an emblematic figure an emblematic figure - Venice Magazine

FOCUS ON8ventures. Venice was an aristocraticrepublic for 500 years,but no government or democracyhas ever succeeded inexerting the power the Serenissimawielded with suchdexterity: the control of power,its limiting and channellingtowards what was consideredto be the best for “the commongood”.The figure of the Doge isemblematic in this scenario.A figure evolving over the centuries,he resided first on thecoast, at Eraclea, then Malamocco,and lastly on Venice'smain island, at Rialto, fromDuke and officer of Byzantium,he went on to becomean independent Doge withabsolute power. Later againhis powers were to be curtailed,reducing him to a Stateemblem, still aloof but a meresymbol of the Grand Republic.In solemnitatibus imperator,in curia senator,in urbe captivus, ex urbe reus.Electoral law changed overthe centuries. The one of 1268- which aimed above all at preventingballot rigging - lasted,with a few variations, until thefall of the Republic. Uponappointment, the Doge wascalled to swear his “Promissioneducale”, the oath regulatinghis powers. Since the 13thcentury, responsibility forchanging it according to theneeds was in the hands theCorrettori della Promissione;in 1501, these figures wereadded to by the Inquisitors,who, after the death of theDoge, checked that he hadkept faith to his oath. Thepolitical scope of the Doge’sactivity was extremely limited.Without permission, he couldnot renounce his appointmentbut could be forced out ofoffice; he could not increasehis powers, nor own assetsTHE DOGES' CLOTHESThe best-known feature of the Doges' attire is the traditional small hat,which was called the "corno” (horn) for its characteristic pointed shape.It was soft in the first years - somewhat reminiscent the berets of theOrient (the Doges' robes were inspired by Byzantine tastes) - while inaround 1200 it became stiffer and conical, as one of the symbols of thecoronation. The Doge would wear a cap of gold or silver cloth, scarletfabric, damask, and crimson velvet. At his coronation, he was crownedwith the “zoia”, a "corna" encrusted with precious gems that belonged tothe State and kept by the Procuratori of St. Mark. To have an inkling of itsvalue, the zoia renewed in 1555 was estimated at 194,092 ducats. Underthe peak, the Doge would wear a smaller cap of fine cloth, called“rensa”, which was worn even during the elevation ceremony in church.The ceremonial garb was made up of the dogalina, a sort of cassock, themajestic ducal mantle, and the collar. The dogalina and the mantle weremade of fabric while the collar, fastened with a gold clasp or bejewelled,was in fur. The stockings and shoes, which were leather or fabricboots, were red. When not seen in public, the doge wore the Romana, ashaved crimson gown while, to attend the Councils, he put on a similarone called collegiale. The Doges' costume did not undergo any greatchanges over the centuries.Two curious things are worth noting about the doges' appearance: first,their hair, which was at first worn long, then short and then long againuntil, in the 18th century, it was ‘replaced’ by powdered wigs; the other isthat they could never wear anything which was black.I VESTITI DEI DOGIIl particolare più noto dell’abbigliamento dei Dogi è il tradizionale berrettoche si chiamava “corno” per la sua caratteristica forma a punta.All’inizio era morbido e ricordava i berretti del vicino Oriente (gli abiti deiDogi erano del resto ispirati al gusto bizantino) mentre attorno al 1200diventò più rigido, di forma conica, uno dei simboli dell’incoronazione.Il Doge infatti usualmente portava un corno di tessuto d'oro o d'argento,di panno scarlatto, di damasco, di velluto cremisi, mentre venivaincoronato con la “zoia”, un corno ricoperto di pietre preziose cheapparteneva allo Stato e veniva custodito dai procuratori di S. Marco.Per dare una idea del suo valore basti dire che quello rinnovato nel 1555fu stimato la somma di 194.092 ducati.Sotto il corno indossava una cuffietta di tela finissima di nome “rensa”che neppure durante l'elevazione in chiesa veniva tolta. Il vestito di cerimoniasi componeva della dogalina, specie di veste talare, del maestosomanto ducale e del bavero.La dogalina ed il manto erano di stoffa, mentre il collare fermato conborchia d'oro o gemmata era di pelliccia. Le calze e le scarpe, stivalettidi pelle o di stoffa, erano di colore rosso. Privatamente il doge indossavala romana, veste di raso cremisi, e per assistere ai Consigli una similedetta collegiale. Il costume del Doge sostanzialmente non cambiò nelcorso dei secoli. Due sono le curiosità, una riguarda i capelli che furonoprima lunghi, poi corti ed ancora lunghi fino ad essere sostituiti nel XVIIIsecolo da parrucche incipriate e l’altra il fatto che il Doge non potevamai portare il colore nero.Leonardo Loredan Doge (1501 - 1521)Giovanni Bellini - London, National Gallery.zia, seppur retto da unanomenclatura di elite, ha maisaputo esercitare così bene ilpotere acquisito, cioè controllarloe limitarlo, indirizzandoloverso ciò che era ritenutoessere il meglio, per il cosidettobene "nostro".La figura del Doge è emblematicain questo scenario.La sua fisionomia non è statasempre la stessa. Residenteprima ad Eraclea, poi aMalamocco ed infine a Rialto,da Duca e funzionario diBisanzio divenne Doge indipendentecon potere assolutoe poi il Doge dei tempi storicicon poteri sempre minori,ridotto a simbolo della grandeRepubblica ed insegnadello Stato.In solemnitatibus imperator,in curia senator,in urbe captivus, ex urbe reus.La legge elettorale mutò nelcorso dei secoli, quella del1268 durò con poche varianti,volte sopratutto ad evitarebrogli, fino alla caduta dellaRepubblica.Il Doge, al momento dellanomina, doveva giurare la"Promissione ducale" cheregolava i suoi poteri.A modificarla secondo lenecessità si occuparono, finodal secolo XIII, i Correttoridella Promissione; ad essivennero, nel 1501, aggiuntigli Inquisitori che verificavanoche il Doge defunto laavesse osservata. L'attivitàpolitica del Doge era limitatissima.Non poteva rinunciaresenza permesso al dogado,ma poteva essere costrettoa farlo, aumentare i suoipoteri e possedere beni fuoridello Stato. Non poteva,senza l'assistenza e il permessodei suoi consiglieri, riceverepersonaggi in veste ufficiale,dare risposte agli ambasciatori,spedire o aprire letoutsidethe State; he could notreceive persons in his officialcapacity, give official answersto ambassadors, send or openletters of State, or receive gifts.He also had to pay taxes.He could not leave Venicewithout permission from theGrand Council. He was notallowed to flaunt his presencein the cafés or theatres, couldonly go out when dressed likethe other patricians, not enjoyingspecial honours. Despiteall these restrictions, the Dogewas free to preside over all theState’s meetings, at which hecould both make proposalsand take part in the voting.Public deeds had to bear thedoge’s signature and he hadthe responsibility of supervisingover the good working ofthe magistracies and justicesystems. He had to belong to afamily of the Grand Counciland, at least according to therules, he had to be youngerthan forty. In practice, though,doges were chosen from oldercitizens for their experienceand so that they would notremain in office for too long.As to their personal capacities,they were not required to haveexceptionally-gifted intellects,it being enough that they werenot completely inept, that theywere healthy and showed acertain degree of ability in theart of negotiation. After hisdeath, a portrait was paintedof him at the Republic'sexpense and put up in theDoges’ Palace. On 4 June1797, with the fall of theRepublic, in the midst of theMunicipalists’ jubilation, theducal insignias were burnt ona bonfire, together with thegolden book, and the ashesthrown to the wind. Howquickly the fame of the worldpasses: sic transeat gloriamundi.tere di Stato, ricevere doni.Doveva pagare le imposte,pur con qualche agevolazione.Non poteva lasciare Veneziasenza il permesso del MaggiorConsiglio. Non gli erapermesso di andare ai caffè enei teatri o mettersi in vista:quando usciva vestiva comegli altri patrizi e non avevaonori speciali. Pur con questilimiti ad un Doge rimanevaun buon campo d’azione: presiedeva,però, tutti i consessidello Stato e poteva proporree votare. Gli atti pubblicidovevano portare la suafirma, doveva vigilare sulbuon andamento delle magistraturee sulla amministrazionedella giustizia.Doveva appartenere ad unafamiglia iscritta nel MaggiorConsiglio ed avere un'etàinferiore ai quaranta anni.In realtà si sceglievano piùvecchi per esperienza e perchénon rimanessero molto alungo sul trono.Non doveva possedere grandie straordinarie doti intellettuali,bastava che non fosseun'assoluta nullità e cheavesse prestanza fisica e capacitànel trattare.La lista civile fu sempre esiguae perciò doveva esserericco per poter sostenere lacarica. Nelle grandi cerimoniee nelle processioni seguivanoil Doge le insegne ed idistintivi particolari della suaalta dignità. Dopo la morteun suo ritratto veniva dipinto,a spese della Repubblica,e collocato in Palazzo Ducale.Il 4 giugno 1797, caduta laRepubblica, in mezzo al pazzescotripudio dei Municipalisti,le insegne dogalivennero arse sopra un rogoinsieme al libro d'oro e le cenerisparse al vento.Ma sono cose che accadono:sic transeat gloria mundi.FOCUS ON9