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Giugno 2011 - Profilo Donna Magazine

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Nella pagina accanto, Marina Cicogna al festival di Venezia nel 1967 con Visconti, Fellinie Mastroianni e sotto, fotografata in compagnia di Alain Delon. In questa pagina, a partire dall’alto, Marina Cicogna conBrigitte Bardot a Saint Tropez, con George Clooney, con Marilyn Monroe, e infine con Roberto Benigni.Marina Cicogna, il volume “Scritti e Scatti” è nato comecatalogo della mostra allestita a Roma nella prestigiosaVilla Medici. Che cosa è racchiuso in questo volume?Com’è nata l’idea?«L’idea è venuta ad un giornalista francese mio amico, PierrePessebin che a Parigi è proprietario dell’affascinante “Galeriedu Passage” che propone mostre di ogni tipo, innovativee moderne (recentemente Albini, architetto e disegnatore unpo’ dimenticato)».Scatti”?«Si tratta di un percorso casuale, basato su amici dell’epoca,famosi e non».Di quell’epoca rimpiange qualcosa?«La giovinezza, soprattutto la mia e la speranza che alloraavevamo in un futuro più bello e più creativo. Era comunqueun’epoca molto più creativa, nel mondo, ma sopratuttoin Italia».Dunque a Sua insaputa si è ritrovata anche fotografa recuperandonei cassetti fotografie uniche..«Fotografa lo ero sopratutto negli anni della giovinezza , primadi diventare produttore cinematografico nel 1966. Le fotografieerano in vecchi album e cassetti e non avevo i negativi, leabbiamo scaricate e recuperate grazie al fotografo modeneseRoberto Vacirca, con cui lavoro sempre».Sulla copertina di “Scritti e Scatti” c’è una fotografia chela ritrae insieme a Mastroianni, Visconti, Fellini. Di cheoccasione si tratta?«1967, Venezia, la prima al Festival del Cinema del film di Visconti:“Lo Straniero” con Mastroianni. Film prodotto da DeLaurentis che noi che noi avevamo in distribuzione».Qual è il percorso narrativo che propone in “Scritti eCosa ne pensa della visione culturale italiana attuale?«Gli italiani sono sempre inventivi, pieni di talento e creatività.Sono però lasciati a sé stessi, non protetti né incoraggiati né sostenutidal governo che in questo campo, nella cultura intendodire, è molto carente per non dire quasi totalmente assente».Qual è per Lei il valore sociale della cinematografia?«Molto alto, ma ora funzionano solo le commediole di caratteretelevisivo “usa e getta”. Il valore sociale del cinema odiernoè lasciato a pochi e di poco successo con il pubblico…».Come sono cambiate le logiche della produzione cinematografica?«Oggi purtroppo vale: “Il guadagno e il non troppo coraggio”.Stimo comunque dei produttori come Tozzi, Procacci, TilteCorsi, pochi altri».PROFILODONNA 25

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