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Forma chiusa e verso libero in Edoardo Cacciatore - Chaos e Kosmos

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<strong>Chaos</strong> e <strong>Kosmos</strong> X, 2009 – www.chaosekosmos.it<strong>Forma</strong> <strong>chiusa</strong> e <strong>verso</strong> <strong>libero</strong> <strong>in</strong> <strong>Edoardo</strong><strong>Cacciatore</strong>: Il <strong>Kosmos</strong> e il <strong>Chaos</strong> *1. <strong>Edoardo</strong> <strong>Cacciatore</strong>Fiorella Calenne<strong>Edoardo</strong> <strong>Cacciatore</strong> 1 , nato a Palermo nel 1912 e morto a Romanel 1996, è un poeta che ha operato esclusivamente nella secondametà del Novecento. Due elementi lo caratterizzano: a) l’essere statotroppo spesso escluso da antologie e storie letterarie; b) l’averanticipato la sua produzione poetica con un’opera progettuale <strong>in</strong> prosa.L’<strong>in</strong>terscambio tra prosa e poesia è avvenuto di frequente nelcorso della sua attività.L’esordio cacciatoriano avviene nel 1951 con L’identificazione<strong>in</strong>tera 2 , <strong>in</strong> realtà un’opera a metà tra l’autobiografia e il trattatofilosofico asistematico; l’esordio poetico stricto sensu avviene nel1955 con La restituzione 3 . Dunque, la parte <strong>in</strong>iziale dell’attività di* Questo breve scritto riassume le l<strong>in</strong>ee guida sostenute nella tesi di laurea magistrale<strong>Edoardo</strong> <strong>Cacciatore</strong>. Una sperimentazione moderfna della forma <strong>chiusa</strong>, discussa il22-06-2009, presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, Facoltà diLettere e Filosofia, relatore Prof. Francesco Muzzioli. In questa tesi si cercava diriportare una parte consistente della produzione cacciatoriana nell’ambito dellaforma <strong>chiusa</strong>, nonostante si tratti di un poeta che ha operato nel Novecento, il secolodel <strong>verso</strong> <strong>libero</strong>. Il nostro commosso pensiero <strong>in</strong> questo momento va, naturalmente,al Professor Marciano; egli ha saputo <strong>in</strong>stillare <strong>in</strong> tutti noi il piacere dell’apprendere,anche a chi, come me, non ha avuto l’onore di essere suo studente, ma ha potuto dalui esser diretto solo negli spettacoli teatrali.1 Per delle <strong>in</strong>dicazioni bibliografiche, cfr.: <strong>Cacciatore</strong> 1967; <strong>Cacciatore</strong> 1989;<strong>Cacciatore</strong> 1994; <strong>Cacciatore</strong> 1996; <strong>Cacciatore</strong> 1997; Bello 2000; Bett<strong>in</strong>i 1989;Caruso 2008; Cortellessa 2000; Del Giudice 1991; Fusco 2008; Giuliani 1957;Giuliani 2000; Manganelli 2000; Ottonieri 2000; Patrizi 1990; Patrizi 2000;Quaderni di critica 1997; <strong>Cacciatore</strong> 1951.2 <strong>Cacciatore</strong> 1951.3 <strong>Cacciatore</strong> 2003: ripubblicata nel 2003 <strong>in</strong> Tutte le poesie; si tratta di una raccoltapubblicata per la prima volta nel 1955.<strong>Chaos</strong> e <strong>Kosmos</strong> – www.chaosekosmos.itRivista onl<strong>in</strong>eISSN 1827-0468Autorizzazione del Tribunale di Roma nr. 320/2006 del 3 Agosto 2006Direttore responsabile e proprietario Riccardo Chiaradonna


<strong>Chaos</strong> e <strong>Kosmos</strong> X, 2009 – www.chaosekosmos.it<strong>Cacciatore</strong> si colloca a metà strada tra il tramonto del Neorealismo 4 egli anni precedenti la nascita della Neoavanguardia 5 :Non è facile <strong>in</strong>dicare l’estensione e i conf<strong>in</strong>i del neorealismo, che sisviluppa nel nuovo clima del dopoguerra, con varie radici nella culturadegli anni precedenti. Nel l<strong>in</strong>guaggio corrente si estende spesso ilterm<strong>in</strong>e a tutte le nuove forme di letteratura realistica che si erano giàsviluppate negli anni Trenta: si risale <strong>in</strong>dietro f<strong>in</strong>o a Gli <strong>in</strong>differenti diMoravia (1929) e a Gente <strong>in</strong> Aspromonte di Alvaro (1930), e si trovauna matrice essenziale del neorealismo nell’<strong>in</strong>teresse manifestatonegli anni Trenta da alcuni giovani autori (<strong>in</strong> primo luogo Vittor<strong>in</strong>i ePavese) per la letteratura americana. Proprio Vittor<strong>in</strong>i e Pavese, con laloro rappresentazione del mondo popolare e con il loro impegnodemocratico e antifascista, vengono d’altra parte considerati gli autoripiù rappresentativi del neorealismo ... Il momento più autentico delneorealismo è quello della Resistenza e dell’immediato dopoguerra(grosso modo tra il 1943 e il 1950), quando si diffonde un nuovomodo di rappresentazione della realtà popolare e si afferma <strong>in</strong> primoluogo il nuovo c<strong>in</strong>ema neorealistico ... Il term<strong>in</strong>e neorealismo fu usatogià <strong>verso</strong> la f<strong>in</strong>e degli anni Venti ... Ma a utilizzarlo <strong>in</strong> modo nuovo funel 1942 il montatore c<strong>in</strong>ematografico Mario Serandei, per il filmOssessione di Visconti, e rapida fu la sua diffusione <strong>in</strong> ambitoc<strong>in</strong>ematografico. Già subito dopo il 1943 esso si estese ancheall’ambito letterario, con varie oscillazioni e sovrapposizioni con altriterm<strong>in</strong>i 6 .Possiamo avvalerci delle parole di Ferroni anche per porre deilimiti temporali alla Neoavanguardia:… il percorso globale della storia letteraria italiana ..., tra le datelimite del ’45 e del ’68 può essere riassunto nel passaggio dal tempodel neorealismo a quello della neoavanguardia, legato alle radicalitrasformazioni sociali, allo sviluppo <strong>in</strong>dustriale e alla crisi dellacultura di s<strong>in</strong>istra, che si fa acuta a partire dal 1956 ... laneoavanguardia, che esce allo scoperto all’<strong>in</strong>izio degli anni Sessanta,4 Per una def<strong>in</strong>izione di Neorealismo e per delle <strong>in</strong>dicazioni bibliografiche cfr.Ferroni 1991b; Leonelli 1994; Luper<strong>in</strong>i – Cataldi – Marchiani 1998b; Pasol<strong>in</strong>i 1960.5 Per una def<strong>in</strong>izione di Neoavanguardia e per delle <strong>in</strong>dicazioni bibliografiche cfr.Bett<strong>in</strong>i 1989; Ferlita 2008.6 Ferroni 1991b, pp. 385-386.181


<strong>Chaos</strong> e <strong>Kosmos</strong> X, 2009 – www.chaosekosmos.itsoprattutto con il Gruppo 63, cerca un più polemico distacco dalrecente passato, rifiuta radicalmente gli <strong>in</strong>dirizzi della cultura deldopoguerra, pone l’esigenza di una letteratura rivolta <strong>verso</strong> le formepiù avanzate della modernità, <strong>verso</strong> le grandi avanguardie del primoNovecento, <strong>in</strong> un nuovo orizzonte <strong>in</strong>ternazionale ... La raccolta, INovissimi. Poesie per gli anni ’60, apparsa nel 1961 a cura di AlfredoGiuliani, presentava testi di c<strong>in</strong>que poeti (oltre allo stesso curatore,Elio Pagliarani, <strong>Edoardo</strong> Sangu<strong>in</strong>eti, Nanni Balestr<strong>in</strong>i, Antonio Porta).Nell’Introduzione di Giuliani, come nella struttura e nei testi present<strong>in</strong>ell’antologia, si liquidava la maggior parte della recente poesia,def<strong>in</strong>ita con l’etichetta “neo-crepuscolarismo”, e si propugnava unapoesia capace di agire, con efficacia l<strong>in</strong>guistica”, sulla “vitalità” dellettore, confrontandosi con le più varie forme del l<strong>in</strong>guaggicontemporaneo, senza però darne un meccanico rispecchiamento ... Lanuova poesia doveva cercare un rapporto attivo con le cose, attra<strong>verso</strong>una “riduzione dell’io” (considerata l’“ultima possibilità storica diesprimersi soggettivamente”) ... Le posizioni, anche molto diverse, deic<strong>in</strong>que poeti, venivano unificate da una comune ansia sperimentale, dauna volontà di dare al l<strong>in</strong>guaggio una forza attiva, di renderlo capacedi spostare il senso del rapporto con le cose, <strong>in</strong> un momento <strong>in</strong> cui ladef<strong>in</strong>izione della realtà e delle parole appariva sempre più difficile esfuggente. A questa ansia, legata anche ad un nuovo bisogno dipresenza sulla scena culturale da parte di giovani generazioni che nonriuscivano a riconoscersi nelle forme e nelle problematiche dom<strong>in</strong>ant<strong>in</strong>ella cultura degli anni C<strong>in</strong>quanta, rispose più ampiamente l’<strong>in</strong>iziativadi dar vita a un vero e proprio gruppo di avanguardia, il Gruppo 63,che venne fondato <strong>in</strong> occasione di un convegno tenutosi a Palermo dal3 all’8 ottobre 1963 7 .Considerando i limiti temporali di Neorealismo eNeoavanguardia da una parte e gli esordi di <strong>Cacciatore</strong> dall’altra,potremmo dire che il poeta siciliano sia andato a colmare un vuoto trale due correnti. Ma bisogna tener presente che è esistita anche laproposta pasol<strong>in</strong>iana:Ermetismo e Neorealismo saranno spazzati via dallo sperimentalismoproposto dalle nuove tendenze letterarie che si affermano alla f<strong>in</strong>edegli anni C<strong>in</strong>quanta e all’<strong>in</strong>izio degli anni Sessanta, grazie all’azione7 Ferroni 1991b, pp. 503 e 507-508.182


<strong>Chaos</strong> e <strong>Kosmos</strong> X, 2009 – www.chaosekosmos.itpromossa, <strong>in</strong> modi fra loro diversi ma oggettivamente convergenti, daPasol<strong>in</strong>i da un lato e dai poeti ‘novissimi’ (come, per esempio,Sangu<strong>in</strong>eti) dall’altro 8 .Qu<strong>in</strong>di, se non vi fosse lo sperimentalismo pasol<strong>in</strong>iano, sipotrebbe parlare di “terza via” proprio per la poesia di <strong>Cacciatore</strong>,ovviamente tra Neorealismo e Neovanguardia.Se gli esordi cacciatoriani sono avvenuti nel 1951 per la prosa enel 1955 per la poesia, la maturità artistica arriva con l’opera del 1960,Lo specchio e la trottola. Si tratta di una raccolta poetica che consta disettantasei liriche organizzate <strong>in</strong> parti: dopo un sonetto <strong>in</strong>troduttivo, eun Preambolo composto da sette poesie, la materia è sistemata <strong>in</strong> tre“stadi”; essi sono Primo Stadio. Libido sentiendi, Secondo Stadio.Libido sciendi, Terzo Stadio. Libido dom<strong>in</strong>andi. Tutti e tre sono a lorovolta divisi <strong>in</strong> sezioni. A conclusione della raccolta è posto ilCorridoio d’uscita. L’<strong>in</strong>namoramento. Si <strong>in</strong>tende mostrare comealcuni componimenti della raccolta possano essere ricondotti a formechiuse mentre altri no.2. La forma <strong>chiusa</strong> come kosmosSulla scorta dei più recenti studi di metrica italiana cerchiamo<strong>in</strong>nanzitutto di stabilire cosa debba <strong>in</strong>tendersi per forma <strong>chiusa</strong>. Perspiegare cosa voglia dire il concetto di forma <strong>chiusa</strong> per un poeta,possiamo utilizzare un’immag<strong>in</strong>e tanto efficace quanto semplice: sipuò immag<strong>in</strong>are un autore che si predisponga a scrivere uncomponimento e che voglia far riferimento ad un genere o ad un tipodi metro specifico; ebbene, il dover rispondere a regole ben precise delmetro utilizzato si potrebbe paragonare a dei b<strong>in</strong>ari che l’autore hascelto di seguire, e non può uscire da suddetti b<strong>in</strong>ari, eccetto che perpiccole variazioni. Allora ci si potrebbe domandare se, a causa dellaforma <strong>chiusa</strong>, non venga limitata la libertà creativa degli autori; maquesto aspetto non riguarda la nostra argomentazione. Può <strong>in</strong>veceessere più utile chiedersi come la forma <strong>chiusa</strong> possa costituire unasorta di kosmos, cioè un uni<strong>verso</strong> ord<strong>in</strong>ato, con le sue regole e le suelimitazioni, <strong>in</strong>oltre utile per la creazione di nuovi testi poetici. Nellasua funzione precipua, qu<strong>in</strong>di, la forma <strong>chiusa</strong> può esser vista come un8 Luper<strong>in</strong>i – Cataldi – Marchiani 1998a, p. 6.183


<strong>Chaos</strong> e <strong>Kosmos</strong> X, 2009 – www.chaosekosmos.itord<strong>in</strong>e prestabilito, al di fuori del quale, per gli avversari del <strong>verso</strong><strong>libero</strong>, può esistere solo il chaos.Flor<strong>in</strong>da Fusco, una fra i più accreditati studiosi di <strong>Cacciatore</strong>,<strong>in</strong> un saggio <strong>in</strong>titolato Estetica <strong>verso</strong> noesi <strong>in</strong> <strong>Edoardo</strong> <strong>Cacciatore</strong> 9 ,dist<strong>in</strong>gue quattro sottocategorie di forma <strong>chiusa</strong>:“forma <strong>chiusa</strong> di tradizione”, “forma <strong>chiusa</strong> nuova” (sistemametrico nuovo con rigorose regole <strong>in</strong>terne), “forma fluida” (formametrica della tradizione rimodellata e r<strong>in</strong>novata dall’<strong>in</strong>terno) e metricalibera. Usando come punti di orientamento tali categorie, ci sembra dipoter affermare che la poesia cacciatoriana si muova tra “forme chiusedi tradizione”, “forme chiuse nuove” e “forme fluide”. 10Secondo la studiosa, qu<strong>in</strong>di, è da escludere categoricamentel’uso del <strong>verso</strong> <strong>libero</strong> da parte di <strong>Cacciatore</strong>. La “forma <strong>chiusa</strong>” pereccellenza, quella appena def<strong>in</strong>ita “di tradizione”, è tale perché i testicon essa prodotti possono avvalersi di una lunga tradizione letterariacome cont<strong>in</strong>uo punto di riferimento. Per quanto riguarda la letteraturaitaliana l’esempio-guida può essere il sonetto, la misura più celebre epiù celebrata della nostra tradizione poetica. Chiunque si acc<strong>in</strong>gesse ascrivere un sonetto non potrebbe derogare per nessun motivo neiconfronti di questa “forma <strong>chiusa</strong>”. Nelle sottocategorie di Fuscoesistono anche altre due possibilità: la “forma <strong>chiusa</strong> nuova” e la“forma fluida”. La prima si verifica quando un autore crea una nuovastruttura metrica (cioè nuova rispetto alla tradizione a cui egli fariferimento), ma crea da sé numerose regole a cui dover risponderesempre; e la seconda è, di fatto, una struttura metrica che l’autoremutua dalla tradizione cambiandola dall’<strong>in</strong>terno. Tutte e tre questesoluzioni sono state utilizzate da <strong>Edoardo</strong> <strong>Cacciatore</strong>.3. Praticamente… <strong>Cacciatore</strong>Proponiamo di seguito tre testi del poeta tratti proprio da Lospecchio e la trottola, che vogliono essere esemplificativi per unariflessione sulla natura delle forme chiuse <strong>in</strong> <strong>Cacciatore</strong>.3.1.Una voce e fa testoVoce d’<strong>in</strong>gorda voglia è questa ma a chi parlaUna corda che taglia ov’è nient’altro il viso9 Fusco 2002, p. 115.10 Ibid.184


<strong>Chaos</strong> e <strong>Kosmos</strong> X, 2009 – www.chaosekosmos.itQuesta voce e per stanza solo ha una sogliaVolontà di riso tanta su cui si stagliaE danza certo ora a darsi un contegno e canta?Rìd<strong>in</strong>e è la libid<strong>in</strong>e <strong>in</strong>cela chi <strong>in</strong>festaFesta è di mani recise che si str<strong>in</strong>gonoFuoco di fasc<strong>in</strong>a e per giuoco sala e fornoCotto il poco giorno il grande cerchio d’ombraDall’<strong>in</strong>terno già sgombra scala è all’aperto.Di piede forcuto che mi racconti e <strong>in</strong>fernoO uccelliera di orizzonti il paradisoAltro avviso nei plessi nervosi altra èraIl seme ignari e il grembo e forse mai <strong>in</strong>siemeQuanto non fu per tremiti e fremiti sai.Una furia mi trasc<strong>in</strong>a o hai mosso un c<strong>in</strong>goloLotto di delirio da capo a piedi sembroFilo di saliva tenuto ancora a segnoLascia la l<strong>in</strong>gua e coli giù nella cenereVenere dai riflessi vedi farsi e Sirio.Percosso ogni v<strong>in</strong>colo la carezza è esattaTi riposi appena ed il silenzio r<strong>in</strong>ghiaSi spezza l’attenzione i sogni marcisconoUniscono a perdita di mente le nariciRadici <strong>in</strong> tale fonda <strong>in</strong>curia feconde.D’onde l’abbraccio di sale mai scatta ed acquaLena unica è l’arbitrio che si donaTi abbandona ti abbandona il laccio degli occhiPena al pr<strong>in</strong>cipio i r<strong>in</strong>tocchi delle tempieA piacere <strong>in</strong>fieriscono senza ritegno.Avere <strong>in</strong> sé l’alito d’altri ancora validoLa pietra <strong>in</strong>vidia questo alla carne voraceEmpie provarne le balze ad una ad unaIn pace annettersi l’adagio sostenutoIl silenzio ove sfuma di strage e fa testo.185


<strong>Chaos</strong> e <strong>Kosmos</strong> X, 2009 – www.chaosekosmos.itIn Lo specchio e la trottola, dopo un primo componimento<strong>in</strong>troduttivo, La piazza, <strong>in</strong>izia la raccolta vera e propria che si apre conun Preambolo <strong>in</strong>titolato Rid<strong>in</strong>e è la libid<strong>in</strong>e; esso si compone di setteliriche, ognuna formata da sette pentastici. Tra questi i primi due, Unavoce e fa testo e Notte giorno e ancora notte, contengono quasiesclusivamente tridecasillabi, mentre tutti gli altri (La folata, Il tesoroambìto, Dorma il terrore, La sostituzione, Furia olimpionica)“posseggono” anche qualche <strong>verso</strong> alessandr<strong>in</strong>o 11 . Una voce e fa testo,ha come tema centrale la voce, e per questo il primo pentasticopresenta diverse allitterazioni della consonante “v”. Innanzitutto ilprimo emistichio mette <strong>in</strong> correlazione la “voce” e la “voglia”, e fa poirimare quest’ultima con “taglia”, parola <strong>in</strong> totale omoteleuto con ladifferenza della vocale precedente la rima che si modifica da “o” ad“a”; ciò non è da sottovalutare perché nella parte chiamata Libidosciendi, le Tre Irreticenze <strong>in</strong> essa contenute sono “veglia”, “vaglia” e“voglia”, questo vuol dire che <strong>Cacciatore</strong> si servirà ancora della parola“voglia” e vi opererà ancora delle varianti. In secondo luogo, sempreall’<strong>in</strong>terno della prima strofa e sempre grazie all’allitterazione, la“voce” viene messa <strong>in</strong> relazione con il “viso” e la “volontà”; dalmomento che “voce” e “volontà” aprono, rispettivamente, il primo e ilquarto <strong>verso</strong>, mentre “viso” chiude il secondo; si crea così un’ulteriorealternanza tra queste “parole chiave”. Ebbene, questa relazione erapresente f<strong>in</strong> dall’Identificazione <strong>in</strong>tera, la prima opera, dove a “voce”,“viso” e “volontà” era aggiunta “vita”; nell’Identificazione, nella terzaparte che era <strong>in</strong>titolata La libertà, ed esattamente nel momento <strong>in</strong> cui<strong>Cacciatore</strong> <strong>in</strong>terpreta la realtà come un essere “chiuso fuori”, troviamoqueste parole:Quanto a me, là dentro, ormai una volta per sempre avevo ben potutomisurare <strong>in</strong> lungo e <strong>in</strong> largo la mia unicità irripetibile; … benguardando nel sott<strong>in</strong>teso dell’estensione e nell’impassibilità<strong>in</strong>terspaziale, avevo ben potuto comprendere ciò che per ognis<strong>in</strong>golarità differenziata voglia dire: significare. Viso-voce-vitavolontà:s<strong>in</strong>golarità ad numerum, dissimile, ogni volta, da tutte lealtre. E pertanto, per ciò stesso, pur senza emendamento ancora,pr<strong>in</strong>cipio di libertà e di “delirio universale”. Ed ecco, subito, di tra gli11 Beltrami 2002, p. 380: «Alessandr<strong>in</strong>o. In francese e <strong>in</strong> provenzale, doppiohexasyllabe; <strong>in</strong> italiano doppio settenario (detto modernamente martelliano). Il nomeallude al Roman d’Alexandre antico francese (XII sec.), che lo impiega nellaversione di maggior successo».186


<strong>Chaos</strong> e <strong>Kosmos</strong> X, 2009 – www.chaosekosmos.itesemplari della stessa sorte – di tra i componenti il consorzio – sifanno avanti alcuni a mettere un segno prestabilito, un numero dimatricola, alla tua s<strong>in</strong>golarità – per immatricolarti e togliere ogniautovalore alla tua <strong>in</strong>dividuazione 12 .Questa serie di parole, qu<strong>in</strong>di, legata com’è al concetto dilibertà, è s<strong>in</strong>onimo dell’irripetibile unicità dell’<strong>in</strong>dividuo.Da un punto di vista strettamente metrico, avvalora la relazionetra tutti questi term<strong>in</strong>i il fatto che essi, se non <strong>in</strong> <strong>in</strong>izio o f<strong>in</strong>e <strong>verso</strong>,sono posti subito prima della cesura. Ad esempio, se “voce” e“volontà” sono posti ad <strong>in</strong>izio dei versi cui appartengono e “viso” <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e <strong>verso</strong>, “voglia” e “taglia” si trovano immediatamente prima dellacesura; le posizioni di queste parole all’<strong>in</strong>terno della strofasottol<strong>in</strong>eano, qu<strong>in</strong>di, le relazioni che <strong>in</strong>tercorrono tra di esse. Un altrodato che contribuisce a rafforzare questi richiami è rappresentato dallenumerose “rime <strong>in</strong>terne” 13 : il “viso” è ripreso dopo due versi da“riso”; “voglia” e “taglia” sono richiamate nel terzo <strong>verso</strong> dalla parola“soglia” e nel quarto da “staglia”, perseguendo l’alternanza vocale<strong>chiusa</strong> – vocale aperta. Questo se ci limitiamo al primo pentastico; seteniamo conto che il titolo del Preambolo è Rid<strong>in</strong>e è la libid<strong>in</strong>e e delfatto che ogni Stadio di cui è composta Lo specchio e la trottolapresenta nel titolo la parola libido, non ci stupiremo, allora, di trovarenel secondo pentastico di questo primo componimento proprio laprotagonista della raccolta: la libid<strong>in</strong>e. Così si presenta il primoemistichio: «Rìd<strong>in</strong>e è la libid<strong>in</strong>e…» 14 , dove i primi tre versi sicaratterizzano per l’allitterazione <strong>in</strong> “f”, tra le parole “<strong>in</strong>festa”, “festa”,“fuoco”, “fasc<strong>in</strong>a” e “forno”. Si noti come “<strong>in</strong>festa” e “festa” sianoulteriormente messe <strong>in</strong> risalto dalla rima <strong>in</strong>terna, mentre “fuoco”,“fasc<strong>in</strong>a” e “forno” occup<strong>in</strong>o tutte quello che è il <strong>verso</strong> centrale delpentastico. Si noti, <strong>in</strong>oltre, che queste parole hanno per tematica ilcalore e che il quarto <strong>verso</strong> <strong>in</strong>izia con “cotto”, come se il processo<strong>in</strong>nescatosi f<strong>in</strong> dall’<strong>in</strong>izio della strofa (prima c’è una festa che <strong>in</strong>festa,e poi vi è della legna con un fuoco ed <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e un forno) si fosseconcluso ora con la parola “cotto”. Non è certo un caso chel’immag<strong>in</strong>e del fuoco sia stata posta subito dopo la premessa della12 <strong>Cacciatore</strong> 1951, pp. 293-294.13 Beltrami 2002, p. 406: «La rima che cade all’<strong>in</strong>terno del <strong>verso</strong>, <strong>in</strong> f<strong>in</strong>e diemistichio (rima al mezzo) o <strong>in</strong> altra posizione, <strong>in</strong> rapporto, secondo i casi, con unarima f<strong>in</strong>ale di <strong>verso</strong> o con un’altra rima <strong>in</strong>terna».14 <strong>Cacciatore</strong> 2003, p. 93.187


<strong>Chaos</strong> e <strong>Kosmos</strong> X, 2009 – www.chaosekosmos.itlibid<strong>in</strong>e: grazie a questo escamotage la raccolta si apre sotto il segnodi una passione divampante. Il primo <strong>verso</strong> della strofa successivariprende per assonanza tale immag<strong>in</strong>e (con le parole “forcute” e“<strong>in</strong>ferno”) e cont<strong>in</strong>ua con due opposizioni: la prima è <strong>in</strong>ferno /paradiso, poi seme / grembo. Con la seconda opposizione si <strong>in</strong>troducela vita che nasce dall’amore, tema che già nell’ultimo <strong>verso</strong> di questastrofa si trasforma <strong>in</strong> pulsione amorosa con i “tremiti” e i “fremiti”;<strong>in</strong>fatti nel quarto pentastico questa pulsione sfocia <strong>in</strong> «Una furia mitrasc<strong>in</strong>a … lotto di delirio» 15 . Lo scotimento che attraversa tutta lastrofa si palesa nel terzo <strong>verso</strong> con un “filo di saliva” e nel successivocon “la l<strong>in</strong>gua” (che sono poste appositamente subito prima dellacesura). Inf<strong>in</strong>e, proprio a capo dell’ultimo <strong>verso</strong> viene presentata ladiv<strong>in</strong>ità che dovrebbe seguire tutto lo svolgimento della raccolta, cioèVenere; essa però viene messa subito <strong>in</strong> contrapposizione con Sirio,che conclude il <strong>verso</strong>, quasi a voler dare un significato astronomico alprecedente “Venere”, quasi a far diventare la div<strong>in</strong>ità romana ilsecondo pianeta del sistema solare. Inoltre la rima “cenere-Venere”riprende l’immag<strong>in</strong>e precedente: con la cenere si conclude <strong>in</strong>fatti laclimax festa – fuoco – cottura. Il pentastico successivo fa riferimentoal silenzio e, per negationem, ci riporta all’argomento contenuto neltitolo del componimento, la “voce”; questa strofa fa un cenno a duedei nostri sensi: il tatto (“la carezza”) e l’olfatto (“narici”). E nellasuccessiva, riproponendo la tematica sensoriale: la vista (con lacuriosa immag<strong>in</strong>e del “laccio degli occhi”) e l’udito (“i r<strong>in</strong>tocchi delletempie”). Tutto ciò contribuisce a ricondurci nella dimensione“giusta”, quale è appunto quella dei sensi. L’ultimo <strong>verso</strong> dell’ultimopentastico <strong>in</strong>izia con la parola “silenzio”, ma questo silenzioevidentemente f<strong>in</strong>isce se la strofa si conclude con il term<strong>in</strong>e “testo”:riteniamo significativo che la prima parola del componimento sia“voce” e l’ultima “testo”, term<strong>in</strong>i che, entrambi, costituiscono il titolo.Già con la lettura di questa prima lirica si può constatare da unaparte l’<strong>in</strong>terscambio che esiste tra la prosa e la poesia <strong>in</strong> <strong>Cacciatore</strong> e,dall’altra, avvalorare la tesi riguardo la presenza di forme chiuse <strong>in</strong><strong>Cacciatore</strong> grazie all’analisi della fitta rete di figure retoriche disuono. Troviamo, <strong>in</strong>fatti, una misura di <strong>verso</strong> costante per tutte lestrofe (tridecasillabo), l’omogeneità delle strofe stesse (tutti pentastici)ed <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e la ricchezza della tessitura fonica. Inoltre, trovandoci difronte al primo componimento dell’<strong>in</strong>tera raccolta, è da notare anche15 Ibid.188


<strong>Chaos</strong> e <strong>Kosmos</strong> X, 2009 – www.chaosekosmos.itcome il contento della poesia sia programmatico nei confronti di tuttoil resto della raccolta: i due concetti-guida sono <strong>in</strong>fatti la voce e lalibid<strong>in</strong>e. Nello stesso tempo bisogna dire che sia il tridecasillabo sia ilpentastico non sono usuali nella nostra tradizione letteraria. Questo<strong>in</strong>nesca una prima riflessione: come può, la poesia di <strong>Cacciatore</strong>rientrare allora nella def<strong>in</strong>izione di forma <strong>chiusa</strong> se il poeta nonatt<strong>in</strong>ge dalla tradizione italiana? Inoltre ci si deve chiedere anche sequesto componimento può appartenere a quel tipo di forma <strong>chiusa</strong> cheall’<strong>in</strong>izio si è chiamata “nuova”. Vediamo, <strong>in</strong>tanto, altricomponimenti.3.2. In nessun luogoLui accresce quello che nasce <strong>in</strong> nessun luogoSeguilo per altre <strong>in</strong>fanzie è il tuo pedagogoLui e spiega la foga <strong>in</strong> un piacere esattoOttieni i connotati le voci da direLe prede sei i torturatori senza ireVerità anzi non arzigogolo il tattoNon te ustioni l’<strong>in</strong>candescenzaPapille apri ai polpastrelliLa novità tra i suoi gemelliEcco non tocca che evidenzaPer filo e per segno è corpo e si esemplificaDi fatto l’epidermide fitto alfabetoRitorno è di stagione ed epoca magnificaSi astrae <strong>in</strong> lui e lui sfoggia concretoTutto <strong>in</strong> fuga affiora e <strong>in</strong> atto è foga e sfogoTatto dovunque tu ormai <strong>in</strong> nessun luogo.Dopo la sezione Il Preambolo, c’è Il Primo Stadio. Libidosentiendi, diviso <strong>in</strong> tre gruppi di componimenti: il primo contieneundici poesie, diverse per lunghezza e metro; il secondo è formato daventi sonetti di tridecasillabi; l’ultimo è composto da settecomponimenti, anch’essi diversi tra loro. Ogni gruppo possiede untitolo autonomo, rispettivamente A perdita di senso, Dalla f<strong>in</strong>e alpr<strong>in</strong>cipio ed Il consenso pieno. In nessun luogo appartiene alla sezioneA perdita di senso. Questo componimento ha una sola lunga strofa disedici versi: dove si alternano rime baciate a rime che troviamo ognitre versi, AABCCBDEEDFGFGHH. Perlopiù si tratta di tridecasillabi(come i primi quattro versi, l’undicesimo, il dodicesimo e gli ultimi189


<strong>Chaos</strong> e <strong>Kosmos</strong> X, 2009 – www.chaosekosmos.itdue), ma vi sono anche tre novenari (versi settimo, nono e decimo) eun ottonario (l’ottavo <strong>verso</strong>, posto dunque al centro delcomponimento). E appare evidente come i primi sei versi così comegli ultimi sei siano piuttosto lunghi, mentre i quattro centrali appaionovisibilmente più brevi, e f<strong>in</strong>iscano per dare luogo ad una quart<strong>in</strong>aquasi a sé stante. È <strong>in</strong>teressante notare che <strong>in</strong> una poesia che si <strong>in</strong>titolaIn nessun luogo il senso dom<strong>in</strong>ante sia proprio il tatto, il senso che dàall’uomo la percezione dello spazio. Basterà fare riferimento adespressioni quali “Verità anzi non arzigogolo il tatto”, “Papille apri aipolpastrelli”, “epidermide fitto alfabeto” e “Tatto dovunque tu ormai<strong>in</strong> nessun luogo”. Con l’evidente <strong>in</strong>tenzione di asserire da parte di<strong>Cacciatore</strong> l’apprendimento della verità proprio attra<strong>verso</strong> i sensi, siconsideri che qualche <strong>verso</strong> prima il poeta aveva def<strong>in</strong>ito il tatto conl’espressione “Tuo pedagogo”. Certo si allude anche alle “voci dadire” e alle “pupille”, ma queste espressioni si riferiscono sempre altatto, <strong>in</strong> questo componimento. Ricompare di nuovo il term<strong>in</strong>e“piacere”, come nella poesia precedentemente analizzata: il tatto èpedagogo, si è detto, e dunque il piacere è un “piacere esatto”. Da unpunto di vista formale è <strong>in</strong>teressante osservare l’apparente mancanzadi una regola: i versi, ad esempio, non mostrano tutti la stessa misura,e versi lunghi si alternano a brevi; questa alternanza è paragonabileallo spazio di un respiro, di un qualcosa che si dilata e si contrae e d<strong>in</strong>uovo si dilata. Questo movimento suggerisce l’idea di un ritmo bencongegnato, e non affidato al caso. Inoltre, l’autore ha voluto attenersia regole codificate nella nostra tradizione letteraria dal momento cheha fatto ricorso a novenari ed ottonari, oltre che a tridecasillabi, adodecasillsi e a decasillabi. Merita di essere notato come, a differenzadella lirica precedente, i versi utilizzati non danno luogo ad unastruttura omogenea. Naturalmente questo non osta al rigore formaledella poesia, soprattutto se pensiamo che i versi a cui si è fatto ricorsonon versi cosiddetti “liberi”. Allora si potrà evidenziare il fatto che <strong>in</strong><strong>Cacciatore</strong> la forma <strong>chiusa</strong> non si presenti sempre con le medesimemodalità. Vediamo ancora un ultimo esempio.3.3. Giugno mietutoRond<strong>in</strong>e rendimi eguale al tuo giugnoImmortalmente nella gola <strong>in</strong> cui mi uccidiSaliva <strong>in</strong> cielo la corda stretta <strong>in</strong> pugnoInfuocata prima e <strong>in</strong>tanto ghiaccio nei gridiSvolgendosi avv<strong>in</strong>ta a un anno ora è parete190


<strong>Chaos</strong> e <strong>Kosmos</strong> X, 2009 – www.chaosekosmos.itAngoli e v<strong>in</strong>coli s’<strong>in</strong>curvano a collaneAbbraccio agli steli del pensiero che mieteLa tua fretta nera ove la morte rimaneUn momento divisa da se stessa e <strong>in</strong>certaTra il precipizio allegro di cui sei la scortaO l’<strong>in</strong>f<strong>in</strong>ita leggerezza rampa <strong>in</strong> ertaLuna a flagello e il silenzio solo sopportaCielo lacero al tramonto irto di aliSenti il mio stelo e il giugno alf<strong>in</strong>e sono eguali.Quest’ultimo componimento è tratto dalla sezione Dalla f<strong>in</strong>e alpr<strong>in</strong>cipio, la seconda sezione che costituisce il Primo Stadio. Adifferenza della sezione precedente essa contiene componimentiredatti secondo la medesima forma: sono venti poesie costituite daquattordici versi con uno schema di rime costante. Questi ed altrielementi permettono di ascriverle al genere del sonetto elisabettiano.Nell’<strong>in</strong>troduzione all’edizione italiana dei sonetti shakespeariani, especificatamente nel capitolo Il sonetto dall’Italia all’Inghilterra,Giorgio Melchiori traccia una piccola storia della trasposizione delsonetto italiano <strong>in</strong> Gran Bretagna. Il sonetto 16 , <strong>in</strong> Italia, aveva giàtrovato nel Trecento la sua forma metrica def<strong>in</strong>itiva, con le sue duequart<strong>in</strong>e legate fra loro dalle rime (ABAB ABAB oppure ABBAABBA) e la maggior libertà delle due terz<strong>in</strong>e; più avanti Melchiorispiega come però la tipologia di sonetto che è giunto <strong>in</strong> Inghilterra nonè quella del Due-Trecento, ovvero quella canonizzata da Petrarca, mauna sua forma più dedita al “concettismo” 17 , già praticata daicosiddetti petrarchisti nel Quattrocento, i qualisono considerati più precursori del Mar<strong>in</strong>o che seguaci di Petrarca, evengon chiamati Secentisti del Quattrocento. È già <strong>in</strong> questa formaconcettistica che il sonetto italiano viene importato <strong>in</strong> Inghilterra dalSir Thomas Wyatt … che non si era reso ben conto della strettafunzionalità logica del sonetto, e ne aveva imitato pedissequamente loschema delle rime ma non l’<strong>in</strong>terna organizzazione concettuale. Ilmetro da lui scelto fu naturalmente la pentapodia giambica, che più siavvic<strong>in</strong>a all’endecasillabo italiano … Henry Howard, conte di Surrey16 Per una def<strong>in</strong>izione di sonetto, cfr.: Beltrami 2002, p. 413.17 Per una def<strong>in</strong>izione di “concettismo” e per le delle <strong>in</strong>dicazioni bibliografiche, cfr.Battist<strong>in</strong>i 2000; Ferroni 1991a; Getto 2000; Hocke 1965; Luper<strong>in</strong>i – Cataldi –Marchiani 1998a.191


<strong>Chaos</strong> e <strong>Kosmos</strong> X, 2009 – www.chaosekosmos.itper la sua trasposizione <strong>in</strong>glese. Infatti, se da un lato il sonetto eraavviato ormai a decl<strong>in</strong>are <strong>verso</strong> il concettismo e a diventareconvenzionale, dall’altro, e specie <strong>in</strong> Inghilterra, ha subito moltemodificazioni formali. Per tutti questi motivi, il sonetto, non risposepiù ad un’esigenza lirica:Misura lirica per def<strong>in</strong>izione, il sonetto par nato da una precisaesigenza estetica: quella di dar forma, e cioè una forma davveroprecisa e con<strong>chiusa</strong> e composta, ad un impulso lirico, e cioè <strong>in</strong>teso al<strong>libero</strong> canto, all’effusione emotiva <strong>in</strong>controllata. Il sonetto, con la suastruttura che si direbbe una trasposizione nella metricadell’architettura logica del sillogismo, si propone di renderepermanente e contemplabile l’espressione di un’emozione … Con ilsillogismo, lo schema del sonetto che ha metricamente due premesse euna conclusione, è <strong>in</strong> primo luogo ord<strong>in</strong>amento logico, e la bellezzadel sonetto consisterà nell’equilibrio naturale e supremo fra l’elementolirico e quello logico 22 .È <strong>in</strong>teressante la teoria secondo la quale il sonetto ètrasposizione metrica del sillogismo. Se seguiamo tale tesi, nel sonettoelisabettiano 23 non ritroviamo più questa logica rigorosa, cosa che hauna qualche analogia, anche se per ragioni diverse, con i sonetti di<strong>Cacciatore</strong>. C’è però un’analogia tra la teoria di Melchiori sul sonettoquale forma lirica per eccellenza e una teoria di <strong>Cacciatore</strong> trattadall’<strong>in</strong>tervento <strong>in</strong> prosa del Contrattempo accademico, opera del1958:(Il sonetto) creato a contenere la diagnosi di uno stato dell’animo, con<strong>in</strong>vocazione di favore e tocco liberativo alla f<strong>in</strong>e, si fece, nel calcolodei letterati, quadretto di genere, situazione senza sviluppo» 24 .<strong>Cacciatore</strong> dopo vari componimenti che non corrispondono anulla di conosciuto per la tradizione poetica italiana, giunge acollocare venti sonetti: si rifà, dunque, ad una forma <strong>chiusa</strong>estremamente canonizzata <strong>in</strong> Italia, quale è il sonetto petrarchesco 25 ,ma riprendendo un prodotto che è, per così dire, una sua copia. A sua22 Melchiori 1964, p. 14.23 Per la def<strong>in</strong>izione di “sonetto elisabettiano” cfr. Melchiori 1964.24 <strong>Cacciatore</strong> 1960, p. 36.25 Per una def<strong>in</strong>izione di sonetto petrarchesco, cfr. Beltrami 2002, p. 275.193


<strong>Chaos</strong> e <strong>Kosmos</strong> X, 2009 – www.chaosekosmos.itvolta, <strong>Cacciatore</strong>, fa suo il sonetto <strong>in</strong>glese, ma pur ricorrendo a questaforma, la plasma more proprio. Da un lato, così, abbiamo il sonettoitaliano, e da questo si potrebbe credere che <strong>Cacciatore</strong> stiaproponendo la “forma <strong>chiusa</strong> di tradizione”; dall’altro, vediamoquesto recupero attra<strong>verso</strong> una tradizione altra rispetto alla nostra; lecose si complicano, poi, quando ci si accorge che <strong>Cacciatore</strong> modificaulteriormente quella materia, con una costanza ben precisa nel corsodei venti sonetti tanto da costruire una “nuova” forma <strong>chiusa</strong>, nelsenso che possiamo vedere nelle parole di Fusco: «Nell’accezione di<strong>Cacciatore</strong>, l’espressione forma <strong>chiusa</strong> si riferisce a un sistema basatosu rigorose regole <strong>in</strong>terne» 26 . Se si <strong>in</strong>tende forma <strong>chiusa</strong> comequalsiasi sistema basato su regole <strong>in</strong>terne molto rigorose, anche ilgruppo di sonetti che ci <strong>in</strong>teressa rientra <strong>in</strong> questa categoria. E alloravediamo analogie e differenze con le tipologie di sonetto checonosciamo: i componimenti che costituiscono la sezione Dalla f<strong>in</strong>e alpr<strong>in</strong>cipio presentano un comune schema di rime:ABABCDCDEFEFGG. Dunque, per quanto riguarda la successionedelle rime, <strong>Cacciatore</strong> rispetta la medietà dei sonetti elisabettiani econdivide con Shakespeare e gli altri sonettisti <strong>in</strong>glesi anche lapresenza del distico f<strong>in</strong>ale a rima baciata. Ma, a guardar bene,<strong>Cacciatore</strong> apporta un’ulteriore modifica all’impianto di tale sonetto:egli utilizza <strong>in</strong>fatti versi che hanno perlopiù estensione di tridecasillabi(con rare eccezioni di dodecasillabi e qualche <strong>verso</strong> alessandr<strong>in</strong>o),mentre i suoi “colleghi d’oltremanica” hanno “tradotto” la misuraitaliana dell’endecasillabo con un <strong>verso</strong> che oscillava tra le dieci e leundici sillabe. <strong>Cacciatore</strong>, <strong>in</strong>vece, non si preoccupa assolutamente diavvic<strong>in</strong>arsi alle canoniche undici sillabe italiane; al contrario sembraimpegnarsi per stabilire un filo diretto tra questi sonetti e icomponimenti che abbiamo visto nelle sezioni precedenti: ovvero,utilizzando il tridecasillabo. Allora le caratteristiche metriche di questicomponimenti, così come ci appaiono, sono le seguenti: sonetti(qu<strong>in</strong>di di quattordici versi), con schema di rime ABAB CDCD EFEFGG (ovvero tre quart<strong>in</strong>e a rime alterne ed un distico a rima baciata) eformati da versi di tridecasillabi. Potremmo riferire questo gruppo alla“forma fluida” 27 , ovvero una forma di tradizione rimodellata dal suo<strong>in</strong>terno.26 Fusco 2002, p. 115.27 Fusco 2002, p. 115.194


<strong>Chaos</strong> e <strong>Kosmos</strong> X, 2009 – www.chaosekosmos.it4. <strong>Chaos</strong> o <strong>Kosmos</strong>?Dei tre componimenti presentati, si può ricondurre il primo (eper certi aspetti anche il secondo) ad una forma <strong>chiusa</strong> “nuova”,mentre il terzo ad una forma <strong>chiusa</strong> “fluida”. Ciò avalla la nostra tesi<strong>in</strong>iziale riguardo l’uso della forma <strong>chiusa</strong> da parte di Caccitore. Perrafforzare ulteriormente quest’analisi, è opportuno osservare le diretteparole dell’autore. Per capire da un lato l’idea che il poeta aveva delsonetto, e dall’altro la sua concezione di <strong>verso</strong> <strong>libero</strong>, riprendiamo edampliamo una citazione già presa <strong>in</strong> considerazione:… il sonetto. Creato a contenere la diagnosi di uno stato dell’animo,con <strong>in</strong>vocazione di favore e tocco liberativo alla f<strong>in</strong>e, si fece, nelcalcolo dei letterati, quadretto di genere, situazione senza sviluppo. Eil <strong>verso</strong> <strong>libero</strong> sgorgò allora, e fu, ed è e sarà sempre, guarigione dauna tale paralisi. Vero è anche questo. Il <strong>verso</strong> <strong>libero</strong>, nei suoi realiadempimenti, non <strong>in</strong>tese mai essere abolizione di rigore e metro 28 .Apparentemente questi assunti di <strong>Edoardo</strong> <strong>Cacciatore</strong> sembranocontrastare con l’ipotesi di Flor<strong>in</strong>da Fusco, la sua studiosa pereccellenza, la quale sostiene che non vi sia <strong>verso</strong> <strong>libero</strong> nel poetasiciliano. Ma, a guardar bene, per il nostro autore “<strong>verso</strong> <strong>libero</strong>” nonvuol dire assenza di regole e rigore; qu<strong>in</strong>di, tra i nostri tre esempipotremmo ricondurre solo il secondo componimento all’idea di <strong>verso</strong><strong>libero</strong>; tuttavia sappiamo anche che esso segue un progetto e contienedelle misure di <strong>verso</strong> esistenti nella tradizione.Dal saggio del 2002 di Fusco si possono estrarre due citazioniriguardanti due aspetti diversi, tra quelli analizzati. La prima citazionesi riferisce specificatamente alla raccolta da cui abbiamo tratto i nostritre esempi, cioè Lo specchio e la trottola, e ci parla soprattutto deltridecasillabo:Quest’opera è marcata dalla presenza del tridecasillabo come <strong>verso</strong>guidache <strong>Cacciatore</strong> <strong>in</strong> un manoscritto descrive come la “somma” disenario e settenario – con presenza diffusa delle misure <strong>in</strong>feriori, daldecasillabo al trisillabo, e con rari endecasillabi 29 .28 <strong>Cacciatore</strong> 1960, p. 36.29 Fusco 2002, p. 116.195


<strong>Chaos</strong> e <strong>Kosmos</strong> X, 2009 – www.chaosekosmos.itSi può utilizzare questa asserzione per dimostrare ulteriormentela presenza di elementi che giustifich<strong>in</strong>o la def<strong>in</strong>izione di forma <strong>chiusa</strong>per la poesia cacciatoriana. Infatti da essa si comprende come iltridecasillabo non sia utilizzato dal poeta <strong>in</strong> maniera casuale, bensì <strong>in</strong>modo del tutto progettuale e rigoroso (è presente <strong>in</strong> tutta la raccolta).Il progetto ed il rigore si possono verificare grazie alla testimonianzadiretta del poeta, che ci dice di aver immag<strong>in</strong>ato questo <strong>verso</strong> desuetonella tradizione italiana come somma di due misure che <strong>in</strong>vece nellanostra tradizione sono più frequenti: senario e settenario. La secondacitazione riguarda il significato di forma <strong>chiusa</strong>:Nell’accezione di <strong>Cacciatore</strong>, l’espressione forma <strong>chiusa</strong> si riferiscead un sistema basato su rigorose regole <strong>in</strong>terne; <strong>in</strong> tal senso sipotrebbe affermare che l’autore faccia uso <strong>in</strong> tutti i suoi testiesclusivamente di forme chiuse 30 .Per l’autore il concetto di forma <strong>chiusa</strong> è importante, lo sicapisce da queste sue parole: «È giusto asserire la forma <strong>chiusa</strong>proprio quella che può procurare il massimo di aperturaconoscitiva» 31 .Dal punto di vista di un poeta è naturale credere che egli pensi lapoesia come un mezzo per ricercare e dire la verità. Ciò è vero ancheper <strong>Cacciatore</strong>. Infatti, l’opera del 1951, L’identificazione <strong>in</strong>tera, tentadi dimostrare l’idea della poesia come strumento capace discandagliare la realtà che circonda il poeta. E grazie alla citazioneriguardo la forma <strong>chiusa</strong> come il massimo grado di aperturaconoscitiva, si ev<strong>in</strong>ce che per l’autore siciliano questo scopo siraggiunga <strong>in</strong> massimo grado proprio con la forma <strong>chiusa</strong>: questo <strong>in</strong>parte conforta la ragion d’essere di questo scritto, che partiva col volerdimostrare l’uso di tale forma da parte di <strong>Cacciatore</strong>.Possiamo ben dire, a questo punto, che tra il chaos ed ilkosmos, <strong>Cacciatore</strong> abbia senz’altro optato per il kosmos, un ord<strong>in</strong>eraggiunto con fatica e dedizione, nel tentativo di superare mezzosecolo di <strong>verso</strong> <strong>libero</strong>. <strong>Edoardo</strong> <strong>Cacciatore</strong> ha accettato una sfida, e ciauguriamo che lo segua qualche giovane poeta, <strong>in</strong> modo da mantenereviva e propositiva la tradizione poetica italiana.30 Ibid.31 <strong>Cacciatore</strong> 1960, p. 36.196


<strong>Chaos</strong> e <strong>Kosmos</strong> X, 2009 – www.chaosekosmos.it∗ ∗ ∗Aggiungiamo solo, dedicandolo al Professor Ennio Sanzi, unultimo componimento avente per tema i gatti; esso è tratto dallaraccolta La puntura dell’assillo. C<strong>in</strong>quanta ed un sonetto del 1986, edè precisamente il sedicesimo sonettoL’atroce manigliaI gatti che gemono e <strong>in</strong>vocano strettaDi sensi ci mostrano quanto è remotoLo scopo prefissosi – s’altera e <strong>in</strong> frettaL’ossigeno semplice è putrido azotoChi volge lo sguardo e misura il distaccoChe c’è tra il passato e il presente s’avvedeChe l’ultimo <strong>in</strong> fila all’aspetto più fiaccoIl punto <strong>in</strong> cui cigola ha scelto per sedeLa voce si torce div<strong>in</strong>cola strappaApplausi a quanti del lento tormentoManiglia ne fanno una mobile grappaChe ha sempre a portata il proprio <strong>in</strong>terventoSi chiamano i gatti ed <strong>in</strong>sistono – sostaL’atroce maniglia e vuoteggia <strong>in</strong> risposta.Bibliografia dell’autoreBIBLIOGRAFIA<strong>Cacciatore</strong> 1951: E. <strong>Cacciatore</strong>, L’identificazione <strong>in</strong>tera, Napoli 1951— 1960: E. <strong>Cacciatore</strong>, Contrattempo accademico, <strong>in</strong> Lo specchio e latrottola, Firenze 1960— 1967: E. <strong>Cacciatore</strong>, Dal dire al fare, Urb<strong>in</strong>o 1967— 1989: E. <strong>Cacciatore</strong>, Carichi pendenti, Bergamo 1989— 1994: E. <strong>Cacciatore</strong>, Itto itto, Lecce 1994— 1996: E. <strong>Cacciatore</strong>, Discorso a meraviglia, Tor<strong>in</strong>o 1996— 1997: E. <strong>Cacciatore</strong>, L’esse blesa, Lecce 1997— 2003: E. <strong>Cacciatore</strong>, Tutte le poesie, Flor<strong>in</strong>da Fusco (a cura di),Lecce 2003197


<strong>Chaos</strong> e <strong>Kosmos</strong> X, 2009 – www.chaosekosmos.itBibliografia generaleBattist<strong>in</strong>i 2000: A. Battist<strong>in</strong>i, Il Barocco, Roma 2000Bello 2000: C. Bello, Le orge celebri dell’<strong>in</strong>telletto: l’it<strong>in</strong>erarionoetico-retorico, L’immag<strong>in</strong>azione, 164 (2000), pp. 9-10Beltrami 2002: P.G. Beltrami, La metrica italiana, Bologna 2002Bett<strong>in</strong>i 1989: F. Bett<strong>in</strong>i, Tendenza e progetto, <strong>in</strong> Cavallo – Lunetta1989, pp. 315-319Caruso 2008: M.G. Caruso, L’<strong>in</strong>f<strong>in</strong>ito <strong>in</strong> cerchio. La poesia di<strong>Edoardo</strong> <strong>Cacciatore</strong>, Catania 2008Cavallo – Lunetta 1989: F. Cavallo – M. Lunetta (a cura di), Poesiaitaliana della contraddizione. L’avanguardia dei nostri anni,Roma 1989Cortellessa 2000: A. Cortellessa, Il pensiero della poesia. Per una“funzione <strong>Cacciatore</strong>”, L’immag<strong>in</strong>azione 164 (2000), pp. 18-21.Del Giudice 1991: P. Del Giudice, L’icona vuota. L’alterazione deisegni e l’identificazione degli oggetti nella poesia di <strong>Edoardo</strong><strong>Cacciatore</strong>, Chieti 1991Ferlita 2008: S. Ferlita, Sperimentalismo e avanguardia, Palermo2008Ferroni 1991a: G. Ferroni, Storia della letteratura italiana. DalC<strong>in</strong>quecento al Settecento, Milano 1991— 1991b: G. Ferroni, Storia della letteratura italiana. Il Novecento,Milano 1991Fusco 2000a: F. Fusco, Appunti su alcuni procedimenti di scrittura di<strong>Edoardo</strong> <strong>Cacciatore</strong>, Poetiche 2 (2000), pp. 301-307— 2000b: F. Fusco, Su Pari e patta, L’immag<strong>in</strong>azione 164 (2000), pp.5-6— 2002: F. Fusco, Estetica <strong>verso</strong> noesi <strong>in</strong> <strong>Edoardo</strong> <strong>Cacciatore</strong>, IlVerri 20 (2002), pp. 114-134— 2008: F. Fusco, Verso il libro. Scrittura e pensiero <strong>in</strong> <strong>Edoardo</strong><strong>Cacciatore</strong>, Bari 2008Getto 2000: G. Getto, Il Barocco letterario <strong>in</strong> Italia, Milano 2000Giuliani 1957: A. Giuliani, La restituzione di <strong>Edoardo</strong> <strong>Cacciatore</strong>, IlVerri 3 (1957), pp. 87-94— 2000: A. Giuliani, Ricordo, L’immag<strong>in</strong>azione 164 (2000), p. 8Hocke 1965: G.R. Hocke, Il manierismo nella letteratura. Alchimiaverbale e arte comb<strong>in</strong>atoria esoterica, Milano 1965198


<strong>Chaos</strong> e <strong>Kosmos</strong> X, 2009 – www.chaosekosmos.itLeonelli 1994: G. Leonelli, La critica letteraria <strong>in</strong> Italia (1945 –1994), Milano 1994Lunetta 2000: M. Lunetta, In memoria, L’immag<strong>in</strong>azione 164 (2000),pp. 6-7Luper<strong>in</strong>i – Cataldi – Marchiani 1998a: R. Luper<strong>in</strong>i – P. Cataldi – L.Marchiani (a cura di), La scrittura e l’<strong>in</strong>terpretazione, vol. 2,Firenze 1998— 1998b: R. Luper<strong>in</strong>i – P. Cataldi – L. Marchiani (a cura di), Lascrittura e l’<strong>in</strong>terpretazione, vol. 6, Firenze 1998Manganelli 2000: M. Manganelli, Il gioco dell’<strong>in</strong>attualità,L’immag<strong>in</strong>azione 164 (2000), pp. 11-12Melchiori 1964: G. Melchiori (a cura di), Shakespeare’s Sonnets, Bari1994Mesa 2000: G. Mesa, I fuochi e l’ombra, L’immag<strong>in</strong>azione 164,(2000), pp. 13-14Negro 2000: S. Negro, L’energia muove il divenire, L’immag<strong>in</strong>azione164 (2000), p. 15Ottonieri 2000: T. Ottonieri, Una raccolta postuma, L’immag<strong>in</strong>azione164 (2000), pp. 16-17Pasol<strong>in</strong>i 1960: P.P. Pasol<strong>in</strong>i, Passione e ideologia, Milano 1960Patrizi 1985: G. Patrizi, <strong>Edoardo</strong> <strong>Cacciatore</strong> o il pensiero comepoesia, L’ombra d’Argo 4 (1985), pp. 89-93Patrizi 1990: G. Patrizi, <strong>Edoardo</strong> <strong>Cacciatore</strong> o la “poesia restituita,Baldus 0 (1990), pp. 49-68Patrizi 2000: G. Patrizi, Per <strong>Edoardo</strong> <strong>Cacciatore</strong>, L’immag<strong>in</strong>azione164 (2000), p. 1Quaderni di critica 1997: <strong>Edoardo</strong> <strong>Cacciatore</strong>: la rivoluzione poeticadel Novecento, Quaderni di critica, Roma 1997199

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