11.07.2015 Views

allegato 1 studio ambientale preliminare e relazione di ... - Ambiente

allegato 1 studio ambientale preliminare e relazione di ... - Ambiente

allegato 1 studio ambientale preliminare e relazione di ... - Ambiente

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Fermi Giuseppe Bartoli Giuliano e C. S.a.s.Procedura <strong>di</strong> screening per impianto gestione rifiuti in aree site nelle zone <strong>di</strong> rispetto <strong>di</strong> cui all'art. 21, comma 1, del decreto legislativo 11 maggio 1999, n.152, e successive mo<strong>di</strong>fiche; nei territori sottoposti a vincolo paesaggistico ai sensi del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490, esuccessive mo<strong>di</strong>fiche, salvo specifica autorizzazione regionale, ai sensi dell'articolo 151 del citatodecreto. in aree esondabili, instabili e alluvionabili comprese nelle fasce A e B in<strong>di</strong>viduate nei piani <strong>di</strong> assettoidrogeologico <strong>di</strong> cui alla legge n. 183 del 1989.L’area risulta ben servita dalla viabilità pubblica principale: infatti l'impianto si trova in a<strong>di</strong>acenza alla SPRiccione Tavoleto risultando <strong>di</strong> facile accesso per i mezzi pesanti.Fig. 2: Stralcio <strong>di</strong> CTR - Fonte Moka GIS Regione Emilia RomagnaStu<strong>di</strong>o <strong>ambientale</strong> <strong>preliminare</strong> 5


Fermi Giuseppe Bartoli Giuliano e C. S.a.s.Procedura <strong>di</strong> screening per impianto gestione rifiutiFig. 7 - Stralcio <strong>di</strong> PTCP - Tavola D (fonte: SITUA Provincia <strong>di</strong> Rimini)3.2 Pianificazione <strong>di</strong> settore (Piano Provinciale per la Gestione dei Rifiuti)Il Piano per la gestione dei rifiuti (PPGR), riportato in Tavola E del PTCP) non esclude la localizzazione <strong>di</strong>impianti per la gestione dei rifiuti nell'area in esame come evidenziato dalla Fig. 8Stu<strong>di</strong>o <strong>ambientale</strong> <strong>preliminare</strong> 12


Fermi Giuseppe Bartoli Giuliano e C. S.a.s.Procedura <strong>di</strong> screening per impianto gestione rifiutiFig. 8 - Stralcio <strong>di</strong> PTCP - Tavola E (fonte: SITUA Provincia <strong>di</strong> Rimini)Stu<strong>di</strong>o <strong>ambientale</strong> <strong>preliminare</strong> 13


Fermi Giuseppe Bartoli Giuliano e C. S.a.s.Procedura <strong>di</strong> screening per impianto gestione rifiuti3.3 Piano stralcio per l'assetto idrogeologico (PPAI)Il Piano per l'assetto idrogeologico non prevede alcuna classificazione per l'area in esame.Fig. 9: Stralcio del PPAI (fonte: www. regione.emilia-romagna.it)Stu<strong>di</strong>o <strong>ambientale</strong> <strong>preliminare</strong> 14


Fermi Giuseppe Bartoli Giuliano e C. S.a.s.Procedura <strong>di</strong> screening per impianto gestione rifiuti3.4 Piano Regolatore GeneraleIl PRG Vigente in<strong>di</strong>vidua l'area come zona D8 “Zone per deposito <strong>di</strong> materiali all’aperto” normata dall'art..In Fig. 10 è riportato lo stralcio del PRG Vigente relativa all'uso del suolo.Fig. 10: Stralcio <strong>di</strong> PRG (Fonte: Comune <strong>di</strong> San Clemente)Le aree confinanti esterne al perimetro hanno destinazione prevalentemente agricola (E2).Stu<strong>di</strong>o <strong>ambientale</strong> <strong>preliminare</strong> 15


Fermi Giuseppe Bartoli Giuliano e C. S.a.s.Procedura <strong>di</strong> screening per impianto gestione rifiuti3.5 VincoliCome già detto nel Par.3.4 l'area non è sottoposta a vincoli.3.6 ConclusioniL'intervento è conforme agli strumenti <strong>di</strong> pianificazione territoriale sovraor<strong>di</strong>nati e a quelli urbanisticicomunali (PRG ) e non comporta particolari criticità legate alle destinazioni d'uso delle aree limitrofe.Stu<strong>di</strong>o <strong>ambientale</strong> <strong>preliminare</strong> 16


Fermi Giuseppe Bartoli Giuliano e C. S.a.s.Procedura <strong>di</strong> screening per impianto gestione rifiuti4 ProgettoSi specifica che l'impianto non subirà alcuna mo<strong>di</strong>fica infrastrutturale e se ne descrive brevemente lo stato<strong>di</strong> fatto.4.1 Stato <strong>di</strong> fatto4.1.1 AreaL’area in cui è ubicato l’impianto è situata nel Comune <strong>di</strong> San Clemente, in Via Tavoleto, 9 ed ècircoscritta da barriera a verde costituita in parte da siepe sempreverde ed in parte da piante ad alto fusto.Tutta la superficie dell’area interessata dall’impianto è costituita da pavimentazione drenante in mistogranulare stabilizzato (ad esclusione dell'area per lo stoccaggio delle miscele bituminose che è dotata <strong>di</strong>pavimentazione impermeabile) che impe<strong>di</strong>sce l’inerbimento e l’impaludamento dotata <strong>di</strong> rete fognaria biancacollegata a impianto <strong>di</strong> trattamento delle acque <strong>di</strong> <strong>di</strong>lavamento del piazzale e <strong>di</strong> <strong>di</strong>soleatore a servizio dellapiazzola per lo stoccaggio delle miscele bituminose.L’area è dotata <strong>di</strong> pavimentazione in misto granulare stabilizzato <strong>di</strong> <strong>di</strong> piazzola impermeabile per la messain riserva <strong>di</strong> miscele bituminose. Lo stato <strong>di</strong> fatto è quello riportato nelle seguenti immagini.4.1.2 Reti fognarieL'area è dotata <strong>di</strong> rete fognaria bianca collegata a impianto <strong>di</strong> trattamento delle acque <strong>di</strong> <strong>di</strong>lavamento delpiazzale e <strong>di</strong> <strong>di</strong>soleatore a servizio della piazzola per lo stoccaggio delle miscele bituminose già autorizzatadalla Provincia <strong>di</strong> Rimini con Provv. Del .4.1.3 Emissioni in atmosferaSi precisa che l’attività in oggetto non origina alcuna emissione convogliata in atmosfera (le polveri sonoabbattute me<strong>di</strong>ante impianto <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>ficazione).Stu<strong>di</strong>o <strong>ambientale</strong> <strong>preliminare</strong> 17


Fermi Giuseppe Bartoli Giuliano e C. S.a.s.Procedura <strong>di</strong> screening per impianto gestione rifiutiFig. 11: Punti <strong>di</strong> Vista su foto aerea (MOKA Gis Regione Emilia Romagna)13121514Fig. 12: Ingresso all'impiantoStu<strong>di</strong>o <strong>ambientale</strong> <strong>preliminare</strong> 18


Fermi Giuseppe Bartoli Giuliano e C. S.a.s.Procedura <strong>di</strong> screening per impianto gestione rifiutiFig. 13: Piazzale <strong>di</strong> stoccaggio e trattamentoFig. 14: Strada <strong>di</strong> accesso all'impiantoStu<strong>di</strong>o <strong>ambientale</strong> <strong>preliminare</strong> 19


Fermi Giuseppe Bartoli Giuliano e C. S.a.s.Procedura <strong>di</strong> screening per impianto gestione rifiutiFig. 15: Vista esterna d'insieme dalla SP Riccione Tavoleto4.2 Riattivazione delle operazioni <strong>di</strong> trattamento (R5)Il presente capitolo descrive le mo<strong>di</strong>fiche gestionali all'impianto che permetteranno <strong>di</strong> riattivare a pienoregime l'attività <strong>di</strong> trattamento dei rifiuti gestiti.Si intende ottenere la possibilità <strong>di</strong> trattare i rifiuti gestiti <strong>di</strong>rettamente presso l'impianto con un numerolimitato <strong>di</strong> campagne <strong>di</strong> trattamento da realizzare una volta ottenuti i quantitativi ottimali (800/1.000 ton).Le campagne avranno generalmente durata limitata a uno/due giorni mese lungo tutto l'arco dell'anno.Il trattamento del materiale avviene secondo le seguenti fasi:A. Umi<strong>di</strong>ficazione dei cumuli soggetti a movimentazione per contenere la polverosità;B. Cernita e separazione dei materiali riutilizzabili da quelli destinati allo smaltimento (legno,plastica, ecc.);C. Frantumazione (ove prevista) per mezzo <strong>di</strong> frantoio mobile delle parti <strong>di</strong> maggiori <strong>di</strong>mensioni perottenere una granulometria <strong>di</strong>fferenziata;Il ciclo produttivo della macchina inizia dall'alimentatore a piastre, nella cui tramoggia, si devecaricare il materiale da frantumare per mezzo <strong>di</strong> un escavatore. L'alimentatore a piastre scaricagradualmente il materiale sul vaglio vibrante che esegue una prima selezione: il materiale fine(detto anche "sporco" perché <strong>di</strong> solito è terroso che passa al <strong>di</strong> sotto del piano a barrotti, puòessere convogliato o sul nastro laterale (per formare un cumulo) o su quello principale con ilmateriale frantumato proveniente dal frantoio. Il frantoio, naturalmente, viene alimentato con ilStu<strong>di</strong>o <strong>ambientale</strong> <strong>preliminare</strong> 20


Fermi Giuseppe Bartoli Giuliano e C. S.a.s.Procedura <strong>di</strong> screening per impianto gestione rifiutimateriale <strong>di</strong> pezzatura maggiore che avanza sopra al piano a barrotti dell'alimentatore. Il frantoioè la parte più importante della macchina nella quale i massi vengono frantumati schiacciandoli frauna mascella fissa e una mobile. Il materiale non può uscire finché non ha raggiunto la<strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> regolazione della bocca <strong>di</strong> uscita. Il materiale frantumato, trasportato dal nastroprincipale, passa sotto al nastro deferizzatore che separa il ferro contenuto nel calcestruzzoproveniente dalle demolizioni. Il materiale uscente dal nastro principale può andare <strong>di</strong>rettamentea cumulo oppure alimentare un ulteriore gruppo <strong>di</strong> vagliatura. La pompa dell'acqua, per mezzo <strong>di</strong>appositi nebulizzatori posti nel punti <strong>di</strong> maggior produzione <strong>di</strong> polvere, abbatte quasi totalmente lapolvere prodotta.D. Conferimento del materiale <strong>di</strong> scarto a <strong>di</strong>tte autorizzate allo smaltimento e stoccaggio in cumuli(h max = 4 m) <strong>di</strong> quello idoneo ad essere riutilizzato.Il reimpiego avviene principalmente in sottofondazioni stradali, piazzali e riempimenti nel settore e<strong>di</strong>lizio.I prodotti derivati dal trattamento rispondono alle caratteristiche riportate nell’<strong>allegato</strong> 1 al D.M. 05.02.98 ein<strong>di</strong>viduati ai punti 7.1 e 7.6; prima del loro reimpiego saranno sottoposti ai test <strong>di</strong> cessione secondo ilmetodo <strong>di</strong> cui all’<strong>allegato</strong> 3 del succitato decreto.I quantitativi del materiale da trattare sono stimati in 7.500 t/a. Generalmente le potenzialità degli impiantimobili utilizzati permettono il trattamento <strong>di</strong> circa 400 tonnellate <strong>di</strong> rifiuti inerti al giorno.5 Impatti sull'ambienteL'<strong>allegato</strong> D alla L.R. 9/1999 come mo<strong>di</strong>ficata dalla L.R. 3/2012 prevede che il progetto vada analizzatotenendo conto dei seguenti fattori1. Caratteristichea) <strong>di</strong>mensioni del progetto (superfici, volumi, potenzialità).b) cumulo con altri progetti;c) utilizzazione delle risorse naturali;d) produzione <strong>di</strong> rifiuti;e) inquinamento e <strong>di</strong>sturbi ambientali;f) rischio <strong>di</strong> incidenti, per quanto riguarda, in particolare, le sostanze o le tecnologie utilizzate;g) impatto sul patrimonio naturale e storico, tenuto conto della destinazione delle zone chepossono essere danneggiate (in particolare zone turistiche, urbane o agricole).2. Ubicazione del progettoDeve essere considerata la sensibilità <strong>ambientale</strong> delle zone geografiche che possono risentire degliimpatti, tenendo conto in particolare dei seguenti elementi:a) l’utilizzazione attuale del territorio;b) la ricchezza relativa, la qualità e la capacità <strong>di</strong> rigenerazione delle risorse naturali della zona;c) la capacità <strong>di</strong> carico dell'ambiente naturale, con particolare attenzione alle seguenti zone:1) zone umide;2) zone costiere;Stu<strong>di</strong>o <strong>ambientale</strong> <strong>preliminare</strong> 21


Fermi Giuseppe Bartoli Giuliano e C. S.a.s.Procedura <strong>di</strong> screening per impianto gestione rifiuti3) zone montuose e forestali;4) riserve e parchi naturali;5) zone classificate o protette dalla legislazione degli stati membri; zone protette specialidesignate in base alle <strong>di</strong>rettive 79/409/CEE e 92/43/CEE;6) zone nelle quali gli standard <strong>di</strong> qualità <strong>ambientale</strong> della legislazione comunitaria sonogià stati superati;7) zone a forte densità demografica;8) zone <strong>di</strong> importanza storica, culturale e archeologica;9) aree demaniali dei fiumi, dei torrenti, dei laghi e delle acque pubbliche;10) territori con produzioni agricole <strong>di</strong> particolare qualità e tipicità <strong>di</strong> cui all’articolo 21 deldecreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228 (Orientamento e modernizzazione delsettore agricolo, a norma dell'articolo 7 della L. 5 marzo 2001, n. 57);11) effetti dell'impianto, opera o intervento sulle limitrofe aree naturali protette3. Caratteristiche dell'impatto potenzialeGli impatti potenzialmente significativi dei progetti devono essere considerati in <strong>relazione</strong> ai criteri stabilitiai punti 1 e 2 e tenendo conto in particolare:a) della portata dell'impatto (area geografica e densità della popolazione interessata);b) della natura transfrontaliera dell'impatto;c) dell'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> grandezza e della complessità dell'impatto;d) della probabilità dell'impatto;e) della durata, frequenza e reversibilità dell'impatto.L'ambito d’interesse <strong>di</strong> questa <strong>relazione</strong> è stato definito considerando solo quelle componenti ambientalieffettivamente interessate dal progetto, limitandosi per le restanti alla descrizione dello stato <strong>di</strong> fatto.5.1 Ambito territoriale considerato nell’analisi <strong>ambientale</strong> e dati <strong>di</strong>sponibiliL’analisi <strong>ambientale</strong> verrà svolta prevalentemente su scala locale, cioè quella maggiormente influenzatadalla realizzazione del progetto, dal momento che la sua realizzazione non comporterà, come già preve<strong>di</strong>bileda quanto esposto nel capitolo precedente, impatti a scala maggiore. In<strong>di</strong>cativamente si può <strong>di</strong>re che verràpresa in considerazione l’area circostante il punto dove verrà posizionato l'impianto <strong>di</strong> trattamento mobile.5.2 PopolazioneL'area è scarsamente popolata e non si prevedono impatti significativi sulla componente popolazione.5.2.1 Considerazioni in materia <strong>di</strong> tutela della salute e sicurezza dei lavoratoriPer il trattamento dei rifiuti viene utilizzato un frantoio che permette lo svolgimento in fasi meccaniche etecnologicamente interconnesse delle operazioni <strong>di</strong> macinazione, vagliatura, selezione granulometrica eseparazione della frazione metallica e delle frazioni indesiderate per l'ottenimento <strong>di</strong> frazioni inerti <strong>di</strong> naturalapidea a granulometria idonea e selezionata.La macchine utilizzate sono dotate <strong>di</strong> marcatura CE <strong>di</strong> conformità alle normative tecniche vigenti. Percontenere gli impatti ambientali delle operazioni <strong>di</strong> trattamento la macchina è dotata <strong>di</strong> sistema <strong>di</strong>Stu<strong>di</strong>o <strong>ambientale</strong> <strong>preliminare</strong> 22


Fermi Giuseppe Bartoli Giuliano e C. S.a.s.Procedura <strong>di</strong> screening per impianto gestione rifiutiabbattimento delle polveri alla tramoggia <strong>di</strong> carico e dei sistemi <strong>di</strong> sicurezza previsti dalle norme vigenti(<strong>di</strong>spositivo <strong>di</strong> spegnimento rapido, coman<strong>di</strong> a <strong>di</strong>stanza a tutela dell'esposizione al rumore, sistemi <strong>di</strong>protezione della parti in rotazione, ecc.). Questi macchinari sono poi solitamente dotati <strong>di</strong> sistemi <strong>di</strong>insonorizzazione del motore a maggior tutela dell'operatore. Gli addetti all'utilizzo del macchinario sonocomunque dotati <strong>di</strong> otoprotettori a maggior tutela della salute.Il documento <strong>di</strong> valutazione dei rischi non subirà mo<strong>di</strong>fiche in quanto la <strong>di</strong>tta già precedentementesvolgeva l'attività <strong>di</strong> frantumazione ed è attualmente autorizzata ad un trattamento inferiore alle 10 t/gv.5.3 Fauna e floraL'area nel complesso non è caratterizzata dalla presenza <strong>di</strong> aree <strong>di</strong> particolare pregio sotto il punto <strong>di</strong> vistafaunistico e della vegetazione. La durata limitata delle singole campagne <strong>di</strong> trattamento non comporteràimpatti significativi.5.4 Suolo e sottosuoloA scala locale dal punto <strong>di</strong> vista del suolo l'area ha scarso interesse visto che è già da oltre 10 anniutilizzato come impianto per la gestione <strong>di</strong> rifiuti inerti da costruzione e demolizione.A scala maggiore invece il beneficio legato alla realizzazione del progetto in esame è dato dalla possibilità<strong>di</strong> riutilizzare matteria prima secondaria proveniente dal trattamento in sostituzione <strong>di</strong> materiali <strong>di</strong> cava.5.5 AcquaL'idrografia locale è costituita prevalentemente da fossi <strong>di</strong> scolo, poderali, peristradali che non verrannoimpattati dall'intervento <strong>di</strong> progetto. L'impianto è poi già dotato <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> se<strong>di</strong>mentazione in continuoper il trattamento delle acque reflue <strong>di</strong> <strong>di</strong>lavamento del piazzale e <strong>di</strong> <strong>di</strong>soleatore a servizio dell'area <strong>di</strong>stoccaggio del conglomerato bituminoso <strong>di</strong> recupero.5.6 Aria5.6.1 Qualità dell'ariaL'unico eventuale impatto negativo è costituito dalla produzione <strong>di</strong> polveri durante le fasi <strong>di</strong> trattamento deirifiuti inerti.Questo impatto è però ridotto al minimo dall'impianto <strong>di</strong> abbattimento delle polveri me<strong>di</strong>antenebulizzazione d'acqua che è installato sulla tramoggia dell'impianto mobile e che permette il quasi totaleabbattimento delle polveri prodotte e sicuramente il contenimento delle stesse entro i confini dell'area <strong>di</strong>intervento.5.6.2 Valutazione <strong>preliminare</strong> del clima acusticoLe caratteristiche tipiche <strong>di</strong> emissione sonora delle attrezzature utilizzate (per laa pala gommata utilizzatadalla <strong>di</strong>tta la pressione sonora tipica si assesta sui 106,1 dB(A), per l'escavatore utilizzato per il carico a 95,5dB(A) mentre per l'impianto il valore peggiore a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 1 m è pari a 94 db(A) come riportato in Fig. 16,portano ad avere una emissione sonora cumulata pari a 107 dB(A).Stu<strong>di</strong>o <strong>ambientale</strong> <strong>preliminare</strong> 23


Fermi Giuseppe Bartoli Giuliano e C. S.a.s.Procedura <strong>di</strong> screening per impianto gestione rifiutiFig. 16: Valori tipici <strong>di</strong> emissione sonora <strong>di</strong> un impianto <strong>di</strong> trattamentoConsiderando trascurabile su base giornaliera l'emissione sonora dei camion che accedono all'impiantoper le normali operazioni <strong>di</strong> carico e scarico e considerando in prima analisi le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> campo libero (ilsuono si propaga in modo sferico), la sorgente puntiforme, la <strong>di</strong>fferenza del livello <strong>di</strong> pressione sonora fra idue punti che si trovano rispettivamente alle <strong>di</strong>stanze d 1 e d 2 dalla sorgente è calcolabile con la <strong>relazione</strong> :L p2 =L p1 – 20 lg d 2 / d 1Considerando che il recettore sensibile più vicino è localizzato nel caso peggiore a circa 135 m dallasorgente sonora, l'abbattimento sarà pari aL p2 = L p1 - 20 lg d 2 / d 1 = 107 - 20 lg 135/1= 107-43= 64 dB(A)La pressione sonora residua sarà quin<strong>di</strong> inferiore a 70 dB(A) nel caso peggiore (escavatore, palagommata e impianto <strong>di</strong> frantumazione in funzione contemporaneamente) e trascurando l'abbattimento datodalla vegetazione esistente tra il piazzale e il recettore più vicino e dai cumuli.Verranno prese misure aggiuntive per la minimizzazione dell'emissione sonora, quali la in<strong>di</strong>viduazionedell'area <strong>di</strong> funzionamento lontano dai potenziali recettori sensibili e il posizionamento a ridosso dei cumulidel materiale da trattare e trattato che permettano l'abbattimento del rumore (si veda la tavola allegata).Stu<strong>di</strong>o <strong>ambientale</strong> <strong>preliminare</strong> 24


Fermi Giuseppe Bartoli Giuliano e C. S.a.s.Procedura <strong>di</strong> screening per impianto gestione rifiuti5.7 Fattori climaticiLa realizzazione del progetto non avrà impatti <strong>di</strong>retti o in<strong>di</strong>retti apprezzabili sulla componente fattoriclimatici.5.8 Beni materialiNon si ravvisano impatti significativi sulla componente beni materiali dal momento che nelle prossimitàdell'area d'intervento non sono presenti beni materiali significativi.5.9 Patrimonio agroalimentareLa realizzazione dell'intervento non interferirà con le attività agricole presenti.5.10 PaesaggioLa realizzazione dell'intervento non interferirà con la componente paesaggio. L'area non è infatti interessadalla presenza <strong>di</strong> beni paesaggistici o <strong>di</strong> caratteristiche paesaggistiche peculiari.5.11 Altre componenti ambientali e interazioni tra i fattori ambientaliNon sono previsti impatti <strong>di</strong> rilevo relativamente ad altre componenti ambientali o interazioni tra quelleprecedentemente esaminate.6 ConclusioniLe mo<strong>di</strong>fiche gestionali che consentono <strong>di</strong> poter trattare i rifiuti gestiti non comportano significativi impattinegativi sull'ambiente a scala locale mentre apportano benefici a scala comprensoriale per la possibilità <strong>di</strong>riutilizzare materie prime secondarie in sostituzione <strong>di</strong> materiali inerti provenienti da cave.Stu<strong>di</strong>o <strong>ambientale</strong> <strong>preliminare</strong> 25


Fermi Giuseppe Bartoli Giuliano e C. S.a.s.Procedura <strong>di</strong> screening per impianto gestione rifiutiIn<strong>di</strong>ce generale1 Introduzione................................................................................................................................................. 32 Caratteristiche dell'intervento..................................................................................................................... 42.1 Ubicazione............................................................................................................................................. 42.2 Caratteristiche del progetto.................................................................................................................... 62.2.1 Attività <strong>di</strong> messa in riserva (R13) e trattamento (R5) <strong>di</strong> rifiuti.........................................................62.2.2 Attività amministrative e accettazione dei rifiuti..............................................................................82.2.3 Carico e scarico dei rifiuti...............................................................................................................83 Verifica della conformità alle previsioni in materia urbanistica, <strong>ambientale</strong> e paesaggistica...............93.1 Piano Territoriale <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento Provinciale (P.T.C.P.)...................................................................93.2 Pianificazione <strong>di</strong> settore (Piano Provinciale per la Gestione dei Rifiuti)................................................123.3 Piano stralcio per l'assetto idrogeologico (PPAI)..................................................................................143.4 Piano Regolatore Generale..................................................................................................................153.5 Vincoli.................................................................................................................................................. 163.6 Conclusioni.......................................................................................................................................... 164 Progetto...................................................................................................................................................... 174.1 Stato <strong>di</strong> fatto......................................................................................................................................... 174.1.1 Area............................................................................................................................................. 174.1.2 Reti fognarie................................................................................................................................. 174.1.3 Emissioni in atmosfera................................................................................................................. 174.2 Riattivazione delle operazioni <strong>di</strong> trattamento (R5)................................................................................205 Impatti sull'ambiente................................................................................................................................. 215.1 Ambito territoriale considerato nell’analisi <strong>ambientale</strong> e dati <strong>di</strong>sponibili................................................225.2 Popolazione......................................................................................................................................... 225.2.1 Considerazioni in materia <strong>di</strong> tutela della salute e sicurezza dei lavoratori....................................225.3 Fauna e flora........................................................................................................................................ 235.4 Suolo e sottosuolo............................................................................................................................... 235.5 Acqua................................................................................................................................................... 235.6 Aria...................................................................................................................................................... 235.6.1 Qualità dell'aria............................................................................................................................ 235.6.2 Valutazione <strong>preliminare</strong> del clima acustico...................................................................................235.7 Fattori climatici..................................................................................................................................... 255.8 Beni materiali....................................................................................................................................... 255.9 Patrimonio agroalimentare................................................................................................................... 255.10 Paesaggio.......................................................................................................................................... 255.11 Altre componenti ambientali e interazioni tra i fattori ambientali.........................................................256 Conclusioni................................................................................................................................................ 25Stu<strong>di</strong>o <strong>ambientale</strong> <strong>preliminare</strong> 26


Fermi Giuseppe Bartoli Giuliano e C. S.a.s.Procedura <strong>di</strong> screening per impianto gestione rifiutiUnità e Sub unità <strong>di</strong> paesaggio così come evidenziati nel Quadro conoscitivo – Approfon<strong>di</strong>mento n. 2 –Sistema <strong>ambientale</strong>.Le politiche <strong>di</strong> promozione territoriale attuabili nelle Unità <strong>di</strong> paesaggio e nelle Sub-unità <strong>di</strong> paesaggiopossono riguardare:- l’in<strong>di</strong>viduazione delle emergenze paesistiche più rilevanti per le quali proporre modalità <strong>di</strong> gestioneintegrata per l’ottimizzazione <strong>di</strong> un’offerta turistica eco - compatibile;- l’attuazione <strong>di</strong> azioni <strong>di</strong> creazione e ricostruzione attiva degli elementi paesaggistici strutturali <strong>di</strong>carattere storico - testimoniale e naturalistico - <strong>ambientale</strong>;- il coor<strong>di</strong>namento <strong>di</strong> azioni volte ad indagare e mitigare i fattori <strong>di</strong> rischio relativamente agli assettigeologici ed idrogeologici del territorio.Le Sub unità <strong>di</strong> paesaggio delle foci fluviali (Sub – unità 1.b), dei varchi a mare (sub - unità1.c), dei corsifluviali (Sub – unità 2.a, 2.b, 2.c e 2.d), delle Rupi calcaree <strong>di</strong> Torriana, Montebello e Verucchio (Sub – Unità3.d) e del sistema collinare calcareo – arenaceo della zona sud (Sub – Unità 3.e) rappresentano elementiportanti della rete ecologica provinciale <strong>di</strong> cui al successivo art. 1.5 e sono ambiti preferenziali per lo sviluppo<strong>di</strong> progetti <strong>di</strong> valorizzazione intercomunali e per la costruzione del sistema delle aree protette provinciale.3.(D) Nella redazione dei propri strumenti generali <strong>di</strong> pianificazione i Comuni provvedono a megliospecificare le Sub-unità <strong>di</strong> paesaggio e i paesaggi identitari come in<strong>di</strong>viduati nella tavola S.A. 4.1 del Quadroconoscitivo pre<strong>di</strong>sponendo specifiche norme <strong>di</strong> tutela e valorizzazione nel rispetto delle specificità giàin<strong>di</strong>viduate nel Quadro conoscitivo – Approfon<strong>di</strong>mento n. 2 – Sistema <strong>ambientale</strong>. In particolare i comuniintegrano il quadro conoscitivo della pianificazione locale con uno <strong>stu<strong>di</strong>o</strong> <strong>di</strong> dettaglio degli elementicaratterizzanti il paesaggio, delle sue qualità e criticità al fine <strong>di</strong> definire azioni <strong>di</strong> pianificazione coerenti con lein<strong>di</strong>cazioni contenute nella Convenzione europea del Paesaggio.Articolo 2.5 Mitigazione del rischio idraulico e funzionalità idraulica1.(P) I Comuni, nella pre<strong>di</strong>sposizione degli strumenti urbanistici generali e comunque entro due annidall’entrata in vigore del presente Piano, re<strong>di</strong>gono uno <strong>stu<strong>di</strong>o</strong> generale volto alla in<strong>di</strong>viduazione delle eventualiaree urbane esposte al rischio idraulico connesso allo smaltimento delle acque meteoriche e assumonoidonee misure <strong>di</strong> mitigazione in particolare prevedendo la localizzazione e la realizzazione <strong>di</strong> sistemi <strong>di</strong>raccolta delle acque a servizio <strong>di</strong> più ambiti o complessi inse<strong>di</strong>ativi, esistenti e <strong>di</strong> previsione, in accordo con leAutorità competenti.2. (P) In assenza dello <strong>stu<strong>di</strong>o</strong> generale <strong>di</strong> cui al precedente comma 1, negli interventi attuativi <strong>di</strong>trasformazione urbana e <strong>di</strong> nuova urbanizzazione la raccolta delle acque meteoriche deve essere effettuatain invasi <strong>di</strong> laminazione con capacità pari ad almeno 350 mc per ogni ettaro <strong>di</strong> superficie impermeabilizzata econ rilascio al corpo idrico ricettore comunque non superiore a 10l/sec per ettaro <strong>di</strong> superficie drenatainteressata dall’intervento. Tali invasi possono avere capacità inferiore, o possono non essere previsti ( soloper interventi inferiori a 5.000 mq), se il loro <strong>di</strong>mensionamento viene verificato da apposito <strong>stu<strong>di</strong>o</strong> specificoche documenti la modalità <strong>di</strong> smaltimento delle acque meteoriche in rapporto alle caratteristiche e allacapacità <strong>di</strong> smaltimento delle portate <strong>di</strong> piena dei corpi idrici ricettori fino al ricettore finale e alle eventualicriticità connesse al rischio idraulico dell’area urbana afferente ai medesimi ricettori.Stu<strong>di</strong>o <strong>ambientale</strong> <strong>preliminare</strong> 28


Fermi Giuseppe Bartoli Giuliano e C. S.a.s.Procedura <strong>di</strong> screening per impianto gestione rifiuti3.(P) Nell’attuazione delle previsioni urbanistiche, nonché negli interventi <strong>di</strong> riqualificazione urbana o <strong>di</strong>sostituzione degli inse<strong>di</strong>amenti esistenti e nei singoli interventi e<strong>di</strong>lizi, deve essere ridotta al minimol’impermeabilizzazione dei suoli prevedendo usi che non ne pregiu<strong>di</strong>chino la permeabilità e perseguendo latendenziale riduzione della superficie impermeabile. I Comuni definiscono la percentuale <strong>di</strong> superficie (noninferiore al 30% della superficie territoriale) che deve essere mantenuta permeabile in profon<strong>di</strong>tà e larealizzazione <strong>di</strong> opere <strong>di</strong> compensazione per la riduzione degli effetti dovuti alla impermeabilizzazione. Taliopere sono definite dai Comuni sulla base delle in<strong>di</strong>cazioni dell’Autorità <strong>di</strong> Bacino interregionale Marecchia eConca e dei gestori della rete scolante.4.(D) Nella realizzazione <strong>di</strong> interventi e<strong>di</strong>lizi, anche singoli, <strong>di</strong> riqualificazione o <strong>di</strong> nuova costruzione iComuni devono prevedere la realizzazione <strong>di</strong> idonei sistemi <strong>di</strong> raccolta e riutilizzo delle acque piovane al fine<strong>di</strong> ridurre il rischio idraulico connesso al deflusso delle acque meteoriche e <strong>di</strong> favorire il risparmio idrico.5.(D) Per quanto riguarda le modalità <strong>di</strong> gestione delle acque <strong>di</strong> prima pioggia, anche in <strong>relazione</strong> agliinterventi <strong>di</strong> cui ai precedenti commi 1 e 2, si rinvia alle <strong>di</strong>sposizioni dell’art. 10.2 delle presenti norme.6.(P) Nel territorio agricolo deve essere mantenuta, a carico dei conduttori dei fon<strong>di</strong>, la rete scolantesuperficiale. In caso <strong>di</strong> sostituzione dei fossi con drenaggi tubolari interrati devono essere realizzati invasi concapacità corrispondente al volume della rete scolante eliminata al fine <strong>di</strong> garantire la permanenza <strong>di</strong> acqua <strong>di</strong>superficie nel territorio agricolo.7.D) I Comuni assumono nel Regolamento Urbanistico E<strong>di</strong>lizio (RUE) norme organiche e <strong>di</strong> dettaglioin attuazione delle finalità e delle <strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong> cui al presente articolo; per il territorio agricolo farannoriferimento anche al “Regolamento provinciale in materia <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa del suolo” approvato dal Consiglioprovinciale con delibera n.25 del 9 aprile 2001.Articolo 3.5 Aree <strong>di</strong> ricarica in<strong>di</strong>retta della falda – ARI e bacini imbriferi – BI1.(D) Al fine <strong>di</strong> salvaguardare la ricarica della falda e la relativa qualità delle acque, ferme restando le<strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong> cui al precedente art. 3.2, all’interno delle aree <strong>di</strong> ricarica in<strong>di</strong>retta della falda e dei baciniimbriferi valgono le seguenti <strong>di</strong>sposizioni:a) sono ammessi interventi <strong>di</strong> nuova urbanizzazione <strong>di</strong> norma in continuità al territorio urbanizzato esistentenel rispetto delle <strong>di</strong>sposizioni relative al sistema inse<strong>di</strong>ativo e <strong>ambientale</strong> del presente Piano;b) al fine <strong>di</strong> limitare il rischio idraulico derivante dallo smaltimento delle acque meteoriche operano leprescrizioni <strong>di</strong> cui al precedente articolo 2.5. Inoltre nelle Aree <strong>di</strong> ricarica in<strong>di</strong>retta (ARI) i Comuni, nellapre<strong>di</strong>sposizione degli strumenti urbanistici generali, a compensazione <strong>di</strong> eventuali nuoveimpermeabilizzazioni in<strong>di</strong>viduano le aree da destinare a ripascimento della falda per un’estensione <strong>di</strong> normanon inferiore a quella <strong>di</strong> nuova impermeabilizzazione, fermo restando l'obbligo <strong>di</strong> gestione delle acque <strong>di</strong>prima pioggia ai sensi dell'at. 10.2 delle presenti norme;c) nelle aree urbanizzate e nelle aree destinate alla urbanizzazione dagli strumenti urbanistici vigenti oche saranno destinate all’urbanizzazione, nonché nelle aree rurali con particolare riferimento ai nuclei sparsivalgono le <strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong> cui al comma 6 del precedente articolo 3.3.Stu<strong>di</strong>o <strong>ambientale</strong> <strong>preliminare</strong> 29


Fermi Giuseppe Bartoli Giuliano e C. S.a.s.Procedura <strong>di</strong> screening per impianto gestione rifiutiNorme del PRGArt. 4.3.4 - Zone D8 - Zone per deposito <strong>di</strong> materiali all’aperto1. Usi ammissibili: b2.9.2. Modalità <strong>di</strong> attuazione: intervento e<strong>di</strong>lizio <strong>di</strong>retto.3. Tipi <strong>di</strong> intervento consentiti: tutti nel rispetto dei seguenti parametri.UF max = 0,01 mq/mq;SP minima = 60% della SF.4. E’ prescritta la realizzazione <strong>di</strong> una fascia vegetale <strong>di</strong> protezione visiva, della larghezza minima <strong>di</strong> m. 8lungo il perimetro dell’area interessata, costituita da doppio filare <strong>di</strong> alberi d’ alto fusto, con interpostaessenze arbustive.Stu<strong>di</strong>o <strong>ambientale</strong> <strong>preliminare</strong> 30

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!