che unisce duemondi divenuti simmetrici purificatida quell’energia vitale che si imponecome un vero e proprio assioma <strong>della</strong>creatività. Quindi etimologia e funzione<strong>della</strong> Poiesis si mostrano in tutta evidenza,come nella chiarificazione espressa dall’eminentelinguista Giacomo Devoto 23 . Unachiarificazione che ora giocoforza deve esserepresentata. Avremo di fatto: “poesia,dal lat. poesis (che è dal gr. poíēsis, nomed’azione di poiéō “creo”), passato alla declinaz.it. in –a”. 24 Una declinazione nellaquale viene interpretata la creazione, chesegue in senso esteso i canoni calliopei21 Pianigiani, 1993: 1007, voce: Persona.22 Antonucci, 1997: 11.23 G. Devoto (1897-1974), fu uno dei massimi linguisti italiani del Novecento e uno dei maggioriesperti <strong>della</strong> linguistica indoeuropea. Presidente dell’Accademia <strong>della</strong> Crusca (1963). Fu ordinariodi Glottologia e Rettore dell’Università di Firenze. Coautore del Dizionario di Lingua Italiana edel Vocabolario Illustrato <strong>della</strong> Lingua Italiana.24 Devoto, 1968: 321, voce: Poesia.2/2010HIRAM


• 24 •<strong>della</strong> poesia o <strong>della</strong> poietica. Avremo pertantouna creatività personificata nell’espressionepoetica, ma cheha come suo motorel’energia vitale <strong>della</strong> Poiesis.Un’energia vitale chemuove ogni logica insitanella parola attraverso laquale l’essere umano descrivese stesso e l’universoche lo circonda. Unaparola, un lógos che si rivelanocome una vera e propriaepifania. Un’epifaniaparadossale che si presentatanto ineffabilequanto indefinibile. Un calembourquesto nel qualel’interprete primo, l’attoredell’esegesi nel quale si rispecchia l’essereumano, è anche il demiurgo che dominal’azione di quel: “mettere in moto, far andareinnanzi, operare, porre in azione” 25del lógos o <strong>della</strong> logica che pervade l’infinitotutto.4 Dalla metacosmologia alla relatività <strong>della</strong>simultaneità einsteinianaSi avrà pertanto sul palcoscenico delnostro universo, una metacosmologia dicui l’autore, il regista e l’interprete, è quell’unoche, nelle sue incommensurabili metamorfosi,fa risplendere ogni genere divita inorganica ed organica. Volgendo ilnostro sguardo all’universo che ci circonda,ammireremo la Luna o il Sole o ancora unamiriade di stelle. La Luna che però vediamo,non è la Luna reale, èl’immagine <strong>della</strong> stessa checi arriva con un secondo diritardo. La Luna di fatto è situatanello spazio mediamentea Km 384.400 dallaTerra. Se consideriamoanche il parametro orbitale<strong>della</strong> velocità media <strong>della</strong>luna che corrisponde ametri 1.082 al secondo, potremorenderci conto <strong>della</strong>distanza nella quale si trovarealmente la Luna rispettoalla sua immagine da noipercepita. Il calcolo è prestofatto se consideriamo che la“velocità <strong>della</strong> luce nel vuoto equivale esattamentea 299.792.458 metri al secondo” 26pertanto l’immagine <strong>della</strong> Luna che vediamoè illusoria poiché la Luna nel momentostesso <strong>della</strong> nostra percezione èinvisibilmente, ma realmente situata nellospazio già più lontana di circa metri 1.082rispetto all’immagine percepita dai nostriocchi. In ugual modo questo nostro ritardo<strong>della</strong> percezione, si verifica in maniera piùevidente nei confronti del Sole. Infatti ilSole che vediamo, è quello situato nellospazio 8,33 minuti luce prima <strong>della</strong> nostrapercezione poiché l’immagine del Sole chepossiamo vedere grazie alla luce impiegaproprio 8 minuti e 33 secondi per giungerefino a noi. Le stelle che vediamo sono si-25 Pianigiani, 1993: 104, voce: Attore-trice.26 Bobin, 2006: 14.2/2010HIRAM


• 25 •La fenomenologia <strong>della</strong> Poiesis, M. Bullettituate nello spaziotempo miliardi di anniluce fa. Paradossalmente, se qualcuno rubassela Luna od il Sole od unastella, seguiteremmo a vederequesti pianeti per unbrevissimo periodo ditempo. Pertanto la nostrapercezione ed esistenzasono sempre differite in undivenire che si situa in unospaziotempo sfalsato semprenel passato ovvero in ritardonei confronti delpresente. Un ritardo che simanifesta perennementenei confronti del reale, inuna diacronia che, dal quasiinfinitesimale, giunge finoalla quasi eternità. Però questasfalsatura dello spaziotempo espressanella molteplicità incommensurabile deifenomeni, ci permette ugualmente di superarela discronia spaziotemporale conl’universo che ci circonda. Nei fatti è sufficientepensare che l’universo costituentedi cellule che ci conforma, non possiededue cellule identiche. Altrettanto avvienein un universo costituito da cristalli dighiaccio nel quale non esistono due cristalliuguali. Il motivo per cui questi due fenomenisi verificano in modo univoco, sianel mondo organico che in quello inorganico,sta nel fatto che ogni cellula, comeogni individuo, sono sempre conformati,come ogni cristallo di ghiaccio, in uno spaziotemporelativo differente, mai identico ase stesso. Ciò presume che non possa esistere,nel mondo dinamico nelquale viviamo, una piattastasi. Pertanto, la mancanzadi stasi presuppone l’annullamentodi una simultaneitàche renderebbe possibilel’identico reduplicarsi dellenostre cellule o dei cristallidi ghiaccio. Basti pensare ainucleotidi ovvero agli elementicostitutivi degli acidinucleici del nostro DNA: “inuna cellula, nel corso di unagenerazione, su tre miliardidi nucleotidi, se ne ritroveràqualche dozzina cambiata;c’è quindi un errore piccolissimo,dell’ordine, grosso modo, di uno suduecento milioni di nucleotidi per ogni copiatura”.27 Un errore di copiatura del DNAche, sebbene piccolissimo, si verifica superandoi “[...] meccanismi di controllo e dicorrezione delle copie di DNA appenafatte” 28 . Quindi è proprio il continuo modificarsidello spaziotempo relativo che si verificacontinuamente nel nostro pianeta“errante” 29 nello spazio, a non permetterela perfetta riproduzione di ogni generatosia organico che inorganico. Potremoanche affermare al proposito che tanto piùgrande è il numero di operazioni che vengonocompiute all’interno di ogni fenomenoorganico od inorganico, quanto più27 Cavalli-Sforza, 1995: 127.28 Cavalli-Sforza, 1995: 127.29 Pianigiani, 1993: 1013, voce: Pianeta.2/2010HIRAM


• 26 •è incisiva la deformazione spaziotemporalegenerata dalla relatività nei confronti dell’operazioneinsita nel fenomenoin questione. Èproprio Albert Einsteinche ci introduce alla relatività<strong>della</strong> simultaneità.Lo scenario è quello classicoeinsteiniano. C’è unbinario sul quale correun treno dal punto A alpunto B ed un altropunto esattamente ametà definito come M1sul quale si trova un viaggiatore.C’è inoltre unaltro osservatore sullabanchina ferroviaria chenoi definiremo staticamenteeuclideo che osservail treno nel suoavanzare. Nel preciso istante in cui il trenosi trova per lui nel punto M sempre a metàstrada tra A e B, un fulmine colpisce contemporaneamentei punti A e B.5 Dal fulmine <strong>della</strong> simultaneità all’asse<strong>della</strong> simmetriaLa presentazione dei due assiomi inerentialle due differenti relatività <strong>della</strong> simultaneitàda parte del fisico tedesco, èben chiara: “se un osservatore seduto intreno nella posizione M1 non possedessequesta velocità, allora egli rimarrebbe permanentementein M e i raggi di luce emessidai bagliori del fulmine A e B lo raggiungerebberosimultaneamente, vale a dire si incontrerebberoproprio dove egli è situato.Tuttavia nella realtà (consideratacon riferimento allabanchina ferroviaria), egli simuove rapidamente verso ilraggio di luce che provieneda B, mentre corre avanti alraggio di luce che provieneda A. Pertanto l’osservatorevedrà il raggio di luceemesso da B prima di vederequello emesso da A. Gliosservatori che assumono iltreno come loro corpo di riferimentodebbono perciògiungere alla conclusioneche il lampo di luce B haavuto luogo prima <strong>della</strong>mpo di luce A. Perveniamocosì al seguente importanterisultato: gli eventi che sonosimultanei rispetto alla banchina non sonosimultanei rispetto al treno e viceversa (relatività<strong>della</strong> simultaneità)” 30 . Perciò si avràuna doppia relatività che vede il differenziarsidello spaziotempo di ogni ordine dinamicorispetto a quello euclideo diciascun ordine statico. In definitiva qualsiasicopiatura del DNA cellulare come ilformarsi di ogni cristallo di ghiaccio, avverrà,superando il fenomeno <strong>della</strong> simultaneità,in uno spaziotempo sempredifferente. Potremo anche dire che, a statichedifferenti, corrisponderanno sempreed inequivocabilmente situazioni di simultaneitào di stabilità differenti. È pertanto30 Einstein, 1981: 62.2/2010HIRAM


• 27 •La fenomenologia <strong>della</strong> Poiesis, M. Bullettila deformazione statica dovuta al numeroincommensurabile delle differenti relatività<strong>della</strong> simultaneità che determina inmodo conseguentemente inoppugnabile ladifferenziazione a cui èpredestinato ogni agentedinamico, coinvolgendonecessariamente, anche separzialmente, la luce. Palesementenon abbiamo unapercezione del carrousel dinamiconel quale ci muoviamoe nel quale si muoveil nostro pianeta, il sistemasolare e la Via Lattea intornoal cui centro gravitiamoruotando. Le differenti relatività<strong>della</strong> simultaneità si muovono all’internodi un equilibrio che, parafrasando Eraclito,è possibile definire come un armonico“tutto scorre”. Un’armonia, un πάντα ρἑίod un pańta rheȋ che potremmo definire,utilizzando il linguaggio <strong>della</strong> fisica, comedi autoregolazione. Un’autoregolazionetesa sempre al fine di raggiungere un equilibriocostante definibile in fisica come giroscopico.Gli esempi sono innumerevoli eci riguardano anche da vicino. Infatti il nostropianeta “errante” 31 , la Terra che abitiamo,ruota proprio intorno ad un asse diautoregolazione giroscopico:Il giroscopio manifesta poi il cosiddettoeffetto giroscopico o di precessione:applicando una forza, l’asse tende a disporsiperpendicolarmente al piano individuatodalla forza e dall’assemedesimo; in pratica si manifestaun lento moto conicodell’asse. La precessione è facilmenteverificabile in unatrottola il cui asse sia obliquorispetto al piano di sostegno;lo stesso fenomeno si riscontranel caso <strong>della</strong> Terra, cheha l’asse di rotazione inclinatorispetto al piano dell’orbitadi rivoluzione”. 32Il lento moto conico dell’asse inclinato<strong>della</strong> Terra, <strong>della</strong> trottola orbitante su cuiviviamo, ha una durata di “25.800 anni”. 33 Aquesto lentissimo movimento che modulail fenomeno degli equinozi e dei solstizi, faseguito un altro movimento, quello delleplacche tettoniche sulle quali appoggiamoi nostri piedi oppure navighiamo. Ognunadi queste differenti placche tettoniche simuove e ruota su di un nastro trasportatore.È il geofisico francese Xavier Le Pichon34 che ci introduce nel merito:Euler ha dimostrato che, su una sfera,il movimento relativo descritto da due in-31 Pianigiani, 1993: 1013, voce: Pianeta.32 Enciclopedia, Scienze Vol. 9 A-I, Garzanti, Milano, 2006, voce: Giroscopio, p. 708.33 Gribbin, 1998: 390, voce: Precessione degli equinozi.34 X. Le Pichon (1937-tutt’ora vivente), geofisico francese. Universalmente noto per il suomodello delle placche tettoniche, attualmente professore al Collège de France, già assistente scientificoalla Columbia University (1986), Direttore del Dipartimento di geologia marina del Centrooceanologico di Bretagna, Professore alla Universitè de Paris (1978), Direttore del Dipartimento digeologia a la Ecole Normale Supérieure de France (1984).2/2010HIRAM


• 28 •siemi indeformabili, ovvero da due placche,è necessariamente una rotazione.Una semplicissima esperienzaeffettuata su un globopermette di comprendereil significato di questoteorema. Per andare a sovrapporsisu un altro, uncerchio massimo longitudinaledeve compiere unmovimento di rotazioneattorno all’asse del globo.Le traiettorie di spostamentoseguono il tracciatodelle latitudini eformano un insieme dipiccoli archi di circonferenzacentrati sull’asse dirotazione. 35Un asse di rotazione che ci riporta immancabilmenteal soggetto principale dell’assedell’equilibrio giroscopico.6 Dalla rotazione delle placche tettoniche all’orbitazionedel sistema solareA tutti gli effetti le placche tettonicheche in tal modo si allontanano, seguendo ladinamica di Euler, sono quelle: “dell’Africae [del]l’Antartide, l’Africa e l’India, l’Antartidee l’India, l’Australia e l’India” 36 mentrele Americhe si allontanano rispettivamentedall’Europa e dall’Africa alla velocità di “3centimetri l’anno, 30 chilometri ogni milionedi anni, 6000 chilometri dal momento<strong>della</strong> lacerazione iniziale”37 però “le velocitàpiù elevate sonoraggiunte nel Pacifico:oltre 10 centimetril’anno” 38 sulbordo dell’OceanoPacifico e a nord dell’OceanoIndiano. Perquesto motivo: “Talizone si segnalano regolarmenteper igrandi terremoti e lespettacolari eruzionivulcaniche”, 39 a cui siaggiungono i devastanti tsunami che le caratterizzano.Alla velocità minimale delleplacche tettoniche corrisponde l’inconsapevolezza<strong>della</strong> velocità ben più alta con laquale la Terra ruota intorno al proprio assedi equilibrio giroscopico. Se consideriamoche la Terra impiega notoriamente ognigiorno solare un periodo di tempo di 24 oreper percorrere “Km 40.076” 40 si potrà facilmentededurre che all’equatore la velocitàdi rotazione <strong>della</strong> Terra sul proprio assesarà di Km 1.669,8333 ogni ora superandoin tal modo la velocità del suono che è diKm 1.193,4 all’ora. Nessuno di noi si rendeminimamente conto di questa velocità di35 Le Pichon, 1988: 20.36 Le Pichon, 1988: 17.37 Le Pichon, 1988: 16.38 Le Pichon, 1988: 17.39 Le Pichon, 1988: 18.40 Enciclopedia <strong>della</strong> Geografia, 1993: 403, voce: Equatore.2/2010HIRAM


• 29 •La fenomenologia <strong>della</strong> Poiesis, M. Bullettirotazione che va chiaramente a scemare aseconda <strong>della</strong> latitudine o del parallelo nelquale ci troviamo. La logicaci fa capire che questavelocità di rotazioneè minima sui due poli.Impiegheremo di fattosei ore per compiere unarotazione di 90° e quindiquattro minuti per ruotaredi un solo grado. Lavelocità di rotazione<strong>della</strong> Terra all’equatorerisulterà però quasi irrilevanterispetto a quellaben più alta raggiuntadalla Terra durante il percorso<strong>della</strong> sua orbita intorno al Sole. Unavelocità che varia anch’essa. Infatti vi è uncambio di velocità nei diversi punti dell’orbita,essendo minima all’afelio e massimaal perielio. L’afelio: “è il punto dell’orbita diun pianeta o di un altro corpo celeste corrispondentealla massima distanza dal Sole.La Terra si trova all’afelio il 3 luglio di ognianno” 41 , mentre il perielio è: “il punto dell’orbitadi un pianeta o di un altro corpocorrispondente alla sua distanza minimadal Sole. La Terra si trova al perielio il 3gennaio”. 42 All’afelio la velocità è mediamentedi km 29,3 al secondo, che corrispondonoa km 105.480 all’ora. Al perielio èmediamente di km 30,3 al secondo, checorrispondono a km 109.080 all’ora. L’orbitazioneterrestre si inserisce all’interno diun’armonia sincronica per cui: “la Luna orbitaintorno allaTerra, la Terra orbitaintorno alSole e il Sole intornoal centro<strong>della</strong> Galassia”. 43Invece l’orbitazionedel sistemasolare intorno alcentro <strong>della</strong> ViaLattea, la nostraGalassia, ha unadurata di 200 milionidi anni e sicompie alla velocitàdi circa km 250 al secondo che corrispondonoa km 900.000 all’ora. Questaorbitazione deve giocoforza avvenire intornoad un centro gravitazionale cheabbia un’immensa quanto incommensurabileforza di attrazione. L’ipotesi più plausibile,anche se però ancora irrisolvibile dalpunto di vista ottico, ossia non osservabilevisivamente, è quella di un’enorme buconero. Afferma prudentemente al propositol’astrofisico Giancarlo Bernardi 44 :Sebbene il nucleo <strong>della</strong> Via Lattea siairrisolvibile dal punto di vista ottico, grazieall’utilizzo di strumenti che lavoranonell’infrarosso e nella zona radio, è statopossibile osservare questa zona miste-41 Gribbin, 1998: 7, voce: Afelio.42 Gribbin, 1998: 375, voce: Perielio.43 Gribbin, 1998: 357, voce: Orbita.44 G. Bernardi (1955-tutt’ora vivente) astrofisico, scrittore e divulgatore scientifico, redattoredelle riviste Science Digest e Spectrum.2/2010HIRAM


• 30 •riosa che potrebbe nascondere molte sorprese,non esclusa quella <strong>della</strong> presenzadi un gigantesco buco nero. 45Quindi, l’insieme sincrodiacronicodi tutte le velocitàappena enumerate,implica anche il verificarsidi un fenomeno che potremmodefinire di plasticitàgiroscopica, che ponein equilibrio l’insieme incommensurabiledelle differentirelativitàspazio-temporali einsteinianeche si pongono contemporaneamenteinessere. Un contemporaneamente che potremmodefinire anche come simultaneamente.Una simultaneità inscrivibile a suavolta in un insieme incommensurabile diassiomi.7 Dal carrousel dell’Universo alla metafisicadello sconosciutoPertanto, il panorama del nostro universofin qui descritto, ci riconduce per associazionead un carrousel, o piùnotoriamente, a quella giostra a cavalli cheritroviamo in ogni luna park. Il centro diquella giostra sembra essere costituito daquel grande asse di simmetria situato proprionel centro <strong>della</strong> nostra galassia, la ViaLattea. A quel grande asse si aggiungerà lamolteplicità degli altri assi fin qui presentatiin gradualità crescente. A questo incredibilequantoimpensabile carrousel,bisogna aggiungere ancorail fenomeno dell’ e s p a n s i o n edell’universo. Essa furilevata in primo “intornoal 1913 da VestoMelvin Slipher, un giovanecollaboratore delgrande e controversoastronomo americanoPercival Lowell. Slipheraveva osservato il blueshift<strong>della</strong> nebulosa diAndromeda e aveva calcolato che si stavaavvicinando alla Terra alla velocità di circa300 km al secondo (km/s): come dire circaun milione di chilometri l’ora! Mentre lagran parte delle altre nebulose a spiralemostravano un forte redshift e si stavano allontanandodalla Terra a 1000 km/s eoltre”. 46 Per meglio comprendere un fasciodi fotoni:In avvicinamento, ha una luce apparentespostata verso lunghezze d’ondaminori, cioè verso le lunghezze d’onda delcolore blu: è il fenomeno che si chiamablueshift. Al contrario, una luce in rapidoallontanamento ci appare spostata versoil colore rosso: redshift. 4745 Bernardi, 1996: 28.46 Greco, 2002: 238, voce: Evoluzione cosmica.47 Greco, 2002: 238, voce: Evoluzione cosmica.2/2010HIRAM


• 31 •La fenomenologia <strong>della</strong> Poiesis, M. BullettiA tutti gli effetti dall’entità del colore èpossibile stabilire la velocità dello spostamentodelle galassie:Ciò grazie ad un bennoto effetto chiamato effettoDoppler. Questo effetto,scoperto nel 1842dal fisico austriaco C.Doppler (1803-1853), è ilresponsabile <strong>della</strong> differenzadi tono con cuipercepiamo una sorgentein moto di avvicinamentoo diallontanamento. L’effettoDoppler, così descritto,riguarda le onde sonoreche si propagano nell’aria,ma il fisico francese A. Fizeau (1819-1896) ha poi esteso questa conclusioneanche alla radiazione luminosa e pertale motivo l’effetto Doppler applicatoalla radiazione luminosa viene chiamatoeffetto Doppler–Fizeau. 48Considerando l’effetto Doppler–Fizeau:nel 1929 l’astronomo Edwin Hubble precisòcon maggiore accuratezza la scoperta diVesto Melvin Slipher constatando che nelnostro universo esiste una specifica “recessionedelle galassie” per cui quantomaggiore è la velocità di avvicinamento odi allontanamento, tanto maggiori sono ilblueshift o il redshift. L’universo pertanto èin una fase di espansione in accelerazioneiniziata col Big Bang. Quindi,lo spazio che contiene l’universo,considerando la suaaccelerazione crescente, potrebbedilatarsi fino all’inverosimiledivenendoparadossalmente, sul pianoconcettuale, il contenitoredilatato di una serie di ipotesiteoriche che rasentanoproprio l’inverosimile. Questoparadosso si rivela inquanto tale poiché la cosmologianon può definire,attraverso la certezza datadall’osservazione sperimentaledel fenomeno, il fenomenostesso. Però, superando l’ostacolo<strong>della</strong> non osservazione, il fisico riuscirà purtuttavia ad elaborare modelli teorici che siriveleranno poi validi. È il fisico teorico L.Susskind 49 che ci esemplifica quanto segue:In ciascuno dei casi che ho descritto(quark, inflazione, evoluzione darwiniana)le accuse commettevano l’errore disottostimare l’ingegno umano. Ci sono volutisolo pochi anni per verificare il modelloa quark in maniera indiretta congrande precisione. 50Quindi, come per ciò che riguarda laconferma <strong>della</strong> presenza dei quark, l’inge-48 Bernardi, 1996: 82-83.49 L. Susskind, (1940- tutt’ora vivente), fisico statunitense, Professore ordinario <strong>della</strong> teoriadelle stringhe e <strong>della</strong> teoria quantistica dei campi presso la Stanford University (California).50 Susskind, 2007: 185.2/2010HIRAM


• 32 •gno umano, superando la fisica del non osservato,riesce ad attivare paradossalmenteuna funzione precognitrice,quella <strong>della</strong> metafisica.Una metafisica che va aldilà<strong>della</strong> fisica “dopo lecose fisiche o naturali” 51 .Potremo quindi riproporreil paradosso del nonosservato ovvero del metafisicoche si coniuga conl’osservato <strong>della</strong> fisica.Avremo quindi un assiomache unificherà inun corpo unico la fisicacon la metafisica. Ci renderemoconto che entrambesi presentano,immancabilmente, comeun binomio inseparabile, sul palcoscenicodell’universo. Avremo pertanto un’unità,una endiadi, un “unico linguaggio” fisicometafisico,quello <strong>della</strong> Poiesis, che si rifletterà,animandola, nella dinamica <strong>della</strong>simmetria.8 Dal nastro di Möbius al parallelismo conl’immaginarioUna simmetria che potrà essere rilevatanello specchio meccanico dell’anello o nastrodi August Ferdinand Möbius. 52Per l’appunto:In topologia si diceanello o nastro di Möbiusla più semplicefra le superfici a unasola faccia, o unilatere.Presa una strisciarettangolare dicarta e incollati insiemei suoi dueestremi, avendo peròprima fatto compierea uno di essi un mezzogiro, si otterrà unanello che presentauna sola faccia. La piùcuriosa proprietà infattidi questa figura èche, tracciando con unapunta scrivente una linea media lungotutta la striscia dell’anello, si ritorna nellaposizione di partenza, ma dall’altra parte<strong>della</strong> striscia. 53A ben vedere il percorso dinamico <strong>della</strong>punta scrivente che ritroveremo dall’altraparte <strong>della</strong> striscia, compie un vero e propriorovesciamento simmetrico. Prima lapunta stava sopra, dopo il mezzo giro sitroverà sotto. È lo stesso fenomeno del rovesciamentodinamico di un’immagine che,51 Pianigiani, 1993: 848, voce: Metafisica.52 A. F. Möbius (1790-1868), matematico ed astronomo tedesco. Discendente di Martin Luteroper parte di madre, nel 1813 studiò astronomia nell’osservatorio di Gauss a Gottinga. In seguitosi recò ad Halle per studiare matematica con Johann Friedrich Pfaff. Nel 1815 scrisse la sua tesi dottoralesulla Occultazione delle stelle fisse e quindi la sua tesi di abilitazione sulle equazioni trigonometriche.53 Piccato, 1987: 280-281, voce: Möbius, anello o nastro di.2/2010HIRAM


• 33 •La fenomenologia <strong>della</strong> Poiesis, M. Bullettidopo aver attraversato il foro <strong>della</strong> pupillao il diaframma di una camera fotografica,si ritroverà, sulla retina o sullalastra fotografica, in posizionesimmetrica e rovesciata.Il mezzo giro delnastro di Möbius come lapupilla o il diaframma <strong>della</strong>macchina fotografica, ottengonoesattamente lo stessoeffetto, ossia quello del dinamicorovesciamento simmetricodi uno stessooggetto o di una stessa immagine.Potremmo, per sillogismo,avanzare ancheun’altra ipotesi ovvero chesia l’oggetto fisico che il soggettometafisico seguano lostesso percorso. Riprendendo l’argomentazionespecifica alla fisica avremo, come appenadimostrato, su due piani differenti<strong>della</strong> fisica, ossia quello <strong>della</strong> meccanicamöbiana e quello dell’ottica, una risultanteidentica. Una risultante che vede il riflettersisimmetricamente rovesciato di un fenomenocomune per entrambe. Unfenomeno di sdoppiamento questo, chepotrà essere anche riscontrato nella doppiaimmagine omogenea e disomogeneanella quale si rispecchia in sé e per sé, ainostri occhi, l’Universo. Un rispecchiarsiche diviene simmetricamente asimmetricoa seconda <strong>della</strong> grandezza di scala relativaalla misurazione del fenomeno in oggetto.Un fenomeno che esprime, quindi, una suaproprietà ben specifica, quella <strong>della</strong> metamorfosisu scale di grandezza differenti. È ilfisico teorico Leonard Susskindche ci precisa il concetto:Secondo il mio dizionariola parola omogeneo significa“ovunque uniforme per composizioneo struttura”. Dettodi una minestra d’avena, o dipatate, vuol dire che è privadi grumi. Naturalmente, se laguardiamo con la lente d’ingrandimento,non ci appariràaffatto omogenea. Il fatto èche quando si dice che qualcosaè omogeneo, occorreprecisare l’affermazione aggiungendo“a scale maggiori di una certalunghezza specificata”. Una zuppad’avena ben amalgamata è omogenea allescale superiori al millimetro: un campo digrano è omogeneo a scale grosso modosuperiori al metro. 54Quindi omogeneità e disomogeneità sirispecchiano nelle differenti dimensionidelle scale di grandezza che si presentanosul palcoscenico spazio-temporale delle relativitàeinsteiniane. Potremo anche aggiungereche una delle proprietàfondamentali <strong>della</strong> natura è quella dell’esserein una immanente metamorfosi. Unfenomeno che apparirà, come costante,sulle scale di grandezza più grandi, quelleriguardanti l’intero cosmo. Avremo infatti54 Susskind, 2007: 130.2/2010HIRAM


• 34 •che l’universo ha una: “struttura omogeneae uniforme a larga scala e [...] una strutturadisomogenea e articolata a scala locale”. 55Pertanto il fenomenodel differenziarsid e l l ’ u n i f o r m i t àstrutturale su infinitescale di grandezzaci permette diconstatare il perenneesibirsi di unfenomeno quasi metafisico,quello <strong>della</strong>metamorfosi dellearchitetture presentiin natura. Siavrà pertanto una sequenzainfinita di immagini che passa sempreattraverso il bel foro o la pupilla diCalliope. Una pupilla dietro la quale esisteuna persona, un essere pensante. Una personache pensa ed agisce. Un essere pervasodi energia vitale fatto ad immagine esomiglianza del τεχνίτης καὶ δημιουργὸς, 56ovvero dell’“artista, artefice e demiurgo”che ha generato l’infinito tutto. Un uomopoietico, creato dal grande Architetto, cheha saputo inventare e costruire, fra tanti,microscopio e telescopio attraverso i qualiha messo a fuoco le infinite metamorfosinelle quali si esibisce l’incommensurabilitàdel “tutto”. Di fatto ed inconfutabilmente,tutta la natura si mostra alla Calliope dellenostre percezioni attraversole fessure deinostri sensi sottoforme innumerevoli.Forme che sono in sé eper sé simili e dissimilie nel contempo une emolteplici. Avremoperò alla baseun’unica essenza che,pur essendo una eduniforme, può sdoppiarsicome ad esempionel paradosso <strong>della</strong>relatività einsteiniana <strong>della</strong> simultaneità.Pertanto la realtà, nella sua antitesi, si presenta,in un parallelismo sempre più aderente,identica all’immaginario.9 Dalle metamorfosi <strong>della</strong> natura allo sdoppiamentonella fisicaLa natura come la maga Pamphile, 57 personaggioche condizionerà il destino diLucio, protagonista delle metamorfosi diLucio Apuleio, 58 produce, come gli unguentidell’incantatrice, innumerevoli pos-55 Greco, 2002: 540, voce: Universo.56 S. Paolo, Lettera agli Ebrei, 11,10.57 L. Apuleio, Metamorphoseon, Libro III,17.58 L. Apuleio di Madaura (attuale M̕daurush, Algeria) (125-180 d.C) scrittore, filosofo neoplatonico,retore, mago, alchimista, avvocato. Negli ultimi anni <strong>della</strong> sua vita ebbe l’investitura disacerdos provinciae a Cartagine. Figlio di un console romano, scrisse Le Metamorfosi o L’ Asino d’oro, ilDe Magia, i Florida giunti fino a noi; gli vengono attribuite molte opere apocrife: De herbarum medicaminibus,De Remediis Salutaribus, Physiognomonia, Asclepius. Studiò a Cartagine poesia, geometria,2/2010HIRAM


• 35 •La fenomenologia <strong>della</strong> Poiesis, M. Bullettisibilità di conformazione in una serie infinitadi metamorfosi. In questo caso il parallelismotra fisica emetafisica si rende ancorapiù evidente. Avremo in natura,come nell’immaginario,la messa a fuoco dimorfologie differenti comequella che vede il Lucio dell’Asinod’oro trasformarsi daumano in animale e poi daanimale in umano. Avremod’altro canto anche metamorfosiistantanee, come èistantaneo l’equilibrio algebricocerebrale fra due nostriopposti: quellodell’istinto più profondo e quello <strong>della</strong> coscienzapiù elevata. Infatti, secondo il neurofisiologoMichael V. Johnston:Il cervello opera sempre secondo principialgebrici: due neuroni inibitori neutralizzanol’effetto di due neuronieccitatori. 59Pertanto la discesa dinamica nel profondo<strong>della</strong> nostra “aurea” istintualità, ciriconduce, attraverso l’impervio camminoguidato dall’istinto del sapere, verso la risalitanel livello più alto <strong>della</strong> conoscenza.Ben a ragione a propositodel Lucio diApuleio, la filologaMarina Cavalli 60 affermerà:[...] l’uomo deditoallo spirito e alla conoscenza,deve imbestiarsinel corpo e neldestino dell’animalepiù stupido. 61Avremo pertantoun altro rispecchiarsidinamico del rovesciamentosimmetrico. Dalla stupiditàasinina, passando attraverso il paradigmadell’assurdo esemplificato nell’immaginedell’asino che vola, si giungerà quindi allasapienza ed alla conoscenza più elevata eregale. Un livello questo per cui quell’asinodiverrà in ultimo il simbolo <strong>della</strong> potenzaregale nel suo assurgere a symbole du roi 62 . Ilsimbolo dell’asino si esprimerà, come appenadimostrato, in due significanti oppostiche si rispecchiano nell’intelletto o nellamusica, filosofia e partecipò ai riti misterici di Esculapio. Poi ad Atene studiò ancora musica, filosofiae partecipò ai Misteri Eleusini. A Roma venne iniziato anche al culto di Osiride e Iside. Viaggeràin Egitto, nell’isola di Samo, Gerapoli, Alessandria d’Egitto, ad Oea (odierna Tripoli) ed in<strong>Oriente</strong>.59 Restak, 1987: 20.60 M. Cavalli (tutt’ora vivente), Dottore di ricerca in Filologia e letteratura del mondo classico,Professore di Lingua e letteratura greca, Università degli Studi di Milano.61 Apuleio, 1988: 13.62 Chevalier e Gheerbrant, 1992: 42, voce: Ane.2/2010HIRAM


• 36 •formulazione del nostro pensare con duelocalizzazioni differenti. Localizzazioni delbasso e dell’alto nel nostro equilibrio algebricocerebrale. Questofenomeno si comportaesattamente come il fulmineeinsteiniano <strong>della</strong>relatività <strong>della</strong> simultaneità.Anch’esso infattidà luogo, doppiandosi, adue fenomeni contrastantiin simmetria concettualerovesciata fradi loro. Due fenomeniche potremo anch’essidefinire con due localizzazionidifferenti.Avremo quindi in fisica,come in metafisica, unosdoppiarsi che si definiscein una vera e propriamodificazione dell’uniformità o dell’immutabilitàdi un’immagine. Un’immaginequindi stereometrica che diverrà proiezionedinamica di un paradigma dell’assurdo,nel suo suddividersi in una serieincommensurabile di differenti stereometrie.Stereometrie che si riveleranno asimmetricheperdendo quindi anche la lorostereometria. Un’immagine che ridurrà lasua grandezza di scala rimpicciolendosisulla retina o sulla lastra fotografica situatedietro la bella pupilla o il diaframma di Calliope.Pertanto, ogni immagine del percepitosensoriale sarà sempre variabile, comevariabili sono le mutazioni o metamorfosirese possibili dagli unguenti magici di Pamphile.Potremmo anche dire che la fisicapresenta paradossalmente una serie cosìvasta di misteri insoluti tale dasuperare quelli dell’immaginario<strong>della</strong> metafisica. Il campod’azione delle metamorfosisarà a sua volta immenso, siesemplificherà, come già visto,dall’intero universo fino aduna banale minestra d’avena odi patate o ad un acro di grano.Avremo in breve un crescendoinconfutabile di stretti parallelismiche legano indissolubilmentefisica e metafisica.Riprenderemo ora la tematicanel campo <strong>della</strong> meccanica alfine di facilitare la nostraesemplificazione teoretica.L’unicità del fenomeno che sisdoppia nella simmetria e nella asimmetria,si rivela, non in ultimo, anche nel nastroo anello di Möbius. Infatti:Praticando con le forbici un tagliolungo tutta questa linea (tracciata dallapunta scrivente), anziché in due pezzi,come si potrebbe pensare, l’anello di Möbiusrimarrà in un pezzo solo. 63Un pezzo solo, sempre unico, esattamentecome lo è il fulmine che si suddividein due rimanendo sempre identico a sestesso, ma sdoppiato nella fenomenologiarelativistica di due differenti simultaneità.63 Piccato, 1987: 281.2/2010HIRAM


• 37 •La fenomenologia <strong>della</strong> Poiesis, M. Bulletti10 Dall’essenza dell’uno all’essenza <strong>della</strong>triadeIl calembour apparentementecomplicato è semplice:il fulmine è uno comeuno è il nastro di Möbius.Entrambi possono esseresdoppiati rimanendo semprefulmine o nastro. Entrambidanno luogo ad unfenomeno dinamico contrastante.Nel fulmine si hacome prodotto di opposti la“simultaneità e la non simultaneità”all’osservazionedel percepito. Nelnastro di Möbius si avràcome risultante di opposti il“sopra ed il sotto” tracciatidalla punta scrivente. D’altrocanto, il restare sempreunito dell’anello möbiano “inun pezzo solo”, sarà dovuto al legame delmezzo giro che impedirà alle due parti distaccarsi l’una dall’altra pur essendo statedivise. Pertanto sia la pupilla od il diaframma,che la relatività o la molteplicitàdelle immagini con cui l’universo si presentaa noi, rimangono sempre legate aquel mezzo giro che le conforma in unasimmetria rovesciata che rimane pur sempreradicata al fenomeno unitario che lagenera. Utilizzando un linguaggio teologicopotremmo sempre affermare cheanche noi restiamo legati o radicati a quell’enteunico che ci ha generato e che nomencliamoin modo differente a secondadel ramo culturale di provenienza.Richiamando invece edi nuovo alla memoriail profilo dell’energiavitale e creativa <strong>della</strong>Poiesis, ci ritroveremogiocoforza attratti dinuovo dall’immaginemitologica di Calliopeo dal bel foro o dallabella fessura attraversola quale ogniente si riflette simmetricamenterovesciatoin simmetrica asimmetriacome in tuttal’esemplificazione finqui addotta. Avremoquindi la possibilità dirichiamare la poieticacreatività artistica e demiurgicasia delle muse, sia del tutto infinitoattraverso il quale dilaga ilrispecchiarsi immenso <strong>della</strong> trascendenzaed immanenza. Un rispecchiarsi che provocain noi come nel recitato del melodrammaarcadico di Temistocle che sirivolge a Neocle, una profonda meraviglia.Una meraviglia che: “dell’ignoranza è figliae madre del sapere”. 64 Come si può anchequi notare l’ente agente <strong>della</strong> meraviglia, sisdoppia in un rovesciamento simmetricoche vede da una parte l’ignoranza e dall’altrail sapere, relativizzabile anche per ciòche riguarda la dinamica apuleiana <strong>della</strong>64 P. Trapassi detto Metastasio, Temistocle, atto primo, scena prima.2/2010HIRAM


• 38 •metamorfosi di Lucio. Parimenti in diacroniasimmetrica rovesciata si avranno figliae madre ed allo stessotempo ignoranza e sapere.Con l’ingresso<strong>della</strong> meraviglia potremopassare dal sentitoemozionale <strong>della</strong>materia o <strong>della</strong> hyĺe aquello <strong>della</strong> psyché edinfine a quello dellopneûma.Questi tre enti sonola dote espressa nellaprimitiva corrente filosofica<strong>della</strong> gnosi odello gnosticismo.Avremo pertanto secondol’eminente esegetaMons. Gianfranco Ravasi:Gli uomini ilici, quelli <strong>della</strong> materiaὕλη in greco (hyle), uomini destinati soltantosempre ad essere nel brago, ad esseresempre e soltanto nella polvere. Nonpotranno mai alzare gli occhi verso l’alto.Saranno solo quelli che opereranno con leloro mani, trasformando la materia almassimo e non molto di più. Secondo: cisono gli uomini che riescono a salire unpo’ di più in questa ideale ascesa, in questasalita del monte santo <strong>della</strong> salvezzaattraverso la gnosi, la conoscenza, e sonoi cosiddetti uomini psichici, quelli chesono dotati di un’anima ψυχή (psyché), maquest’anima non permette ancora loro diriuscire a varcare il mistero. Sono in praticaquelli che restano nell’interno dell’orizzontedi questomondo riuscendo a decifraregli interrogativi,i problemi, imisteri di questo orizzonte.Non riuscirannomai a perforarele nubi ed andare oltreancora verso quelloche è infinito edeterno. Ed ecco allorail terzo livello, il livellodegli “uomini pneumatici”dotati delloπνεῦμα (pneûma) cioèdello spirito. Costororiescono a raggiungere l’infinito e a diventareessi stessi eterni ed infiniti. 65Infiniti ed eterni come lo sono lo spazioed il tempo, demarcati più che da chiunquealtro nell’elaborazione teoretica delle relatività,dallo spirito o dall’intelletto elevatodel più eccelso dei fisici <strong>della</strong> storia dell’umanitàovvero Albert Einstein. Del resto,la graduale trascendenza metafisica <strong>della</strong>gnosi ha un suo proprio rispecchiarsi nellaintrinseca fisiologia del cervello umano.Essa è una e trina, immanente e trascendenteproprio come hyĺe, psyché e pneûmache si rispecchiano nella nostra fisiologianeurologica.65 G. Ravasi, Non sapete che siete templi di Dio, La teologia <strong>della</strong> Chiesa, nei cc. 1-6 <strong>della</strong> I Lettera aiCorinzi, Ciclo di Conferenze sulle lettere ai Corinzi, Centro culturale San Fedele, Milano, 24 novembre1990, Edizioni Dehoniane Bologna, 2008.2/2010HIRAM


• 39 •La fenomenologia <strong>della</strong> Poiesis, M. Bulletti11 Dalla fisiologia macleaniana del pensieroalla metafisica paolina dell’animaFu proprio l’eminenteneuro-fisiologo Paul D.Mac Lean 66 a descrivereper primo la struttura“triune” ovvero una etrina del nostro cervello.Avremo infatti, secondol’illustre neurofisiologoamericano, che:Forse la cosa più rivelatrice,a propositodello studio del cervelloumano, è cheesso ha ereditato lastruttura e l’organizzazionedi tre tipi fondamentali che, persemplicità, indico come tipo dei rettili,tipo dei mammiferi antichi o primitivi etipo dei mammiferi recenti o evoluti (MacLean 1962, 1964a, 1967, 1968, 1968b,1969b). Non si sottolineerà mai abbastanzache questi tre tipi fondamentali dicervello presentano fra loro grosse differenzestrutturali e chimiche. Eppure devonofondersi e funzionare tutti e treinsieme come un cervello uno e trino. 67Quindi la nostra struttura cerebrale è inperfetto “triplo parallelo a crescere” conquello trascendente ed immanente <strong>della</strong>gnosi. Entrambe, fisiologia cerebrale egnosi, divengono perciò un tutt’uno che siconforma, come in unateca fisico-metafisica,nell’espressione significantedel nostro esserci.Quindi, la constatazioneche possiamo trarre dalparallelismo esistentefra gnosi e struttura cerebrale,sta nel fatto chenon può esistere contraddizionefra entrambe.La meta <strong>della</strong>conoscenza più alta,quella del divino, puòessere raggiunta percorrendodifferenti strade nel cammino compiutodal nostro intelletto. Strade differentinelle quali ogni passo per chiunque è legatoall’istinto del conoscere. Del resto,ogni essere umano è diverso dall’altro enessuno può negare che ogni essere umanosegua un proprio cammino personale qualunquestrada <strong>della</strong> ricerca lo stesso percorra.Avremo pertanto una conoscenzache, partendo dal gradino più basso, giungeràa quello più alto <strong>della</strong> nostra neocorteccia.Nella dinamica <strong>della</strong> gnosi si potrànotare quanto sia graduale la percorrenza66 P. D. Mac Lean, (1913-2007) neurofisiologo americano, Dottorato di ricerca alla HarvardMedical School con tesi sul “cervello viscerale” e trattazione sull’epilessia, nel 1952 introdusse il termine“sistema limbico”. Professore di Fisiologia e Psichiatria all’Università di Yale, Postdottoratopresso l’Istituto di Fisiologia a Zurigo, Direttore del National Institute of Mental Health all’Universitàdi Bethesda (Maryland - USA), Direttore del Laboratorio di ricerca sull’evoluzione del cervelloe comportamento all’Università di Bethesda.67 Mac Lean, 1984: 5.2/2010HIRAM


• 40 •di questo cammino nei tre gradi simboliciad esso relativi. La trascendenza <strong>della</strong> gnosisi lega costantemente conl’immanenza nel compierei vari percorsi a salire neiquali la conoscenza stessasi muove. La dote ulica o<strong>della</strong> “materia per costruzione”ci conduce per associazioneomofonicaall’ulico Ulisse. È proprioda quella hyĺe o pietragrezza che simbolizza le“imperfezioni dello spirito”68 , che l’essere umanoinizia il suo percorso odisseonel cammino <strong>della</strong> conoscenza.Un cammino cheha per meta l’espressione piùelevata dello pneûma o dello spirito più eccelsodell’intelletto, la cui massima aspirazioneè quella del tendere e compenetrarsinell’eterno e nell’infinito. Avremo pertantoun eccelso che ci riconduce semanticamentealla glorificazione di quell’ente cosmicogeneratore del tutto infinito che siriflette in quel Gloria in excelsis deo che confluiscenel rispecchiarsi del grande architettoin quel τεχνίτης καὶ δημιουργὸς oartista, artefice e demiurgo “che è Diostesso”. 69Pertanto, fisica e metafisica che fin quiricombaciano fra di loro, dovranno ricombaciarenecessariamente anche dopo quell’eventouniversale che sancisce sia perl’umano che per l’universo rispettivamentela morte fisica e la morte termica. Una endiadiquesta che però si risolverà per entrambiin una trasformazione.Una trasformazione che,dopo aver superato la portacalliopea <strong>della</strong> morte, si risolveràin una resurrezioneper l’umano e nella genesi diinfiniti mondi per il nostrouniverso. Ben a ragione potremopertanto considerarel’inciso teologico di SanPaolo che rispecchia in sé eper sé la dinamica di rovesciamentoche, superando ilmezzo giro möbiano <strong>della</strong>morte, ci conduce senza soluzionedi continuità dalmondo fisico a quello metafisico.Leggeremo al proposito nella PrimaLettera ai Corinzi (15,51-54) di San Paolo:ἰδοὺ μυστήριον ὑμῖν λέγω˙ πάντες οὐκοιμηθησόμεθα πάντες δὲ ἀλλαγησόμεθα,ἐν ατόμῳ, ἐν ῥιπῇ ὀφθαλμοῦ, ἐν τῇεσχάτῃ σάλπιγγι˙ σαλπίσει γάρ, καὶ οίνεκροὶ ἐγερθήσονται ἄφθαρτοι καὶ ἡμεῖςἀλλαγησόμεθα. ∆εῖ γὰρ τὸ φθαρτòν τοῦτοἐνδύσασθαι ἀφθαρσίαν καὶ τὸ θνητòντοῦτο ἐνδύσασθαι ἀθανασίαν. ὅταν δὲ τòφθαρτòν καὶ τὸ θνητòν τοῦτο ἐνδύσηταιἀθανασίαν, τότε γενήσεται ὁ λόγος ὁγεγραμμένος“Ecco, vi annunzio un mistero: nontutti moriremo, ma tutti saremo trasformati:in un istante, in un batter d’occhio,all’ultima tromba; suonerà infatti, e i68 Boucher, 1975: 159, voce: La Pietra Grezza.69 Nuovo Testamento Interlineare, 2005: 1837.2/2010HIRAM


• 41 •La fenomenologia <strong>della</strong> Poiesis, M. Bullettimorti risorgeranno incorruttibili e noi saremotrasformati. Questo corpo corruttibiledeve rivestire l’incorruttibilità equesto corpo mortalerivestire l’immortalità.Quandoquesto corpo corruttibilesarà rivestitod’incorruttibilità equesto corpo mortaled’immortalità,allora si compirà laparola <strong>della</strong> Scrittura”7012 Dalla mortalità all’immortalitàLo sdoppiarsi simmetricodel corruttibilenell’incorruttibile e del mortale nell’immortaleci riconduce senza tema di errorialla dinamica <strong>della</strong> simmetria del rovesciamentonell’ottica o ancora più semplicementeall’anello möbiano. Di fatto l’uomonel suo risorgere, dopo il mezzo giro möbiano<strong>della</strong> morte, rimarrà sempre legatoalla sua umanità esattamente come rimangonolegate le due parti dell’anello möbianotagliato in due. Il particolarerapporto simmetrico simile a quello <strong>della</strong>stereometria di un’immagine che si rimpicciolisceasimmetricamente sulla retinao sulla lastra fotografica, è lo stesso <strong>della</strong>proiezione teologica di San Paolo. Leggeremonella Prima Lettera ai Corinzi:᾿Αλλὰ ἐρεῖ τις, Пῶς ἐγείρονται οἱνεκροί; ποίῳ δὲ σώματι ἔρχονται; ἄφρων,σὺ ὃ σπείρεις, οὐ ζῳοποιεῖται ἐὰν μὴἀποθάνῃ˙ καὶ ὃ σπείρεις οὐτὸ σῶμα τὸ γενησόμενονσπείρεις ἀλλὰ γυμνὸνκόκκον εἰ τύχοι σίτου ἤτινος τῶν λοιπῶν˙ ὁ δὲθεὸς δίδωσιν αὐτῷ σῶμακαθὼς ἠθέλησεν, καὶἑκάστω τῶν σπερμάτωνἴδιον σῶμα“Ma qualcuno dirà:“Come risorgono i morti?Con quale corpo verranno?”Stolto, ciò che tusemini non prende vita seprima non muore; equello che semini non è ilcorpo che nascerà, ma unsemplice chicco, di grano o di altro genere:Dio gli da un corpo come vuole, aciascun seme il proprio corpo”. 71Quindi dal seme mortale dell’umano rinascerà,dopo la morte, la pianta dell’umanoimmortale, esattamente come infisica, dal seme di un buco nero sarà generatoun nuovo universo. È l’eminente fisicoteorico Lee Smolin 72 che ci ripropone inequivocabilmenteil traslato <strong>della</strong> metaforapaolina del seme. La sua contestualizzazionediviene sovrapponibile a quella paolinaproprio:quando la stella che sta collassando in70 Nuovo Testamento Interlineare, 2005: 1463-1464.71 San Paolo, Prima Lettera ai Corinzi, 15, 35-38.72 L. Smolin, (1951-tutt’ora vivente), fisico teorico statunitense. Ordinario di fisica presso laUniversity of Waterloo (Stato dell’Ontario - Canada). È direttore del Perimeter Institute for Theo-2/2010HIRAM


• 42 •un buco nero esplode, diventando il semedi una nuova regione dell’universo. 73Il parallelismo frateologia e fisica teoricaprosegue rispecchiandosinella metafora<strong>della</strong> Città cosmica.Scrive Lee Smolin:Ciò che io amonella mia Città è proprioil modo in cuiessa rispecchia l’immaginedel cosmoche andavo cercandodi mettere a fuoco. Ilmodello è la Città: lametafora era sempre stata intorno a me. 74Una Città cosmica che potremmo definireanche come la Città eterna dei cieli costruitadal “grande architetto”. Una Cittàche, per San Paolo è: τὴν τοὺς θεμελίουςἔχουσαν πόλιν, ἧς τεχνίτης καὶ δημιουργὸςὁ θεός ovvero “la Città ben fondata il cui architettoe costruttore è Dio stesso”. 75Avremo pertanto un crescendo di parallelisminei quali metafora e realtà cosmica sisovrappongono. Anche il paradigma tra cosmologiae teologia non è da meno e si presentaoggi senza contraddizioni ed ancoravalido come lo fu e lo è quello coniato daGiordano Bruno nella suaopera De l’infinito, universoe mondi che si allinea conl’ipotesi cosmologica accreditatadal fisico teoricoLee Smolin. Un’ipotesiche ci viene così compendiataed ulteriormenteaccreditata dal filosofo<strong>della</strong> scienza PietroGreco:Secondo il cosmologoamericano, ogni volta cheun buco nero collassa nelnostro o in un altro universo,si genera un nuovo universo con proprieleggi fisiche che produce una nuovaespansione dello spaziotempo. In questanuova espansione, talvolta c’è la possibilitàche si formino buchi neri. Altre volteno. Nel primo caso il nuovo universo avràdegli universi-figli. Nel secondo caso no.Poiché il numero di discendenti di un universo,come nota Martin Rees, dipendedalle leggi in vigore al suo interno, si verificauna pressione selettiva. Gli universifigli, sostiene Smolin, possono differire unpoco dall’universo padre. E ciò produceretical Physics. Ha dato notevoli contributi alla teoria quantistica <strong>della</strong> gravitazione. Ha pubblicatonumerosi lavori con argomento sulla: cosmologia, teoria delle particelle elementari, fondamenti<strong>della</strong> meccanica quantistica. Ha pubblicato i saggi: The Life of the Cosmos, Three Roads toQuantum Gravity e di recente The Trouble with Physics.73 Smolin, 1998: 115.74 Smolin, 1998: 382.75 San Paolo, Lettera agli Ebrei, 11,10.2/2010HIRAM


• 43 •La fenomenologia <strong>della</strong> Poiesis, M. Bullettiquella variabilità che, proprio nell’evoluzionebiologica, consente la selezione naturaledegli universi. 76Una variabilità cheoltre ad essere genetica siesprime anche nella fisicacosì concludendo la seriedelle esemplificazionianalogiche che ci riportanoinesorabilmenteall’uno incommensurabiledell’Architetto universaledell’infinito tutto.Terminiamo qui edora con il definire la quadraturadel cerchio dell’insiemeconcettuale riguardante laPoiesis. Abbiamo richiesto un’enorme impegnoalla noetica. Abbiamo nel contempocercato di utilizzare tematiche ed esemplificazionisemplici per dimostrare, attraversoil pretesto <strong>della</strong> fenomenologia <strong>della</strong>Poiesis, la presenza del divino o più precisamentedel grande Architetto e di una vitaultraterrena per noi umani. Siamo convintiche l’istinto <strong>della</strong> conoscenza del divino ela certezza di una vita ultraterrena, sianonate con il presentarsi del Nοῦς o Nous, ovverocol presentarsi dell’intelletto in quell’essereche così divenivaumano. Noi, comel’universo, siamo sottopostialle stessi leggi:Le creature viventi,come ogni altra cosadell’universo, sono fattedi atomi che obbedisconoalle stesse leggi diogni altro atomo delmondo. 77In questo nostrosaggio abbiamo dimostrato,con la maggior accuratezza possibile,l’universalità <strong>della</strong> vita, <strong>della</strong> morte e<strong>della</strong> rinascita. Una totalità pervasa daquell’energia vitale e creativa, ovvero la Poiesis,che sancisce inequivocabilmente lapresenza divina ed il nostro rinascere nell’<strong>Oriente</strong>Eterno.Il cammino concettuale che ha accompagnatoil nostro discorso qui si chiude, rimanendoperò aperto e lasciando la parolaalla riflessione ed al commento del lettore.76 Greco, 2002: 407-408, voce: Molti mondi.77 Smolin, 1998: 28.2/2010HIRAM


• 44 •Riferimenti bibliograficiAntonucci, G. (1997) Storia del Teatro Antico, Newton Compton, Roma.Apuleio (1988) Le Metamorfosi, a cura di Marina Cavalli, A. Mondadori, Milano.Bernardi, G. (1996) I buchi neri, Newton & Compton, Roma.Bobin, J. L. (2006) Qual è la vera velocità <strong>della</strong> luce?, Barbera Editore, Siena.Boucher, J. (1975) La Simbologia Massonica, Atanor, Roma.Cavalli-Sforza, L. e F. (1995) Chi siamo, la storia <strong>della</strong> diversità umana, A. Mondadori, Milano.Chevalier, J. e Gheerbrant, A. (1992) Dictionnaire des Symboles, Robert Laffont/Jupiter, Paris.Coelho, P. (1999) Sulla sponda del fiume Piedra, mi sono seduta e ho pianto, Bompiani, Milano.Devoto, G. (1968) Dizionario Etimologico, Le Monnier, Firenze.Einstein, A. (1981) Relatività: esposizione divulgativa, Boringhieri, Torino.Enciclopedia <strong>della</strong> Geografia (1993) De Agostini, Novara.Greco, P. (2002) Einstein e il ciabattino, Editori Riuniti, Roma.Gribbin, J. (1998) Enciclopedia di Astronomia e Cosmologia, Garzanti, Milano.Le Pichon, X. (1988) Kaiko, A. Mondadori, Milano.Mac Lean, P. D. (1984) Evoluzione del cervello e comportamento umano, Einaudi, Torino.Mitologia (2006) Le Garzantine, Garzanti , Milano.Nuovo Testamento Interlineare (2005) a cura di Piergiorgio Beretta, San Paolo, Torino.Pianigiani, O. (1993) Vocabolario etimologico <strong>della</strong> lingua italiana, Polaris, Genova.Piccato, A. (1987) Dizionario dei termini matematici, Bur, Milano.Ravasi, G. (2003) Breve storia dell’anima, A. Mondadori, Milano.Restak, R. (1987) Il cervello del bambino, A. Mondadori, Milano.Rocci, L. (1995) Vocabolario Greco Italiano, Dante Alighieri, Firenze.Schultz, D.P. (1978) Storia <strong>della</strong> psicologia moderna, Giunti Barbera, Firenze.Smolin, L. (1998) La vita del cosmo, Einaudi, Torino.Susskind, L. (2007) Il paesaggio cosmico, Adelphi, Milano.2/2010HIRAM


Lettura ed interpretazioni di unaAnnunciazione del Beato Angelicodi Michele BellinIngegnereFour interpreting levels should always be used to extract as much information aspossible from any considered set of symbols, work of art or text. The four levels aredefined since the Middle Age (Ugo di San Vittore, 1096) and have been also stressedby Dante Alighieri in the Convivio, written between 1304 and 1307. The four levels are:literal meaning; allegorical interpretation; moral interpretation and anagogicalinterpretation. The levels have to be followed in the given order. This means that youcannot begin the allegorical interpretation until you have not fully understood theliteral meaning and so on. The article makes use of this interpretation methodologyto read and extract valuable information from the Annunciazione, painted by BeatoAngelico around the years 1438-1440 and now preserved at the Prado Museum inMadrid.Quattro livelli interpretativiIl teologo Ugo di San Vittore, nato inSassonia attorno al 1096, sembra esserestato il primo ad introdurre ladistinzione tra quattro sensi interpretatividelle Sacre Scritture: il senso letterale,quello allegorico, il senso morale ed ilsenso anagogico.Successivamente, il domenicano Agostinodi Dacia, morto nel 1282, esprimemolto bene, in un celeberrimo distico, ladistinzione tra tali sensi:Littera gesta docet, quid credas allegoria,moralis quid agas, quo tendas anagogiaLa lettera insegna i fatti, l’allegoria checosa credere,il senso morale che cosa fare, e l’anagogiadove tendere.Contemporaneo di Agostino di Dacia,Dante Alighieri, tra il 1304 ed il 1307, scrivei quattro trattati del Convivio. Nell’introduzioneal secondo trattato l’Alighieri riprendela distinzione interpretativa,introdotta da Ugo di San Vittore, chiamandol’anagogia “sovrasenso” per sottolineareil significato profondo checontraddistingue questo livello di letturadel testo sacro.2/2010HIRAM


• 46 •Dante chiarisce inoltre che vi è una gerarchiadi questi sensi interpretativi e chenon si può passare al successivo se non si èchiarito il precedente. In praticaè necessario capire beneil senso letterale per poi passareall’interpretazione allegoricaseguita da quellamorale per terminare, infine,con quella anagogica.Seguendo questa indicazione,e ritenendo chequanto affermato sui livelliinterpretativi delle SacreScritture, possa e debbaestendersi all’interpretazionedi qualsiasi espressioneartistica ispirata, miaccingo ad analizzare in talmodo un’opera pittorica: ilquadro dell’Annunciazione,dipinto da Beato Angelico,attualmente ospitato alPrado di Madrid.Interpretazione letteraleGuido di Pietro, universalmente notocome Beato Angelico, nacque a Vicchio nelMugello, vicino a Firenze, tra il 1395 ed il1400. Giorgio Vasari, che fu il primo a scriveredi Beato Angelico cento anni dopo lasua morte, disse:Se avesse voluto, avrebbe potuto viverenel mondo in modo molto agiato ediventare ricco grazie alla sua arte, poichéfin da giovane era già un maestro. Invece,essendo devoto di natura, scelse dientrare nell’ordine domenicano.Secondo il Vasari è comunque certo cheBeato Angelico era stato educato a diventareartista e, prima di farsi frate, portò acompimento almeno unapala d’altare. A quel tempoFirenze era il centro <strong>della</strong>miniatura manoscritta,dominata dal monasterodi Santa Maria degli Angeli.Durante l’adolescenzatrascorsa a Firenze,Beato Angelico lavoròcome miniaturista in unadelle numerose sale discrittura dove venivanorealizzati questi manoscrittiricchi, colorati emeticolosi: sicuramenteconobbe lo scorrevole stilegotico di Lorenzo Monacoe probabilmente lavoròanche con lui. Non c’è poialcun dubbio sul fatto cheegli fosse devoto per natura, poiché nel1418 si unì alla confraternita religiosa <strong>della</strong>chiesa di Santa Maria del Carmine, dove andavaa pregare e ascoltare i sermoni, e probabilmentedecise di prendere i voti inseguito alle prediche del domenicano fraManfredi da Vercelli. Quando entrò nel monasterodi San Domenico a Fiesole, unacittà situata su una collina sopra Firenze,aveva circa vent’anni, relativamente molti,secondo le convinzioni dell’epoca, per entrarein convento (anche suo fratello, fraBenedetto, uno scrivano, entrò in monasterointorno a quegli anni). Dal 1423 inavanti fu conosciuto semplicemente comefra Giovanni, poiché solo dopo la sua mortevenne chiamato Beato Angelico.2/2010HIRAM


• 47 •Lettura ed interpretazioni di una Annunciazione del Beato Angelico, M. BellinL’Annunciazione del Prado è una dellequattro annunciazioni dipinte dal BeatoAngelico. L’opera fu inizialmentedestinata al conventodi San Domenicodi Fiesole dove il BeatoAngelico visse tra il 1429ed il 1440. Una secondaAnnunciazione, realizzataattorno al 1432, si trovaal Museo <strong>della</strong> basilica diSanta Maria delle Graziea San Giovanni Valdarno,mentre la terza, di impostazioneabbastanza simile,si trova a Cortona.Una quarta Annunciazionesi trova invecepresso il convento di SanMarco a Firenze.Tutte le rappresentazioni dell’annunciazionetraggono spunto dal racconto riportatonel Vangelo di Luca in 1, 26-38:Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandatoda Dio in una città <strong>della</strong> Galilea, chiamataNàzaret, a una vergine, sposa di un uomo <strong>della</strong>casa di Davide, chiamato Giuseppe. La verginesi chiamava Maria. Entrando da lei, disse: “Tisaluto, o piena di grazia, il Signore è con te”. Aqueste parole ella rimase turbata e si domandavache senso avesse un tale saluto. L’angelole disse: “Non temere, Maria, perché hai trovatograzia presso Dio. Ecco concepirai un figlio,lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Saràgrande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il SignoreDio gli darà il trono di Davide Suo Padree regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe eil suo regno non avrà fine”.Allora Maria disse all’angelo: “Come è possibile?Non conosco uomo”. Le rispose l’angelo:“Lo Spirito Santo scenderà su di te,su te stenderà la sua ombra lapotenza dell’Altissimo. Coluiche nascerà sarà dunquesanto e chiamato Figlio di Dio.Vedi: anche Elisabetta, tuaparente, nella sua vecchiaia,ha concepito un figlio e questoè il sesto mese per lei, chetutti dicevano sterile: nulla èimpossibile a Dio”. AlloraMaria disse: “Eccomi, sono laserva del Signore, avvenga dime quello che hai detto”. El’angelo partì da lei.L’Annunciazione delPrado è la più espressivada un punto di vista simbolicoin quanto racchiude esplicitamentedegli elementi che, nelle altre annunciazioni,non sono riportati.Analizzando il soggetto notiamo subitoche l’opera è verticalmente tripartita. Nellaparte di sinistra osserviamo la scena <strong>della</strong>cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso Terrestre.Le due figure, ormai completamenteumanizzate dopo la cacciata, vestono deigrezzi abiti grigi. La donna, con le manigiunte, in un gesto che sembra chiedereperdono ad Adamo, ha un’espressione imbronciatae nel contempo preoccupata perla responsabilità delle conseguenze dell’atto.Adamo, dal canto suo, appare disperato,con una mano al volto per nasconderelacrime, preoccupazione e vergogna e l’altrasollevata quasi a simboleggiare unsenso di incredulità per l’accaduto.2/2010HIRAM


• 48 •I due personaggi, nell’uscire dalla selvaoscura, incappano in tre rose ai loro piediche peraltro sembrano ignorare nonostantele spine che, a questo punto, si trovanoinevitabilmente a calpestare 1 . Essi siincamminano verso una radura probabilmentecoperta di spine del roseto. L’Arcangelo<strong>della</strong> cacciata, vestito di rosso, pocodietro di loro, ormai abbandonata la spada,sembra concentrato a riaccostare il fogliamenel bosco, spostato dal passaggio diAdamo ed Eva, per nascondere le traccedell’ingresso al Paradiso Terrestre ed impedirecosì un facile ritorno all’Origine.In alto a sinistra il Padre delle Luci dominala scena <strong>della</strong> cacciata, collocandosiin quello spazio-tempo. Da quella posizionespazio-temporale, il Padre delle Luci inviala colomba delle Spirito Santo alla scenache si svolge in altro luogo ed in altrotempo presso l’abitazione <strong>della</strong> VergineMaria al momento dell’annunciazione.È notevole l’effetto di annullamento deltempo causato dal fascio di luce trasporta-1 Ricorda un’altra difficoltà iniziale di deambulazione con numerosi ostacoli.2/2010HIRAM


• 49 •Lettura ed interpretazioni di una Annunciazione del Beato Angelico, M. Bellintore dello Spirito Santo che, collegando idue piani <strong>della</strong> scena, sembra affermare:“non vi è passato, non vi è futuro,ma solo un continuopresente”. Infatti, dal puntodi vista dell’emanazione dalPadre, così come rappresentatadal Beato Angelico, lascena <strong>della</strong> cacciata dal paradisoterrestre e quella dell’annunciazioneavvengononello stesso istante.Al centro <strong>della</strong> scena l’ArcangeloGabriele ha le maniincrociate al petto, il piededestro arretrato, il ginocchiosinistro flesso ed il capo protesoin avanti. La sua posturariporta all’attimo <strong>della</strong> suaapparizione o a quello del suocommiato. Siamo però dell’opinioneche si tratti del commiato e questosemplicemente osservando l’atteggiamentodi Maria in parallelo al racconto diLuca. Se si trattasse del momento dell’apparizione,il volto di Maria dovrebbe esprimerestupore così come narrato da Luca.Diversamente, l’atteggiamento <strong>della</strong> Verginesembra esprimere la sensazione dell’accettazionedi una grande responsabilità insitanella risposta “Eccomi, sono la serva del Signore,avvenga di me quello che hai detto”data prima del congedo dell’Arcangelo.A rafforzare questa ipotesi vi è il libro,posto sulle ginocchia <strong>della</strong> Vergine, che èormai aperto con i sigilli che pendono morbidisul mantello scuro. La Vergine è infattirappresentata con un libro chiuso primadell’annunciazione ed uno aperto dopo chequesta è avvenuta. I sigilli sono stati aperti.L’Arcangelo è l’annunciatore <strong>della</strong>buona novella, egli è il messaggero per eccellenzache porta ai puri imessaggi del divino. Ma ilmessaggio non è solo verbale.Egli accompagna ilmessaggio sostanzialerappresentato dalla colombasopra la testa dell’Arcangelo.È lo SpiritoSanto che Gabriele trasportaa Maria.La piccola rondine ritrattasu un tirante tra le colonneci dice che siamo aprimavera. Fatto che sembragiustificato da unadelle interpretazioni delleprime parole del raccontodi Luca: “Nel Sesto Mese”.Il sesto mese, nel calendarioebraico è Adar, corrisponde a febbraio –marzo.La sopra veste dell’Arcangelo è di colorerosa con bordature dorate, mentre la sottoveste,che si intravede da un lato, è azzurra.I colori sono opposti a quelli <strong>della</strong>Vergine che mostra l’azzurro all’esterno eil rosa all’interno.La Vergine siede su uno scanno appoggiatosu un manto dorato che parte da terrae sale sul muro dietro le sue spalle. Questoda l’idea che lo scanno sia mobile e nonparte <strong>della</strong> struttura <strong>della</strong> loggia. Il mantodorato è fissato con tre chiodi al muro. Nascondeforse qualche cosa? Forse unaporta?Il soffitto <strong>della</strong> loggia rappresenta uncielo notturno stellato. La luce dello sfondo2/2010HIRAM


• 50 •del cielo naturale tradisce però un biancoreall’orizzonte caratteristico dell’alba.Interpretazione AllegoricaUn’allegoria è una figuraretorica che sottoun’immagine ne dà un’altra.Ci chiediamo pertantodi cos’altro ci parli il dipintodell’Annunciazioneal di là del racconto biblico.Come abbiamo giàosservato, nell’interpretazioneletterale, ritroviamoqui l’allegoria del collegamentodiretto a-spazialeed a-temporale determinatodall’emanazionedello Spirito Santo che,emanato dal Padre nelmomento <strong>della</strong> cacciata,raggiunge e feconda simultaneamentela Verginein uno spazio-tempo diverso. Spazio etempo sono convenzioni di comodo, utiliin questa manifestazione per rappresentarei fenomeni naturali così come li percepisconoi nostri sensi limitati. Ecco dunqueche l’opera pittorica allude all’esistenza diuna realtà <strong>della</strong> quale non abbiamo esperienzadiretta. Ma per avvicinarci di piùalla nostra esperienza quotidiana è utile osservareche il dipinto allude anche ad unaltro fatto: ovvero, indipendentementedallo spazio e dal tempo, esiste un momentoin cui ciò che viene definito comeSpirito Santo, detto anche Fuoco Divino, èpresente ed attivo su questo piano <strong>della</strong>manifestazione. Il dipinto del Beato Angelicoce ne offre un’indicazione. Considerandol’albeggiare e la presenza <strong>della</strong> rondine,sembrerebbe cheil Beato Angelico, coscientementeo meno,ci istruisca sul momentoin cui tale fuocospirituale è particolarmenteattivo ed ingrado di influire sullamateria di questa manifestazione.Che l’Annunciazione delBeato Angelico siaun’allegoria che indichiil momento in cui ilfuoco spirituale si manifestapiù attivamentesu questo piano potrebbesembrare unacongettura azzardatase questa tesi non fossecorroborata anche daaltre fonti. Se si prende,ad esempio, la tavola 4 del Mutus Liber, cherappresenta la raccolta <strong>della</strong> rugiada deisaggi, osserviamo che un’emanazione diraggi discende da un punto centrale postotra Sole e Luna e scende sulla Terra dovetroviamo due animali che si fronteggiano:un ariete ed un toro con un chiaro richiamoai mesi primaverili. Su questopunto Esprit Goubineau de Montluisant siesprime in questi termini:Per l’Ariete e il Toro, come per i Gemelliche sono in opera, l’uno al di sopradell’altro, e che regnano nei mesi primaverili,essi insegnano che il saggio alchimistain questo tempo deve andare2/2010HIRAM


• 51 •Lettura ed interpretazioni di una Annunciazione del Beato Angelico, M. Bellinincontro alla materia e prenderla nell’istantein cui essa discende dal cielo e dalfluido aereo. 2Interpretazione MoraleLe poche frasi scambiatetra l’Arcangelo Gabrielee la Vergine fannointuire tutta la serie di intenseemozioni provatedalla Vergine. Dal raccontosi evince un primo stato diturbamento e timore difronte all’apparizione dell’Angeloche la riveriscecon: Ti saluto, o piena di grazia,il Signore è con te. Mariarimane muta, senza parole.Potete immaginarvi lostato di timore e turbamentodi fronte a una taleapparizione. Gabriele coglie questo mutoturbamento pieno di domande nonespresse, e prontamente cerca di rassicurarladicendo: Non temere Maria, perché haitrovato grazia presso Dio. Ma l’Arcangelo nonsi limita a tranquillizzarla e fornisce la rispostaal muto quesito di Maria dicendo:Ecco, concepirai un figlio, lo darai alla lucee lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamatoFiglio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà iltrono di Davide Suo Padre e regnerà per sempresulla casa di Giacobbe e il suo regno nonavrà fine.Lo stato d’animo di Maria passa alloradal timore profondo allo stupore intensoed è perciò che ella si rianima e trova laforza di proferire la domanda: Come è possibile?Non conosco uomo. Laspiegazione di Gabrielegiunge immediata:Lo spirito Santo scenderàsu di te, su te stenderà la suaombre la potenza dell’Altissimo[…] nulla è impossibile aDio.Possiamo immaginarciallora un lungo momentodi silenzio in cui un turbiniodi pensieri ad emozioniinvestono l’animo<strong>della</strong> Vergine formandoun velo di confusionementale che si squarcia nelmomento in cui emerge tra tutti l’unicostato d’animo possibile di fronte ad un taleevento: quello dell’accettazione incondizionata:Eccomi, sono la serva del Signore, avvengadi me quello che hai detto.Il dipinto del Beato Angelico coglie perfettamentequesto stato rappresentandocila Vergine con il volto serio ed affaticato,dovuto all’alternarsi delle emozioni ed allapresa di coscienza del peso <strong>della</strong> missione,con gli occhi semichiusi che ormai guar-2 Esprit Goubineau de Montluisant (1990) Spiegazione Curiosissima, in Rosario e Sabina Piccolini:La Biblioteca Ermetica, Edizioni MEB.2/2010HIRAM


• 52 •dano altrove. Il capo leggermente inchinatoin avanti e le braccia incrociate sulpetto a salutare l’Arcangelo che sta peruscire di scena.Maria da questomomento non sarà piùla stessa. Ella ha accettatoil suo destino edin quell’alba di ungiorno di primaveraha accolto in sé lo SpiritoSanto che, novemesi dopo, le farà darealla luce il figlio dell’Altissimo.Il tema morale,espresso dal dipinto, èdunque quello dell’accettazionedel propriodestino.I risvolti di questamorale sono innumerevolia partire dalfatto che ogni mortale ha una sua missionecerta da compiere: quella di vivere il tempoche gli è stato concesso e poi morire.Una volta accettato questo primo fattoineluttabile, il tema dell’accettazione si rivolgeal modo in cui ciascun uomo si rapportacon gli eventi che lo coinvolgono.Quanti di questi eventi sono frutto di unavolontà dell’individuo, e pertanto possonoessere mutati, e quanti invece prescindonodalla sua volontà?La Natura è ancora un mistero e le sueleggi sono lungi dall’essere note. Il desideriodell’Uomo di conoscere tali leggi è lostimolo che ha portato all’evoluzione dell’umanità,ad un miglioramento delle condizionidi vita, quantomeno nella nostracultura occidentale. Ma le domande basilarisono ancora tutte lì e la spiegazionepuò essere ottenuta ripercorrendoa ritroso ilsentiero <strong>della</strong> cacciataritrovando il percorsoche, come abbiamovisto nel dipinto, èstato abilmente nascostodall’Arcangelo Micheledopo la cacciata.In Marco 4:22 leggiamoinfatti:Poiché non vi è nullache sia nascosto se non peressere manifestato; e nullaè stato tenuto segreto, senon per essere messo inluce.La presa di coscienzadi un tale fattocomporta l’accettazione <strong>della</strong> necessità diuna ricerca continua atta, non tanto al raggiungimentodi uno stato di pace o benesserepsicofisico in questa breve vita, ma alricongiungimento cosciente con l’Origineante-manifestazione. Il che fa coincidere ilmito <strong>della</strong> cacciata con l’istante <strong>della</strong> manifestazionedel creato o Big Bang. L’accettazionedel peso <strong>della</strong> cavalleresca, e nonsenza pericoli, Queste du Saint Graal è pertantol’attitudine morale che può ricondurrel’Uomo alla sua Vera Patria ovvero ilVero luogo da cui ha avuto origine.In altre parole si potrebbe sostenere cheil senso morale suggerito dal dipinto sug-2/2010HIRAM


• 53 •Lettura ed interpretazioni di una Annunciazione del Beato Angelico, M. Bellingerisca un’accettazione del proprio individualeimpegno su questo piano. Accettazioneche non è evidentementeun atteggiamento passivo inquanto passivo sarebbe, viceversa,l’accettare di noncercare nulla.Interpretazione AnagogicaSono molteplici le angolaturesecondo le quali potrebbeessere consideratol’aspetto anagogico: si potrebbe,ad esempio, rifletteresulle qualitàintrinseche <strong>della</strong> Vergine,che indica la materia primae passiva nella rappresentazionepittorica. Oppure sipotrebbe riflettere sullostato di “oltre-uomo” raggiungibileripercorrendo aritroso il sentiero di cadutapercorso dalla coppia originale.Ma forse risulta più interessanteconsiderarel’elemento che, costituendoil trait d’union tra i due pianidell’Opera, appare esserel’elemento sovrasensibileche più pervade il dipinto: loSpirito Santo rappresentatodal fascio di luce che attraversail quadro e dalla colomba, sua manifestazionemateriale.Il dipinto, con la sua a-temporalità ed a-spazialità, ci dice che lo Spirito è presenteda sempre ed è da sempre a disposizionedegli “uomini di buona volontà”. È questoSpirito Santo, Fuoco Divino o Fuoco Segreto,l’elemento attivo di trasformazionedi tutte lecose. È con esso che avvienela trasformazione<strong>della</strong> Vergine. Si tratta delprincipio <strong>della</strong> vita stessa,quello stesso Spirito soffiatonelle narici dell’uomo,fatto di povere, affinchéprendesse vita. Senza l’ausiliodi questo Spirito ognitentativo di trasformazionediventa vano.L’Arcangelo Gabriele,nella sua qualità di annunciatoredi Elohim (degliDei), è assimilabile a Hermeso Mercurio. Siamo pertantoin presenza delmessaggio ermetico per antonomasia.Il contenuto del messaggio,ovvero lo Spirito, vienecosì passato a Maria che, daquell’istante diviene essastessa la candida ed illesa“Candor Illaesus” trasportatricedel fuoco segreto.L’individuazione di questofuoco segreto, la suaraccolta e la sua corporificazionesono da sempre tra lepiù grandi fatiche, oggetto <strong>della</strong> ricerca<strong>della</strong> propria trasformazione in “oltreuomo”da parte di tutti gli Alchimisti operatividi tutti i tempi.Canseliet, nelle introduzioni alle Dimore2/2010HIRAM


• 54 •Filosofali ci riferisce 3 :[…] Fulcanelli ci confidòd’essere restatoper piú di venticinqueanni a ricercarequell’Oro dei Saggi,che, del resto, avevasempre avuto costantementevicino,sottomano e davantiagli occhi.Vi compiangereimolto, scrive Limojonde Saint-Didier 4 , seanche voi, come me,dopo aver riconociutola vera materia, passastequindici anni tuttidedicati al lavoro, allostudio e alla meditazione,senza poter estrarre dalla pietra ilprezioso succo ch’essa contiene nel suoseno, perché non conosceteil fuoco segretodei saggi, chefa colare da questapianta, arida esecca in apparenza,un’acqua che nonbagna le mani.Senza di esso, senzaquesto fuoco nascostosotto formasalina, la materiapreparata non potrebbeessere sollecitatané compierele sue funzioni dimadre, e la nostrafatica resterebbeper sempre chimericae vana.3 Fulcanelli (1988) Le Dimore Filosofali, Ed. Mediterranee, Roma.4 Limojon de Sainct-Didier (1974) Il Trionfo Ermetico, Ed. Mediterranee, Roma.2/2010HIRAM


Il testamento biologico come strumento giuridicodell’autonomia del singolo essere umanonello Stato laicodi Morris L. GhezziSaggistaThis article deals with the subject of bioethic limits today, to be assigned to the law,starting to point out the lack of sharp philosophical and juridical definitions about thetheme of life and death. In democratical States, law has to derive from citizens’ choicesand, in some subjects, these choices have to be in line with the individual subjectivismof the single human beings. In consequence of this, in all the cases it’s necessary toregulate matters that are basicly connected to the origin of life and death, it’s oughtto respect free choices of the single human beings.The result is a normative pluralism,envolved more in creating open spaces of individual discretionary choice and injuridically protecting them, than in imposing univocal and definite generalizedbehaviours. The instrument of this juridical pluralism, should be the biological will.This juridical trend gets its basis, besides the primary self-government and selfreferenceof the human being, even in the exhisting and actual impossibility, forhuman societies, in making differences between natural items and artificial items.Infact, the main distinguishing character, of the human being, specifically consists ofits natural cultural activity that, during the perpetual turning of history, makeseverithing “naturally artificial”, specially in medical and welfare fields: medicalprocedures, which in the past were considered as innatural monstruosities, nowappear as quite normal and even required behaviours. You can consider, on this, as apure example, the surgical treatment of heart grafting.L’uomo libero, cioè che vive secondo il solo dettame<strong>della</strong> ragione, non è dominato dalla Paura <strong>della</strong> morte;ma desidera direttamente il bene, cioè agire, vivere econservare il suo essere secondo il principio <strong>della</strong> ricercadel proprio utile; e perciò non pensa a nulla meno chealla morte; ma la sua sapienza è meditazione <strong>della</strong> vita.Baruch Spinoza, <strong>Etica</strong>2/2010HIRAM


• 56 •1. Definizione di vita e di morte: problemi filosoficie giuridiciLa bioetica rappresentaunodei campi diriflessione maggiormentecontroversinella nostra attualesocietà. Ciò è evidentementedovuto all’enormeincrementodi conoscenze scientifichee di capacità tecnologiche,che si èregistrato in questiultimi decenni, unitamentealla sopravvivenza di antiche credenze,di modi di pensare e di ideologie,che non sono riusciti ad adeguarsi al presentestadio di sviluppo umano. La rapiditàche ha contraddistinto tale sviluppo nonha consentito né ai singoli individui, né aigruppi sociali, di sedimentare e di abituarsialle novità raggiunte, vivendole comenuovi livelli di semplice normalità, conseguitinell’ambito dell’evoluzione umana.Dunque, il conflitto tra antiche e nuove visionidel mondo e dell’essere umano si è dispiegatoin tutto il suo spessore disperanze, di dubbi, di ignoranza e di paure.Se, da un lato, lo sviluppo conoscitivo e, soprattutto,le sue applicazioni pratiche nonpossono essere fermate, come dimostrainequivocabilmente la storia passata, dall’altrolato, è umano esitare nel tuffarsi nell’abissodell’ignoto. L’incertezza alla qualenon è possibile sottrarsi riguarda la nostrastessa esistenza e quella dei nostri figli,conseguentemente è necessario individuareuna strada che consenta sia di continuareil cammino umano di crescita, sia diconservare intatta la libertà e la dignitàprofonda dell’essereumano.Il mistero esistenzialepiù insondabile,che ci circonda, avvolgela nostra stessa vita e lanostra stessa morte ed,in particolare, la loro definizione.Alla luce <strong>della</strong> riflessionefilosofica apparearduo definire il concettodi vita e, conseguentemente,anche quellodi morte. Se da un punto di vista <strong>della</strong>scienza chimica è possibile separare lecomponenti di base dell’organico da quelledell’inorganico, non tutto l’organico puòessere considerato vitale e, del resto, a livelloatomico ed, ancor più, subatomicoanche le stesse componenti chimiche organicheed inorganiche di base si confondono,tendendo ad unificarsi entro leconoscenze fisiche dell’energia e dellemasse. Di elementi spirituali o mentali separatida queste entità chimico-fisiche nonsi ha notizia dalla ricerca empirica, ma solosperanze culturali, fantasiose e metafisiche.Ciò ha comportato che nella storia delpensiero filosofico si sono susseguite unquantità innumerevole di definizioni divita e di morte, che si polarizzano tra i dueestremi, rappresentati dal reputare portatoridi vita solo gli esseri animali ed, in particolare,l’essere umano all’estremo2/2010HIRAM


• 57 •Il testamento biologico come strumento giuridico, M.L. Ghezziopposto di considerare vitalistico tuttol’universo, qualsiasi entità esistente. Esempioillustre e particolarmenteprofondo di quest’ultimatendenza è la dottrina diGiordano Bruno, le cui parolenon necessitano dicommenti:[…] se ben consideriamo,troveremo laterra e tanti altri corpi,che son chiamati astri,membri principali del’universo, come dannola vita e nutrimento allecose che da quelli toglienola materia, ed a’medesimi la restituiscono,cossì e moltomaggiormente, hanno lavita in sé; per la quale, con una ordinata enatural volontà, da intrinseco principio semuoveno alle cose e per gli spacii convenientiad essi. […] Considerasi dunque,che, come il maschio se muove alla feminae la femina al maschio, ogni erba e animale,qual più e qual meno espressamente,si muove al suo principio vitale,come al sole e altri astri; la calamita simuove al ferro, la paglia a l’ambra e finalmenteogni cosa va a trovar il simile efugge il contrario. Tutto avviene dal sufficienteprincipio interiore per il quale naturalmenteviene ad esagitarse, e non daprincipio esteriore, come veggiamo sempreaccadere a quelle cose, che son mosseo contra o extra la propria natura. Muovesidunque la terra e gli altri astri secondole proprie differenzelocali dal principio intrinseco,che è l’anima propria.[…] Come è più cheverisimile, essendo cheogni cosa partecipa devita, molti ed innumerabiliindividui vivono non solamentein noi, ma in tuttele cose composte; equando veggiamo alcunacosa che si dice morire,non doviamo tanto crederequella morire, quantola si muta, e cessa quellaaccidentale composizionee concordia, rimanendo lecose che quella incorreno,sempre inmortali 1 .Se la filosofia non è in grado di forniredefinizioni universalmente accolte di vitae di morte, il diritto non si trova in unacondizione migliore. In particolare, il dirittoitaliano pare aggirarsi in una notteprofonda senza luna. L’articolo 1 <strong>della</strong>Legge 29 dicembre 1993, n. 578, Norme perl’accertamento e la certificazione di morte, recita:La morte si identifica con la cessazioneirreversibile di tutte le funzioni dell’encefalo.Dunque, per la legge italiana la morte sidefinisce tale in quanto si abbia “perdita irreversibiledi tutte le funzioni dell’ence-1 Bruno, G. (1985) La cena de le ceneri. Dialogo Terzo, in Dialoghi Italiani, I, Dialoghi metafisici,Sansoni, Firenze, pp. 109-111.2/2010HIRAM


• 58 •falo” ex art. 2, n.1 <strong>della</strong> stessa legge. Se lamorte è encefalica, per coerenza logica,anche la vita deve essereencefalica e, dunque,conseguentemente lavita dovrebbe esseredefinita come esistenzadi attività encefalica.La questionedefinitoria sembrerebbein questi terminidi facilesoluzione, ma giànella previsione normativadell’art.1 ex L.n.578 del 1993 comparel’aggettivo irreversibile,attribuitoalla cessazione di attivitàencefalica, che pone grossi problemiepistemologici prima ancora che pratici.Infatti, le scienze empiriche procedonoesclusivamente per affermazioni statistico/probabilistiche,dunque, nessuna affermazionescientifica può sostenere concertezza assoluta, pari al cento per centodelle probabilità statistiche, l’irreversibilitàdi qualsiasi processo dell’esistente, compresala caduta dei gravi. Ma, pur tralasciandotale pregiudiziale questione,emerge subito la convenzionalità arbitraria<strong>della</strong> definizione. Infatti, si sarebbe potutodefinire la morte come cessazione diattività cardiaca, come altri ordinamentigiuridici propongono, oppure come cessazionedell’attività di tutte le cellule checompongono il corpo umano, oppure ancoracome fuoriuscita dell’anima dal corpo,l’elencazione è meramente esemplificativa.Ciascuna delle soluzioni sopra esemplificatepossiede un proprio retroterra culturaledi convinzioniscientifiche, filosofiche,ideologiche e religiose,che sostiene egiustifica la sceltacompiuta con le relativeconseguenze (positivee negative)comportamentali a livellosociale. Una domanda,dunque, batteprepotentemente allaporta: se tutte lescelte definitorie sipresentano opinabili,frutto di soggettività,di convinzioni personali,quale potere politico/sociale/religiosopuò avere un’autorità sufficiente da imporre,in una materia tanto delicata dacoinvolgere l’esistenza vitale stessa del singoloessere umano, una qualsiasi obbligatorietà,un qualsiasi vincolo alla personadirettamente protagonista con il propriocorpo dell’evento?Ed, infatti, l’ordinamento giuridico italianooscilla paurosamente tra soluzioni diverse,tutte ancorate non alla definizionepura di vita e di morte, ma ad esigenze politico/sociali/religiosedi consenso più omeno maggioritario.La definizione di morte <strong>della</strong> L. n. 578del 1993, ad esempio, si presenta funzionalerispetto al prelievo ed al trapianto diorgani e tessuti, regolamentati dalla L. 1°aprile 1999, n. 91, che, in assenza di una definizionedi morte encefalica, non potreb-2/2010HIRAM


• 59 •Il testamento biologico come strumento giuridico, M.L. Ghezzibero avvenire per inutilizzabilità degli organiasportati per essere trapiantati.Ma facciamo un passoindietro nel tempo. Lalegge 194/78 sull’interruzionedi gravidanzapone discipline diversea seconda che l’interruzioneavvenga entro iprimi novanta giorni digestazione o dopo. Ilpresupposto inespresso,ma sottointeso, di talediversità risiede nell’implicitaconvinzioneche prima del novantesimogiorno di gestazioneil feto sia una pertinenza, unaappendice del corpo <strong>della</strong> madre, non dotatodi vita propria, mentre successivamenteesso diviene una entità viventeindividuale autonoma. Il concetto di vitaproprio dell’essere umano non viene definito,ma appare evidente che esso sia ancoratoal trascorrere del novantesimogiorno di esistenza di una entità biologicadestinata a trasformarsi in essere umano.Anche in questo caso il concetto di vita nonviene definito in sé, ma in funzione dell’esigenzapolitico/sociale/religiosa di renderelecita e regolamentata una qualchecomportamentalità abortiva.La legge 19 febbraio 2004, n. 40, Normein materia di procreazione medicalmente assistita,poi, nel vietare, ex art.13, n. 1, “qualsiasisperimentazione su ciascun embrioneumano” ed ex art. 13, n. 3, lettera a “la produzionedi embrioni umani a fini di ricercae di sperimentazione”, pare sottintendere,pur, anche in questo caso, senza affermarloesplicitamente, che la vita umana sia giàpresente nell’inizialefusione delle celluleriproduttive maschilie femminili. Ilconcetto di vita, secondoquesta impostazione,vieneancorato alla potenzialitàriproduttivadi qualsiasi ovulo fecondato,ossia ponel’esistenza <strong>della</strong> vitagià nella cellula iniziale,ancora indifferenziatanei variorgani del corpo umano. Dal dibattito politico/religiosoche ha animato l’introduzionedi tale legge si evince che ancora unavolta non si è cercata una definizione in sédi vita, ma si è cercato semplicemente diassecondare o contrastare convinzioniideologiche e religiose contrapposte in funzionedel consenso politico/sociale.In sintesi:per la L. n. 578 del 1993 la vita è l’attivitàencefalica e la morte è la sua assenza;per la L. n. 194 del 1978 la vita si manifestadopo il novantesimo giorno di gestazione;per la L. n. 40 del 2004 la vita è già presentenella fecondazione dell’ovulo femminileda parte dello spermatozoo maschile,quando l’encefalo non è neppure formato.In questa confusione di idee, di convinzionie di conoscenze è auspicabile, per necessitàdi coerenza interna del dirittovigente medesimo, che si riconduca sul2/2010HIRAM


• 60 •tema ad unità l’ordinamento giuridico, ma,al contempo, non si può anche non auspicareche il dibattitoin materia percorrala strada <strong>della</strong> conoscenza,non quelladell’opportunismopolitico contingente,e si giunga aduna definizione divita e di morte in sé,non ancorata allefuggenti esigenze diregolamentazioneoccasionale di taluniambiti controversidell’attivitàscientifica e sanitaria.In altre parole, la scienza proponga conchiarezza le proprie conoscenze, empiricamentesostenibili, sull’essere umano nelsuo monismo fisico, corporale e la religionecerchi di presentare una teologicamenteaccettabile posizione intorno al dualismometafisico tra spirito (anima) e corpo, chedovrebbe essere condotto a sintesi nell’esistenzadell’essere umano.2. Titolarità umana del diritto di disporre liberamentedi se stessi: la vita non è un donoeteronomo, è uno stato di fatto autonomoLa più recente dottrina giuridica, legataalla Dichiarazione Universale dei Dirittidell’uomo, proclamata dall’Assemblea delleNazioni Unite il 10 dicembre 1948, e combinatacon il modello di Stato democratico,che attribuisce la sovranitàal singolo individuoumano secondo ilprincipio di una testaun voto, riconoscecome non sia lo Statoed il suo ordinamentogiuridico a conferire idiritti umani all’essereumano, ma, al contrario,sia proprio l’essereumano, comesingolo, grazie alla titolaritàoriginaria ditali diritti (libertà edeguaglianza) a consentirela legittimazione dello Stato e del suoordinamento giuridico 2 . In altre parole, lalegittimità democratica deriva dall’autonomiadel singolo essere umano, il quale,su un piano di parità con tutti gli altri esseriumani, conviene di dare vita ad unaCostituzione, che, attraverso il principiounanimemente accolto di maggioranza, consentela costruzione di un ordinamentogiuridico. Ovviamente, il singolo essereumano resta libero di recedere dalla convenzionecostituzionale in qualsiasi momentoe di riprendersi la propriaautonomia, come bene dimostrano le previsionidi obiezione di coscienza semprepiù presenti in normative particolarmentedelicate sul piano etico e predisposte pro-2 Cfr. Barcellona, P. e Carrino, A. (2003) I diritti umani tra politica, filosofia e storia, tomo I e II,Guida, Napoli. Vedere anche Zagrebelsky, G. (2008) La legge e la sua giustizia, il Mulino, Bologna.2/2010HIRAM


• 61 •Il testamento biologico come strumento giuridico, M.L. Ghezziprio a limitare il recesso generalizzato delsingolo individuo dall’ordinamento giuridico.L’essere umano, dunque,si presenta come la fonte autoreferenziataed autonomadel diritto, che non tolleraeteronomie né religiose, négiuridiche, né culturali, salvoquelle da lui medesimo spontaneamenteaccettate. Sel’autonomia è il segno distintivonel mondo democraticomoderno dell’essere umano,non si comprende come eglinon possa e non debba esserel’unico vero titolare di ognidiritto di disposizione intornoalla propria vita ed allapropria morte. La sua vita appartienea lui ed a lui solo. La vita non puòessere considerata un dono di nessuno, nonsolo perché non tutti possono valutarla positivamentee, quindi, non tutti possonodefinirla positivamente con il sostantivodono, ma, soprattutto, perché essa esistecome termine originario, che solo soggettivesuperstizioni religiose creazionistepossono attribuirla ad entità eteronomeesterne all’essere vivente medesimo. Senon è un dono, l’eteronomia che potrebbegovernarla potrebbe derivare solo dallospontaneo consenso attribuito dal singoloessere umano all’ordinamento giuridico,cui il singolo stesso ha aderito; ma tale adesionepuò essere revocata in qualsiasi momentoe, pertanto, non è compatibile connessuna ideologia politica autoritaria e totalitaria,in una parola antidemocratica.Da questi presupposti giuridici risultaevidente che le normative tendenti a disciplinarei momenti dicontatto dell’essereumano con la vita econ la morte debbonoessere molto attenteall’autonomia di taleessere, poiché sempredetta autonomia è lamisura <strong>della</strong> legittimitàdegli ordinamentigiuridici, ma inquesta specifica materiaessa deve essere rispettatanel modo piùpieno, proprio perl’estremo mistero edil conseguente esasperatosoggettivismoche la caratterizzano.3. Naturale o artificiale?Quando si discute di temi bioetici si haspesso la strana sensazione che dietro leposizioni espresse operi un tacito pregiudizio,tendente a considerare lecito tuttociò che è libero, spontaneo, in una parola,naturale ed illecito, al contrario, tutto ciòche appare condizionato, artefatto, artificiale.Ma è possibile nell’essere umano, ilcui principale carattere naturale è propriola sua dimensione prevalentemente culturale,compiere questa distinzione tra artificiale(culturale) e naturale? La rispostarischia di essere meramente nominalisticae subordinata alla definizione di naturale edi artificiale. Se si definisce artificiale ciò che2/2010HIRAM


• 62 •è prodotto dell’opera umana, allora la quasitotalità del sociale e <strong>della</strong> storia è artificiale;ma, se si considera naturaletutto ciò che haorigini naturali, poichél’essere umano è una entitànaturalmente culturale,che plasma etrasforma in continuazioneil proprio essere el’ambiente che lo circonda,allora ogni suoagire ed i frutti di questosuo agire sono semprenaturali. Forse, la distinzionenaturale/artificiale,ancora vigorosamentepresente in ambito giuridico,grazie al sostegnofornitole da antiche culturereligiose e filosofiche,ha ormai fatto il suotempo, è un semplice relitto del passato, unricordo di vecchie visioni metafisiche, creazionistee statiche del mondo. L’acuta riflessionegiuridica di Natalino Irti, infatti,riconduce tutta la storia alla solitudine dell’agireumano e questo agire alla frammentazionecomportamentale dei singoli esseriumani:La natura deposta dal rango originario, etutta costruita dalla volontà, non sta più difronte o di contro alla storia – come l’anticaphyśis dinanzi al noḿos –, ma è, essa stessa,precipitata nel vortice di scopi e mezzi sceltidall’uomo. 3Tutto l’ambiente umano e la sua storiasono costruzioni artificiali, in quanto fruttodell’attività umana e <strong>della</strong>sua cultura, ma, al contempo,naturali, inquanto tale attività ecultura è il principalecarattere naturale distintivodell’essereumano, rispetto a tuttigli altri esseri viventi omeno, a seconda dicome li si voglia considerare.Del resto, risultaimmediatamente evidenteche la vita umanastessa si presenta comeuna costruzione culturalepermanente, nellaquale l’educazione el’apprendimento segnanole tappe dall’infanziaall’età matura. In particolare, poi,nei momenti più significativi dell’esistenzaumana, quali sono quelli <strong>della</strong> nascita e<strong>della</strong> morte (entrata ed uscita dall’esistenza),non vi è nulla di naturale, intendendocon questo termine originario, statico,immutabile. Tutto si presenta artificiale,frutto dell’elaborazione culturale, ad iniziaredallo stesso inquadramento di tali fenomeniall’interno di visioni e di prassirituali e sanitarie, nonché alla loro materialeospedalizzazione. Il parto, come lamorte, sono ormai costantemente monitoratidalla scienza medica, nonché farmaco-3 Irti, N. (2005) Nichilismo giuridico, Laterza, Roma–Bari, p. 20.2/2010HIRAM


• 63 •Il testamento biologico come strumento giuridico, M.L. Ghezzilogicamente e chirurgicamente governati,oltre che esorcizzati e rielaborati all’internodi ritualità religiose esociali apotropaiche. Paredifficile affermare che inessi sopravviva ancoraqualche cosa di naturale,di originario: neppure iltaglio del cordone ombelicaledel neonato ed il relativoombelico, che nederiva, possono essereconsiderati naturali! L’interventoterapeutico, maanche quello solo assistenziale,quando operatigrazie a strumentazionied a conoscenze culturali,ossia sempre, non possonomai essere consideratinaturali. Dunque, tentare di compiere unadistinzione tra interventi terapeutici ed interventimeramente assistenziali, in presenzadi apparati tecnologici, di abilitàchirurgiche, di supporti farmacologici, dicomplesse conoscenze scientifiche, di articolateorganizzazioni del lavoro e di ambientispecificamente predisposti agliinterventi stessi, sulla base <strong>della</strong> loro naturalitàod artificialità appare operazione mistificantee risibile: tutto è artificialenell’intervento medico, sanitario, assistenziale!Ciò che per la sua novità oggi appareartificiale, terapeutico e viene osservatocon sospettosa e preoccupata curiosità; domani,quando il tempo avrà esaurito lo stuporeed il timore dell’ignoto, apparirà comeun comportamento routinario, abituale,doveroso, dovuto, normale, naturale, come,per altro, è già avvenuto con i comportamenti,che ieri erano considerati frutto<strong>della</strong> mente malata di unqualche non letterariodottor Victor von Frankensteined oggi sonoconsiderati appartenerealla normale quotidianità.Si pensi, a mero titolod’esempio, altrapianto di cuore incontrapposizione al trapiantodi encefalo oppureall’alimentazionesollecitata dall’arte culinariain contrapposizioneall’alimentazionegarantita dalla scienzamedica.Distinguere i comportamentileciti da quelli illeciti sulla base<strong>della</strong> loro naturalità spontanea od artificialitàscientifica significa disconoscere ilcarattere eminentemente culturale <strong>della</strong>vita umana e ricondurre l’essere umanosotto una cappa oscurantista di pregiudiziideologici, di tabù religiosi e, soprattutto,subordinare la sua piena, completa ed originariaautonomia ad eteronomie sociali,politiche o metafisiche.Le conoscenze umane e le loro applicazionipratiche si impongono nel trasformareil mondo e l’essere umano medesimo;le stesse strutture biologiche si presentanoinstabili ed in perenne trasformazioneanche senza l’intervento umano; nulla èimmobile, nulla sembra condurre alla visionedi una natura cristallizzata nell’attimomitologico <strong>della</strong> sua creazione o2/2010HIRAM


• 64 •nascita. In assenza, dunque, di un punto diriferimento fisso, statico tutto, ogni scelta,ogni giudizio di liceità o di illiceità, si riconduceal singolo essere umano, alla suainsondabile volontà, ai suoi desideri, allesue preferenze edalle sue conoscenze,che, qualsiasi essesiano, sono semprenaturali in quantoappartenenti ad unessere naturale enaturalmente culturale,quale è l’essereumano. L’eteronomiaetica, religiosa,ideologica o giuridicanon trova piùgiustificazioni in dimensioniprecedenti, ulteriori o superioririspetto alla dimensione del singolo essereumano, il quale si pone come originario,autoreferezianto e, conseguentemente autonomo.4. Il concetto di laicitàIl concetto di laicità si presenta estremamentechiaro quando si evita di inabissarsinelle paludi limacciose dei sofismilinguistici e delle acrobazie metafisiche, finalizzateesclusivamente alla tutela, dietroopache cortine, dei totalitarismi clericali diChiese e di Stati assoluti. Infatti, è bene subitopremettere che non è accettabile unaqualsiasi distinzione concettuale tra laicitàe laicismo, tra laico e laicista, quasi che i suffissi-ismo ed -ista presagiscano una qualcheforma ideologica di integralismo intollerante.Infatti, tali distinzioni debbono immediatamenteessere smascherate comel’opera di ben consolidati e storicamentepiù non occultabili autentici integralismiintolleranti di matrice religiosa. Sdoppiandoi termini sicerca, da parte di questeforze oscurantiste,da un lato, di guadagnareil concetto di laicitàanche per l’ambitoreligioso istituzionalizzatoe, dall’altro lato, didelegittimare gli anticlericalismistorici e gliantifideismi metodologicia tutto vantaggiodi aperture possibilisteverso il totalitarismo delleChiese e l’assolutismo delle religioni rivelatee delle ideologie autoritarie. È curiosoche sia proprio il pensiero clericale a pretenderedi definire quale debba essere ilpensiero laico autentico, buono e qualenon debba essere considerato tale.Si è in presenza di un rinnovato antimodernismo,una volta prevalentementecattolico ed oggi anche islamico, che combattela propria battaglia di retroguardiaper la sopravvivenza e, nel combatterla,cerca equivoche, perniciose, ma, purtroppo,già ben note alleanze sia interreligiose,sia con forze stataliste e conideologie metafisiche. Non senza motivo laChiesa Cattolica Apostolica Romana, difronte agli attuali e violenti integralismi dialtre religioni, quale quella islamica, privilegiail dialogo interreligioso al confrontocon il mondo laico e relativista: meglio, dal2/2010HIRAM


• 65 •Il testamento biologico come strumento giuridico, M.L. Ghezzisuo punto di vista, allearsi con i propri similiche aprirsi ai diversi, al mondo moderno.Basta ricordarequalche grottesco episodiodi integralismocattolico, che ha animatola cronaca italiana,per comprenderecome tra religioni integralistenon sia poi cosìdifficile comprendersinel merito, se non acausa <strong>della</strong> rispettivaconvinzione di possedereil monopolio nominalistico<strong>della</strong> verità:contenuti equivalenti,ma attribuiti ad etichettereligiose differenti! In particolare, è possibilecitarne uno per tutti, avvenuto neglianni cinquanta in Italia, non in Medio<strong>Oriente</strong>, e riportato con felice ironia da SergioRomano:[…] durante il luglio 1950, quando nelristorante all’aperto di una piazza romanauna signora straniera lasciò cadere il boleroche le copriva le spalle e scoprì piùpelle di quanto non sembrasse lecito a tredeputati democristiani che pranzavano aun tavolo accanto. I tre si alzarono per redarguirela signora e ne nacque una discussionedurante la quale volò unoschiaffo. […] I tre deputati […] chiesero alministro degli Interni quali provvedimentiintendeva adottare per frenare una moda cheoffende la morale e la dignità dei cittadini. Ilpiù indignato dei tre era Oscar Luigi Scalfaro,futuro presidente <strong>della</strong> Repubblica. 4Come può esserepossibile una seriacritica, rispettosadelle libertà individuali,all’uso delvelo, alle restrizionicomportamentali dinatura religiosa e,più in generale, allamorale sessuofobicaislamica in un contestosociale, comequello italiano cattolico,che ha espressoed ancora esprime aivertici stessi <strong>della</strong> Repubblica punti di vistanon certo sostanzialmente divergenti daquelli islamici? Purtroppo, come ricordaancora Romano, l’Italia rappresenta in Europaun caso doloroso:In Spagna il governo conservatore diJosé María Aznar non ha particolarmentecoltivato l’amicizia <strong>della</strong> Chiesa, mentrequello del suo successore, Luis RodríguezZapatero, ha osato sfidarla sui grandi temi<strong>della</strong> famiglia e <strong>della</strong> sessualità. In Germaniale Chiese hanno un ruolo importante,ma discreto e rispettoso delleprerogative del potere civile. In Francia ilgoverno ha approvato una legge esemplaresulla proibizione dei simboli religiosinelle scuole <strong>della</strong> Repubblica. Esiste4 Romano, S. (2005) Libera Chiesa. Libero Stato? Il Vaticano e l’Italia da Pio IX a Benedetto XVI,Longanesi, Milano, p. 105.2/2010HIRAM


• 66 •dunque un revival religioso italiano, similea quello degli Stati Uniti? 5Ciò premesso sitratta ora di affrontaresenza indugi il nonsemplice tentativo didefinire il concetto dilaicità.Una prima approssimazioneci consentedi distinguere il concettoin modo elementare,quasi intuitivo,sulla base dello statusdel soggetto da definire:laico si contrapponea clericus. Quest’ultimo è benidentificabile come appartenente ad unqualche clerus, ossia annoverabile fra coloroche godono di benefici assegnati aduna qualche Chiesa 6 , in breve, ministri diun qualche culto, sacerdoti. Ovviamente illaico non potrà che essere definito in sensocontrario, come non sacerdote, non prete.Ma questa si presenta come una definizionemeramente formale, che ricordamolto da vicino l’uso invalso in talune istituzionidello Stato di definire laici i propricomponenti esterni:ad esempio sonochiamati laici imembri del ConsiglioSuperiore <strong>della</strong>Magistratura nonappartenenti allaMagistratura medesima.Tale uso suggeriscel’idea, peraltro confermata daifatti, che l’atteggiamentoclericale nonsia proprio esclusivamentedei preti,ma possa estendersi anche ai componentidi altre istituzioni non religiose e tuttaviatendenti ad essere totali e totalizzanti.Quest’ultima riflessione ci conduce a rivolgerel’attenzione verso un’ulteriore definizionedel concetto di laico, verso unadefinizione che sia incentrata più sull’atteggiamentomentale dell’individuo chesulla sua appartenenza a Chiese od ad istituzionitotali. L’atteggiamento mentale cui5 Ibidem, p. 142.6 Il termine greco κλῆρoς può essere tradotto in italiano con sorte, estrazione a sorte, ciòche si ha in sorte, possesso, beni, patrimonio, eredità, ufficio sacerdotale. “La parola greca λαός significavagenericamente ‘popolo’, gente riunita a diversi titoli, come un esercito, i sudditi di un sovranoo un pubblico in un teatro. Nella traduzione greca <strong>della</strong> Bibbia veniva impiegata per indicareil popolo in opposizione ai sacerdoti e ai leviti, detentori del potere religioso e politico. L’aggettivoλαϊκός significava ‘ciò che non è consacrato’, per esempio un pane o un luogo. Nulla di inquietante,[…]. Ma nel cristianesimo ricompariva la contrapposizione tra popolo e sacerdozio, tanto che nelcodice giustinianeo si distingueva tra chi è λαϊκός e chi è κληρικός: κληρικός deriva da κλῆρoς,che significa ‘ciò che è assegnato’, e nelle comunità cristiane si riferiva alle persone che esercitanoun ministero.” Viano, C.A. (2006) Laici in ginocchio, Laterza, Roma-Bari, p. 18.2/2010HIRAM


• 67 •Il testamento biologico come strumento giuridico, M.L. Ghezzifare riferimento potrebbe riassumersi nell’espressionespirito critico. Il concetto dilaico viene condotto in questo modo nell’ambitodel comportamento mentale, culturaledi ogni singoloindividuo e tende a coinciderecoll’atteggiamentodi coloro, che mettono indiscussione qualsiasi convinzioneed, in particolare,non danno perscontata nessuna verità,soprattutto se rivelata dauna qualche autoritàesterna. Lo spirito critico ècontinua ricerca di semprenuove, più ampie epiù approfondite verità; èdisponibilità permanentea rivedere le proprie convinzioni alla lucedi sempre nuovi dati e di sempre rinnovateriflessioni. È insoddisfazione permanentedelle proprie certezze raggiunte sino almomento presente. È indomabile dubbioverso qualsiasi verità.Le molteplici verità relative, soggettive,prospettiche, storiche, che si stratificano leune sopra le altre, rinnovandosi continuamentesenza sosta, in modo tale che le veritàdi ieri non siano più quelle di oggi equelle di oggi non possano essere anchequelle di domani, rappresentano la strutturaportante dello spirito critico, dello spiritolaico, che si alimenta del dubbio, e <strong>della</strong>democrazia, che si regge sul presuppostodell’eguale dignità del pensiero di tutti icittadini. Alla luce delle verità relative latolleranza verso il pensiero altrui abbandonail proprio ambito etico per divenire,al contempo, strumento di confronto democratico,indispensabileper consentire laraccolta quantitativadei consensi, e metodologiadi ricerca gnoseologica,per accederealle scintille di veritàdiffuse ovunque nelpensiero. Tolleranzacome atteggiamento diascolto, per coglieresempre nuove verità indivenire, per costruireverità composite, stratificate,articolate, percapire come non esista una sola, ma tanteverità e la sola verità assoluta è la somma ditutte le verità possibili.Una ulteriore definizione di laicità tendea sovrapporsi con la metodologia scientificadi ricerca. La scienza contemporaneasi fonda su teorie falsificabili, come sostieneKarl R. Popper 7 , tali teorie produconoa loro volta proposizioni falsificabili,da sottoporre al vaglio empirico, e le veritàche da esse derivano, attraverso la formulazionedi ipotesi, hanno natura provvisoriae sempre ulteriormente perfettibile.L’incertezza delle proposizioni scientificheè evidente e dichiarata, ma essa non giustificanostalgie verso proposizioni metafisiche,addirittura prive di significato. La7 Cfr. Popper, K.R. (1972) Congetture e confutazioni, vol. I e II, il Mulino, Bologna.2/2010HIRAM


• 68 •conoscenza scientifica avanza per tentativied errori e le sue certezze sono continuamenterimesse in discussione.Le domande, le teorie, le rispostee le visioni delmondo si modificano e susseguononel tempo, fornendosempre nuove e piùestese verità, le quali, a lorovolta, producono ulterioridomande. Laico, in questosenso è colui che non si appagamai di ciò che presupponedi conoscere, checontinua a cercare; è coluiche ripudia miti, fantasie,illusioni e dogmi, per rivolgersialla ragione umana edalla sua capacità di comprendereil mondo. Lascienza empirica ha storicamente soppiantato,sulla via <strong>della</strong> conoscenza, mitologie,religioni e visioni metafisiche per studiare,per dedicarsi all’osservazione, per quantopossibile, dei soli giudizi di fatto.Il termine laico, dunque, su questastrada diviene sinonimo di scienziato, di ricercatore,di empirista, che non pone limitipreconcetti, pregiudiziali, ideologici all’indagineconoscitiva umana. Il contrasto traquesta figura e quella dei sacerdoti deldogma, degli eredi dei “santi” inquisitoriappare con tale evidenza, anche negli attualidibattiti di argomento bioetico, cheanimano la cronaca odierna, da non sembrarenecessario soffermarsi più a lungosull’argomento; pare piuttosto opportuno,invece, ricordare il concetto diverità relativa proprio <strong>della</strong>ricerca scientifica. A tale propositoThomas S. Kuhn si interroga:È veramente d’aiuto immaginareche esista qualche completa,oggettiva, veraspiegazione <strong>della</strong> natura e chela misura appropriata <strong>della</strong>conquista scientifica è la misurain cui essa ci avvicina aquesto scopo finale? Se impareremoa sostituire l’evoluzioneverso ciò che conosciamocon l’evoluzione a partire daciò che conosciamo, nel corsodi tale processo, un gran numerodi problemi inquietanti può dissolversi. 8In questo ambito di verità molteplici il relativismo<strong>della</strong> conoscenza e dei valori sipresenta sia come una constatazione fattuale,storica, empirica, sia come unaistanza di libertà per i singoli individuiumani, come una presa d’atto <strong>della</strong> lorosoggettività ed, al contempo, come una rivendicazione<strong>della</strong> loro autoreferenzalitàed autonomia. Quelle stesse autoreferezialitàed autonomia che vengono negate dallereligioni con il relativo sacrificium intellectusimposto dalle fedi ideologiche o religioseall’essere umano:8 Kuhn, T.S. (1978) La struttura delle rivoluzioni scientifiche. Come mutano le idee <strong>della</strong> scienza, Einaudi,Torino, p. 205.2/2010HIRAM


• 69 •Il testamento biologico come strumento giuridico, M.L. GhezziLe religioni, come ha rilevato un’ampialetteratura, oggi purtroppo poco frequentata,generano superstizioni, paure,soggezioni intellettuali,tendono a coprire condottenegative e si reggonosu imposture epromesse inattendibili.9Queste ulteriori riflessioninon solo ampliano icontenuti definitori deiconcetti di laico e di laicità,ma forniscono anchel’occasione per approdareal concetto di tolleranza;a quel concetto ditolleranza che, abbandonatala mera dimensioneetica, diviene strumentoconoscitivo, metodologia di ricerca, possibilitàdi accesso alle verità molteplici in divenireed entra nel mondo <strong>della</strong>gnoseologia.La cultura delle società moderne, industrialie postindustriali, vedono una decisavittoria <strong>della</strong> secolarizzazione dei principiesistenziali, <strong>della</strong> empiricizzazione <strong>della</strong>conoscenza e del pensiero laico, in breve,dei sistemi di governo democratici, <strong>della</strong>conoscenza scientifica e delle libertà individuali;ma purtroppo ciò non impedisce lasopravvivenza di superstizioni di naturareligiosa e fideistica e di organizzazioni dipotere totalitarie.5. La bioetica in uno Stato LaicoLa bioetica dovrebbe essere,più che una disciplina accademicaod una attività politico-religiosa,un momento diriflessione filosofica e scientificaintorno alle regolamentazionigiuridiche daapplicare ai comportamentisociali, ai limiti di tali regolamentazionied agli spazi didiscrezionalità, che debbonoessere riservati ai singoli individuidi fronte alle conquistedello sviluppo delleconoscenze scientifiche edelle sue tecniche applicative.Non è, invece, competenzae potere <strong>della</strong> bioeticae neppure di qualsiasi normativalimitare lo sviluppo <strong>della</strong> conoscenzae la libertà <strong>della</strong> ricerca scientifica. Ciò nonsolo e non tanto perché, la Costituzione italiana,ad esempio, ex art. 9, I comma, recita:“La Repubblica promuove lo sviluppo <strong>della</strong>cultura e la ricerca scientifica e tecnica.”,ed ex art. 33, I comma: “L’arte e la scienzasono libere e libero ne è l’insegnamento.”,quanto piuttosto per il fatto che, da un lato,la conquista <strong>della</strong> conoscenza è l’attivitàprincipale e maggiormente connotantel’essere umano e, dall’altro lato, la conoscenza,in quanto carattere inseparabiledall’essere umano stesso che la possiede,una volta conseguita, non può essere com-9 Viano, C.A. Laici in ginocchio, cit., p. 105.2/2010HIRAM


• 70 •pressa o cancellata da nessuna disposizioneeteronoma, che non elimini al contempoanche la libertà dell’essereumano o la sua stessa esistenza.Lo Stato laico e democratico,proprio per il suocarattere rispettoso ditutte le soggettività individualiumane, deve consentireuna permanentericerca di verità in perennecrescita cumulativaed essere disponibile allacontinua revisione, allaluce del dubbio, di ogniverità, provvisoriamenteraggiunta. Sulla base delledefinizioni di laicità sopraindividuate lo Stato laiconon può essere che quelloStato che riconosce in tema di scelte morali,soggettive, opinabili la piena sovranitàdel singolo individuo umano e, conseguentemente,non impone proprie visioni moralie del mondo, ma si limita acircoscrivere e tutelare spazi di autonomia,entro i quali il singolo essere umano possaliberamente compiere le proprie discrezionaliscelte, secondo le proprie personalipreferenze. Nessuna etica o religione diStato, dunque, si addice allo Stato laico eneppure lo Stato etico, di triste memoria,può essere considerato compatibile con lalaicità dello Stato.La laicità dello Stato comporta spazi liberidi autonomia per i singoli esseri umaniin ogni materia di riflessione ed in ogni attivitàcomportamentale, ma, in particolare,tali spazi debbono trovare rilevante tutelaquando riguardano ambiti esistenziali eccezionalmentesensibili,quali sono, appunto,quelli riguardanti la vitae la morte dell’essereumano. Un ambito deveessere considerato tantopiù sensibile, quantomaggiore è il misteroche lo avvolge ed opinabili,incerte, soggettive,relative le risposte chefornisce alle domandeesistenziali. Non casualmentein questi ambiti ildiritto consente ai singoliindividui delle modalitàeccezionali di fugadalla disciplina normativavigente, quale deveessere considerato l’istituto dell’obiezionedi coscienza. Ma se l’obiezione di coscienzaconsente al singolo individuo di sottrarsiad un diritto generalmente vigente, in materieevidentemente incerte, ragioni dieconomia del diritto oltre che di opportunitàetica, consigliano di invertire il rapportoe di prevedere l’autodisciplina, ladelega normativa all’individuo stesso giàdirettamente nella regolamentazione generaledi tali materie. Non ha senso in materieeccezionali prevedere eccezioni, benpiù sensato è prevedere l’eccezione comenorma generale, come normalità.Un diritto in funzione <strong>della</strong> tutela di liberispazi di scelta soggettiva non configurai comportamenti come leciti odilleciti, ma si limita a circoscrivere i confini2/2010HIRAM


• 71 •Il testamento biologico come strumento giuridico, M.L. Ghezzientro i quali la libera scelta può e deve esserecompiuta; non prescrive comportamenti,non fornisce giudizimorali, non impone scelte,ma demanda al singolo talicompiti e si attiva per difendernesul piano sociale larealizzazione e la vincolatività.Questo diritto riconoscel’autonomia del singoloessere umano e si mette alsuo servizio come strumentodi tutela, di difesasenza pretendere di fornirecontenuti etico/normatividi alcun genere, ma semplicementeavendo l’obiettivodi evitare abusi verso terzi estrumentalizzazioni di terzinei confronti delle libere sceltedei singoli. Il principio dell’autonomia nonsopporta fonti eteronome alternative, masoltanto una difesa da parte del dirittodelle scelte autonome compiute.Ritornando ora, in conclusione, al temabioetico <strong>della</strong> disciplina normativa dei momentie degli ambiti connessi alla vita edalla morte dell’essere umano, pare necessariosottolineare, ancora una volta,l’estrema sensibilità soggettiva di questamateria e, quindi, l’inopportunità che essavenga regolamentata con contenuti generalizzati.Al contrario, l’ordinamento giuridicoin questa materiadovrebbe limitarsi a riconosceree tutelare spaziindividuali di liberascelta. Il pluralismo normativodovrebbe essere ilprincipio ispiratore diuna legge orientata esclusivamentea favorire lamaturazione individualedi scelte personali e la difesagiuridica di taliscelte. Né sacerdoti, népolitici, né medici possonosostituirsi nellescelte esistenziali ai singoliesseri umani. Quellostrumento di comunicazioneestrema delle proprie volontà riguardantila sorte del proprio corpo e <strong>della</strong> sua vita,che oggi viene comunemente definito testamentobiologico, potrebbe costituire unutile ed idoneo mezzo di esercizio di questointangibile diritto di libera scelta, propriodi ogni essere umano, purché non sia soggettoa vincoli di contenuto di alcun genere,ma sia solo strumento giuridicoprocedurale <strong>della</strong> realizzazione delle volontàultime dell’essere umano.2/2010HIRAM


La commensalità abitualecome fattore di ricusazione e astensionenel processo civile, davanti all’affiliazione massonicadi Luca Irwin FragaleGiuristaBeing an “abitual fellow diner” still appears to be one of the reasons of ricusation andabstension meaning Italian judges. Notwithstanding their obsolescence, rules likethese are often shown by Italian law codes. Yet, these precise rules may be read as theonly rules concerning links between freemasonry and impartiality of judges.Consequently, no judge should be removed all the way because of his affiliation tofreemasonry, but only because of a close friendship demonstrable by being fellowdiner of some other juridical part of a trial.L’art 51 cpc, Astensione del giudicestabilisceal n. 2 che il giudice hal’obbligo di astenersi “se eglistesso o la moglie è (...) commensale abitualedi una delle parti o di alcuno dei difensori”.È pacifico che l’apparenteinattualità <strong>della</strong> mancata equiparazione tra“moglie” del giudice ed eventuale “marito”dello stesso, invero attuabile con una piùcorretta e neutra definizione di “coniuge”,va oggi letta con buon senso interpretativo.Pure, l’altrettanto desueto fattore <strong>della</strong>“commensalità” può e deve essere preso inconsiderazione nella sua vigenza potendosirendere, peraltro, particolarmente utile incasi per i quali la giurisprudenza è ricorsasovente ad altre applicazioni.In via necessariamente residuale faremoqui riferimento ad un caso di applicazionenegativa del principio sul quale siintende far luce, ovvero alle più chiareforme d’adattamento <strong>della</strong> norma positivaal caso pratico.Il caso di scuola rimonta all’inizio deglianni Novanta, benché presentasse ancheun determinato precedente: il 16 marzo1983, il Consiglio Superiore <strong>della</strong> Magistraturarimuove due dei quattordici magistraticomparsi nell’elenco <strong>della</strong> Loggia P2. Traquesti, Angelo Vella, consigliere di Cassazione,il quale aveva dichiarato spontaneamentela sua affiliazione.Quasi dieci anni più tardi l’iter massonicodi Vella ancora non pareva essere2/2010HIRAM


• 74 •compatibile, agli occhi del CSM, con la credibilitàdell’ordine giudiziario, venendoglinegata la promozione a Presidente di sezione.Il relatore <strong>della</strong> risoluzionedel 22 marzo1990, dott. Stefano Racheli,aveva rilevatocome Vellafacesse pacificamenteparte <strong>della</strong> massoneriauniversale dirito scozzese antico eaccettato [e rivestisse]nel sodalizio in questioneil grado 33° (...);ciò nonostante ha trattatoimportanti processiche concernevanoil cuore stesso dell’attivitàmassonica udendo come testi personaggidi primo piano <strong>della</strong> massoneria[...]. Come tutto ciò sia compatibile con lacredibilità dell’ordine giudiziario lascio avoi giudicare. 1Diverse le posizioni dei giuristi in meritoalla pretesa incompatibilità tra l’affiliazionemassonica e la professione dimagistrato. Salvatore Prisco sottolineòcome sembrasse rientrare nei poteri delCSM, nell’esercizio delle proprie attribuzioniattinenti alla carriera dei magistratisegnalarei pericoli che le affiliazioni associative[si ripete: tutte...] siano vissute in concretocon rischio – anche solo d’immagine– per l’imparzialità del giudice;che sia corretto, dunque, derivarnecriterî di valutazioneper il conferimento futuro diufficî direttivi, vincolandosipreventivamente ad essi e cheperò non sia priva di rigorel’osservazione che la mancanzadi imparzialità in talmodo rilevata a carico di ungiudice non possa limitarsi acomportare la mancata attribuzionedi tali uffici, madebba – di più – incidere, conle garanzie oggi previste sulprofilo professionale <strong>della</strong>carriera: un giudice non imparzialenon è solo inidoneo a dirigere uffici,ma è un cattivo giudice e – nei casipiù gravi – non è affatto un giudice. 2Secondo la pronuncia ufficiale del CSMla partecipazione di magistrati ad associazioniche comportino un vincolo gerarchicoe solidaristico particolarmente fortepone delicati problemi di rispetto dei valoririconosciuti dalla Carta costituzionale.Mentre non appartiene alle competenzedel Consiglio giudicare <strong>della</strong> compatibilitàcon la costituzione delle singole forme associative,rientra sicuramente nel noverodi dette competenze tutelare con ogniscrupolo il principio cardine di cui all’art.1 Notiziario del CSM, dicembre 1990, n. 11, pp. 100 e ss., con vasti riferimenti alla Relazione<strong>della</strong> Commissione Parlamentare d’Inchiesta sulla P2, citati in nota a Carcano, 1992: 2885 e ss.2 Prisco, 1990: 709.2/2010HIRAM


• 75 •La commensalità abituale, L.I. Fragale101 Cost. secondo cui “i giudici sono soggettisolo alla legge”. Il consiglio ritenneinoltre di dover segnalare al ministro diGrazia e Giustizia di proporreche le limitazioni al dirittodi associazione per imagistrati siano riferite atutte le associazioni che –per organizzazione e fini –comportino per gli associativincoli di gerarchia e solidarietàparticolarmente cogenti.È vero, gli Statuti Generali<strong>della</strong> società dei Liberi Muratoridel Rito Scozzese Antico edAccettato, al capo LVIII, Deigiudizi, art. 467, sembra avallarela forza di tali vincolinella parte in cui dispone che“l’Ordine dei liberi muratori è instituito perproteggere gli uomini che ne fan parte”. Innota all’edizione curata da Vittorio Vanniviene osservato: “e non gli altri”, ma è deduzionedel tutto arbitraria ed aprioristica,3 poiché nulla nega che la solidarietàpossa pure essere esogena.Assai interessante appare la giurisprudenzadell’epoca, in merito alla Deliberadel Consiglio superiore <strong>della</strong> magistraturadel 14 luglio 1993 e, in particolare, una notaalla sentenza n. 568/1993 del TAR Laziocontro il Ministero di Grazia e Giustizia,laddove si rilevava come non fosse minimamentein discussione il diritto di crederenelle idee massoniche e di professarle informa associata, essendo queste del tuttopalesi in gran parte dei paesi occidentali.Secondo questa lettura venivano, viceversa,in discussionela segretezza,il modo di agire egli obiettivi perseguitidalle associazionimassonichenel nostro paese,emergendo dagliatti acquisiti, profiliche richiedevano laremissione deglistessi ai titolari dell’azionedisciplinare.Potevanoinfatti essersi realizzatele condizionidi segretezzarichiesta dall’abrogato art. 212 t.u. leggi dip.s., e dell’art. 1 l. 25 gennaio 1982 n. 18, allorchéfossero state confermate talune circostanzequali il carattere permanentedell’appartenenza alla Massoneria, la naturasegreta del vincolo e quel dovere diobbedienza assunto con giuramento (o, limitatamenteal <strong>Grande</strong> <strong>Oriente</strong> d’Italia peril periodo successivo al 1991, con promessasolenne) che sembrava non essere rescindibilein alcun modo. Altra circostanza chedava adito a sospetti consisteva nel fattoche tutte le Obbedienze facessero espressodivieto di rivelare a chiunque la qualità di“fratelli” di cui si fosse a conoscenza nonchéla sede e l’attività <strong>della</strong> loggia. 43 Vanni, 2002: 143.4 Cfr. nota a Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio, sez. I, sentenza 5 aprile 1993,2/2010HIRAM


• 76 •Ben più pungente fu il commento diAgostino Viviani, componente dello stessoConsiglio, all’inizio <strong>della</strong>tenace lotta condottadal CSM contro laMassoneria non deviata.Egli muovevada alcune affermazionidi Italo Mereu,pubblicate su Il Sole-24Ore del 25 marzo1990, in merito allavalutazione <strong>della</strong> idoneitàdi un magistratoaffiliato alla Massoneriaa coprire l’ufficiodi Presidente di Sezione<strong>della</strong> Corte diCassazione. SecondoMereu, infatti, escluderedalla promozionegli iscritti alla Massoneria, avrebbe significatodover escludere con lo stesso principiogli appartenenti all’Opus Dei, itestimoni di Geova ed i Valdesi “per arrivare,infine, a pretendere l’appartenenzaalla razza ariana”. Dunque, Viviani aggiungevache l’esatta esemplificazione potevapure essere ampliata.Lo stesso criterio dovrebbe essereusato per il Rotary, per il Lyons [sic] e pertutte le analoghe associazioni che hannoalla loro base un principio di solidarietà,proprio come la Massoneria [...].D’altronde suscita acuta meravigliache il CSM – al contrario – non abbia dimostratoalcuna sensibilità per quantoconcerne il fenomeno dei magistratiche – appartenenti omeno a partiti politici – prendonoparte attiva alla lottapolitica, tanto da essere elettial Parlamento [...]. E come senon bastasse, una volta esauritoil loro mandato parlamentaretornano all’attivitàprofessionale, avendo ormaiuna precisa qualificazionepolitica, in piena contraddizionecon l’indipendenza,l’imparzialità e la terzietà chedovrebbe tipicizzare il magistrato.5Concludendo, Vivianiauspicava la radicale conversionenell’orientamento del CSM in materiadi libertà di associazione per imagistrati, imposta oramai da “aurei principicostituzionali e, primo fra tutti, quelloche vuole garantita l’indipendenza ancheal singolo magistrato”.Sul principio degli anni Novanta la dibattutaquestione riguardante l’inopportunitàad agire dei magistrati massoni fabreccia anche nell’opinione pubblica. Procedendoa ritroso, è bene notare come lacommensalità abituale fosse sancita qualepossibile causa di ricusazione del giudiceanche nell’articolo 116 n. 8 del c.p.c. Vaccan. 568; pres. Schinaia; estensore Zaccardi; Stanzione (avv. De Bellis) contro Ministero di Grazia eGiustizia (avv. dello Stato Arena) ne Il Foro Italiano, 1993, parte III, pp. 480-485.5 Viviani, 1996: 30-32.2/2010HIRAM


• 77 •La commensalità abituale, L.I. Fragaledel 1865, in vigore fino al 1942 e come,anche in questo caso, i motivi fossero equiparatia quelli per l’astensionedi cui all’art. 119. Dunque incaso di abituale commensalitàl’astensione sarebbe rimessaalla coscienza delgiudice. E solo a questa,dato che parrebbe invasivauna presunzione iuris et deiure dell’effettiva partecipazionealle pur numerosissimeriunioni convivialimassoniche, se pure solo aquelle poche obbligatorie,con cadenza annuale (talidovrebbero essere infatti taluneagapi, ma tra la disposizione“latomistica” e ildato di fatto molto può correre),né sarebbe molto piùcoscienziosa, in questo caso, una più debolepresunzione iuris tantum: tutto perciò è lasciatoal caso concreto e alla discrezionalitàdel giudice stesso. Nella prima parte delsecondo comma, inoltre, si legge: “in ognialtro caso in cui esistono gravi ragioni diconvenienza, il giudice può richiedere alcapo dell’ufficio l’autorizzazione ad astenersi[...]”, e l’articolo testé esaminatoestende manifestamente il suo effetto allealtre precise ipotesi degli articoli 52 e 73dello stesso codice, che infatti lo richiamanoper disciplinare da una parte la ricusazionedel giudice e dall’altra le stesse duecircostanze riferite in relazione all’ufficiodel pubblico ministero, disponendo rispettivamentein ciascun comma iniziale:“nei casi in cui è fatto obbligo al giudicedi astenersi, ciascuna delle parti può propornela ricusazione mediante ricorso contenentei motivi specifici e imezzi di prova” e ancora“ai magistrati del pubblicoministero che intervengononel processocivile si applicano le disposizionidel presentecodice relative all’astensionedei giudici ma nonquelle relative alla ricusazione”.Le parti possonoperciò ricusare il giudicecivile per il fatto di commensalità,restando fermii motivi specifici e i mezzidi prova da produrre inricorso. Nello stessomodo in cui la ricusazionenon opera nei confronti<strong>della</strong> figura del p.m. è ambigual’ipotesi – invero assai invalsa in certa dottrinae, soprattutto, in ampi settori dell’opinionepubblica – di voler tener conto,a tutti costi ed in ogni occasione, dell’affiliazionemassonica non solo dei giudici ma,indiscriminatamente, di tutti i magistrati.Stabilisce invece l’attuale Codice di procedurapenale, all’art. 37, Ricusazione, che“il giudice può essere ricusato dalle parti:a) nei casi previsti dall’articolo 36 comma 1lettere a), b), c), d), e), f), g)” (casi specificiche in questo contesto non rilevano): èquindi esclusa l’estensione a tale disposizione<strong>della</strong> lettera h) dell’articolo 36, Astensione,secondo il quale “il giudice hal’obbligo di astenersi: [...] h) se esistonoaltre gravi ragioni di convenienza”.2/2010HIRAM


• 78 •Le stesse gravi ragioni di convenienzasono invece apertamente contemplate neldisposto dell’articolo 52 c.p.p.,Astensione. Nella primaparte del primo comma diquesto articolo è infatti stabilitoche “il magistrato delpubblico ministero ha la facoltàdi astenersi quandoesistono gravi ragioni diconvenienza” (parimenti c’èda prestare molta attenzioneal fatto che qui, in riferimentoal pubblicoministero, si parli di facoltàe non di obbligo all’astensione).In ogni caso si tratterebbedi una previsionegenerica, dettata per ragionidi completezza del sistema,tanto più che, pertale motivo, all’obbligo diastensione non fa riscontro il potere di ricusazionegeneralmente correlato, giacchédata la genericità <strong>della</strong> norma potrebberosorgere questioni strumentali e pretestuose.6La Corte Costituzionale è intervenutacon sentenza n. 113 del 2000, stabilendoche in caso di concorso di persone nel reatoe giudizi successivi, l’obbligo di astensionedi cui alla lettera h) dell’art. 36 c.p.p. imponeuna valutazione <strong>della</strong> situazione casoper caso, in quanto la parola “convenienza”assume un valore precettivo tale da imporrel’osservanza diun obbligo giuridicoche non riguardasoltanto situazioniprivate del giudice,ma include l’attivitàgiurisdizionale cheegli abbia svolto legittimamente,inaltri processi.Da ciò deriva, peri giudici <strong>della</strong> Consulta,che si debbaescludere che il pregiudizionelle ipotesidi assoggettamentodei concorrenti aprocedimenti distintidinanzi allostesso giudice, sussistasempre e necessariamente, per cui – quantomenonell’ipotesi di concorso nel reato –non vi è automatico dovere di astensionedel giudice nel successivo giudizio.Persisterebbe pure l’alea di mimetizzazione<strong>della</strong> stessa sotto le spoglie di unamera e legittima interpretazione estensivache, in tal caso, a ben vedere, farebbe peròfatica a star bene in piedi, 7 dato che col terminedi commensalità si indica qualcosa distrettamente conviviale, ben diverso dalla6 Sulla necessità di una lettura più coerente e, soprattutto, moderna di alcune disposizionidi legge, sia consentito rimandare a due nostri recenti contributi: Fragale 2009 e Fragale 2008.7 Circa il discrimine tra analogia e interpretazione estensiva in materia penale si rimandaa Fiandaca e Musco, 2001: 94-96, dove si fa riferimento pure alla sentenza <strong>della</strong> Corte di Cassazione3 luglio 1991, contenuta in Il Foro Italiano, 1992, II, 146, così citata.2/2010HIRAM


• 79 •La commensalità abituale, L.I. Fragalerigida ritualità massonica. Ad ogni buonconto permane il dubbio circa l’interpretazioneestensiva tra commensalitàe altrimomenti – non rituali –<strong>della</strong> vita associativa:ma è palese che una ratiodi questo genere porterebbea disposizionidalla rigidità estenuante.A complicare le cosegiunge poi la ben notapronuncia del novembre1993 in base alla quale,secondo l’AssociazioneNazionale Magistrati,analoga influenza puòdeterminarsi per l’affiliazionedi “ausiliari ecollaboratori del giudice”: casi, perciò, cheverrebbero ricompresi nel novero delle diverseipotesi in cui l’affiliazione massonicapotrebbe essere valutata – negli stessi casispecifici di cui sopra – come impedimentoallo svolgimento delle proprie funzioni.Poste tali premesse, questo automaticofattore derivante dalla commensalità abitualeè applicabile all’astensione, tanto delgiudice quanto del pubblico ministero, inentrambe le procedure. Ma è da limitare –per quanto attiene alla ricusazione – al soloprocesso civile e alla sola figura del magistratogiudicante. Soprattutto,una suapresumibilità iuris tantum(poiché per la considerazionedi una presumibilitàiuris et de iure nonparrebbero sussistere gliestremi), in costanza diaffiliazione massonica,dovrebbe venire in rilievosolo nel caso in cui magistratoe parte ricusante(o, meglio, parte coinvoltanella commensalità)siano ufficialmenteregistrati come “Fratelli”(ovvero associati) <strong>della</strong>stessa Loggia (nucleo strettamente localedell’associazione) o, al limite, tra Logge differentinel comprensorio dello stesso“<strong>Oriente</strong>” 8 o all’interno <strong>della</strong> stessa“Valle” 9 . Eccessivo, infatti, parrebbe estenderela presunzione di commensalità abitualetra Fratelli di aree assai lontane o,addirittura, appartenenti ad Obbedienze(ovvero associazioni massoniche), distintese non addirittura in odore di antagonismo.8 L’<strong>Oriente</strong>, nella terminologia massonica, indica un comprensorio di solito coincidente coiterritori comunali.9 In analogia alla nota che precede, la Valle – termine associato al nome del maggior corsod’acqua <strong>della</strong> zona – indica una circoscrizione coincidente pressappoco col territorio provincialeo con una porzione di esso.2/2010HIRAM


• 80 •Bibliografia essenzialeCarcano, D. (1992) Il Consiglio Superiore <strong>della</strong> Magistratura e la Massoneria, in «Cassazione penale»,III.Fiandaca, G. e Musco, E. (2001) Diritto penale. Parte generale, IV edizione, Bologna.Fragale, L.I. (2009) Normative regionali e limitazioni alla libertà di associazione. Il caso dell’associazionismomassonico, in «Rivista Amministrativa <strong>della</strong> Repubblica Italiana», anno CLX– febbraio-marzo, fasc. n. 2-3.Fragale, L.I. (2008) Il diritto canonico contro la Massoneria. Legislazione e interpretazioni dal 1917ad oggi, in «Hiram», dicembre.Prisco, S. (1990) Il contrasto Cossiga-CSM sull’iscrizione dei magistrati alla massoneria. Cronacae insegnamenti di una recente crisi istituzionale, in «Diritto e società», Padova, dicembre,fasc. 4.Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio, sez. I, sentenza 5 aprile 1993, n. 568;pres. Schinaia; estensore Zaccardi; Stanzione (avv. De Bellis) contro Ministero di Graziae Giustizia (avv. dello Stato Arena) ne «Il Foro Italiano», 1993, parte III.Vanni, V. (2002) a cura di, Statuti Generali ed altri Documenti dei Framassoni, Firenze.Viviani, A. (1996) Magistratura e Massoneria deviata, in «La Giustizia Penale», parte I, I presupposti.2/2010HIRAM


La Medicina Tradizionale Cinese (MTC)e la prevenzionedi Sergio PeriniPsicoterapeuta e agopuntoreThe article frames Traditional Chinese Medicine in a diacronic way, following theimportant contributions given by many Chinese Doctors. This very complex medicaltreatment presents a deep cultural stratification, which has been transmitted sinceantiquity; one of its main dictates is prevention by means of different internal andexternal tecniques. The Author underlines the diagnostic and therapeutic aspects ofChinese Medicine and he hopes its future integration with Western Medicine.L’attuale sviluppo in Occidente<strong>della</strong> Medicina Tradizionale Cinese(MTC), di cui l’Agopuntura èparte importante, sembra andare di paripasso con una maggiore attenzione daparte <strong>della</strong> nostra popolazione al propriostato di salute, avvalorata da una cultura<strong>della</strong> prevenzione a cui segue la ricerca diun medico con una formazione culturalepiù olistica.Dopo l’agopuntura, vera testa di ponte<strong>della</strong> medicina cinese, sono state introdottegradualmente in questi anni le altrebranche <strong>della</strong> Medicina Tradizionale Cinese(MTC) quali: massaggio (Tuina), moxibustione,coppettazione, ginnastichemediche (Tai Qi Quan, Qi Gong), dietetica efito-farmacologia cinese.La medicina cinese è strettamente connessaalla cultura cinese che affonda le proprieradici nella filosofia taoista conelementi di Confucianesimo e di Buddhismo.Nel Dao Te Ching (Il libro <strong>della</strong> via e <strong>della</strong>virtù di 91 capitoli), Lao Zi scrive:L’uomo che raggiunge il Tao non è nient’altroche l’uomo vero, l’uomo che vive la veritàdi sé, che agisce conformemente alCielo/Terra. Quando l’Uomo vero raggiungel’unità originale non agisce più direttamente,ma lascia che la natura segua il suo2/2010HIRAM


• 82 •corso, perché la volontà del saggio si identificacompletamente con l’ordine del tao.Ed ancora:Quando l’uomosa mantenere l’equilibrio<strong>della</strong> componenteyin e <strong>della</strong>componente yangnel suo organismo,quando sa difendersie nutrirsi, quando saadattarsi alle 4 stagioni,quando samantenere il suoanimo tranquillo siriscopre sano e autenticonel seguire il tao, la Via.I testi di medicina cinese più antichisono due: Su Wen (Libro delle domande semplici)e Ling Shu (Perno spirituale). I temi trattatisono: anatomia, fisiologia, cause dimalattia, evoluzione <strong>della</strong> patologia, prevenzionee trattamento soprattutto tramiteagopuntura e moxibustione; fisiologiagovernata da 5 organi pieni Zang e 6 viscerivuoti Fu attraverso i canali principali Jingluo; definizione delle varie forme di Energiae le energie psichiche dell’individuo; 4fasi diagnostiche: ispezione, auscultazione,interrogazione e presa dei polsi; teorie fondamentalidello yin e dello yang e dei 5 movimenti.Sotto la dinastia Han (206 a.C.-221 d.C.)emergono alcuni medici importanti: HuaTuo (chirurgo), Wu Feng (autore di un importantetesto di agopuntura), Zhang ZhongJing, l’“Ippocrate Cinese” autore di due testimedici: Shang Han Lun (Trattato delle malattieda freddo) e Jin Gui Yao Lue (Prescrizioni custoditenel cofanetto d’oro).Nella dinastia dei 3regni (221-580 d.C.)altri medici pubblicanoTesti basilariper la MTC:Wang Shu Hescrive: Mai-Jing (Classicodei polsi), dove sidescrivono i 24 tipi dipolso con tecnicheper apprezzare ilpolso radiale nelletre posizioni: pollice(cun), barriera (Guan),piede (chi). Dall’analisi dei polsi si può rilevareuna malattia da pienezza, vuoto, calore,freddo, superficiale o profonda.Huang Fu Mi scrive: Zhen Jiu Jia Yi Ling(Classico di agopuntura e moxibustione). Approfondiscel’anatomia e fisiologia deipunti partendo dallo studio del Nei Jing Su-Wen. Precisa i punti anatomici di repere, latecnica di infissione e stimolazione degliaghi per disperdere o tonificare.Ge Hong scrive: Zhou Hou Bei Ji Fang (Manualedi prescrizione per le emergenze). Testoalchemico che mette a punto numerose ricettea base di minerali e di comportamentiper l’elisir di lunga vita.Durante l’ottava Dinastia Tang (618-907d.C.) altri medici danno il loro apporto allaMTC: Lin Dao Ren scrive il più antico trattatodi ortopedia:Yin Xin Nei Fang (Prescrizionisegrete per il trattamento delle ferite eriduzioni ossee).2/2010HIRAM


• 83 •La Medicina Tradizionale Cinese (MTC) e la prevenzione, S. PeriniChen Cang Qi scrive: Xin Xiu Ben Cao(Nuova materia medica) detta anche Tang BenCao: descrizione dettagliata di 844 erbe eBen Cao Shi Yi (Supplemento alle materie mediche)a cui farà riferimentonel XVI secolo LiShi Zhen.Uno dei più famosimedici di questa dinastia,Sun Si Miao, ha scritto duelibri di 30 tomi ciascuno:Qian Jin Yao Fang (Prescrizionedel valore di millepezzi d’oro) e Qian Jin YiFang (Supplemento alle prescrizionidel valore di millepezzi d’oro) dove discettadi prevenzione e di diagnosinelle quattro fasi(osservare, auscultare,interrogare, palpare), dimetodi terapeutici conricette erboristiche, moxibustione,agopuntura e dietetica. Individual’unità di misura (cun) e considera 650punti oltre i punti A Shi.Durante la nona Dinastia Song (907-1271d.C.), a Nanjing, Wang Wei Yi pubblica: TongRen Zhen Jin Shu Xue Tu Jing (Classico illustratodei punti [657] di agopuntura e moxibustionebasati sull’uomo di bronzo) e Chen Wu Zestampa San Yin Ji Yi Bing Zheng Fang Lun(Trattato sulla differenziazione delle Sindromisecondo le tre eziologie).Durante l’undicesima Dinastia Ming(1369-1644 d.C.) altri Medici contribuisconoalla crescita <strong>della</strong> MTC: Yang Ji Zhuo,medico ambulante di grande esperienzaclinica, pubblica Zhen Jiu Da Cheng (Le grandiregole dell’agopuntura). Xu Feng pubblica:Zhen Jiu Da Quan (Compendio di agopuntura emoxibustione). Wang Li è autore del libroZhen Jiu Wen Dui (Domande e risposte sull’agopunturae moxibustione).Gao Wu pubblica Zhen jiuju Ying (Fiori dell’agopunturae <strong>della</strong> moxibustione).Sempre nell’epocaMing vive uno dei piùimportanti medici erboristi<strong>della</strong> Cina Classica,Li Shi Zhen (1518 Qizhou-1593 Nanjing) che hadato alle stampe: Ben CaoGan Mu (Compendio dimateria medica) in 52volumi; Bin Hu Mai Xue(Studio dei polsi di BinHu); Qi Jing Ba Mai Kao(Esame degli otto canalicuriosi o straordinari).Con la dodicesima DinastiaQing (Manciù) (1644-1911) sono semprepiù importanti gli interscambi con lacultura occidentale ed anche nel campomedico vi sono contributi che portano adun arricchimento scientifico reciproco purpartendo da paradigmi scientifici molto diversi.Dialettica che sta continuando tutt’oraanche nell’ambito <strong>della</strong> formazionemedica cinese dove gli studenti di medicina,dopo 4 anni in comune, si suddividonoin due gruppi: il primo approfondiscela MTC, il secondo la Medicina Occidentale(MO). Dopo la laurea i medici con due formazionidiverse collaborano assieme nel rispettodelle reciproche specificitàprofessionali.2/2010HIRAM


• 84 •Attualmente sono pubblicate numeroseRiviste Mediche <strong>della</strong> MTC scritte in Cinesee in Inglese tra cui: Zhong Yi Shi Jie “Ilmondo <strong>della</strong> medicinacinese”; Shenzhou GuoYi Xue Bao “Il giornale<strong>della</strong> medicina nazionaledi Shenzhou”;Xian Dai Yi Yao “Farmaciae medicine contemporanee”;Zhen Jiu ZaZhi “Rivista di agopunturae di moxibustione”;Chinese MedicalJournal; Academia Sinica.In sintesi gli aspettiteorici che sottendono laMTC sono:1) Teoria dello YIN e dello YANG, espressione<strong>della</strong> dualità contrapposta in un continuofluire e divenire con l’obiettivo delmantenimento dell’equilibrio espressonella raffigurazione grafica del Dao; vedasianche l’ideogramma cinese del termine Daoche raffigura la metafora dell’Uomo cheinizia il primo passo verso la realizzazione<strong>della</strong> propria esistenza.2) Teoria dei 5 elementi o movimentiquali il Fuoco, la Terra, il Metallo, l’ Acqua,il Legno che hanno una relazione dialetticatra di loro nel senso che ognuno genera edomina i successivi Elementi. Ad ogni Elementoinoltre corrispondono, per analogia,sapori, sentimenti, colori, stagioni, organidi senso periferici, organi cavi (Fu) e pieni(Zang) con le loro funzionalità energetiche.3) Teoria del Sangue (Xue), dei Fluidi (JinYe) e dell’Energia (Qi), espressioni diverse<strong>della</strong> Energia che permette la vita. Il Sanguenon può muoversisenza Energia e l’Energianon può fluire senza lacircolazione del Sangue.I fluidi (umor vitreo, liquidocefalo-rachidianoe il liquido sinoviale)sono la fisiologica produzionedi un Sangueche mantiene un suogiusto equilibro con il Qi.Questi elementi trovanola loro applicazionepratica su conoscenze benprecise di anatomia e fisiologia che studianole strutture e le funzioni principalidell’organismo. Anatomia e fisiologia studiatedai Medici cinesi su persone vive enon su cadaveri come nella tradizionescientifica occidentale.In questa costruzione teorica l’Uomo èconsiderato una centrale energetica in cuigli apporti esterni forniti da una correttaalimentazione e respirazione vengono assimilatie trasformati dagli organi e dai visceri,quindi, trasportati e distribuiti intutto l’organismo dai vasi sanguigni e daimeridiani, sorta di network formato da 12Meridiani Principali e Secondari e 8 MeridianiMeravigliosi di cui 2 (Vaso Governatoree Vaso Concezione) con punti propri.L’equilibrio del Qi o Energia può dunque esseremantenuto con una corretta alimentazionee respirazione (Cielo posteriore),fattori essenziali per ridurre al minimo la2/2010HIRAM


• 85 •La Medicina Tradizionale Cinese (MTC) e la prevenzione, S. Perinidispersione del Qi originario o ancestraledato dai genitori nel momento del concepimento(Cielo Anteriore). Quanto maggioreè questo Qioriginario e quantominore ne è la sua dispersione,tanto miglioresarà lo stato diequilibrio psico-fisicoe, quindi, lostato di salute.Sui Meridianisono stati individuatinumerosi punti oaree con caratteristicheneurofisiologiche specifiche che possonoesser stimolate dal terapeuta condiverse modalità.L’eziopatogenesi o causa di malattiapermette di comprendere i fattori che agiscono,attraverso meccanismi complessi,alterando la circolazione dell’Energia e delSangue dando degli squilibri che provocanola malattia.La semeiologia o studio dei segni e ladiagnostica si avvalgono dello studio particolareggiato<strong>della</strong> lingua (glossoscopia) e<strong>della</strong> palpazione dei polsi radiali (sfigmologia)che permettono di comprendere lecaratteristiche “ambientali” ed energetichedell’organismo che predispongono adeterminati squilibri e, quindi, alle malattie.Una volta messi a fuoco i segni e i sintomidel paziente si giunge alla clinica conquadri sindromici diversi dalle sindromi<strong>della</strong> medicina occidentale. La MTC affrontail paziente secondo la visuale di un“grandangolo”, mentre la Medicina Occidentalevede il paziente secondo la visualedel “teleobiettivo”. La diversità delle duemodalità di approccio, in realtà, può permettereuna positivacomplementarietà: il“grandangolo” sottendeun’ottica globaleche considera latotalità del malato eha il limite di non cogliereil particolare,mentre l’ottica del“teleobiettivo” permettedi studiare emettere a fuoco il particolareperdendo di vista la globalità delmalato.Questa complementarietà è così verache in ambito sanitario cinese, i due approccimedici convivono negli Ospedali conpari dignità ed in reciproca integrazionepur mantenendosi ben distinti.Per quanto concerne l’approccio terapeuticola MTC può offrire <strong>della</strong> tecnicheesterne, delle tecniche interne e delle ginnastichemediche.Tra le prime vi è l’agopuntura, la moxibustione,la coppettazione, il massaggio(tuina) e le varie tecniche di stimolazionedel punto (elettro-agopuntura, laser-agopuntura,chimio-agopuntura, magnetopuntura).Tra le tecniche interne si ha la farmacologianaturale e la dietetica: entrambe sibasano su ricette molto antiche sperimentateda una clinica immensa di migliad’anni.Tra le ginnastiche mediche: Qi Gong e TaiQi Quan.2/2010HIRAM


• 86 •A seguito di queste osservazioni è facileintuire l’estrema importanza che l’UomoCinese dà alla prevenzione dello stato di saluteche comporta molta attenzione allascelta dei cibi secondo le stagioni e i sapori,alla respirazione, alla attività fisica ementale.Da quanto scritto si comprendecome la MTC sia unaMedicina olistica ed ecologicaperché si basa su una ricercad’armonia fra uomo ed ambientee su un continuumcorpo-mente che anticipa leintuizioni attuali <strong>della</strong> psicosomaticae <strong>della</strong> PNEI (psiconeuro-endocrino-immunologia).Nella MTC le malattie sono consideratedovute ad una espressione di un alteratoequilibrio delle due manifestazioni,Yin e Yang, dell’Energia dell’Universo, graziealla quale noi viviamo e la cui anomalao difficoltosa circolazione nel nostro organismogenera stati morbosi.Gli aghi, infissi nei punti di affioramentodei canali energetici (Meridiani),cercano di ristabilire la normale e fisiologicacircolazione.I punti di agopuntura presentano unaresistenza elettrica diversa rispetto allezone circostanti ed appartengono ad unarete di comunicazione energetica caratterizzatadai dodici Meridiani Principali e Secondari(Tendino-Muscolari, Luo, Distinti)e 8 Curiosi di cui due (Vaso Governatore eVaso Concezione) con punti propri.Secondo il pensiero cinese la materia ècondensazione di energia e può dissolversiliberando la sua energia potenziale.Dato che l’energia e la materia sonocontinuamente in movimento e continuamentetrapassano l’una nell’altra, non vi èmai materia senza alcuna energia né energiasenza alcuna materia.Il grado di energia comequello di materia non sonomai stabili.Energia e materiasono inversamenteproporzionali tra diloro: maggiore èl’energia e minore lamateria e viceversa.La visione cinesedell’uomo è “cosmica”ed energetica. L’uomo ècollocato tra cielo e terra, traenergia e materia e riassume in se stessotutte le caratteristiche del cielo e <strong>della</strong>terra, del finito e dell’infinito, del materialee dell’immateriale.L’Uomo è in continua comunicazionecon le energie cosmiche, stagionali, climatichee alimentari che penetrano in lui dall’esternoe queste devono essere inequilibrio con quelle interne.Nella pratica l’uomo è rappresentatocome energia condensata in sei strati “a cipolla”,attraversato dai Meridiani che sonocanali dove scorre l’energia raccolta da ciascunorgano o viscere e distribuita al restodel corpo.L’agopuntura e la MTC offrono oggi unopzione molto importante al mondo medicomoderno: la possibilità di rivedere globalmenteil ruolo del medico e del malato edi rendere meno tecnica questa complessarelazione.2/2010HIRAM


• 87 •La Medicina Tradizionale Cinese (MTC) e la prevenzione, S. PeriniLa MTC è un superamento a priori <strong>della</strong>dicotomia culturale occidentalenata dalla scissionecartesiana tra Res Extensa eRes Cogitans.La MTC e la biomedicina potrebberocooperare in sensodiagnostico e terapeutico,ma anche culturale: ilmondo scientifico comprendendoi meccanismi di basedescritti dalla MTC; la MTCrestituendo spessore umanisticoad una medicina tecnocratica eforse troppo distante daireali e primari bisogni dell’uomo.A conclusione di questo saggiosi auspica, per il futuro,una opportuna integrazionetra la Medicina Occidentale ela MTC nel tentativo di farnascere una nuova figura diMedico che abbia maggioricapacità di comprensionedel Paziente.2/2010HIRAM


Dante Alighieri, Poeta ed Iniziatodi Aristide PellegriniThe present contribution tries to emphasize the esoteric background of the greatItalian poet Dante with a number of pertinent references to his own life and, inparticular, to his prominent work, the Divina Commedia.Molto è stato scritto sulle possibiliintrerpretazioni esoteriche<strong>della</strong> complessa figura umanaed artistica del Sommo Poeta, e <strong>della</strong> suanotevole produzione letteraria, la cui operaprincipale resta il momento centrale ditutta la nostra letteratura, nonché uno deicapisaldi <strong>della</strong> nostra lingua. La critica dantescaufficiale, accademica, ha spesso glissatosui temi propriamente esoterici,limitandosi al livello meramente allegorico<strong>della</strong> simbologia dantesca, e dedicandosiprevalentemente agli aspetti estetici, linguisticie propriamente poetici delle sueopere. Tuttavia, non sono mancati studiosiche hanno tentato di approfondire lo studiodegli aspetti più profondi delle opere diDante, anche in direzione esoterica, cercandodi colmare certe tradizionali lacune<strong>della</strong> critica, tra le quali ad esempio lascarsa attenzione, se non addirittura la rimozione,ai possibili riferimenti a testi, mitologiee temi di origine islamica (ad esempio,la concezione di un Impero Universalelegittimato spiritualmente da una Religione,idea fortemente sostenuta da Dante,non è esclusiva del Ghibellinismo a lui contemporaneo,ma è chiaramente attestatanell’Islam), lacuna forse imputabile ad unmalinteso senso <strong>della</strong> italianità di Dante ead un altrettanto malintesa percezione<strong>della</strong> cattolicità del Poeta.Chi conserva ancora qualche ricordodegli insegnamenti liceali, può attestareche l’esegesi tradizionale <strong>della</strong> Divina Commediatende ad inquadrare globalmente ilpoema come una specie di enciclopedia delCattolicesimo, sottolineandone una letturaassolutamente convenzionale e pienamenteallineata all’ortodossia religiosa dell’interopoema; insomma, pare che lacritica dantesca corrente abbia tentato di2/2010HIRAM


• 90 •normalizzare ogni manifestazione <strong>della</strong> originale,specifica genialità poetica di Danteall’interno di uno schema esegeticoquantomeno semplicistico,mirante aricondurre ogni aspetto nell’alveodel cristianesimo ortodosso,operando di fattouna sostanziale opera dicensura riguardo ai significatisimbolici ed esotericidell’opera dantesca.A mero titolo di esempio,una comprensione almenominimamente consapevolee meditata di Dante e dellesue poesie <strong>della</strong> Vita Nova,non può prescindere dallacognizione dell’appartenenzadel poeta fiorentino alla schiera dei Fedelid’Amore, di cui egli parla diffusamente inquei componimenti, che se letti in un’otticache non tenga conto di tale presuppostodi appartenenza ideologica ed esoterica,potrebbero essere scambiati per un alquantobanale coacervo di ripetitive, stereotipatee spesso oscure invocazioni elodi a femmine idealizzate, scritte certocon perizia, ma di significato alquanto limitato.Eppure Dante stesso avverte che lesue poesie sono comprensibili solo tenendopresente questo aspetto:E questo dubbio è impossibile a solvere achi non fosse in simile grado fedele d’Amore; ea coloro che vi sono è manifesto ciò che solverebbele dubitose parole(Vita Nuova, Paragrafo XIV)Quelli dei Fedeli d’Amore, di cui facevanoparte Dante ed altri famosi poeti Stilnovistidel suo tempo (Guido Guinizzelli, Guido Cavalcanti,Cino da Pistoia, Ceccod’Ascoli), era una organizzazioneiniziatica di ispirazionetemplare, i cui adepticelavano in sembianze didonna il principio <strong>della</strong> propriaanima, e tutti deprecavanola corruzione alloraimperante nella Chiesa, e neauspicavano un profondorinnovamento; costoro avevanoindividuato nella rosala sapienza spirituale, percui per loro cantare la rosa significavaesaltare la saggezzasegreta capace dicondurre a Dio, significavaamare la vergine Sophia, ossia la santa Sapienza,che era capace di condurre l’uomodalla terra al cielo e dalla morte alla vita.Per i Fedeli d’Amore la donna era l’equivalente<strong>della</strong> rosa mistica dei Sufi e simbolo<strong>della</strong> Dottrina segreta; potevano invocarlacon il nome di monna Beatrice o di monnaTeresa, ma il nome era solo un modo perpoter esaltare i valori <strong>della</strong> sapienza segretasotto forma apparente di omaggio aduna donna, evitando così di incorrere nellenegative conseguenze <strong>della</strong> repressione ecclesiasticache non tollerava neppure unaccenno a saggezza segreta o ad un percorsointeriore, che giudicava pienamenteeretici, quindi da reprimere assolutamente,perché la mera ammissione <strong>della</strong> possibilitàdi un dialogo personale con Dioavrebbe messo in discussione l’indispensabilità<strong>della</strong> mediazione <strong>della</strong> Chiesa comeintermediaria tra l’uomo e il cielo. A causa2/2010HIRAM


• 91 •Dante Alighieri, Poeta ed Iniziato, A. Pellegrini<strong>della</strong> durezza con cui la Chiesa perseguitavai suoi oppositori e qualunque forma dieresia, vera o presunta, gli oppositoridel Papato usavanola massima prudenza, adottandoun linguaggio criptico,che potesse esserecompreso dagli Iniziati, mail cui senso profondo potessesfuggire all’occhio dell’Inquisizione.Lo schema del viaggiocantato nella Divina Commediaricalca i simboli <strong>della</strong>Tradizione ermetico-alchemica:il centro <strong>della</strong> Terra, ilMonte, il Cielo, le Stelle; lostesso inizio del Poema, in cuiil Poeta si trova smarrito nella selva oscura,descrive la crisi spirituale che coglie coluiche si avvia a seguire la Via, esperienza cheviene resa superabile solo grazie all’interventoed all’aiuto di un Maestro, Virgilio,sotto la cui guida Dante entra nell’Inferno,compiendo così un viaggio al centro <strong>della</strong>Terra, cioè l’esperienza denominata VI-TRIOLUM, ben nota anche a chi ha frequentatoil Gabinetto di Riflessione. Inalchimia corrisponde all’opera al nero, èun’impresa con cui l’anima deve sganciarsidal peso delle incrostazioni terrene e mondane,delle proprie passioni ed egoismi; ele varie anime di dannati che Dante incontrasono rappresentazioni simboliche di taliumanissimi aspetti, del caos <strong>della</strong> naturaterrena.Il Purgatorio invece corrisponde all’alchemica“opera al bianco”, ossia alla purificazionedelle scorie, che Dante descrivecome l’ascesa ad un monte, all’inizio faticosissima,ma che nel proseguimento <strong>della</strong>salita si fa progressivamente più lieve, consensualmentealla progressiva liberazionedelle anime dal peso delpeccato: per quanto il loro legamecon la pregressa vita terrenasia ancora forte, è bendiverso da quello <strong>della</strong> Canticaprecedente, ed è caratterizzatoda una effettiva comprensionedelle azioni compiute e degli effettivilimiti umani; anche la lorosofferenza, per quanto sia comunquenotevole, ha un significatoassolutamente differente, inquanto prelude alla liberazione,al superamento delle conseguenzedel peccato ed al conseguimento<strong>della</strong> perfezione celeste.Il Paradiso corrisponde all’opera al rossodegli alchimisti, esperienza di per sé inlarga misura ineffabile, come avverte subitoil Poeta:Nel ciel che più de la sua luce prendefu’ io, e vidi cose che ridirené sa né può chi di là sù discende(Paradiso, Canto I, 4-6)Lo spirito umano è giunto al massimo livellodi coscienza, alla propria definitivaespansione, ha conseguito il contatto conla Luce, tanto da mutare sostanzialmentela propria natura:Trasumanar significar per verbanon si poria; però l’essemplo bastia cui esperienza grazia serba.(Paradiso, Canto I, 71-73)2/2010HIRAM


• 92 •Trasumanar è un neologismo usato daDante per significare come il cammino iniziaticol’abbia portato ad andareal di là dei limiti <strong>della</strong>natura umana, esperienzache le parole non possonocomunicare, superandolaper aderire ad una naturapiù alta, quella divina: tradizionalmentel’esegesicorrente spiega la cosa incoerenza con la visione cristianaortodossa del ricongiungimentofinale di ogniuomo, creato da Dio, con ladivinità creatrice, ma noncredo possa sfuggire ad unadisamina più attenta e perspicace, la possibilevalenza decisamente eterodossa efrancamente ereticale, di proporre una trasformazione<strong>della</strong> natura umana in divina,inammissibile per la Religione ufficiale.Molto si è anche scritto sul Templarismodi Dante, di cui a mio avviso l’interpretazionepiù prudente, e forse perciò stessopiù verosimile, è che il Poeta condividessecon i Cavalieri rossocrociati un patrimoniodi esperienze e conoscenze di origineebraica ed araba, insieme al sogno di unaReligione universale, conseguita col superamentodelle differenze confessionali;come altrettanto verosimile è che Dantecondividesse con i Templari una malcelataostilità nei confronti dell’egemonia teocratica<strong>della</strong> Chiesa, la cui eccessiva attenzioneagli aspetti materiali e temporali inducevaalla marginalizzazione dei contenuti dottrinalie spirituali.Non sembra improbabile quindi supporreche anche la Divina Commedia, operadominata da vivo senso del divino e considerataespressione di fede profondissimanel Cattolicesimo, possainvece nascondere tracce dell’eresiao per lo meno dell’affiliazionedi Dante ad una societàsegreta. E d’altronde è lui stessoche ci avverte:O voi ch’avete li ‘ntelletti sani,mirate la dottrina che s’ascondesotto ‘l velame de li versi strani.(Inferno, canto IX, 61-63)Perciò è ragionevole pensareche sotto il senso letterale <strong>della</strong>Commedia si nasconda un misterioso simbolismo,comprensibile solo a chi è unadepto, le cui origini si perdono nella Tradizioneesoterica propria di gruppi Iniziatici,tra i quali i più noti dell’epoca sonosicuramente i Templari, che nel Medioevohanno tra l’altro costituito un importantecollegamento tra <strong>Oriente</strong> ed Occidente.D’altra parte sembra ancora del tuttocondivisibile la felice intuizione di Guénon,che vide nella visione iniziatica dei treregni oltremondani, l’anticipazione di moltidei contenuti simbolici che poi la Massoneriafarà propri, fenomeno da inseriresenz’altro nell’ambito di una visione sostanzialmenteunitaria dei contenuti <strong>della</strong>Tradizione, che attraversano epoche e culturediverse, ad esse adattandosi, ma sempreconservando il proprio peculiarecarattere e la propria forza induttrice di benefichemodificazioni nell’animo di chi,Iniziato, voglia seguire quella Via.2/2010HIRAM


La presenza esteriore del Massonedi Fulvio RegazzoniAfter the Initiation, every Freemason assumes a mission: to live aiming at improvinghimself and consequently at refining mankind. This purpose is not so easy,particularly if it is related to the profane world. We live in a restless world, full ofcontraddictions, unjustice and prevarications. If we know our Brothers, most difficultis to know and understand what happens out of the Lodges. We will obtain our resultif only we will able, with our behaviour, to “enlight”, by means of the received light,also those who are yet living in the darkness.Sino a che la Luce che ci è stata concessa non viene utilizzata,non si ottiene maggiore illuminazioneIl libero arbitrio ci consente di operaresecondo la nostra volontà e coscienza,ovvero di agire in totalelibertà, tenendo comunque ben presentedi non prevaricare quella altrui. Ogni nostraazione, il nostro comportamento neiconfronti del prossimo, sono dettati daquesta facoltà che ci distingue da tutti gliesseri viventi.L’uomo è parte integrante <strong>della</strong> Natura;con essa dovrebbe vivere in simbiosi, in armonia.Rammentiamo gli insegnamenti deimagi del Medioevo e del Rinascimento.Spesso, purtroppo, complice l’egoismo el’egocentrismo che lo caratterizzano, tendea modificare il ruolo per il quale è statocreato: quello di “costruttore” di una societàmigliore, di un mondo senza ingiustiziee sofferenze. Questo status ideale eutopico lo ritroviamo all’interno <strong>della</strong> nostraIstituzione. Difficile, se non arduo, èpoterlo ricreare fuori dalle Colonne in quelmondo profano in cui, smesso il Grembiule,tutti poi ci ritroviamo. È allora che noi Mas-2/2010HIRAM


• 94 •soni ci sottoponiamo alle prove più dure, aiviaggi più perigliosi. È in quel contesto cheil bagliore dei metalli si fa più fulgido; èfuori dalla Loggia che ardonocon più vigore lefiamme <strong>della</strong> passione esappiamo quanto siano difficilida spegnere!Cosa distingue il profanodal Massone? A questointerrogativo possiamorispondere: il modo di esseree d’agire. L’iniziazione,che trasmette unpotere spirituale, come sostieneil Guénon, gli permetteràdi svilupparequelle energie interioriche possiede allo stato latente.Ma, come sappiamo,non esiste un manuale degli iniziati. Ilpassaggio dallo stato di profano a quellod’iniziato, non è un mero processo chimico,una mutazione istantanea del nostromodo di essere, di pensare ecomportarci. È l’inizio di un lungo e arduocammino che dovrebbe portarci alla trasformazione,elevarci attraverso il duro lavorodi sgrossamento <strong>della</strong> pietra grezza.L’Iniziazione ci mette a disposizione glistrumenti ideali per compiere questa“metamorfosi” che non deve manifestarsisolo fra le mura del Tempio e <strong>della</strong> Loggia,ma soprattutto proseguire all’esterno, nelmondo profano. È in quel contesto che noiMassoni siamo chiamati ad applicare ciòche abbiamo letto e appreso attraverso lasimbologia, “libro” che non sempre sappiamoleggere e interpretare.Percepirsi come un simboloPossiamo considerare l’uomo, come lasintesi del Mondo e ciò grazie alle sue corrispondenzecosmiche, lezone di luce e quelle d’ombra.Gli alchimisti sostengonole analogie e lecorrispondenze tra gli elementidel composto umanoe quelli che reggono l’universo.Noi stessi siamo unassieme di simboli, ma ci rifiutiamodi “leggerci” dentro,di comprenderne ilsignificato e di conseguenzamisconosciamo scientementeil ruolo di pilastro cosmico,ruolo definito eassegnatoci nel grandiosoprogetto pensato per l’umanità.Siamo fatti di carne e spirito (Squadrae Compasso) eppure, a prevalere è quasisempre la materia. Questo comportamentoche spesso palesiamo nei confronti dei nostrisimili, a volte ci allontana, non appenafuori dalle nostre Logge, dai nostri principie dagli insegnamenti ricevuti.L’attrattiva che esercita la Massonerianel Mondo profano è nota. A volte è la meracuriosità a spingere il postulante a bussarealla porta delle Logge. Oppure l’errata convinzioneche l’appartenere a una Loggiapossa portare grandi vantaggi: in ambitoprofessionale e economico ad esempio.Questa attrattiva operata dalla nostra Istituzionenon può comunque essere disgiuntadalla consapevolezza che ci siappresta a far parte di un nucleo atto a diffonderee illuminare le altre coscienze che2/2010HIRAM


• 95 •La presenza esteriore del Massone, F. RegazzoniFacciamoci conoscereEssere Massoni è un privilegio. Le conoscenzeche s’acquisiscono frequentando inostri Lavori possono essere applicate epraticate nel mondo profano, trasmettendoall’esterno gli “interessi” dell’immensocapitale che la Massoneria puòvantare, affinché si possa mutare l’orientamento<strong>della</strong> società, proiettato sempre piùverso il profitto e fagocitato da tecnologiea volte estremamente spregiudicate. Ciò èpossibile se si parte da un principio fondamentale:quello di misurarci prima di misurare.La Massoneria come Istituzione diuomini liberi e tolleranti può contribuire amigliorare i rapporti con i nostri simili.Non dobbiamo nasconderci, non dobbiamoavere timore nel dichiarare la nostra appartenenzaalla L:.M:. A volte accade! Sicuoperanoall’esterno, nel mondo profano,appunto, grazie a quella Luce che ci è statoconcesso di vedere. Questafonte luminosa non deve limitarsia rischiarare solo i nostriLavori, ma deveespandersi all’esterno, illuminareanche coloro che nonsono stati iniziati. Noi dovremmoessere i portatori diquesta Luce di saggezza e tolleranza,che ha fonte antica eche precede sicuramente ilsecolo dei lumi.Materia e materialismoIl fatto è che la materiaesiste, e che noi la conosciamo solo attraversole nostre sensazioni. Ohimè!Questa riflessione la dobbiamo a coluiche viene considerato il grande iniziatoredell’Illuminismo francese, Voltaire. L’Illuminismosegna la nascita <strong>della</strong> società civilemoderna. Il periodo dei lumi non èscevro, da parte degli uomini, di comportamentideprecabili. L’Europa di allora nonera certamente un’oasi di pace, di saggezza,tolleranza e fraternità, tutt’altro! Di riflessoe grazie a personaggi come Benjamin Franklin,questa “luce”, che doveva illuminarele coscienze e i cuori degli uomini, raggiunseil Nuovo Mondo. Anche oltreOceano le cose non andarono meglio e laconquista <strong>della</strong> libertà richiese un immanecontributo di sangue, sacrifici e privazioni.Percorrendo a grandi balzi le tappe <strong>della</strong>Storia, è palese che la “società civile”, poicosì civile non è: due conflitti mondiali,nello spazio di pochi anni. Fame, miseriaaltre guerre, altre immani tragedie. Genocidie quant’altro celebrano lavittoria <strong>della</strong> materia sullospirito. Ciò accade adesso, inogni parte del Mondo. Ciòc’induce a pensare che l’uomosia ancora avvolto nelle tenebree che gli spiragli di Luceche provengono fulgidi dainostri Orienti, all’esterno sidissolvono, perdono luminositàe forza, a volte si spengonoe il gelo avvolgenuovamente le coscienze,anche le nostre, forse perché avolte non abbiamo il coraggiodi qualificarci, di dichiarare lanostra appartenenza a questomeraviglioso e utopico (?) progetto.2/2010HIRAM


• 96 •ramente a causa di quei pregiudizi che purtropposussistono ancora nei nostri confrontie che temiamo potrebbero nuocerci:nel mondo del lavoro, nelle relazioniinterpersonali, nell’ambitodell’attività politica.Dal nostro modesto punto divista ciò va a scontrarsi con ilconcetto di libertà. Celare lanostra appartenenza alla Massoneria,nasconderci per il timoredi ritorsioni, è contrarioai nostri principi e non cirende Liberi. Farci conoscerenon significa divulgare, svelareciò che non potrebbe esserecompreso. La discrezionesui nostri riti e lavori dovrà sempre essereben presente e praticata. Ciò non ci vietaperò di operare alla luce del Sole, consapevoliche l’uomo può migliorare, crescere,elevarsi. È nei rapporti interpersonali, nellavita di tutti i giorni e negli ambiti più disparatiche possiamo ricorrere agli attrezziche conosciamo e che a volte usiamo impropriamente.Dobbiamo sempre agire conrettitudine, applicando su noi stessi laSquadra. Non sempre saremo gratificati,ma avremo la certezza di avere agito bene.Individuare nel prossimo non un nemico,un potenziale concorrente, bensì un fratello,non importa se privo del Grembiule.Teniamo ben presente l’utilizzo <strong>della</strong> Cazzuola,anche laddove ci parrà difficile colmarei vuoti che ci dividono econtribuiscono a creare incomprensioni.Comportiamoci con discernimento, senzagiudicare le apparenze, il più delle volte ingannevoli,dettate dall’aspetto fisico o dalcarattere di una persona.Un uso ideale dello Scalpello su noistessi prima e poi sul nostro potenziale interlocutore,potrebbe rivelarsi gratificantee contribuire a cambiareradicalmente la nostraopinione. Per conoscersibisogna parlarsi;è una questione di volontàche possiamo attivareusando la Leva.Cultura iniziatica e culturaprofana possonoconvivere, plasmarsi;ma l’atteggiamentodell’iniziato non dovràmai essere improntatoalla superiorità, cosìcome la cultura iniziatica, per propria natura,non dovrà mai essere considerata elitaria,bensì ideale collante di una sintesiarmoniosa.Un’armonica combinazione dell’azione internae dell’azione esterna – scrive FrancescoBrunelli - dovrebbe vederci impegnati adapplicare queste leggi e questi principi in ogninostra azione, atteggiamento e occasione, portandoliincontro al mondo esterno in manierache esso ne acquisti consapevolezza. Ovviamentela prima consapevolezza deve sempreessere la nostra.Non consideriamoci anacronistici, esistiamoda sempreConsiderare la Massoneria come filosofiaanacronistica, obsoleta rispetto ai tempiin cui viviamo, non certo facili e forierid’ottimismo, sarebbe un errore. Pensiamoai giovani, alle loro non facili condizioni avolte di totale precarietà anche dopo anni2/2010HIRAM


• 97 •La presenza esteriore del Massone, F. Regazzonidi studi e di sacrifici. Facciamoli avvicinarealle nostre Officine, attraverso conferenze,incontri, discussioni. Facilitiamoloro l’affiliazionequalora si scoprisse unserio interesse per questaantica Arte. Facciamo comprendereloro le grandi opportunitàintellettuali chela nostra Istituzione offre:studi, ricerca, scoperta didiscipline ancestrali, e soprattuttola considerazionee il rispetto che dobbiamoal nostro prossimo. ComeMassoni abbiamo un ruoloimportante da svolgerenella società civile e unobiettivo fondamentale daraggiungere: il recupero diquei valori etico-morali chela società attuale sembra aver volutamentedimenticato. La nostra Istituzione abbisognadi nuova linfa: personalità <strong>della</strong> politica,<strong>della</strong> scienza e <strong>della</strong> cultura. Mentiaperte, che possano rappresentarci con autorevolezzanel mondo profano. A proposito,ci pare opportuno citare questopassaggio estrapolato dal saggio di FrancescoBrunelli Principi e metodi di Massoneriaoperativa.È evidente che i Massoni e la Massoneriadebbono - con la consapevolezzache loro deriva dalle conoscenze esoterichech’essi possiedono e che trapelano dailoro simboli e dai loro riti – con la consapevolezzadel simbolismo degli “strumentimuratori” con i quali lavorano,usare la mente come uno strumento creativoe non solo per razionalizzare, speculare.È nel mondo <strong>della</strong> menteche nascono i primi principi diquanto avviene sulla terra, ilmondo di domani inequivocabilmentenasce ad ogni ora,oggi, qui, nella mente degli uominiche sanno usare lo strumento<strong>della</strong> forza: il pensierocreativo.Nessuno negherà al Massone[prosegue il Brunelli] la qualificadi “costruttore”, nessunonegherà al Massone e alla Massoneriaciò che la storia <strong>della</strong>nostra civilizzazione gli deve,ma i Massoni non debbono negarea se stessi le reali possibilitàche hanno di trasmutare ilmondo, realizzando il Tempio del<strong>Grande</strong> Architetto dell’Universo, scopo, questo,da perseguire come finalità collettiva.Abbiamo una missione da compiereIl Massone deve vivere la propria esistenzain funzione del perfezionamentodell’intera umanità. Non è possibile contribuireal bene del genere umano se singolarmentenon abbiamo fatto nulla di ciòche potrebbe o dovrebbe essere fatto; ovvero:conoscere se stessi e il mondo, saperdominare se stessi e gli sviluppi dell’interaumanità, mobilitarci per aspirare ad unavita giusta e felice. Costruire il Tempioideale nei nostri cuori con l’impegno direndere il mondo sempre più vivibile e luminoso.Questa è la nostra missione.2/2010HIRAM


Fornitore del<strong>Grande</strong> <strong>Oriente</strong> d’italiaVia dei Tessitori 2159100 Prato [PO]tel. 0574 815468 fax 0574 661631P.I. 01598450979


Segnalazioni editorialiHERMANUBIRituali delle CelebrazioniRicorrenze annualiCommemorazioni occasionaliPerugia Libri, Perugia, 2009, pp. 213 e pp. 235Sperando di non apparire presuntuosi o arcani abbiamo sceltodi chiamare questa collana Tetraktis, ispirandoci a quella che erala figura più sacra per i Pitagorici. Rappresentava il numero 10ed era disegnata come un triangolo fatto di punti: quattro perogni lato, un punto al centro [...].Il concetto che essa presuppone è quello dell’ordine misurabile.Esotericamente il vertice del triangolo, il punto più in alto, è ilLogos; il triangolo completo è la Tetrade, o Triangolo nel Quadrato,che è il doppio simbolo del Tetragrammaton di quattro letterenel Cosmo manifesto, e nel suo triplo raggio radicale (il suoNoumeno) nell’immanifesto. [...]Secondo Plutarco, i Greci consideravano la Tetrade come radicee principio di tutte le cose, essendo essa il numero deglielementi che danno origine a tutte le cose create, visibili e invisibili.Quale migliore scelta per una collana editoriale?2/2010HIRAM


• 100 • SEGNALAZIONI EDITORIALIVITTORIA BIANCHILa Massoneria in America LatinaErasmo Edizioni, Roma, 2008, pp. 46Esiste una sola legge eterna nel mondo, è la legge dell’amore.Non è solo l’amore che si manifesta nella bontà e nell’infinitabellezza, nella grande compassione per ogni creatura, ma èanche l’amore che si esprime semplicemente come amore pertutto l’universo, come il desiderio ardente di vivere per glialtri. È l’amore per i bambini, gli umili, gli oppressi del mondo.Questo amore affratella, illumina, rende solidali: questo amoreè l’amore del Massone.Dr. Sebastiano Magelhaes-LimaROBERTO QUARTARoma MassonicaEditoriale Olimpia, Firenze, 2009, pp. 239 € 18,00Un avvincente e dettagliato affresco <strong>della</strong> Massoneria, nata nelMedioevo da corporazioni di muratori e divenuta speculativa nelSettecento con l’adesione di intellettuali e scienziati. La diffusionedell’associazione, l’ampliamento dei suoi interessi: dagliideali filantropici e umanitari all’esoterismo, la magia, la geometria,la Kabbala. L’Autore ci guida attraverso la città di Roma, nevisita i palazzi, ne ripercorre le vie e i giardini, sulle orme di viaggiatoriillustri come Casanova e Goethe. Gli Illuminati, la “Pitonessa” Suzette Labroussee il ruolo fondamentale del <strong>Grande</strong> <strong>Oriente</strong> d’Italia nel progetto politicounitario sabaudo. La Breccia di Porta Pia e la contrapposizione tra la Roma cristianocattolicae la Roma laicista, attraverso la massiccia secolarizzazione <strong>della</strong> neocapitale.[...]Per poi seguire le evoluzioni del movimento massonico in movimento politico confini pedagogici, attraverso immagini, monumenti, cerimonie pubbliche. Con unosguardo attento alla storia recente, alla conflittualità sociale del primo Novecento, aidissidi interni e alle scissioni, alle contraddizioni fra politica riformistica e interventismo,al diffondersi <strong>della</strong> teosofia, dell’antroposofia e dell’occultismo.2/2010HIRAM


SEGNALAZIONI EDITORIALI• 101 •FABIO CELONIMilano esoterismo e mistero. Un viaggio tra i segreti e gli enigmi <strong>della</strong>città.Editoriale Olimpia, Firenze, 2006, pp. 253, € 16,00Milano. Il baricentro economico del paese, la città più freneticadel nostro Stivale, lo spazio dove tutti sembrano correree affannarsi si rivela un paravento, un geloso custode di misteriche solo occhi iniziati possono scoprire. E dunque il centrodel centro di questa città, il Duomo, i suoi decori, in realtàmessaggi. E poi sempre più in là, come un sistema di cerchiconcentrici, i conventi, gli ordini, le fortezze, le gallerie, isantuari, le ville, i corsi. Stivati di simboli, di segni, di tracce che aprono a piste e veritàinsospettate. E ancora più avanti, un viaggio in una provincia lombarda solo apparentementeconosciuta. Santi, Draghi, campane sommerse, mari scomparsi, coppiedivine, tesori nascosti. Cantine, botole che aprono un presente ordinario per sprofondarciin un passato di untori e pestilenze, streghe e roghi, magia e alchimia, amorie oscuri intrecci, Celti e boschi, tesori e Templari errabondi. Una mappa veloce epuntuale attraverso i varchi invisibili di uno dei più importanti crocevia culturalid’Europa.GIAN PAOLO IVALDILessico dell’Alba. Romanzo Alchemico.Italian University Press, Milano, 2009, pp. 189, € 16,00[...] Diventammo, in breve tempo, prigionieri l’uno dell’altro,provando la gioia e la crudeltà del soddisfacimento dell’inquietudine,attraverso il conoscersi ed il riconoscersi in quellospecchio infinito che erano le nostre anime. Ci scoprimmo incapacidi distinguere il confine esistente tra noi, ma ben consapevolidei limiti che ci separavano dal mondo esterno. [...]2/2010HIRAM


• 102 • SEGNALAZIONI EDITORIALIVINCENZO TARTAGLIAL’Utopia massonica. Sognare, costruire, praticare l’amore fraterno.Bastogi Editrice Italiana, Foggia, 2010, pp. 120, € 12,00L’Utopia massonica, ultima impresa di Vincenzo Tartaglia, proponeuna lettura profondamente interiorizzata e fortementespiritualista dell’esperienza massonica, vissuta e declinata inuna chiave senza dubbio teista, ove la figura creatrice e ispiratricedel <strong>Grande</strong> Architetto dell’Universo svolge un ruolochiave nella costituzione intrinseca del Libero Muratore. Sebbenetale impianto, per ammissione dello stesso Autore, dichiara matrice gnostica e teosofica, possa inevitabilmente nonincontrare unanime consenso nel “multiverso” libero-muratorio, il presente librocontiene una serie straordinaria di riflessioni esoteriche così stimolanti, che, al di làdegli orientamenti speculativi preferiti e praticati da ciascuno dei lettori, una sua meditatalettura potrà certamente essere di una certa utilità per tutti. [...]dalla Prefazione di Antonio PanainoUNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PALERMO, DIPARTIMENTO DI BENI CULTURALI,SEZIONE DI STORIA ANTICAMYTHOSRivista di Storia delle Religioni2 n.s., 2008 (15 serie continua)Salvatore Sciascia Editore, CaltanissettaIndice del numeroPratiques religieuses comparées et représentation du divin en Grèceet à RomeN. Belayche - J.-D. Dubois, PrésentationJ. Scheid, Le carmen dans la religion romaineN. Belayche - N. Corre, La construction de l’“étrange”: quand le latin (et le grec) sont deslangues “de puissance”S. Estienne, Lampes et candélabres dans les sanctuaires de l’Occident romain: un approchearchéologique des rituelsA. Zografou, Sous le regard de λύχνος. Lampes et dieux dans une “invocation apollinienne”(PGM I, 262-347)A. Van den Kerchove, L’image de Dieu, l’aimant et le fer. La représentation du divin dans letraité hermétique CH IVM. Troiano, L’Ombre démiurgique: antécédents philoniens possibles du Démiurge gnostique2/2010HIRAM


SEGNALAZIONI EDITORIALI• 103 •GIUSEPPE CASCARINO E CARLO SANSILVESTRIL’esercito romano. Armamento e organizzazione.Vol. III: Dal III secolo alla fine dell’Impero d’Occidente.Il Cerchio Iniziative Editoriali, Rimini, 2009, pp. 292, € 28,00Questo terzo volume, realizzato in collaborazione con CarloSansilvestri, affronta un periodo storico ricco di eventi epocalie di cambiamenti, anche se caratterizzato da una minoredisponibilità di fonti e di informazioni rispetto all’AltoImpero.L’esercito romano del Tardo Impero continuò a costituire unaformidabile macchina da guerra, virtualmente imbattibile efonte di ispirazione sia per gli alleati che per i numerosi nemici che minacciavano lefrontiere dell’Impero. In Occidente cessò di esistere formalmente solo quando, con lagraduale dissoluzione del potere politico di Roma, venne meno il punto di riferimentoideale e istituzionale, continuando tuttavia ad esportare e ad ispirare l’arte <strong>della</strong>guerra in Europa per tutto l’Alto Medioevo.Come per i precedenti volumi il testo analizza nel dettaglio l’organizzazione, le tattichedi battaglia, l’armamento e le condizioni di vita dei soldati romani dell’epoca, avvalendosidi oltre 200 disegni originali, schemi e tabelle, ed è accompagnato da 16tavole a colori, contenenti fra l’altro la ricostruzione degli scudi riportati nella NotitiaDignitatum.NICO IVALDINon mi sono mai arreso. Intervista all’avvocato Bruno Segre.Lupieri Editore, Torino, 2009, pp. 212 € 12,00[...] Il lettore amerà la franchezza di un avvocato giornalistache non si sente un personaggio e, pur avendo molto combattuto,tantomeno un eroe. Che, pur avendo digerito libridi filosofia, non vuol passare per un Gandhi né per un Russell,neppure per un Capitini. Che non ha mai lasciato incrinarsila propria esigenza di libertà, di giustizia, di pace,mai lesinato fatiche per far prevalere l’idea - per lavorare alprogetto - di un Paese perbene.dalla Prefazione di Alberto Sinigaglia2/2010HIRAM


• 104 • SEGNALAZIONI EDITORIALIQUADERNI DI SCIENZA POLITICARivista quadrimestraleAnno XVI, Terza serie, III - n. 2, Agosto 2009Mauro Cormagi Editore, Genova, 2009, pp. 201, € 25,00SommarioSopra alcuni aspetti del rapporto tra politica e religione: un simposioSaggiP. Manent, Nota sull’individualismo moderno, seguito da La democraziasenza la nazione?NoteE. Calossi e F. Coticchia, I partiti italiani e le missioni militari all’estero: valori condivisi oscelte a coerenza alternata?A. Madeddu, Lotta per il potere e violenza politica nella Roma tardo-repubblicanaClassiciJ.A. Schumpeter, Il “Manifesto comunista” nella sociologia e nell’economiaLettureA. Pintore, Procedure democratiche e democrazia deliberativaPAOLO MORELLOLa fotografia in Italia. 1945-1975.Contrasto, Roma, 2010, 2 voll., € 120,00Per la prima volta uno studio affronta in modo sistematico lastoria <strong>della</strong> fotografia nell’Italia repubblicana. Una storia chesi sviluppa nel confronto tra l’evoluzione dei codici, del pubblico,delle strutture del mercato, e l’evoluzione sociale, poiliticaed economica dell’Italia repubblicana.Sono anni in cui la fotografia in Italia registra, in assoluto, lesue punte massime di incidenza sociale; quando, nell’immediatodopoguerra, la televisione non aveva ancora preso il sopravvento e l’informazioneera mediata attraverso la stampa illustrata e, dunque, attraverso la fotografia.Proprio in quegli anni una generazione di giovani, per la prima volta, comincia a pensarealla fotografia come a una professione. Questa inedita osmosi tra fotoamatori efotografi professionisti produce risultati di una qualità che non sarebbe mai più stataeguagliata. Sono anni cruciali per la storia italiana e la fotografia è lo strumento che2/2010HIRAM


SEGNALAZIONI EDITORIALI• 105 •meglio di ogni altro ha saputo rappresentare non soltanto la rapida trasformazione<strong>della</strong> società nel nostro paese negli anni del cosiddetto boom economico, ma ancheun sistema di valori che ancor oggi identifica la cultura italiana nel resto del mondo.In quegli anni, infine, i fotografi dispongono di carte da stampa straordinariamentericche di argento che consentono di ottenere gamme di grigi e di neri assai sofisticate:i materiali reperibili oggi in commercio non permettono più di riprodurre questa ricchezzatonale. Per questo, accanto a quello dei testi, un secondo tomo raccoglie unaselezione inedita e accuratissima di 221 fotografie tra le più rappresentative di queglianni.La fotografia in Italia. 1945-1975 è il primo di 3 volumi sulla storia <strong>della</strong> fotografia italiana.QUADERNI DI STUDI INDO-MEDITERRANEI IISogni e visioni nel mondo indo-mediterraneoEdizioni dell’Orso, Alessandria, 2009, pp. 408 € 30,00“Chi non ritiene che la conoscenza debba convertirsi in obbligomorale, diviene preda del principio di potenza, e ciòproduce effetti dannosi, rovinosi non solo per gli altri maanche per lui stesso. <strong>Grande</strong> è la responsabilità umana versole immagini dell’inconscio. Sbagliare a capirle, o eludere laresponsabilità morale, significa privare l’esistenza <strong>della</strong> suainterezza, essere condannati a una vita penosamente frammentaria”.È seguendo questa via che, secondo Jung, l’uomomoderno deve ri-apprendere a fronteggiare la totalità del suo essere.In questa prospettiva si iscrive il secondo volume dei Quaderni di studi indo-mediterranei,dedicato alla tematica del sogno e <strong>della</strong> visione. I diciannove contributi qui raccoltiesplorano in una prospettiva diacronica e comparata i diversi, ma spessosorprendentemente simili, modi in cui negli spazi del continente euroasiatico è statoavvicinato nei secoli il versante arcano <strong>della</strong> psiche umana: in base alla convinzione,cioè, che nell’esperienza onirica e nell’evento visionario si celi e si riveli insieme unframmento di quella verità universale cui a noi, in quanto umani, incombre di tentarealmeno di dare nome. È solo nella contemplazione di questo specchio dell’invisibile,infatti, che da sempre e oggi più che mai gli esseri umani possono sperare di intravederequella dimensione dell’esistenza nella quale il principio di potenza cede il passoa una comprensione responsabile dell’agire.2/2010HIRAM


• 106 •SEGNALAZIONI EDITORIALIIL PENSIERO MAZZINIANODemocrazia in azioneAnno LXIV, numero 3, Settembre-Dicembre 2009Editoriali e commentiUn nuovo patto per la Repubblica, M. Di NapoliEducazione, R. BrunettiSenza etica mazziniana, P. CarusoSaggi e interventiPreti militari dal Risorgimento alla <strong>Grande</strong> Guerra, A. BudaFrancesco Selmi: scienze e lettere al servizio dell’idea nazionale, A.Ludovisi e P. VenturelliPrimo RisorgimentoLa “Scuola Mazzini” in alcune carte processuali del 1892, M. FinelliMazzini per i romeni fu l’eroico tessitore <strong>della</strong> libertà, M. BarattoLa Repubblica Romana fra meritocrazia e sussidiarietà, L. OrsiniSecondo RisorgimentoDalla speranza alla sconfitta: le Brigate internazionali, S. PozzaniTerzo RisorgimentoPerry Anderson, la sinistra “invertebrata” e l’eredità del Pci, C. CalabròI simboli dell’U.E., A. Chiti-BatelliCarta dei doveri e dei diritti del cittadino europeo, L. BisicchiaLa CECA nelle valutazioni di Europa Federata, G. VanniStudi RepubblicaniQuando la Chiesa bacchettava Minghetti..., M. BaglieriCittadinanza laica e Comunità repubblicana, XXIV Congr. Naz.le AMIFederalismo e politeismo di lavori, S. SamorìIl presidente degli USA Woodrow Wilson fu ammiratore di Garibaldi, C. A.R. PorcellaSocietà e CulturaL’europeismo di Andrea Costa, M. BarnabèSu di un certo fariseismo <strong>della</strong> mezza cultura, F.M. GiulianiL’affermazione dell’autonomia nei sistemi universitari europei, P.S. MarcatoRacconti mazzinianiLa guerra a Senigallia. Diario di un ragazzo, S. AngeloniLibri, Cultura e SocietàFra gli scaffali, A. SfientiRecensioni - Il senso dell’arca - Ebrei senza saperlo, L. PlataniaL’opzione - Due libri di Nevio Matteini, P. Caruso2/2010HIRAM


SEGNALAZIONI EDITORIALI• 107 •A CURA DI SAVERIO BATTENTEMassoneria illustrata – Breve viaggio alla scoperta di un’istituzioneprotagonista nella storiaIllustrazioni di Giulia Redi e prefazione di Gustavo Raffi.Betti EditriceUn breve saggio storico accompagnato da illustrazioni originalifanno da filo conduttore ad un’inedita pubblicazione sulla storia<strong>della</strong> Massoneria. Massoneria illustrata – Breve viaggio alla scopertadi un’istituzione protagonista nella storia è un interessantevolume che fornisce delle nuove chiavi di lettura per approfondirela conoscenza <strong>della</strong> Massoneria invitando, così, a superarei classici luoghi comuni che spesso la caratterizzano. Il libro, conla prefazione del Gran Maestro del <strong>Grande</strong> <strong>Oriente</strong> d’Italia Gustavo Raffi, nasce daun’idea di Giuseppe Galasso e Roberto Rossi e raccoglie al suo interno un saggio diSaverio Battente e le illustrazioni di Giulia Redi, mentre l’introduzione è a cura di StefanoBisi. I proventi derivanti dalla vendita di questo volume saranno devoluti alle Figlie<strong>della</strong> Carità di San Vincenzo de’ Paoli di Siena come sostegno alle loroinsostituibili attività quotidiane in favore di chi ha bisogno.La Massoneria è un’antica istituzione le cui origini si perdono nella storia, ma che haassunto un ruolo fondamentale nella costruzione <strong>della</strong> società moderna a partire dall’iniziodel Settecento. Tanti i pregiudizi alimentati anche dalla consuetudine di riservatezza– non segretezza – che contraddistingue i suoi appartenenti da oltre tresecoli. Nella vecchia Europa, e in Italia in particolare, i massoni sono stati perseguitatida tutti i totalitarismi del Novecento e ancor oggi vengono spesso additati comecausa di tutti i mali, quando non si riesce a dare una spiegazione agli eventi umani.Al contrario, nel mondo anglosassone l’appartenenza alla Massoneria è sigillo checontraddistingue la parte migliore del consorzio civile. In entrambi i sensi esisteampia letteratura. L’intento di questa pubblicazione è di affrontare l’argomento concanoni inediti, stimolando la curiosità del lettore senza preconcetti, con approcciolieve ma non leggero.Il libro, distribuito nelle più importanti librerie <strong>della</strong> Toscana, è anche acquistabile direttamenteinviando una e mail a: ordini@betti.it2/2010HIRAM


• 108 • SEGNALAZIONI EDITORIALIGIOELE MAGALDIAlchimia. Un problema storiografico ed ermeneutico.Mimesis Edizioni, Milano-Udine, 2010, pp. 138, € 14,00Che cos’è l’alchimia? Come si riconosce un documento alchemicoe quali strumenti ermeneutici possiede lo storico per accertarel’oggetto <strong>della</strong> propria ricerca, all’interno di unatradizione spirituale “speculativa” e “operativa” tanto sfuggentee ambigua?Tentando di colmare un vuoto storiografico inopinatamentelasciato sussistere dagli specialisti, questo studio affronta unarigorosa analisi critica del significante storico-culturale “alchimia”.Nonostante la fioritura straordinaria, specie nel XX secolo, di molteplici monografiee saggi sulla storia culturale (filosofica, scientifica, religiosa, artistica) dell’alchimia,anche per impulso di numerose università e centri superiori di ricerca, sembra esseremancato finora, nella comunità degli studi, un approfondimento filologico edermeneutico di questo tipo. Ne derivano una puntuale ricognizione <strong>della</strong> “storia <strong>della</strong>storiografia alchemica” degli ultimi due secoli e mezzo e alcune affascinanti incursioniin sentieri di ricerca “a cavallo” fra antropologia, religiosità, storia delle idee,<strong>della</strong> scienza e <strong>della</strong> filosofia.A CURA DI PIETRO VITELLARO ZUCCARELLOAlla ricerca <strong>della</strong> chiave perduta. Ermetismo ed ermetismi.Mimesis Edizioni, Milano-Udine, 2009, pp. 67, € 12,00Il rinascimento si caratterizzò come un’epoca dominata dall’insofferenzaper un sapere ritenuto ormai immobile e sterile,quello del medioevo scolastico, e dai tentativi di superarlo. Inessa nacquero due correnti di ricerca proiettate verso oppostedirezioni, verso il passato e verso il futuro. Tali correnti furonoall’inizio pressoché indistinguibili l’una dall’altra nei loro intrecci,ma finirono col produrre esiti assai diversi.La prima corrente, quella rivolta verso il passato, nacque dallo studio dei testi ermeticie platonici che si erano resi disponibili nella Firenze medicea per l’arrivo dei dottibizantini in fuga da Costantinopoli a seguito <strong>della</strong> conquista ottomana. Essa riproposeil tema di una sapienza spirituale immutabile risalente a tempi immemorabili.2/2010HIRAM


SEGNALAZIONI EDITORIALI• 109 •La seconda, quella diretta verso il futuro, all’inizio poco distinguibile dalla prima mapoi sempre più forte e autonoma, nacque dall’urgenza di disporre di un sapere piùefficace e operante in senso trasformativo sulla realtà. Essa si alimentò a lungo dellostudio <strong>della</strong> magia e <strong>della</strong> riscoperta delle antiche scienze tradizionali e portò poi, attraversocomplessi passaggi, al nascere e all’affermarsi <strong>della</strong> scienza moderna, contutto il suo potenziale di cambiamento, ma anche con i suoi rischi e le sue aporie.L’una e l’altra corrente hanno mutato in modo irreversibile il mondo in cui viviamoe continuano ad influenzarlo.A CURA DI GIANLUCA MILIGI E GIOVANNI PERAZZOLILaicità e filosofiaQuaderni Loris FortunaMimesis Edizioni, Milano-Udine, 2010, pp. 175 € 15,00PrologoClaudio Magris, Il senso del laicoEmanuele Severino, Solo la filosofia può essere laicaI. Laicità, verità e doxa nel NeoparmenidismoGennaro Sasso, Sul laicismo. IntervistaEmanuele Severino, Tra laicità e filosofia. IntervistaMauro Visentin, Filosofia e laicitàGianluca Miligi, Laicismo, tra laicità e filosofiaII. Laicità, ragione e fede: prospettive dell’ermeneuticaClaudio Ciancio, Fede, laicità e ragione ermeneuticaFederico Vercellone, Laicità e nichilismo. Le radici greche del fondamentalismoPier Aldo Rovatti, Le ragioni e le fediIII. Laicità, nuova teologia politica e secolarizzazioneEdoardo Greblo, L’arte (laica) <strong>della</strong> separazioneGianni Vattimo, La religione è nemica <strong>della</strong> civiltà?Gian Enrico Rusconi, Elementi di democrazia laica nell’età post-secolareFrancesco Bilotta, Luca Taddio, Laicità e dirittoLe questioni <strong>della</strong> laicità e del laicismo rappresentano il terreno di una controversiagiuridica, politica e ideologica. Tali questioni costituiscono però, in ultima istanza,2/2010HIRAM


• 110 •SEGNALAZIONI EDITORIALIanche una decisiva sfida per il pensiero. Se oggi <strong>della</strong> laicità si parla in tanti modi,luoghi, e nelle accezioni più varie, almeno nel nostro Paese, dove forte è l’influenzapolitica <strong>della</strong> Chiesa cattolica, si registra paradossalmente la mancanza di una vera riflessionecritica che metta a fuoco le diverse dimensioni e i prìncipi teorici <strong>della</strong> laicitàstessa: a colmare questa lacuna sono rivolti i contributi di questo volume.MING WONG C.Y.Il padre del Tai Ki Kung. Siu Gao Tin / Kao Lon Kung.A cura di Huang Siu Chin e Masako SuzukiMimesis Edizioni, Milano-Udine, 2009, pp. 288, € 18,00In Occidente poco o niente si sa sullo stile originario, il Tai KiKung (termine storico autentico) creato dal Patriarca TaoistaChang Sam Fung e sulla lunghissima vita del suo Fondatore.La causa di tutto ciò è da ricercare nell’incapacità di leggere ilcinese antico e, di conseguenza, i documenti ufficiali imperialidi quattro dinastie che parlano <strong>della</strong> vita del Patriarca. Un similelimite ha portato a credere che l’esistenza di Chang SamFung sia stata solo una leggenda. Grazie alla scuola Taoista “Gong”, fondata dal PatriarcaChang Sam Fung, questo libro, unico e straordinario, guiderà il lettore alla conoscenzadi questa antichissima arte e <strong>della</strong> vita del suo Fondatore, nonché dei verisimboli e principi che costituiscono l’autentico pensiero antico Taoista, fondamento<strong>della</strong> storia e <strong>della</strong> cultura cinese. Solo questa scuola Taoista, infatti, unica in tutta laCina, pratica ancora oggi il Tai Ki Kung così some lo praticava il suo Fondatore, usandola simbologia e i termini Taoisti antichi.MATTEO COMPARETISamarcanda centro del mondo. Proposte di lettura del ciclo pittorico diAfrāsyābMimesis Edizioni, Milano-Udine, 2009, pp. 266, € 18,00Il presente studio concerne l’analisi delle pitture ritrovate aAfrāsyāb (la Samarcanda pre-islamica o, meglio, pre-mongola)negli anni ‘60 del secolo scorso dai russi.Nuove scoperte possono aiutare a comprendere meglio quelciclo pittorico in cui compaiono, oltre agli abitanti stessi di Sa-2/2010HIRAM


SEGNALAZIONI EDITORIALI• 111 •marcanda, anche rappresentanti delle civiltà attigue come cinesi, indiani, turchi duranteun periodo preciso dell’anno, intenti a officiare celebrazioni specifiche. Un’introduzionestorica e alcune traduzioni da fonti relative all’epoca in questione sonopresentate allo scopo di fornire dati di prima mano e approfondimenti anche al lettorenon esperto.MICHELE TADDEISiamo Onesti! Bettino Ricasoli, il Barone che volle l’Unità d’Italia.Mauro Pagliai Editore, 2010, pp. 192 € 14,00“Siamo onesti!”, la celebre esclamazione che ne caratterizzòla figura pubblica, fa da sfondo al racconto <strong>della</strong> vita di Ricasoliche, dalla sua viva voce, narra dell’uomo e <strong>della</strong> famiglia,dell’innovatore in agricoltura e del padrone, dell’uomo religiosoe mangiapreti. E, naturalmente, dell’uomo politico perdue volte presidente del Consiglio dell’Italia unita, Gonfalonieredi Firenze negli anni del Granducato e poi dittatore diToscana nel 1859-60. Un ultimo capitolo, infine, sotto formadi dialogo a due voci, descrive i rapporti che ebbe con gli altri protagonisti del Risorgimento:Vittorio Emanuele II, Cavour, Garibaldi e Mazzini.Il libro, ricco di sorprese e curiosità storiche, non scioglie fino in fondo il dubbio seRicasoli sia stato o no affratellato alla Massoneria, tuttavia rivela i suoi forti legami conimportanti figure da Giuseppe Garibaldi a Francesco de Sanctis a Filippo Cordova, cheda ministro dell’agricoltura del primo governo Ricasoli divenne Gran Maestro aggiuntodel <strong>Grande</strong> <strong>Oriente</strong> d’Italia.Non mancano poi aneddoti sull’Italia e la Toscana ottocentesca: il primo treno cheattraversò le crete senesi, le colline del Chianti senese e fiorentino attraverso la realizzazione<strong>della</strong> via Chiantigiana, la Maremma “amara” grossetana non ancora bonificatadalle paludi e, soprattutto, la Firenze granducale poi Capitale del Regno.2/2010HIRAM


• 112 •SEGNALAZIONI EDITORIALIA CURA DI GIAN MARIO CAZZANIGAStoria d’Italia. Annali 25. Esoterismo.Giulio Einaudi Editore, Torino, 2010, pp. 781, € 85,00Una riflessione sull’esoterismo e sulle sue presenze nella culturaoccidentale non può che iniziare confrontandosi col tema<strong>della</strong> prisca theologia, di una verità che si pone all’origine <strong>della</strong>storia umana, al di là di forme religiose e filosofiche, capacecome tale di accomunare <strong>Oriente</strong> e Occidente. Si tratta di untema già influente nel mondo ellenistico-romano e poi a piùriprese presente nella res publica christiana, un tema che uniscel’Occidente a culture altre, con riferimenti a Caldei, Magi, Gimnosofistied Egizi, cui talora vengono aggregati Ebrei, Etiopi oDruidi, in una visione sapienziale fondata su segreto e alterità, un’alterità volta a<strong>Oriente</strong>.Ma proprio il rapporto <strong>Oriente</strong>/Occidente finisce per risultare costitutivo <strong>della</strong> civiltàoccidentale in duplice senso. Da una parte per opposizione, ora come la libertàopposta a non libertà, e valga qui per tutte la tematica, non solo settecentesca, del dispotismoorientale, ora come civiltà-verità opposta a barbarie-non verità, dall’opposizionegreci/barbari a quelle cristianità/tatari, cristianità/islam e chiesa cristianaromana/chiese cristiane orientali. Sappiamo infatti che la costruzione di un’identitàè sempre in qualche modo parallela a una costruzione di alterità, capace di svelare perdifferenza caratteri costituenti l’identità stessa.D’altra parte l’<strong>Oriente</strong> finisce per risultare luogo di origine <strong>della</strong> civiltà occidentale findal mito d’Europa, giovane principessa fenicia, dunque asiatica, che, rapita da Giovenelle vesti di un toro bianco, da lui sedotta e portata a Creta, genera Minosse il Legislatore,da cui sorgerà una nuova civiltà fondata sulla costruzione giuridica, anchese occorrerà attendere Roma per averne piene realizzazione.[...]In questa storia dell’esoterismo come deposito sapienziale, sorge il problema parallelodi una identificazione dei custodi di questa verità originaria e dunque <strong>della</strong> trasmissionedi essa, <strong>della</strong> tradizione che da essa deriva e delle forme associativeriservate in cui vive. Ma proprio con la categoria di tradizione, lemma che contieneinsieme un deposito di memoria, una consegna-trasmissione di esso e una pratica ritualeche questa memoria vivifica, la questione dell’esoterismo si problematizza.[...]da Esoterismo e filosofia in Occidente di G.M. Cazzaniga2/2010HIRAM

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